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Cecilia e le streghe
Alla fine degli anni Cinquanta, in una Milano deserta di mezz'agosto, il caso fa incontrare due giovani donne molto diverse tra loro. Cecilia, nata e vissuta in un paese toscano, ha saputo che le restano pochi mesi di vita, a causa di un tumore. Ha lasciato casa e marito ed è venuta a Milano con la sua bambina per farsi visitare da un famoso professore, che però è in vacanza. Vagando senza meta per la città con la figlia, incontra un'altra donna, che vive a Milano e fa il medico con un'attenzione per il prossimo che è razionale ma anche affettiva. Tra le due nasce spontanea una simpatia che presto si trasforma in una sorta di amicizia. Per la dottoressa questo rapporto insolito, non professionale, è un'occasione per riflettere sulla malattia, sulla scienza, sulla medicina, sull'impegno politico, sul valore della vita individuale e sulla morte. Per la provinciale Cecilia la grande città rappresenta un luogo magico dove può accadere l'impossibile. La donna inizia così un gioco a rimpiattino con la morte, dimostrando un ostinato, mai passivo, anzi oscuramente astuto legame con l'esistenza, sfuggendo alla pietà per seguire un proprio tergiversante percorso. Ma la grande città è popolata anche da esseri maligni e prevaricatori, e persino da ""streghe"""" pronte ad approfittare della sua situazione disperata. In occasione della pubblicazione di questo suo primo romanzo, Laura Conti affermò di aver voluto sottrarre il malato inguaribile """"alla concezione comune che di lui si ha come di una persona senza più possibilità di vivere storia, di fare storia, ma solo di morire""""."" -
Così san tutt3. Diritto alla Scienza, istruzioni per l'uso
Con una introduzione di Chiara Valerio, Così san tutt3 è uno strumento valido per comprendere al meglio come mettere la scienza al servizio del progresso.Come si produce un vaccino? Perché il procedimento richiede molto tempo? Chi ne può, o deve, usufruire? Cosa dobbiamo studiare per controllare il diffondersi di malattie? Come possiamo aiutare l’agricoltura ad affrontare i cambiamenti climatici? Quali sono le terapie più efficaci per la salute mentale? Così san tutt3 nasce per iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni con contributi di giurist3, scienziat3, ricercator3, espert3 e politolog3 per dare forma al diritto umano alla scienza attraverso le sue implicazioni pratiche. Dalla sperimentazione di farmaci, alla salute sessuale e riproduttiva, a quella mentale, alla libera condivisione di studi, ricerche e risultati, il volume descrive gli elementi del diritto alla e della scienza fornendo “istruzioni” su come riconoscere questo diritto nella vita di tutti i giorni e vederlo riconosciuto da leggi, politiche, tribunali e corti. -
I quaderni di inQuiete
inQuiete Festival nasce nel 2017 da un'idea di Barbara Leda Kenny, Viola Lo Moro, Francesca Mancini, Barbara Piccolo, Maddalena Vianello ed è realizzato da Associazione Mia e Libreria di donne Tuba. È uno spazio di parola pubblica, incontro e riflessione che ogni anno mette al centro la voce delle donne. I Quaderni di inQuiete raccolgono gli interventi dell'edizione 2020 dell'omonimo festival. Sguardi sulla società e ritratti di poetesse e scrittrici si alternano al dibattito sulla pandemia. Riflessioni su come il Covid abbia esasperato le disparità di genere nel lavoro o tra le mura delle case in cui si era reclusi, su come ne abbia perfino create di nuove. In questo volume la donna è soggetto e oggetto, interpreta e analizza, si specchia, e il suo sguardo - a un tempo privilegiato e denigrato - si fa motore di una voce plurima ma ugualmente resistente. Al centro della discussione le domande: è ancora possibile fare letteratura dopo il Covid? Qual è il ""nuovo"""" ruolo dell'intellettuale nella società? In molti interventi, però, il virus si mette da parte e diventa solo lo sfondo sul quale si dispiegano discorsi più ampi quanto puntuali su razzismo, omotransbifobia, xenofobia, fascismo e molti altri temi che sono filtri interpretativi dell'epoca in cui viviamo. Serena Dandini, Claudia Durastanti, Francesca