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Pensieri crudeli
Una raccolta di racconti contraddistinti dal solito garbo e dall'abituale perizia dello scrittore. Ordinate istantanee di realtà comuni, quadretti di vita che corre sul filo della quotidianità dove, d'un tratto, un anello non tiene, il controllo sfugge e irrompe il germe del caos. La mente umana partorisca allora pensieri crudeli che si trasformano, senza alcuna possibile censura, in realtà allucinate, paure incipienti. Amori che finiscono con epiloghi imprevedibili, famiglie che nascondono, dietro una labile crosta di normalità, segreti indicibili: un viaggio intenso tra l'ignoto e l'inconfessato di realtà umane, fin troppo umane. -
L'amore che ho cercato
Il mondo è più grande della vita. E mentre i desideri sono illimitati, giorno dopo giorno l'esistenza quotidiana reclama la sua parte di normalità. Cappa vuole qualcosa di diverso. Ma nel frattempo tutti i suoi pensieri sono sospesi tra due città, Roma e Bamako, due fiumi, il Tevere e il Niger, e due donne. Da una parte c'è Sofia, in attesa di un figlio da lui. Dall'altra Fatou, bella come l'annuncio di una nuova fede, ultima speranza di superare l'atroce contraddizione tra il piacere e la realtà. Emozionante, poetico e oscuro, ""L'amore che ho cercato"""" è un'altra storia maledetta raccontata da Cristiano Armati. Un attacco portato al cuore dell'Occidente attraverso la messa in scena di un alter ego costretto a voltare le spalle a ciò che ha di più caro, alla ricerca di qualcosa che potrebbe benissimo assomigliare al nulla."" -
Suicide tuesday
"Suicide tuesday"""" è un'espressione inglese che indica la condizione di profonda angoscia che sopravviene dopo un fine settimana all'insegna di droghe e alcool. L'euforia del sabato va scemando: domenica passa nel tentativo di smaltire i postumi, lunedì arriva il down e martedì si è talmente depressi che ci si lascerebbe morire. Il romanzo narra il fine settimana di tre protagonisti e li accompagna fino al martedì. Tre giornate in cui i personaggi vivono le proprie paure, i fallimenti. E i sogni. Ognuno con la propria vita lontana da quella degli altri. Queste tre storie così distanti hanno però un punto di incontro: Sergio e Giulia rispondono a un annuncio di Matteo per farsi ritrarre, il primo per lasciare alla piccola Camilla un ricordo di sé, la seconda per regalare la sua fotografia al ragazzo del bar che ogni giorno le regala un sorriso e la fa sentire meno sola. Tre esistenze con i loro effetti collaterali che si ritrovano il martedì. E solo di fronte a Matteo, quel fotografo estraneo, Sergio e Giulia riusciranno a confessare il segreto che li tormenta." -
Dietro l'arazzo. Conversazione sulla scrittura
Antonio Tabucchi è stato uno di quegli autori che, oltre a scrivere grandi romanzi e racconti, hanno saputo raccontare la scrittura. Il mistero ""Dietro l'arazzo"""": l'officina fatta di ispirazione e di tecnica, di slanci e di ripensamenti, di intuizioni e di errori in cui si produce un'opera d'arte. In questo piccolo e prezioso libro in forma di dialogo, Tabucchi esplora con precisione, sospeso fra ironia e malinconia, il terreno su cui nascono le parole e diventano poesia, racconto, romanzo. Quanto è legato ciò che scriviamo a ciò che siamo? La vita e la letteratura sono sullo stesso piano? E che cosa significa """"raccontare la vita""""? Le risposte - come sempre in Tabucchi - si affollano di ulteriori domande. Lo scrittore interroga sé stesso e chiede lumi agli autori e alle opere amate: da Pessoa a Rilke a Conrad, dai miti classici al cinema di Fellini e di Kubrick; chiama in causa la filosofia e la psicanalisi, la biologia e l'economia. Tutto alla ricerca del senso più profondo del fare letteratura, che è anche quello più nascosto: """"Quello che mi interessava - dice Tabucchi - non era guardare le figure dell'arazzo, ma tutti i nodi e i fili che stanno dietro al tappeto"""". Arrivare, insomma, a vedere e capire il """"rovescio""""."" -
Per proteggerti meglio, figlia mia
