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La Pira e i giovani. Rondini in volo verso la primavera di papa Francesco
L'autore incontra La Pira nel 1971 alle sue lezioni di Diritto Romano di cui il professore si serviva per interpretare la storia e il futuro. Si consolida un rapporto con questo mistico prestato alla politica, padre della Costituzione e apostolo di pace. Il libro testimonia per la prima volta i suoi straordinari insegnamenti ai giovani che raffigurava come rondini in volo verso la primavera. Colpisce oggi che molti anni fa La Pira fosse stato rimproverato in Vaticano perché correva troppo: ""Lei è almeno trent'anni avanti"""". Ma fu rassicurato: """"Vada avanti professore, noi la seguiremo"""". Molte così le considerazioni sull'attualità del suo pensiero a partire dalle parole di papa Francesco. Ne nasce una sintetica antologia dei loro scritti che presentano sorprendenti affinità maturate nelle comuni radici bibliche."" -
La cena perduta
La domanda dell'umanesimo è gelida: ""L'uomo a chi deve rendere conto, se non a se stesso?"""". Taluni credenti chiedono fin dove possono spingersi senza commettere peccato. La prima domanda segna la capitolazione dell'uomo; la seconda domanda annuncia la capitolazione della coscienza di fronte al moralismo di una società religiosa massificata. Ma quel Tale che bandì una gran Cena ha voluto esattamente rilevare la mappa della libertà fin giù nei nascondigli dell'inconscio. L'invito propone di armonizzare con la Cena l'amore, la proprietà, il capitale; perché armonizzandoli con essa sarà anche possibile armonizzare fra loro le dicotomie interne che li strutturano. Il male imperdonabile dei tre consiste nell'aver tentato la riduzione autonomistica delle tre scelte fondamentali della convivenza, sottraendole ad ogni dialogo con la Cena e con Colui che invita."" -
Un lontano paradiso
"La quantità nella lirica di Giacomo è tutta segnata dalla pochezza. Pochissimi sono gli anni di questo giovanissimo poeta, relativamente poche le poesie che in queste pagine possiamo ascoltare, pochi i versi, piccolo il volume che le raccoglie, non ampio è lo spettro delle esperienze, per lo più molto quotidiane, famigliari e domestiche, che compongono la materia delle sue liriche, volutamente leggero lo scavo riflessivo su cui insiste la penna del nostro Giacomo. Invito con convinzione i lettori a percorrere con perseveranza e senza pregiudizi la geografia delle 'piccole cose' che ci propone questo piccolo, grande ragazzino alla ricerca di una bellezza che ci apparirà, lirica dopo lirica, giammai una trasformazione ovattata e idealmente truccata della realtà, ma un sondaggio scabro ed essenziale nella verità dei nostri sentimenti creaturali e dunque inevitabilmente fragili e sofferti.""""" -
God bless America. Un diario a stelle e strisce
"Nessuno ha più voglia o sa raccontarci l'America quotidiana, quella dal basso che esiste ancora al di là delle facili etichettature: i pochi grandi inviati rimasti ci parlano più che altro di Wall Street, Capitol Hill e Casa Bianca. L'America degli immigrati messicani e sudamericani che vogliono fare fortuna, l'America del profondo Sud e dei telepredicatori, l'America delle periferie delle grandi metropoli sulle coste e il Mid West, il granaio d'America che oggi vede scomparire le famiglie di contadini su cui si è costruito questo paese, con le loro torte di mele e il 'fried chicken', il pollo fritto. L'America delle profonde esperienze religiose e quella degli immensi college dove si concentra la vita giovanile. Per sentire parlare di questo mondo affascinante e contraddittorio ci affidiamo allora a 'inviati speciali' come Riro Maniscalco che a un certo punto della sua vita lascia l'Italia e si trasferisce qui (...) e grazie alla sua curiosità profonda si immerge completamente in questo """"nuovo mondo"""". (...) E se si comincia a leggere il primo racconto c'è il rischio di non interrompere la lettura e di leggerlo di un fiato fino alla fine."""" (dalla prefazione di Giorgio Vittadini)" -
Kevlar
