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Filosofia della scienza sociale. I fondamenti filosofici del pensiero sociale
Che tipo di attività è la scienza sociale e come si relaziona alla scienza naturale? In che modo comprendiamo il mondo sociale? La validità di quello che conosciamo è solo relativa o esiste una conoscenza con valore assoluto? Cosa si intende con il termine razionalità? Queste domande, e molte altre, vengono affrontate in questa importante introduzione alla filosofia della scienza sociale, finalmente disponibile in Italia. Offrendo un'accessibile panoramica delle controversie e dei problemi filosofici della scienza sociale e tenendo sempre in evidenza il tema del rapporto scienza-società, il testo indirizza verso grandi, complesse ed inevitabili questioni in un modo facilmente comprensibile. Includendo sia le prospettive tradizionali che quelle contemporanee, compresi gli approcci femministi e postmodernisti, il libro fornisce una chiara mappa delle posizioni e delle controversie, consentendo agli studiosi di scienze sociali di posizionare il loro lavoro e di comprendere i presupposti e le implicazioni di quello che stanno facendo. Con la sua struttura lineare, che richiama uno stile narrativo e trasmette le idee filosofiche in modo chiaro ed efficace. Filosofia della scienza sociale rappresenta il punto di partenza ideale per ogni studente e per ogni lettore interessato all'argomento. -
Bourdieu dopo Bourdieu
Pierre Bourdieu è una delle figure più significative e delle scienze sociali del XX secolo. Sociologo con una formazione intellettuale non comune per ampiezza e complessità, ha prodotto un insieme di studi e ricerche di una sofisticazione teorica e di un rigore empirico straordinari. Nel corso si è occupato di una gamma amplissima di temi, spaziando dalla religione al diritto, dalla scuola ai consumi, dalla letteratura al linguaggio, dalla struttura sessuata del potere alla fotografia, dalla condizione del sottoproletariato nelle periferie parigine al mercato immobiliare. Ciò che conferisce unità a questa varietà di interessi è una teoria della pratica umana che ricostruisce i meccanismi della riproduzione dell'ordine costituito e del dominio. Contrariamente ad altri Paesi, in Italia manca ancora una lettura critica complessiva dell'opera del sociologo francese. Bourdieu dopo Bourdieu, grazie ai contributi di studiosi del pensiero bourdieusiano, non solo italiani, restituisce al pubblico una visione d'insieme del progetto scientifico di Bourdieu: una mappa indispensabile per orientarsi in una produzione amplissima e molto diversificata. I saggi raccolti nel volume curato da Gabriella Paolucci analizzano l'influenza che la prospettiva teorica di questo straordinario intellettuale ha esercitato nelle scienze sociali a livello internazionale, nonché il peso che Pierre Bourdieu ha avuto in Italia. -
Paesaggi ed eroi. Cinema, nazione, geopolitica
Ogni film, sin dai tempi della nascita del cinema, è un film ""politico"""". Già durante la prima guerra mondiale, si produssero le prime pellicole volutamente di propaganda, specificamente costruite per evidenziare la necessità di scendere in guerra, o almeno di sostenere i propri soldati che si battevano in modo eroico. Ma non sono """"politici"""" solo i film di propaganda. Ogni film, attraverso i personaggi che rappresenta (o che decide di non rappresentare), i paesaggi che usa come sfondo e la costruzione dei ruoli eroici di mascolinità e di femminilità, descrive un rapporto fra cinema, nazione e relazioni internazionali. Oltre alla rappresentazione del Sé, e dunque alla scelta di chi merita di essere incluso all'interno del discorso sulla """"nazione"""" e in che ruolo, il cinema svolge un'importante funzione anche nella rappresentazione dell'Altro, gli attribuisce caratteristiche e traccia confini. Attraverso un approccio di """"geopolitica popolare"""", il volume affronta il tema della costruzione filmica di immaginari geopolitici, partendo dalla rappresentazione del Sé e dell'Altro nella cinematografia hollywoodiana, per arrivare ad affrontare la questione della rappresentazione della nazione all'interno di """"Bollywood"""", una cinematografia meno nota in Occidente, ma non per questo meno rilevante in termini di produzione e di numero di spettatori."" -
