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Percorsi di storia del pensiero economico e del pensiero sociologico. Scritti in onore di Vitantonio Gioia
Questo volume raccoglie originali contributi in onore di Vitantonio Gioia. Vi hanno partecipato colleghi, amici e allievi, che hanno lavorato e collaborato con lui, durante la sua attività accademica e istituzionale, in Italia e all'estero. La ricchezza di temi affrontati e la molteplicità di approcci disciplinari qui rappresentate sono indice della poliedricità dei suoi interessi e della sua preferenza per le ""scienze di confine"""", maturata nell'ambito della sua formazione alla scuola di Umberto Cerroni."" -
La scuola nella pandemia. Dialogo multidisciplinare
La scuola, da marzo a giugno, ha dovuto raccogliere una sfida enorme: rimanere in vita pur nella chiusura degli edifici scolastici. Si appresta, ora, ad affrontarne un'ulteriore, quella di una riapertura in uno scenario completamente nuovo, segnato da dubbi e interrogativi tali da rendere l'orizzonte del prossimo anno scolastico ancora del tutto incerto. In una fase di transizione così delicata per uno snodo vitale del nostro stare insieme, occorre costruire momenti di riflessione su ciò che è stato, sottolineandone criticità e opportunità, utili anche per riprogettare, attraverso un pensiero ragionato, un modello di scuola che, ben consapevole del passato, deve guardare e andare oltre. E' questo l'intento che ha provato a perseguire il presente instant book che raccoglie molte delle riflessioni sviluppate durante un Webinar organizzato lo scorso luglio all'interno del Dipartimento di Scienze della formazione, dei Beni culturali e del Turismo dell'Università di Macerata. -
Alle origini del museo scolastico. Storia di un dispositivo didattico al servizio della scuola primaria e popolare tra Otto e Novecento
Il volume indaga la storia, il significato e le funzioni che il museo scolastico ha svolto tra i secoli XIX e XX. Il ""museo scolastico"""" a cui fa riferimento l'autrice non rinvia alle odierne realta' museali, storicizzate e investite di un valore patrimoniale che oggi esplica le proprie potenzialita' educative sotto le prospettive dell'Educazione al patrimonio e della Didattica museale. Oggetto d'indagine e' piuttosto il museo scolastico inteso come uno specifico dispositivo didattico funzionale a una metodologia d'insegnamento - la lezione intuitiva o lezione oggettiva - che si affermo' compiutamente nel corso del cosiddetto """"lungo Ottocento"""" per effetto di una serie di stimoli diversificati provenienti dalle trasformazioni che interessarono un contesto politico, sociale ed economico-industriale in grande fermento."" -
Senato segreto
È acclarato il tramonto delle ideologie. Eppure, sopravvive in tanti settori una eredità ideologica, un atteggiamento dogmatico, basato sul framing, sulla volontà di far emergere valutazioni preconcette indipendentemente dalla (banale) realtà evidente dei fatti. La chiave metodologica di questo libro si sintetizza nel fact checking, che porta a risultati difformi da certa dogmatica storiografica, indulgente verso schemi preventivi. Il libro presenta un apparato critico di indubbio rigore nel ricostruire- attraverso resoconti parlamentari (da sempre pubblici, ma non sempre letti), documenti d'archivio, lettere, note redatte in fretta a margine di una seduta - il ruolo del Senato del Regno dalla Torino sabauda del 1848 alla Roma occupata del 1943. Si svela una traiettoria istituzionale inattesa. Dal de-framing emerge un Senato tutt'altro che marginale, capace invece di concretizzare una forte stanza di compensazione del sistema e di svolgere una forte interlocuzione con la realtà sociale. Un Senato molto più importante di quanto si sia voluto pigramente sostenere nel corso del tempo. -
La dolcezza ed eccellenza degli stili. Sulle «Operette morali» di Leopardi
La riflessione di Leopardi intorno alla prosa morale anticipa di qualche anno la scrittura delle prime venti operette nel 1824 e fin da subito si affaccia il problema di come esprimere le verità ""filosofiche"""" e """"sentimentali"""" scoperte intorno al rapporto dell'uomo con i suoi simili e con la natura. Lo stile è elemento indispensabile all'affermazione del pensiero e le forme a cui Leopardi affida l'evidenza del proprio """"sistema"""" appartengono alla tradizione letteraria alta, assunta con intenzionalità tutt'altro che accademiche, semmai per allontanare qualunque tentazione di personale affetto. Nell'affrontare aspetti specifici della storia interna ed esterna delle """"Operette morali"""", il libro riconosce nella questione stilistica il baricentro dell'operazione leopardiana: come dire che la forza della letteratura mette lo scrittore al riparo dal rischio di un'indebita esposizione di sé, consentendogli di parlare in termini assoluti ai lettori di ogni tempo."" -
JLIS.it. Italian journal of library and information science-Rivista italiana di biblioteconomia, archivistiva e scienza dell'informazione (2021). Vol. 12: In solis locis turba. Studi offerti a Gr...