"Bux crea dapprima uno spazio nuovo, che non esisteva, per poi sovrapporlo a una città reale, come in quei libri turistici dove mediante la carta velina disegnata si può vedere come erano fatti i monumenti dei quali ora non restano che rovine. La poesia di Bux aggiunge così una dimensione alla realtà che in questo caso non è ricostruzione, bensì ricreazione. Non riporta al passato, né promette un futuro, ma apre la mente a una nuova prospettiva, a un nuovo spazio del pensiero. Niente è ciò che sembra nel mondo creato dal poeta e, tuttavia, attraverso il poeta stesso, tutto è più di quel che sembra, rispetto a come poteva apparire a prima vista"""". (Martín López-Vega) Prefazione di Vicenç Llorca i Berrocal." -
Il canto di Cherubino
Cherubino è un uomo fatalmente attratto più che dalla donna, dalla femminilità, da quella parte mancante di sé che lo conduce in un abisso che solo l'incontro con la creatura in grado di incarnare questo ideale può colmare, benché per brevi e illusori attimi. Ma ogni donna raggiunta rivela e conferma al protagonista la miseria e la sterilità di un'umanità incapace di andare oltre ipocriti valori e false pudicizie. La stessa moglie, donna mai davvero amata, si rivela meschina e implacabile nella sua vendetta nei confronti di un uomo che non ama e non può amare altro all'infuori dell'idea che dimora nella sua mente. Il romanzo si dipana attraverso capitoli velocissimi, fugaci come gli amori e le avventure che raccontano, intervallati da sommarietti, motti e componimenti che - a corredo del testo principale ben disegnano il contrasto tra il lirismo dell'idea e la prosaicità del reale che impedisce un riposo, una sazietà e un godimento liberi da preconcetti e costrizioni. -
Firenze 1944. Tutto quello che non è mai stato detto sulla Liberazione
Le novità che emergono da questa ricerca sulle fonti storiche sono così rilevanti da ribaltare le verità consolidate. Una è contenuta in un libro del 1948, ""Storia della seconda guerra mondiale"""", di Winston Churchill. Per quarant'anni il libro del premier inglese non è stato mai citato a Firenze, poi lei sue parole sono state manipolate. Solo perché Churchill aveva ammesso che """"l'VIII Armata britannica costrinse i tedeschi a ritirarsi attraverso la città e a far saltare i ponti alle spalle"""". Poi aveva aggiunto: """"Kesselring fece ogni sforzo per danneggiare il meno possibile Firenze"""". Ma forse la novità più clamorosa è quella trovata su """"La Nazione del Popolo"""", organo del Comitato di Liberazione, dove si lanciava un allarme: nel settembre 1944 erano morte di fame 600 persone, il doppio di tutti i decessi della battaglia combattuta a Firenze in agosto. Oltre agli stupri commessi dai soldati indiani che avevano umiliato il quartiere del Campo di Marte-Coverciano, al popolo che mendicava gli avanzi dei pasti davanti alle mense americane alle Cascine, la città lamentava che ogni giorno morivano 20 persone di media."" -
Diario di un buono a nulla. Scampia, dove la parodia diventa riscatto
"Nessun potere ha la forza di imprigionare le parole. Ogni singola sarà letta da occhi innumerevoli, solo con i battiti di ciglia oppure anche a voce alta, in una stanza, in un'aula di scuola, in una piazza, in un'assemblea, alla radio. E dopo il più lungo giro del mondo torneranno nelle mani di quelli che le hanno scritte, e saranno unte da tutte le impronte digitali di chi le ha ricevute e insieme formeranno una stretta di mano."""" (Erri De Luca)" -
L' avventura di Pitti-Pitti's adventure
In un pomeriggio di primavera Pitti e i suoi inseparabili amici scoprono che anche tanti insetti dell'orto partecipano alla cura di frutta e verdura. Scopriamo grazie all'avventura di Pitti alcuni segreti di un mondo colorato che aspetta di essere osservato e divertiamoci a sperimentare nuove e fresche ricette. Età di lettura: da 5 anni. -
Il sangue, l'inchiostro. Storia di Carlo Dossi
Solitario ed eccentrico, precursore delle irrequietudini formali novecentesche, attratto dalla lingua e dalle sue bizzarrie prima ancora che dalla realtà, l'aristocratico e schivo Carlo Dossi (1849-1910) si colloca in disparte rispetto al suo tempo, rivendicando la propria discendenza dalla illustre tradizione narrativa lombarda, a partire dal magistero manzoniano, e, nel contempo, esibendo una prodigiosa apertura alla cultura europea. Attraverso un radente rapporto con i testi, il volume si propone di restituire il senso di una singolare esperienza letteraria e umana, dalla ricostruzione del milieu artistico e culturale degli anni giovanili, tra anticonformismo scapigliato e umorismo eretico', all'irriverente affresco degli incompiuti Ritratti umani e al malinconico congedo degli Amori, fino alla ricerca di una sia pur frammentaria e carsica sopravvivenza affidata alla monumentale extravaganza delle Note azzurre. A governare ininterrottamente il laboratorio dell'ingegnoso scrittore e il suo labirintico pastiche espressionistico, ricco di «calappi e viluppi», è la dolorosa consapevolezza che ogni «goccia d'inchiostro» è inseparabile dalle tracce e dai segni indelebili del sangue e della vita. -
