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Una vita a posto
Una vita a posto, il secondo romanzo di Alice Torriani, indaga le pulsioni nascoste, i compromessi e la mancanza di cui l'amore è una variabile ma il sesso è la chiave di volta.La sertralina è l'unica pasticca che salva Giovanni Guicciardi, in arte Andrea Riis, scrittore mancato e pittore dilettante, dalla noia di una mezz'età senza passione e senza sorprese. La moglie Lisa combatte l'incedere del tempo calcando i palcoscenici di tutta Italia, accettando piccoli ruoli in qualche fiction, ed esigendo dal marito sesso con metodica regolarità. Niente sembra poter increspare questo placido equilibrio, la noia matrimoniale di una vita in cui tutto è già successo, e quello che non lo è si è condensato nel rimpianto. Ma Andrea sente la vita dentro spingere ancora forte, ossessiva quasi, verso donne che lui può solo immaginare di possedere: la realizzazione di ogni desiderio gli appare faticosa e lontanissima. Non ce la fa più, quando trova il varco per un'altra dimensione, quella in cui si ritrova un chirurgo di successo che con il bisturi realizza i desideri della gente, con un bell'appartamento, una bella macchina, e accanto Melissa, una creatura affascinante e misteriosa. E forse Andrea non è l'unico a viaggiare... Ma c'è un modo di rimanere nell'altra dimensione in cui i desideri sono apparentemente appagati e le ore mai tutte uguali? -
Un altro mondo
È sera nel Greenwich Village e Rufus Scott, batterista jazz nero, si aggira da giorni senza meta e senza scopo per le strade di New York, una città feroce divisa in due da un fiume: da una parte i neri di Harlem, dall'altra i bianchi, ricchi o poveri che siano. rn«Il romanzo è ispirato a Henry James: è un tentativo di fondere James e il jazz» - la RepubblicarnAbbandonato da tutti e separato da Leona, la donna bianca che ama, si arrende all'ostilità che sente intorno a sé, lanciandosi da un ponte nelle acque gelate di novembre, incapace di sostenere il peso del giudizio e delle aspettative degli altri. Nessuno dei personaggi intorno a Rufus, legati a lui da amicizia o da amore, riuscirà a salvarlo dal suo destino, non ci riesce Vivaldo, l'amico irlandese che sogna di diventare scrittore, non ci riescono Cass e Richard con la loro apparente quiete famigliare, non ci riesce Eric che lo ha molto amato, non ci riesce Ida, la sorella che più di chiunque altro può capire la fatica di essere neri alla metà degli anni Cinquanta. In una New York lacerata dalla segregazione razziale un superlativo James Baldwin mette in scena la tragedia degli affetti, di un amore che non salva, di una fiducia che si scopre essere sempre mal riposta, di una coscienza che inganna prima di tutto se stessa. -
Carnaio
Finalista al Premio Campiello 2019. Finalista al Premio Napoli 2019.rnCon uno sguardo che ricorda Saramago e Bolaño, Carnaio è un incubo di carne e soldi, la profezia di un mondo prossimo, in cui l'ultimo passo verso l'abisso è già alle nostre spalle.rn«Carnaio riflette sul rapporto tra noi e loro. Tra noi, abitanti di un occidente meta e sogno di tanti, e loro, fuggitivi, i disperati che scappano da privazioni e violenze sperando in una vita migliore» - L'Osservatore Romanorn«Giulio Cavalli gioca con il macabro e il grottesco, e immagina, impiegando anche il proprio talento di uomo di teatro, un porto investito da centinaia di migliaia di cadaveri di ""stranieri"""". Che diventano una risorsa economica» - La Letturarn""""DF è il centro del mondo che scivola verso l'orrore""""rnrnGiovanni Ventimiglia è un pescatore, da tutta la vita raccoglie nelle sue reti acciughe e granchi, anche se negli ultimi anni il mare è diventato avaro e sulla sua piccola nave non ha più un equipaggio. Il pesce lo vende nel mercato di DF, un paesino aggrappato alla costa come tanti, con un parroco che fa la predica ma va a puttane, un sindaco che è padre di sindaco, un'emittente locale che scalda i cuori delle casalinghe con il suo conduttore brizzolato. Ma un giorno di marzo Giovanni attraccando al pontile trova un cadavere, un uomo che in ammollo dev'essere stato per giorni, un ragazzo non di quelle parti, forse dell'Est o del Sud, uno di colore comunque. E dopo di lui, i ritrovamenti di cadaveri sbiaditi dall'acqua, tutti giovani, tutti neri si susseguono, senza che le autorità locali riescano a trovare un filo, cumuli di cadaveri da seppellire, identificare, gestire. E da DF chiedono aiuto, ma da Roma prendono tempo, impongono accertamenti, tanto che, per non venire sommersi, i cittadini saranno costretti a escogitare un sistema per affrontare l'emergenza, e poi nel tempo trasformarla in profitto."" -
