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La filosofia di Stranger Things
La filosofia di Stranger Things è il primo libro a esaminare in chiave filosofica il fantastico mondo della pluripremiata serie Netflix. Questa è ricca di miti antropologici complessi, di riferimenti letterari e cinematografici e di citazioni culturali legate principalmente al colorato mondo plastificato degli anni Ottanta. Nel suo insieme, Stranger Things ha posto più domande di quante risposte abbia saputo fornire: quali sono le implicazioni morali dei progetti governativi segreti? Perché la natura dell'horror ci affascina così tanto? Quali connessioni genera nella nostra mente la nostalgia di un tempo passato? È possibile comprendere la metafisica del Sottosopra? Le riflessioni filosofiche qui proposte promettono di illuminare tali e altre questioni, offrendo al lettore gli strumenti per esplorare i diversi livelli di comprensione della serie, spingendosi nei più profondi e terrificanti abissi del Sottosopra. -
Speranza e utopia. Conversazione 1964-1975
Rileggere oggi Ernst Bloch, il filosofo dell’utopia e della speranza che ha attraversato quasi tutto il Novecento, può avere un effetto straniante. Il volume raccoglie conversazioni – finora inedite in Italia – con pensatori e studiosi contemporanei all’autore: da György Lukács a Theodor W. Adorno, dal sociologo Iring Fetscher al giornalista Leonhard Reinisch, che ha intervistato anche Emil Cioran. rnQuesti incontri, caratterizzati da un linguaggio desueto, risalgono a una cinquantina d’anni or sono, ma nonostante questo contengono un avvertimento per il presente, un invito a non buttare via il meglio, e forse a continuare a cercarlo. Emergono così, esposti in modo colloquiale e diretto, i temi principali del pensiero blochiano, che disegnano anche per la contemporaneità la topografia di una riflessione necessaria per infondere coraggio e per orientarci nel deserto o nella giungla in cui ci troviamo. -
La mitologia spiegata ai truzzi
Se i truzzi hanno imparato ad apprezzare l'arte, perché non introdurli a un altro affascinante aspetto della cultura, ossia il mito? Gli amorazzi extraconiugali di Zeus, le gare musicali di Apollo e Marsia versione ""X Factor"""", le sfighe di Edipo, i viaggi di Ulisse turista controvoglia e quelli di Enea rifugiato, la rappresentazione maschilista delle donne e quella sorprendente della fluidità dei generi: il mito classico è storico e insieme eterno, sembra lontano ma ci è più vicino di quanto pensiamo. Con una buona dose di libertà e ironia, la mitologia greco-romana viene qui rivisitata, criticata e commentata, ma soprattutto raccontata in modo semplice e divertente. Lo scopo è farci sorridere ma anche toccare i grandi temi universali che ci rendono umani."" -
Questo è il ciclo. Dall'orgasmo alla luna: cicli naturali ed ecologia mestruale
Aver perduto il contatto con i ritmi naturali ci porta a vivere in società inquinate e inquinanti e ad avere scarsa consapevolezza del nostro corpo. Si moltiplicano così i disturbi di cicli vitali come sonno, digestione o ciclo mestruale. Questi indeboliscono le nostre risposte alle sfide odierne, proprio ora che è a rischio la specie umana. Ma la soluzione esiste, ed è innata: il riappropriarsi dei ritmi naturali e della consapevolezza di ciò che qui viene definita la teoria della Matrice Ciclica. Con dati alla mano e risvolti pratici, l'autrice propone una lettura avvincente della ciclicità e del ciclo mestruale, svelando il ruolo vitale che esso può avere nel quotidiano e nei progetti personali o di lavoro e le cause più profonde di dolori e disturbi, specialmente in fase premestruale. Attraverso lo studio interdisciplinare dei cicli naturali, questo saggio ci introduce in maniera chiara ed efficace al disegno rigenerativo sottostante, un'alternativa concreta per prosperare in sinergia con l'ecosistema. -
Pensare il paesaggio