La vicenda della piccola Maria, descritta nel racconto di Dacia Maraini, prende l'avvio da un lutto. Sono rimasti soli, padre e figlia. Non viene narrata la vita del periodo precedente la morte della moglie. Ma anche il ""prima"""", non esplicitamente narrato, echeggia nel """"dopo"""". La morte della madre cristallizza il tempo e la piccola Maria, di ormai sedici anni, viene imboccata dal padre come faceva la madre, quando Maria di anni, però, ne aveva cinque."" -
Imagine this. Io e mio fratello John Lennon
Questa storia ha inizio a Liverpool. È la storia di una famiglia e dei suoi segreti, e di un destino, il più delle volte beffardo. John è ancora un bambino. A soli cinque anni la zia Mimi lo strappa dalle braccia della madre e cerca di tenerlo lontano da quella donna che reputa immorale e inadatta. Questo volume è la storia di un amore, tra madre e figlio, tenero e struggente che nessuno riesce ad ostacolare. John correrà dalla madre appena potrà. Con lei suonerà i primi accordi, scoprirà nella musica una passione assoluta. Avrà in quella donna e nelle sorelline, nate da una successiva relazione, il suo primo e appassionato pubblico. E quando tutti sembravano convinti che di lì a poco sarebbero diventati finalmente una vera famiglia, la morte della madre scompaginerà quei progetti. L'impatto che avrà su John, diciassettenne, e sulle sorelle sarà devastante. È Julia Baird, la sorella di John, a raccontarlo. Nelle sue pagine rivivono i primi amori del fratello, la passione per la musica che lo divora, il piccolo gruppo messo insieme già ai tempi della scuola, quando si suonava in bagno, in cucina, ovunque fosse possibile. Ne viene fuori un ritratto affettuoso e inedito, una mappa emozionale puntellata dai primi amori di John, dal matrimonio con Cynthia, dalla scoperta della paternità. E poi i Beatles, il successo planetario, l'allontanamento e la morte violenta di John. Un lungo racconto biografico, la storia di un rapporto complicato e tenace. -
Forza Roma! Una vita in giallorosso
Questo libro perché l'A.S. Roma è una squadra di calcio solo in seconda istanza. Nella prima è, al tempo stesso, qualcosa di complicatissimo e semplicissimo da spiegare. Qualcosa che seleziona e riassume extrasistole fuggiasche, respiri affamati, formicolii indecifrabili, vibrazioni ancestrali, ondate oceaniche di panico, orgasmi che esplodono iridescenti e diventano buchi neri dentro cui tutto scompare, per poi riapparire in forme più gestibili e meno soffocanti. Qualcosa di molto simile alla fetta migliore della nostra appartenenza al genere umano. Sensazioni che gli undici scrittori e tifosi coinvolti in questo volume hanno provato a condensare raccontando le gesta di alcuni dei più grandi campioni, dei più grandi uomini che hanno vestito la sacra maglia giallorossa. -
Emozioni incustodite
"Le poesie di Ivana mi hanno colpito sin dalla prima lettura. Sono un'esplosione di sentimenti, di pensieri, travagli, sfoghi, qualcosa che viene fuori da un vulcano, quello stesso vulcano che ha accolto la giovane poetessa dopo essere emigrata dal lontano Piemonte. La poesia di Ivana, così, non si è potuta sottrarre al fascino incantato della 'Trinacria', a tal punto che, in certi suoi componimenti, diventa davvero lava incandescente che erutta dai crateri del suo spirito nobile. Sì, è vero. Nei suoi versi, ho avvertito una forza potente."""" (Gian Paolo Balsano)" -
Come un albero in un'ampolla
"Confesso che leggendo questi versi mi sono sentito un detective che vuole scoprire l'io del poeta che si nasconde nelle faglie del paesaggio. Ne ho trovato tracce quando dice di essere come un 'tarlo nel legno', oppure quando si vede 'abbandonato' con un 'po' di bava alla bocca', quando dice 'taccio perché ho paura di mentirti'. Mi sono ricordato di un verso di Prévert: 'le parole mentono/monumentalmente'"""". (Renzo Paris)" -
La raccolta del sale
"Una scrittura rigorosa che però non si fa mancare scatti d'ira e lampi di forza, a sancire una personalità poetica sicuramente sfaccettata che nemmeno intende cercare la perfezione, ma preferisce - quando necessario - sporcarsi, divenire cosa quotidiana, parlare alle persone, raccontare finanche attraversando la sfera privata, quella degli affetti."""" (Matteo Fantuzzi)" -
C'è posto tra gli indiani