"In solis sis tibi turba locis"""" (Tibullo , IV, XIII, 12 «Nella solitudine sii per te stesso una folla») «Bisogna riservarsi una retrobottega tutta nostra, del tutto indipendente, nella quale stabilire la nostra vera libertà, il nostro principale ritiro e la nostra solitudine. Là noi dobbiamo trattenerci abitualmente con noi stessi, e tanto privatamente che nessuna conversazione o comunicazione con altri vi trovi luogo». Michel de Montaigne, Essais. I, 39; traduzione di Fausta Garavini I saggi di vari autori qui raccolti, testimoni di legami e di interessi condivisi in luoghi e in epoche diverse, offrono a Graziano Ruffini un canone bibliografico a più voci, che allieti il suo studiolo con gli echi di una """"turba lectorum et amicorum"""". Firenze, gennaio 2021." -
Primavera di incertezza. Mito e malattia della giovinezza in Federigo Tozzi, Alberto Moravia e Vitaliano Brancati
Il libro ripercorre le tappe di una vecchia storia: quella della giovinezza intesa come costrutto culturale. Nel Settecento si è cristallizzata una precisa immagine del giovane maschio, assurto a simbolo di palingenesi. Tale immagine è stata strumentalizzata da coloro che reclamavano un posto di spicco nella sfera pubblica. Incarnare la giovinezza voleva dire essere in possesso del diritto di diventare protagonisti della Storia. Movimenti politici e artistici si sono contesi questo primato, contribuendo alla formazione di un mito capace, con la sua forza seduttoria, di mobilitare intere generazioni. Un mito che affonda dunque le sue radici nell'Europa del XVIII secolo e che transita, con riemersioni cicliche, per il romanticismo risorgimentale, per il nazionalismo e per le avanguardie, raggiungendo il suo apice nella ""primavera di bellezza"""" del fascismo. Vi sono però degli autori novecenteschi che hanno intercettato e reso manifesto il contraltare di questo mito, come Federigo Tozzi, Alberto Moravia e Vitaliano Brancati. Attraverso la critica tematica, l'antropologia, gli studi culturali e di genere, il libro cerca di dimostrare come nella narrativa di questi tre scrittori la giovinezza assuma i tratti, foschi, di una malattia. Come lì emerga la parte in ombra che il mito nasconde nel suo centro, il suo più profondo rimosso storico."" -
Chromata. Lessico dei termini greci di colore. Vol. 2: Beta.