Il pensiero paesaggista non è il pensiero del paesaggio e questo libro non traccia una storia del pensiero del paesaggio. Ci si pone invece qui una domanda: per quale motivo esiste un sorprendente contrasto tra le generazioni passate che non hanno pensato ed elaborato teorie sul paesaggio ma che hanno lasciato paesaggi meravigliosi, e quelle contemporanee che, pur non smettendo di parlare e scrivere di paesaggio, lo stanno distruggendo, a parte qualche icona, su larga scala? Abbiamo un pensiero del paesaggio, ma non abbiamo più un pensiero paesaggista, ossia un pensiero sensibile, vivo e attivo che si esprime attraverso bei paesaggi. Rendere un feticcio questo oggetto di consumo (turistico, immobiliare, accademico ecc.) che è oggi il paesaggio non sarà sufficiente per ritrovare il modo di essere che si incarnava nel pensiero paesaggista. Anzi, accade il contrario. Come dice un poeta cinese del IX secolo, se vogliamo smettere di ""uccidere il paesaggio"""", dobbiamo prima capire in cosa consisteva il pensiero paesaggista."" -
Le città toscane e l'ambiente dopo la pandemia: resilienza o trasformazione? Riflessioni in onore di Marco Dezzi Bardeschi
Per sostenere la proposta di ripensare al futuro di Firenze e della Toscana, espressa in un documento approvato dall’Accademia delle Arti del Disegno il 12 febbraio 2021, si è tenuto a Firenze l’11 e il 12 novembre 2021 il convegno Le città toscane e l’ambiente dopo la pandemia: resilienza o trasformazione?, in onore di Marco Dezzi Bardeschi. Il convegno, curato anche dalla Società Filosofica Italiana, con il patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Firenze e dell’Università degli Studi di Firenze, ha sviluppato una vivace interazione tra discipline, nel segno della complessità dell’Urbanocene. Sono qui raccolti i contributi di ecologisti (Guido Chelazzi), filosofi (Giacomo Marramao e Gaspare Polizzi), architetti (Francesco Gurrieri, Renzo Manetti, Andrea Ponsi, Mauro Cozzi, Chiara Dezzi Bardeschi), paesaggisti (Fernando Caruncho), climatologi (Bernardo Gozzini), sociologi (Andrea Cerroni), economisti (Nicola Lattanzi, Mauro Lombardi), storici della medicina (Donatella Lippi), amministratori (Giorgio Fiorenza), arboricoltori (Francesco Ferrini) e urbanisti (Giuseppe De Luca, Mariella Zoppi). -
L'agitatore, l'imperialista e il filosofo. Metamorfosi di Nietzsche in Francia
L’indagine al centro di questo volume riguarda uno dei capitoli fra i più affascinanti e tumultuosi della storia intellettuale europea: la ricezione di Nietzsche in Francia a cavallo fra XIX e XX secolo. Intrecciando storia della filosofia, cultura materiale e storia delle idee, le metamorfosi della dottrina nietzscheana vengono delineate attraverso tre personaggi concettuali che incarnano metaforicamente le principali fasi della sua ricezione. Si passerà allora dall’agitatore (1877-1914), in grado di eccitare gli animi sia degli esteti nichilisti che dei militanti politici, all’imperialista (1914-1930), figlio del revanscismo francese e fautore di un’inquietante doctrine de guerre, per giungere al filosofo anti-dialettico (1930-1960), pensatore del tragico e del divenire. Sarà questo il Nietzsche che gli esistenzialisti, e in particolare Albert Camus, consegneranno ai posteri come eredità infinita e, per noi uomini contemporanei, ancora tutta da scoprire, al pari di un enigma tanto impenetrabile quanto necessario. -
Etica in figure
Il volume raccoglie una selezione di saggi di Rossella Bonito Oliva sulle figure dell’etica che definiscono i contorni del nostro tempo. Al centro delle sue analisi si trova la questione decisiva del rapporto con l’Altro, declinata come riflessione complessiva sui temi della cultura e dell’interculturalità, a partire dalle figure del “comune”, della “memoria”, della “dignità”, della “crisi”. In questi saggi, non si incontrano soltanto Kant e Hegel, Heidegger e Blumenberg, Freud e Wittgenstein, ma anche Dostoevskij e Levi, Leopardi e Camus, Caravaggio e Piranesi, perché, dinanzi a una realtà caratterizzata da opacità e sedimentazioni, soltanto l’intreccio tra filosofia, arte e mito apre all’analisi delle trasformazioni del presente e alla disponibilità verso il futuro. Il libro offre una visione d’insieme dell’impegno etico di Bonito Oliva che si concretizza in un’analisi della “crisi” e in un lavoro di “critica” della contemporaneità che non è mai puro e semplice reperimento di limiti epocali, ma è già sempre definizione di spazi per la costruzione di un mondo comune. -
Minority reports (2019). Vol. 8: Rosanna Benzi e «gli altri»-Rosanna Benzi and «the others».
