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L' ombra della guerra. Il 1945, l'Italia
Qual era la realtà, quali erano gli immaginari dell'Italia del 1945? Quale paese usciva da vent'anni di fascismo, da una guerra devastante, da una terribile occupazione nazista e da una Resistenza che è stata anche guerra civile? In questo volume Guido Crainz affronta i nodi principali del passaggio cruciale dal regime fascista all'Italia democratica. Letteratura e giornalismo d'epoca, memorie e documenti d'archivio testimoniano quanto profondo sia il segno che la guerra lascia nel paese, in un confrontarsi e alternarsi di speranze e paure, fra desiderio di trasformazione e bisogno di normalità. Ci riconsegnano l'inizio di un esame di coscienza collettivo che si interromperà troppo presto. Ci ripropongono, infine, le condizioni concrete in cui avviene la costruzione della ""democrazia dei partiti"""", con le sue contraddizioni e i suoi limiti. In questo quadro, anche le violenze successive al 25 aprile trovano una collocazione storica: contribuiscono infatti a """"rivelare"""" i drammi vissuti da milioni di donne e di uomini negli anni precedenti e rimandano a una storia di più lungo periodo. Si intrecciano alla volontà di cancellare il passato per aprirsi a un difficile futuro. E soprattutto mostrano quanto ancora fosse lunga l'ombra della guerra, capace di alterare i più elementari codici di comportamento e ridisegnare un'antropologia della violenza e dell'illegalità che tuttora ci lascia interdetti e ci fa pensare a un'Italia lontanissima."" -
La guerra fredda
Per oltre quarant'anni, dal 1947 al 1990, la guerra fredda ha dominato le relazioni internazionali, contrapponendo frontalmente due paesi - Stati Uniti e Urss - e i rispettivi ""blocchi"""" di alleanze. Fino al crollo dell'Urss la ricerca storica ha potuto utilizzare solo i documenti pubblici e gli archivi americani disponibili, cosa che ovviamente ha falsato la prospettiva. Da qualche anno a questa parte, invece, l'apertura degli archivi sovietici ha permesso alla ricerca di compiere passi in avanti. È dunque ormai possibile, in un clima storico del tutto mutato, ritornare sull'insieme di quelle questioni, per cercare di capire l'essenza di un mondo vicino nel tempo, ma lontano dalle nostre sensibilità. Il conflitto ebbe infatti una natura ideologica, strategica e politica, ma si manifestò in una molteplicità di forme: militare, diplomatica, economica, scientifica e culturale, senza tuttavia che americani e sovietici arrivassero mai a scontrarsi direttamente. In questo senso, la guerra rimase fredda ed ebbe come tratto caratteristico la sua dimensione planetaria: prima l'Europa, poi l'Asia, e a seguire il Medio Oriente, l'America e l'Africa sono diventati via via la """"posta in gioco"""" sotto il profilo strategico. Oggi, a quasi un decennio dal crollo del blocco sovietico, e in piena era globale, lo scacchiere internazionale ha acquisito un assetto del tutto diverso, di cui è tuttora difficile cogliere a pieno le evoluzioni senza guardare alle dinamiche verificatesi in quei quarant'anni."" -
Calvino e le scienze
Il 9 maggio 1962 Italo Calvino scrive a Umberto Eco di avere intenzione di redigere un manifesto ""per una letteratura cosmica"""". A un certo punto della sua vita, al volgere del """"nuovo secolo"""" degli anni sessanta, Calvino guarda alla scienza come mai aveva fatto in passato. E lo fa perché per esprimere le nuove situazioni esistenziali e per comprendere """"il nostro inserimento nel mondo"""", egli sente la necessità di occuparsi delle immagini che la scienza produce e del linguaggio che impiega nel produrle. Attraverso Calvino il libro racconta un pezzo importante di storia della cultura italiana del Novecento. Grazie all'impiego di numerose lettere e documenti di archivio inediti ne ricostruisce la trama nei suoi molteplici particolari. Giorgio de Santillana, Sergio Solmi, Anna Maria Ortese, e poi, ancora, Cassola, Vittorini, Bollati, Timpanaro sono alcune delle personalità con cui Calvino discute e si confronta nei diversi momenti del suo lavoro di scrittore. Legati a precisi contesti storici e culturali, questi incontri si trasformano in luoghi privilegiati di osservazione e d'indagine, e forniscono l'occasione di entrare nel laboratorio Calvino in modo originale. Raccontare Calvino e la scienza è infatti anche un modo per fare uscire Calvino da Calvino: un modo, a venti anni dalla morte, per restituirgli un po' di vita, per liberarlo dagli schemi sempre più astratti e ripetitivi in cui troppo spesso è costretto."" -
