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Garibaldi. L'illusione italiana
La vita di Garibaldi contiene alcuni grandi sogni (molto attuali) e alcune grandi delusioni (altrettanto attuali): gli uni e le altre nascosti nelle sue avventure che forse vanno rilette sotto nuova luce. Si tratta di parlare dell'Italia, della sua identità mancata e dell'incompletezza degli italiani. Ma anche di un Paese e una classe politica (noi, oggi, nel 2010) che hanno rotto ogni legame con la propria storia e la propria memoria comune. Insomma, la vita di Garibaldi incarna l'illusione italiana. L'educazione guerrigliera e sentimentale in America Latina come un Che Guevara di inizio Ottocento; poi la guerra solitaria del 1848 e la mitica difesa di Roma nel 1849; i Cacciatori delle Alpi e la pazzia dei Mille a regalare mezza Italia ai Savoia; e ancora, l'Aspromonte, Mentana e l'ultima vittoria, a Digione, sessantacinquenne in carrozzina sotto le insegne francesi: tutta la vita dell'eroe è segnata da due parole, Italia e Libertà. Ma davvero Italia e Libertà sono accomunabili? Garibaldi ha perso, regalando il suo Paese a un re vanitoso e a un primo ministro per cui il compromesso era tutto. Ha perso arroccandosi a Caprera, quasi un auto-esilio voluto, invece di puntare su Roma. Che cosa sarebbe successo, alla fine del 1860, se decine di migliaia di bergamaschi e napoletani, milanesi e siciliani, genovesi e calabresi fossero entrati a Roma completando finalmente la rivoluzione italiana. -
Taccuino di un vecchio bevitore
"Il bere"""", """"Il bicchiere quotidiano"""", """"Come va la cultura?"""": tre scritti in cui Kingsley Amis, un maestro del genere comico-picaresco del Novecento e una delle massime autorità di tutti i tempi in fatto di bevute, spazia fra argomenti quali gli effetti della sbronza, i segreti per non ubriacarsi e la dieta del bevitore. Un'autobiografia attraverso i drink preferiti che si conclude con un divertente questionario per testare le conoscenze del lettore sulla materia. Un mix di caustici commenti e conoscenze inequivocabilmente di prima mano, un cocktail di humour e serietà (perché il divertimento va sempre preso sul serio), un distillato di conoscenze servito da un grande intenditore. Una guida, come dice Christopher Hitchens nell'introduzione, per """"rimanere perfettamente attivi pur continuando a bere""""." -
Appunti di un venditore di donne
1978: a Roma le Brigate Rosse hanno rapito Aldo Moro, in Sicilia boss mafiosi come Gaetano Badalamenti soffocano ogni tentativo di resistenza civile, all'ombra della Madonnina le bande di Vallanzasca e Turatello fanno salire la tensione in una città già segnata dagli scontri sociali. Ma anche in questo clima la dolcevita del capoluogo lombardo, che si prepara a diventare la ""Milano da bere"""" degli anni Ottanta, non conosce soste. Si moltiplicano i locali in cui la società opulenta, che nella bella stagione si trasferisce a Santa Margherita e Paraggi, trova il modo di sperperare la propria ricchezza. È proprio tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine che fa i suoi affari un uomo enigmatico, reso cinico da una menomazione inflittagli per uno """"sgarbo"""". Si fa chiamare Bravo. Il suo settore sono le donne. Lui le vende. La sua vita è una notte bianca che trascorre in compagnia di disperati, come l'amico Daytona. L'unico essere umano con cui pare avere un rapporto normale è un vicino di casa, Lucio, chitarrista cieco con cui condivide la passione per i crittogrammi. Fino alla comparsa di Carla che risveglierà in Bravo sensazioni che l'handicap aveva messo a tacere. Ma per lui non è l'inizio di una nuova vita bensì di un incubo che lo trasformerà in un uomo braccato dalla polizia, dalla malavita e da un'organizzazione terroristica. Un noir fosco su uno dei momenti più drammatici del dopoguerra italiano, in una Milano che oscilla tra fermenti culturali e bassezze morali."" -
Stalin e la sinistra: parlarne senza paura
