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Un guaio che non è stato preso in esame
Più che una raccolta poetica tradizionale, ci troviamo di fronte a un'esplorazione di confini. Nei contenuti dei testi, l'autrice si volge a scandagliare il limite, la demarcazione tra l'esistenza e la non-esistenza, che non consiste nella morte, ma nella mancata partecipazione alla vita e alla sua caleidoscopica vertigine, l'assenza di coraggio nell'affrontarne il peso, la forza, così come l'incapacità nell'abbandonare le direzioni sbagliate, i vicoli ciechi. Gli argomenti traggono sostegno da un'espressività che è anch'essa un'indagine, e allo stesso tempo una fusione e un superamento dei generi, e più specificatamente, del margine tra la prosa e la poesia, nel tentativo di raggiungere una formula ""né familiare né antica, ma elegante, maestosa, distinta dal dire comune"""" (Giacomo Leopardi), e con Leopardi d'accordo nel ritenere che """"Una lingua non è bella se non è ardita, e in ultima analisi troverete che in fatto di lingua, bellezza è lo stesso che ardire...""""."" -
Londra
Lo spirito di una città che diventa preghiera laica, miniera di pensiero e ricordo. Scritta in parte a Londra e in buona parte pensando Londra, in questa lirica si scava nell'intelletto, ci si perde in una meditazione rapida e immediata, dettata dalle percezioni e dall'intuizione. In ""Londra"""" la città diviene la sua pioggia incessante di sensazioni: i suoi angoli sono ricordi, i suoi personaggi e le sue strade sono stati d'animo, le sue storie sono viaggi in ciò che esiste dentro e mai si potrà vedere da fuori, in qualunque parte del mondo."" -
Là dove non esiste paura. Percorsi e forme del «pensare in musica» nella poesia di Giorgio Caproni
Nel tentativo di stabilire un saldo discrimine tra ""musicalità"""" e """"musicalization of literature"""", questo libro analizza l'interferenza della scrittura musicale nella versificazione e nella progettazione delle raccolte poetiche di Giorgio Caproni. Se gli studi critici avevano finora evidenziato la disseminazione nell'opera in versi di tessere lessicali variamente ascrivibili a una sfera """"musicale"""", ancora poca attenzione è stata posta sulla verifica della relazione profonda, ossia a livello tecnico, tra le raccolte del secondo Caproni e il modello (o i modelli) della scrittura musicale. Per la prima volta, Lorenzo Peri ha tracciato i percorsi e le forme della ricezione del linguaggio musicale a partire dalla convinzione che sia necessario coinvolgere nell'indagine non solo le occorrenze esplicite, ma anche le dinamiche sotterranee appena percepibili nella filigrana dei testi. Alternando analisi filologica e riflessione teorica, questa monografia riordina le forme linguistiche riconducibili alla """"fenomenologia dell'estroversione"""" nell'orizzonte di ciò che si qualifica come contenuto manifesto; all'introduzione del polo oppositivo è affidata invece l'individuazione del contenuto latente, volto a dare conto di quel reticolo di relazioni soggiacenti che rappresenta, nel caso di Caproni, il campo privilegiato per lo studio dell'incidenza della musica nella poesia."" -
L' odore delle pecore. Dal Concilio Vaticano II a papa Francesco
"Al termine di un lungo viaggio, iniziato negli anni in cui la Seconda Guerra Mondiale distruggeva la Vecchia Europa, ho voluto dirmi e dire a chi vorrà leggere queste pagine che c'è un punto d'appoggio e una leva soltanto per trovare il senso e la gioia di vivere, anche quando la vita non è affatto bella. Questo ci va dicendo da duemila anni il Vangelo, e la punta più alta dello spirito umano attraverso l'arte, la pittura, la scultura, la letteratura, la poesia, la musica: non c'è nulla di più giusto, di più vero, di più bello di Gesù Cristo e del messaggio che ha affidato alla Chiesa; la quale molto spesso ne è triste messaggera. 'Essa tuttavia, la Chiesa, dispone della gioia, di tutta la parte di gioia che spetta a questo triste mondo' (Georges Bernanos, 1888-1948)."""" (dalla Conclusione dell'autore)" -