Scritti sull'arte 1934-1969
La pubblicazione degli scritti di Mark Rothko - uno dei più grandi artisti del XX secolo -, inediti fino a pochissimi anni fa, ha rappresentato un vero e proprio evento nel mondo dell'arte contemporanea. Il volume si presenta come un'insostituibile guida all'opera di Rothko, seguendone l'itinerario artistico dal debutto, nel 1934, fino al 1969, un anno prima della morte. Si tratta di documenti di straordinario interesse: dalle lettere ai suoi amici pittori alle memorie del viaggio in Europa - in particolare a Paestum, dove Rothko scopre di «aver sempre dipinto templi greci senza saperlo» -, dai quaderni di note sul surrealismo, su Picasso o Miró, alle amare confessioni sul mondo dei mercanti e dei critici d'arte. Emergono così le ambizioni e lo spessore teorico di una personalità artistica che ha rivoluzionato la pittura del Novecento. -
Quando torni
Generoso, impegnato, idealista, maschilista, prepotente, arrogante, perché ha fatto il Sessantotto alla Renault: è Vittorio Sparàti, operaio specializzato, di fatto un tecnico metalmeccanico con grandi capacità professionali, delegato di fabbrica, comunista militante, protagonista di questa storia vera, che rispecchia la parabola vissuta dall’intera classe operaia nel nostro paese tra la fine degli anni sessanta e l’avvio di un nuovo millennio. È in realtà la storia di un uomo innamorato del suo lavoro, che tuttavia sogna di cambiare condizione sociale perché considera un’ingiustizia dover fare l’operaio. Quando si decide a compiere il passo che deve dare un altro senso alla sua vita, le trasformazioni e l’evoluzione della società italiana lo metteranno di fronte a una situazione sorprendente. Filtrati nel calore di un’esistenza individuale che si rivela carica di illusioni e passioni, di ingenuità e coraggio, passano qui i fatti che hanno contrassegnato trent’anni di storia politica e sindacale: l’autunno caldo, i preti operai, l’incubo terrorista, Autonomia operaia, la contestazione a Lama, la marcia dei quarantamila, il problema dei ceti medi, l’uscita dalla cultura fordista, Mani Pulite, la questione morale, sino ai cambiamenti che hanno portato alla scomparsa del Pci e al processo di disgregazione della Prima Repubblica. Rilette attraverso l’esperienza del protagonista – i suoi dubbi, i suoi problemi, gli affetti, i fallimenti, i messaggi che scambia con la moglie su un’agenda, perché anche lei è operaia e fanno i turni, per cui si vedono solo nei fine settimana – queste vicende riacquistano non solo il loro spessore storico ma anche la materialità umana. Fino all’inattesa svolta conclusiva. -
Il libro dei sogni
Dalla formazione sui classici del marxismo e del liberismo, alle responsabilità di coordinatore della programmazione economica del centro-sinistra, al difficile ruolo di ministro dell'Ambiente nel momento di maggiore vitalità delle lotte ambientaliste, la vita di Giorgio Ruffolo è un racconto di scommesse fatte e non sempre vinte. Si trova ad agire da protagonista in momenti di svolta radicale per le sorti della repubblica, a volte nell'ombra, da tecnico, a volte sotto i riflettori da ministro o eurodeputato. Il racconto si snoda attraverso tappe che vanno dalla sua formazione, durante la seconda guerra mondiale - le letture, gli incontri, un antifascismo sempre più convinto che matura attraverso Marx e Salvemini -, ai primi incarichi pubblici, nell'Ufficio studi della Bnl, fino alla nomina a ministro nel 1987 e poi all'elezione a parlamentare europeo. La descrizione dell'ambiente, le biografie dei primi burocrati della repubblica si alternano al racconto di un'Italia che cambia, soprattutto nei costumi. La trama si arricchisce di considerazioni e documenti che consentono di toccare con mano periodi estremamente complessi della storia d'Italia: la pionieristica fase della programmazione, osteggiata dai grandi partiti di massa e dalle manovre dei grandi ""monopoli"""" italiani; la morte di Mattei, ricordato attraverso il lavoro comune, i viaggi, il problema del petrolio italiano e il ruolo giocato dai paesi arabi e dai servizi segreti francesi nella sua tragica fine."" -
