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Latrine
Il poema ""Latrine"""", scritto dal poeta osseto di lingua russa Kibirov nell'estate del 1990, alla vigilia del crollo dell'impero, racconta la realtà sovietica da un punto di vista decisamente insolito, nonché la personale vicenda dell'autore dall'infanzia alla maturità. Intrecciata a queste due storie è quella della letteratura russa. Un'immagine assai poco gradevole diventa metafora della poesia e pretesto per rievocare in modo assolutamente privato le proprie esperienze, dall'infanzia nella famiglia di un ufficiale sovietico, ai continui trasferimenti, alle prime esperienze sessuali, la scuola, l'università, il servizio militare in Asia Centrale. Il gabinetto è anche il luogo dove trova riparo chi sfugge a una rapina, a un omicidio (come ha detto pubblicamente anche Putin, riferendosi ai terroristi ceceni), o dove si può discutere del senso della vita, insomma una vera e propria metafora dell'esistenza umana."" -
L'occupazione italiana della Iugoslavia (1941-1943)
Fra il 1941 e il 1943 l'Italia fascista, grazie all'annessione diretta della Dalmazia e di parte della Slovenia, all'unione del Kosovo e della Macedonia nord-occidentale all'Albania, e alla creazione di una sfera di influenza in Croazia e Montenegro, fu protagonista indiscussa delle terribili lotte politiche e militari che sconvolsero i Balcani occidentali. Per oltre due anni soldati e ufficiali, diplomatici, funzionari e tecnici, furono presenti nei territori iugoslavi, al tempo stesso protagonisti e testimoni della guerra nell'ex-Iugoslavia, un dramma di proporzioni immani, che avrebbero impresso ferite mai del tutto rimarginate, e che avrebbe inoltre portato alla soppressione di gran parte dell'italianità adriatica orientale. Nonostante la sua eccezionale importanza, il tema dell'occupazione della Iugoslavia è rimasto a lungo trascurato in Italia. Questo volume, grazie all'uso di documentazione archivistica in gran parte inedita, ricostruisce con rigore e precisione le vicende e i principali problemi che caratterizzarono l'occupazione italiana. -
Shakespeare fra teatro e cinema
Questo libro vuole essere una guida alle versioni cinematografiche dei testi di Shakespeare. I suoi personaggi e i suoi lavori drammatici sono conosciuti in tutto il mondo, grazie anche alla settima arte: fin dal periodo muto gli adattamenti sono stati fedeli o infedeli, diretti o indiretti. Non solo Amleto, ma altre figure del Bardo continuano ad affascinarci, perché l'autore ha saputo legare ciascuna di esse a una qualità particolare, un'essenza psicologica e un ""colore"""" umano che non mutano nel tempo, rendendole quindi classiche, indelebili. Il cinema, arte della sintesi, se n'è appropriato spesso e volentieri. Il libro parla dei maestri - da Olivier, Welles, Kurosawa e Kozincev a Branagh, Zeffirelli, Nunn, Luhrmann e Taymor - offrendo un panorama dei film più convincenti o memorabili. Le parafrasi o i """"tradimenti"""", insieme alle letture tradizionali, formano un insuperato repertorio di soluzioni narrative e visive che, illustrando luci e ombre del teatro e del cinema, riescono a comporre la scissione fra palcoscenico e schermo."" -
Lo sguardo e l'evento. I media, la memoria, il cinema
Dal ""sembra vero"""", con cui i primi spettatori cinematografici accoglievano le proiezioni dei fratelli Lumière, al """"sembra un film"""", con cui molti spettatori televisivi hanno reagito alle immagini dell'11 settembre 2001, si è pienamente compiuto un salto cognitivo: la finzione sembra fornire un quadro che sovrapponiamo alla realtà per comprenderla, fino a una potenziale indistinzione tra reale e immaginario. Lo sguardo e l'evento cerca da un lato di descrivere e interpretare gli effetti di tale salto relativamente alla fruizione mediatica (internet e Tv, in primo luogo), dall'altro di rilevare le """"strategie di resistenza"""" con cui una parte del cinema contemporaneo risponde a questo orizzonte informativo."" -