Se oggi si chiedesse a un cittadino italiano, anche di sinistra, anche se discretamente informato, se le vittime di Stalin siano state tre o trenta milioni, quasi certamente direbbe trenta. Il dato è illuminante di quanto la storiografia liberaldemocratica ma anche l'antistalinismo di sinistra abbiano influenzato l'immaginario collettivo, tramandando il mito di un dittatore sanguinario e paranoico. Sia chiaro che anche solo un milione di vittime di una strategia politica errata e disastrosa sarebbero sufficienti a darne un giudizio negativo. È oggi cruciale, a maggior ragione in questa fase di afasia della sinistra, valutare la portata esatta di quel fenomeno che fu lo stalinismo per trarne le necessarie conclusioni in sede politologica e storica. È lo scopo che si prefigge questo pamphlet di Giorgio Galli dalla duplice natura: quella storiografica, volta a dirimere l'annosa querelle sulle ""cifre"""", e quella politica, in cui si offrono spunti di riflessione per far superare il senso di vergogna e di colpa che paralizza i leader della sinistra. Nessun dubbio che quello stalinista sia stato un regime di stragi e persecuzioni di massa. Ma Stalin è responsabile di nove milioni di vittime nel contesto storico delle due guerre mondiali del Novecento, non scatenate dal comunismo, che hanno provocato settantacinque milioni di morti. Oggi la sinistra per rinvigorire questa democrazia non deve richiamarsi al liberalismo dell'Ottocento ma inventare quello del XXI secolo, più equo e democratico."" -
I reporter di guerra. Storia di un giornalismo difficile da Hemingway a internet
Winston Churchill diceva che in tempo di guerra la verità è così preziosa che bisogna sempre proteggerla con una cortina di bugie. Oggi, molto più che in passato, l'informazione è diventata l'arma più importante di una guerra, perché il consenso dell'opinione pubblica è ormai lo strumento essenziale in qualsiasi operazione bellica. Dopo il Vietnam, ogni guerra è stata un passo in avanti nel tentativo di mettere la museruola ai reporter impegnati in prima linea. Il Golfo, la Jugoslavia, l'Afghanistan, e poi il blocco di Israele ai giornalisti nella striscia di Gaza, si sono rivelati le tappe successive di un processo organico che cela l'intento della censura dietro l'offerta allettante di una lettura preconfezionata della cronaca del conflitto. Le nuove tecnologie, invece che aggiungersi alla testimonianza diretta del giornalista, sono andate sostituendola, creando l'illusione di una documentazione oggettiva e inattaccabile. Questo studio ripercorre la storia dei corrispondenti al fronte: dal primo, William Russell, inviato del ""Times"""" in Crimea nel 1854, fino ai recenti reportage dall'Afghanistan e dal Medio Oriente. Svela anche le glorie e le miserie di un giornalismo di frontiera, i trucchi, le colpe, i drammi di una professione sempre più in crisi, che spesso l'apparato propagandistico dei comandi centrali, hanno emarginato come strumento di conoscenza, imponendo le regole della guerra-spettacolo al vecchio mondo dell'informazione."" -
Vecchi diavoli
Vincitore del Man Booker Prize 1986Si diventa mai davvero adulti o siamo condannati soltanto a invecchiare? Quando Alun Weaver e sua moglie Rhiannon tornano dopo anni nel villaggio del Galles del Sud dove hanno trascorso la giovinezza, portano con sé, oltre a molti fantasmi, anche questo interrogativo. Alun, a Londra, è diventato un importante poeta e scrittore, ha fatto della ""gallesità"""" la propria bandiera, e questo gli ha dato denaro e successo. Gli amici rimasti invece, inaciditi, vittime di scelte sbagliate e affezionati alla bottiglia, sono uomini e donne per i quali ogni giorno """"la sera comincia subito dopo colazione"""". Ma forse il passato è un organismo vivo che cambia continuamente forma e di cui è impossibile afferrare il senso, incapace di regalarci qualsiasi consapevolezza. Per tutti, però, arriva il momento di fare i conti con la vita. E, proprio come la vita, """"Vecchi diavoli"""" - con cui Kingsley Amis ha vinto il Booker Prize nel 1986 - è un'opera divertente, amara, dolente, imprevedibile."" -
La forza oscura. Come la religione ha portato il mondo alla crisi
