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Precious
Con il suo linguaggio illetterato e sconnesso, Claireece Precious Jones racconta la sua storia. Ha 16 anni ma ne dimostra almeno 30, è nera, povera e grassa. A scuola, dove si reca testardamente ogni giorno, è preda degli scherzi cattivi dei compagni per la sua mole e perché è rimasta indietro nelle classi. Tutti la credono ritardata e si disinteressano di lei finché non si accorgono che è incinta e la puniscono con l'espulsione. Precious è incinta, per la seconda volta, di suo padre: a 12 anni ha messo al mondo una bambina down, frutto dell'incesto. Sua madre non è da meno: gelosa, la schiavizza abusando a sua volta sessualmente di lei. Ma Precious, pur semianalfabeta, è intelligente, curiosa, percettiva: la sua ostinazione a continuare gli studi è in qualche modo dettata dalla coscienza che l'istruzione è la chiave per sfuggire alla violenza e all'emarginazione, è ciò che la renderà visibile al mondo, non più ""una macchia di unto nero da lavare via"""". La sua insegnante, Miss Rain, le insegnerà a leggere e a scrivere incitandola a tenere un diario. È l'inizio di un inferno, ma anche di una redenzione: le prime, incerte parole che Precious faticosamente mette insieme compongono un quadro di indicibile violenza e povertà, ma nello stesso tempo materializzano sogni, sentimenti e desideri. Sapphire, pseudonimo di Ramona Lofton, è un'autrice americana. Ha insegnato per dieci anni a leggere e scrivere nelle scuole di Harlem e del Bronx: da questa esperienza scaturisce la materia di questo suo primo romanzo."" -
Il compagno Astapov
I grandi cambiamenti sociali e tecnologici dei primi decenni del ventesimo secolo mutarono radicalmente il mondo e la sua percezione. Ken Kalfus ci racconta in un romanzo grottesco, visionario, implacabile, l'inizio di questa nuova era e le incredibili implicazioni che ne conseguirono, grazie alla straordinaria impresa di un ragazzo ambizioso alle prese con due morti d'eccezione, quella di Tolstoj e quella di Lenin. Tutto ha inizio nel 1910 nella cittadina di Astapovo, presa d'assalto da curiosi e giornalisti che vogliono assistere agli ultimi giorni di vita del grande e venerato scrittore. Tra gli astanti ci sono anche un giovane operatore cinematografico, Gribsin, e un macabro anatomista dedito alla pratica dell'imbalsamazione, Vorobèv. I due sembrano essere gli unici ad aver intravisto nella facoltà dirompente che hanno le immagini le possibilità che la comunicazione offre alla causa rivoluzionaria. Un nuovo potere, ora, è a portata di mano. Energico affresco sulla storia russa di inizio secolo, ma anche riflessione su una società dominata dall'apparenza, Il compagno Astapov segna uno dei momenti migliori dell'opera di Ken Kalfus, da molti considerato fra i più grandi scrittori americani viventi. -
Sopravvivere all'attesa. Manuale per giovani coppie
Ada e Alessandro, 25 e 28 anni, lavoratori precari, scoprono di aspettare un bambino, e di volerlo. Questo è il diario a due voci della loro attesa. Un ""manuale"""" che propone e tenta di risolvere tutti i problemi economici, ambientali, legislativi e morali che incontrano i genitori nell'era della flessibilità. Una coraggiosa risposta al perché fare figli in un mondo sovrappopolato, in un paese vecchio e senza stato sociale. È anche un romanzo sull'esperienza femminile della maternità raccontata con ironia e con l'entusiasmo incosciente di chi ha fiducia nel futuro, nonostante tutto. E soprattutto è la storia di Ada e Alessandro, sospesa un attimo prima di conoscere loro figlio: Arturo."" -
The Paris Review. Interviste. Vol. 2