L' oceano del mistero
In un avventuroso susseguirsi di avvenimenti il filosofo ortodosso ucraino Aleksandr Filonenko incontra squarci d'Italia e di mondo cattolico offrendo al pubblico la sua testimonianza e dialogando appassionatamente con piccoli e grandi. Questo libro affronta - con tremore e decisione - le domande eterne dell'uomo e riporta in primo piano parole oggi spesso svuotate della loro forza originale: stupore, bellezza, amicizia, gratuità, umiltà, pazienza e compassione acquistano nel suo discorso lo spessore di volti concreti che le avvicinano al cuore di chi ascolta rendendole nuovamente vive e attraenti. Elena Mazzola si è assunta il compito di raccontare questi avvenimenti di amicizia dando spazio e voce ai loro protagonisti che sembrano invitare il lettore a immergersi con loro in quell'oceano del mistero che è la realtà. Prfazione di Francesco Braschi. -
Quando i valori prendono vita. Il lato umano della rivoluzione egiziana
"Scrivere il catalogo della mostra 'Quando i valori prendono vita' non significa soltanto raccogliere i testi e le immagini dei suoi pannelli in un volume che si può sfogliare, aggiungendo qualche asettica informazione sul gruppo SWAP - Share With All People, che ha allestito questa mostra e l'ha portata in giro per l'Italia. Scrivere il catalogo di questa mostra significa anche, e soprattutto, presentare un'esperienza viva d'incontro, amicizia, crescita insieme e condivisione con gli altri, capace di coinvolgere proprio nel senso di accogliere in sé - molte altre persone e, in fin dei conti, donare fiducia nella possibilità - anzi, nella realtà già in atto - di una gioiosa convivenza e di una rispettosa amicizia fra 'differenze', siano esse culturali, religiose, politiche, o semplicemente fra persona e persona. Questa mostra e questo catalogo, dunque, sono uno strumento per trasmettere, a quanti vorranno coglierla, la speranza che il gruppo SWAP rappresenta, magari entrando a farne parte, ciascuno laddove si trova a condurre la propria esistenza."""" (dall'Introduzione)" -
Dante, Michelangelo e altre lezioni di storia linguistica italiana
Di Ghino Ghinassi, illustre docente di Storia della lingua italiana presso le Università di Parma e di Firenze, si pubblicano cinque lezioni inedite, nel decennale della sua scomparsa. Le lezioni si collocano in un arco di tempo ampio che va dal 1961 (quando Ghinassi aveva appena trent'anni) al 1979, cioè alla piena maturità, e riflettono due diversi momenti della sua carriera di studioso. Nel primo, giovanile, assistiamo a una lettura puntuale del canto XXVI del ""Paradiso"""" (quello dell'incontro con Adamo) e di alcuni dei testi più alti e ardui del canzoniere di Michelangelo; una lettura sorretta da una sensibilità vivissima per la poesia e da una strumentazione critica di alto livello (sulla scia delle esperienze di Spitzer e di Contini, due nomi che ritornano in queste pagine). Le tre lezioni successive, degli anni 1977 e 1979, ci mostrano invece uno studioso ormai votato """"toto corde"""" alla sua disciplina, e alle prese con alcuni temi di particolare rilievo, fra tardo Medioevo, Umanesimo e Rinascimento."" -
A pensarci bene
"In questa dodicesima puntata d'un Giornale iniziato col nuovo millennio, Carlo Villa da instancabile quaresimalista, soprattutto di se stesso, striglia le perversioni d'un vivere dai risvolti ogni giorno più inquietanti, affrescandoli come fossero altrettanti Trionfi d'una morte annunciata presenti nei monasteri medievali. E sarà stato anche per questo che tanto puntiglioso impegno non gli è stato mai notiziato: salvo che nell'estremo numero d'un 'Belfagor' doppiamente in carattere. Una singolare consegna del silenzio del tutto inspiegabile, visto ciò che invece affolla i residuali fogli all'ancora d'una cultura resasi deprimente. Prossimo alla sua nona decade anagrafica, l'autore d'un così lungo impegno infruttuoso, è ormai avvezzo a simili ostracismi, non accolto più da tempo da scuderie attrezzate a una scrittura fattasi anacronistica, venendo ormai macellati i purosangue, per delle stazioni di posta sempre più ravvicinate per il cambio di cavalli da sfiancare cinicamente, quale che sia il loro propellente: come se anche nelle lettere, come nei campi da pallone, contasse la merce 'fresca' da convogliare a una folla perché vi si ottenebri per bande, anziché potenziarvisi secondo il pensiero di Leopardi""""." -
