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Pasolini nel recinto del sacro
Al di là dei diversi generi e delle molteplici soluzioni espressive, la questione del sacro percorre e sostanzia l’intera opera di Pasolini. A partire dallo sfaldamento del discorso poetico metricizzato, l’idea pasoliniana di poesia travalica la stessa versificazione e diventa modo e sede di ricezione di un sacro che dimora nella realtà. Poesia e sacro nell’esperienza dell’intellettule di Casarsa sono indissolubilmente legati, segnati da un’essenza metastorica che trascende il presente e dalla comune valenza di alterità e antagonismo rispetto alla realtà fenomenica. Pasolini. Nel recinto del sacro indaga in alcuni testi campione (da Patmos a Il pianto della scavatrice, da Una disperata vitalità a Petrolio) le scelte formali e linguistiche del Pasolini sperimentatore, interpretandole come procedimenti capaci di restituire un’immagine del reale non banalmente fattuale, bensì stratificata e mitizzata, perciò ricondotta «nel recinto del sacro» (Petrolio). La forma del testo, quel «magma» che ripudia ogni mistificante purezza espressiva, trova dunque in questa lettura critica una sua precisa ratio nel farsi lingua e voce di un sacro trascendente chernsolo la poesia è in grado di svelare. -
La Dora dei miei sogni
Dora, Dora, Dora. Vagheggiata, inseguita, adorata. Mauro Sardonico non può farne a meno, vive letteralmente per quella che è la donna dei suoi sogni. Nessuno a parte lei può aiutarlo, soprattutto ora che la sua ordinaria vita di agente assicurativo è stata sconvolta. Uno dopo l'altro i suoi clienti sono vittime di uno spietato assassino. Tutti sono stati trovati col cranio rasato e un aforisma di Zurau scritto sulla fronte, particolare questo che lo riguarda da vicino e lo mette, a poco a poco, sempre più nei guai. Qualcuno vuole incastrarlo? E perché? Deve calmarsi, cercare di ragionare: chiude gli occhi Mauro per cercare la verità, aspetta che Dora, splendida e inafferrabile, lo tranquillizzi con le sue dolci parole. Vorrebbe solo abbandonarsi tra le sue braccia. Un romanzo ricco di suggestioni distopiche che segue il flusso irrefrenabile di una coscienza in equilibrio precario fra illusione e verità. Massimo Torre elimina ogni filtro e lascia che il protagonista si confessi, seguendo la tortuosa via dei propri pensieri scomposti e delle proprie paure più profonde, per sfuggire alle quali spesso l'unico, autentico rifugio sono le proprie fantasie. Ammesso che riescano a reggere all'urto con la realtà. -
Una sottile linea bianca. Dalle piazze di spaccio alla comunità di San Patrignano
Tanti cominciano quasi per gioco, solo per darsi un tono e sentirsi più forti. Un tiro di canna e i problemi svaniscono: l'indifferenza di mamma e papà, i primi turbamenti d'amore, la paura costante di non essere abbastanza, tutto si perde in quel semplice gesto. All'improvviso, però, la marijuana non basta più ed entrano nel vortice, lasciandosi sedurre da quelle polveri magiche che li fanno sentire invincibili. Vivono oltre il limite, toccano il fondo, rinunciano alla famiglia, non vedono più né se stessi né gli altri, fino a confondersi con la puzza della città. Attenzione, però: non sei un tossico finché non ti buchi, dicono. Ma, quando arrivi a quel punto, devi sperare che qualcuno ti salvi per tornare indietro. Napoli, Roma, Milano, ma anche i piccoli centri come Perugia, Forlì e Pescara, fino ad arrivare a Sofia: Angela Iantosca racconta storie nate in queste città e si addentra nelle piazze della droga per dar voce ai ragazzi e alle ragazze di San Patrignano, la comunità che nel 2018 ha compiuto 40 anni. Sono giovani e adulti, madri e padri, impiegati o senza lavoro, tutti a loro modo disperati. Nella comunità di recupero hanno trovato una mano tesa ad aiutarli, a offrirgli un rifugio e la famiglia che avevano dimenticato di avere. Hanno tirato fuori la propria voce per riscoprire quanto la dipendenza aveva annientato, hanno messo da parte l'egoismo e guardato dentro alle proprie paure, per capire perché è cominciato tutto, prima che fosse davvero troppo tardi. Prefazione di Antonio Nicaso. -