LA PRESA DI PAROLA DI ROSANNA BENZILavinia D’Errico NOTA DI EDIZIONE PARTE PRIMAESTRATTI, UNA FAVOLA, TESTIMONIANZE INTERMEZZO FOTOGRAFICO PARTE SECONDAGLI ALTRI. PERIODICO DI TUTTI GLI EMARGINATI DALLA SOCIETÀ EDITORIALIRosanna Benzi LETTERE A ROSANNA ARTICOLI ABSTRACT -
Athanor. Vol. 25: comunicazione come scambio, produzione e consumo, La.
L'intera produzione nell'attuale forma sociale, e non soltanto la parte intermedia del ciclo produttivo - quello dello scambio, della circolazione, del mercato -, avviene come comunicazione, tanto che possiamo caratterizzarla come comunicazione-produzione. La globalizzazione della comunicazione-produzione non riguarda soltanto l'estensione dei mezzi di comunicazione e l'espansione del mercato a livello planetario. Concerne anche l'inglobamento nella comunicazione-produzione dell'intera vita umana, sia nella forma dello sviluppo, del benessere e del consumismo, sia nella forma del sottosviluppo, della povertà e dell'impossibilità di sopravvivenza; sia nella forma della salute, sia in quella della malattia; sia nella normalità, sia nella devianza; sia nell'integrazione, sia nell'emarginazione; sia nell'occupazione, sia nella disoccupazione; sia nello spostamento funzionale di forza lavoro proprio dell'emigrazione, sia in quello della richiesta di accoglienza negata della migrazione; sia nella pace, sia nella guerra; sia nel traffico e nell'uso di merci legali, sia di merci illegali, dalla ""droga"""" alle armi """"non convenzionali"""". Anzi l'inglobamento non si limita alla sola vita umana. Perché l'intera vita del pianeta è ormai coinvolta (anche compromessa e messa a rischio) nella comunicazione-produzione."" -
Poesie
Testi di Mary de Rachewiltz, Caterina Ricciardi, Mario Giosa. 5 poesie tradotte da Ezra Pound . -
«Parole/immagini». Inventario dell'archivio Gianfranco Brebbia
L'archivio di Gianfranco Brebbia rappresenta la sua prepotente volontà di conservare le esperienze culturali, vissute al di fuori dei limiti di una vita professionale borghese, nel segno di una curiosità poliedrica e avida di saperi, letture e visioni sempre nuove. Oggetto costante della sua attenzione sono i giovani, la nuova arte, il cinema, la sperimentazione, ma anche la tecnica, la cui componente essenziale è per lui l'artigianalità (non dimentichiamo che Brebbia è un sarto); egli traspone il lavoro manuale, il tagliare, il cucire del suo fare professionale quotidiano nel montaggio e nel trattamento delle pellicole cinematografiche. Siamo di fronte a un vero e proprio caleidoscopio che permette di ricostruire, attraverso il punto di vista di Gianfranco Brebbia, apparentemente periferico, un'epoca e un movimento culturale straordinariamente dirompente: quello degli anni Sessanta e Settanta, di cui è a pieno titolo un protagonista. Il suo archivio sembra rappresentare, attraverso il racconto vorace delle sue esperienze artistiche e culturali, che ne fanno «il più prolifico e sofferto tra i registi sperimentali», secondo le parole di Sirio Luginbühl, un antidoto al suo tormento. Il fondo archivistico, in senso lato, contiene corrispondenza privata e carte collegate all'attività professionale ed artistica, fotografie, diapositive, pellicole cinematografiche superstiti, vinili di musica jazz e classica (usati come colonne sonore, durante le proiezioni), registrazioni su supporti diversi e sue opere a collage, realizzate tra il 1970 e il 1971, con tecniche miste. -
Cultura tedesca. Vol. 63: Antisemitismus.