Riverberi. Improvvisi e strambotti
"Amo presentarmi da solo ai lettori. Dopo il mio primo libro di 'Riverberi', dove i sonetti rappresentavano le mutazioni del tempo con le sue realtà di sogni e illusioni, ecco l'edizione di questo secondo libro di 'Riverberi' dove il riflettore viene puntato questa volta sulle immagini disordinate del tempo che ormai ha perduto il suo fascino onirico per restare ancorato a una ferrea e sconcertante realtà. Quello che mi resta sono quindi lampi di immagini raccolte a cominciare dalla più tenera età per arrivare ai giorni d'oggi, immagini custodite gelosamente nella memoria per essere poi dischiuse nei brevi tratti di un disegno poetico. Poesie brevi, come la realtà sfuggente, forse poesie anche troppo brevi e lapidarie, tanto basta però per cercare di descrivere questo mondo effimero e superficiale, nel quale i vecchi sogni, tanto cari a certi poeti, si liquefanno nella realtà abnorme e grottesca, quasi infantile ma inconsciamente tragica e immobile, nel suo apparente trasformismo, da meritare stupore, ironia e compassione. Per coloro che ancora si interessano di metrica, informo che gli improvvisi, per il fatto di essere tali, non possono obbedire a schemi predefiniti cari alla poesia classica; gli strambotti invece ricalcano il discorso metrico prestabilito, anche se, per alcuni di essi, ho fatto ricorso al verso tredecasillabo, scarsamente adoperato nella nostra poesia."""" (Carlo Cantagalli)" -
Carlo Bini. Una poetica dell'umorismo
Carlo Bini (Livorno, 1806 - Carrara, 1842) è tutto questo: un patriota democratico e presto disilluso, un memorialista umoristico e antieroico, un intellettuale civile che sceglie di non scrivere e quando scrive non pubblica. Sono l'affetto e la stima dei contemporanei che ci hanno trasmesso i suoi ""piccoli capolavori"""" (come ebbe a chiamarli Sebastiano Timpanaro). L'estro umoristico, la generosa tensione civile e politica che non si stempera nella scelta dell'umorismo ma anzi si corrobora in essa, le fonti classiche accanto a quelle moderne, l'agonistico rapporto con il padre commerciante, le monologanti lettere d'amore sono i temi del volume, a disegnare un ritratto percorso da un fil rouge: il tentativo di ridere delle non raddrizzabili storture politiche, sociali e esistenziali come scelta letteraria e di vita, non per sopravvivenza, ma per conoscenza e per resistenza."" -
Lo statuto del comune di Arezzo
Il lettore di questa ricerca prova alcune delle sensazioni proprie dell'archeologo che, scavando, si rende conto di trovarsi al cospetto delle tracce di un'antica civiltà solo parzialmente conosciuta. E anche se del Medioevo si ritiene di sapere tutto, l'approfondimento delle indagini porta a delle scoperte a volte insospettate, atte a rimuovere taluni luoghi comuni sull'oscurantismo di quell'epoca storica, ricordata come quella dei ""secoli bui"""". Vi era, al contrario, un fervore operativo, almeno in alcune aree, tale da portare alla realizzazione di opere straordinarie e imponenti come la costruzione di cattedrali atte a sfidare i secoli e l'adozione di norme di carattere etico-politico di avanzata civiltà, come talune di quelle emanate ad Arezzo nel 1327, che comprendevano sanzioni a carico del Podestà, massima autorità del Comune-Stato, ove non avesse realizzato tutto quello al quale si era impegnato al momento del suo insediamento o a carico dei Giudici che avessero ritardato a emettere le sentenze."" -
Piazza del Duomo a Firenze tra fede, storia e arte