Per centinaia di anni la politica è stata con¬dizionata dalle istanze apocalittiche della religione ed è spesso stata vittima di quella visione della filosofia della storia chiamata «teleologia». Anche oggi le nazioni più potenti, cercando di mettere in pratica il sogno utopico di un mondo privo di conflitti in cui il male non abbia cittadinanza, hanno paradossalmente intrapreso una serie di guerre e messo in pratica una sorta di terrorismo di Stato su una scala che non ha precedenti. L'idea che la storia proceda verso la perfezione e la fede millenaristica nella salvezza dell'uomo si sono rivelati argomenti tanto tenaci quanto distruttivi. In questo saggio, John Gray traccia lo sviluppo del pensiero utopico-apocalittico partendo dal Cristianesimo delle origini e, passando attraverso l'Illuminismo, arriva ad analizzare il pensiero politico moderno e contemporaneo da Marx a Fukuyama e agli ideologi della nuova destra americana. Un'analisi storica precisa, ma anche un quadro puntuale del nostro presente e di quanto la teleologia sia arrivata a condizionare persino il pensiero liberale (da una parte e dall'altra dell'Atlantico), in base all'assunto apparentemente indiscutibile secondo cui la storia si muove inesorabile verso il modello rappresentato dalla democrazia americana, e che per raggiungere questo fine, ogni atto, anche il più violento, è giustificato. -
Cronologia di una scoperta
In questo libro Rita Levi-Montalcini racconta la storia della scoperta per la quale nel 1986 ricevette il Nobel per la medicina. La storia non tanto e solo degli esiti di una mirabile ricerca, ma di una lunga avventura scientifica i cui sviluppi non smettono di dare frutti. Nel primo dopoguerra, trasferitasi negli Stati Uniti per un breve soggiorno di studio che sarebbe invece durato trent'anni, l'illustre scienziata si dedicò allo studio in vitro di embrioni di pollo nei quali aveva innestato un tumore maligno di topo. Il Nerve Growth Factor (NGF), scoperto nel 1952 come fattore capace di potenziare i processi di crescita e differenziazione di neuroni, è oggi considerata la molecola a ben più ampio raggio di azione. Il lungo viaggio nel cervello e nel sistema nervoso intrapreso da Rita Levi-Montalcini sessan'anni fa, continua tuttora ad affascinare sia gli studiosi, per gli scenari impensabili che ha aperto, sia i non addetti ai lavori per il rigore e la coerenza che fanno della donna e dello scienziato Rita Levi-Montalcini un caso unico nel panorama scientifico internazionale. In occasione del suo centesimo compleanno, quindi, si offre ai suoi lettori, quale migliore omaggio, la storia del NGF paragonabile alla scoperta di un continente sommerso rivelato dalla sua sommità emergente. -
Il genio avventato. Heidegger, Schmitt, Benjamin, Kojève, Foucault, Deridda e i tiranni moderni
La storia del Novecento europeo è attraversata da filosofi, scrittori e giuristi che hanno condiviso l'operato e i principi dei peggiori regimi totalitari, giustificando ora il fascismo, ora il nazismo, ora il comunismo sovietico. Perché? Com'è possibile che alcune delle migliori menti della cultura occidentale abbiano tradito gli ideali di libertà di cui pure davano prova con la loro spregiudicatezza intellettuale? Come hanno potuto accettare l'oppressione dell'uomo sull'uomo, che a parole condannavano, e addirittura collaborare con i più dispotici governi? Mark Lilla cerca di rispondere a queste domande sottoponendo a un'accurata indagine comparata il pensiero e le scelte politiche di sei grandi della cultura europea: Martin Heidegger, Cari Schmitt, Walter Benjamin, Alexandre Kojève, Michel Foucault e Jacques Derrida. A emergere è un inquietante comun denominatore: tutti questi intellettuali hanno chiuso gli occhi di fronte all'autoritarismo, alla violenza e al terrore, perché profondamente delusi dalle ideologie e dai movimenti sociali della loro epoca. Incapaci di dominare le proprie passioni, si sono lasciati trascinare in una sfera che mal comprendevano, quella della politica, finendo con il ribaltare le posizioni in gioco e accusare la democrazia occidentale di nascondere intenti autoritari ben più nocivi di quelli dei regimi palesemente dittatoriali. -
La costa dei barbari