Nella setta
Vincitore del Premio Piersanti Mattarella per il Giornalismo 2019.rnUn quadro sconvolgente e inaspettato, che attraverso documenti inediti e ricerche investigative puntuali mostra tutti gli abusi a cui gli adepti sono sottoposti. Dalla sconvolgente comunità del Forteto nel Mugello a Scientology, ""Nella setta"""" restituisce un'immagine inquietante e incredibile dell'occulto nel nostro paese.rnrn«Nel saggio Nella setta Carmine Gozzanni e Flavia Piccini ricostruiscono quella zona grigia fra fanatismo, occultismo e abusi di ogni tipo, che in Italia fa 4 milioni di vittime» - Donna Modernarnrn«Il libro di Piccini e Gazzani indaga in un mondo che gode della mancanza del reato di manipolazione mentale, per raccontarlo gli scrittori hanno viaggiato lungo il paese... Ne emerge un quadro sconvolgente e insapettato, che attraverso documenti inediti e ricerche investigative puntuali mostra tutti gli abusi a cui gli adepti sono sottoposti» - Huffington Postrnrn«La lettura di questo libro apre gli occhi, ci fa sentire più fragili, più vigili ed analitici verso chi ci offre vite migliori, guarigioni miracolose e tanti altri aspetti psicologici che portano sofferenza» - Pausa Caffèrn""""Inchiesta sconvolgente sul peggiore male che colpisce 4 milioni di italiani"""" - Gianluigi NuzzirnrnC'è un mondo oscuro che si muove fra potere, politica e business. Un mondo che si costruisce sulla pelle non dei più deboli, ma di persone che vivono momenti di difficoltà. Alla violazione psicologica si affianca spesso una violenza ancora più devastante, profonda e sconosciuta. A vivere in questo mondo sotterraneo sono quattro milioni di italiani. Sono il vostro edicolante, la ragazza che vi prepara il cappuccino al bar la mattina, la signora simpatica che incontrate sull'autobus andando al lavoro o il vostro odiatissimo vicino. Sono persone inghiottite in quella zona grigia - che nel nostro paese soffre di un inspiegabile vuoto normativo - che s'annida al confine fra l'adesione a un nuovo culto e la manipolazione psicologica. Abusi sessuali ed economici, violenze fisiche, vite distrutte e piccoli imperi sono colonne portanti di questo allarmante universo misterioso. Per raccontarlo, Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni hanno viaggiato lungo tutta l'Italia. Si sono infiltrati in alcune comunità, hanno incontrato adepti ed ex membri, parlato con esperti e indagato i gangli politici ed economici che rendono queste organizzazioni così potenti e aggressive. Ne emerge un quadro sconvolgente e inaspettato, che attraverso documenti inediti e ricerche investigative puntuali mostra tutti gli abusi a cui gli adepti sono sottoposti. Dalla sconvolgente comunità del Forteto nel Mugello, dove bambini venivano costantemente violati, fino alla sconosciuta comunità torinese dei monaci Durjaya, da Scientology alla città stato di Damanhur, passando da pedinamenti e pedofilia, """"Nella setta"""" restituisce un'immagine inquietante e incredibile dell'occulto nel nostro paese."" -
Se la strada potesse parlare
Dal romanzo Se la strada potesse parlare di James Baldwin l'adattamento omonimo per il grande schermo. Con la postfazione di Joyce Carol Oates rnrnrn«Questa storia d'amore potente e dolorosa, che vede protagonista un giovane afroamericano accusato ingiustamente di aver stuprato una donna e raccontata in prima persona della diciannovenne Tish, ha come la scrive la Oates un lato ottimista: ""Con il disgregarsi della società in senso collettivo, la più piccola dignità umana diventa sempre più importante. Chi ne è sprovvisto, non sopravviverà"""".» - TuttolibrirnrnIn """"Se la strada potesse parlare"""" James Baldwin ci racconta una struggente storia d'amore in un mondo fatto di dolore e ingiustizia. Attraverso gli occhi di Tish, una diciannovenne bella e innamorata, conosciamo Fonny, il giovane scultore da cui