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Autobiografie (2021). Vol. 2: Ricerche, pratiche, esperienze.
Nata come rivista della Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari, ""Autobiografie"""" prosegue con il suo secondo numero nel confronto con gli addetti ai lavori e gli appassionati ai temi auto-biografici. Una valorizzazione del patrimonio di ricerche teoriche, progetti e risultati delle nuove e """"buone pratiche"""" autobiografiche nazionali e internazionali."" -
Scelte
Non è detto che le scelte avvengano sempre e solo tra termini esclusivi l'uno dell'altro; si danno anche opzioni tra dimensioni che possono conciliarsi. Liliana Segre, in senso diverso Antonia Pozzi, taluni tra quanti ho riunito sotto il titolo di ""Cristianesimo profetico"""" si sono trovati di fronte ad aut aut che mettono in gioco decisioni che impegnano valori """"ultimi"""", morali, etico-politici, esistenziali: senso e non senso, empatia ed estraneità, coinvolgimento e indifferenza, qualità del vivere e del morire. Possono per converso, e talvolta devono, fecondarsi a vicenda doti umane e abilità tecniche, professionalità ed empatia, bello e non bello, musica e filosofia, meditare e agire. Quali si ritrovano nei capitoli dedicati a eventi estetici e artistici. Somiglianze delle scelte: un ossimoro che è falso."" -
Napoli e la giunta rossa. Atti del convegno «Il volto della città di Napoli e l'attività dell'Amministrazione Valenzi (1975-1983)» (Napoli, 13-14 febbraio 2020)
Il volume raccoglie gli atti del convegno ""Il volto della città di Napoli e l'attività dell'Amministrazione Valenzi (1975-1983)"""", organizzato dalla Fondazione Valenzi a Napoli il 13 e il 14 febbraio 2020. In queste due intense giornate di studio si sono confrontati storici, urbanisti e sociologi. Molteplici gli ambiti tematici: dalla crisi economica e sociale della città alle politiche territoriali della giunta, dai tentativi di buon governo alla configurazione del personale politico locale, all'andamento elettorale e alla cesura del terremoto. Filo conduttore è la riflessione sull'identità della città negli anni Settanta, letta attraverso il rapporto tra la stagione delle giunte Valenzi e la storia di Napoli nel lungo dopoguerra repubblicano. Di interesse le testimonianze dei politici: leader locali e nazionali, assessori della giunta, componenti dello staff del sindaco. Emerge, infine, una disamina puntuale della figura di Maurizio Valenzi, esponente di spicco del PCI che, oltre a essere stato sindaco di Napoli dal 1975 al 1983, ha ricoperto la carica di senatore della Repubblica e di Parlamentare europeo."" -
La vita quotidiana come «gioco di ruolo». Dal concetto di Face in Goffman alla Labeling theory della scuola di Chicago
Soggetto di questo saggio è l'Io umano immerso nella vita sociale e ritratto nella sua duplice opera di co-creatore di sé stesso e del mondo. Prendendo le mosse dal ""modello teatrale"""" del sociologo canadese Erving Goffman, si afferma che sulla scena sociale l'individuo svolga al contempo il """"ruolo"""" di """"attore"""" e quello di """"personaggio"""", partecipando a ciò che noi uomini del XXI secolo potremmo ben definire come un'alta forma di """"gioco di ruolo"""" (role-playing game), in cui molta parte è svolta dalla figura del """"potere"""". Quest'ultimo da intendersi non tanto nell'accezione giuridico-politica di struttura-ordinamento, quanto in quella sociale-relazionale di creatore di significati sociali ed etichette. I temi trattati sono dunque quelli centrali degli studi e della produzione di Goffman, che evidenziò la sostanziale compatibilità tra le tesi proprie e dell'interazionismo simbolico della Scuola di Chicago, nonché della teoria dei giochi."" -
Siamo in guerra. L'anno che per poterci curare non andammo da nessuna parte
Non si tratta di un libro sulla pandemia ma di una proposta analitica della realtà allo scopo di interrompere il fluire di un discorso assolutizzato. L'alternativa a un discorso non egemonico e declinato al maschile si cela dietro la possibilità di smascherare le scelte retoriche, politiche, culturali attuate in ragione di un sistema di genere che ribadisce nella contingenza dell'emergenza sanitaria la sua ineluttabilità. La guerra è una possibilità, non l'unica via possibile e tantomeno non necessariamente la più appropriata. Ciò che l'emergenza sanitaria da Covid-19 ha posto definitivamente in evidenza è l'affermazione oppositiva di guerra e cura, di warfare e welfare a giustificazione dell'esistente, del regime di genere e potere. Un intreccio tanto sinergico quanto riproducibile nella misura in cui si pone come immune da qualsiasi confronto dialettico. L'analisi a monte e a valle di tale struttura sociale e di potere è al centro dei contributi presenti in questo volume. -
