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Il poema desiderato. Avventure di una forma nell'Italia del primo ottocento (1804-1850)
Fra l'estate e l'autunno 1825, a Milano, l'editore Ferrario licenziava il secondo tomo dei Promessi sposi; contemporaneamente vedeva la luce, per la Società tipografica dei Classici italiani, la quarta e definitiva edizione dell'Iliade tradotta da Vincenzo Monti. La concomitanza rende l'idea di un passaggio epocale: di lì a poco il romanzo si sarebbe imposto come dominante, condannando il poema a un progressivo declino. L'egemonia non fu tuttavia immediata, e per anni, nei centri urbani come nelle provincie, il poema rimase una suggestione viva, forte di un passato illustre, spesso identificato come baluardo di una tradizione culturale. Per tutto il primo Ottocento non mancarono infatti, da parte di penne celebri o dimenticate, tentativi di recupero. Tuttavia l'ampia diffusione non poté eludere il problema dell'effettiva possibilità di sopravvivenza di una forma che, nel mutato scenario storico, si esponeva sempre più al rischio di apparire anacronistica. È dunque nel solco della contraddizione fra la sorprendente vitalità del poema e la contemporanea meditazione intorno al suo tramonto che saranno da rinvenire gli aspetti più significativi della transizione, tormentata e tutt'altro che lineare, verso nuovi paradigmi letterari. Un passaggio la cui complessità suscitò spesso negli autori ambivalenza e perfino smarrimento nel constatare che ""il tempo dei lunghi poemi"""" si avviava alla fine."" -
Storie dell'idea di immagine. Dalla filosofia antica all'arte contemporanea
Da tempo la civiltà contemporanea viene definita una ""civiltà delle immagini"""". Eppure la storia dell'idea di immagine è una storia plurale e sfaccettata, che ha visto concorrere diversi saperi e attribuire all'immagine le funzioni più disparate: ontologiche, psicologiche, cultuali, tecnologiche. Il presente volume intende mostrare in quanti modi, diversissimi fra loro, si possa dire l'immagine, recuperando, accanto ai momenti salienti della riflessione filosofica, teorie e pratiche rimaste ai margini della nostra tradizione. Pensare l'istanza iconica come vettore di potenzialità inespresse e non come copia degradata della realtà, costituisce infatti una posta in gioco fondamentale per il tempo presente, dove vige una proliferazione dello spettacolo mediatico che chiede solo di esser passivamente contemplato. Ciò permette non solo di ravvisare nell'immagine un potenziale critico e trasformativo, ma anche di comprendere i motivi della sua lunga e affascinante storia."" -
L' interno e l'esterno. Studi per Sandro Mancini
I saggi raccolti nelle tre sezioni che compongono il volume celebrano l'ampiezza e la varietà di ricerche, interessi filosofici e passioni del pensiero di Sandro Mancini. La sezione dedicata alle prospettive sulla storia della filosofia morale dà voce ai molti autori, moderni e contemporanei, che ne hanno ispirato il cammino di ricerca: da Cusano a Montaigne, Bruno, Pascal, Leibniz, fino a Kant, Hegel, Wittgenstein, Weil, Lukács, Arendt e Jonas. La sezione centrale si concentra sul nesso tra etica e fenomenologia, riprendendo importanti aspetti del pensiero di Merleau-Ponty. Nella sezione finale l'etica si espone alle sfide della libertà e della tecnica, della politica e della letteratura, testimoniando una viva curiosità e l'apertura verso gli sviluppi del mondo in cui viviamo. -
Prefigurazioni. Forme e strumenti del racconto
Il volume affronta intenzioni, potenzialità, interrelazioni di forme e di strumenti del racconto dedicate ad aspetti materiali e immateriali della realtà e alla anticipazione del futuro. Si vogliono mettere a confronto differenti dispositivi dell’indagine e della narrazione quali: codici, testi, mappe, disegni, fotografie, progetti, processi. Gli stessi dispositivi, a volte orchestrati sulla carta, altre volte impostati per un mondo virtuale, sono messi in campo per leggere l’esistente, per interpretarlo, per prefigurare una trasformazione, per restituirla o ancora per verificarne le risultanti. I capitoli del volume sono orchestrati a disegnare un cerchio: a partire dalla