aspetta un figlio. I due sono cresciuti insieme, nello stesso quartiere, insieme hanno giocato, si sono rincorsi, hanno fatto l'amore ridendo e riso facendo l'amore. Il racconto mescola romanticismo e tristezza. Tish e Fonny avevano programmato di sposarsi ma Fonny viene accusato ingiustamente di aver stuprato una donna portoricana. Unico nero in un confronto all'americana, viene riconosciuto colpevole e incarcerato. Fonny è innocente eppure spetta a lui e alla sua famiglia dimostrare - """"e pagare per dimostrare"""" - la sua innocenza. Tish tenta con ogni mezzo di sostenere l'uomo che ama mentre la gravidanza diventa sempre più visibile. Come il blues - dolce, malinconico e pieno di verità - questo libro ci colpisce, prima di tutto, emotivamente. Ci sono la rabbia e il dolore, ma sopra ogni altro sentimento a dominare è l'amore - l'amore potente di una donna per il suo uomo e l'amore avvolgente di una famiglia disposta a tutto, fino all'estremo sacrificio."" -
Il trionfo della stupidità. La torta al cioccolato del presidente Donald Trump
ArmandrnFarrachi definisce in questo opuscolo divertente,rnrabbioso, rivoluzionario la stupidità,rnmale endemico che infesta il nostro quotidiano.rn«La copertina del pamphlet di Ferrachi gioca proprio su un paradosso che l'autore pone come tesi: la bêtise, ovvero in francese la stupidità, la trasferiamo noi uomini sulle bestie perché pensiamo di non essere stupidi, e invece lo siamo, e pure molto» - Marco Filoni, Il VenerdìrnMancanza di intelligenza, di ragionamento,rndi logica, di senso critico, difficoltà a stabilirerncollegamenti, cogliere le sottigliezze e andarernoltre i pregiudizi, disturbo della comprensione,rnassenza di riferimenti dovuta all’inculturarne all’ignoranza, incapacità di giudicare, riflettere,rnvalutare una situazione e le sue conseguenze,rngoffaggine nell’espressione, pesantezzarndi spirito, propensione alla gaffe, allarnconfusione, perversione del gusto, per dirlornin una parola: coglionaggine. Così ArmandrnFarrachi, definisce in questo opuscolo divertente,rnrabbioso, rivoluzionario la stupidità,rnmale endemico che infesta il nostro quotidiano.rnCon penna affilata e lucidità crudelernl’autore stila una lista, un bestiario di aberrazionirndel mondo contemporaneo e la portatarnè talmente convincente che il lettore stesso sirnsorprende a volerla completare con rinnovatarnconsapevolezza. Intellettuale burbero e illuminato,rnFarrachi non si arresta e demolisce irnmezzi d’informazione, di comunicazione, dirndecisione, si rammarica di cose importantissimerne punta tutto sull’idea che la stupiditàrnabbia trionfato. Di pagina in pagina il pamphletrnsi fa più amaro, sottoposta ad autopsiarnla nostra epoca viene spietatamente dissezionata,rnauscultata. Nessun rimedio a un malernche si annuncia fatale. -
Il sentimento del ferro
Agli inizi degli anni Quaranta, il maggiore delle SS Hans Lichtblau viene messo alla guida di un programma di ricerca che utilizza i prigionieri dei campi di concentramento come cavie, ma anche come assistenti, inquadrati nel Kommando Gardenia. Sullo sfondo degli esperimenti, la “soluzione finale del problema ebraico”, l’avanzata nazista in Russia e la colonizzazione dei territori dell’Est, poi, inaspettata, la disfatta e la caduta di Berlino. Del Kommando fanno parte Shlomo Libowitz, nato in uno shtetl polacco e convertitosi al sionismo nel Lager, e Anton Epstein, ebreo assimilato della borghesia praghese, convinto che l’unica risposta possibile alla barbarie sia il socialismo. Shlomo e Anton sopravvivono alla guerra e al trattamento di Lichtblau, testimoni scomodi di un mondo passato, eppure ancora capace di influire sul presente. A distanza di quarant’anni, per conto di mandanti diversi e in apparenza inconciliabili, i due reduci si mettono sulle tracce di Lichtblau, il quale, in America Centrale, combatte i sandinisti per conto della CIA, razzia villaggi e smercia droga. Quella di Anton e Shlomo è una vendetta tardiva, in una corsa contro il tempo, perché la vita potrebbe essere troppo breve per saldare tutti i conti. -
La maschera di scimmia