Mike Lovett, reduce della seconda guerra mondiale, affitta una stanza in un appartamento di Brooklyn Heights, sull'East River, con l'intenzione di ritirarvisi per scrivere un romanzo. A causa di una vecchia ferita, soffre di amnesie, e i suoi ricordi affiorano solo in modo intermittente, come incubi da cui fatica a risvegliarsi. Lui e i suoi coinquilini - McLeod, l'ex bolscevico che sta cercando di espiare crimini inconfessabili, Hollingsworth, l'uomo del governo, la fragile Lannie Madison e la prosperosa padrona di casa Guinevere sembrano tutti alle prese con questioni troppo grandi per loro. Attraverso una schiera di personaggi pervasi da velleità rivoluzionarie, impulsi nichilisti e smanie sessuali, simboli di una generazione sconvolta e disperata ma colma di vitalità e di cruda poesia, Mailer ci restituisce un ritratto critico degli Stati Uniti e delle sue ossessioni durante il maccartismo. Una sottile riflessione sul rapporto tra Storia e scelte personali in un romanzo profetico sulla fine delle grandi illusioni ideologiche del Novecento. -
Fine di un romanzo familiare
Ci sono libri così intessuti di frammenti da ripiegarsi sulla carta come un vortice di tasselli che trovano senso a mano a mano che scorrono le pagine. Libri che rappresentano un'esperienza unica, come questo. Alla morte della madre e con un padre quasi sempre assente, Peter Simon viene affidato ai nonni. È lui a raccontarci questo ""romanzo familiare"""", nel solo modo in cui può farlo un bambino: senza capire. Peter gioca con i figli dei vicini e adora ascoltare il nonno che gli tramanda la storia dei loro antenati. """"Mi raccontava tante storie, non favole, storie vere."""" La diaspora degli ebrei, le Sacre Scritture, ma anche la storia di un giardino segreto con una foglia speciale e di una fanciulla che sa di pesce. Niente è razionale agli occhi di Peter. Tutto sfuma in un confine surreale, dove le immagini del mondo adulto vengono a tormentarlo. Un padre-fantasma che torna a casa di rado e litiga con il nonno, la puzza della """"caserma in cui fanno quegli interrogatori"""" (il padre è ufficiale dei servizi segreti), ma soprattutto gli eventi futuri: la morte dei nonni, l'accusa di tradimento del padre, l'improvvisa scomparsa dei vicini, forse deportati, e l'istituzione per i figli deviati del regime in cui verrà mandato. Eventi che i grandi sanno spiegare, ma che per un bambino sono incomprensibili. Sarà nei racconti del nonno che Peter troverà rifugio, riemergendo invincibile come il piccolo Nemecsek dei """"Ragazzi della via Pál""""."" -
Paure, deliri e la grande pesca allo squalo
Sport e politica erano le due grandi passioni di Hunter S. Thompson, e gli hanno sempre fornito ottimi argomenti per scrivere. In questa raccolta di articoli - pubblicati negli anni Settanta su ""Rolling Stone"""", su """"Playboy"""" e sul """"New York Times"""" - la pesca d'altura e Muhammad Ali, il Watergate e il Super Bowl diventano l'occasione per una serie di caustiche osservazioni ed esperienze lisergiche che mettono impietosamente a nudo il ventre molle della società americana, restituendoci però anche l'inesauribile vitalità di un decennio irripetibile. Un libro che è un indispensabile compendio di gonzo journalism e lo sfolgorante esempio della lucida follia del suo irriverente inventore."" -
La carezza dell'uomo nero
Berlino, 1986. Benny non ha il coraggio di far firmare due brutti voti alla mamma e marina la scuola. Sa che non deve dar retta agli sconosciuti, ma quando Alfred lo soccorre da due ragazzi che vogliono derubarlo si fida istintivamente di lui. Dopo due giorni, Benny viene ritrovato in una casupola alla periferia della città: è seduto a un tavolo e i suoi capelli sono stati pettinati con cura sulla fronte, sembra ancora vivo ma in realtà è morto da almeno diciotto ore. Anche a lui è stato strappato il canino destro superiore, post mortem. Come a Daniel, tre anni prima; come a Florian, tre anni dopo. Hanno sperato fino all'ultimo che i genitori venissero a salvarli, ma alla fine si sono arresi: è stato quello il momento in cui Alfred ha deciso che dovevano morire. Ora sono liberi, non dovranno soffrire mai più. La polizia non ha la minima idea di chi sia il colpevole. Poi, inspiegabilmente, la serie degli omicidi si interrompe. Toscana, 1994. Durante le vacanze, Anne e Harald vivono l'incubo peggiore di ogni genitore: in una sera come un'altra, a pochi giorni da Pasqua, loro figlio Felix sparisce senza lasciare traccia e a loro non resta che tornare in Germania. Toscana, 2004. Ancora divorata dal dolore, Anne ritorna nel luogo in cui Felix è scomparso. Affascinata da un rudere isolato in una valle solitaria, lo acquista da un uomo affabile e carismatico, illudendosi di poter trovare un indizio su cosa sia successo, ma dopo dieci anni tutto sembra perduto. -