Marcello si fa di eroina, ma con parsimonia. Lo tiene in vita, al caldo. Come entrare in un pane appena sfornato, avere dieci orgasmi simultanei o dare il massimo in una prestazione sportiva. Marcello fa il veterinario solo perché suo padre voleva facesse il medico e toccava ubbidirgli, ma lui, per dispetto, l'ha fatto solo a metà. Sopprimere o tenere in vita un cane o un pappagallo non fa differenza, è solo una questione di chimica. Marcello si sente un pessimo veterinario e un pessimo uomo quando sente il campanello suonare. E prima che suoni ha deciso di uccidersi, perché ""uccidersi è il coraggio che scende sulla terra e si fa carne, gesto disperatamente, genuinamente umano"""". Alla porta, un uomo gli dà in custodia un cocker fulvo piuttosto in carne ma inappetente. Ma di quell'uomo e di quella consegna Marcello non sa nulla. Chi è l'elegante e sconosciuto anziano convinto di aver assolto al suo compito lasciandogli quella bestia? E poi, per conto di chi? L'ospite indesiderato, però, non dovrà interferire con i piani di quella notte: con il cane al guinzaglio Marcello percorre la strada che lo porterà nel luogo dove ha deciso di farla finita. Ma in un universo tanto grande è inevitabile che accadano degli incidenti. E quella è una notte fitta di incidenti. Così inizia una peregrinazione zoppicante che lo trascina in un imbuto di incontri, allucinazioni e ricordi."" -
Una cauta sapienza. Il medico, la parola e la cura
Cos'è davvero la salute? Tramite un excursus nel repertorio classico e nelle più sapienti iconografie della figura del medico nel corso dei secoli, Paolo Maggi, infettivologo, ripercorre la propria esperienza dimostrandoci che definire in maniera esaustiva il concetto di salute è molto più complesso di quanto sembrerebbe. Perché si tratta di uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, non di semplice assenza di malattia, e dunque il medico, non deve limitarsi alla semplicistica dicotomia presenza-assenza di malattia, ma entrare in questo complesso gioco di armonie tra corpo, anima, universo. Solo così capirà davvero il suo paziente. E anche la nobiltà del compito a cui è chiamato: vigilare su quella terra di mezzo fra la vita e la morte che è la malattia. Il medico è il custode della soglia. -
Aporia delle scorie
"Da buona viandante, Fabiana Frascà viaggia di gran carriera il viaggio della vita, sul ritmo di versi, di rime alternate, di ritmi leggeri regolarmente battuti e di duplicazioni valevoli da itti e da impulsi. [...] Frammenti, brevi aforismi, concisi e scarni, segnali mutevoli e precisi, si propongono nella ricerca esasperata della fine delle cose, sempre entro la dimensione della vita, quando la vita si renda lodevole di essere vissuta. (Antonio Spagnuolo)" -
L'albero di vetro
Una raccolta fortemente autobiografica che ripercorre le diverse fasi della vita dell'autrice, dall'infanzia all'adolescenza fino all'età adulta. Fasi che per quanto diverse sono segnate da una perdita incolmabile. ""L'albero di vetro"""" rappresenta un cammino evolutivo di crescita che ha portato Monica Ugolini a lasciarsi leggere."" -
Schizoamore. Palpiti, ossessioni e travasi di cuore
Venti racconti d'amore, per una persona di sesso opposto, in genere, ma anche amore per se stessi, per una bestia, per un ideale, per Dio, per l'arte, per il denaro. L'amore nelle sue innumerevoli declinazioni, dalla passione al rapimento estatico, dalla compassione all'ossessione. Ma abbandonata l'usuale iconografia zuccherosa l'amore viene scarnificato fino ad essere mostrato nella sua più disadorna, e spesso ridicola, fisionomia, con un andamento sempre irridente, sarcastico e dissacratorio. -
Casa di riposo Michail Bakunin
Danilo scopre troppo presto che spesso della propria vita non si riesce a fare quello che si vorrebbe: appena diplomato è costretto ad abbandonare l'idea dell'università perché suo padre muore senza chiedere il permesso, di infarto, costringendo sua madre nella morsa della depressione e lui a cercarsi un lavoro. L'impresa sembra disperata, ma un insolito annuncio cambia il corso degli eventi. A Mantova, la casa di riposo Michail Bakunin - istituto che ospita solo vecchi anarchici e partigiani - cerca un tuttofare. Danilo parte senza pensarci troppo. A Roma lo legano soltanto sua madre e due strambi amici: Assunta, ex prostituta ultrasessantenne