Quadri per un'esposizione e frammenti di estetiche contemporanee
In un tempo di crisi della lettura, la letteratura e gli autori sono stati collocati, come fossero dipinti, in esposizione, secondo una teoria di Maria Gregorio che ha avuto larga applicazione soprattutto in Germania per le Case museo di Goethe a Weimar e di Thomas Mann a Lubecca. Il costume delle esposizioni d'arte ebbe inizio nel Seicento a Firenze e Roma, come racconta Francis Haskell in ""La nascita delle mostre"""" (2008). Poi quella moda dilagò. Esporre è diventata una norma, una mania. Che anche la letteratura debba mostrarsi è la nuova frontiera dell'esporre. Il libro rivisita queste modalità espositive e ne aggiunge altre, fra le quali il turismo. Frequenti le incursioni in archivio, mantra di una modernità smemorata. L'archivio, dall'accogliente luminoso Vieusseux-Bonsanti, con le sue squisite vestali, agli archivi di politici e misteri, di poteri e di stragi, di colpe e ricatti, di fatuità ma anche di oggetti desueti e maledetti, sono l'altra dorsale del libro. L'arte vista da un anatomopatologo, Giorgio Weber, è in """"Mirabilia weberiane"""", autopsie di capolavori. Il mondo di un'economia disastrata è rivisitato nel capitolo su Paolo Volponi. Se la """"recherche"""" industriale celebra il mito di Adriano Olivetti, l'altra """"recherche"""" vola alle dimore dei Lampedusa, dove un tempo fu il paradiso, come tutti i paradisi, perduto. Agli atti resta il presente. Un Capo Horn delle tempeste. Si tratta solo di non fare naufragio."" -
Opere d'arte della collezione della Banca Federico Del Vecchio. Ediz. a colori
"Un tratto distintivo della Banca Del Vecchio nelle sue sedi principali fiorentine, quella storica in via de' Banchi e il Centro direzionale in viale Gramsci, è certamente la vocazione ad accogliere: e non solo grazie all'affidabilità professionale, per quanto essa sia requisito fondamentale di una banca, ma anche con l'atmosfera di quieta e sobria eleganza creata dagli arredi in legno e cristallo dalle lustre finiture in ottone, su cui spiccano, come sigle araldiche portatrici di una forte identità, i tulipani opalescenti delle lumiere e delle appliques. A questi ambienti, così come agli uffici, la collezione di quadri, di grafica e di oggetti d'arte della banca conferisce un'impronta unica, di dimora borghese di antica e solida formazione, che ha conosciuto progressive fortune dal periodo patriottico e risorgimentale del XIX secolo fin ben addentro al XX. All'Ottocento toscano risale infatti il nucleo principale dei dipinti, nella sua composizione ampia e variegata che spazia dai Macchiaioli ai loro successori, costieri e non soltanto. Ma non mancano, quasi reliquie illustri d'un passato più remoto, effigi che rimandano alle dinastie preunitarie, dal misterioso ritratto del Cardinal Giulio de' Medici (il futuro Clemente VII) estratto in copia dal celebre quadro di Raffaello con Leone X alla Galleria degli Uffizi, ma tramutato dall’inscrizione antica in un dugentesco vescovo pisano, agli Asburgo in rutilanti uniformi settecentesche. Oltre al ritratto aristocratico ufficiale, altri ‘generi’ pittorici sono toccati con esempi di pregio. Tra i soggetti sacri, si segnala la scena tardocinquecentesca dedicata alla rara iconografia del Ritorno della Sacra famiglia dalla fuga in Egitto, secondo la composizione inventata da Giovanni Battista Paggi, pittore gentiluomo genovese esule a Firenze, più volte replicata e copiata: una scena d'amabile soavità, nella quale il divino e il terreno si uniscono in un'atmosfera di naturalezza familiare."""" (dall'introduzione)" -
Donne del Mediterraneo. Saggi interdisciplinari