New York, una città di corsa. A perdifiato nella Grande Mela
New York: un universo di stimoli, informazioni, punti di vista, persino di stereotipi. Raccontarla non è facile. Una città veloce, ricca di fermenti, oggetto di fantasie, in cui si aprono possibilità, nascono storie. Correre per adattarsi al suo continuo movimento, ma anche per lasciare briglia sciolta ai propri pensieri, per trovare un punto fermo. Correre ad Highland Park, soprattutto quando piove, quando ci si ritrova soli e riscoprire il rumore dell'acqua che cade, non dover pensare ad altro se non a se stessi. Oppure a Bed-Stuy, e ripercorrere le strade che hanno ispirato scrittori e musicisti come Frank McCourt e Norah Jones. Attraversare di corsa le storie e le culture di Brooklyn, collezionare ricordi a ogni falcata. Chiara Marchelli ci offre un racconto di New York attraverso gli occhi di chi la vive e la percorre: un resoconto amorevole del connubio tra corsa e scrittura. Pagine che dettano l'andatura dei passi e dei pensieri, che regalano l'opportunità di guardarsi dentro e intorno, senza mai rischiare di perdere il ritmo e rimanere indietro. Perché per raccontare una città che pare non fermarsi mai bisogna assecondarne i mutamenti, e forse, mutare un po' con lei. Dopo ""Le notti blu"""" Chiara Marchelli ci guida nella Grande Mela, ne ricrea tutto il caos e ogni segreta promessa."" -
La teoria di Camila. Una nuova geografia familiare
Non esiste un'età definita per diventare adulti, accade quando muore un genitore, che tu abbia cinque anni o cinquanta. È così anche per Marco, un ingegnere romano, una sera, dopo una partita di calcetto. La telefonata di Camila, la badante di suo padre, lo proietterà in pochi secondi in un'altra parte della vita. Nell'ora successiva Marco si ritrova a girovagare nella notte di Roma, incapace di accettare il lutto, incapace di comunicare con chiunque. Quando prende coscienza, ad aiutarlo in questo difficile passaggio troverà Camila. La stessa donna che in qualche modo lo ha allontanato da suo padre, occupandone lo spazio emotivo, sottraendo comprensione e tenerezza. In una notte lunghissima e dolorosa passata a fare i conti con gli errori del passato, con un futuro ancora tutto da vivere, si riannoda un filo spezzato tra un padre che non c'è più e un figlio che non riesce a smettere di averne bisogno. -
Pelé. La perla nera
Pelé si pronuncia di corsa, sonoramente. Musicale, onomatopeico, profondamente brasiliano. Pe-lé. I brasiliani fanno presto, accorciano. Pelé contiene la storia del calcio e contiene un po' tutti quelli che sono venuti dopo di lui. Un numero nove, però dieci, di qui la definizione, il neologismo di nove e mezzo. Contiene Cruyff, Messi, Cristiano Ronaldo e, per citare un futuro molto italiano, anche Dybala. Contiene tutti quelli che ancora non immaginiamo. Quel milione di bambini che pensano di diventare Pelé. Pelé è ""La perla nera"""", il catalizzatore del più bel quintetto d'attacco mai schierato da una nazionale in un campionato del mondo. Ci riempiamo di significati e significanti quando snoccioliamo quel quintetto storico: Jairzinho, Gerson, Tostao, Pelé e Rivelino. Edson Arantes do Nascimento, Pelé è leggenda e maledizione, come la coppa Rimet, quella coppa, inafferrabile, che solo lui in appena 12 anni è riuscito a portarsi a casa."" -
Roberto Baggio. Divin codino
Quando alle 16.45 di una soleggiata domenica di maggio il quarto uomo solleva il tabellone luminoso tutto lo stadio San Siro in Milano si alza in piedi. Non è una standing ovation, è un inchino. Un omaggio, un lungo abbraccio. È un ricordo. Applaudono e piangono questi folli innamorati del pallone. Il numero 10 se ne va, e questa volta è per sempre. Lui, capelli bianchi, basette rasate e fascia da capitano blu rigorosamente su libraccio sinistro, capisce che è giunto il momento. Si avvicina a Maldini, che gli ha negato per 85 minuti la gioia dell'ultimo gol, all'ultima esibizione. Accenna un saluto, manda un bacio con la mano destra a Mattia e Valentina che hanno gli occhi lucidi in