e Burgu, talentuoso meccanico rumeno che gestisce un'officina clandestina. Danilo comincia a lavorare nella casa di riposo e presto si affeziona ai ""suoi"""" vecchi, ma il male incurabile che sta per mettere fine alla vita di Anselmo, burbero anziano che scrive poesie, muove in Danilo alcuni pensieri. Perché i suoi amici devono aspettare la fine senza far nulla per il Paese che hanno contribuito a liberare dal Fascismo e che corre verso una china sempre più ripida? Non sarebbe meglio fare qualcosa di decisivo? Ma una telefonata da Roma scuote di nuovo l'esistenza di Danilo, mettendo in discussione presente e futuro. Non è solo, però, accanto a lui ci sono comunque i suoi vecchi a insegnargli che, quando le situazioni sembrano senza uscita, è ancor più necessario perseguire l'impossibile."" -
Sulla mafia
Una madre e suo figlio. Lui, pentito di mafia, è stato ucciso per vendetta. Lei gli porta fiori e un paio di scarpe. ""Sono venuta per maledirti"""", dice. Eppure non riesce a negargli un gesto ultimo di pietà umana. Dacia Maraini prende le mosse da questa storia immaginaria, ispirata a fatti veri e narrata in forma di monologo, per affrontare il tema della mafia. Mette in gioco la sua esperienza personale, la sua memoria: una Palermo lontana dove si sentiva dire """"la mafia non esiste"""", i volti degli uomini che l'hanno combattuta; storie grandi e piccole di questi nostri anni - la morte di Falcone e Borsellino, quella di Rita Atria, """"siciliana ribelle""""; i silenzi colpevoli della società civile, il legame della criminalità con la politica, il grido dei ragazzi di Locri, il dolore di Napoli."" -
Testimoni di giustizia. Uomini e donne che hanno sfidato la mafia
In un Paese ben lontano dall'aver sconfitto le mafie esistono ancora cittadini che hanno il coraggio di diffondere la voce della legalità e credono che denunciare sia segno di civiltà e premessa di libertà. sono i testimoni di giustizia, figura introdotta legalmente nel 2001 per permetterne una coerente giurisdizione e soprattutto per differenziarne la natura e la disciplina rispetto ai collaboratori di giustizia, meglio noti come ""pentiti"""". Il testimone di giustizia sceglie, per dovere civico, di non abbassare la testa di fronte alle prepotenze, è un testimone oculare, un imprenditore piegato dagli estorsori o, in alcuni casi, un cittadino che rivendica la propria onestà pur appartenendo a contesti mafiosi, come Lea Garofalo e Maria Concetta Cacciola. Paolo De Chiara ripercorre alcune di queste storie attraverso una ricostruzione puntuale dei fatti, grazie a dichiarazioni, atti processuali, intercettazioni rese pubbliche, interviste e testimonianze, creando uno spettro il più possibile esaustivo di una realtà - quella del testimone di giustizia - che ancora vive, invece, in uno stato di ingiustizia."" -
Un cuore semplice
Félicité, un cuore semplice ma pieno d'amore. Una fede autentica che non ha bisogno di istruzione e in cui c'è ancora posto per il meraviglioso e il sovrannaturale. Una vita dedicata agli altri: la casa, la sua padrona, i figli di lei, un nipote, la Chiesa, la cui dottrina Félicité segue con la passione e l'ingenuità di una bimba. Vive le gioie e i lutti con la stessa intensità, la stessa muta adesione alle leggi della Natura. Apre il suo cuore a chiunque e, seppur spesso ferita o ingannata, in questa dedizione a ogni essere vivente, Félicité trova la sua ragione d'esistere. La parabola di un'anima innocente, che anche nel momento della morte, scorre tra le pagine di Flaubert con una purezza e un candore sconcertante, regalandoci la fulgida e rara intuizione di un essere ancora buono, semplice e, infine, necessario. -
Non pensare all'uomo nero... dormi
Sette racconti senza tempo immersi in una realtà sfumata e di volta in volta sfuggente, avvolti da una coltre di dolore eppure curiosamente leggeri, pervasi da un continuo senso d'attesa, forse di speranza. Ogni storia è un universo di sentimenti e di tormento, tranche de vie appena accennata ma straordinariamente completa, assoluta. La sofferenza, in tutte le sue imprevedibili sfaccettature, e allora il nodo tematico forte, il filo rosso della narrazione, unica certezza di ogni uomo, in ogni tempo.