Da quando è stata fondata, nel 1953, The Paris Review ha avuto il merito di restituire all'attenzione dei lettori conversazioni appassionanti, dal valore letterario inestimabile, realizzate con le più grandi voci del nostro secolo, istantanee di vita che li ritraggono nella loro quotidianità, ragionamenti a metà tra la querelle filosofica e le chiacchiere da bar su metodo, arte, scrittura e tradizione. Dalla convinzione di William Faulkner secondo cui la formula da seguire per diventare un grande romanziere sia quella che mescola con audacia ""novantanove percento di talento, novantanove percento di disciplina, novantanove percento di duro lavoro"""", fino alle acute osservazioni di Gabriel Garda Màrquez per il quale """"già nel primo paragrafo si risolvono la maggior parte dei problemi legati al romanzo"""", The Paris Review raccoglie un campionario vastissimo di racconti, aneddoti, ricordi di autori dallo straordinario valore che non si tirano indietro davanti agli affondi insoliti, arguti, provocatori, spesso intimi di chi li intervista. Introduzione di Orhan Pamuk."" -
Il monumento. Testo inglese a fronte
Mark Strand, uno dei più grandi poeti viventi, ha scritto un libro destinato a varcare i confini della propria vita, a superare i secoli tendendo all'immortalità, è, con una minima dose di approssimazione, il sogno di ogni scrittore; con questo sogno Strand si misura sin dal titolo e dalla dedica ""Al Traduttore di The Monument nel futuro"""". Il monumento è scritto al futuro anteriore, un tempo in cui le cose non solo saranno, ma soprattutto saranno state, le civiltà consumate, la memoria svanita, l'autore morto. L'opera letteraria più complessa e ambiziosa di uno dei maggiori autori nord-americani. Il monumento è una sofferta e appassionata partita a scacchi, un tentativo di ingannare morte e oblio partendo dalla consapevolezza che morte e oblio non possono essere ingannati."" -
Palomba vintage
Johnny Palomba è nato a Bogotà in Colombia alla fine degli anni 60. Dopo una vita epica e rocambolesca in giro per mezzo mondo a libro paga dei servizi segreti di almeno 20 stati differenti, arriva a Roma dove decide di vivere stabilmente e approfondire gli studi sulla ""lingua"""" parlata nella Capitale. È autore con Fandango Libri di 8 raccolte di """"recinzioni"""", vere e proprie recensioni di film in slang romano. In questo volume: le recensioni dei film delle ultime due stagioni cinematografiche, una speciale retrospettiva sui grandi classici del cinema, e una serie di esclusivi documenti frutto della sua continua e incessante attività di dossieraggio. Dal 2008 lohnny Palomba è direttore di Fandangowebradio, la radio web della Fandango. Per motivi di sicurezza ma anche per autocensura Johnny Palomba non mostra mai il suo vero volto."" -
Il giorno dei morti. L'autunno del commissario Ricciardi
Il commissario Ricciardi è protagonista indiscusso della scena criminale della Napoli degli anni Trenta, capace di risolvere ogni caso con tali abilità e precisione da sconcertare colleghi e istituzioni. Ma questa sua capacità si dice sia innaturale, dettata addirittura dal demonio. E piace a pochi. Perché Ricciardi vede i morti e ne coglie l'ultimo pensiero, interrotto a metà da una morte violenta. Un'abilità divinatoria, quasi magica. Eppure a volte neanche questi mezzi sembrano bastare di fronte al mistero di certi crimini. È iniziato un autunno piovoso, Napoli è sotto una coltre di nuvole e nebbia. Nella settimana dei Morti viene trovato il cadavere di un bambino. Si chiama Matteo, Tettè per tutti. Uno dei tanti scugnizzi che vivono di espedienti nei vicoli della città. A prima vista, sembra morto di stenti, ma presto si scoprirà che forse la morte è stata causata da altro. Ricciardi indaga, ma le condizioni non sono facili. Le autorità fermano ogni tipo di inchiesta perché sta per arrivare in città Benito Mussolini. Al commissario toccherà indagare in modo clandestino, e soprattutto senza poter contare su alcuno dei suoi indizi perché sul luogo del delitto stavolta non vede né sente niente. A questo punto un interrogativo: ha esaurito il suo dono, la sua condanna, oppure il bambino non è stato ucciso lì? -
Chi ha fatto quel film?