tribuna. Questa è una storia di amore e resurrezione, dì lotta, passione, di rivincita. Questa è la storia di un ragazzino prodigio, con 220 punti interni di sutura e un menisco perforato a 17 anni. Questa è la storia di chi davano tutti per spacciato, e si è ritrovato con un Pallone d'oro tra le mani. Questa è la storia di scontri, tafferugli, incendi in nome di un calciatore. È la storia di un'estate italiana, di piazze e di feste, di bandiere e di vespe, di monaci e di cacciatori. Questa è la storia dell'uomo che non ha nemici. Questa è la storia di una generazione. Questa è la storia di un campione. Questa è la storia di Roberto Baggio. Prefazione di Valerio Nicastro. -
Jim Morrison. Una conversazione tra amici
Frank Lisciandro raccoglie i propri ricordi e quelli di chi ha frequentato Jim Morrisonrn«La parte più affascinante del libro di Lisciandro è quella in cui, attraverso la voce di coetanei e compagni di studi e di esperimenti di Jim, si ricostruisce la genesi della sua icona.» - il Venerdì di Repubblicarn“Quando qualcuno scopre che sono stato amico di Jim Morrison, prima o poi mi chiede inevitabilmente, “Com’era realmente?”. Una risposta semplice, diretta si è fatta più difficile nel corso degli anni, man mano che invenzioni sensazionali e contrastanti offuscavano la verità sul conto di Jim. Questo libro affronta e spazza via i miti per fare luce su un uomo straordinario e su un artista creativo di talento. In queste pagine, Jim viene rivelato candidamente da persone che lo hanno conosciuto, che ne sono state compagni, colleghi, mentori e amanti. Troverete storie buffe, segreti rivelati e verità più sorprendenti di qualsiasi distorsione fatta circolare durante e dopo la vita di Jim. Il risultato è una interpretazione più dettagliata, un ritratto più umano e accurato.” Frank Lisciandro -
Tu non dici parole
Bronte. 1638. Francisca è una bambina abbandonata alla ruota degli esposti. Si arrangia a sopravvivere come può, sebbene presso la ""Casa del buon fanciullo"""", dove è stata allevata, non ci siano comodità né agi. Però, Francisca sa che può attingere al mistero della bellezza. E infatti, quando le riesce, ruba parole belle. Si tratta, per lo più, di parole della Messa e dell'offertorio, che la piccola esposta sente pronunciare in latino, e che impara a memoria perché, con la loro dondolante cadenza, le fanno intravedere una lingua da re, preziosa e ospitale. Una lingua capace di vincere la morte. E, in effetti, quando il Pilosa, un bandito assetato di pane e vanagloria, assalirà la ruota degli esposti, a capo di un manipolo di sgangherati banditi, saranno proprio le parole belle, quasi un guaito che proromperà dalla bocca di Francisca, a salvarla miracolosamente dall'assedio e a garantirle la sopravvivenza."" -
A Napoli con Totò. Dalla sanità alla luna
Questo libro vuole essere un viaggio semiserio a Napoli in compagnia di Totó. L'uomo e l'attore. A centoventi anni dalla nascita. Nei suoi luoghi privati e in quelli vissuti in pubblico, partendo dalla Sanità, il rione natale dove, negli anni, Antonio de Curtis torna costantemente ad aiutare la sua gente poverissima. Non è una guida, intesa come percorso culturale esaustivo; non è una biografia completa del personaggio. È una passeggiata. Il librò conduce per mano, di riso e sorriso, nei vicoli meno noti ai turisti, o nel sottopelle della città, come sono le catacombe più antiche, dove Totò gioca bambino; nelle strade riconoscibili dai film, la Salita dei cinesi ne ""L'oro di Napoli"""" dove Totò interpreta il Pazzariello; nelle segrete aperte ai visitatori, dove è conservato il tesoro, quello di san Gennaro nel Duomo, argomento di una celebre """"Operazione"""" di furto cinematografico; dietro le quinte del teatro Urico San Carlo, con quella inarrivabile mangiata di spaghetti fra miseria e nobiltà."" -
Marina