Melandri, Guadalupe Nettel, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Igiaba Scego, Alia Trabucco Zeràn, Chiara Valerio, Simona Vinci, sono solo alcune fra le numerose autrici che hanno preso parte a questo progetto, fra le voci più influenti e rappresentative del panorama italiano e non. I Quaderni di inQuiete offrono una pluralità di risposte e suscita altrettanti dubbi ai quali non vengono offerte soluzioni perentorie, a ribadire che è meglio un punto interrogativo sul mondo piuttosto che un punto esclamativo. InQuiete è la nostra risposta a chi pensa ancora che le donne raccontino storie minori, siano protagoniste solo in seconda serata, o parlino unicamente alle altre donne."" -
Dysphoria mundi
"Poiché il mio desiderio di vivere al di fuori delle prescrizioni normative della società binaria etero patriarcale è stato considerato una patologia clinica denominata ‘disforia di genere’, mi è sembrato Interessante pensare all’attuale situazione mondiale come una disforia generalizzata"""". """"Dysphoria Mundi"""" è un diario della transizione planetaria che prende qui la forma di un testo mutante, fatto di saggistica, filosofia, poesia e autofiction. Preciado, malato di Covid e rinchiuso nel suo appartamento, attinge a tutti i generi per raccontare un mondo in cui i diversi orologi si sono sincronizzati al ritmo del virus, ma anche del razzismo, del femminicidio, del riscaldamento globale e descrive le modalità di un presente rivoluzionario: non qualcosa che è accaduto in un passato mitico o che accadrà in un futuro messianico, ma qualcosa che sta avvenendo. Un libro essenziale per comprendere il presente e ancor di più per entrare nel futuro." -
Il prigioniero americano
Primavera del 1944. L'Europa è in fiamme, e sulle montagne dell'Appennino umbro-marchigiano si incrociano i destini di un uomo e una donna. Lui è il console degli Stati Uniti d'America Walter Orebaugh che, arrestato a Montecarlo sul finire del 1942 e tenuto confinato prima a Gubbio e quindi a Perugia, fugge nel gennaio 1944, per unirsi alla Brigata San Faustino, una banda partigiana composta da alcuni ufficiali dell'esercito italiano e da una schiera di giovani proletari della zona. Lei è Maria Keller, ballerina ungherese di tip-tap che nel dicembre del 1939, dopo aver girato per anni il Mediterraneo con una compagnia internazionale, è finita in carcere a Perugia con l'accusa di spionaggio al soldo dei Francesi, per poi fuggire dopo quattro anni raggiungendo i partigiani in montagna. È la primavera della grande offensiva partigiana e a Orebaugh viene richiesto di mettere la Brigata San Faustino in collegamento con il comando alleato, oltre la linea del fronte: quello che mancano sono le armi per affrontare il nemico che razzia e terrorizza il centro Italia. Ma lontano dai campi delle operazioni, dagli scontri tra i vari comandanti partigiani è la figura di Maria Keller ad agitare l'animo dei combattenti: come ha fatto a evadere? E se fosse una spia dei fascisti arrivata tra loro per spiarne le mosse? È possibile credere a quello che racconta? Ispirandosi a una storia vera, Giovanni Dozzini ricostruisce un pezzo della storia della Resistenza del nostro paese partendo da alcuni destini individuali emblematici, raccontandoci come ritrovarsi combattenti per la libertà spesso sia un caso, decidere di combattere è invece quasi sempre una scelta. -
Mostri
Mostri è la storia di due ragazzini che nessuno vorrebbe mai incontrare. Lei, orfana bizzarra e introversa, vive con la nonna con cui coltiva una morbosa passione, letteraria e televisiva, per gli omicidi; lui, sociopatico, vive con la mamma che lo tratta come il suo innamorato, e sfoga la sua rabbia facendo scherzi atroci e divorando romanzi gialli. Così, quando i due protagonisti si incontrano in vacanza in Cornovaglia, entrano subito in sintonia e decidono di indagare su una serie di omicidi che si sono appena verificati. Un romanzo destabilizzante che grazie allo stile crudele di Emerald Fennell infonde al banale un’oscurità inquietante, un giallo per ragazzi che parla anche agli adulti -
Le portatrici
