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Enio Lucherini. Avventura la vita. Ediz. illustrata
Nel suo percorso intellettuale di docente Enio Lucherini ha pubblicato di matematica, didattica, logica matematica, filosofia, critica d'arte, storia ed estetica. Si è poi dovuto impegnare in legislazione e pubblica amministrazione per un decennio. Ma l'arte, più di tutto, come una perfida sirena, lo ha completamente irretito in veste di pittura. E negli ultimi trent'anni ha cercato di esserle totalmente fedele. -
Francesco e il sultano. L'incontro sull'altra riva (1219-2019). Ediz. illustrata
Nel 1219 Francesco si reca a Damietta, in Egitto, nel pieno della quinta crociata, spinto dal desiderio di incontrare il sultano al-Malik al-Kamil e potergli annunciare il Vangelo. Troverà accoglienza e farà ritorno illeso al campo crociato, stravolgendo le aspettative di molti e forse anche le sue. Che cosa ci provoca e suggerisce quell'incontro di 800 anni fa? La mostra racconta, proprio partendo dal contesto in cui è accaduto e dalle fonti storiche disponibili, l'incontro tra Francesco e il sultano. Al centro si pongono le motivazioni che hanno spinto Francesco a intraprendere il viaggio, l'itinerario che ha percorso e infine l'incontro a Damietta. Le regole dei frati minori (1221 e 1223) testimoniano la volontà di attuare una pacifica convivenza tra cristiani e musulmani, che poi sarà continuata con l'insediamento dei frati minori nei luoghi santi e, soprattutto, con l'istituzione della Custodia di Terra Santa. -
Umanesimo latino e volgare. Studi su Fonzio, Poliziano, Pico e Machiavelli
Il volume raccoglie i saggi più significativi pubblicati da Simona Mercuri fra 2004 e 2014. Si tratta di dodici studi che vertono sull'Umanesimo fiorentino latino e volgare di tardo '400 e primo '500, lungo un percorso che muove da Bartolomeo Fonzio e Angelo Poliziano (e dalla letteratura legata alla scuola e all'università: esercizi, prolusioni, commenti ai classici) per poi ampliare il raggio della ricerca in altre direzioni (il volgare, la poesia, l'umanesimo dei filosofi, Niccolò Machiavelli), diverse ma sempre inscritte nel medesimo campo di studi... -
Schiena contro schiena
Corrado è un solitario per scelta, ha imparato che meno ti fidi meno ti ferisci. E lui di ferite ne ha già abbastanza, anche se ha soltanto sedici anni. Corrado odia con tutto se stesso la persona che è più difficile da odiare per chiunque, quella di cui si fidava sopra ogni cosa. La stessa che ha rovinato la vita sua, dei suoi genitori e del suo migliore amico Salvatore: Danilo, suo fratello maggiore. Danilo di anni ne ha diciannove, la mente piena di fantasmi e di sbagli. Danilo vuole provare a rimediare ai suoi errori perché è cambiato, non è più il ragazzo ribelle di prima. Vuole il perdono di Corrado più di ogni altra cosa al mondo, senza immaginare che lui stesso ha ferite simmetriche a quelle di suo fratello e che quindi sanarle voglia dire rivivere un grande dolore, per entrambi. Perché nessuno dei due ha scordato cosa è successo quella sera ma nemmeno l'affetto che li lega. Ed è proprio per questo che le loro ferite fanno così male. -
Meditazioni sul Vangelo di Matteo. Capitoli 8-13