Il quarto concerto di Beethoven. Come invito all'opera del pensiero
L'ascolto del Quarto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven può essere vissuto come un invito musicale ad assistere all'opera del pensiero, così come viene svolta ad esempio all'interno del sistema filosofico schellinghiano. La profonda affinità tra la musica di Beethoven e la filosofia di Schelling si mostra nella loro incessante aspirazione all'assoluto. Pur con diverse modalità, la loro opera consiste essenzialmente nel cercare di ricostruire la storia trascendentale dell'essere, di raccontare musicalmente e filosoficamente l'avventura del divenire o del farsi dell'universo. In questo caso, poi, la loro reciproca speculazione fa sì che la musica illustri e illumini sonoramente il travagliato percorso della filosofia, e la filosofia chiarisca e spieghi i sublimi sviluppi della musica. La musica beethoveniana infatti ""si può definire idealistica e la filosofia schellinghiana un idealismo estetico. Ciò significa, in altre parole, che la musica di Beethoven risulta più comprensibile se si pone in relazione con il modello dialettico della filosofia idealista e [...] la filosofia di Schelling risulta meno oscura e notturna se la si considera in parallelo alla forma sonata o alla forma concerto beethoveniana, in particolare al Quarto Concerto"""". Ben presto, però, l'accettazione di quell'invito ad assistere a quella duplice opera si rivela un'esortazione a mettersi all'opera, a cimentarsi, a disporsi a pensare, a partecipare assieme ad altri studiosi all'attività dei due autori."" -
La struttura del giallo e del nero
Hossein, musulmano iracheno, viene arruolato dall'ISIS per una missione suicida a Roma. A motivarlo non è l'odio religioso, ma la barbara uccisione della sua famiglia da parte di contractor occidentali dopo la guerra del Golfo. Il giovane terrorista parte verso l'Italia in un viaggio che lo cambierà, portandolo a incontrare Lupo, un camorrista che sogna la vendetta nei confronti di Francesco Bernardi, il funzionario dei servizi segreti che, insieme all'ex ladro Tobia Mariotti, ha distrutto il suo clan. Parte così una spietata caccia all'uomo, l'ennesima e forse l'ultima per Bernardi e Mariotti, così diversi ma mai così vicini, in un'escalation imprevedibile, che li metterà di fronte a scelte terribili e definitive. Un romanzo che parla di esistenze che si incrociano, culture che si confrontano, amore e morte, offrendo una possibilità di redenzione a tutti coloro che sono disposti a pagarne il prezzo. -
L' incontro e i suoi destini. Marguerite Duras con Jacques Lacan
Che cosa si incontra nell'amore? Che cosa accade nel più enigmatico di tutti gli incontri?Ogni testo di Marguerite Duras è una scrittura di questo evento, impossibile da afferrare. Tutto è duplice nell'incontro amoroso, ogni cosa si rovescia e si completa nel suo opposto. La novità meno prevedibile richiama il passato, la nostalgia dell'oggetto perduto è aperta sul futuro, è l'attesa dell'inatteso. Ciò che penetra più intimamente nel soggetto proviene da fuori, e non gli apparterrà mai completamente. È per questo motivo che l'incontro esige la parola, la scrittura? I personaggi di Duras non fanno che parlare dell'impossibile: traumi non superabili, distanze incolmabili, l'irruzione del non-rapporto nella promessa di fusione e di eternità, che lega gli amanti. La misteriosa necessità dell'amore non abolisce l'impossibile, ma lo modifica, gli dà una forma soggettiva: non tutto è già deciso in ciò che si chiama destino. -
Savitzkaya ou la Nouba originelle
Savitzkaya ou la nouba originelle, de Laurent Demoulin. En 1991, soit il y a trente ans, paraissait La Folie originelle, texte inclassable d’un écrivain belge tout à fait singulier: Eugène Savitzkaya (1952). Il ne s’agit certes pas du livre le plus célèbre de l’auteur de Marin mon coeur (1992), mais le titre de l’ouvrage en question pourrait surplomber toute son oeuvre. Celle-ci est composée de romans, de poèmes, de pièces de théâtre, d’écrits inspirés par des images (tableaux ou photographie) qui sont à la fois sauvage et apaisés, sages et fous. L’ensemble peut se lire comme un hymne à la liberté, à l’enfance éternelle, au désir, à la rencontre de l’Autre, au mariage des contraires, à l’abolition des frontières. Savitzkaya, un auteur belge qui fait de la culture une fête! -
100 anni di Mario Rigoni Stern. Intergenerazionali consegne del testimone tra saggio e racconto
