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Ritratti d'autore. Ediz. illustrata
Il progetto ""Ritratti d'autore"""" è nato dall'intento di mettere in relazione due mondi spesso associati ma allo stesso tempo contrastanti. Fin dai tempi più remoti, infatti, l'arte riveste un ruolo rilevante nella psichiatria e questo per varie ragioni a noi note. Quella comunemente definita arteterapia è un'esperienza clinica che pone al centro della sua pratica il fenomeno espressivo. È una tecnica molto utile, in uso sia nelle terapie dell'infanzia e dell'adolescenza sia nelle psicosi e nei disturbi di personalità nell'età adulta. Disegnare, usare i colori sui fogli, costruire forme, sono modalità espressive più semplici e più facili da realizzare rispetto alle parole e alla formazione di un discorso, e quindi, portano l'individuo ad esprimersi in maniera più spontanea. La produzione artistica, infatti, è dimostrato, ha effetti positivi sui pazienti affetti da disagio mentale e psicosi di diverso genere. l progetto si è proposto di abbattere la barriera che separa i pazienti dal mondo esterno attraverso la realizzazione di una scultura, una fotografia o un dipinto. Questo perché comprendere l'individuo con determinate problematiche non è facile ma fare in modo che lo stesso..."" -
Alberto Gianfreda. Earthquakes. Ediz. multilingue
Catalogo pubblicato in occasione della mostra ""Earthquakes"""", personale dello sculture Alberto Gianfreda, Banca Sistema, Milano, 29 gennaio - 26 marzo 2014 (al Museo Canova di Possagno dal 5 aprile all'11 maggio 2014). Alberto Gianfreda presenta una raccolta di sette grandi sculture e disegni inediti concepiti esclusivamente per gli spazi di Banca Sistema a Milano. Il progetto espositivo si fonda sul contrasto tra l'età geologica del nostro pianeta, considerato giovane, e il nostro sistema sociale, inversamente vecchio e obsoleto, che però si trovano uniti da un destino comune: continue scosse, oscillazioni, crolli, rovesciamento dei piani. Da qui il titolo della mostra: """"earthquakes"""", ovvero terremoti. Di un terremoto non è possibile stabilire, se non alla fine, il momento di inizio, prevederne il termine o l'entità, e soprattutto l'esito."" -
Corrado Zeni. Last paintings. Ediz. illustrata
In ""Atlas"""" il cambiamento dal punto di vista tecnico, formale e concettuale è forte ed importante. Le persone sembrano aver finalmente trovato il loro giusto contesto, sembra che Zeni non abbia più l'esigenza di rapirle alla loro quotidianità ma che anzi voglia raccontarcele nel loro mondo, interpretato ovviamente alla luce della sua visione e delle sue esperienze. Parrebbe che quel mondo osservato con distanza si sia molto avvicinato al punto di vista privilegiato dal quale l'artista lo osservava finendo per coinvolgerlo, per influenzarlo... per trascinarlo nelle danze. Si potrebbe quasi credere che Zeni sia finalmente stato invitato a quella festa alla quale prima non era ammesso e del quale non voleva farne parte (?)...""""mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?"""". Le figure umane continuano a fare i loro gesti quotidiani ma non più isolate dal bianco asettico, non più nello zoo mentale di Corrado, non scrutate sotto la lente di ingrandimento ma in un mondo reale dove il colore e le forme raccontano storie vere e vissute, luoghi e tempi. I soggetti di Corrado si sono dunque riappropriati della loro storia..."" -
Hýbris. La dismisura come pratica di comunicazione. Ediz. illustrata
La dismisura, attualmente elevata a prassi dai meccanismi dell'economia globalizzata, nel mondo greco s'identificava nella hýbris, concetto che indica la tracotanza che può nascere nell'uomo che si contrappone alla gerarchica ""giusta misura"""" del cosmo tradizionale. L'espressione della tensione tra ordine e caos, uno derivante dalla temperanza e l'altro dalla superbia, è fondamentale nella tragedia greca come in molte attuali espressioni artistiche, mantenendo i medesimi fini catartici. Alternando toni drammatici a note più ludiche, la mostra collettiva """"Hýbris. La dismisura come pratica di comunicazione"""" raggruppa una selezione di opere recenti di tre giovani artiste italiane, Enrica Berselli (Modena 1984), Silvia Forese (Verona 1984) ed Elena Monzo (Brescia 1981). Seppur formalmente differenti, le opere delle tre artiste dialogano in un unico progetto ad indicare diverse interpretazioni e gradazioni dell'odierna cultura dell'eccesso, con il fine di esplorare le peculiarità semantiche dell'esuberanza visiva nella vita contemporanea."" -