Il contagio, così viene ricordata la pandemia, ha devastato il mondo per generazioni, e ha costretto la popolazione a separarsi secondo linee di genere: la società è riservata alle donne, note come portatrici, mentre gli uomini, i diffusori della malattia, sono tenuti in quarantene a prova di fuga. Se una portatrice entra in contatto fisico con un diffusore la malattia si sviluppa nei corpi di entrambi causando la morte della portatrice nel giro di 48 ore. Il diffusore va incontro alla stessa sorte, ma viene anche colto da un folle bisogno di fecondare più portatrici possibile prima di morire. Le portatrici apre una finestra su una società radicalmente diversa, dove i sistemi politici ed economici di oggi sono stati relegati al passato e sostituiti da una visione eco-femminista che a prima vista sembra più luminosa, più verde, più giusta. I cittadini del mondo possono stabilirsi dove vogliono. Mangiare carne è diventato impensabile e il dibattito politico ruota attorno al modo migliore per gestire le risorse limitate della Terra. Invece del lavoro, le portatrici effettuano un numero limitato di ore di servizio ogni settimana. E in cambio del contributo alla democrazia con il voto, ricevono un'unità abitativa e un buono vita. Eppure, le cose non sono come sembrano. In questo nuovo mondo coraggioso, le portatrici lottano ancora con i concetti umanissimi di amore, tolleranza e desiderio, paura, violenza e potere. ""Le portatrici"""" è un'opera di narrativa fantascientifica femminista con storie di vita coinvolgenti, amore, desiderio o non desiderio di maternità, paura del diverso, trama ricca di suspense, con un finale pieno di speranza per l'intera umanità."" -
Il mio solo tormento. Canto da El-Agheila
Un canto come ultimo rifugio, un canto per scampare alle sabbie, al fuoco, agli assalti dell’assurdo, alla morte. E quel verso che ritorna, come una preghiera e una maledizione: Il mio solo tormento.Carta e matita erano vietate nel campo di concentramento fascista di El-Agheila, in Libia, nella Cirenaica sud-occidentale, sulla costa meridionale del Golfo della Sirte. I detenuti costretti a raggiungerlo percorrendo quattrocento chilometri a piedi nel calore estenuante del deserto erano donne e bambini, anziani e ragazzi. C’erano anche uomini valorosi, che avevano combattuto e resistito agli attacchi dell’aviazione, all’iprite, ai proiettili, alle bombe lanciate sui villaggi, alla mancanza d’acqua, ai pozzi soffocati col cemento, alla politica fascista di devastazione e sterminio. Fra loro c’era un poeta, Rajab Abuhweish che dietro il filo spinato, con sentinelle a ogni ingresso che sorvegliavano puntando le mitragliatrici, nella rovina e nella violenza, esiliato in patria, trincerato dietro la sua voce, compose a memoria un poema di trenta strofe e lo trasmise oralmente agli altri prigionieri, rafforzandone lo spirito di resistenza, come un’arma per sopravvivere, tracciando al contempo tutte le torture subite dal suo popolo.Il 16 settembre 1931, Omar al-Mukhtar – la guida del movimento di resistenza armata delle tribù – era stato condannato da un tribunale fantoccio e impiccato pubblicamente nei pressi di Bengasi, le speranze di riconquistare la propria terra si erano estinte, e Rajab cantò con rabbia e angoscia il genocidio in Libia commesso dall’Italia fascista. Tra i prigionieri che ascoltarono c’era Ibrahim al-Ghomary, un uomo colto, che in seguito, sopravvissuto nel 1934 alla chiusura del campo di El-Agheila, trascrisse scrupolosamente il poema, giocando un ruolo fondamentale nella sua trasmissione. -
Zia Dot
Dopo la morte della madre, alla porta di Dorothy ""Dot"""" Roth, quarantenne cinica e impantanata in una vita fatta di piccole guerre personali, oltre che figlia ribelle e lesbica di una ricca famiglia di Bel Air, bussa Marvin. I due non si vedono da quindici anni. Dopo tutti quegli anni, la cerca per un motivo: vuole che Dot lo accompagni in Arizona per risolvere una misteriosa questione lasciata in sospeso dopo una rocambolesca rapina finita male che l'ha costretto a rifugiarsi in Messico. L'unico patto è che prima della meta finale non potrà rivelarle altro."" -
Avremo anche noi dei bei giorni
