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Filosofia della violenza
È giunto il momento di attribuire maggiore dignità filosofica alla violenza, visto che quest'ultima gioca un ruolo primario nell'esistenza degli esseri umani, indipendentemente dal fatto che se ne voglia prendere coscienza o meno. Esistono una filosofia della scienza e una della moralità, una filosofia della biologia, ma anche una dell'arte: non c'è nessuna ragione per continuare a disprezzare filosoficamente la violenza. Dobbiamo invece essere fieri di inaugurare una vera e propria nuova area della filosofia, quella della violenza, intesa come un campo autonomo di speculazione. ll volume vuole aiutare a riconoscere che noi umani siamo intrinsecamente esseri violenti. Questa consapevolezza, seppur non terapeutica (la violenza dovrebbe essere ""spiegata"""" con pazienza filosofica e non certo usando ricette rapide, sommarie, o scientiste, paradossalmente al fine di dissimularla), potrebbe aumentare le nostre chances di diventare almeno esseri """"responsabilmente"""" e consapevolmente violenti."" -
Dove comincia l'Europa e altri scritti
Che cosa significa pensare l'Europa a partire dalla sua assenza originaria? E che cosa comporta raccontarla al di là delle definizioni di identità e di appartenenza? A queste domande rispondono con le loro provocazioni, e non senza ironia, i tre saggi narrativi di Yoko Tawada presentati in questo volume, nei quali l'Europa si rivela terra di Babele, ignara d'ogni frontiera linguistica e culturale. Con la sua scrittura sempre straniera, mossa dalla curiosità e dal desiderio, Tawada si mette alla ricerca delle tracce nascoste dell'Europa, ne interroga la fisionomia, persino l'inesistenza, la osserva ora con un paio di occhiali giapponesi, ora con lo sguardo trasognato della fiaba, e intanto compone il ritratto inedito di un continente assai più vasto e più libero di quanto i suoi presunti confini vogliano credere. -
Confessin' the blues. Incontri e interviste con grandi voci jazz, blues e soul
Attraverso incontri e interviste con maestri della vocalità jazz, blues e soul - da Johnny Adams a Mark Murphy, da Johnny Otis a Carmen McRae, da Bill Henderson a Tony Bennett, da Jimmy Scott a Etta Jones, da Betty Carter a Bobby McFerrin - e con loro illustri accompagnatori, Confessin' the Blues dipinge il ritratto di un'epoca ancora fertile per la musica afroamericana, quella dell'ultimo Novecento, in equilibrio tra tradizione, innovazione ed eclettismo: un'epoca in cui il blues appare vitale come forma lirico-musicale (schiettamente popolare o raffinata, jazzistica), come richiamo sempre fondamentale nel grande songbook di Broadway, Hollywood e Tin Pan Alley, o come umore presente nell'intero spettro culturale nordamericano e nel linguaggio quotidiano dell'America urbana, suburbana o rurale. E anche come filtro (la sua fluida celebrazione degli alti e bassi della vita) attraverso il quale un cantante toccato dalla potente emotività del blues guarda alla propria arte e alla propria carriera. -
Esperienza estetica e arti popolari. Prospettive somaestetiche sulla teoria e la pratica
Il pensiero di Richard Shusterman rappresenta oggi un punto di riferimento importante all’interno del dibattito filosofico, in generale, ed estetico, in particolare. Partendo da un background filosofico-analitico ma aprendosi presto agli stimoli offerti dal pragmatismo e mantenendo un dialogo anche con autori e tradizioni di pensiero “continentali”, Shusterman ha offerto contributi originali e stimolanti su una grande varietà di pratiche estetiche della contemporaneità, concentrandosi sulla rivalutazione dell’esperienza estetica nel suo complesso e, soprattutto, sul recupero della dimensione della corporeità e del piacere. Ciò si è rivelato estremamente utile e proficuo dal punto di vista filosofico anche al fine di liberare l’indagine estetica da ogni suddivisione schematica, meramente dicotomica e astratta delle arti in “basse” e “alte”, “popolari” e “serie”, e al fine di elevare la dimensione corporea nel suo insieme, nella sua capacità unica di unire natura e cultura. Di ciò e di molto altro ancora offrono una testimonianza esemplare i saggi di Shusterman selezionati per questa raccolta di suoi scritti in lingua italiana. -
Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale. Vol. 57: Pierino torna a scuola. L'istruzione secondaria negli anni Ottanta.