Nella piazza del Duomo, cuore religioso di Firenze, è rappresentata tutta la affascinante coscienza dell'esistenza che scaturisce dalla fede. Nei cicli musivi e scultorei del Battistero, il ""bel San Giovanni"""" tanto caro a Dante, è descritta tutta la sorpresa del cuore di fronte all'avvenimento di Cristo così imprevedibilmente corrispondente all'attesa umana. L'evento di Cristo, del Dio fatto uomo, continua ad abitare la storia attraverso il popolo dei credenti: la Cattedrale celebra Maria, l'inizio di questa generazione nuova che solca i secoli. Nel Campanile tale avventura si compie con la celebrazione del lavoro, rappresentato alla base della torre: l'uomo è chiamato da Dio a essere corresponsabile della creazione, nel lungo ed esaltante cammino che rende storia il tempo."" -
Salvator Rosa e la filosofia. Il fenomeno del Novecento alla prova d'una critica del giudizio
Lo Spavento è frutto di un momento di raccoglimento, allorché un uomo come Salvator Rosa dovette interrogarsi circa la sua indole e la sua vocazione. Partendo dai giudizi della critica su di una personalità empirica, in questo libro la trattazione perviene, in generale, ad una critica del giudizio di deciso orientamento antistoricista e anticriticista. Questa è un'opera politica che va contro Socrate e contro Kant per la logica e la morale, contro Spinoza per la metafisica. Ma essa va anche contro Rimbaud per la poesia. Non da un ragionato sregolamento di tutti i sensi, bensì correggendo la tipica indole dispersiva dell'intellettuale italiano può riprendere forza il nostro ingegno nazionale. Al paradigma poetico: sincerità di Saba, precisione di Gozzano, virilità di Quasimodo può ben corrispondere in filosofia il paradigma: sincerità di Montaigne, precisione di Valla, virilità di Leibniz. Il quarto requisito dell'eleganza può assolvere il ruolo pragmatico di ""giustizia"""", o forma, nel redigere i due libri platonici della città e dell'anima."" -
Purismo e antipurismo a Napoli nell'Ottocento
Nella prima metà dell'Ottocento Napoli fu un centro particolarmente attivo e importante per la produzione lessicografica e per la riflessione sull'italiano. Anche nella capitale borbonica, seppur con qualche ritardo rispetto all'Italia superiore e centrale, prese vita un accanito dibattito intorno al purismo fra i sostenitori di opposte concezioni della lingua, specialmente in seguito alla pubblicazione di quella ""Crusca partenopea"""" che fu il """"Vocabolario domestico napoletano e toscano compilato nello studio di Basilio Puoti"""" (1841) e del suo contraltare: la """"Propostina di correzioncelle al gran Vocabolario domestico di Basilio Puoti"""" (1842-1844) di Emmanuele Rocco, che faceva il verso alla """"Proposta"""" montiana."" -
Manzoni, Tommaseo e gli amici di Firenze. Carteggio (1825-1871)
Il volume raccoglie 96 lettere, in parte inedite, trascritte o ricollazionate sugli autografi, scambiate da Manzoni con dodici corrispondenti legati alla Firenze di Vieusseux, dell'""Antologia"""", e dell'Accademia della Crusca. Spicca il carteggio tra Manzoni e Tommaseo, dal loro incontro a Milano nel 1825 all'ultima lettera del 1871: testimone di un legame importante, saldo a dispetto delle rade occasioni d'incontro, fondato su un'intima consonanza etica, oltre che sui comuni interessi di studio e d'arte. La cordiale accoglienza del circolo di Vieusseux nel settembre del 1827, l'entusiasmo per le opportunità aperte nell'ambito della ricerca linguistica, si rispecchiano nella corrispondenza con Giuseppe Borghi, Gaetano Cioni, Giovan Pietro Vieusseux, Giovan Battista Niccolini, Gino Capponi, indice della ricchezza intellettuale e umana di un'esperienza che segna l'opera letteraria ma anche, a lungo, i sentimenti e i ricordi. Completano il quadro, sotto l'egida del binomio Firenze-lingua, le lettere scambiate con i segretari dell'Accademia della Crusca, di cui Manzoni è fatto socio corrispondente nel dicembre 1827."" -
Il sogno dell'eroe
Mentre sta per scoppiare la guerra fra i regni della Grecia e la città di Troia, la dea Atena appare in sogno al piccolo Tancredi per affidargli una missione: liberare un bambino dal quale dipenderanno le sorti dell'intero conflitto. Inizia così il viaggio di Tancredi, armato di un vecchio arco e in compagnia del suo fidato gatto. Un viaggio che lo porterà a diventare un eroe. Età di lettura: da 8 anni. -