Le mille e una notte. Con DVD
"Le Mille e una notte"""" cominciano a Parigi, nel 1704 a partire da Monsieur Antoine Galland, l'orientalista che per primo le traduce e le tradisce, le trascrive e le riscrive. E da questo inizio parte uno dei più tortuosi e tormentati capitoli della storia dell'edizione, il cui punto cruciale diventa la caccia alle fonti arabe delle Notti. C'è un solo, corposo blocco delle Mille storie su cui la mano sublime e truffaldina di Galland non ha potuto sovrapporre la sua impronta. Un manoscritto arabo in tre volumi, effettivamente proveniente dalla Siria, di qualche secolo più antico, che si trova ora depositato presso la Bibliothèque Nationale di Parigi. L'unico modo di risalire a prima di Galland era lavorare su quel manoscritto, cercarne i riscontri nell'ambito della sua stessa famiglia e in quelle limitrofe, senza i veli dell'Occidente e del suo """"orientalismo"""". A questa impresa si è dedicato Muhsin Mahdi e questa edizione ne riporta la traduzione. Il volume è accompagnato da un DVD in cui Vincenzo Cerami legge le storie sulle musiche di Aidan Zammit all'Auditorium Parco della musica di Roma. """"Ogni immagine che compare nelle Mille e una notte - scrive lo stesso Cerami nell'introduzione ne chiama a raccolta tante altre, in un gioco di metafore, di specchi, di rimbalzi, di inganni, di allusioni. Il destino, che di quest'opera è protagonista assoluto, crea gli incroci più improbabili, incongrui, quasi sempre inattesi""""." -
La tempesta. Tradotta e messa in scena. Con DVD
Nella stagione 1977-78 il Piccolo Teatro di Milano allestisce ""La Tempesta"""" di Shakespeare. La regia è di Giorgio Strehler, che commissiona appositamente una nuova traduzione dell'opera ad Agostino Lombardo. Il grande studioso si mette al lavoro, ma quando il testo arriva nelle mani del regista, si accumulano sulle pagine chiose, varianti, proposte di modifica. Ed ecco che entrambi si esaltano in un corpo a corpo sulla traduzione teatrale di quel testo, che li vede interloquire intensamente, alla ricerca delle soluzioni più efficaci. Alla fine, Lombardo mette a punto una traduzione profondamente rinnovata, tanto da apparire come un altro testo, rispetto a quello iniziale. Intanto, Strehler crea una macchina scenica strepitosa, inventa una conduzione degli attori magistrale. La messa in scena segna una pietra miliare nella storia del teatro italiano. Tanto che la Rai decide di riprenderla integralmente e di mandarla in onda nel dicembre del 1981. Dopo trent'anni, a distanza di dieci anni dalla morte di Strehler e di due da quella di Lombardo, il carteggio fra il professore e il regista esce da un cassetto, insieme con i manoscritti delle due traduzioni di Lombardo: quella originaria e quella successiva alla lunga discussione con Strehler. Un materiale che consente di ricostruire il loro lavoro sulla """"Tempesta"""", dal testo alla scena. Il DVD allegato al volume, riproduce la registrazione integrale dell'opera trasmessa dalla Rai."" -
Sotto i 40. Storie di giovani in un paese vecchio
I giovani in Italia hanno difficoltà a conquistare posizioni di rilievo nel mondo dell'imprenditoria, della politica, della ricerca, dell'industria culturale e dello spettacolo. La questione del potere negato ai giovani sta diventando centrale nel nostro paese, intrecciandosi al diffuso malcontento nei confronti della politica e dei meccanismi di cooptazione che finiscono per penalizzare proprio il ricambio generazionale. Per esplorare questa realtà e per verificare concrete possibilità di invertire la tendenza, Michele Cucuzza ha scelto di raccontare una serie rappresentativa di felici eccezioni: una galleria di ritratti-interviste