Una specie di rap ritmato e veloce, chernalla capacità di raccontare storie vietate, tenererne violente del romanzo di genere uniscernquella propria della poesia di andare a fondornnei cuori e rappresentare i sentimenti.rnrnrn""Un romanzo straordinario"""" - rnCarlo LucarellirnrnrnChi ha detto che la poesia epica non esiste più?rnHa solo cambiato indirizzo: non sta piùrnnell’antica Grecia o nella penisola italica, ma arnSidney in Australia. E non canta più di dame,rncavalieri, arme e amori, ma delle atmosfererncupe, dei caratteri ambigui e dei personaggi disperatirne violenti del noir, e lo fa con un ritmornteso e veloce come quello di un rap.rnJill è una detective specializzata nella ricerca dirnpersone scomparse, lesbica tutta muscoli, illetteratarne stupida. Deve trovare Mickey, sensibilerne timida diciannovenne, che scrive poesie ed èrntroppo tutto per essere vera. Ma Mickey, comernnella migliore tradizione del noir, è morta.rnInizia così un viaggio serrato e teso da unarnparte all’altra di un Paese in cui le distanze sirnmisurano a spiagge, tra poeti coglioni, poetessernnew age con l’anellino al naso, giovanirnavvocati progressisti e ambigui cristiani rinati,rnpiedipiatti a posto e agenti investigativirndalle dita tozze come la loro coscienza, marxistirnpost moderni e marpioni protettori dirnpoetesse… E Diane, Diane dalle belle gambe,rnincessantemente intellettuale.rnUna storia appassionante e realistica, ricca dirnsuspense e colpi di scena, che ha una particolaritàrnfondamentale: è scritta in versi.rnBrevi componimenti in versi liberi in cui tutto,rndalle virgole ai titoli, è importante e riccorndi significato, e che si incatenano l’uno all’altrorncon la forza narrativa di un romanzo inrnprosa. Una specie di rap ritmato e veloce, chernalla capacità di raccontare storie vietate, tenererne violente del romanzo di genere uniscernquella propria della poesia di andare a fondornnei cuori e rappresentare i sentimenti."" -
E morì con un felafel in mano
Torna in libreria un cult della generazionernanni Novanta, un libro e un film chernsono rimasti nella memoria collettiva dirnmilioni di persone.rnrnSe cambiare casa vuol dire cambiare qualcosarndi noi stessi, che cosa si diventa dopornaver traslocato 89 volte nel giro di pochirnanni? Dopo aver avuto a che fare conrn“ogni tipo di umanità esaltata ed estrema,rndi cazzoni disadattati ed eterni studenti”?rnEd essere scampati a incendi, devastazioni,rnblitz dei fascisti, retate della polizia?rnUna storia grunge di coabitazioni infernalirnraccontata da un autore australianornche l’ha vissuta in prima persona. JohnrnBirmingham ha veramente coabitato conrncentinaia di persone diverse, annotandorntic, abitudini e follie varie. Da queglirnappunti è nato questo libro, un ineditornmodo di scrivere un divertentissimo romanzorndi formazione. John Birminghamrnci fa scendere nell’inferno delle case coabitate,rnin cui ogni girone si rivela piùrnallucinato e incredibile e ci racconta, arnventi anni dalla sua prima uscita, che nonrnè cambiato poi molto. La necessità di condividerernun appartamento per sostenernerni costi è ancora parte integrante della vitarndi molti giovani, e non più giovani. -
Zucchero e catrame
Giacomo Cardaci torna al romanzo con una storia feroce, a tratti spiazzante, in cui i margini opachi tra disonestà, innocenza, odio, rabbia, si dissolvono, e i lettori saranno messi di fronte ai desideri inconfessabili che si nascondono in ognuno di noi.rnrnrn«Tondelliano, feroce, destabilizzante, amalgama con classe squallore e sublimità, antitetici come lo zucchero e il catrame: da non perdere» - Convenzionali«Questo libro non è per tutti. È per coloro che vedono le sfumature, le contraddizioni nascoste in ognuno di noi. Parla di come le aspettattve degli altri possano distruggere ciò che c'è di bello in noi e creale solo odio. Di come il desiderio di soldi, la mancanza di soldi, sia in grado di avvelenare una famiglia» - Giacomo CardacirnCesare è un bambino che chiacchiera e gioca a Memory con il suo circolo multietnico di Barbie, ha scelto Ines detta Lines come amica per non rimanere da solo in fila a scuola, passa i suoi pomeriggi con una anziana che lo cosparge di profumo, detestata dai suoi genitori perché fomen ta le sue stramberie. La sua vita di paese sarebbe potuta continuare sempre uguale, se a stravolgerla non fosse arrivato il trasferimento di tutta la sua famiglia in un monolocale ai bordi miserabili