Il pianeta degli agenti Teoria e simulazione ad agenti per cogliere l'economia complessa
All'alba dei tempi la vita sulla terra ha avuto origine dai batteri, la cui combinazione ed evoluzione ha creato tutti gli organismi viventi. La storia della terra, la storia della vita, la storia degli uomini, la nostra storia è emersione dal basso, storia di entità elementari che diventano nel tempo sistemi adattativi complessi, sistemi che apprendono ed evolvono. Il successo della teoria e della simulazione ad agenti - in piena ascesa nell'interesse degli scienziati di tutto il mondo - si fonda sull'attribuzione a queste entità elementari di capacità di interagire, apprendere ed evolvere. Gli agenti rappresentano uomini, gruppi, società, imprese, filiere, distretti di cui diventa possibile studiare le complesse dinamiche evolutive. Questo lavoro è uno studio sulla teoria e simulazione ad agenti applicata in ambito economico e manageriale. ""Il pianeta degli agenti"""" è il pianeta terra, il pianeta degli uomini, uomini agenti del loro futuro. Dedicato a tutti coloro che hanno compreso che l'emersione dal basso, in tutta la sua infinita varietà, è il mistero più affascinante della scienza."" -
Antropologia della scrittura
La scrittura è a lungo stata considerata una grande invenzione puramente tecnica ed è stata analizzata da un punto di vista soprattutto storico, teso a mettere in luce origini, diffusione, modificazione dei principali sistemi grafici. A ben guardare però, specie da una prospettiva antropologica, emerge nettamente che la scrittura è anche altro, e soprattutto che l'analisi della scrittura può essere l'analisi di uno degli ambiti privilegiati della produzione ideologica e simbolica delle società. Basti pensare che la scrittura è di certo uno dei più potenti strumenti di conoscenza, di controllo e trasmissione del sapere, di manipolazione della realtà. Il significato culturale della scrittura dunque va ben al di là della sua funzione tecnica. Ogni sistema di scrittura presenta infatti vari aspetti (conoscitivi, sociali, magici, sacrali) la cui osservazione consente di comprendere profondamente la società che li ha prodotti e entro cui circolano. ""Antropologia della scrittura"""", diventato ormai un classico, affronta tale problematica con l'acutezza e la profondità che sempre contraddistinguono lo sguardo di Giorgio Raimondo Cardona, svelando la complessità di ciò che apparentemente sembrerebbe solo un insieme di lettere e di simboli."" -
Storia dell'educazione linguistica in Italia. Dalla legge Casati alla riforma Gelmini
Ormai la glottodidattica (ovvero la scienza che studia l'educazione linguistica) è diventata una disciplina a sé stante a tutti gli effetti. È giunto il momento quindi di riflettere non solo sulla sua metodologia, sui suoi strumenti, le sue applicazioni, ma anche sulla sua genesi e la sua storia. Anche perché è necessario che ogni scienza si soffermi anche sul suo farsi nel tempo, per avere piena cittadinanza nella comunità scientifica. Paolo Balboni, con questo libro, colma questa lacuna e traccia un profilo storico della glottodidattica dai suoi albori (quando non era che una branca della pedagogia) fino a oggi. Dalla Legge Casati (1859) alla riforma della Gelmini, 150 anni di storia d'Italia, in cui anche nell'educazione vige la prassi di cambiare tutto perché tutto resti com'è (salvo la rivoluzione copernicana degli anni Settanta): i momenti di intervento reale, innovativo, sono pochi (la politica di Giolitti contro l'analfabetismo, la politica di Moro sul latino e le lingue straniere, le sperimentazioni e i programmi della seconda parte degli anni Settanta), e perfino momenti di apparente rottura, come la riforma Gentile e soprattutto quella Bottai, sono in realtà molto marcati dalla continuità, se si va a studiare che cosa indicano i programmi e gli orari in ordine all'italiano, al dialetto, alle lingue straniere e a quelle classiche. Una lente particolare per rileggere una parte importante della nostra storia e capire perché oggi siamo quello che siamo. -
La lingua straniera nella scuola dell'infanzia. Fondamenti di glottodidattica