La parola di don Divo ci affascina, ci stimola e ci coinvolge in maniera sempre nuova. Molto bello quello che Barsotti ci trasmette a proposito della missione dei discepoli. La missione è una questione di identità. Gli apostoli rimangono apostoli per sempre. Sono e rimarranno per sempre coloro che il Signore ha scelto, ha chiamato per nome affidando loro la missione di predicare il Regno di Dio. Nell'istante in cui Cristo ti chiama ti dà un nome e ti affida una missione. Pensiamo a Matteo. Proprio lui ci ha lasciato un ritratto del vero apostolo raccontando in poche righe la sua vocazione. Gesù lo vede, lo chiama e lui senza esitare un momento si alza e lo segue. Quando il Signore ti chiama tu acquisti una nuova identità, un nuovo essere, una nuova natura. La vocazione e la missione sono come una creazione dal nulla. Non sono qualcosa che si aggiunge alla tua vita. Sei quello che sei per il fatto che Cristo ti ha chiamato e ti ha inviato. -
Il curioso impertinente. Ediz. italiana e spagnola
Il «Curioso impertinente» di Alessandro De Stefani, andato in scena, nella traduzione spagnola di Tomás Borrás, al teatro El Español di Madrid nel 1947, quarto centenario della nascita di Cervantes, è la più recente di una ricca serie di riscritture drammatiche della novella che il romanziere spagnolo inseriva all'interno del «Don Chisciotte» del 1605, nei capitoli 32-35. Si tratta di una delle trame secondarie più note e controverse del romanzo, poiché tratta il tema, molto comune nella novellistica europea, della messa alla prova della fedeltà della sposa; per la prima volta però, la causa che scatena la gelosia del marito non è un sospetto di infedeltà o la malignità di un antagonista, bensì il demone della curiosità che abita l'animo stesso dello sposo, smanioso di possedere solo per sé l'intera volontà della sua donna. De Stefani interpreta la trama cervantina, originariamente un discorso controriformista su fede, conoscenza e libero arbitrio, come un dramma psicologico e sentimentale, di lontana influenza pirandelliana, sullo scontro fra essere e apparire, amare e possedere. Tema di spaventosa attualità, la gelosia parossistica del curioso Anselmo porta alla fine tragica di tutti i protagonisti. -
Il primo libro de' Reali. Vol. 1: Cantari 1-54
Cantato in piazza San Martino a Firenze nel 1514-1515, il primo libro dei «Reali di Francia» diventa «Il primo libro de' Reali». Uno dei romanzi cavallereschi più amati si trasforma in una serie di 94 cantari in ottava rima recitati nel corso di tredici mesi in mezzo a una folla variegata da Cristoforo l'Altissimo, un cantimpanca fiorentino che si conquista la celebrità in patria e fuori col suo talento di estroso performer. -
Prospettive incrociate. La poesia nella Svizzera italiana: dialoghi e letture
«Non è insensato dire che la lingua che chi scrive ha in uso, è frutto di decisioni e mutazioni, ancor più quando si parla di poesia che nella sua apparente invisibilità conserva invece tracce di molte delle sue origini», scrive Fabiano Alborghetti nella sua prefazione. «È questo territorio composto da substrati che questa serie di interviste porta a scoprire, non soltanto la ""bottega"""" del poeta, la genesi di uno specifico testo o di una raccolta, i processi di politura o i ripensamenti, bensì quel territorio riformato che viene consciamente - o meno - abitato e che vede il suo appoggio terreno in quell'atto finale di sintesi che è appunto lo scrivere.» La scrittura come varco, come via d'accesso, ogni volta nuova, a un universo poetico in cui s'incrociano cammini che seguono direzioni talvolta sorprendenti, talvolta più familiari, ma che tutti conducono in questo altrove che in realtà è tale solo per chi non vi si addentra."" -
Dizionari del Novecento