Parlare delle donne, per un uomo, vuol dire parlare dell'Altro: in un'epoca dove il maschile prende coscienza di non saperle più rappresentare o volutamente le distorce e le camuffa, in un'epoca storica in cui la voce delle donne assume sempre più autorevolezza, è necessario chiedersi del femminile interrogandosi a tutto tondo. E se storicamente la voce delle donne è sempre voce “incarnata”, nel Mediterraneo, che è frontiera in transito, quella voce ha significato anche inquietudine, tentazione e perfino silenzio stesso: quali cambiamenti ha portato la contemporaneità all'identità del femminile? Questi cambiamenti sono trasversali lungo le sponde del mare Nostrum? Non è il mero diritto alla parità di genere a imporre oggi l'ascolto del femminile, ma una intrinseca necessità epistemologica perché, a conti fatti, si potrebbe dire che la donna sia l'anima stessa del Mediterraneo. Prefazione di Barbara Zecchi. -
Attraversare le parole. La poesia nella Svizzera italiana: dialoghi e letture
«Scrivere in Svizzera significa, in primo luogo, misurarsi con un tipo di alterità e varietà che non è solo linguistica ma anche sociale e culturale; in secondo luogo, vuol dire assumere quell'alterità come parte della propria identità, non affermata e rivendicata come insegna o ""etichetta"""", ma più spesso discussa, negoziata, straniata. Quest'oggettività è forse uno dei tratti comuni alla maggiore poesia nella Svizzera italiana, quasi inscritto nel suo patrimonio genetico novecentesco». Nella sua prefazione, Niccolò Scaffai dipinge un quadro rappresentativo della possibilità di parlare della «particolarità» svizzera di una certa poesia contemporanea. Oggetto di grande apprezzamento, letture e studi, la poesia ticinese del Ventunesimo secolo è allo stesso tempo erede e testimone di una via aperta e legittimata da esponenti quali Francesco Chiesa, Giuseppe Zoppi, Giorgio Orelli, Fabio Pusterla e Alberto Nessi. Oggi, una volta superato il bisogno di definire la propria identità dall'interno, il bacino della creazione elvetica si è allargato, diventando un vero e proprio crocevia di incontri, voci e culture: con Alberto Nessi stesso e con Fabiano Alborghetti, Yari Bernasconi, Pierre Lepori, Dubravko Pusek, Anna Ruchat, i lettori sono invitati a osservare la realtà, tanto interiore quanto esteriore, con uno sguardo nuovo, con il piglio dell'esploratore, del viaggiatore, ma anche attraverso gli occhi e l'esperienza dell'emigrante. Una poesia vitale e ricca, che il presente volume cerca di rappresentare in tutte le sue mutevoli sfaccettature."" -
Il servo inutile
Fabio incontra fin da piccolo tanti ostacoli che lo costringono ad andare avanti su una strada di fortuna, ai margini di quella più larga e diritta dove vede camminare tutti gli altri, fino a dover combattere a lungo durante la sua adolescenza contro una grave malattia. Questa dura realtà che lo coglie nei suoi anni verdi gli fa toccare con mano la precarietà dell'esistenza, fino a trovarsi nella condizione di guardare alla vita con occhi diversi. Si affina in lui la sensibilità verso gli altri, verso la natura, verso Dio. Proprio nella sua personale sfera spirituale riesce a trovare il conforto necessario per continuare a camminare in avanti con fiduciosa attesa, cercando tra i suoi tanti perché di comprendere lo scopo della propria esistenza e sforzandosi di seguire sempre, tra le pieghe della realtà, quel ""bene"""" che «non può rimanere inutile, non può disperdersi come polvere al vento». La storia è ambientata a Quarate, piccolo paese alla periferia di Firenze, nell'arco di tempo che va dal 1949 al 1969 e le vicende personali e familiari si intrecciano con gli importanti eventi storici del periodo, come nelle pagine che ricordano i drammatici giorni dell'alluvione del '66. Uno dei posti più significativi della narrazione è l'oratorio abbandonato di Montemasso, luogo incantato che fa scoprire a Fabio la sua vocazione di artista. Dipingere diventa infatti per lui l'esigenza primaria attraverso la quale riesce a esprimere se stesso."" -
L' amore non basta
Esistono molti tipi di amore: tra una moglie e un marito, tra due amanti, tra una madre e suo figlio, tra due amici. Nell'esistenza degli esseri umani amore e passione si abbracciano, si fondono: così come la ragione e la follia, il desiderio e la realtà. Alcuni amori sono duraturi, altri fugaci ma capaci di segnare un'intera esistenza, qualcun altro addirittura senza tempo: infinito. Le vite, gli amori, i sentimenti dei protagonisti di questo romanzo si intrecciano, si legano, si stringono in un abbraccio che, inevitabilmente, non può né essere unico né bastare a se stesso. -