Il libro si struttura in 18 micro-saggi narrativi (Introduzione compresa) che percorrono tutta l'opera di Mario Rigoni Stern (1921-2008), spesso confinato in celebrazioni relative alla guerra e alla natura (e caccia via via sottaciuta) e mai del tutto ricordato come un vero scrittore, capace di parlare a più generazioni, nutrendole di una memoria che sa tanto di pappa reale: da qui l'idea di scriverne a due, cioè a partire, anche e soprattutto, da due generazioni diverse (1966 e 1988), muovendo da Il sergente nella neve (1953) e approdando, almeno, a Stagioni (2006), ma senza dimenticare la traccia lasciata da volumi diversi, da Il magico «kolobok» e altri scritti (1989) al postumo Il coraggio di dire no (2013). -
Un corpo tra altri corpi. La danzamovimentoterapia espressivo-relazionale
Già mezzo secolo prima della scoperta dei neuroni specchio, Marian Chace scriveva che ""un corpo è un corpo tra altri corpi"""" e che """"l'immagine del corpo è primariamente una creazione sociale"""". In questo processo di costruzione relazionale dell'identità a partire dall'organizzazione sensomotoria, la Danzamovimentoterapia (Dmt) si inserisce come esperienza di profonda riconnessione e di evoluzione creativa. Il testo illustra i fondamenti della metodologia espressivo-relazionale (Dmt-ER®), i suoi riferimenti alle scienze del movimento e alla gruppoanalisi, le sue proiezioni applicative, perfino in un'epoca di massiccia limitazione dell'incontro sociale. Insostituibile strumento di lavoro per i professionisti e gli studenti del settore, il volume risulta di grande interesse anche per clinici, educatori e operatori sociali."" -
Il laboratorio segreto dell'anima
Facendosi prendere per mano dal grande direttore d'orchestra e compositore statunitense Leonard Bernstein, qui nei panni di un Virgilio immaginifico, acuto esegeta della storia della musica, l'autore ci invita a compiere un voyage musicale e filosofico che, a partire dall'analisi della stanza da lavoro di Beethoven, percorre la via che porta al romanticismo di Brahms e al tardoromanticismo di Richard Strauss, fino alla speciale inventiva stravinskijana, alle atmosfere novecentesche della musica di Sostakóvic? e di altri compositori e alla musica americana. Il testo si compone infine di un intermezzo filosofico sulla natura della creatività, di una nota sulla contemporaneità musicale, le cui radici affonderebbero, secondo l'autore, nella musica classica tardoromantica, e di un'incursione sulla nostra attualità artistica e sociologica. -
Estetica della performance. Il metodo Voxechology nell'alta formazione artistica musicale e nei percorsi relazionali
Calcare le scene della vita. Sentire le modulazioni della diversità. Includere e non escludere. Cogliere la bellezza del contrasto. Reclamare il diritto all'unità e alla differenziazione. Ricercare la puntualità condivisa. Disporre i petali della flessibilità. Celebrare la precarietà dell'intesa e abbracciare la complessità. Chiedere cornici di senso. Rendersi disponibili alla critica alternanza. Contrapporre principi estetici. Ascoltare la rigidità e le sue molteplici risonanze. Riflettere Echo. Riflettere Narciso. Una serie di tematiche indiscutibilmente umane in un piccolo saggio stravagante, pensato per istruire alla buona riuscita di una performance, che da critica esposizione di sé diventa anche nuovo addestramento alle relazioni d'aiuto. Una condotta utile agli artisti del cambiamento, perché possano realmente imparare a desiderarlo. Prefazione Carlo Sini. -
Museo è contemporaneità
Il mondo è negli occhi di chi guarda. Abbiamo bisogno di occhi nuovi e di parole nuove per costruire il presente. Il museo non può sottrarsi a questa responsabilità, a cui lo sguardo a un tempo museologico e museografico vuole sperare di contribuire. La contemporaneità non definisce un'epoca, ma caratterizza il presente, qualunque esso sia. Da questa idea connessa allo scorrere del tempo deriva il tema del cambiamento che ogni museo può coraggiosamente affrontare, riconoscendo a ognuno il diritto di porsi al suo interno come se fosse ogni volta il primo visitatore. Così il museo si trasforma in una realtà viva e dinamica, capace di interpretare il presente nel contesto storico di riferimento, sapendo illuminare lo sguardo della persona che ne attraversa gli spazi, suggerendole l'esperienza dell'opera d'arte o del frammento esposto, non solo in senso genericamente conoscitivo o estetico, ma personale. -
Musica e destino. Da Freddy Mercury a Janis Joplin, da Ezio Bosso ad Alan Turing, dal cieco Tom a Virginia Wollf da Maria Callas a P. P. Pasolini alla musica dei lager e oltre...