La vita di Marina è un romanzo che nei paesi occidentali ancora non si conosce. Ritanna Armeni e Eleonora Mancini danno un volto alla lotta per l'eguaglianza e la libertà combattuta in quegli anni anche dalle donne del grande ""continente"""" sovietico.rnrn«All'aviatrice Marina Raskova è dedicato Marina: Ritanna Armeni ed Eleonora Mancini raccontano la vita di un'eroina d'acciaio. Il tono è della fiaba, i temi sono forti: coraggio, ostinazione, guerra. E la battaglia di una donna, che è quella di tutte» - Giulia Ziino, Corriere della Serarnrn""""L'aereo vola nella tempesta. Sbattuto dal vento, le ali ghiacciate e pesanti. Fino a quanto potrà durare? Eppure ce la devono fare, devono arrivare alla meta. Così è stato deciso e questo sperano i tanti che stanno seguendo, ora dopo ora, il loro volo. Marina seduta nella coda dell'aereo continua a guardare le carte, a misurare il vento, a controllare la bussola. Sotto di lei c'è la tajga, un susseguirsi che pare senza fine di conifere, betulle, paludi e stagni. Davanti a lei le sue due compagne Valentina e Polina, lo sguardo attento, le mani che non tremano mentre manovrano la cloche. Lottano da ore contro la neve e il ghiaccio. Il momento è arrivato. Deve abbandonare l'aereo e gettarsi col paracadute nella tajga"""". Marina sopravvive al gelo e alla fame e da quel momento diventa un'eroina dell'Unione Sovietica, un modello, un'icona per tutte le donne russe che, come lei, hanno vissuto immediatamente dopo la rivoluzione e vogliono partecipare al sogno della costruzione socialista. Navigatrice, pilota, supera ostacoli che allora sembrano insormontabili e raggiunge record di volo eccezionali. Nel 1941 convince Stalin a formare tre reggimenti solo femminili di pilote bombardiere ed entra nel mito. Età di lettura: da 10 anni."" -
Felice all'infinito
Felice è un ragazzino diverso dagli altri, più leggero del normale, sia nel corpo che nella testa. Magrissimo e con un modo di pensare assai bizzarro, diventa facile bersaglio per i bulli della scuola che lo chiamano l'Alieno, togliendogli il diritto di essere un normale ragazzino che, come tutti, gioca, sogna, sbaglia e si corregge, cade e si rialza. Innamorato del cielo e delle stelle, affascinato dai disegni che gli astri creano nello spazio, Felice parla e si confida con la stella polare, come se fosse una seconda madre capace di comprenderlo nel profondo, al di là di ogni giudizio e pregiudizio. La sua è una quotidianità un poco magica e molto solitaria, condivisa in parte dalla madre, donna fragile nell'anima e nei nervi, e dalla nonna Lea, vivace anziana appassionata di cucina, colei che cura ogni tipo di male con il buono di torte e merende varie. La passione culinaria della nonna riuscirà a contagiare Felice, facendo nascere in lui un incondizionato amore per i fornelli. In poco tempo, la gente attorno scoprirà quale incredibile talento da cuoco si nasconda nel suo cuore e nelle sue mani. Felice comincia allora ad impegnarsi per quella che considera una vera missione da supereroe: cucinare piatti speciali, capaci di rendere gli umani più buoni, meno cattivi nei confronti dei diversi, meno ostili agli Alieni. La sua impresa verrà accolta e dopo riconosciuta, il suo talento premiato con un invito inatteso. Età di lettura: da 9 anni. -
Joe Lansdale. In fondo è una palude
Qual è il segreto di Joe R. Lansdale, lo “Stephen King del Texas Orientale”? Sarà quel “fazzoletto” tenebroso del Sud degli Stati Uniti? Il Texas è enorme e quella porzione dello stato della “Stella Solitaria” è grande quasi quanto mezza Italia. Ed è pieno di avventure smargiasse, di personaggi sopra le righe e di misteri foschi quanto le foreste che ne ricoprono la parte orientale. Il Texas di Joe Lansdale e dei suoi romanzi è una terra ricca di boschi impenetrabili, acquitrini popolati da creature mutanti e uomini sempre in lotta con la natura selvaggia e il cuore malato della propria specie. Joe R. Lansdale è, per molti versi, un uomo comune, il ritratto stesso della normalità. E anche in questo sta l'intrigo che suscita tra i suoi lettori, la sua straordinaria umanità, la sua empatia con l'uomo della strada, la sua umiltà. Tutte caratteristiche che questo libro si prefigge di analizzare e capire, attraverso i lunghi dialoghi che la sua amicizia di vecchia data con l'autore gli ha consentito di intrattenere, attraverso