La scuola è un argomento frequentato spesso da opinionisti ed esperti del settore educativo, ma non altrettanto dagli storici. Eppure le politiche e le dinamiche che coinvolgono la scuola secondaria rappresentano scorci privilegiati sui problemi della società nel suo complesso. Questo numero della rivista riflette sull'Italia recente, con l'obiettivo di superare l'antico adagio di una scuola come spazio separato dal suo contesto e si sofferma sugli ultimi decenni della cosiddetta prima Repubblica, superando le rigidità che sembrano caratterizzare le letture più diffuse sugli anni Ottanta. Cosa ne è stato delle elaborazioni degli anni Settanta, volte a disegnare una scuola non più selettiva ma in grado di interagire con il territorio? Si è mai realizzato quel sogno? -
Essere Heidegger. L'incontro col mistero
"Chi sei, Heidegger?"""" È la domanda che si pone Thomas, giovane novizio in crisi di vocazione, da quando, nella chiesa di Messkirch, ha incrociato lo sguardo dell'anziano pensatore Martin Heidegger. Con quell'incontro, velato di mistero, ha inizio un percorso di formazione, un'avventura spirituale dai tratti onirici: tra temi di filosofia, fede, poesia, geografia immaginale, politica e tecnica, il giovane Thomas scoprirà le insopportabili ambiguità del suo maestro, indagandone i silenzi e le reticenze, accettando infine i chiaroscuri dell'anima umana." -
Calligraphies-Calligrafie. Ediz. bilingue
Semplicità, immediatezza, determinazione: le calligrafie del Maestro Mumon impressionano per la forza che esprimono. Ciò che apparentemente sembra frutto di un'azione artistica, svincolata da strette regole formali, in realtà presuppone un elevato grado di maestria e precisione tecnica: dalla preparazione dell'inchiostro con la pietra suzuri, all'utilizzo del pennello nel momento in cui viene intinto, fino alla pittura dei caratteri o dei disegni sul foglio. Niente è lasciato al caso. È formalizzato anche il modo con cui la mano deve afferrare il pennello, la posizione del corpo. L'azione in sé naturale della pratica calligrafica è frutto di un apprendimento che ha superato l'esercizio tecnico fino a farlo diventare spontaneo. Ma questo non basta a fare di una calligrafia una buona calligrafia. Infatti il Maestro Mumon va ricordato come grande Maestro Zen. La calligrafia che aveva appreso in monastero, come solitamente avviene in Giappone nella formazione del monaco, era un modo di esprimere la sua realizzazione. Un modo, come egli ebbe a dire, ""di far uscire la verità dal proprio cuore, cercando di farlo diventare come quello di un bambino appena nato o uno specchio che riflette tutto ciò che gli si pone davanti""""."" -
La grande illusione. Storie di uno spettatore
Alla domanda ""Che cos'è uno spettatore?"""" si potrebbe rispondere in tanti modi. Non solo perché ciascuno ha in mente una propria idea di spettatore, basata il più delle volte su di sé e sui propri comportamenti, ma anche perché nel corso del tempo guardare un film ha assunto significati culturali e sociali molto diversi tra loro. Basti pensare al fatto che, fino a metà del Novecento, per vedere un lungometraggio lo spettatore poteva solamente andare in una sala cinematografica, mentre oggi meno del cinque per cento dei film prodotti ogni anno viene visto collettivamente su grande schermo. Un tempo si poteva solo stare seduti in una poltrona a orari stabiliti da altri, oggi possiamo vedere film in piedi o sdraiati o mentre pranziamo, a orari stabiliti da noi. Il volume attraversa la storia degli spettatori partendo da esperienze cinematografiche personali e giungendo a riflessioni di valore universale sul guardare i film tra forme sociali e prassi culturali."" -
Souvenir. 11 maggio 1943-7 ottobre 1945