Dignitas et excellentia hominis. Atti del Convegno internazionale di studi su Giannozzo Manetti
Questo volume raccoglie i saggi del primo convegno di studi che sia mai stato dedicato a Giannozzo Manetti (Firenze, 1396-Napoli, 1459). Mercante, umanista, ambasciatore, oltre che, per un certo periodo della sua vita, segretario apostolico, Manetti costituisce una delle figure più vivaci e affascinanti del Quattrocento italiano. Nel corso di una più che ventennale carriera egli ebbe modo di porre la sua cultura e la sua esperienza politica al servizio non soltanto della repubblica fiorentina ma anche della curia pontificia e, infine, del regno aragonese di Napoli. I contributi qui presentati illustrano i vari aspetti di quella eccezionale erudizione che gli meritò ampi elogi da parte dei contemporanei e dagli umanisti della generazione immediatamente successiva: la padronanza delle lingue classiche e dell'ebraico, gli interessi artistici, le traduzioni di testi filosofici greci e delle Sacre Scritture, il proficuo esercizio del commercio nelle principali città italiane, la straordinaria eloquenza, i numerosi incarichi politici, la stesura di biografie, opere storiche, orazioni e trattati, quale il celebre ""De dignitate et excellentia hominis""""."" -
Crackpot. La storia di Hoda
"Terrena, spudorata, pazzerella"""", così Margaret Laurence definisce Hoda, protagonista del romanzo, figlia di ebrei ucraini emigrati in Canada, bambina irruente e precoce, donna vitale nelle sue contraddizioni: è bella perché grassa, onesta perché prostituta, madre perché bambina, amante perché madre. Astuta e ingenua al tempo stesso, generosa, intuitiva, piena di voglia di vivere, dopo un'infanzia tumultuosa Hoda si avvia alla prostituzione diventando una leggenda nel villaggio di Winnipeg. Crackpot è la stessa Hoda, la pazza, l'anticonvenzionale, ma crackpot è anche, nella Kabbalah, il vaso rotto del creato, attraverso i cui frammenti solo chi ha conservato, come la protagonista, uno sguardo autentico e infantile può scorgere la luce divina." -
La società e i molti. Luoghi e percorsi della moltitudine
Il discorso sulla moltitudine si colloca tra gli interessi più significativi della riflessione sociologico-giuridica e filosofico-politica contemporanea, quale rappresentazione dei rapporti tra singolarità individuali, collettività sociali, dinamiche e istituzioni di potere. Nella prospettiva del presente saggio, l'analisi sulla moltitudine costituisce l'evocazione di una soggettività sociale unitaria e plurale, che si sostituisce alle idee di popolo e massa interpretando processi e strutture delle società orizzontali globalizzate. Un tentativo, dunque, di profilare una sociologia dell'orizzontalità e del transindividuale, del multiculturalismo e della tolleranza, nel cui disegno si situa il riconoscimento della centralità delle umane aspirazioni di autorealizzazione. -
Coscienza e vita. Saggi fenomenologici (1927-1940)
Karl Duncker è una delle figure più brillanti della seconda generazione del gestaltismo berlinese. I saggi qui presentati sono un esempio pregnante del continuo raccordo tra analisi concettuale e osservazione fenomenologica. Attraverso un'indagine saldamente ancorata all'idea di una ""natura sovrana del fenomeno"""", Duncker si confronta col fiscalismo di Rudolph Carnap, col problema della coscienza e del solipsismo, con questioni gnoseologicamente cruciali come le illusioni, lo statuto delle immagini mentali, i confini spaziali e temporali, il sogno. Le riflessioni di Duncker investono la concretezza del fare umano, il relativismo etico, il tema del piacere e del desiderio, il complesso intreccio di emozione e cognizione. Il saggio introduttivo di Fiorenza Toccafondi ripercorre i tratti salienti di un periodo storicamente tragico e culturalmente intenso mentre la traduzione ha potuto avvalersi anche di materiali recentemente rinvenuti nell'archivio di stato di Berlino (l'inedito Per la critica della concezione materialistica della storia e l'originale tedesco di un saggio pubblicato nel 1947 su """"Philosophy and Phenomenological Research"""" in traduzione inglese)."" -