lettura della realtà, dei suoi indizi, delle sue possibili direzioni e dei suoi sommessi o evidenti conflitti, si procede indagando lo strumento della Storia, intrisa di profezie; si procede a guardare dietro l’opera, dentro la formazione di un autore, per arrivare poi ad interrogare scrittura e fotografia quando queste mettono in scena architettura. Il racconto di un progetto di spazio è certamente parte fondante del significato e della storia stessa del progetto, oltre questo capitolo si procede ad analizzare il processo stesso come forma della prefigurazione sia nelle vie della modificazione dell’esistente, sia nella messa a fuoco di innovazioni strutturanti la città o, ancora, nelle pieghe di cicli e ricicli di produzione che ritornano con una diversa direzione. Il cerchio si chiude affrontando distanze e assonanze tra digitale, analogico e reale. Il libro raccoglie diverse posizioni e ricerche sui modi e sulle intenzioni della narrazione al fine di attivare un dibattito sul ruolo degli strumenti nel racconto di realtà, latenze, immaginari, tracce del domani. -
Pensiero in immagine. Forme, metodi, oggetti teorici per un italian visual thought
Nel corso dell'ultimo decennio, con l'affermazione internazionale dell'Italian Theory o Italian Thought, si è riflettuto sui tratti costitutivi di una ""via italiana"""" del pensiero che non trova il suo fondamento nel legame con un'identità nazionale, bensì nel nucleo che il suo situarsi storico-politico instabile consente di mettere a fuoco, ovvero la possibilità di esplorare, in modo originale e sperimentale, i nessi tra storia, vita e politica. Se, in questa prospettiva, il pensiero è immanente alle forme di vita e dell'esperienza estetica, appare allora cruciale riconoscere il ruolo della dimensione visuale e i modi in cui le arti, il cinema, il design, il paesaggio abbiano incarnato e pensato le forme dell'esperienza storica attraverso le logiche del sensibile che sono loro proprie. I saggi di questo volume propongono una riflessione intorno all'idea di Italian Visual Thought: non solo un'indagine sui modi in cui le forme artistiche e del progetto """"pensano"""" alcuni tratti caratterizzanti la storia e la cultura italiana; ma anche l'ipotesi che proprio questo pensiero immanente alle forme sensibili costituisca il contributo originale di una via italiana alla cultura visuale."" -
Non è Venezia. Invenzioni fuori dal mondo
L’esigenza della quale questo nuovo quaderno intende farsi carico è una caratterizzazione atemporale e simultaneamente temporale dell’idea di scena: essa è riguardata sub specie di un “altrove” spazio-temporale, di un sistema di luoghi simultaneamente presenti e assenti, luoghi di memoria e luoghi di progettazione, di immaginazione produttiva. In questo quaderno le scritture sono pensate e volute plurali: la ricerca di cui si fa esercizio qui non ha insegne. È condotta a larghe maglie, come reti che vogliono pescare grosso. Così come per noi è stato necessario testimoniare, e celebrare in questa pubblicazione, anche, e soprattutto, la complessa identità di Iuav, le sue mille anime, la sua nuova ricchezza. Per questo nell’indice non ci sono capitoli, divisioni, confini: non abbiamo voluto mettere limiti. Né alzare muri, tranne quelli utili a organizzare e poi aprire lo spazio dell’incontro e del confronto. Come i bordi scivolosi di questa città. E nebulosi, spesso: il senso e la perdita del luogo. Si è trattato di un progetto comune. Inoltre, molte ricognizioni sono inedite, spesso commissionate direttamente ai colleghi, che hanno perfettamente coniugato questa richiesta di ripensare Venezia come spazio scenico di pensieri e di invenzioni. Con una forte incidenza dell’altrove: Non è Venezia è infatti la scena/concetto in cui la città è stata deterritorializzata, per poter essere osservata, ripensata, reimmaginata e riprogettata. -
Ingegneria italiana del Novecento. Scuole e protagonisti