tra Milano e Cinisello. rnAl piano di sopra, però, abita Gabbo, da cui Cesare, ormai cresciuto, è dannatamente eccitato, perché Gabbo è tutto ciò che Cesare vorrebbe essere: uno deciso a prendersi dalla vita tutto, costi quel che costi. Per questo, quando suo padre viene arrestato, la madre si rifugia nel letto, il fratello scompare, Cesare decide di risalire dal fondale del proprio abbandono seguendo le tracce di Gabbo. Per entrare nel giro, però, Cesare deve smettere di essere Cesare, dire di sì a ogni tipo di richiesta ma anche abbandonarsi a una fascinazione morbosa simile a quella che prova per Gabbo. Una fascinazione che lo eccita come lo zucchero ed è ripugnante come il catrame, e che alla fine gli chiederà un conto molto, forse troppo, salato. -
Cattiva
Poliziesco, memoir, e storia di fantasmi,rnCattiva è il racconto autobiografico dirnuna studentessa universitaria nell’Americarndegli anni Novanta vittima di unrnmaniaco sessuale seriale. rnrnL’uomo ha giàrnaggredito molte altre donne, stuprandorne uccidendo una di loro, la messicanarnSophia Torres. Ossessionata dallo spettrorndi Sophia, Myriam Gurba ripercorre inrnqueste pagine sconvolgenti la sua storia:rnl’infanzia allegra e scansonata scissa trarncultura messicana e americana, il rapportornmagico con la nonna-totem Abuelita,rnquello trasgressivo con le compagne dirncollege a Berkeley, l’approccio ai grandirndella letteratura e della filosofia (Conrad,rnWoolf e Marx), la suggestione della Giovannarnd’Arco di Dreyer femminista e santa,rnl’avvicinamento che è quasi identificazionernad Ana Mendieta e Hannah Wilke,rngrandi protagoniste dell’arte contemporanea.rnCon uno stile originalissimo, a trattirnscarno a tratti sontuoso, usando una linguarnpoetica e pungente, l’autrice ci parlarndi un mondo fatto di sfumature sottili, dirnparole inventate, un mondo in cui il corpornè una scoperta e la scoperta è nel piacere.rnAnche quello che gli altri decidonorndi prendersi senza permesso. Fino a quando,rnun estraneo le tende una trappola, larntocca, abusa di lei e tutto diventa nuovo.rnTutto rinasce, assume un colore diverso, ilrncolore dello stupro e il mondo cambia: “Èrnuna falena o uno stupratore? c’è uno stupratorernnascosto in quel mazzo di girasolirnappena recisi?”. -
Slow journalism. Chi ha ucciso il giornalismo?
Quale è stato il momento in cui si è spezzatornil rapporto di fiducia fra i cittadini erni media? Come sono fatti i contratti giornalistici?rnQuanto viene pagato un giornalistarnoggi? E per fare cosa? rnrnUno dei problemirndell’informazione oggi è l’ossessione per larnquantità e per la velocità, la convinzione chernil giornalismo debba competere con i social.rnUn altro modello di business: tanta attenzionernper gli inserzionisti pubblicitari, poca perrni lettori. Il mantra del “fare tanti click sulrnsito”, la monetizzazione a ogni costo con larnpubblicità, la convinzione che nessuno siarndisposto a pagare per il giornalismo digitalernhanno contribuito a erodere gli spazi dirncrescita. A partire da queste considerazionirne guardando, fra l’altro, alla lezione delrnprofessor Peter Laufer, autore di Slow Newsrn– Manifesto per un consumo critico dell’informazione,rne a esperienze locali, nazionali e internazionali, questo libro fa un tentativo: quello di andare oltre la semplice critica.rnSlow Journalism cerca di proporre soluzioni.rnDaniele Nalbone e Alberto Puliafitornhanno una lunga esperienza nel giornalismorntradizionale e soprattutto in quello digitale,rncondividono una visione del mestiere –rne forse anche del modo in cui ci si dovrebbernapprocciare al lavoro e alla vita – che li harnportati a indagare su questo tema. Un librorncruciale sia per gli addetti ai lavori sia – soprattuttorn– per i lettori. -
Febbre