Oggigiorno il plurilinguismo in tenera età è considerato una competenza-chiave per le future generazioni: da un lato esso rappresenta una sfida politica per la formazione della cittadinanza europea, dall'altro esistono autorevoli studi nel campo della neuropsicologia e della psicolinguistica che ne evidenziano i notevoli vantaggi cognitivi. Nell'ultimo decennio la scuola italiana ha raccolto questa sfida educativa proponendo un accostamento alle lingue straniere che interessa non solo il ciclo primario ma anche la scuola dell'infanzia. A fronte di una crescita esponenziale di esperienze di lingua straniera nel ciclo prescolare, tuttavia, manca allo stato attuale uno studio glottodidattico sistematico sul tema. Il presente volume si rivolge sia agli studiosi del settore sia ai docenti impegnati sul campo, ed offre un quadro teorico-metodologico di riferimento per la scuola dell'infanzia saldamente ancorato alla ricerca neuropsicologica, psicolinguistica e glottodidattica. Coniugando assunti teorici ed indicazioni operative, l'opera fornisce gli strumenti concettuali e metodologici per un accostamento alla lingua straniera scientificamente fondato. -
Il ruolo della memoria nell'apprendimento delle lingue. Una prospettiva glottodidattica
Nell'apprendimento delle lingue, la memoria svolge un ruolo di primaria importanza. Lo sviluppo delle abilità linguistiche e l'acquisizione degli aspetti morfologici, sintattici e lessicali non potrebbero realizzarsi senza coinvolgere complessi processi mnestici. Inoltre, le ricerche in campo neurobiologico e psicologico hanno dimostrato come la memoria non sia una facoltà unitaria, bensì un insieme di sistemi che interagiscono tra loro. Rifacendosi ai risultati raggiunti da queste discipline, ""Il ruolo della memoria nell'apprendimento delle lingue,"""" in questa nuova edizione accuratamente aggiornata, sviluppa un'attenta riflessione glottodidattica Individuando le migliori strategie di apprendimento e di organizzazione del materiale linguistico, nonché le metodologie didattiche più efficaci. L'autore propone inoltre un repertorio di tecniche e mnemotecniche, che costituisce uno strumento insostituibile per quanti si confrontano con l'apprendimento o l'insegnamento di una lingua."" -
Il cinema dell'Estremo Oriente. Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Taiwan, dagli anni Ottanta ad oggi
Se il cinema orientale inizia a farsi conoscere in Occidente già a partire dai primi anni Cinquanta - per merito dei film di Kurosawa e Mizoguchi, della tardiva scoperta di Ozu e dell'avvento, nel decennio successivo, della Nouvelle Vague nipponica di Oshima e Imamura -, è però indubbiamente solo dalla fine degli anni Ottanta, grazie a cineasti cinesi della Quinta generazione come Zhang Yimou e Chen Kaige, che questo cinema è diventato nel suo complesso un punto di riferimento imprescindibile per la stessa storia del cinema, portando all'attenzione del pubblico nuove autorialità e nuovi generi e contribuendo a rinnovare sensibilmente il linguaggio cinematografico contemporaneo. Di questo complesso e affascinante fenomeno ""Il cinema dell'Estremo Oriente"""" vuole rendere conto proponendone un approccio sia di carattere introduttivo, sia in termini di approfondimento. Di ognuna delle cinque realtà prese in esame (Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong e Taiwan) il libro presenta, infatti, un'introduzione generale che ne ricostruisce la storia di questi ultimi venti-trent'anni, alcuni ritratti d'autore dedicati a cineasti dal grande talento e dalla poca fortuna critica in Italia (Jia Zhang-ke, Lee Chang-dong, Koreeda Hirokazu, Wong Kar-wai, Edward Yang), e ancora diversi saggi che indagano tematiche, generi e approcci estetici specifici di tali cinematografie."" -
L' India nel cinema. Democrazia e cinema nell'India di Nehru
Il cinema è un mezzo di comunicazione che da sempre è stato in grado di dipingere la realtà di un paese e di veicolare l'opinione pubblica; non è certo un caso che i governi sfruttino questa sua caratteristica per educare il popolo. In un paese come l'India, che raggiunge l'indipendenza dopo un lungo periodo di colonialismo, il cinema diventa il medium più adatto per esaltare la nuova democrazia e la libertà tanto faticosamente raggiunta. È in particolare l'India di Nehru quella che viene descritta in questo volume e studiata tramite un nuovo sguardo: quello della macchina da presa. Attraverso saggi di studiosi indiani, inglesi e italiani, che analizzano film e immagini dell'epoca, l'India nel cinema ci restituisce un'immagine della democrazia indiana così come viene rappresentata nel cinema. -