In queste pagine si svolge un dialogo a distanza di cui i protagonisti erano solo in parte consapevoli. Antonio Collisani, prigioniero di guerra negli Stati Uniti, racconta le circostanze della sua cattura, il viaggio e la traversata dell'Atlantico, la vita nel campo. Iolanda Lo Valvo registra avvenimenti e sentimenti quotidiani, soffermandosi sui particolari della ""prigione"""" costituita da una cittadina di provincia. Entrambi scrivono per far parte, ciascuno all'altro, delle proprie esperienze durante la separazione forzata, cosicché i loro testi si rispondono e corrispondono. Il loro alternarsi procede coi tempi sfasati dei silenzi postali, ma obbedisce ai ritmi coerenti scanditi dai fatti drammatici di quei giorni, specie quando la Sicilia fu invasa e percorsa dall'esercito degli Alleati. Il dialogo fittizio ricostruisce e denuncia l'assurdo della guerra, con le sue surreali """"normalità"""", elevandosi a una dimensione corale."" -
Il giullare Pantalone
Questo racconto di Nikolaj Leskov del 1887 appartiene al cosiddetto ciclo delle Leggende della cristianità orientale, una raccolta di apoftegmi, brevi vite di santi e novelle apocrife o eterodosse risalenti ai secoli XII e XIII. Le ambientazioni esotiche, da Bisanzio all'Egitto romano, fanno da cornice a piccole biografie di Giusti. Il giullare Pantalone, vera e propria parabola morale, ci mostra le due vie parallele per arrivare a Dio, quella verticale, ascetica, eremitica e antisociale dello stilita Ermio e quella orizzontale, della carità e della misericordia del buffone Pantalone, per il quale parteggia chiaramente l'autore. Pantalone senza esserne consapevole ha percorso la strada dell'amore per il prossimo, ha vissuto il bene pur praticando uno dei mestieri più invisi alla Chiesa ortodossa, quello del giullare, del saltimbanco, del buffone. -
Una famiglia nella grande guerra
In questo libro si fa riferimento al carteggio di un'intera famiglia, composta da due genitori e cinque figli: tre giovani che partirono per la guerra e due ragazze che rimasero a casa a fare le infermiere. I tre fratelli erano tutti di stanza vicini sulla linea del fronte dell'Isonzo, tant'è che si incontrarono molto spesso a cominciare dal primo Natale in guerra nel 1915. Nelle lettere non ci sono particolari riferimenti retorici e neanche invettive. La famiglia apparteneva alla buona borghesia romana - il cosiddetto ""generone"""" -, era cattolica per antica consuetudine, proprio come la gran parte degli italiani. Era comunque una famiglia borghese aperta, benestante perché impegnata nel commercio di vetri e cristalli, i figli avevano studiato, viaggiato, e lavoravano. Ed era anche una famiglia altrettanto convintamente patriottica, orgogliosa del nuovo Stato italiano in cui viveva."" -
La primavera che viene. Attualità di Rosa Luxemburg
Polacca ed ebrea, Rosa Luxemburg è stata un condensato di differenze scandaloso ed esplosivo. Donna agitatrice e rivoluzionaria, socialista, eretica e perseguitata. La sua biografia e il suo pensiero non cessano di parlare al tempo presente: sono occasione di maturazione dell'attivismo politico e, al contempo, di approfondimento delle grandi questioni della contemporaneità. Dalla crisi del capitalismo alla catastrofe ambientale, dalla colonizzazione senza limiti dell'intero orbe terraqueo alla mercificazione dell'immaginario sociale, dalla distruttività del militarismo all'oppressione e allo sfruttamento dei lavoratori e degli ultimi della Terra. Questo vale, in primo luogo, per L'accumulazione del capitale, i cui contenuti, con la loro inestimabile attualità, seguitano a mostrare una notevole risonanza ancora oggi. Ma l'assunto è senza dubbio vero anche per la sua ardente fiducia nella lotta emancipatrice dal basso dei movimenti anti-sistemici, capaci di prefigurare un'organizzazione dell'ordine economico e sociale alternativa a quella dominante. Prefazione Maria Turchetto. -
Problematiche. Vol. 1: L'Angoscia.