La musica non sarà in grado di salvare il mondo, ma è riuscita in alcuni casi a mutare favorevolmente il percorso di un destino avverso, sottraendo a morte certa Fania Fenelon, Esther Béjarano, Vladimir Spiltzman e chissà quanti altri. Musica e Destino è un viaggio attraverso le vite di persone per cui la musica ha avuto un ruolo di primo piano. Personaggi celebri, come Freddie Mercury, Janis Joplin, Ezio Bosso, Maria Callas, P. P. Pasolini, Daniel Barenboim, Riccardo Muti, e meno noti, come Lippi Francesconi, Alan Turing, llse Weber, Viktor Ullmann: tutti accomunati dall'aver lasciato un segno indelebile nella storia del XX° e del XXI° secolo. -
La libertà di tradurre. Lodovico Castelvetro interpreta la Riforma
Da un'intuizione di Gianfranco Contini e dai saggi di Ezio Raimondi e Werther Romani si fa strada una definizione del modo di tradurre di Castelvetro che si rivela utile al riconoscimento di altri suoi lavori di traduzione. Su questa base, l'autore gli attribuisce il volgarizzamento di sette opere che illustrano e divulgano la dottrina luterana: quattro di Martin Lutero e tre di Urbano Regio. Un minuzioso lavoro di indagine intertestuale mette in luce i riscontri che collegano le diverse opere e ne consentono l'attribuzione a un unico traduttore. Con ciò Castelvetro diviene il primo e il più attivo divulgatore della teologia luterana in Italia: una prospettiva storiografica che rivoluziona i tempi e i modi della diffusione del pensiero della Riforma nel nostro Paese. -
Le matrici della natura. Tredici quesiti su letteratura e realtà
Il secondo dopoguerra, questa è l'osservazione generale che si potrebbe fare, ha accelerato un processo già messo in atto dalla fine dell'Ottocento da quei pochi romanzieri e artisti capaci di critica radicale e atteggiamento libero: la liberazione progressiva dalle pastoie della letterarietà, dallo spiritualismo, dal progressismo, dal soggettivismo, dal moralismo, anche dall'impegno sociale esibito e dalla stessa ideologia libertaria. Un'operazione di drastica riduzione all'essenziale, del resto simile a quella che si sta compiendo nel campo delle neuroscienze sulla base del modello di coscienza neurale proposto da Tononi ed Edelmann, una sorta di potatura dell'albero delle comuni certezze sulla mente umana. -
David Fincher. La polisemia della sguardo
Ha senso parlare di autori nel cinema odierno, in un momento storico in cui la serialità è norma e il consumo dei prodotti audiovisivi non è più esclusivo della sala cinematografica? Può apparire obsoleto il termine ""autore"""", ma, al contrario, si vuole dimostrare che è ancora possibile utilizzare tale definizione per alcuni registi contemporanei. È il caso di David Fincher, che cela la propria autorialità in una polisemia che ricorre sia nella forma sia nei contenuti, combinando un'estetica originale di sguardo e di senso. La filmografia del regista americano è in grado di interpretare una società fluida attraverso una poetica che reinventa il mondo stesso, restituendo una visione ancora più realistica del reale. In un rispecchiamento metaforico, la polisemia del cinema fincheriano è (re)interpretata nella pluralità dei saggi che compongono il presente volume, fornendo nuovi significati allo spettatore curioso e attento."" -
Ripensare il terzo a partire da Levinas. Trascendenza e reciprocità
Questa ricerca nasce dalla esigenza di ricostruire la struttura teorica del ""terzo"""" a partire da Levinas, per riformulare le questioni etiche che la """"mediazione"""" pone alla riflessione filosofica. Riflessione che nel corso del Novecento si è particolarmente orientata a delucidare l'intreccio fra soggettività e alterità al fine di elaborare un'etica della reciprocità. Il """"terzo"""" come vero snodo teorico volto a meglio decifrare la fisionomia di un'etica aperta e plurale."" -
Mino Ceretti. La pittura come destino
Mino Ceretti è stato fra i pionieri del cosiddetto Realismo esistenziale e figura importante fra le ricerche di nuova figurazione del secondo dopoguerra a Milano. Il presente volume, pubblicato in occasione dei suoi novant'anni, dà conto di questo lungo percorso da molteplici prospettive: un viaggio dentro e intorno alla pittura, vissuta non solo come un mestiere, ma anche come un destino.