"Avremo anche noi dei bei giorni"""" raccoglie le lettere che Zehra Dogan, giovane giornalista e artista rivoluzionaria, ha spedito, durante i suoi 600 giorni di carcere, a Naz Oke, che a Parigi anima il sito di informazione Kedistan per la libertà di espressione. Durante questi mesi di detenzione, Zehra non smette un solo giorno di creare, sguarnita di ogni tipo di materiale, fabbrica pennelli con le piume di uccelli, come colori, usa tutto ciò che le capita. Dipinge su pagine di giornali, vestiti, lenzuola. Quando non dipinge, parla con le sue compagne di filosofia, storia, politica. Un racconto luminoso, poetico e duro." -
Non ancora
All'indomani del disastro nucleare di Cernobyl', Maria Fermi è a Parigi, grazie a una borsa di studio in Semiotica. Nella metropoli, più che agli studi, si dedica alla danza, e alla stampa di magliette manifesto che indichino a lei la via e a chi le guarda con chi hanno a che fare. Lì conosce gli amici che l'accompagneranno lungo la strada dei giorni e dei sogni: il cinico Umberto, gay ironico che le dispensa consigli via telefono come un novello Frate Indovino e l'enigmatica Laure, scrittrice di porno e di romanzi per signore, che la inizia al suo stesso lavoro. A legarla all'Italia c'è un sogno d'amore: Marvin, giovane ecologista benestante che gestisce in Umbria un centro di vita naturale, rappresenta lo sfuggente fulcro del suo sogno più sognato: una storia d'amore assoluta. La loro è una relazione a distanza, in assenza, che Maria non fa niente per rendere reale, perché il non ancora offre molto più spazio alla fantasia. Di discoteca in discoteca, di incontro in incontro, di libro in libro, spesso nel metrò, davanti a uno specchio, attaccata al telefono o alla macchina da scrivere, il suo intimo microcosmo del non ancora si anima grazie a incontri fugaci e si popola di situazioni intriganti. Un annuncio su Libération, con cui cercava ""relazioni di qualità"""", darà un'improvvisa sterzata alla sua vita e ai suoi appuntamenti mancati con Marvin. Un romanzo che è soprattutto il viaggio interiore di una ragazzaccia perbene, alle prese con l'eterno dilemma tra amore e libertà. Ironico, disincantato e travolgente, per chi ha sempre pensato che gli amori migliori fossero quelli non realizzati."" -
Cris
La famiglia di Lorenzo è una famiglia tipicamente italiana: padre, madre, sorella tredicenne e lui, Lorenzo, diciannovenne fresco di maturità.rnrnHa tutto ciò che un ragazzo della sua età possa desiderare: voti ottimi, ammissione all’università, bellezza, intelligenza. Ha proprio tutto. A parte la libertà.rnrnNella macchina che lo porta in vacanza con la sua famiglia, l’ennesima vacanza obbligata di cui non ha deciso nulla, in un posto che odia, Lorenzo sente montare la rabbia per una vita che sembra non appartenergli affatto e che gli scivola tra le dita un minuto alla volta.rnrnOgni cosa è stata, fino a quel momento, stabilita da altri. Dai suoi genitori, in primis. Da sua madre, soprattutto, che ne progetta e programma ogni singolo aspetto, sempre col sorriso, sempre con amore, sempre per il suo bene. In sosta all’autogrill, Lorenzo guarda le macchine che scorrono in basso, sotto la struttura a ponte sospesa sull’autostrada, in cerca di una soluzione. E inaspettatamente la trova, ed è la più banale di tutte: una fuga.rnrnQui comincia la sua avventura verso un luogo sconosciuto che diventerà presto “casa”. Spinto da una bruciante voglia di scoprire la vita e se stesso, troverà compagni di viaggio, un lavoro intrigante e inediti desideri che passano per il corpo e l’amore.rnrnChe vita è quella che ci hanno disegnato addosso e che succede quando decidiamo noi di prendere la matita e disegnare nuove strade? -
Cesco e il grande tossico