a under quaranta che nei campi più diversi hanno avuto successo. Tante storie, ognuna con la propria specificità, di volti noti, ma anche di giovani per cui il successo non ha necessariamente voluto dire popolarità: giornalisti, magistrati, politici, imprenditori, artisti, intellettuali, da Eleonora Abbagnato, prima ballerina all'Opera di Parigi, a Matteo Colaninno, presidente dei Giovani industriali, da Carolina Kostner a Mario Biondi, da Luigi de Magistris, pubblico ministero a Catanzaro, a Giorgia Meloni. Come hanno fatto a sfondare? Quali condizioni sono state favorevoli e quali di ostacolo? È possibile leggere la loro storia individuale in filigrana, per individuare molle propulsive utili all'evoluzione del nostro paese? Specifiche vicende umane che diventano ideale manifesto per il rinnovamento generazionale dell'Italia. -
La rivincita di Roma ladrona. Viaggio nel modello che può conquistare l'Italia
Da sgangherato centro geografico-burocratico di una nazione che le preferiva un'altra «capitale morale», a modello vincente nell'immaginario collettivo e meta glamour del jet set internazionale. È bastato un quindicennio per capovolgere l'immagine di Roma, che a ottobre si accinge a lanciare il suo sindaco alla leadership del Partito democratico: una trasformazione che ha amplificato l'effetto-vetrina della città che aveva già imposto sulla scena nazionale il suo predecessore, Francesco Rutelli, ma anche il suo sfidante sconfitto, Gianfranco Fini. È la forza del modello-Roma: l'effetto, su una capitale adagiata su edilizia e pubblico impiego, di una politica pronta a giocare la carta della cultura, dell'innovazione e delle grandi opere per fare del turismo l'innesco di una crescita superiore a quella del resto del paese. E dotata di una capacità di inclusione che ha garantito alla città una relativa protezione dagli squilibri della globalizzazione e dagli effetti delle nuove povertà. A fronte di queste luci, restano le ombre che uno storico ritardo infrastrutturale proietta sulla vita della Città eterna: traffico infernale, servizi pubblici spesso in affanno, diffusa illegalità sono solo alcune delle sfide che il futuro riserva anche al prossimo inquilino del Campidoglio. Ma la rivincita di Roma - capitale del cinema, centrale nel sistema dei media - ha offerto a Veltroni il palcoscenico per una straordinaria performance seduttiva. -
Il Risorgimento. Storia e interpretazioni
Il Risorgimento, fase cruciale di gestazione dell'Italia contemporanea, nella memoria collettiva di molti italiani è percepito come un periodo su cui non è più necessario interrogarsi, oppure come un dato da rimettere in discussione quanto alla sua epica tradizionale: l'eroico risultato delle gesta di un pugno di audaci che spezzarono il giogo straniero finendo immortalati nella toponomastica di tutte le città d'Italia. Le rivoluzioni risorgimentali dal 1820 al 1860 sconvolsero il sistema politico creato dal Congresso di Vienna, avviando tra i ceti dirigenti, e in parte anche tra le classi popolari, quel processo di ""costruzione della nazione"""" che avrebbe gettato le fondamenta dello stato italiano. Fu un processo che si sviluppò fra limiti e difficoltà: la rottura fra moderati e democratici; la presenza dello Stato della Chiesa come fattore destabilizzante dell'unità appena ottenuta; il malcontento sociale, l'instabilità politica, l'endemico stato di rivolta delle campagne; un assetto assai tradizionale dei rapporti di produzione; e non da ultimo la presenza di un sistema economico geograficamente molto squilibrato. Questo volume è una ricostruzione storiografica che muove da un approccio per temi: dalla storia sociale dell'Italia preunitaria all'analisi delle ideologie nazionalistiche, dalle dinamiche dello sviluppo economico agli assetti politico-istituzionali dell'ancien regime, fino alle recenti acquisizioni della nuova storia culturale."" -
Storia delle olive. Vita e tradizioni del frutto più nobile