Nella cultura greca, il colore è una qualità strettamente legata alle cose, non separabile da esse: le contraddistingue in una loro caratteristica, intrinseca o acquisita, le identifica in rapporto ad altre, e le inserisce nella serie di analogie e di antitesi che strutturano l'universo. Il colore è inoltre una proprietà delle cose molto apprezzata e gradita per il piacere estetico che può procurare, ma è soprattutto una categoria della conoscenza, uno strumento per cogliere il mondo nella sua molteplicità, per individuare contrapposizioni o corrispondenze: la speculazione antica ne ha fatto un fenomeno rivelatore di processi nascosti, e lo ha utilizzato come esemplificazione del concetto stesso di movimento-mutamento, di metabol?. Il colore appare nella riflessione dei Greci più un qualcosa per conoscere che un qualcosa da conoscere. Il lessico cromatico è stato costantemente al centro dell'attenzione, fin dall'esegesi antica: il significato dei termini di colore nelle opere della letteratura greca rappresenta ancora oggi un tema di dibattito sempre più esteso, che non riguarda solo i filologi, o chi è impegnato nella difficilissima arte del tradurre, ma che coinvolge linguisti, psicologi, sociologi e antropologi che si occupano di percezione e di classificazione dei colori in varie lingue e culture. Nonostante il grande interesse suscitato dalla classificazione, dalla nomenclatura e dall'impiego dei termini di colore in greco, non esiste per essi un lessico specifico. La ricerca che viene proposta intende colmare questa lacuna: essa potrà costituire la base e lo strumento per un necessario approfondimento delle numerose questioni, di varia natura, collegate con una terminologia molto più ricca e dinamica di quanto si sia in genere creduto. -
Granelli di senapa all'indice. Tessere di storia editoriale (1585-1700)
Ora alla seconda edizione, il volume ripercorre la vicenda di settantacinque titoli di carattere mistico-devozionale, colpiti dal divieto censorio dopo il 1687, anno che segna, con l'abiura e la condanna al carcere perpetuo del Molinos, l'inizio di una vera e propria caccia ai testi contaminati dal veleno della Quiete. Nel fuoco dell'indagine genesi testuale, spesso stratificata e complessa, diffusione sul piano peninsulare e oltralpe, sopravvivenza e stato di conservazione degli esemplari. I molteplici percorsi della ricerca consentono di individuare il profilo di pressoché altrettanti bestseller, farmaci dell'anima oggetto di lettura intensiva, radicati nell'immaginario di più generazioni in tutta l'Europa occidentale. Prefazione di Rosa Marisa Borraccini. -
Migranti di ieri e di oggi. Movimenti di popolazione tra le due sponde dell’Adriatico in età moderna e contemporanea
Un tema molto dibattuto e studiato negli ultimi anni come quello delle migrazioni, se viene affrontato relativamente allo spazio adriatico assume un profilo specifico. Da tale constatazione deriva la scelta di adottare una prospettiva di lungo periodo, per verificare se e in quali termini quel bacino sia stato una barriera o si sia tramutato in zona di interscambi profondi di culture, pratiche e saperi veicolati attraverso le persone che lo attraversavano. Nei saggi che compongono il volume l'accento è stato posto sui protagonisti delle migrazioni, sulle dinamiche che hanno accompagnato il loro spostamento e sui luoghi di partenza e di arrivo. L'Adriatico fa da sfondo e il riconfigurarsi continuo dell'assetto politico degli Stati sulle sue rive è chiave di lettura essenziale per comprendere i flussi di esseri umani. -
Lo snodo/la svolta. Permanenze, riemersioni e dialettica dei livelli di cultura nel testo
Indagare snodi tematici, salti qualitativi e stilistici, nonché momenti storici di svolta evidenziati da alcuni testi in grado di determinare l'emersione di nuove istanze culturali, in maniera più o meno mediata e rifunzionalizzata. In tale prospettiva, i contributi raccolti in questa sede esplorano testi appartenenti a diverse epoche e tradizioni letterarie, approfondendone aspetti teorici, stilistici e linguistici: ne risulta una conversazione polifonica tra studiosi eminenti ed emergenti, che aggiunge ulteriori prospettive critiche sulla relazione tra testi e contesti. -