Utopia. Ediz. multilingue
Artista poliedrica e con una singolare impronta espressiva, Xing Danwen negli anni è riuscita a rinnovarsi costantemente, esplorando una molteplice varietà di linguaggi stilistici che vanno dal video all'installazione, dalla fotografia alla performance. La mostra milanese, dal titolo Utopia, ripercorre i tratti distintivi della sua vasta sintesi poetica che l'ha resa un'artista affermata ormai da diversi anni sia a livello nazionale che internazionale. Le sue opere fanno, infatti, parte delle più grandi collezioni museali, come il Metropolitan Museum of Art di New York, il Centre Pompidou di Parigi o il Victoria and Albert Museum di Londra, solo per citarne alcune. Questa sua prima personale italiana offre la possibilità di conoscere da vicino il suo percorso artistico, ""un viaggio privato ma anche collettivo"""", come lei stessa lo definisce, che racconta le contraddizioni di una delle più complesse realtà sociali odierne, quella cinese."" -
Casabarata. Ediz. multilingue
"Casabarata"""" è la personale di Thomas Berra, ospite del progetto no-profit Banca Sistema Arte dal 16 aprile al 16 luglio 2014. La personale """"Casabarata"""" rappresenta l'esito di un percorso iniziato nel dicembre 2013 a Tangeri, in Marocco, dove Thomas Berra ha terminato un programma di residenza artistica. Scambio, ricerca e interazione sono i temi di fondo di questo lavoro che, uniti all'entusiasmo e all'energia che il Marocco ha restituito all'artista, vengono portati a Milano all'interno degli spazi di Banca Sistema. La mostra comprende 28 disegni incorniciati su carta, dai temi e colori con forti influenze marocchine, 32 disegni liberi sui toni del blu e un trittico dalle dimensioni baconiane i cui protagonisti sono un albero e dei """"bugiardi"""", timbro di Thomas Berra dal 2012. Completa l'esposizione il simbolo stesso della mostra, l'opera totemica che rappresenta il sunto di tutto questo lavoro: """"Casabarata"""", una vera e propria casa di oltre due metri d'altezza, fatta di legno e materiali di recupero. Un simbolo portato a Milano proprio da Casa Barata, il mercato popolare di Tangeri." -
Sergio Armaroli. Camera d'Eco (EchoChamber). Lavori ed esperienze, 1994-2014. Ediz. illustrata
[...] In questo percorso si inserisce il lavoro di Sergio Armaroli, lavoro inteso nel senso universalmente più ampio che, partendo dal rapporto fra arte e musica, si compone di mezzi e strumenti di indagine differenti, in grado di definire un campo di analisi comune: la costante ricerca di una unità dell'esperienza. Forme, gesti, parole, azioni e percezioni sensoriali comunicano insieme in un costante scambio di ispirazioni e collaborazioni, per confluire in un unico risultato espressivo ed estetico, processo di sintesi totale fra le arti. Una sintesi in cui ogni elemento rimanda l'uno all'altro, un succedersi di cose e di eventi disposti secondo un ritmo, una sequenza musicale, trovando nella Gesamtkunstwerk wagneriana le sue radici più profonde. L'artista diventa promotore e fautore dell'essenza pura e del significato della realtà che lo circonda, traslata a seconda della propria sensibilità e dei mezzi a sua disposizione, della sua capacità di ascolto, della possibilità di fondere ogni cosa e pensiero. Artista, pittore, fotografo, musicista, poeta, Armaroli rispecchia la figura dell'artista moderno, una modernità che, attingendo alla tradizione e alla propria cultura... -
Federico Unia. La dilatazione dello sguardo