Sporting club
Quando James Quinn e Vernor Stanton - il primo un ""aristocratico"""" decaduto, il secondo un garbato pescatore a mosca diventato capitano d'industria suo malgrado - si ritrovano al Centennial Club, teatro delle loro giovanili scorribande estive, Stanton spara all'amico. La buona notizia è che la pallottola è di cera, quella cattiva che il mefistofelico Stanton vuole coinvolgere Quinn in un piano: scompigliare la vita e le abitudini di questa enclave di """"gentiluomini"""" del Michigan. Quinn, pur con riluttanza, accetta, e il gioco diventa a poco a poco al rialzo: da piccole, innocenti scaramucce e prese in giro si passa a una progressiva discesa nella violenza e nella degradazione. In un crescendo di episodi grotteschi, raccontati con una scrittura vorticosa condita di trascinante humour nero, Sporting Club procede a passo di corsa verso un finale che suona come uno sberleffo alle pretese di """"nobiltà"""" di una certa America."" -
Correndo sul filo
I.B. ""Beri"""" Pickett, il protagonista di questo tragicomico romanzo, è un personaggio indimenticabile. Forse bugiardo, certamente """"irritabile, ipercritico, ossessivamente ordinato, claustrofobico, impaziente, asociale, agorafobico, pieno di paure immotivate, pessimista e pedante"""", è vittima di un rapporto a dir poco controverso sia con la madre, una cristiana evangelica capace di rovinargli l'esistenza fin dalla nascita chiamandolo Irving Berlin I.B., appunto - in onore del famoso compositore di God Bless America - sia con il padre, un veterano segnato per sempre dalla Seconda guerra mondiale. La sua vita di adolescente problematico, trascinato dai genitori nei loro continui spostamenti e iniziato all'amore dalla procace zia Silbie, non migliora con il passare degli anni, quando deve destreggiarsi tra la professione di medico in una cittadina del Montana - mondo di rivalità, pettegolezzi e ripicche - e la presenza ingombrante di una serie di donne che, in modi diversi, lo condizioneranno, regalandogli, però, anche l'amore."" -
Uomini di mais
"Uomini di mais"""" non è un fiume che si può navigare dalla sorgente alla foce seguendo un unico percorso, un'unica rotta. È piuttosto come la foresta tropicale che del romanzo è protagonista: un intrico, un intreccio di passioni, di racconti, di metamorfosi in cui farsi largo. Volendo trovarvi un centro, un protagonista, possiamo pensare a Goyo Yic, che attraversa le montagne in cerca della moglie fuggita, o a Nicho Aquino, misterioso uomo-coyote, oppure a Gaspar Ilóm, eroe mitico e poderoso guerriero, incarnazione della lotta del popolo guatemalteco che rivendica il proprio diritto a coltivare il mais senza scopi commerciali. Perché dal mais non dipende solo la sopravvivenza fisica dei contadini discendenti dei Maya, ma anche quella della loro cultura, che trae diretta origine dal Popol Vuh, il libro sacro. E proprio partendo dalle leggende, dalle tradizioni, dal sistema di credenze contenute in questo testo che Asturias, facendo incontrare la poesia surrealista con le suggestioni delle civiltà precolombiane, dà vita a un grande affresco di storie e personaggi che è al tempo stesso un lucido manifesto politico di denuncia." -
Strane cose, domani
Si può essere assassini e innocenti? Danio fa lo psicologo, è separato e ha un figlio, nervoso come tutti i ventenni. Ha anche una giovane fidanzata, e le pazienti che affollano il suo studio lo adorano. Fin troppo. Ma, soprattutto, Danio ha un segreto: è un assassino. Un assassino per caso. Nessuno lo sa tranne la sua ex moglie, l'enigmatica, magica Eliana. Il ritrovamento di un diario, abbandonato in un parco da una ragazzina, rompe il delicatissimo equilibrio che governa le sue giornate. Coinvolto in un odioso dramma famigliare, pressato dalla coscienza e seguito ovunque da un bizzarro e indimenticabile detective privato, Danio dovrà difendere se stesso e le persone che ama da una minaccia inattesa, fino a una resa dei conti rivelatrice per il senso stesso della sua esistenza. -