Ladinar dacostiano. Uriel da Costa, Samuel Usque e la «Biblia de Ferrara»
La ricostituzione del corpus autentico delle sue opere, gli studi approfonditi sulla sua biblioteca, rendono oggi possibile la ricerca sul complesso rapporto intellettuale che Uriel da Costa (1583-1640) ha intrattenuto con due classici della diaspora sefardita, alla quale egli apparteneva per biografia, per lingua e per cultura: la ""Biblia de Ferrara"""" (1553) e la """"Consolaçam"""" di Samuel Usque (1553, 1599). La prima parte del libro ricostruisce la profonda lettura dacostiana della """"Consolaçam"""" di Usque, che Da Costa conosceva nella riedizione del 1599. La seconda analizza le varianti ladine del portoghese dacostiano, che presuppongono la """"Biblia de Ferrara"""" come imprescindibile punto di partenza. Poiché il mito della """"rarità"""" circonda ancor oggi due testi del desterro de Portugal come la """"Biblia de Ferrara"""" e la """"Consolaçam"""" di Usque, interrogando un migliaio di cataloghi di aste librarie e innumerevoli testimoni oculari, rintracciando e registrando gli esemplari oggi esistenti nel mondo, la terza parte del libro dimostra che quella rarità non è mai esistita e che i due testi potevano far parte della biblioteca di Da Costa, anche prima del suo esodo dal Portogallo."" -
Poesie. Vol. 2
«Uno dei pensieri che più sono in grado di rallegrare chi insegna, ma in generale chiunque, è sapere che da qualche parte, negli anfratti del mondo, esistono dei giovani che scrivono e che scrivono poesie. Un fatto non scontato di per sé e soprattutto nel mondo contemporaneo, con i suoi imperativi tecnologici della velocità e dell'immediatezza, con i linguaggi brevi e rapidissimi del digitale, che rappresentano da un lato una superlativa risorsa comunicativa e culturale ma che potrebbero dall'altro travolgere la pensosità, la lentezza malinconica, l'assillo rimuginativo del poeta. Tratti comuni dei componimenti qui presentati sono proprio, pur nell'originalità di ogni singola pronuncia, un accentuato rovello psicologico, una forte carica introspettiva, una ricerca di rapporti profondi; l'area mentale, sempre in travaglio, del soggetto, non trova, se non nel ricordo, interlocutori salvifici o propizi. Si potrebbe additare un correlativo oggettivo di tale condizione nel mare, molto presente in questi versi, il compagno muto ma anche il confidente delle inquiete dinamiche interiori che le quattro voci riunite in queste pagine hanno affidato alla parola poetica...» (Dall'Introduzione di Andrea Rondini) -
Grazie Anna. Testimonianze per Anna Arfelli Galli (1933-2019)
Il testo raccoglie i ricordi e le riflessioni di quanti, fra i tanti colleghi e amici di Anna Arfelli, hanno avuto la possibilità di intervenire in occasione dell'incontro organizzato dalle Edizioni Università di Macerata, il 20 settembre 2019, per renderle omaggio a pochi mesi dalla scomparsa. Un omaggio che non poteva prescindere dal presentare La soggettività fenomenica, versione italiana da lei curata di Der Mensch als Mit-Mensch, l'ultima opera del marito e collega Giuseppe Galli, pubblicata nel 2017 da Krammer Verlag di Vienna per iniziativa di Gerard Stemberger, che ha definito l'edizione italiana «un lavoro importante di Giuseppe nato dalle mani di Anna». Dopo la scomparsa del compagno di vita per Anna è stato, infatti, naturale dedicare tutte le proprie energie a completarne il lavoro secondo le tracce da lui lasciate e in una visione scientifica profondamente condivisa da entrambi. Sull'importante significato di quest'opera, ampliata e integrata nella versione italiana con certosina pazienza e fedeltà da Anna, si soffermano in particolare gli interventi di Ivana Bianchi, Gerard Stemberger, Giuseppe Mininni, Giovanni Ferretti e Luciano Latini, come pure quelli della figlia Grazia Galli, di Rosa Marisa Borraccini e di Andrzej Zuczkowski, che dell'incontro sono stati motori e moderatori. Ampie e specifiche rievocazioni del percorso professionale e umano di Anna e Giuseppe sono invece l'oggetto centrale degli interventi di Antonina Ballerini, Alessandra Fermani, Stefania Fortuna, Lorella Giannandrea, Lamberto Lamber-tucci, Maria Luisa Leombruni, Roberto Mancini, Francesca Munafò, Morena Muzi, Paola Nicolini, Francesco Orilia, Rosauro Scarafoni, Flavia Spezzafune. -