Nei corsi universitari ininterrottamente tenuti dal 1962 al 1992 e riuniti col titolo generale di ""Problematiche"""", Jean Laplanche ha ripercorso mediante lo stesso metodo analitico il pensiero freudiano, per delinearne l'esigenza che lo muove, dettata dall'oggetto «inconscio» che ne orienta l'evoluzione. «La paura pone il problema dell'oggetto (paura di qualcosa o paura del pericolo), evocando così una funzione apparentemente realistica, preparatoria; la paura di qualcosa sarebbe un modo per ovviare a questo pericolo. Ma molto presto la distinzione - l'angoscia è senza oggetto, la paura ha di mira l'oggetto - si rivela insufficiente. Non vi è pressoché paura che non sia contaminata, gravida di più di quanto implica la situazione reale. «La paura infantile è semplicemente paura di qualcosa o di qualcuno (un volto inquietante, ostile)? Non è piuttosto esplosione, già, di angoscia, esplosione in cui l'oggetto (questo volto) è soltanto il segnale scatenante? Ma se ogni paura, apparentemente reale, realistica, rimanda ad un'angoscia, viceversa non vi è pressoché angoscia che non cerchi di fissarsi, limitarsi e controllarsi, in paura»."" -
Simbolismo e filosofia del linguaggio. Seminario di Yale 1941-1942
L'ampio manoscritto di Ernst Cassirer, scritto a Yale a cavallo tra il 1941 e il 1942 - intitolato ""Symbolism and Philosophy of Language"""" e qui presentato per la prima volta in traduzione italiana - affronta la Grundfrage della filosofia, ossia la questione che si condensa nella domanda """"Che cos'è l'uomo""""? Quest'ultimo, piuttosto che animal rationale, viene concepito dal filosofo tedesco come animal symbolicum. Come numerosi studi di psicologia comparata o di etologia hanno abbondantemente dimostrato, anche nel regno animale sono presenti forme di razionalità, di schematizzazione o vere e proprie mappe cognitive (sia pur di livello embrionale). Ciò indusse il filosofo delle forme simboliche a considerare la definizione animal rationale come insufficiente o solo parzialmente corretta. L'accettazione di tale descrizione tradizionale, altro non fa che incappare nell'errore della pars pro toto, ovvero """"scambiare la parte per il tutto"""". Rifiutando il panlogismo hegeliano e forme più o meno eccentriche di relativismo e intuizionismo, Cassirer ricerca piuttosto l'unità del sapere, delle diverse forme simboliche che costituiscono l'universo culturale dell'uomo."" -
La cultura e l'esplosione
Questo volume si costituisce quale tassello fondamentale nella serie di studi che Lotman ha dedicato alla funzione della cultura, alla sua genesi e ai meccanismi che ne regolano lo sviluppo. Prende in esame un materiale vastissimo ed eterogeneo, cha passa dalla zoologia alla moda, dalla storia delle religioni al cinema, rivolgendo particolare attenzione alla letteratura con escursioni nella contemporaneità più radicale. In occasione del centenario della nascita di Lotman, lo ripresentiamo al lettore italiano, con due testi a commento di Jorge Lozano. -
Dalla biosfera alla noosfera. Pensieri filosofici di un naturalista
Il dibattito sui temi ambientali riscosse un certo interesse nell'URSS già dai primi decenni del Novecento, grazie soprattutto all'attività pionieristica di Vernadskij, il quale ebbe il merito di porre le basi scientifiche di questo nuovo indirizzo di ricerca. Questa innovazione fu il frutto di un clima culturale da tempo predisposto e orientato a discutere l'idea degli esseri umani come protagonisti, nel bene e nel male, di una evoluzione attiva, dipendente dalle loro scelte e decisioni. -
Lotte di Apache, operai e stelle. La battaglia dei lavoratori dell'Ansaldo per la Grande Montagna Seduta