"Il percorso espressivo condotto da Federico Unia si è rivolto, in questi ultimi anni, alla condizione globale di violenza e di umiliazione vissuta dalle popolazioni nella società occidentale e nei paesi poveri del terzo mondo, ma si è anche dimostrato insistentemente attento alla condizione del mondo animale e di quello vegetale sul pianeta, per poi operare una contaminazione simbolica tra queste due aree tematiche. Correttamente Unia ha individuato e posto al centro della sua analisi e della sua comunicazione non la forma dichiarata e il gesto specifico della violenza, ma la condizione, il clima, lo stato di umiliazione ricevuto successivamente alla devastazione; cosi che ogni opera risponde allo stato di prostrazione, di afflizione e di offesa subita e percepita. Il patrimonio di immagini elaborato e configurato da Unia non risponde ad un processo di citazione tratto passivamente dal sistema di comunicazione giornalistica, ma è il frutto di un percorso di elaborazione e di manipolazione dell'immagine in cui la pittura, per tecnica e per storia antica, agisce con volontà destabilizzante""""." -
Tamara Ferioli. Heimaey. Catalogo della mostra (Milano, 16 ottobre-22 novembre 2014). Ediz. multilingue
"Mi chiedo se l'incontro e l'esperienza di Tamara Ferioli con l'Islanda possa considerarsi un déjà vu. Così mi è apparso. Non tanto proveniente da un sogno, piuttosto da un'altra vita. È come se i profondi contrasti delle terre islandesi - la morbida erba verde e le dure rocce vulcaniche, le sabbie nere e i ghiacciai, le vite degli abitanti che si intrecciano con essa - avessero avuto un forte impatto su di lei. Come lei stessa ne parla, non in modo inaspettato, semmai rassicurante, un sentimento di serenità verso qualcosa che conosci profondamente anche se lo stai vedendo e provando per la prima volta. La sua ossessione e attrazione per l'Islanda fa pensare che ne sia rimasta ammaliata. Ho visto per la prima volta Tamara nei West Fjords nel corso della sua ultima visita in Islanda. Sembrava trafelata, come se non avesse ulteriore tempo da perdere. Ci siamo incontrate in un piccolo café, qualche giorno prima che finisse il suo Viaggio, stava effettuando ricerche, esplorando, scoprendo e cercando ispirazione per...""""" -
Truth serum
Nato nel '71 a Kaman, una cittadina dell'Anatolia Centrale, Kocyigit è cresciuto durante il terzo golpe militare, uno dei periodi più bui della cronaca recente. Come lui stesso afferma, ""la mia adolescenza non è stata segnata dalla divertente scelta dei capelli all'ultima moda o dalla gara alla più improponibile imbottitura sulle spalle"""", al contrario, gli anni '80 hanno simboleggiato il bisogno di trovare una propria identità e di comprendere, quanto possibile, la controversa realtà culturale di cui era testimone. """"Noi volevamo la libertà"""" continua l'artista, """"ma non sapevamo cosa questa significasse veramente, c'è voluto molto tempo per capirlo e, se ci sono riuscito, lo devo sicuramente all'arte"""". L'arte diventa dunque per Kocyigit la """"parola"""" con la quale esprimersi liberamente, lo strumento col quale raccontare le fratture della propria generazione, il senso di sradicamento e la sempre più evidente consapevolezza di una realtà vulnerabile e precaria. Servet Kocyigit cattura la memoria collettiva, per poi restituirla in una nuova dimensione metaforica, dove trionfa il labile equilibrio fra percezione (intesa nella sua connotazione sensoriale ed emozionale) e concezione..."" -
Robert Pan. Eden. Ediz. multilingue
I lavori di Pan ormai si muovono al di fuori di ogni figurativismo, anche se il cosmo, nel senso più ampio, costituisce ancora un punto di riferimento reale. I sogni cromatici di Pan non rimandano a una realtà, sono concreti, astratti e spirituali, così come il colore nella sua materialità e nella sua spiritualità. Pan è arrivato nel giardino dell'Eden. A proposito del suo lavoro, Robert Pan dice di essere in realtà uno scultore, non un pittore. Da ciò anche il desiderio di occupare lo spazio in modo fondamentalmente diverso. Nell'opera di Pan l'ignoto è un obiettivo del lavoro. La sua attenzione è rivolta al processo di ricerca dell'immagine, che viene guidato dalla forza plasmante dell'artista e dall'utilizzo del materiale. Il procedimento artistico non è spontaneo, ma intuitivo. Ciò che gli interessa è un far nascere meditato. Egli affronta il lavoro in modo pensoso, lasciando andare liberamente la sua fantasia creativa... -
Elisa Bertaglia. Bindwood. Ediz. multilingue