le pagine infinite dei suoi libri, attraverso la conoscenza della sua terra e della sua storia, storia che affonda le radici non tanto nel vicino West quanto nell'ancor più prossimo Sud di cui è parte integrante, attraverso le testimonianze dirette di colleghi, amici e appassionati, tra cui figure come George Martin, Jeffery Deaver, John Carter Cash, Andrew Vachss, Tim Willocks, solo per citarne alcuni. Non mancherà nemmeno un quadro di insieme dell'universo Stati Uniti d'America. Ieri c'era Obama, oggi c'è Trump e la differenza si vede e si sente persino per uno come Lansdale, che non ha mai realmente sventolato il vessillo di questo o quel partito, ma che, negli anni della guerra in Vietnam, si è opposto alla leva e ne ha patito pesanti conseguenze legali. Seba Pezzani ci svelerà proprio gli ingredienti nascosti di quel segreto che è Joe Lansdale, come se qualcuno vi svelasse l'ingrediente segreto della Coca Cola. -
La Genova di De Andrè
Città verticale, sempre in eterna lotta con gli spazi, diffidente con i forestieri, culturalmente luterana e al tempo stesso cosmopolita, Genova cominci a rimpiangerla solo dopo che te ne sei andato. Ne era consapevole Fabrizio De André, che l'ha sempre considerata casa sua, non solo il luogo delle sue radici e della sua giovinezza. Così, ad un certo momento, aveva deciso di farvi ritorno come quei marinai che, dopo essere stati costretti a spendere tutta la propria esistenza altrove, sentono il bisogno di lasciare andare gli ormeggi e di rimettere i piedi a terra. Proprio li ci accompagna Giuliano Malatesta, che ha ripercorso i trentacinque anni di vita genovese di uno dei più importanti cantautori italiani, raccontando alcune sue amicizie, quella tanto intensa quanto fugace con Luigi Tenco e quella impossibile con il poeta Riccardo Mannerini, ricordando gli esordi sul palcoscenico o le peregrinazioni notturne in quei carrugi che il suo mentore Remo Borzini chiamava ""fossili di storia patria"""", e facendo parlare i vecchi amici, i pochi rimasti, ben felici di rievocare, tra una partita a cirulla, una battuta di pesca e una versione scanzonata della Canzone di Marinella, antiche storie di quella che era una volta la meglio gioventù genovese. Con la piccola ambizione di provare a ricostruire anche il clima culturale di un'epoca di quella che, al di là delle apparenze, fu davvero una città-laboratorio."" -
Quella metà di noi
Nella dozzina del Premio Strega 2019 proposto da Elisabetta Mondellornrn«Un'occasione di esplorazione della vita e della sua necessità resa a chi la vive, perché non esistono le parole giuste, ma solo le esperienze di chi le fa (o non le fa)» - Stefano Jossa, RobinsonrnrnAlle volte ci si ritrova nel mezzo: di due case, di più lingue. Nel mezzo di più vite, di decisioni ancora da prendere, di bisogni contrastanti. È qui che sta Matilde, maestra in pensione che si reinventa badante, alle prese con una parte di se stessa che credeva di non dover mai affrontare. I segreti sono spazi di intimità da preservare, nascondigli per azioni incoerenti, fughe, ma anche regali senza mittente per le persone che amiamo. Ma cosa resta di autentico nei rapporti quando si omette una parte di sé? Dove si sposta il confine tra sentimento e calcolo? Matilde lo scoprirà nel confronto con sua figlia, con l'ingegnere di cui si prende cura, con gli spaccati di vite sempre in bilico del quartiere di periferia in cui vive: ogni rapporto ci trasforma, in una dimensione di reciprocità che, attraverso l'altro, ci permette di valutare quanto, alla fine, siamo disposti a cedere di quella metà di noi. Dando voce a una coralità di personaggi, Paola Cereda racconta una società frammentata che cambia e fa emergere nuovi bisogni e nuove prospettive, in cui pare necessario inventarsi una nuova modalità per far quadrare i conti con noi stessi e con gli altri. Con una scrittura asciutta e chirurgica, che pure inaugura spazi di autentica poesia, tesse una storia universale, la storia di una donna in grado di restare in piedi quando crolla anche l'ultima illusione. -
Il Novecento e oltre. Nuova ediz.