Luca Pakarov dipinge in questo suo esordio alla narrativa uno spaccato spietato della provincia italiana dei primi anni 2000 attraverso le avventure quasi picaresche di un gruppetto scalcagnato di tossici, con un sorriso sempre a fil di labbra e una capacità di scrittura alla John Fante.Appena dimesso dall’ospedale con il naso maciullato per le percosse del suo spacciatore di riferimento, Cesco decide di darsi una ripulita e provare a stare lontano dai brutti giri. Nei brutti giri c’è ovviamente il suo spacciatore, il Grande Tossico detto GT, di cui è il protetto, la tetra casa sulla collina, le sue scorte di eroina e Garbo, con cui condivide la passione per la droga e la sudditanza a GT. Stare lontano dai guai non vuol dire rinunciare all’eroina, ma cercare di controllarla, fare tutto quello che un bravo tossico deve fare per essere riaccolto in seno alla società del consumo.Intanto, nella casa in collina del GT, lo spaccio va avanti, i programmi di espansione sul mercato anche, tra periodi di magra e la concorrenza spietata di mafiosi e biafrani, ovvero un popolo senza nome di spacciatori maghrebini appostati sulle strade di campagna pronti a venderti roba tagliata male. A segnare la vita dei tre personaggi nella provincia sonnacchiosa, le dosi: le dosi mancate, quelle cercate, quelle centellinate, le dosi premio, le dosi in regalo, le dosi che traspirano dal corpo e danno l’odore di tossico. Il tempo è quello tra un buco e l’altro, ricorsivo, sempre uguale, la provincia è il panorama in cui la gente accumula cose per non vedere il vuoto e i minacciosi cambiamenti sociali che stanno per investirla. Così, se la scelta è tra le cose e la roba, Cesco, GT e Garbo non hanno dubbi. -
Questo pianeta
Nella premessa a questa edizione, Laura Conti coglieva con angoscia la ""strana e pericolosa deriva"""" della sinistra e del movimento ambientalista con l'accettazione dell'ineluttabilità del sistema capitalista e la rinuncia a mettere in discussione il suo modello di sviluppo globale. Questo libro approfondisce i limiti insuperabili di quel modello e la sua insanabile incompatibilità con l'ambiente naturale del pianeta e la sopravvivenza delle specie che lo abitano, compresa la nostra. Un classico dell'ambientalismo scientifico."" -
Esco fuori a vivere
Nei primi anni Novanta Francesco sogna di diventare un disegnatore di fumetti, mentre il fratello maggiore Alberto studia per diventare architetto. Le sue giornate procedono senza ansie, finché tornando a casa trova un messaggio allarmante proprio di Alberto: il padre non è rientrato e nessuno sa dove sia. Da quel momento sulla famiglia si abbatte uno tsunami, che li porterà a rileggere alla luce di rivelazioni sconcertanti e spesso al limite della legalità tutta la loro vita, il cui grande burattinaio è stato l'Abominevole, ovvero Rodolfo, il re della truffa. -
Primo amore e altri affanni. Nuova ediz.
Nel 1958 appare per la prima volta in volume una raccolta di racconti che lo scrittore Harold Brodkey aveva pubblicato periodicamente negli anni precedenti sul New Yorker. Era già considerato, a meno di trent'anni, la più grande promessa della narrativa americana e più tardi Harold Bloom l'avrebbe definito il Proust d'America. ""Primo amore e altri affanni"""" fu l'opera che lo consacrò e lo fece conoscere a tutto il mondo. Un volume nel quale affiora l'ossessione autobiografica dell'autore per la memoria impietosa delle situazioni famigliari, la vita nel college, l'infanzia perduta, il matrimonio, l'ambiguità sessuale, il romanticismo. Nelle dieci storie di """"Primo amore"""" la cronaca interiore diventa epica, ogni sentimento un labirinto di sentimenti. È l'amore dei primi turbamenti, quello eversivo, mozzafiato, devastante, che capovolge la vita, a essere al centro: una pulsione innocente che dà i brividi, la fiamma vitale che torce lo stomaco, l'ebbrezza adolescenziale che toglie il respiro e che dà da pensare, perché se si esaurisce, ecco che si trasforma in affanno. Primo amore è l'epopea dell'animo umano, una raccolta scritta in una prosa trasparente che intrappola il lettore in un dolce, lungo sogno, in cui ogni dettaglio, ogni piccolo frammento di un tempo perduto diventa commovente, appassionante. Perché quell'amore giovane, in qualche modo, ce lo ricordiamo tutti."" -
Sola con te in un futuro aprile
2 aprile 1985, ore 8.35. Un'autobomba esplode a Pizzolungo, vicino Trapani. Il giudice Carlo Palermo, bersaglio dell'attentato, è vivo per miracolo. A fargli da scudo è l'automobile di Barbara Asta che sta accompagnando a scuola i due figli di sei anni, Giuseppe e Salvatore. Dei loro corpi non rimane quasi nulla. Su quella macchina avrebbe dovuto esserci anche l'altra figlia, Margherita, che quel giorno per non fare tardi a scuola chiede un passaggio ad una amica. Oggi è una attivista di Libera e combatte la mafia raccontando la storia di quelle vittime innocenti. -