Robert Aldrich, George Cukor, Allan Dwan, Howard Hawks, Alfred Hitchcock, Chuck Jones, Fritz Lang, Joseph H. Lewis, Sidney Lu-met, Leo McCarey, Otto Preminger, Don Sie-gel, Josef von Sternberg, Frank Tashlin, Edgar G. Ulmer, Raoul Walsh. Dopo il grande successo di critica e pubblico di ""Chi ce in quel film?"""" dove Peter Bogdanovich conversava con alcuni fra i più grandi attori americani, in questo nuovo volume, """"Chi ha fatto quel filmi?"""" l'autore intervista e ritrae sedici grandi registi di Hollywood che hanno fatto la storia dei primi cento anni del cinema mondiale. Grazie allo stile accessibile, alla modalità della conversazione e alla grande competenza di un intervistatore che è un loro """"pari"""", i registi si sentono liberi di descrivere in dettaglio le loro motivazioni, il metodo di lavoro e perché no, le follie che gli hanno permesso di girare i più bei film del ventesimo secolo contribuendo alla creazione di un memorabile compendio sulla settima arte."" -
La stagione dell'amore. DVD. Con libro
Come amano gli italiani? Esiste l'erotismo, esiste l'amore in un paese dove la chiesa cattolica con i suoi precetti convive con la televisione più scollacciata d'Europa? Lo scrittore Antonio Scurati attraversa l'Italia da nord a sud, seguendo le suggestioni di ""Comizi d'amore"""", il film-inchiesta di Pasolini sulla sessualità in Italia dei primi anni Sessanta. All'uscita di una scuola del centro di Milano, tra i giovani dell'estrema destra romana, nelle balere e su una spiaggia toscana, o nella piazza del Family Day, gli italiani di oggi si confrontano su fedeltà e tradimento, concepimento e contraccezione, coppie di fatto e unità familiare, inibizioni e varietà delle pratiche sessuali, restituendoci il ritratto di un paese che ha perso la sua ingenuità, ma non per questo è meno imbarazzato e balbettante di fronte alla rappresentazione pubblica dell'amore. Al documentario è allegato il libro """"La reinvenzione dell'amore"""" che raccoglie racconti e saggi di Antonio Scurati. Riusciamo ancora a struggerci e a farci distruggere dall'amore? Nel libro questo interrogativo circola sotterraneo. Ad esempio, è il caso del protagonista del racconto che dà il titolo alla raccolta. Il professor Serti è scomparso. Era diventato famoso per aver scritto in gioventù un saggio per dimostrare che nel romanticismo ottocentesco non c'era l'amore romantico. Lascerà un telefonino dentro il quale sono collezionati i messaggi che testimoniano una tormentata storia d'amore."" -
The Paris Review. Il libro della gente con problemi
La domanda è: possono esistere storie, racconti, narrazioni senza che agiscano sull'invenzione letteraria i drammi personali, i conflitti interiori, i dilemmi amorosi, i tentennamenti dovuti a una scelta? ""Il libro della gente con problemi"""", secondo volume antologico che raccoglie i migliori contributi pubblicati tra il 1974 e il 2004 sulla nota The Paris Review, firmati da grandi autori della contemporaneità - Joanna Scott, Annie Proulx, Ben Okri, Wells Tower, Julie Orringer, Rick Bass, James Liscimi, Malinda McCollum, Norman Rush, Denis Johnson, Mary Robinson, Charles Baxter, Miranda July, Richard Stern, Elizabeth Gilbert, Frederick Busch, Charlie Smith - sembra voler dare una risposta all'insolita ma irresistibile questione. I personaggi che popolano queste storie sono tutti alle prese con un problema irrisolvibile: uomini tormentati dal senso di colpa, donne oppresse dal ruolo e dal passato, scienziati vinti dalla passione, madri appassite dalla delusione, pazienti schiacciati dalla superiorità del proprio terapeuta, amanti straziati dalla furia della gelosia. """"Il libro della gente con problemi"""" rispecchia con acume il mondo in cui viviamo, e le ansie, le tensioni, tutti quei problemi che divorano, consumano i protagonisti dei racconti, finiranno drasticamente per diventare anche i nostri. Introduzione di Stephin Merritt."" -
Statale 18