Il volume raccoglie una serie di saggi dedicati ad autori, tendenze o generi della letteratura italiana otto-novecentesca, dalla Scapigliatura alle riviste del XX secolo, dalla narrativa degli anni Cinquanta al noir contemporaneo, con uno sguardo alle scritture degli anni Duemila, sempre più veloci, frammentarie, ibridate con linguaggi e saperi non letterari. Sono interventi differenti per rilevanza e spessore, ma unificati dalla scelta di privilegiare forme letterarie fondate sui valori di profondità, lentezza, organicità e autonomia e, insieme, di ricondurre la loro analisi entro l'orizzonte di una ricostruzione della società letteraria, culturale e politica delle varie epoche. -
La banda dell'altro mondo
Nelle pagine di Neal Barrett Junior realtà e magia si confondono, creando un universo in cui tutto sembra possibile. Il sogno entra nella vita vera, il buio e la luce si mescolano in un lungo crepuscolo, le strade ti portano esattamente dove hai bisogno di andare.rn«Un romanzo sulla convinzione che qualcosa di meglio nella vita è davvero come l’orizzonte che si allontana così veloce come si avvicina. Eppure, a volta, a volte potresti catturarlo. In questo libro, Neal Barrett Jr. lo cattura». - Joe Lansdale rn«Joe Lansdale è un grande vagabondo capace di raccontare l'America aggirando i generi, orgoglioso di una scrittura eclettica, eccessiva e scorretta» - Corriere della SerarnÈ un caldo pomeriggio texano, di quelli che stroncherebbero le gambe anche all'essere umano più freddoloso, quando Cindy Nance comunica al giovane Doug Hoover i due grandi segreti della vita. A Doug il primo piace un sacco. Il secondo, ovvero che i ragazzi crescono e vanno a lavorare, non è che lo solletichi particolarmente. Una serie di matrimoni falliti e di lavoretti insulsi gli dimostrerà quanto fossero vere le parole di Cindy. Deluso profondamente da ciò che il presente gli riserva, cerca di catturare le gioie del passato, gli svaghi e i piaceri della giovinezza. Non c'è altra soluzione che lasciare moglie e lavoro e andarsene. Ma nulla va per il verso giusto finché non incontra Sue Jean, il sogno di una vita, e Royce, vagabondo per vocazione. La realtà sterza bruscamente e i tre vengono catapultati in un altro mondo, in una serie di avventure rocambolesche che danno nuovo significato alla vita, alla morte e all'amore, in un vortice di emozioni pulp che fanno di questo romanzo on the road un caleidoscopio di follie narrative. -
Cuba. Altravana. Nel cuore di una città perduta
Questa non vuol essere una guida ma un viaggio tra passato e futuro: una personalissima mappatura di ciò che (ancora per poco) sopravvive dell'Avana più letteraria - le strade, le piazze, gli edifici, raccontati e vissuti nel corso del tempo da Alejo Carpentier, Pedro Juan Gutiérrez, Virgilio Piñera, Miguel Barnet, solo per citare alcuni nomi fondamentali della narrativa cubana del Novecento. Emerge una sorta di Spoon River caraibica, una geografia che sta scomparendo, una cultura della Cuba al flou, quella che si sta apprestando al cambiamento, quella della Generazione W, interessata più a WhatsApp che al fermo immagine che tanto affascina i viaggiatori alla ricerca di un tempo perduto. Ne deriva un atto d'amore e di addio, in particolare a Centro Habana, alla scoperta di luoghi per lo più sconosciuti ai turisti: teatri trasformati in giungla come il Campoamor, balere, minuscole librerie dell'usato, centri culturali alternativi, ma anche laboratori di erbieri, piazze senza nome, bar in odore di liquidazione. Un viaggio all'interno della cultura cubana di oggi, attraverso i dialoghi con alcuni degli scrittori più importanti dell'Isola, e che conduce inevitabilmente alla Feria Internacional del Libro, la più importante manifestazione del mondo caraibico, ospitata ogni anno alla fortezza di San Carlo della Cabaña. Fino ad arrivare al cuore della città, dove operano artisti, pittori, scultori, grafici, musici, e nella calle, lungo le strade decadenti e devastate di una città perduta dove si nasconde l'anima vera di Cuba. -