Finalista al Premio Strega 2020 - Finalista al Premio Giuseppe Berto 2019 - Vincitore del Premio Libro dell'anno 2019 di Fahrenheit Radio Rai Tre - Vincitore del Premio Bagutta Opera prima Un libro spiazzante, sincero e brutale, che costringerà le nostre emozioni a un coming out nei confronti della storia eccezionale di un ragazzo come tanti. Un esordio letterario atteso e potente. «La leggenda personale del'autore che, sull'onda del potere catalizzante della patologia, trova la forza di comporsi, di ridisegnarsi in un ordine che solo il senno di poi, e il presentimento del temuto finale -la morte- imprimono al suo svolgimento. Malattia e destino, un tema classico in letteratura» – Corriere della sera «Non un romanzo testimonianza. Febbre è la storia di un bambino nato e cresciuto a Rozzano. Un bambino indefinibile che desidera il Minipony rosa» – Sette Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un’infinità di autodiagnosi, pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all’ultimo stadio. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell’HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato. A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano – o Rozzangeles –, il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri, dei tamarri, dei delinquenti, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un pidgin di milanese, siciliano e napoletano. Dai cui confini nessuno esce mai, nessuno studia, al massimo si fanno figli, si spaccia, si fa qualche furto e nel peggiore dei casi si muore. Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e che lo rendono diverso.rnProposto per il Premio Strega 2020 da Teresa Ciabatti: «Febbre di Johnatan Bazzi è un romanzo che testimonia un presente che è già futuro prossimo. Questa è una storia del tempo nuovo: perché il fuoco è sorprendentemente altrove rispetto a dove è stato messo fin qui da letteratura e senso comune. Esula dai giudizi e sposta il baricentro sull'accettazione delle fragilità. Una lingua contaminata – la lingua di una periferia dove si parla un pidgin febbrile di milanese, napoletano, pugliese e siciliano – a tratti interrotta, a tratti fluida, distorce, denuncia, svela, innalza e... -
La botanica delle bugie
In una provincia prima emotiva che geografica,rnElisa Casseri mette in scena il fallimentorndell’età adulta, la lotta rabbiosa ernresistente che ingaggia ognuno di noi contrornla rinuncia ai propri sogni, anche quandornnon ci è chiaro quali siano, e racconta lernperdite, gli abbandoni e le scelte (sbagliate)rnche alla fine ci rivelano chi siamo.rnrnrnChe vita hanno le bugie, quando nasconorne poi sbocciano e infine muoiono? Comernbisogna innaffiarle perché crescano forti ernci mantengano al riparo dalla realtà che,rnpiù il tempo passa, più chiede conto?rnNella Botanica delle bugie, quattro personaggirnsono alle prese con le proprie aspirazionirne i propri fallimenti, in lotta conrnfamiglie tutte sbagliate, sogni decentrati ernpiccole miserie: Nicla rincorre per tutta larnvita Quirino, senza mai esporsi, convintarnche il modo migliore per scansare i dolorirnsia dare nell’occhio il meno possibile, accontentarsi;rnQuirino pure insegue Nicla,rnma Nicla è troppo di tutto, troppo confusa,rntroppo silenziosa, troppo sfuggente e allorarnè meglio provare con Caterina e nasconderernil resto; Caterina conquista Quirino e sirnallena a essere la moglie perfetta, costruiscernuna vita, una casa, per poi scoprire che irnmuri sono pieni di crepe e oltre le crepe cirnsono solo spiragli di altre donne, di tradimentirne scappatoie a cui Quirino non harnmai rinunciato; Giorgio desidera Caterinarnforse da sempre, ma il primo bacio lo dà arnNicla, rimangono insieme e diventano unarnfamiglia, o forse solo genitori. E tutto potrebberndurare immutato se le bugie avesserornper sempre la forza di quando sono staternpronunciate per la prima volta.rnIn una provincia prima emotiva che geografica,rnElisa Casseri mette in scena il fallimentorndell’età adulta, la lotta rabbiosa ernresistente che ingaggia ognuno di noi contrornla rinuncia ai propri sogni, anche quandornnon ci è chiaro quali siano, e racconta lernperdite, gli abbandoni e le scelte (sbagliate)rnche alla fine ci rivelano chi siamo. -
Labambina