La statale 18 è una delle tante strade del sud. Tre regioni e quasi 600 chilometri. La prima Salerno-Reggio Calabria della storia. Ma la statale 18 non è solo una strada. È la linea mobile di un nuovo confine interno. Il domicilio affollato e instabile di un'Italia in cui ogni cosa pare destinata a scivolare ancora più giù. Un percorso tra terra e mare, disseminato di ostacoli, che scorre in mezzo al traffico e insidie mortali, tra scorci ancora incantevoli e brutture spaventose. Ovunque le follie dell'abusivismo, la gestione scriteriata delle coste cementificate, ma anche i mali e le contraddizioni vecchie e nuove di centri popolosi e comunità che davanti al mare della storia, ai panorami mozzafiato e alle bellezze deturpate covano i germi di un'inquietudine distruttiva e livellatrice. A pochi chilometri dalla più famosa e famigerata Salerno-Reggio Calabria, questa lunga striscia di asfalto che unisce i centri più intensamente abitati della Calabria tirrenica, è oggi la traccia più fedele di una regione e di un paese irrisolto destinati a rincorrersi nello specchio infranto del meridione contemporaneo. Su questa stessa strada Minervino disegna le tappe di un viaggio pubblico e privato, insieme alla gente che percorre e abita questi luoghi di transito come fossero le borgate di una sola città alienata e invisibile. In mezzo a un paesaggio fragoroso e immobile che ogni giorno ribolle e appassisce. -
Palacinche. Storia di un'esule fiumana
Nel corso del Novecento Fiume è stata una città austro-ungarica con forte presenza italiana, poi territorio libero, poi italiana, jugoslava, ed è oggi croata, col nome di Rijeka, che semplicemente significa Fiume ma in un'altra lingua. Elena è nata lì nel 1942, e ha fatto parte delle migliaia di italiani che alla fine della Seconda guerra mondiale hanno lasciato l'Istria e la Dalmazia in direzione dell'Italia. ""Fascisti"""" per molti, """"stranieri"""" per tutti gli altri, questi immigrati italiani hanno sperimentato sulla propria pelle il pregiudizio insieme alla diffìcile condizione di esuli. Caterina Sansone, fotografa, insieme ad Alessandro Tota, autore di fumetti, intraprende un lungo viaggio a ritroso sulle tracce di sua madre Elena. La fuga dalla Jugoslavia con la sua famiglia, quando era solo una bambina di 8 anni, la vita nelle baracche, nei campi profughi allestiti dal nord al sud della penisola, la conquista di una casa e dell'integrazione, l'arrivo del benessere. Mescolando fotografia e fumetto con ironia e leggerezza (le palacinche del titolo sono frittelle, un ricordo d'infanzia, che suona nello stesso modo da entrambi i lati del confine), Caterina e Alessandro ricompongono i tasselli di una storia familiare che appartiene a un patrimonio comune."" -
Ninna nanna delle mosche
«Ho sognato l'odore tuo, il sangue tuo.»Il nord del Cile all'inizio degli anni Venti del Novecento è la terra promessa per una comunità di emigranti italiani. Minatori, che hanno colonizzato i villaggi di quella sterminata pampa. Gregorio Zafarone, operaio all'officina Porvenir, scrive per i suoi compagni analfabeti le lettere da mandare alle famiglie in Italia. Le sue, però, indirizzate a Berto Macaluso, giovane fornaio di Palmira, paese dell'entroterra lucano di cui sono entrambi originari non hanno mai ricevuto risposta, fino al giorno in cui tutto cambia. Le sue parole raggiungono Berto, chiuse in una busta in cui è intrappolata una mosca e lo spingono a partire per il Cile. -
La cura