Il mondo della ricerca qualitativa
Quali caratteristiche deve avere un ""buon"""" manuale di Metodologia della ricerca sociale? Chiarezza espositiva, completezza, ricchezza di esempi, innovatività, lungimiranza. Questo manuale contiene tutte queste importanti caratteristiche, messe in luce dal fecondo dialogo tra autrici e autori. La prospettiva utilizzata è altresì fortemente orientata alla relazione tra ricerca e mutamento sociale: ampio spazio è dedicato alle trasformazioni sociali e agli importanti cambiamenti che hanno interessato le pratiche di ricerca al fine di entrare in relazione con un mondo sempre più complesso. Il mondo della ricerca qualitativa sottolinea altresì che i mondi """"quali"""" e """"quanti"""" non sono poi tra loro così distanti e che, nel particolare, la ricerca qualitativa è sempre più aperta al confronto e all'integrazione con metodi di carattere quantitativo."" -
Da no global a no war e ritorno. Metamorfosi del movimento globale
L'irrompere sulla scena politica e mediatica mondiale del movimento antiglobalizzazione è stato forse il fenomeno che più ha segnato il passaggio dal XX al XXI secolo. Quale inedito ""movimento dei movimenti"""" ha dato voce a una varietà di categorie, popolazioni e gruppi sociali tanto ampia quanto lo è quella dei soggetti toccati dalle conseguenze negative della globalizzazione. Esso ha costituito una temuta minaccia per la credibilità e la legittimità - e in molti casi per l'incontrollata libertà di agire - di numerose multinazionali, dei principali organismi economici sovranazionali e anche di una serie di governi. Nel breve giro di un decennio - il primo del nuovo millennio - sono accadute tante cose drammatiche: la paura del fondamentalismo islamico, il terrore della guerra al terrore, una devastante crisi economico-finanziaria. A posteriori non si può che riconoscere la ragione di molte critiche e istanze avanzate in passato dal movimento globale. O almeno da quella parte che, non affetta da antiamericanismo e dal mito della rivoluzione e della violenza liberatrice, è capace di distinguere la globalizzazione dalla sua versione neoliberale e di pensare e annunciare in modo non ideologico o utopico che """"un altro mondo è possibile"""". Se """"yes we can"""" diventerà il motto delle élite mondiali, sarà anche grazie al messaggio conflittuale espresso dal movimento globale."" -
Etica utile. Il guado: la crisi economica nell'era promessa della responsabilità
Può l'umanità uscire dalla crisi finanziaria e ricostruire percorsi utili alla democrazia economica, all'uguaglianza sociale, ai diritti umani ed al rispetto della dignità della persona? Può l'etica essere utile al capitalismo nell'individuare un giusto equilibrio nella distribuzione della ricchezza, dopo l'era della ""finanza canaglia"""" di banchieri e speculatori senza scrupoli? Può la globalizzazione divenire reale processo di sviluppo e progresso condiviso, nel rispetto delle tre S: sobrietà (della persona), solidarietà (delle relazioni) e sostenibilità (con l'ecosistema)? Può il new deal dell'America di Obama creare i presupposti per una """"pulizia etica"""" dall'avidità tossica della finanza globale e a favore di un'era della responsabilità? A questi interrogativi il libro prova a dare risposte, che vogliono essere soltanto spunti di riflessione, nella speranza che il lettore possa elaborarli in un percorso logico-critico di costruzione di modelli economici e sociali alternativi alla criticità del presente."" -
Essere o fare famiglia. La famiglia come istituzione sociale plurale
Nel nostro paese, e non solo, spesso si affrontano temi legati alla famiglia, rimettendo in discussione anche leggi dello Stato che hanno, solo trent'anni fa, determinato un cambiamento radicale dell'essere famiglia in Italia. La legge sul divorzio, la legge sull'aborto, la dichiarata crisi della famiglia e la nascita di nuovi modelli familiari hanno determinato una pluralità di realtà rispetto alla struttura familiare non solo della società tradizionale (famiglia patriarcale), ma soprattutto rispetto alla società moderna (famiglia nucleare). In questo processo di crisi e trasformazione è non solo possibile, bensì necessario, cominciare a fare entrare - anche nel lessico scientifico la distinzione tra i concetti del fare famiglia e dell'essere famiglia. Il cambiamento di questa istituzione si sta concretizzando soprattutto sulla base di una pluralità di forme della vita privata che hanno posto in discussione il concetto di famiglia tradizionalmente e culturalmente intesa. A partire da questa situazione oggettiva nasce questo libro che riflette con grande delicatezza e attenzione sul concetto di famiglia (sotto tutti i punti di vista: psicologico, sociologico, filosofico, giuridico, economico), per capire cosa sia diventata e cosa potrebbe ancora diventare. -