Retrostrato
Come Erostrato a Efeso, quale iconoclasta d'un ottuso proto-califfato, proprio mentre nasceva Alessandro Magno distrusse il celebre tempio di Artemide, in ""Retrostrato"""" Carlo Villa restaura a parziale compensazione di quell'eretico scempio il suo percorso espressivo negato ad almeno tre generazioni oramai, prima che scompaia anche lui, come già il mitico efesino, poi divenuto personaggio emblematico per Verri, Schwob, Cechov e Sartre, quali indomiti moralisti moderni. Un erostratismo al contrario quello del poeta romano, in quanto patologo d'una rilettura, se lettura c'è stata, d'un percorso qui riscritto del tutto, onorando le autorevoli firme che l'hanno sorretto nel tempo: esiliate anche loro per dar posto a container di macerie soffocanti senza ormai alcun rimedio: quanto quelle in Efeso subite dalla figlia di Zeus e di Latona, sorella d'Apollo, dea delle libertà selvatiche fino all'eresia: da Sciascia considerata l'ultima dignità dell'uomo."" -
Silvano Piovanelli. Padre, fratello, amico
Il cardinale Silvano Piovanelli è stato un vescovo molto amato. Per tanti è stato un padre, un fratello, un amico. Queste pagine lo ricordano così, con molta semplicità. La stessa che lui mostrava quando ti accoglieva con un sorriso, pronto a dirti una parola d'incoraggiamento o a darti un consiglio. I «frammenti» che compongono il libro sono arricchiti dalla prefazione del cardinale Gualtiero Bassetti, dal ricordo del cardinale Giuseppe Betori e dalla testimonianza di don Luigi Innocenti. -
Le verità del velo
Questo volume scaturisce da un progetto che è stato al tempo stesso didattico, di ricerca e infine editoriale e si è sviluppato nell'arco degli ultimi dieci anni. Assume, giungendo a compimento, anche un coté o un intento intellettuale e, per certi versi, politico. “Le verità del velo"" vuole significare due cose: da una parte riconoscere a un oggetto – il velo che copre e dissimula le identità dei volti, dei corpi, degli individui – una certa unità di funzione, quale che ne sia la specifica declinazione spazio-temporale e culturale; dall'altra accettare, appunto, che tale oggetto sostanzialmente univoco abbia di fatto una varietà di espressioni, ricezioni, interpretazioni che lo rendono polisemico. Non solo, dunque, in contesti diversi può essere prodotto, commercializzato, indossato, rappresentato, descritto e interpretato in maniere diverse, tutte vere, a seconda dei punti di vista, ma esso anche nel medesimo contesto, anche nella stessa realtà circoscritta, anche nella stessa specifica oggettualità può avere più significati e conseguentemente ottemperare a esigenze di produzione di valore simbolico o di verità in maniera massimamente soggettiva. Contemporaneamente è un oggetto che produce discussione, dibattito, agonismi: ciascuno può cercare di dire la sua rispetto ai motivi per cui è indossato, per cui è imposto, per cui è scelto; ma anche rispetto ai motivi per cui è tolto, per cui è sottratto, per cui è abbandonato. Le stesse persone possono farne usi diversi in contesti diversi, attribuirgli un significato diverso a seconda delle situazioni, sfruttarlo, financo, in base a istanze e aspettative variabili. Dunque non esiste solo la verità di chi lo indossa, ma anche di chi lo fa indossare; ed esistono le verità di chi interpreta questo atto e lo considera ora simbolo di emarginazione e sottomissione, ora di emancipazione e libertà."" -
In trincea. Gli scrittori alla grande guerra. Atti del Convegno internazionale (Firenze, 22-24 ottobre 2015)
"Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale di studi """"In trincea. Gli scrittori alla grande guerra"""" tenutosi a Firenze (22-24 ottobre 2015). Guerra e letteratura: il binomio s'annuncia denso di rivelazioni, non solo come bilancio d'un evento storico che compie un secolo e che ha cambiato il volto della società moderna, ma anche come riflessione sulla cronaca del presente, sulla tragedia di nuovi conflitti globali che rendono inquietante la nostra realtà attuale."""" (Dalla prefazione di Simone Magherini)"