In una casa sul mare, una giovane donna, schiva e solitaria, assiste il padre malato con la stessa devozione che riserva ai suoi fiori, confinati al caldo, in una serra. Tra quelle alte mura, avamposto di una terra chiusa e inospitale, c'è solo silenzio, un lento rincorrersi di gesti che si ripetono uguali da anni, da quando suo padre è immobilizzato in un letto. Una notte un uomo che sa di vento e di sale forza l'immota tranquillità di quella casa, spingendosi al di là del cancello, oltre il recinto che separa e che allontana, ma il cane, custode di quel regno, lo aggredisce ferendolo a un fianco. È straniero, parla una lingua sconosciuta, ha sul corpo i segni di un lungo viaggio e negli occhi l'ombra di un passato doloroso. Da quando, da qualche giorno, una misteriosa nave color petrolio è approdata nel porto a ostruire l'orizzonte, la giovane donna non pensa ad altro che a partire. Aprire la porta a quell'uomo indifeso, spaventato, bisognoso delle stesse cure di cui suo padre non può più fare a meno, farlo entrare senza chiedersi perché, rappresenta la sua grande occasione. Lei vorrebbe una vita altrove, lui nasconde una storia. ""La cura"""" è il romanzo di un amore fatto di silenzi, che vive di gesti, perché se non c'è una lingua da condividere, le parole si fanno deboli, fragili, inconsistenti."" -
L' arte dell'inganno
Di lui si conosce solo la firma: B. Traven (e già quella ""B"""" è un indovinello). Nessuna fotografia, niente interviste, solo una ridda di ipotesi confuse. Milioni di copie vendute e niente indizi. Lo chiamano lo scrittore fantasma e su di lui si diffondono improbabili leggende. Si dice che sia un americano espatriato, un anarchico tedesco, Jack London redivivo, un esploratore artico, un lebbroso. Critici e giornalisti, curiosi, cominciano a cercarlo dappertutto. Lui resta nell'ombra. Dal suo eremo messicano Traven diventa il maestro segreto di tutta una generazione di reclusi o, volendo, di impostori. Salinger, Pynchon, Lessing, Pessoa, lo stesso von Arcimboldi di Bolano: tutti incespicano correndo dietro la scia della cometa. Imitatissimo e in fondo inimitabile, Traven - il virtuoso degli pseudonimi, l'uomo enigma più che un esempio è un monito beffardo. Il romanzo racconta la sua fuga rocambolesca mentre sulla scena si alternano mute comparse e grandi protagonisti della storia: Eric Musham e Rosa Luxemburg, George Grosz, Frida Kahlo e Tina Modotti, Luis Bunuel. B. Traven è colui che ha inventato """"la scomparsa dello scrittore"""" come dato essenziale della biografia di un autore: l'inganno della Letteratura, l'inganno (e l'arcano) della Politica. Da cosa stesse scappando non è chiaro. Non aveva mai cercato il successo o la fama. Solo gloria. La gloria ridicola e perfetta dell'anonimato."" -
Famiglie
Ada è una donna generosa, innamorata, madre di due figli, Stella e Taos, avuti da due precedenti relazioni. Fa l'avvocato e si occupa di un'associazione che tutela le donne vittime di aggressione. Daniele è il suo compagno, uomo di cinema, tormentato, mal sopportato dai due ragazzi e in particolare dal ventenne Taos. In questo scenario Francesca Comencini costruisce la ragnatela di una famiglia non convenzionale in cui si incrociano aspirazioni ambiziose e grandi ideali come quelli di Stella che sogna un futuro da attrice; ma anche piccoli e puri sentimenti come il senso filiale che cerca con coraggio e volontà Taos. Accanto a questa famiglia che può sembrare fuori dal comune ce n'è una apparentemente più tradizionale, ed è quella formata da Filippo e Giovanna. Sono cattolici e genitori adottivi di Vera, una cara amica di Stella. Vera porta con sé lontane irresolutezze che la rendono una ragazzina debole, curiosa ed esposta al mondo, ma anche facilmente influenzabile, tanto da essere irretita e coinvolta in una setta di fondamentalisti. Spetterà alla madre Giovanna tirar fuori tutto il suo coraggio, che anche lei ignorava di avere, per salvarla. Questo romanzo di Francesca Comencini esplora le famiglie allargate. Un affresco sul nucleo familiare in un paese che ancora oggi considera la famiglia un fondamento chiuso sancito dal vincolo matrimoniale e i rapporti di sangue, ma sempre meno sulla verità degli affetti. -
Chucho