L' uomo avanzato
"Diversamente da Robinson Crusoe, il naufrago di Mariano Bàino non incontra proprio nessuno. È avanzato perché il suo orizzonte non può essere oltrepassato; ma anche perché il mondo non sente in alcun modo la sua mancanza. L'isola """"al centro del nulla"""" resta deserta: refrattaria alle sue sempre meno appassionate ricerche. Contrappasso del passato ruolo di designer: specializzato nel progettare aeroporti e show-rooms, ha incontrato il non-luogo definitivo, lo spazio senza qualità dove è semplicemente inimmaginabile quella cosa che si chiama società. A chi vi si trova resta solo la possibilità di osservare. Come un nuovo signor Palomar, il naufrago resta solo con le proprie percezioni e il ruminìo del proprio monologare. Con questo suo esordio narrativo uno dei nostri poeti più brillanti con una metafora antica ci dice cose nuove: che noi osservatori delusi di un mondo in disfacimento, portatori riluttanti di valori in liquidazione, non possiamo far altro che riconoscere."""" (Postfazione di Remo Ceserani)." -
Lo strano settembre 1950
Un esilarante e paradossale racconto di fantapolitica, ispirato da Leo Longanesi e quasi certamente scritto con la sua collaborazione e supervisione. Ha per protagonista Stalin il quale, in occasione del Giubileo del 1950, giunge a Roma in incognito per confessarsi. Personaggi reali del mondo politico, giornalistico e diplomatico del tempo appaiono come co-protagonisti di situazioni divertenti. -
Alfieri e Calzabigi
Il dibattito critico sulle tragedie alfieriane inizia ben prima della loro stampa, tale fu l'effetto che la loro forza innovativa produsse su chi ebbe la ventura di ascoltarne la recita, organizzata o tenuta dallo stesso autore. Ma solo dopo la stampa del 1783 si manifestarono numerose e ampie recensioni, a Roma, Pisa, Siena, Bologna, Firenze, Napoli. Il presente volume ripropone l'importante Lettera del Calzabigi sul primo volume dell'edizione senese delle Tragedie e la capitale Risposta di Alfieri al Calzabigi. Di quest'ultima si danno le tre fasi compositive: prima redazione in edizione critica, stampa del 1784 in riproduzione fotografica, ultima redazione (con commento: una delle novità di questo volume). Si è aggiunta l'inedita Lettera di Giuseppe Pelli Bencivenni al Calzabigi, scritta a difesa della Crusca (attaccata dal Calzabigi nella sua Lettera su ricordata). Il Calzabigi ribatté al Pelli nelle note, piene di sferzante ironia, di cui andava corredando il suo Poema La Lulliade (inedito fino al 1977). Con uno scritto di Giuseppe Pelli. -
Introduzione alla sociologia dei beni culturali. Testi antologici
Beni Culturali sono oggetto di molte discipline; manca tuttavia una prospettiva complessiva sui Beni Culturali come eventi della dinamica sociale e relazioni propriamente sociali. L'antologia che qui si presenta intende colmare uno spazio vuoto e porre i Beni Culturali al centro di una meditazione innovativa che restituisca la loro vicenda alla vitalità particolare delle collettività e alla coscienza pubblica in generale. Il testo, preceduto da una introduzione che intende fare il punto della situazione e porre le basi teorico-empiriche di un orientamento disciplinare inedito appunto la sociologia dei Beni Culturali, è distinto in varie sezioni, anch'esse precedute da introduzioni tematiche. Grandi autori e grandi opere, mediante brani selettivamente orientati, concorrono a disegnare non solo il contesto ma anche le atmosfere di un impegno conoscitivo motivato dalla esigenza di dilatare, soprattutto per il nostro paese, la base culturale dei Beni Culturali come presidio stabile e durevole della loro avventura carismatica, capace di sfidare l'ordine e il disordine della quotidianità. Un libro per professori, studenti e professionisti dei Beni Culturali. -