Narrazioni e rappresentazioni dell'Adriatico oggi
Attraverso saggi dedicati a scrittori e poeti del diciannovesimo, ventesimo e ventunesimo secolo, questo volume collettaneo indaga le modalità con cui il mare Adriatico è stato rappresentato ed evocato in opere fra loro eterogenee ma accomunate dal fil rouge del Mare Superum. Il lettore intraprende così un viaggio intellettuale e culturale che, partendo da un affascinante excursus sulla storia dell'Adriatico attraverso i secoli, tocca le ""rotte adriatiche"""" di Paolina Leopardi, De Carolis, Giani Stuparich, Ripellino, Bassani, Comisso, Ortese, Romano, Bigiaretti, Madieri, Magris e Nigro. Emerge così come l'Adriatico sia una eterogenea ma sempre vivace fonte di ispirazione artistica e letteraria e un costante riferimento culturale e sentimentale."" -
Anni memorabili
Nessun uomo politico ha occupato posizioni di governo nel corso di entrambe le guerre mondiali del secolo scorso. Nessuno a parte Winston Churchill, un testimone del Novecento fuori dal comune anche per la personalissima maestria con le parole, agevolata da un ingegno fulmineo, da una lingua affilata e da un inesauribile vocabolario. La sua produzione letteraria - cinquantuno libri (di cui undici postumi) raccolti in ottanta volumi, accompagnati da centinaia e centinaia di articoli scritti come corrispondente di guerra in India, Sudan e Sudafrica per permettersi l'acquisto delle scorte di Pol Roger con cui innaffiava immancabilmente i suoi pasti - ammonta a più di quanto scrissero Charles Dickens e William Shakespeare messi insieme, il che fa del Premio Nobel per la Letteratura che gli venne conferito nel 1953 un riconoscimento tutt'altro che onorario. Churchill fu anche un instancabile oratore, e altrettanto abbondante è il numero di discorsi che tenne nel corso della sua vita. Dotato di una notevole memoria, che gli aveva guadagnato un premio scolastico per l'abilità di recitare a braccio lunghissimi poemi, non mancava però mai di provare i suoi discorsi, di cui scriveva numerose versioni, ripetendone ad alta voce i passaggi cruciali - e segnando pause e sottolineature retoriche - mentre misurava a grandi passi la stanza. Fu così che riuscì a trasformare persino la sua pronuncia blesa e la lieve balbuzie in uno strumento di efficace retorica. Immaginandolo arringare i colleghi a Westminster o le folle che ne amavano la capacità di leadership, è meno noto che alcuni fra i suoi più celebri e intensi discorsi Churchill in verità li tenne nelle università e nelle scuole. La selezione che proponiamo riunisce cinque prolusioni tenute negli anni fra il 1941 e il 1949 nelle università di Harvard, Zurigo e al Massachusetts Institute of Technology (MIT) e nelle public schools di Harrow e Westminster. Fu davanti a un uditorio composto da docenti e studenti, dunque, che Churchill intonò per la prima volta il suo storico incitamento a non arrendersi mai ('Never give in'), impiegò per la prima volta la locuzione di suo conio 'cortina di ferro' e auspicò la creazione degli Stati Uniti d'Europa, fino ad alludere con stile visionario alla sfida mondiale di tenere insieme la pace fra i popoli e lo sviluppo tecnico-scientifico. -
Come un pedone sulla scacchiera
A leggere la prolusione che Fleming pronunciò a Harvard nel 1945 - pochi mesi prima di ricevere il Premio Nobel per la medicina, insieme a Boris Chain e Howard Florey, per la scoperta della penicillina - appare evidente come un fil rouge abbia percorso gli eventi più determinanti della sua esistenza: il caso. Fu per un caso, che il suo intelletto e l'impegno seppero poi trasformare in destino, che Fleming riuscì a lasciare la fattoria di famiglia in Scozia e quindi, inizialmente sprovvisto di mezzi, a iscriversi a medicina, a lavorare con l'esimio Sir Almroth Wright e, da garzone di laboratorio quale era, a fare la sua prima scoperta, il lisozima, osservato - di nuovo, per caso - come fermento di secrezioni e tessuti