08/15. La rivolta del caporale Asch
Romanzo di guerra, ""di caserma"""", come lo stesso autore lo ha definito, ma soprattutto romanzo contro la guerra. """"08/15. La rivolta del caporale Asch"""" è una delle satire antimilitariste più affilate del Novecento. Nel gruppo di personaggi che animano la narrazione si stagliano le figure di due soldati, differenti tra loro ma accomunati dall'incompatibilità rispetto alle regole della vita militare: il giovane artigliere Johann Vierbein, recluta ingenua e sprovveduta, perfetto capro espiatorio sempre oggetto delle angherie dei superiori, e il caporale Herbert Asch, vero centro morale del romanzo, uomo libero, """"donchisciottesco"""" nel proprio idealismo con cui intende distruggere l'inumano sistema dell'esercito tedesco chiuso nell'abbraccio mortale tra ottusa efficienza prussiana e barbara brutalità nazista. Asch è destinato all'insuccesso, poiché il potere farà quadrato neutralizzando ogni tentativo di ribellione, ma il giovane caporale almeno un risultato lo otterrà: coprire di ridicolo l'intero sistema."" -
Peccatori. Gli italiani nei dieci comandamenti
Chi sono i nuovi italiani e cosa sognano, chi venerano, cosa santificano? Quali regole osservano, quante volte deviano e quanti peccati commettono? Il vaccino dal peccato è l'osmosi, il miscuglio che diventa zuppa densa, uniforme. Tutti uguali, tutti brutti e cattivi, tutti ladri. È banale, nel senso di ordinario, di consueto, di regolare. ""All'italiana"""" è una definizione così comune che oramai serve per illustrare le vicende tristi, o soltanto buffe. Per ricordare i nostri stravizi o l'abitudine alla devianza. Per mettere in guardia (sono italiani!) o patire insieme (siamo italiani!). Qual è la nostra colpa e, soprattutto, dov'è la nostra colpa? La devozione al potere, la consegna del silenzio, il nuovo perbenismo. Affari e quasi sempre preghiere. La nostra nuova vita consegnata all'Imperatore, manipolata dai sondaggi, illustrata perennemente da una telecamera. Antonello Caporale, in questo nuovo viaggio, indaga sulle responsabilità di ciascuno, raccontando i fatti e le omissioni quotidiane di casa nostra. Specchio infranto di una società che non coltiva passioni ma solo furbizie. L'Italia vista dalla cima, Silvio e Veronica, e dal fondo, Noemi e le altre. Non avrai altro Dio ali'infuori di me... Dieci capitoli quanti sono i comandamenti. Traditi, violati, taciuti o, in un amen, dimenticati."" -
Storia delle idee del calcio. Uomini, schemi e imprese di un'avventura infinita
La storia del calcio è sempre stata raccontata attraverso le cronache delle grandi partite. Siamo sempre stati molto documentati su quello che era accaduto, poco sul motivo per cui era accaduto. Sappiamo, per esempio, che il calcio italiano ha segnato un'epoca negli anni Trenta ma se ci chiediamo il perché, ancora oggi non riusciamo a spiegarlo. Ogni epoca, ogni fase del calcio, quasi ogni partita hanno risposte diverse perché il calcio è tutto fuorché un gioco esatto. Si muove sotto la spinta di sentimenti e soprattutto di idee. L'autore ha pensato che un modo nuovo di raccontare il calcio fosse raccontare la storia di queste idee, capire come sono nati e che conseguenze hanno avuto sul campo quei piccoli colpi di genio che di volta in volta hanno cambiato il gioco e l'hanno avvicinato a una scienza. Dal sistema di Chapman alle grandi innovazioni di Viani, Rocco ed Herrera, dal calcio olandese contrapposto a quello all'italiana, all'arrivo della tecnologia con le sue macchine e le preparazioni personalizzate, fino alla rivoluzione di Sacchi e al calcio multietnico di oggi. Mario Sconcerti guida il lettore attraverso un grande viaggio nelle idee di un secolo raccontando l'evoluzione del calcio e di come sia riuscito a diventare il gioco di tutto il mondo.