Nel secondo Novecento la lessicografia italiana raggiunse il suo massimo sviluppo con una considerevole produzione di vocabolari storici e descrittivi sempre più raffinati. Ma già nei decenni precedenti si erano gettate le basi per il suo radicale rinnovamento e la sua definitiva apertura alla modernità. In tale trasformazione influirono sia i mutamenti dell'italiano coevo che stava diventando una lingua largamente condivisa, sia le pretese della politica linguistica del fascismo. Una parte del volume è appunto volta ad analizzare i riflessi del condizionamento ideologico esercitato da quel regime totalitario in alcuni casi specifici: il Dizionario moderno di Alfredo Panzini, i lessici scolastici, il Vocabolario dell'Accademia d'Italia; l'altra si sofferma sulle innovazioni di uno dei più fortunati vocabolari del secolo, quello di Nicola Zingarelli. -
Interviste a Eugenio Montale (1931-1981)
Nel corso della sua lunga esistenza Eugenio Montale ha rilasciato numerose interviste, risposte a inchieste, testimonianze autobiografiche, apparse su quotidiani, periodici e libri italiani e stranieri. I duecentosettantadue pezzi finora dispersi sono raccolti qui, per la prima volta, da Francesca Castellano in una compagine unitaria nella quale il lettore potrà riconoscere un autoritratto in divenire, affidato dal poeta alla scrittura degli altri con una lucida, ironica determinazione e con una calibrata strategia comunicativa e autoesegetica -
Hashmal. Il cammino di un uomo comune alla ricerca di se stesso
Vi sono molte ""sapienze"""" che permettono di definire il significato della propria vita, di comprendere le aree entro le quali si può esprimere la migliore versione di sé, attivando i propri talenti, ma vengono spesso ignorate o semplicemente non comprese. Queste conoscenze, per lo più antiche, raccontano anche del profondo legame esistente fra l'uomo e il mondo degli Spiriti, di come sia imprescindibile tener conto dell'""""Invisibile"""" per poter realizzarsi nella vita. Nella """"scienza degli Angeli"""" il termine ebraico hashmal corrisponde a un Angelo del Coro delle Dominazioni, che si potrebbe tradurre in """"impeto, che riempie un qualsiasi spazio delimitato e va oltre"""". In questo libro l'autore racconta del suo percorso di crescita interiore e di consapevolezza, ma anche e soprattutto del suo rapporto con gli Spiriti Guida, affinché il suo vissuto di """"uomo comune"""" possa stimolare i lettori ad aumentare il proprio mondo percettivo, facendosi carico dei propri limiti e paure, per accettare ciò che si è realmente, nella propria perfetta unicità, affrontando la vita con lo stesso impegno e stupore del bambino che gioca, dell'innamorato di fronte alla persona amata, del viaggiatore nell'esplorazione di luoghi sconosciuti."" -
Obiettivo B2. Guida all'esame CILS livello B2
Guida all'esame CILS livello B2 per studenti cinesi. -
Tra norma e descrizione: gli «Avvertimenti» di Salviati nella tradizione grammaticale italiana (secoli XVI-XIX)
I due volumi degli «Avvertimenti della lingua sopra 'l Decamerone» (1584-1586) di Lionardo Salviati rappresentano un momento importante della riflessione linguistica del Cinquecento. Per il prestigio dell'autore, l'ampiezza della materia trattata e della documentazione fornita, si può dire che gli «Avvertimenti» chiudano un lungo percorso aperto dalle «Regole» di Fortunio, la più antica grammatica italiana a stampa (1516). Il primo volume, pubblicato nel 1584 a Venezia presso i fratelli Guerra, ha come oggetto di analisi i criteri grafico-fonetici adottati da Salviati nella sua edizione del «Decameron» ""rassettato"""" (1582) e il rapporto tra grafia e pronuncia in base ai due livelli linguistici, lo scritto del fiorentino trecentesco e il parlato cinquecentesco. Nel secondo volume, pubblicato a Firenze presso i Giunti nel 1586, l'attenzione di Salviati è invece posta sul nome, sulla preposizione, sull'articolo e sulle loro proprietà categoriali e morfosintattiche. Questo studio, dedicato al secondo volume degli «Avvertimenti», si muove in un'ottica comparativa, con lo scopo di mettere in evidenza sia la specificità della descrizione salviatesca nel contesto grammaticografico del Cinquecento, sia una sua eventuale influenza sulla tradizione successiva dal Seicento all'Ottocento."" -