Fuoco
Hani, Kasih e Saya sono tre amiche, giovani donne accomunate da un passato in un quartiere periferico, quello che qualcuno chiamerebbe ghetto, figlie di famiglie di immigrati cresciute in palazzine tutte uguali, le prime a parlare e considerare la lingua del paese in cui vivono e in qualche caso sono nate la loro madrelingua. Dopo anni, si rincontrano in occasione del matrimonio di un’amica e ovunque guardino, che siano i tetti dei palazzi intorno a loro di notte o le metro affollate, si imbattono sempre nelle stesse cose: odio, pregiudizi, paura. A dare l’innesco alla vicenda l’incendio di un palazzo di cui viene accusata Saya: avrebbe appiccato il fuoco per colpire il rappresentante di un movimento di estrema destra. Ma è davvero lei la responsabile? Che cosa è successo nelle ore precedenti all’attentato? Da dove nasce la rabbia e l’ossessione per i neonazisti che infesta il suo sonno? Come guarda il mondo una persona consapevole che in strada, ogni giorno, c’è qualcuno disposto a ridurre in fin di vita lei e le persone che ama? Come ci si libera dalle etichette che la società ci assegna? Shida Bazyar ci mostra cosa significa dover rendere conto costantemente delle proprie origini, ma svela anche l’ipocrisia del nostro mondo che nasconde violenza endemica e ignoranza quotidiana. Fuoco è un romanzo intransigente e toccante sulla straordinaria alleanza tra tre giovani donne e sull’unica cosa che rende possibile una vita autodeterminata in una società che non tollera l’alterità: l’amicizia. Un romanzo tumultuoso e politico che mina le nostre certezze e il nostro punto di vista sull’integrazione e la democrazia. Un terremoto di parole. -
Le case dai tetti rossi
In occasione della vendita della casa dei nonni, Alessandro torna ai tetti rossi, ovvero la grande struttura dell'ex ospedale psichiatrico di Ancona, complesso inaugurato a inizi Novecento e riconvertito dopo la Legge Basaglia del 1978. Il distacco dalla casa dell'infanzia diventa per lui la soglia di un viaggio nel tempo, nei ricordi di quando ragazzino gironzolava intorno ai cancelli per vedere gli internati, di quando Ancona e le Marche tutte confinavano tra quelle mura chi non aveva retto alla Seconda guerra mondiale. A dare una svolta alla gestione dell'ospedale, sulla falsariga di Basaglia, Alessandro ricorda il dottor Lazzari. Il racconto poetico e illuminante di un pezzo di storia del Novecento spesso dimenticato, una riflessione sulla follia, l'integrazione e la libertà. -
Strana carne
Lavinia detta Jo, un giorno incontra il suo destino e il suo destino ha l'aspetto di BB il Mandriano, un uomo che non sembra camminare ma librarsi sulla terra, o meglio sull'asfalto dell'autostrada, mentre si avvicina alla macchina di sua madre per rubarla. Lavinia è annoiata della vita da ragazza di buona famiglia e soprattutto di sua madre, così quando il Mandriano si siede al volante accetta l'avventura senza opporre resistenza. In fuga da chi segue le loro tracce, i due troveranno rifugio a Pensione Pineta, un ricovero nascosto nei boschi, diventato riparo di una popolazione di anziani transfughi, ballerini di tango, assassini per amore, ex cacciatori, nobilastri locali in un circo che si rinnova ogni giorno di piccole vanità. Per questi stravaganti ospiti non c'è altro luogo dove andare, tutti sono devoti a una misteriosa presenza che pare vegliare come un nume tutelare sulla pensione, una centenaria custodita in una teca da cui i pensionanti si recano come in processione. Da quella casa, a ogni modo, non ci si allontana se non da morti. Per tutti loro l'arrivo di BB e di Jo segnerà una frattura della routine, con l'esplodere di gelosie, rancori e spaventi. Un romanzo che travalica i generi, che ci traghetta in notti paurose e pleniluni cari ai fantasmi, figure malefiche e straziate creature innocenti. Un canto alla libertà dai vincoli delle relazioni.