Nata a Zurigo da madre zingara di ceppo Jenisch, e vittima come altri figli del popolo nomade dell'iniziativa di sedentarizzazione forzata del popolo zingaro organizzata dall'Opera di soccorso per i bambini di strada, Mariella Mehr riversa in queste pagine la sua vicenda autobiografica. Senza nome e senza parola, all'inizio una voragine priva di contorni perché priva di storia, Labambina adottata in un villaggio anch'esso senza nome, è il centro durissimo, il nucleo di pietra di questo romanzo. Stanno, intorno a lei, allineati in una circolarità attonita che li intrappola, gli abitanti del villaggio. Si direbbe uno scenario fisso, un affrontarsi di ruoli che impone alla bambina muta di subire nella generale indifferenza, mentre dentro di lei si nutre un germe di vendetta. L'espressionismo crudo di Mariella Mehr, la torsione del linguaggio, sostengono dalla prima all'ultima riga l'incalzare dei soprusi facendo emergere la violenza, quella fisica e quella psicologica, come unico elemento dinamico in grado di provocare episodici contatti tra la vittima e i suoi carnefici. Col procedere della scrittura, le figure piatte del romanzo, urtate dalla presenza inquietante della bambina, prendono puntualmente vita, proiettate nella dimensione lineare del tempo riacquisiscono una storia e così la scena man mano si anima in un intricato groviglio di ambizioni mancate, promesse non mantenute, speranze tradite. -
Nuovo dizionario affettivo della lingua italiana
A dieci anni dalla sua prima edizione, per celebrarerni suoi venti anni Fandango Libri pubblicarnil Nuovo dizionario affettivo della linguarnitaliana. rnrnNel 2008 centinaia di autori e autricirnfurono invitati a partecipare a un lavororncollettivo basato su un’idea azzardata: quellarndi individuare una singola parola che perrnciascuno di loro avesse un significato particolarernperché, se le parole sono i “ferri del mestiere” degli scrittori, sono anche affetti, sono ricordi e sono storie.rnIl Nuovo dizionario si è aperto all’ultima generazione di scrittori del secondo decennio deglirnanni 2000, per arricchire questa collezionernunica. Il risultato è una raccolta eccentricarne a tratti spiazzante delle parole più disparate,rndalle più semplici al dialetto, dai neologismirna frasi intere per indicare concetti insostituibili.rnUn volume insieme tradizionale e atipico, un piccolo monumento di scrittura dedicato alle parole della nostra lingua, una lettura in grado di offrire inaspettati spunti di riflessione. Un vocabolario dove “trovare rispondenze e discordanze, capire quante e quali sono le parole che ci uniscono agli scrittori che amiamo, scoprire che certi terminirndel nostro privato idioletto sono inaspettatamenterncondivisi da poeti e narratori""""|Libri"" -
Ascia nera. La brutale intelligenza della mafia nigeriana
Dopo GhettornItalia e Mafia Caporale Leonardo Palmisanornconclude la sua trilogia sullo sfruttamentorncon Ascia Nera, un’inchiesta sul campo fattarndi incontri e interviste alle vittime e ai carneficirndi un’organizzazione spietata che sta diventandornuna delle minacce più concrete alla sicurezzarndel nostro paese.rnrnLeonardo Palmisano continua a indagare larnnuova criminalità e lo fa con il suo stile lucidorne implacabile come le mafie che incontrarnnel suo viaggio all’inferno. Per questo nuovornlibro ha deciso di affrontare la schiavitù sessualerne la tratta degli esseri umani incontrandornuna delle organizzazioni più pericolose deglirnultimi anni.rnLa chiamano Black Axe, Ascia Nera, ed è natarnnegli anni Settanta all’università di Benin City,rnin Nigeria, come una confraternita di studenti.rnAll’inizio è una gang a metà tra un’associazionernreligiosa (li chiamano culti) e una bandarncriminale, che stabilisce riti d’iniziazione ernimpone ai suoi affiliati di portare un copricapo,rnun basco con un teschio e due ossa incrociate,rncome il simbolo dei corsari. Oggi invecernè una nuova mafia e i tentacoli di questa organizzazione sono arrivati anche in Italia, doverni boss nigeriani hanno iniziato a dettare leggernnei sobborghi delle nostre città. Dopo GhettornItalia e Mafia Caporale Leonardo Palmisanornconclude la sua trilogia sullo sfruttamentorncon Ascia Nera, un’inchiesta sul campo fattarndi incontri e interviste alle vittime e ai carneficirndi un’organizzazione spietata che sta diventandornuna delle minacce più concrete alla sicurezzarndel nostro paese. -
Il movimento dei sogni