A partire dall’Ottocento l’ingegneria civile, sospinta dall’impetuoso sviluppo industriale, ha compiuto progressi strabilianti nelle tecniche costruttive, nei grandi edifici pubblici e nelle infrastrutture. Sospinte dai rispettivi sistemi industriali, l’Inghilterra e poi la Francia, gli Stati Uniti e la Germania si sono affermate pionieristicamente nel campo della ricerca strutturale, realizzando opere eccezionali per dimensione e innovazione tecnologica e spaziale. Il contributo italiano all’ingegneria, invece, si colloca nelle sue forme più mature solo nella seconda metà del Novecento, quando l’Italia da un’economia prevalentemente agricola si trasforma in uno dei maggiori paesi industriali a livello globale. La costruzione di un moderno apparato industriale, di grandi infrastrutture, come le autostrade e la ferrovia, le dighe, i grandi edifici dedicati al commercio, allo sport e in genere all’intrattenimento sono i temi più indagati dagli studi. Le ricerche hanno evidenziato l’eccezionale talento dell’ingegneria italiana nel coniugare l’espressione architettonica con l’esattezza del dimensionamento e l’audacia della costruzione. L’Italia vanta fin dall’Ottocento scuole di ingegneria di alto livello e personalità di rango internazionale nel campo della ricerca strutturale. Il volume dà conto delle tante sfaccettature che hanno caratterizzato la ricerca italiana, privilegiando una lettura condotta attraverso il filtro delle principali scuole di ingegneria (Torino, Milano, Roma, Padova, Bologna), istituzioni animate dal talento di Maestri capaci di unire approfondimento teorico e sapienza tecnica e costruttiva. Gli ingegneri italiani emergono come geniali sperimentatori, riconosciuti fautori di originali soluzioni teoriche e costruttive. In ogni scuola si avviano studi su diversi materiali e settori di specializzazione, caratteri distintivi che ancora oggi distinguono i più prestigiosi atenei italiani. Questa raccolta intende offrire una prima ipotesi per un’articolata storia dell’ingegneria italiana attraverso lo studio della sperimentazione tecnica condotta nelle scuole di ingegneria della penisola. -
L' arte dei misogini
Uno scrittore, un poeta e un filosofo, sullo sfondo di un'Italia assurda e in preda alla follia, si dimostrano in queste pagine non già degli intellettuali come ci si aspetterebbe ma soltanto chiacchieroni mediocri, privi di cultura e di umanità. L'impossibilità di preservare l'indipendenza emotiva fa sorgere nell'animo dei protagonisti - abbandonati i sentimenti puri e giovanili - l'arte della misoginia. -
La letteratura e il bíos. Quattro istantanee su Siri Hustvedt
Il volume offre la prima introduzione italiana all’opera di Siri Hustvedt, autrice statunitense di origini norvegesi, oggi fra le più lette e tradotte al mondo. In particolare verte sul nesso, imprescindibile nella sua produzione letteraria e saggistica, tra poetica e neuroscienze cognitive, campi del sapere che, insieme alla filosofia, all’estetica e alla psicologia, Hustvedt attraversa di continuo, contribuendo al dialogo, oggi essenziale, tra le humanities e le scienze naturali. Questioni di genere, riflessioni sul trauma e sulla malattia, sulla dimensione cognitiva che lega memoria, immaginazione e narrativa, oltre al suo impegno politico e sociale, fanno di Siri Hustvedt un’autrice di riferimento nel panorama internazionale. I quattro saggi raccolti nel libro corrispondono ad altrettante parole chiave che caratterizzano la scrittura di Siri Hustvedt e la sua poetica. Il volume si apre con una memoria di Vittorio Gallese, scienziato di fama internazionale, con cui Siri Hustvedt si confronta da anni in un dialogo che ha grande importanza sia per la teoria letteraria sia per le neuroscienze cognitive e le loro applicazioni nel campo delle arti soprattutto dopo la scoperta dei neuroni specchio. Oltre a costituire un’introduzione all’opera di Siri Hustvedt, utile dal punto di vista didattico, il volume si rivolge al pubblico più vasto interessato alla narrazione studiata nel contesto dell’evoluzione cognitiva dell’uomo. -
Le ore dell'amore
«Quando soffriamo per una donna, / senza speranza di essere consolati, / non vediamo, con occhio dispiaciuto, / che il cielo oscuro della sua anima». Albert Lozeau (Montreal 1878-1924), poeta canadese in lingua francese, viene oggi considerato, insieme a Émile Nelligan, uno dei poeti più rappresentativi del Quebec. Autore di testi di natura principalmente intimistica, ha pubblicato alcune raccolte di poesia: L'a'me solitaire (1907), Le miroir des jours (1912). Lauriers et feuilles d'érable (1916), riunite, dopo la sua morte. in Poésies complètes (3 voll. 1925-26, comprendenti anche le inedite Images du pays). -