Donne di pietra. Storie al femminile «scolpite» sui muri di Firenze
La storia di Firenze è ricchissima di eventi e personaggi: il libro migliore per conoscerla è la città stessa. Sulle facciate dei palazzi, nei cortili, nelle chiese, sui muri delle strade di collina è tutto un susseguirsi di lapidi dedicate a chi vi ha vissuto, operato, gioito e sofferto. Molti di questi documenti, spesso in marmo, sono dedicati a donne: sante e sovrane, artiste e ispiratrici di artisti, attrici, cantanti, pittrici, madri e nonne qualunque, studiose e maestre, monache e prostitute, patriote risorgimentali e partigiane. Per decreto del Comune, per volere di privati cittadini, per affetto da parte dei parenti, il loro ricordo si fa concreto nel luogo in cui nacquero, vissero, morirono o dormono, si spera, in pace. Ognuna di loro offre la chiave di un ""mondo"""" a chi si ferma a leggere. Le abbiamo chiamate """"donne di pietra"""": sono il nostro passato, le nostre antenate, quelle di cui vogliamo tenere viva la memoria per comprendere il presente e scommettere sul futuro. Censirle, studiarle è stato un dovere e un piacere. A tutte loro intendiamo dire grazie."" -
Bastava una carezza
Undici storie che raccontano la ricerca di una tenerezza che sembra scomparsa, personaggi che vivono nella polvere e dalla polvere cercano di risollevarsi, storie di vita e drammi quotidiani ma anche storie d'amore, di quell'amore che unico riesce a guardare con compassione e tremore. Il titolo, che riprende la celebre poesia di Alda Merini, ""Non voglio dimenticarti amore"""", racchiude il bisogno disperato di uno sguardo d'amore proprio nelle storie di vita più comuni, uno spiraglio di luce che squarci la tenebra dell'indifferenza e della mediocrità. """"Bastava una inutile carezza a capovolgere il mondo"""": persino nelle storie più semplici, la tenerezza si rivela l'arma più forte per risollevare lo sguardo, sempre."" -
Un romanzo di crisi. «Il Mambriano» del Cieco da Ferrara
Collocata tra l'interruzione dell'""Innamorato"""" e la nascita del Furioso, il """"Mambriano"""" del Cieco da Ferrara è un'opera ancora avvolta da troppo mistero e sostanzialmente da riscoprire. Pubblicato postumo nel 1509, questo poema cresciuto nella Mantova gonzaghesca - rappresenta una tappa obbligata nel percorso della storia del romanzo cavalleresco in area padana: esso infatti, offrendo una via alternativa alle numerose """"giunte"""" ai tre libri boiardeschi, non solo rivendica una propria fisionomia e identità, ma, soprattutto, si connota, per il suo autore, come uno strumento di lotta contro la crisi incipiente che va colpendo, tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, il sistema corte. Mediante una profonda sperimentazione riguardante la varia cultura cortese rivissuta all'interno del genere cavalleresco, il Cieco vuol consegnare al mondo delle corti ormai in rovina un prodotto in cui riconoscersi. Il poema diviene, così, un ultimo baluardo di resistenza, che già mostra, però, quella via di follia che sarà propria del """"Furioso""""."" -
Amiss
Estate 2015: un gruppo di amici, quattro uomini e tre donne, si riuniscono in casa di Amiss, mentre la televisione trasmette senza sosta filmati sulla crisi greca. Nella vicenda di un paese sull'orlo del disastro si specchiano le difficili relazioni tra gli amici e Amiss, la cui morte improvvisa scatena la ricerca del colpevole. Su di una canonica trama da romanzo poliziesco si innesta invece, attraverso la parola di Lelia, principale voce narrante, e degli altri, voci secondarie intersecantesi a loro volta, una ricerca di identità, che trova in Amiss il punto di convergenza e la sua ragion d'essere. Il colpo di scena finale chiude il cerchio delle domande, fra verità, finzione e virtualità delle trame personali ricostruite dai protagonisti, analoga a quella che il mezzo catodico, vissuto come intrattenimento, conferisce alla situazione greca.