Barcellona, salite ripidissime sul versante del Montjuïc, il quartiere popolare Poble Sec e la sua gente. Agosto, un caldo infernale, un ragazzino cammina nei vicoli affollati di turisti. È Chucho, non ha famiglia, non ha genitori, non ha altro che i suoi undici anni e un paio di Nike fiammanti ai piedi. Un regalo della Polacca, la ragazza per cui rimorchiava clienti di nascosto dal suo protettore. Adesso la Polacca è stata uccisa, il suo stomaco l'hanno trovato diversi isolati più in là, e nessuno sa chi è stato. Ma forse la vita di Chucho inaspettatamente sta per cambiare. Hans, l'ultimo uomo che è stato con lei, ha promesso che lo porterà via. Viene da un mondo lontano, è tedesco, bello, rassicurante, ricco e insieme voleranno a New York. Di colpo la realtà circostante, le strade, le case si sgretolano per lasciar spazio all'immaginazione. Alla speranza di un futuro. Ai toni da favola Grégoire Polet accosta un realismo crudo. Frasi stringate, sequenze cinematografiche per una storia che si svolge tutta in ventiquattro ore. Ventiquattro ore rocambolesche, tra incontri, sogni, inseguimenti, in cui Chucho conoscerà l'illusione e la disillusione, in un'indelebile iniziazione alla vita. -
Io manifesto per la libertà
Nel 1961, dopo aver appreso la notizia dell'arresto di due studenti portoghesi che erano stati imprigionati per aver brindato alla libertà, l'avvocato inglese Peter Benenson cercò di trasformare in mobilitazione quel senso profondo di indignazione che aveva provato e, insieme ad altre persone, diede vita ad Amnesty International. Da 50 anni questa organizzazione difende i diritti umani fondamentali, chiedendo a ogni cittadino di schierarsi, di mettere la firma in fondo a un appello, di attivarsi in difesa di chi subisce violazioni. ""Io manifesto per la libertà"""" racconta la storia incredibile di questo movimento attraverso 25 poster che percorrono nel tempo e nello spazio gli ultimi 50 anni di storia dei diritti umani, grazie anche alla voce particolare e personale di autori e autrici d'eccezione che hanno accettato di manifestare per la libertà al fianco di Amnesty International donando i loro preziosi contributi. Con la prefazione di Dario Fo e Franca Rame e l'introduzione di Valentina Maran."" -
Doppio gioco. L'Argentina cattolica e militare
Lo stesso papa Paolo VI che si rifiutò di richiamare il cardinale Silva Henriquez su richiesta del dittatore Pinochet, si dimostrò tollerante con i crimini della dittatura argentina, benedì la Giunta Militare e si dichiarò affascinato dalla personalità del sinistro ammiraglio Emilio Massera, capo della Esma. La differenza si deve alle diverse attitudini dei due Episcopati. Il cileno creò il Vicariato della Solidarietà per proteggere i perseguitati, quello argentino diffuse giustificazioni teologiche alla politica di sparizione, tortura e assassinio delle persone. Questa inchiesta di Verbitsky stabilisce che l'Episcopato argentino fraternizzò con i criminali, mentre si rifiutava di ricevere i famigliari delle vittime, che come un coro civile facevano da tragico contrappunto alle riunioni episcopali. Penetra, con la documentazione ecclesiastica, diplomatica e militare, nel profondo dell'ampio ambiente clericale: i cosiddetti ""moderati', come il nunzio Pio Laghi, che giocava a tennis con Massera e diceva agli americani che Videla era un buon cattolico, il presidente dell'Episcopato Primatesta, che secondo fonti accreditate dell'autore, ha presentato al governo liste di professori e alunni delle scuole cattoliche da sequestrare; i vescovi Laguna e Galan, che si sedevano a tavola con i delegati della Giunta Militare..."" -
Il suono del colore
Clerici ha dotato la cronaca sportiva di grazia, in un tempo dove i commenti sono adrenalinici, sopra le righe, roboanti e vacui. Clerici ha usato la grazia attraverso una scrittura ricolma di rimandi, simile alle sue telecronache trapuntate di sospiri e aneddoti. Tutto questo lo porta sulle strade della poesia, che altro non è che una rottura delle convenzioni, o come scrive l'autore un'arte che ""non tiene conto di ragione"""". Questo libro è un intimo e segreto diario dove sono raccolte liriche che disegnano una piccola ricetta che consola il cuore e i sentimenti. Ogni verso sembra scaturire dalle esperienze personali di Clerici con l'arte, il tennis e la propria biografia.""