Filosofia teoretica. Un'introduzione
Filosofia prima, come la definì Aristotele, la filosofia teoretica ha come oggetto la possibilità stessa della filosofia in quanto scienza della verità. A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, la ""contemporaneità"""" in filosofia è stata segnata da una critica radicale di questo progetto. Proprio per tale motivo questa introduzione alla filosofia teoretica si concentra su un preciso arco cronologico (1968-2008). Essa ha la forma di un atlante che tiene conto del fatto che il territorio che pretende di mappare è costituito da linee di ricerca in via di svolgimento e che queste linee si intrecciano tra loro dando luogo a unità problematiche ricorrenti. Il manuale è perciò organizzato in voci che, fin dalla loro titolazione, rimandano ai problemi del pensiero contemporaneo (Io/Altro, Evento, Uno/Molti ecc.). Per corrispondere alla vocazione didattica che caratterizza il manuale, ogni voce è costruita poi come un breve """"corso"""" che ha anche la funzione di introdurre il lettore alla comprensione del pensiero dei maggiori filosofi contemporanei. Ogni voce è, infine, scandita in paragrafi che rimandano a parole-chiave del lessico della filosofia. Un'agile e completa introduzione, quindi, che permette allo studente di essere guidato nella comprensione di una """"disciplina"""" storicamente considerata il fondamento della formazione filosofica."" -
Fondamenti di economia internazionale
Molte discipline economiche «specialistiche» sono nate e si sono sviluppate in tempi relativamente recenti dal nucleo della teoria economica generale. Una trattazione specifica delle transazioni economiche internazionali è invece tradizione consolidata nella letteratura economica. Tale peculiarità dell’economia internazionale, la cui importanza è in continua crescita data l’ampia apertura verso l’estero dei singoli sistemi economici nazionali, fa sì che in essa siano largamente applicati gli strumenti di analisi della microeconomia e della macroeconomia.rnPartendo da questo contesto composito, Giancarlo Gandolfo e Marianna Belloc riescono nell’arduo compito di offrire un quadro sistematico di singolare chiarezza espositiva dei temi cardine dell’economia internazionale, tenendo sempre ben presenti le necessità didattiche scaturite dalla riforma universitaria.rnFondamenti di economia internazionale è il primo manuale completo ed esauriente in grado di soddisfare le esigenze degli studenti e dei docenti impegnati con i nuovi moduli di insegnamento.rnProprio per fornire una soluzione specifica alle diverse necessità dei docenti, infatti, gli autori hanno segnalato di volta in volta i paragrafi o i capitoli che possono essere omessi senza che ciò incida minimamente sulla autosufficienza della trattazione.rnIn questo modo ogni docente potrà adattare il manuale alle proprie esigenze. -
Taccuini filosofici. Taccuini «M» e «N». Note sul senso morale. Teologia e selezione naturale
Durante i1 suo viaggio intorno al mondo, Darwin aveva preso l'abitudine di annotare le sue osservazioni su una serie di taccuini. Un'abitudine che mantenne per tutta la vita e che lo portò a produrre un'enorme quantità di appunti, annotazioni, riflessioni che spesso hanno costituito il materiale grezzo delle sue opere più note. Questi taccuini sono quindi fondamentali per ricostruire la genesi del pensiero di Darwin e per seguirne lo sviluppo nel corso della sua vita. Trascritti per la prima volta negli anni Settanta del Novecento, i taccuini sono finalmente accessibili anche in Italia grazie alla meticolosa traduzione di Alessandra Attanasio. Scegliendo nel mare magnum delle annotazioni darwiniane. Taccuini filosofici raccoglie tutti i quaderni teorico-filosofici (Taccuini ""M"""" e """"N"""", Note sul senso morale, Teologia e selezione naturale) che ci permettono di scoprire un Darwin diverso, non solo il naturalista, bensì anche il filosofo e il critico del """"Disegno Divino"""". Un libro che, grazie all'accurato e minuzioso apparato critico, risulta prezioso per comprendere uno dei più grandi pensatori della modernità."" -