"Per molti, un'oliva non è altro che una pallina senza importanza in fondo a un Martini"""", sostiene ironicamente l'autore di questo libro. In realtà, le olive hanno permeato la storia e la cultura di molte civiltà, dall'antichità fino ai giorni nostri. E Mort Rosenblum, mosso da insopprimibile passione per uno dei frutti più nobili e amati e per il suo prezioso nettare, ne segue le tracce in un itinerario di scoperta nei paesi del bacino mediterraneo. Tutto parte da Wild Olives, la sua fattoria in Provenza. Dopo averla acquistata nel 1986, in uno stato di completo abbandono, scopre duecento piante di ulivo piuttosto malridotte e, con l'aiuto dei vicini, dotati di un sapere risalente a Plinio, riesce a riportarle in vita. Da allora in poi, le olive sono diventate una vera e propria ossessione per lui, che ha iniziato a investigare il loro universo: la coltivazione e il commercio; l'uso di olio e olive in cucina, le ricette più sfiziose, la cosmesi. E i luoghi e le persone incontrate non fanno che stuzzicare la curiosità del giornalista Rosenblum, il quale ne trae altrettante suggestioni per racconti, aneddoti e impagabili ritratti degli esponenti del cosiddetto """"popolo delle olive"""". Un mondo di appassionati, che per lavoro, per puro piacere o per entrambi hanno fatto della raccolta delle olive e della degustazione dell'olio una ragione di incontro e di scambio, umano e culturale." -
Guerra. Narrazioni e culture nella tradizione occidentale. Nuova ediz.
La civiltà occidentale attribuisce alla guerra il potere di generare le forme della politica, i valori della società, la materia dell'arte, di decidere la storia individuale e collettiva. Lo studio delle narrazioni belliche insegna che quest'idea deriva dal paradigma culturale in cui si coniugano guerra e visione. In conformità all'archetipo eroico, che prescriveva al guerriero di distinguersi entro la mischia in un duello a singolar tenzone, poi eternato dal canto del poeta, l'Occidente per millenni pensa la battaglia come evento fatidico, momento della verità in cui le controversie si decidono irrevocabilmente, gli individui mostrano il proprio valore, le identità dei contendenti si definiscono reciprocamente e, soprattutto, la vicenda umana trova il proprio senso entrando a far parte di un racconto memorabile. A questo modo, la visibilità fornisce alla guerra sia il criterio della sua rappresentazione, sia quello della sua motivazione, conduzione e legittimazione. Finalista al Premio Viareggio nel 2003, il libro si arricchisce di una postfazione in cui Scurati riflette sulla trasvalutazione delle rappresentazioni occidentali della guerra dopo l'11 settembre. -
Italia senza nazione?
Spiegare l'Italia contemporanea e le sue dinamiche politiche agli stranieri è cosa assai ardua; ecco perché spesso i commentatori esteri gettano la spugna e imboccano la scorciatoia della derisione, additando questo o quel fenomeno politico al pubblico ludibrio. Il bisogno di capire, del resto, è la ragione per cui uno dei pochi studiosi che ha provato a raccontare l'Italia ""fuori dall'Italia"""" è riuscito a suscitare grande interesse. Pubblicato in Francia nel febbraio 2007, per introdurre il pubblico transalpino ai misteri della nostra vita politica, questo libro, nella sua nuova edizione italiana, si propone di compiere una sorta di viaggio attraverso le contraddizioni e le specificità del Bel paese, viaggio condotto appunto lungo la via maestra della """"geopolitica dell'identità nazionale"""". Un'identità i cui contorni non si sono mai profilati con nettezza perché gli italiani - intesi come abitanti della penisola - sono stati esclusi dall'avventura nazionale; perché lo Stato italiano è nato più da un incrocio di circostanze internazionali che da un progetto politico; perché mai è stato chiaramente individuato un """"interesse nazionale"""" verso cui convogliare passioni, fantasie e aspirazioni delle masse. Questo libro non è dunque soltanto una storia, ma una ricerca delle infinite connessioni tra tutte le forze in gioco nel processo lungo, accidentato e, secondo l'autore, mai davvero giunto a compimento, di costruzione della nazione italiana."" -
Ai confini della democrazia. Opportunità e rischi dell'universalismo democratico