Black & White
Uno stile narrativo e una prosa elegante avvicinabili a Michael Chabon e Jonathan Lethem con il vantaggio della suspense e l’intrigo di una vicenda dai contorni del noir d’autore.rnPer la collana Hinc Joe diretta da Joe Lansdale per Giulio Perrone Editore, arriva in libreria Black & White di Lewis Shiner, autore del genere fantastico, già vincitore del World Fantasy Award fino a questo momento inedito in Italia. Con Black & White si discosta dal genere fantastico per abbracciare il thriller.rnMichael Cooper, di professione fumettista, raggiunge il padre malato terminale di cancro nel North Carolina, dove un'esistenza di menzogne inizia a dipanarsi davanti ai suoi occhi. Accompagna il padre e la madre da Dallas alla zona urbana di Durham, dove scopre cose inquietanti sulla sua famiglia. È lì, infatti che è costretto a misurarsi con il passato del padre, ossessionato dagli spettri del voodoo, dei suoi adulteri e di un omicidio, per colpa dei quali approderà in un posto chiamato Hayti, un tempo la comunità afroamericana più prospera del Sud. I misteri della famiglia di Michael si trasformano presto in una questione di vita e morte, mentre nuovi conflitti razziali si scatenano, dando libero sfogo alle tensioni che non si sono mai del tutto placate dagli anni Sessanta. Il tutto si svolge in un contesto sociale credibilissimo, quello del tentativo maldestro del governo americano di riqualificare le zone urbane a maggioranza nera, finendo per segregare interi quartieri e comunità, creando società parallele che spesso sono sfuggite del tutto al controllo dello Stato e hanno amplificato le difficoltà che avrebbero dovuto cancellare o, quantomeno, limitare. La comunità afroamericana di Hayti, infatti, è un quartiere malfamato di Durham, centro del North Carolina noto soprattutto per l'ateneo privato di Duke, eccellenza universitaria per pochi eletti, quelli con il portafogli del papà ben foderato. Tra amori complicati e tentativi di una integrazione sempre più difficile, la penna di Lewis Shiner tratteggia un universo che sembra così lontano nel tempo e nello spazio eppure, in qualche modo, riguarda ancora ognuno di noi. -
Gaetano Scirea. Il gentiluomo
30 anni senza Gaetano Scirea. Un campione sul campo e nella vita, morto in un incidente stradale su una strada polacca, quando era vice allenatore della sua Juve, il 3 settembre 1989. Mundial in Spagna nell'82, tanti scudetti e tante coppe, mai espulso pur giocando in difesa, da libero. Un giocatore esemplare, perfetto, corretto. Un Angelo Calciatore. Darwin Pastorin, per anni cronista di calcio, cresciuto alla scuola di Giovanni Arpino e Vladimiro Caminiti, recupera le stagioni della loro amicizia, di un rapporto fatto di interviste ufficiali ma soprattutto di tante confidenze, nei lunghi giorni delle trasferte con la Nazionale o con la Juve, nelle passeggiate torinesi lungo il Po o nei quartieri popolari e a casa del fuoriclasse con la moglie Mariella e il figlio Riccardo. Ritornano pagine antiche ed emozioni nuove. Gaetano immaginato oggi: avrebbe insegnato ai giovani come calciare di destro o di sinistro, come colpire di testa e come affrontare l'avversario con talento e rispetto ma, in special modo, come riportare il pallone alla magia e alla bellezza, rispettando le decisioni dell'arbitro e tornando a casa con il sorriso e mai con il rancore.