Versi d'amore
«O cuore simile al mio, cuore profondo che mi evoca / un cielo autunnale, un cielo instabile e mutevole / dove spunta, fra le nubi in viaggio, / un'intera fioritura di stelle equivoche!». Georges Raymond Constantin Rodenbach è nato il 16 luglio del 1855 a Tournai in Belgio ed è morto a Parigi il 25 dicembre 1898. Appartenente ad una famiglia aristocratica di origine tedesca, ha svolto per un certo tempo l'avvocatura per poi dedicarsi esclusivamente al giornalismo e alla letteratura. Ha scritto in particolare racconti, romanzi e poesie, molto noto è il suo romanzo Bruges la Morte del 1892. Nel 1886, il libro di poesie La Jeunesse bianche gli procura fama non solo in Belgio ma anche in Francia. Simbolista, malinconico, raffinato. era molto apprezzato da Marcel Proust. -
Gli anni sui mari
«La nostra essenza è un miscuglio, il mio di animali diversi: sono in parte / serpente leone avvoltoio scorpione pellicano volpe e a ciò è dovuta la mia sozzura». Anni Sumari (1965) ha iniziato a scrivere racconti e prose brevi alla fine degli anni Ottanta. La sua prima opera poetica, Sarkofagi (Sarcofago), risale al 1994. Da allora ha pubblicato soprattutto poesie e tradotto diversi classici, tra cui Samuel Beckett, l'antica epopea islandese Edda, Louise Gliick e Anne Sexton. Inoltre, ha anche insegnato scrittura all'Istituto di critica di Helsinki. Le sue poesie sono state tradotte in più di 20 lingue e nel 1998 ha ricevuto il premio per la poesia ""Tanssiva karhu"""" (Orso danzante) e nel 2016 l'""""International Best Poet of the Year"""". Prefazione di Siru Kainulainen."" -
Migrazioni e appartenenze. Identità composite e plurilinguismo
Il volume presenta una serie di ricerche interdisciplinari sui fenomeni del plurilinguismo, con attenzione alle identità composite. I contributi ritagliano spazi molteplici all'interno del vasto insieme delle migrazioni della società fluida e scavano l'eredità, individuale e di popolo, alla luce degli apporti scientifici più recenti. In particolare sono state prese in considerazione, oltre alle zone di area euro-mediterranea, anche la migrazione italiana nel Regno Unito e la narrazione di autori di lingua tedesca e di origini multietniche. Gli studiosi interrogano da prospettive diverse le relazioni tra scritture, arti e migrazione, per riflettere sulla costruzione di una nuova immagine dell'altro, sull'importanza del ruolo giocato da intellettuali e artisti nell'ideazione di immaginari diversi rispetto a quelli delle società tradizionali. In ogni saggio si ripensano, con un preciso approccio critico, i concetti di ""orizzonte di attesa"""" e """"spazio di esperienza"""" in relazione al mondo globale di Bauman e all'interno di una Europa della diversità."" -
Studi di estetica (2022). Ediz. bilingue. Vol. 2: Sensibilia 15. Emergence/Emergency
"Studi di estetica"""" è stata fondata nel 1973 da Luciano Anceschi. La sua caratterizzazione accademica e scientifica è stata tale da favorire negli anni l'attivo confronto con diverse scuole di pensiero. Alla rivista hanno infatti collaborato studiosi italiani e stranieri, critici, letterati, e uomini di cultura di varie tendenze. Fino al 2013 sono usciti 66 numeri a stampa suddivisi in tre serie. Dal 2014 ha assunto la sua veste attuale di rivista anche online, e in questa nuova serie viene edita da Mimesis. “Studi di estetica” vuole essere una sede di discussione e di aperto confronto sui temi tradizionali e sulle prospettive più recenti dell’estetica. È una rivista internazionale peer review, impegnata a promuovere il dibattito teoretico e storiografico fra le diverse tendenze critiche che animano l’indagine contemporanea; a favorire gli scambi interdisciplinari e sviluppare relazioni anche coi campi più prossimi e affini all’estetica filosofica; a mantenere alta la qualità delle pubblicazioni nel rispetto del più rigoroso metodo scientifico." -
Mechane. Vol. 3: Tecnica e metafisica.