L' idea pericolosa di Galileo. Storia della comunicazione della scienza nel Seicento
Nel Seicento nasce, con atto rivoluzionario, non solo la scienza moderna, ma anche una nuova idea di comunicazione. Ed è proprio questa nuova interpretazione della comunicazione - tutto deve essere comunicato a tutti - a costituire uno dei fattori essenziali che hanno consentito la nascita della scienza moderna. Questa è l'""idea pericolosa di Galileo"""": sottrarre i saperi a ristrette élite e renderli disponibili potenzialmente a tutti. La comunicazione della scienza, pertanto, assume una dimensione pervasiva: non riguarda solo una cerchia di esperti, ma investe la società in tutte le sue pieghe. Oggi viviamo in un'era che è stata definita della conoscenza. Un'era in cui sia la scienza in sé (la produzione di nuova conoscenza scientifica) sia i rapporti tra la scienza e il resto della società (gli effetti filosofici, etici, politici, economici, tecnologici generati dalle nuove conoscenze scientifiche) assumono un valore decisivo. Lo studio della nascita della comunicazione della scienza, nel Seicento, non è pertanto fine a se stesso, ma si riversa prepotentemente sui nostri giorni: serve quindi non solo per capire il presente, ma anche il futuro """"mentre sta nascendo""""."" -
Relativismo culturale. In difesa di un pensiero libero
Per quanto spesso se ne parli, per quanto tutti pensino di sapere che cosa sia, pochi conoscono la storia e il significato del concetto di «relativismo culturale». Pochi, soprattutto, lo riconoscono come un concetto elaborato e discusso all'interno di un sapere specifico, l'antropologia culturale, nel corso di più di un secolo di esperienza diretta - sul campo - e di riflessione teorica sulla diversità culturale. Il libro ne ricostruisce la nascita, la storia e le articolazioni interne (relativismo linguistico, cognitivo, etico, metodologico), chiarendone il significato e la specificità. Relativismo culturale non è, infatti, un vago sinonimo di scetticismo o nichilismo, né ha a che fare con un atteggiamento di indifferenza etica o con un eccesso di ipercaritatevole tolleranza. Il relativismo culturale è invece la disposizione critica che ci induce a non dare per scontata la naturalezza e l'ovvietà della nostra particolare «forma di vita» e che quindi ci permette di avvicinarci a ciò che non ci è immediatamente familiare spinti dal desiderio di «comprendere» prima di giudicare. Non sono quindi i filosofi, né tanto meno i politici o i giornalisti, a doverci spiegare di cosa si tratta, quanto le riflessioni degli antropologi, che si sono serviti di questo atteggiamento intellettuale per elaborare, nel corso del Novecento, attraverso la pratica etnografica, un sapere della differenza culturale. -
Famiglie globali. Le frontiere della maternità
Ormai da molti anni, il nostro paese trae beneficio dal lavoro domestico e assistenziale delle donne migranti. Sono donne che si allontanano dai figli, dalla famiglia, dalla loro casa natia per cercare una fonte di sostentamento all'estero. Il numero delle donne che compiono questa scelta è in continua crescita, ma, nonostante ciò, la sociologia ha cominciato solo da pochi anni a prendere seriamente in analisi questa spiccata connotazione femminile e familiare del fenomeno migratorio. Grazie ad anni di ricerca in ambito nazionale e internazionale, Paola Bonizzoni ha realizzato il lavoro più originale e organico uscito in Italia su questo argomento. Collegandosi alle ricerche svolte nell'ambito del Laboratorio LIMeS (Laboratorio Immigrazione, Multiculturalismo e Società) dell'Università degli Studi di Milano, mette in luce aspetti fino ad ora lasciati in secondo piano da altri studi: la dimensione transnazionale dei rapporti familiari dei migranti, contraddistinta dalla maternità a distanza, l'attenzione alla dimensione politico-normativa che disciplina i ricongiungimenti e lo sforzo delle madri espatriate nell'esercitare ruoli genitoriali nonostante il tempo e le distanze.