Volume edito in occasione della personale di Elisa Bertaglia e organizzata e promossa all'interno del progetto no-profit Banca SISTEMA ARTE. ""Bindwood"""", realizzata in collaborazione Associazione Culturale Arteam, resterà allestita negli spazi di Banca Sistema, in Corso Monforte 20 a Milano, dal 29 gennaio al 23 aprile 2015. Alcune opere di Elisa Bertaglia - 28 disegni, già parte della collezione della Banca - sono inoltre esposte in via permanente presso la filiale di Banca Sistema a Padova."" -
Alessandro Cannistra. A.lta C.uota
Alta quota come spinta a un limite che pone in relazione tecnologie moderne, come i sistemi elettromagnetici, e materiali primordiali come il fuoco. Alta quota come definizione di un percorso concettuale e fisico di ricerca creativa. Il catalogo presenta le opere esposte nell'omonima mostra personale - svoltasi presso Officine dell'Immagine a Milano dal 19 marzo al 19 aprile 2015 - e ripercorre la ricerca creativa di Cannistrà degli ultimi due anni: quattro istallazioni, affiancate da 15 opere inedite realizzate su supporti diversi, in grado di intrecciare un dialogo diretto tra di esse, comunicando pensieri che spaziano tra il tempo, il silenzio, l'ancestrale, il futuristico e il simbolico. -
The art of food valley. Ediz. illustrata
Catalogo pubblicato in occasione dell'omonima mostra presso RezArte Contemporanea, Reggio Emilia, 18 aprile - settembre 2015. In occasione di EXPO 2015 e del tema ""Nutrire il Pianeta. Energie per la vita"""", The Art of Food Valley si propone come una piattaforma in cui l'arte e il cibo si offrono come strumento di intervento nel territorio italiano. L'Emilia Romagna in particolare è considerata in tutto il mondo una delle regioni più ricche di prodotti tipici ed eccellenze enogastronomiche, tanto da guadagnarsi l'appellativo di Food Valley: un vero e proprio distretto territoriale dalla forte pregnanza enogastronomica, culturale ed artistica. Ventitré artisti riflettono su venti prodotti tipici DOP e IGP compresi nel territorio della Food Valley, attraverso metodi, strumenti e linguaggi artistici che ne portano alla luce significati e valori legati alla sfera dell'estetica, del gusto, della cultura."" -
A.R.T. Advanced refrigeration technology. Nutrimento e conservazione dell'arte. Ediz. multilingue
Volume edito in occasione della mostra ""A.R.T.: nutrimento e conservazione dell'arte"""" organizzata e promossa all'interno del progetto no-profit Banca Sistema Arte. In linea con le tematiche Expo 2015, la proposta espositiva """"A.R.T. (Advanced Refrigeration Technology): Nutrimento e conservazione dell'arte"""", progetto-ponte tra Milano e Venezia, a cura di Andrea Del Guercio, pone l'attenzione sulla questione dell'alimentazione e dell'importanza del cibo, focalizzandosi sul tema della sua conservazione, condivisione e consumo. Figura iconica centrale del progetto è il frigorifero, scelto quale icona rappresentativa del tema del nutrimento e della conservazione. La mostra in particolare si sviluppa tra Milano e Venezia (7 maggio - 30 giugno 2015), potendo contare su diverse sedi espositive in entrambe le città, e coinvolge 36 artisti, di cui 8 maestri dell'Arte Contemporanea e 12 giovani. Le opere riflettono sulle implicazioni antropologiche del nutrimento, a partire dalla consapevolezza che il consumo, la conservazione e la condivisione del cibo stanno alla base del modo con cui l'uomo si percepisce."" -
Baj. Figure dell'immaginario (1951-2003)
Catalogo realizzato per la mostra ""Baj. Figure dell'immaginario (1951-2003)"""", Museo d'Arte di Palazzo Gavotti, Savona, 26 settembre - 13 dicembre 2015. La prima opera esposta in mostra è Quamisado II, dipinto nucleare del 1951. Chiude il percorso Punching General, scultura del 2003. In questo arco di tempo sono comprese tutte le sperimentazioni di Baj, tutti i suoi studi, i suoi scritti e, soprattutto, i suoi dipinti: un lavoro ininterrotto che ha portato all'epifania creature e personaggi (a volte vere e proprie saghe o composizioni teatrali) orientati all'onirico, al tragico, al satirico, al surreale, all'impegno politico e civile."" -
Roberto Floreani. Ricordare. Ediz. italiana e inglese