Sulla grazia
Il libretto tenta di descrivere l'esperienza fondamentale della vita spirituale, cioè l'esperienza di grazia. Grazia come luce, pace, che giunge all'uomo per così dire dall'alto, mutandone la natura egoistica e rinnovando profondamente la vita. Grazia come gioia, levità nel muoversi senza sforzo tra le persone e le cose, che tutte appaiono belle ed amiche, benevoli. Ma soprattutto grazia come libertà, propria dell'uomo distaccato, che non è più schiavo della volontà, delle sue passioni e dei suoi pensieri ""privati""""."" -
Diario dell'occhio
Un libro, amava dire Giorgio Manganelli, non è altro che il supporto della sua copertina. Dev'essere partito da una credenza simile, Marco Belpoliti, nell'ideare e realizzare la rubrica all'interno della ""talpa libri - della quale qui raccoglie cento numeri, pubblicati fra il 1998 e il 2003. Pezzi, non a caso sempre corredati da un'illustrazione a colori, che per la prima volta si proponevano di offrire, delle novità librarie di giornata, un'interpretazione in chiave """"visiva"""": a partire, appunto, dall'immagine e dalla grafica di copertina. Questo libro si può leggere in almeno due modi: da un lato come prontuario dell'immaginario grafico dell'editoria italiana in un tempo di trasformazione come il nostro; e in quanto tale, come osserva il grande grafico Italo Lupi nella prefazione, è un formidabile strumento di storia e sociologia live della nostra cultura del libro. Dall'altro, spiega bene Mario Barenghi nella postfazione, si pone a modello di una critica dell'immaginario che sia non solo e soprattutto non tradizionalmente """"letteraria"""" bensì attenta alle pieghe, ai margini e agli sconfinamenti tra retoriche della parola e dell'immagine."" -
La strega di mezzogiorno. Ediz. italiana e tedesca
Il libro si apre con un agghiacciante prologo: siamo a Stettino nel 1945 e Helene, una donna in fuga verso ovest insieme al figlioletto, decide di abbandonarlo alla stazione e di sparire per sempre. Ma cos'è accaduto prima? Helene, la protagonista, vive, insieme alla sorella Martha, nella cittadina di Bautzen in Lusazia, fino alla morte del padre avvenuta durante la prima guerra mondiale, a seguito della quale la madre diviene preda della follia. Le ragazze decidono così di lasciare Bautzen e di trasferirsi nella rutilante Berlino degli anni '20; qui Martha diviene dipendente dalia droga, Helene si innamora corrisposta di Carl Wertheim, che però perderà presto a seguito di un incidente e avrà inizio in lei un processo simile a quello di cui era stata vittima la madre: una progressiva e inarrestabile insensibilità che la condurrà dapprima fra le braccia di un ingegnere nazista, che si rivelerà un individuo infame, e, in seguito, all'insana decisione, a cui abbiamo accennato inizialmente, di abbandonare il figlio. -
Storia, Europa e modernità
Questa intervista a Ernst Nolte, uno dei massimi storici contemporanei nonché uno dei grandi protagonisti del revisionismo storico, rappresenta il tentativo di fornire una chiave interpretativa sui temi della modernità attraverso la sua lucida capacità di osservazione. Il tema ricorrente è quello dell'identità, soprattutto quella europea. Nolte critica fortemente l'attuale processo di unificazione perché avverte una tendenza generalizzata a considerare la ricchezza culturale come un problema che si tenta di superare espellendo le proprie radici, ma paradossalmente anche accogliendo una immigrazione di vaste dimensioni. In questo volume viene proposto un dialogo serrato sul liberalismo, sulla globalizzazione, sui temi della laicità, dell'etica, della guerra e del pacifismo. Conversazioni che sono dunque un lungo viaggio in cui scorrono con franchezza e semplicità, le testimonianze di un grande pensatore del nostro tempo. -
La vera storia dei cantucci e dei biscotti di Prato. Ediz. illustrata