Luce di Candoglia
Il poeta mago procede qui per accumulazioni, salti lessicali e culturali, decantazioni operate nell'alambicco della lingua e delle figure culturali, quasi a voler disorientare il lettore, impedendogli ogni torpore, l'acquiescenza alle abitudini dell'hypocrite lecteur. Qui, sembra voler dire, non troverete alcun verso trasparente, niente «Chiare fresche dolci acque» o «Dolce e chiara è la notte e senza vento...» Bettetini si pone su un crinale arduo e scosceso: lascia spesso parlare la voce interiore, dandole piena padronanza sulla lingua, fino a sfiorare una occulta logica onirica in ossequio ai presupposti delle poetiche moderne da Mallarmé in poi. O forse e meglio: lascia che la lingua si faccia voce interiore. (dalla «Prefazione» di Bruno Nacci) -
Avviso ai naviganti
Diario pressoché postumo, d'accorata denuncia morale, ""Avviso ai naviganti"""" di Carlo Villa vuole salvare la scrittura che cerca se stessa, infondendole nuova vita, con blasfemia parallela agli storici scempi delle Torri Gemelle, delle stragi isisine di Parigi, Bruxelles e Nizza, lo sbriciolarsi dei viadotti assassini per la cupidigia dei pochi chiamati alla loro manutenzione e l'attuale Coronavirus imperversante. E nel farlo evoca le vicende non meno laceranti che hanno colpito la nostra letteratura, ostracizzata dagli avvicendamenti lucrativi e dai mostruosi coniùgi editoriali di stampo non meno """"talebano"""": scomparsi dalle redazioni d'un tempo in modo irrecuperabile i Bazlen, i Calvino, gli Sciascia, i Vittorini e i Manganelli. Uno scrittore quotato nella Borsa letteraria fino a tutti gli anni Settanta per sette titoli Einaudi, e altrettanti per Guanda, Feltrinelli e Scheiwiller, oggi ignorato da ben tre generazioni, viene colpito non meno subdolamente anche nel fisico, oltreché nella professione e negli affetti, dedica i suoi ultimi giorni a stilare un testamento impietoso che abbraccia col pubblico anche il suo privato, tramite una narrazione vissuta sempre dal di dentro della materia narrata, con un potenziale altamente poetico, ed espressivamente meditativo. I referti medici e quelli editoriali non gli lasciano scampo, rendendo l'apologo di vivissima attualità: com'è sempre stato per i titoli di Carlo Villa, inutilmente presente nei cataloghi più prestigiosi, non solo italiani. """"Avviso ai naviganti"""" racconta un'intera vita dedicata allo scrivere, percorsa con risentita ironia e sarcasmo prospettico, da temerario kamikaze delle lettere; documento apocalittico e vivificante, mai integrato in un avamposto che descrive un'attualità sfattasi ormai senza scampo editorialmente per la poesia."" -
L'officina sperimentale di Goldoni. Da «La donna volubile» a «La donna vendicativa»
1751-1753: gli ultimi due anni al Sant'Angelo segnano nella carriera di Goldoni un punto di svolta. Le diciassette commedie allestite in questo biennio sono qui rilette con attenzione analitica per sottolineare il rilievo attribuito dal poeta al valore etico delle sue opere teatrali, con vari sondaggi anche sulla memoria letteraria sottesa ai testi, dal «Proemio» decameroniano (richiamato nella dedicatoria di «Le femmine puntigliose») a «Le piacevoli notti» di Straparola (evocate per la Corallina di «La serva amorosa»). -
Versacci in quarantena. Con i ritratti del Romito della Pievina
Al tempo di Covid: 8 marzo-25 aprile 2020. In 43 sonetti, il diario più divertente e dissacrante della quarantena. -