"Lotte di Apache, operai e stelle"""" nasce dalla volontà di raccontare l'incredibile storia degli operai dell'Ansaldo-Breda, i quali lottarono fianco a fianco agli Apache per difendere una montagna che dista 9.358 km dalla """"Stalingrado d'Italia"""". Il racconto parte dal Monte Graham in Arizona e arriva in Italia, dalle periferie urbane fino al centro della Roma che conta, nelle stanze di Montecitorio e nelle sedi Vaticane. Attraverso le voci dei suoi protagonisti e una ricostruzione storica degli eventi, il libro racconta una delle prime campagne di portata mondiale in difesa dell'ambiente, mostrando come popoli che vivono a quasi 10.000 km di distanza possano lottare, conoscersi e crescere insieme. Il libro si divide in due parti: la prima inquadra il contesto storico e ripercorre i passaggi principali della vicenda negli USA e in Italia, la seconda dà voce ai protagonisti italiani attraverso testimonianze dirette, interviste e documentari." -
Pamphlet ecologico
Siamo di fronte a un momento chiave per la transizione ecologica: molti dei paesi occidentali sono lungi dal ridurre le loro emissioni di gas serra, che foreste e suolo non riescono più ad assorbire. Alcuni Stati europei hanno preso delle misure, tutt'altro che incisive, mentre le sovvenzioni al settore delle energie fossili sono più che raddoppiate negli ultimi dieci anni. Ci si aspetterebbe allora un certo impegno in profonde riforme delle politiche pubbliche e dell'economia ma, nonostante le buone idee non manchino, si fatica ancora a implementare nuovi progetti con efficacia su scala globale. Intervento di Paolo Ferrero. Postfazione di Alfonso Navarra. Contributo di David Boldrin Weffort. -
Storia dell'idea di natura. Dal pensiero greco alla coscienza dell'antropocene
Il libro affronta un concetto, quello di natura, tanto comune quanto poco esplorato. Luogo d'intensa riflessione nella filosofia antica, a partire dal Seicento la natura è divenuta sempre più oggetto di analisi scientifica. Ne è derivata una conoscenza vasta e approfondita, ma separata in discipline diverse e, alla fine, disinteressata a ricomporre una visione unitaria di natura. Oggi lo scenario è cambiato. La vastità dell'emergenza ambientale e la globalità della crisi ecologica richiedono un profondo ripensamento di cosa sia oggi la natura. Per farlo occorre affrontare le nuove categorie che scienza e filosofia hanno elaborato negli ultimi decenni, e utilizzarle per ricomporre una sua visione organica. Dopo essere stata ""animale"""", """"libro"""", """"macchina"""", """"magazzino"""", la natura oggi si presenta con un'immagine che ci coinvolge direttamente, quella di un ecosistema complesso, di cui l'umano è parte integrante, cosciente e responsabile."" -
Europa, cristianesimo, geopolitica. Il ruolo geopolitico dello «spazio» cristiano
A dar peso geopolitico al contributo cooperativo al mondo multipolare della globalizzazione che può dare l'Europa, abbiamo bisogno dell'utopia che lo spazio della civilizzazione cristiana ritrovi sulla scena del mondo la sua ecumene, non solo spirituale, ma politica e culturale. Molto può fare la differenza europea, che questo spazio ha generato, custodita nella cattolicità romana a resistere da un lato all'individualismo mercatorio di stampo anglosassone e dall'altro all'interpretazione lasca dei valori di democrazia liberale in molte aree della civilizzazione cristiana latina o ortodossa. Solo un'ecumene cristiana come spazio-geopolitico - dalla Russia alle Americhe, dall'Europa alle pertinenze cristiane dell'espansione europea - potrà porsi al servizio dell'ecumene umana in cooperazione con gli altri grandi spazi spirituali che si sono fatti nazioni, istituzioni, spazi geopolitici, civilizzazioni: dall'Islam al Confucianesimo, all'Induismo. A indicare la via del cosmopolitismo oggi possibile: Fratelli tutti.