"Mechane"""" è una rivista internazionale dedicata alla questione della tecnica come domanda cruciale che non riguarda solo il nostro presente, bensì l'uomo stesso e la sua avventura. Accoglie contributi non solo filosofici, ma anche di altri ambiti, quali quello storico, paleoantropologico, neurologico, etologico, psicologico, sociologico e linguistico." -
Il turismo tra memoria e futuro
Rivista dell’Associazione Italiana di Studi Semiotici, Anno XVI, n. 35 - 2022. Contributi di:, Claudio Arbore, Monica Barni, Giuditta Bassano, Eleonora Chiais, Francesco Galofaro, Eduardo Grillo, Anna Maria Lorusso, Marco Maggioli, Paolo Domenico Malvinni, Enrico Mariani, Francesco Mazzucchelli, Mario Panico, Orlando Paris, Paolo Peverini, Isabella Pezzini , Francesco Piluso, Jenny Ponzo, Patrizia Violi, Luigi Virgolin, Ugo Volli. -
Il secolo breve della Cooperativa dei Pescatori del Lago di Varese
"Il secolo breve della Cooperativa dei Pescatori del Lago di Varese"""" rappresenta l'ultimo capitolo di una storia dei laghi varesini raccontata per l'ultimo millennio e che ha la sua definitiva conclusione con la pesca novecentesca. Il pescatore-contadino alle dipendenze dei proprietari delle rive si trasforma nel Novecento in pescatore professionista, con la formazione di una Cooperativa proprietaria dei diritti di pesca. La pesca non è più un lavoro che integra l'economia agricola, ma diventa un'attività unica ed esclusiva. Questa radicale trasformazione della società e dell'economia locale ha la breve durata di tre generazioni e si conclude alla fine del secolo con la scomparsa sia dei contadini, sia dei pescatori, dopo il devastante inquinamento del lago e la provvisoria industrializzazione del secondo dopoguerra. Questa crisi epocale lascia aperte alcune domande sul prossimo futuro del territorio varesino, alle quali è possibile rispondere solo con il recupero del recente passato, che però sta per essere dimenticato... Prefazione di Giancarlo Giorgetti." -
Elementi per un'estetica del digitale. Media interattivi e nuove forme di educazione estetica
Nell'era del digitale, caratterizzata da processi di mediazione sempre più pervasivi, quali nuove prospettive stanno emergendo dalla riflessione estetica? La progressiva diffusione di dispositivi digitali implica processi di anestetizzazione della sensibilità o, viceversa, un ampliamento delle facoltà creative e immaginative, reso possibile dai connotati interattivi che caratterizzano le neo-tecnologie? Il volume esamina tali questioni confrontandosi con le principali linee teoriche che concorrono a definire l'odierno dibattito estetico sul digitale, analizzando in particolare le prospettive focalizzate sul rapporto interattivo che può costituirsi tra soggetti, device digitali e ambienti mediali. Sulla base di tali prospettive e dei risultati di ricerca elaborati nell'ambito di un progetto di ricerca internazionale, dedicato alla realizzazione di narrazioni multimodali, emergono da un lato sollecitazioni per lo sviluppo della riflessione estetica, dall'altro strategie utili alla messa a punto di nuove forme di educazione estetica. -
Bachelard Studies-Études Bachelardiennes-Studi Bachelardiani (2022). Ediz. multilingue. Vol. 1-2: Gaston Bachelard and philosophy of science today-Gaston Bachelard et la philosophie des sciences ...
Rivista di studi Bachelardiani. -
Medicina narrativa e bioetica della cura. Tre riflessioni sull'atto medico e la distinzione tra malattia e patologia
Cosa sia l’atto medico è la questione che viene discussa nella doppia chiave pratica e teoretica, scientifica ed empirica assunta nel tentativo di leggere la questione dell’atto medico sia con gli occhi del medico sia con gli occhi del paziente, l’uno centrato verso il cosa fare tecnico, l’altro tutto preoccupato dal cosa fare emozionale-affettivo. E qui un interrogativo sorge ed è elementare: può il primo “farsi”, quello tecnico, ignorare il secondo, quello emozionale? In termini meno elementari: può il medico trattare il paziente come corpo, e il corpo del paziente può essere inteso come un “corpo docile” manipolabile o come “corpo-macchina” trasparente? Il “cosa” dell’atto medico e il “come” della cura, forse, si ripropongono anche attorno a queste questioni, elementari e fondamentali anche nel senso di fondative.