umani e poi rivelatosi capace di dissolvere alcuni batteri. Nel riconoscere la determinante influenza del caso, del fortuito sulla sua stessa carriera, però, Fleming non poteva non sottolineare l'importanza di praticare uno sguardo eccentrico sulle cose, pronto a cogliere nella stravaganza di un dato, o di un fatto, l'indizio di quella necessità conseguente al caso su cui, vent'anni più tardi, Jacques Monod, un altro Nobel della medicina, incardinerà la duale possibilità della scoperta scientifica e dell'avanzamento della scienza. Fu l'imprevisto a guidare il suo intuito; eppure non lo avrebbe mai saputo cogliere senza l'apertura mentale che viene sì dalla conoscenza e dal duro lavoro, ma non meno dall'anticonvenzionalismo e da uno sguardo capace di sospendere l'incredulità. -
L' educazione è fuori. L'esperienza di Bimbisvegli a Serravalle D'Asti
«Ho avuto il piacere di incontrare e di ringraziare, in collegamento, l'Associazione Bimbisvegli e l'Università di Macerata per il bel progetto realizzato quest'estate, organizzando attività a contatto con la natura per le bambine e i bambini. Far uscire la Scuola dalla Scuola, come hanno proposto, è un approccio che condivido pienamente per le sue enormi potenzialità. Un approccio che stimola le alunne e gli alunni al rispetto dell'ambiente circostante, permette loro di riappropriarsi degli spazi all'aperto, guarda alla natura come insieme di stimoli ed esperienze sensoriali. La scuola diventa così un luogo più flessibile, aperto e le attività extra-scolastiche rientrano integralmente nel percorso di sviluppo, di apprendimento e di crescita. Maria Montessori definiva il bambino come «il più grande osservatore spontaneo della natura, il quale ha indubbiamente bisogno di avere a sua disposizione un materiale su cui agire». Questo vale a maggior ragione oggi, nel delicato contesto che ci troviamo a vivere a causa della pandemia che ha imposto distanze, creato nuove vulnerabilità e lacune nel quotidiano. Abbiamo il dovere di pensare e valorizzare nuove forme di didattica, come questa.» (Dalla Prefazione di Lucia Azzolina) -
Blu. La bellezza della natura
Il colore blu è raro. Uno sguardo al cielo sembra contraddire questo enunciato, ma se volgiamo gli occhi intorno a noi con maggiore attenzione ci rendiamo subito conto di un dato di fatto: nel mondo animale e vegetale di rado ci imbattiamo nel blu. Quando la natura genera il blu che cosa accade in realtà? Che cosa distingue il colore del fiordaliso da quello della ghiandaia? Da tempo immemorabile l’uomo va in cerca di pietre o sostanze uniche da utilizzare per la tintura di tessuti o per l’arte pittorica. Qual è la loro origine? Fin dall’infanzia Kai Kupferschmidt subisce la fascinazione del blu, che lo accompagna ancora oggi. Per indagare il segreto di questo colore ha intrapreso un viaggio passando dal Giappone a un lago vulcanico in Oregon per poi tornare in Brandeburgo e vedere gli ultimi esemplari di ara di Spix. Rocce, piante, animali, o lo sguardo rapito dallo spazio verso il pianeta blu, sono testimonianze di una bellezza incommensurabile che si rispecchia nelle nostre parole, dette e scritte. Il blu non perderà mai la sua magia, ma libro di Kupferschmidt intende spiegarci come questo colore e la sua bellezza trovino il modo di manifestarsi nel mondo. Prefazione di Luca De Benedictis. -
I Ricci Petrocchini a Monte Milone (oggi Pollenza). Il ruolo territoriale e urbanistico di un casato in terra maceratese
Il volume delinea la storia di una delle più antiche e nobili famiglie del Maceratese mettendone in evidenza il ruolo politico, il prestigio sociale, l'impronta territoriale. I Ricci Petrocchini incarnano il modello del colto e ricco proprietario terriero che con il proprio modus vivendi incide sulla valorizzazione del patrimonio agrario, diffonde modelli culturali, agisce da protagonista nel quadro degli eventi storici che connotano il suo tempo. Ripercorrere tali vicende, connotate dalla presenza di personaggi come Padre Matteo Ricci, Alessandro Manzoni, Papa Pio IX, Cavour, Mazzini, ha rivelato una chiave interpretativa dell'architettura del paesaggio rurale e urbano del maceratese.