Scritti biografici e polemici. Petri Bembi vita. Gasparis Contareni vita. Dissertatio adversus Petrum Paulum Vergerium
Scritte in aureo latino nella fase finale della sua esistenza, dalla metà del 1550 al 1555-1556, la «Petri Bembi vita», la «Gasparis Contareni vita» e la «Dissertatio adversus Petrum Paulum Vergerium» rispondono a tre diverse esigenze della complessa figura di Giovanni Della Casa. La prima nasce con la decisione di ritornare da privato cittadino a Venezia - dove aveva trascorso un lustro da nunzio pontificio - dopo la morte di Paolo III, l'elezione di papa Ciocchi del Monte e l'offuscamento della potenza farnesiana: la biografia di Pietro Bembo doveva coniugare il mito sempiterno della Serenissima con il mito crescente del maggior letterato del tempo, del quale Monsignore evidenziava le fondamentali conquiste culturali e linguistiche insieme alla posizione di cardinale vicino al fronte riformistico di Gasparo Contarini. La cui biografia nacque invece su richiesta degli eredi e come ripristino apologetico di una memoria infangata dai nemici: assunta a fatica dal Casa nel suo ritiro di Nervesa e condotta sino al ritorno del Contarini dalla fallimentare Dieta di Ratisbona, fu interrotta per le difficoltà della materia, ma soprattutto perché, nel giugno del 1555, l'autore fu chiamato a Roma dal neoeletto Paolo IV (la «Contareni vita» sarà portata a termine agli inizi degli anni Sessanta da Piero Vettori). A distogliere Della Casa fu però anche un'improvvisa urgenza privata, la difesa dagli attacchi di Pietro Paolo Vergerio, che aveva allora diffuso le «Epistolae duae» con accuse infamanti nei confronti di Monsignore, che andavano dal piano personale (la lode dell'«arte divina» della sodomia nel giovanile capitolo del «Forno») a quello etico-dottrinale, circa lo zelo persecutorio dovuto a smisurata ambizione di carriera; uno zelo simile a quello di Reginald Pole, esplicitamente attaccato nella seconda «Epistola». La «Dissertatio adversus Petrum Paulum Vergerium» mette in opera gli schemi dell'«improperium» e del «vituperium ad personam» dell'oratoria ciceroniana, costruendo l'immagine di un nemico spergiuro, rissoso, scialacquatore, uxoricida, disposto all'apostasia. Ben lungi dalle biografie edificanti di Bembo e di Contarini, ne nasce un «pamphlet» di inaudita, e poco cristiana, violenza, che andrà in stampa solo oltre un secolo dopo. -
Caro marzo
Ci si potrebbe interrogare sull'esatta natura dei testi qui raccolti da Patrizia Santi sotto il titolo ingannevolmente idillico di «Caro marzo»: poemettini in prosa, prose liriche, prose poetiche, prose-poesie, ""prose in poesia"""" (titolo di un libro della fine degli anni Settanta)? Il pensiero potrebbe anche ritornare alle due partizioni nella prima parte della raccolta «Tutte le opere» di Giovanni Papini edita alla fine degli anni Cinquanta: una intitolata «Poesia in versi» e l'altra, «Poesia in prosa». Ma la questione in fondo è semplice: queste sono poesie, punto. Con una poeticità contagiosa che si estende anche all'«Introduzione», dove l'autrice - piuttosto che """"spiegare"""" la sua raccolta - sceglie di parafrasarla con una serie di citazioni dalle sue poesie. Questo libro rientra dunque - con una sua pronunzia personale, beninteso - in una ben collaudata (per ricorrere al termine marinettiano) tradizione del moderno: dove la """"metrica"""" non è più quella del verso libero, ma si identifica essenzialmente con le torsioni della sintassi."" -
Giuseppe Turrini. Kalidasa, il Risorgimento e la polemica anticattolica tra Otto e Novecento
La figura di Giuseppe Turrini (1826-1899), medico, letterato, patriota e indologo, nella storia degli studi indologici in Italia.