EinführungSandro M. MoraldoGrußwortBotschafter Viktor ElblingSalutiLiliana SegreAntisemitismus in Deutschland und Italien. Kontrastive Perspektiven auf ein gesamtgesellschaftliches PhänomenSandro M. MoraldoDer Kampf gegen den Antisemitismus als Lackmustest für unsere GesellschaftenFelix KleinLe metamorfosi dell’antisemitismo nell’Italia contemporaneaMilena SanteriniAntisemitismus – Strategien der NormalisierungThomas NiehrANTISEMITISMO 2.0. La propagazione dell’odio online nel web socialeStefano PastaL’istituzionalizzazione del ricordo della Shoah e il Mahnmal für die ermordeten Juden Europas di Berlino: un nuovo tipo di memorialistica dell’Olocausto?Andrea D’OnofrioSaggiDer schweigsame Mann. Stefan Zweigs literarische Auseinandersetzung mit dem AntisemitismusPaola PaumgardhenThomas Mann und der Fall SchostakowitschAlexej BaskakovIl museo come teoria. Appunti per una lettura critica del Landesmuseum di DornerCamilla BalbiRecensioni -
La scelta più giusta. Come decidere la scuola superiore. Una guida per genitori e studenti
Scegliere pensando al mondo del lavoro, scegliere per comodità, scegliere d'impulso, ma anche scegliere per andare contro il parere di un genitore o perché tutti fanno in un determinato modo. Il tema della scelta è assai complesso, in ogni momento della vita, ma risulta cruciale nel rapporto tra genitori e figli quando si tratta di scegliere la scuola superiore. Chi deciderà? In base a quali criteri? Spesso questa circostanza coglie impreparati i protagonisti coinvolti, ragazzi e genitori, generando ansia, disagio e talvolta decisioni sbagliate. Marcello Bramati e Lorenzo Sanna, docenti e educatori, propongono ai genitori una strategia e un percorso di dialogo - il metodo ""orienta""""- per scegliere insieme ai figli la scuola superiore: indicando opportunità e rischi, confrontando curricula e piani di studio, passando in rassegna tempi e modi della scelta, senza trascurare alcun elemento in gioco nel panorama della scuola superiore."" -
Famiglie in crisi. Verso una cultura del legame mentale in comunità educativa e spazio neutro
Il libro promuove un diverso modo di pensare il lavoro con le famiglie all’interno delle Comunità educative e dei Servizi per il diritto di visita e di relazione. Partendo dalle loro esperienze sul campo, le autrici raccontano l’ideazione e la sperimentazione del metodo dell’Estensione della Consultazione Partecipata. Il recupero dell’approccio valliniano, nella struttura e nell’impianto, permette di valorizzarne lo sfondo culturale – la concezione del bambino, la sua sensibilità, la cultura del legame mentale – sottolineando al contempo la valenza politica dei servizi educativi e socio-educativi. Perché nella società di oggi, per affrontare situazioni familiari sempre più complesse, c’è bisogno di interventi che accolgano questa complessità con coraggio, serietà e delicatezza. -
La filosofia futura (2021). Vol. 17: Sul fondamento della conoscenza.
La filosofia futura ospita discussioni su questioni filosofiche partendo da due premesse: il tema costitutivo della filosofia è quello della ""verità"""" e la """"filosofia futura"""" è il futuro della filosofia. Ogni discussione è sempre e innanzitutto un richiamo, esplicito o implicito, a riflettere sul tema della verità come negazione della sua negazione."" -
Eugenio Scalfari e il suo tempo. Un viaggio nelle idee di Scalfari e negli avvenimenti più importanti della recente storia d'Italia. Nuova ediz.