Un romanzo autobiografico che, a dieci annirndal terribile terremoto che ha sconvolto ilrncapoluogo abruzzese, ci riporta indietro nelrntempo con una scrittura lucida e delicata,rnun’elaborazione del lutto vitale, fresca, chernracconta come si possa tornare alla luce dopornaver visto il nero tutto intorno.rnrnrn6 aprile 2009, notte fonda, una fortissimarnscossa di terremoto distrugge L’Aquila. Il panoramarnè scheletrico. Dopo quarantadue orerndi ricerche indefesse dei Vigili del fuoco, unarnragazza viene estratta viva dalle macerie. Leirnsi chiama Eleonora e questa è la sua storia.rnGiovane e appassionata studentessa dell’Accademiarndell’Immagine, Elly si è trasferita all’Aquilarnper inseguire i suoi sogni. Nonostanternlo sciame sismico sia ormai iniziato da diversirnmesi, combatte la paura insieme alle sue coinquiline:rnChasmine, Enza, Martina. La vita nelrnpiccolo appartamento condiviso scorre allegrarntra studio, cene tra amici, confidenze, pulizie,rnvisione di film. Elly è forte e, nonostante larnsordità da cui è affetta fin da bambina, combatternla paura inseguendo i suoi sogni: lavorarernnel cinema, dedicarsi agli effetti speciali. Èrnil movimento dei sogni a trascinarla, a spingerlarna lottare. E così quella notte di orrore,rnla notte prima di un esame, va a letto col suornpigiama azzurro. Elly è ovattata nel suo silenziornmentre il rumore della morte, un rumorerncalmo, si avvicina. Sono le 3 e 32 e il boato, ilrncrollo, interrompono il movimento dei sogni.rnCome Alice cade nella tana del Bianconigliorncosì la dormiente cade in un’assurda voragine.rnMa questa non è una fiaba. Elly si sente sprofondare,rnprecipitare, le cadono addosso calcinacci,rnmuri, travi, oggetti, mentre continua arnscivolare nel buio. Il letto non c’è più, la casarnsi accartoccia sopra di lei. Il buio è orribile.rnUn romanzo autobiografico che, a dieci annirndal terribile terremoto che ha sconvolto ilrncapoluogo abruzzese, ci riporta indietro nelrntempo con una scrittura lucida e delicata,rnun’elaborazione del lutto vitale, fresca, chernracconta come si possa tornare alla luce dopornaver visto il nero tutto intorno. -
Lontano da casa
Lontano da casa narra il dolore dell’esiliorninvolontario e, al di là, la speranza e il coraggiorndi una donna libera che fa sue le parole di Virginia Woolf: “Come donna, non ho paese. Come donna il mio paese è il mondo intero”.rnPinar Selek si è esercitata sin dall’infanziarna respingere le pareti degli spazi, realirno immaginari, nei quali ha vissuto. Tintornda mille sfumature poetiche il suo raccontornesplora le tensioni tra la nostalgia per ilrnpassato e l’attrazione per l’altrove. Evoca larnfamiliarità rassicurante della lingua e dellerncose con le quali si è cresciuti, l’audacia chernspinge ad avventurarsi sempre più lontano,rne lo sgomento di fronte all’ignoto, dopornlo strappo brutale dagli esseri e dai luoghi.rnLa bellezza degli incontri, anche, e il piacererndi tessere legami nei margini immensirnche si prendono gioco delle frontiere. “Sernmi domandano come sto, rispondo che resisto,rnche ho imparato a giocare con questirnventi che all’inizio mi hanno depistata. Marnche non posso avviarmi verso il luogo di cuirnparlo, il paese che mi manca.”rnVittima di un processo senza fine, che è inrnsé una forma di tortura, ancora oggi PinarrnSelek rischia una condanna all’ergastolo. -
I'm every woman
Ripensando a questo lavoro, sarcastico e irriverente, composto a soli vent’anni, LivStrömquist – che oggi ne ha quaranta – afferma che da giovani si è più diretti e più punk, si dice tutto quello che si pensa fregandosene delle conseguenze. Ed è probabilmente così che si è formata, da fumettista autodidatta, scrivendo storie per sé e per le sue amiche senza censurarsi. L’interesse per le questioni di genere è iniziato già da adolescente, quando si è accorta che per ragioni culturali le donne tendono sempre a seguire gli uomini, ad accompagnarli passivamente.rnI’m every woman nasce proprio dalla riflessione sul famoso detto secondo cui dietro ogni grande uomo ci sarebbe sempre una grande donna, che rimane però relegata nell’ombra. Così, mordace e sfrontata, la giovane Liv inizia una ricerca in cui passa in rassegna testi storici, filosofici e sociologici, miti, testi sacri e serie televisive. In testa alla classifica degli orrori troviamo dei veri e propri big: Edvard Munch, Jackson Pollock e Elvis Presley. Quest’ultimo pare tenesse praticamente prigioniera la sua giovanissima moglie narcotizzata. Strömquist non tralascia nemmeno i Barbapapà: perché il papà può essere un obeso, rosa e molliccio ammasso informe, mentre la madre deve essere giovane e sexy?