Volume pubblicato in occasione della mostra ""Roberto Floreani. Ricordare"""", Musei Civici di Palazzo Chiericati, Interrati palladiani, Vicenza, 4 ottobre 25 novembre 2015. Il fulcro del nuovo progetto espositivo è stato realizzato da Floreani, per la prima volta in oltre 35 anni di attività, interamente su carta. Si tratta di una carta fatta a mano del tutto particolare, con inserti (ad immersione) di garza cannettata, che la trasformano in una sorta di carta-tessuto multistrato, di forte impatto emozionale. La stratificazione usuale dei materiali riporta ad uno dei motivi centrali del lavoro di Floreani, legato alla componente memoriale che, in questo progetto, viene declinata sia sul versante individuale che su quello storico. In alcune di queste opere su carta sono infatti inseriti alcuni reperti che rimandano all'esperienza bellica della Grande Guerra (il progetto ha ottenuto il patrocinio del Comitato Regionale Veneto per le Celebrazioni del Centenario della Grande Guerra)."" -
Carte blanche. Giovani artisti dal Nord Africa. Catalogo della mostra (Milano, 22 ottobre 2015-6 gennaio 2016). Ediz. italiana e inglese
I tre artisti protagonisti dell'esposizione sono nomi noti a livello internazionale e spiccano per una ricercatezza estetica matura e incisiva. Massinissa Selmani è fra i protagonisti della mostra di Okwui Enwezor alla Biennale di Venezia, per la quale ha inoltre ricevuto una Menzione Speciale, e della Biennale di Lione; Safaa Erruas era quest'anno fra gli artisti invitati alla prestigiosa Biennale dell'Avana; Farah Khelil ha da poco concluso una mostra al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Palma di Maiorca. Lontana dal tentativo di definire una specificità generazionale e tanto meno geografica, carte blanche, che nel titolo suggerisce la predilezione degli artisti all'utilizzo del disegno come medium espressivo o della carta come strumento,- non vuole circoscrivere la dimensione estetica dell'arte emergente nordafricana, quanto al contrario valorizzarne le differenze, nell'approccio linguistico e nella grammatica stilistica. Fuori da facili retoriche culturali, si vuole offrire un punto di riflessione sulle realtà estetiche locali, consolidando chiavi di lettura inedite ed esaltandone la multidisciplinarietà: come dimostrano i diversi linguaggi fatti propri dagli artisti coinvolti, capaci di spaziare dal disegno alla fotografia, dal video all'installazione. -
Il segno astratto. La collezione Palpacelli da Avenali a Scialoja. Ediz. illustrata
Novant'anni fa nasceva Francesco Palpacelli (Fiuggi 1925-Roma 1999). La cifra così tonda, poco meno di un secolo, è solo una coincidenza: questa mostra non intende celebrare alcun anniversario, una moda ormai tanto diffusa che quasi ogni mese sembra ci sia qualcuno da ricordare. L'obiettivo è, invece, più ambizioso. Per la prima volta, infatti, si vuole rendere omaggio non solo alla figura di Francesco Palpacelli architetto, ma anche alla sua passione - condivisa con la moglie Gabriella Riccio - per l'arte. -
Julian T. Impact. Alchemy, light and fame. Catalogo della mostra (Milano, 24 novembre 2015-22 gennaio 2016). Ediz. italiana e inglese
Cos'è l'impact? Concettualmente è il frutto di una fusione fra la contingenza, l'attuale sistema di comunicazione di massa e l'attrazione umana verso l'ignoto. Plasticamente è sia una tecnica sia un linguaggio artistico, sviluppati e messi in circuito da Julian T. La scoperta e il lavoro intorno al processo di realizzazione della macchia coincidono con la riflessione dell'artista sul significato dell'esperienza estetica/estatica propria dell'arte visiva. La macchia attira il nostro sguardo, attrae e attiva la nostra immaginazione perché è primitivismo assoluto, è la primordiale nascita del segno visivo e, pertanto, stimola in noi processi inconsci di elaborazione psicologica. Quel che più affascina entrando nel mondo di Julian T. è scoprire che il processo tecnico/creativo e quello teorico/concettuale hanno la medesima profondità analitica e la stessa coerenza metodologica. L'obiettivo di Julian è puro: raggiungere l'essenziale in un duplice senso, la sintesi della visione (attraverso il gesto, la luce, il colore, la forma) e la sintesi (forse la risoluzione) del conflitto fra l'intimità individuale e tutto ciò che all'esterno si muove e influisce sul percorso.