"La Repubblica"""" è stata la postazione dalla quale ha osservato il mondo e lo ha raccontato a generazioni di italiani, ma Eugenio Scalfari è stato molto più di un giornalista. Filosofo, scrittore, politico, imprenditore. Il suo eclettismo è stato un caso unico nel panorama culturale del nostro Paese. Proprio per questo, per comprendere la portata della sua figura e della sua eredità intellettuale, è necessario prendere in considerazione le molteplici sfaccettature dello Scalfari personaggio pubblico. Questo saggio vuole restituire un profilo del fondatore della """"Repubblica"""" secondo quattro filoni di indagine: le idee politiche, la produzione artistica, il pensiero filosofico e il rapporto con la religione." -
Scenari. Rivista semestrale di filosofia contemporanea & nuovi media (2022). Vol. 16
"Scenari"""" intende proporsi come riferimento culturale per ambiti disciplinari eterogenei ma in dialogo tra loro: la filosofia contemporanea, il cinema e i nuovi media e i visual culture studies. Una rivista sensibile e attenta ai temi caldi del dibattito contemporaneo, in grado di concentrarsi su discussioni e problemi filosofici attuali e di proporre approcci originali." -
La repubblica delle emozioni. Retorica e comunicazione politica nella Venezia rinascimentale
Sin dall'antichità, la comunicazione politica permette a uno Stato di auto-rappresentarsi, sia al proprio interno, sia all'esterno. L'utilizzo della retorica, soprattutto quella epidittica, solidifica la comunità intorno a valori condivisi, ma offre anche i mezzi per adattare tali valori a mutamenti storico-politici potenzialmente destabilizzanti per la comunità stessa. È quanto accade alla Repubblica di Venezia tra il 1499 e il 1530. Di fronte alla crisi d'identità provocata dall'effetto combinato della perdita del ruolo di Venezia nel Mediterraneo a causa dell'espansionismo ottomano e dal ridimensionamento in Italia a seguito del conflitto cambraico, il patriziato veneziano fu costretto ad adattarsi alla nuova situazione geopolitica e lo fece attraverso una spettacolare operazione di comunicazione politica, che aveva nella meraviglia il proprio obiettivo. La magnificenza, esibita negli edifici progettati a partire dal 1530, e l'abilità tecnica dei veneziani, in grado di rendere ""possibile l'impossibile"""", divennero i cardini attraverso cui Venezia poté comunicare la propria """"meraviglia"""". Una meraviglia che, per molti sensi, perdura ancor oggi."" -
Le ricerche preistoriche dell'Università di Ferrara
Questo volume offre un bilancio su settant’anni di ricerche sulla preistoria antica d’Italia, condotte da almeno quattro generazioni di docenti e ricercatori dell’Università di Ferrara, ora afferenti al Dipartimento di Studi Umanistici. Innumerevoli sono le testimonianze archeologiche, paleontologiche, geoarcheologiche e archeobiologiche, talora di carattere eccezionale, che contribuiscono a riscrivere la storia del primo popolamento della penisola italiana e delle successive fasi, identificando culture e condizioni ecologiche e toccando aspetti importanti, quali i reciproci rapporti del Neandertal e dei primi sapiens che raggiunsero l’Italia e l’abitarono nel corso dell’ultimo glaciale fino a rioccupare Alpi e Appennini nel postglaciale, quando gli ultimi cacciatori-raccoglitori scomparvero all’alba del Neolitico. Questo successo è stato conseguito grazie al continuo supporto dell’Ateneo ferrarese e delle istituzioni pubbliche ai progetti di ricerca e valorizzazione, operando in sinergia con musei e parchi archeologici e beneficiando dell’entusiastico coinvolgimento della comunità studentesca e dell’associazionismo locale nell’ottica, pluridecennale, dell’archeologia pubblica.