Democrazia è insieme il nome di una forma di governo e di un ideale politico e morale. Questa doppia natura dà alla parola un significato complesso, con la conseguenza che alla democrazia chiediamo a volte troppo e a volte troppo poco. Le chiediamo troppo quando confondiamo il suo ethos universalistico con un progetto politico di espansione. Le chiediamo troppo poco quando la identifichiamo con l'appartenenza etnica, mortificandone il significato inclusivo ed egualitario. Nel primo caso, estendiamo la democrazia oltre i confini territoriali dello Stato per farne un progetto di governo globale o di democratizzazione forzata. Nel secondo caso, rischiamo di trasformarla in un governo di privilegiati che accetta di avere al suo interno residenti, che tuttavia non hanno gli stessi diritti dei cittadini. La democrazia ha una difficile relazione con i confini, ideologici o territoriali, e tale difficoltà è all'origine della sua schizofrenia. Le contraddizioni della nozione di democrazia sono alla base di questo saggio di una delle maggiori teoriche della politica contemporanee, che si interroga sui dilemmi di uno Stato democratico nell'era della globalizzazione. L'universalismo dei valori democratici autorizza a legittimare una democrazia cosmopolita? L'esigenza di autonomia politica che la democrazia contiene autorizza i paesi democratici a farsi missionari di democrazia? L'universalismo democratico può accettare di non prevedere politiche di inclusione rivolte agli immigrati? -
La ragione in contumacia. La critica militante ai tempi del fondamentalismo
C'è un confine oltre il quale la critica letteraria diventa critica della vita? C'è un punto in cui, per chissà quale metamorfosi, l'interpretazione di un testo diventa notizia del mondo, di un mondo abitabile ben oltre la letteratura? Rileggendo le risposte che alle grandi domande sui concetti di autore, testo e lettore, ha fornito la teoria della letteratura novecentesca, Massimo Onofri ci offre in questo libro l'apologia della critica militante, nella convinzione che essa abbia rappresentato, nel secolo appena trascorso, l'unica forma di resistenza a un totalitarismo, come quello appunto della teoria, che ha provato a cancellare, nel nome del metodo e della scienza, i diritti del lettore in carne e ossa, della vita e del senso comune. Così facendo, e interrogandosi sui concetti di impegno e democrazia, di giudizio di valore e di canone, cui la critica militante è costitutivamente e imprescindibilmente legata, Onofri avanza, in un tempo di feroci fondamentalismi, una sua eretica proposta di illuminismo militante e trascendentale, che sappia riformulare e riproporre i doveri di una ragione, sia pur minima, fallace e certo relativa, ma ancora universalizzabile, confortato dalla certezza che la critica resti, nonostante tutto, l'unica possibilità dell'uomo e del cittadino per uscire dal suo stato di minorità. -
Conversazioni con Rothko
A partire dal 1950, Rothko cominciò a contrassegnare le sue opere solo con un numero, smettendo, al contempo, di rilasciare dichiarazioni. Ma questo silenzio fu solo pubblico. In quegli stessi anni Alfred Jensen (1903-1981), uno dei pittori più eclettici ed esuberanti nella New York degli anni cinquanta e sessanta, frequenta regolarmente il suo atelier e prende l'abitudine di trascrivere segretamente le loro conversazioni. Scomparse per oltre un cinquantennio nel buio degli archivi, vengono pubblicate oggi per la prima volta. Si tratta di un documento d'eccezione, in cui Rothko dialoga liberamente come poteva fare solo con un altro artista. Il suo sguardo lucido e personale si posa tanto sui protagonisti del suo ambito artistico che sulla storia dell'arte: la pittura greca, Monet, Cézanne, Picasso, Mondrian, Matisse. Mai conciliante, Rothko non esita a prendere partito e persino ad alzare la voce. Una voce che la scrittura tersa e vibrante di Jensen ci restituisce, assieme alle passioni dell'uomo e dell'artista. -
I ragazzi del piano. Napoli e le ragioni dell'ambientalismo urbano