Ci sono degli equivoci da risolvere anche nel panorama dei cosiddetti ""mangiari toscani"""" e riguardano una specialità che troviamo spesso sulle nostre tavole: i """"biscotti di Prato"""" non sono nati a Prato. In riva al Bisenzio hanno trovato dignità, successo e un nuovo nome, ma non vi sono nati. Così come non esiste """"la"""" ricetta dei """"biscotti di Prato"""", ma tante variazioni sul tema, a seconda della fantasia, dei gusti e delle mode del momento. E tanto meno i """"biscotti di Prato possono essere scambiati con i """"cantucci"""", i quali vantano una storia ben più antica e solo negli ultimi 150 anni hanno vissuto un'esistenza """"parallela"""" a quella dei dolcetti con le mandorle. Marco Ferri, l'autore di questa ricerca storicamente rigorosa e gastronomicamente seducente, spulciando documenti d'epoca racconta una storia che parte da lontano, dall'invenzione del pane, e giunge sino ai nostri giorni, fino alle nostre abitudini, come quella di """"sposare"""" questo prodotto così tipico a del vino liquoroso."" -
Destino e compito di un intellettuale in esilio
Destino e compito, finalmente presentato con un'attenta traduzione al pubblico italiano da Elena Sciarra, fu scritto da Thomas Mann durante il suo esilio americano, e più precisamente nell'estate del 1943 in occasione di una conferenza che avrebbe tenuto a Washington nell'ottobre successivo. Pubblicato tanto in inglese quanto in tedesco con versioni che mostrano significative discrepanze, il saggio affronta temi storici, politici e culturali fondamentali, dalla contrapposizione tra razionalismo e irrazionalismo fino alla ricerca di un nuovo umanesimo che sappia affrontare e superare il lato oscuro dell'esistenza umana. Come una sorta di filo rosso, questi temi attraversano tutti gli scritti manniani di quel periodo di grandi tormenti ed elaborazioni, gettando così una nuova luce sui suoi ultimi capolavori, dalla tetralogia di Giuseppe al Doctor Faustus. L'ampio saggio introduttivo di Sciarra permette di cogliere a pieno la portata e l'esemplarità delle questioni affrontate in Destino e compito, uno dei testi cruciali e più attuali benché fino a oggi meno studiati dell'ultimo Mann. -
Sorella pigrizia. L'accidia purgatoriale come «forma mentis» letteraria da Belacqua a Beckett
Non è un caso che Belacqua, incontrato da Dante nel quarto canto del Purgatorio, sia l'unico personaggio capace di muovere «le labbia» dell'austero poeta «un poco al riso». La pigrizia, peccato veniale e «allegro», è la variante purgatoriale dell'infernale «tristizia» (malinconia, depressione), contrario naturale della solerzia (ad esempio quella di Virgilio), ma soprattutto è contrapposta alla vanità intellettuale di qualsiasi Ulisse. Belacqua, il pigro, è l'eroe di questo racconto critico sulle tracce letterarie di sorella Pigrizia, un racconto in cui Giulio Braccini incontra e fa parlare il narratore del Furioso (e i suoi alter ego come Astolfo), il ""torraiolo"""" Montaigne dei Saggi, il fatuo ma riflessivo Marivaux dei Giornali, i personaggi di Sterne (Tristram Shandy in primis), Oblomov, i nostri crepuscolari (contrapposti ai vociani), il Tristan Corbière """"autore segreto"""" di Beckett, e Beckett stesso, l'unico a riproporre Belacqua sin dal nome del suo primo personaggio in More Pricks than Kicks. Il viaggio si chiude su Virgilio che, accompagnato il discepolo fino alle porte del paradiso, ridiscende lentamente verso l'inferno, e magari reincontra Belacqua ancora seduto nel solito posto."" -
Poesie d'amore
La raccolta riunisce alcune fra le più belle poesie d'amore di E.E. Cummings scelte fra le più espressive e sperimentali. Il poeta scardina e distrugge la sintassi, inventa neologismi, s'innalza in straordinari voli lirici, rivoluziona l'ambito poetico con un linguaggio non ancora del tutto compreso e spesso intriso di misticismo e di riferimenti filosofici che dà origine a un'infinita varietà di registri. Questa silloge vuole offrire l'opportunità di conoscere uno dei più straordinari poeti americani di tutti i tempi.