"L'idea di scrivere questo libro mi è balenata all'improvviso, mentre camminavo per Napoli, lungo corso Vittorio Emanuele. Avrei potuto lavorare con fonti """"vive"""", intrecciare livelli di realtà molto diversi e lontani, raccordare la storia delle trasformazioni degli assetti ambientali con quella delle aspirazioni e delle idee di un gruppo di amministratori che aveva avuto a Napoli un ruolo fondamentale nell'elaborazione degli interventi pubblici"""". Alternando lo stile dell'indagine scientifica ai toni della narrazione, Gabriella Corona dà vita a un'esperienza storiografica in cui le vicende del governo del territorio a Napoli e la biografia dei suoi protagonisti si mescolano nel periodo che va dagli anni settanta del Novecento fino a oggi: il Piano delle periferie, la prima fase della ricostruzione successiva al terremoto del 1980, le politiche degli anni novanta, il Piano regolatore. Ne risulta un modello di memoria condivisa tra lo storico e l'oggetto della sua osservazione, dove la voce dei ragazzi rappresenta l'ordito di un racconto in cui viene ricordato il lavoro per correggere le implicazioni distruttive delle trasformazioni urbane. Il libro non è solo un'analisi del caso partenopeo. È anche una riflessione sulle radici di un pezzo importante dell'ambientalismo italiano, sui suoi rapporti con l'urbanistica e con i partiti di sinistra. Una metafora dell'essere cittadini impegnati nel governo della polis, contro chi vuole scardinare i valori della politica." -
Nel blu, dipinto di blu. Modugno 1958. «Volare» e il sogno possibile
L'ottava edizione del Festival di Sanremo del 1958 passa alla storia per la vittoria del ""cantattore"""" Domenico Modugno con """"Nel blu, dipinto di blu"""", universalmente nota come """"Volare"""". Ricreando le """"atmosfere sanremesi"""", con le tensioni, le ansie, gli scontri tra i cantanti, i giochi di potere degli editori, Maria Cristina Zoppa racconta i momenti salienti che scandirono il successo della canzone che ha cambiato la storia della musica italiana, una canzone d'amore non convenzionale, un'evoluzione più che una rivoluzione, grazie al talento dell'innovatore Modugno e all'intuito di un giovane paroliere alla sua prima prova, Franco Migliacci. Nel blu, dipinto di blu rappresentò l'espressione dell'ebbrezza e dell'entusiasmo con cui Modugno cercò, e trovò, la realizzazione del suo """"sogno possibile"""" e con cui seppe veicolare in forma musicale uno stato d'animo diffuso: non tanto quello di un'Italia che ha spiccato il volo verso il miracolo economico, quanto quello della fetta di popolazione che, nonostante la crescita produttiva, è rimasta a terra. A cinquant'anni dalla prima esecuzione, Volare mantiene intatta la forza propulsiva dell'esordio: nelle sue ultime interviste Modugno ce la restituisce come un """"inno alla vita"""", che riassume e comunica le passioni amorose, musicali, politiche e l'impegno sociale di un'intera esistenza."" -
D'Annunzio a Little Italy. Le avventure del Vate nel mondo dell'emigrazione
Il ruolo di D'Annunzio nella storia culturale tra Otto e Novecento si deve in primo luogo alla sua capacità di incidere ben al di là dell'ambito letterario. Da modello ""ante litteram"""" dell'""""immaginazione al potere"""" a maestro indiscusso dello stile di vita dandy, è noto che la popolarità del Vate è riuscita a sconfinare dall'agone artistico in quello politico ed estetico. Quel che molto meno si sa è che è diventato modello talvolta inconsapevole di un'intera generazione di italiani trapiantata tra il Nord e il Sud America, alla disperata ricerca di modelli positivi di italianità da propagandare in contesti tendenzialmente ostili e razzisti. Luca Scarlini ci offre un repertorio di aneddoti e curiosità che testimoniano una bizzarra fortuna di D'Annunzio presso il mondo dell'emigrazione, a partire dalla vicenda della sua stessa famiglia, anch'essa trasmigrata a New York in cerca di miglior fortuna. Dalle tracce evidenti della sua oratoria nella pubblicistica di sinistra, basti pensare al sindacalista rivoluzionario Carlo Tresca, al calco dei tanti suoi motti di argomento culinario, divenuti una leggenda nella galassia in espansione dei ristoranti italiani. Il Vate come personaggio clamoroso, divenuto vero e proprio maestro di stile.""