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Papa Giovanni. La Chiesa, il Concilio, il dialogo
Fra il 28 ottobre 1958, data dell'elezione di papa Giovanni XXIII, e il 3 giugno 1963, data della sua morte improvvisa, l'universo cattolico venne illuminato da un susseguirsi di aperture destinate a incidere radicalmente sul modo di pensare e di vivere dei credenti, ma non solo: cambiarono i rapporti fra gerarchie e clero e fra clero e laici, la dottrina e la pastorale della Chiesa in materia di liturgia e sacramenti; negli stessi anni si modificarono d'un tratto i parametri della vita coniugale e della procreazione responsabile, gli spazi della sessualità, i criteri dell'educazione dei figli. Cambiò anche il rapporto fra Chiesa e mondo, ivi compresa la decisiva distinzione fra l'errore e l'errante, fra ciò che la Chiesa deve condannare e ciò che può perdonare. Il Concilio Vaticano II fu il grande evento ecclesiale cui spettò di liberare le energie per un rinnovamento che aveva i tratti di una palingenesi. Al centro di questo soffio riformatore, un uomo, Angelo Roncalli, universalmente conosciuto come il ""papa buono"""". In realtà Roncalli si rivelò in possesso di una raffinata competenza nelle mediazioni politiche, un uomo che sapeva vedere oltre gli orizzonti contingenti, individuando e suggerendo nei """"segni dei tempi"""" i nuovi fondamentali passaggi che attendevano la Chiesa pellegrina sulla Terra."" -
Niccolò Machiavelli. I tempi della politica
L'arco di anni che racchiude la vita di Machiavelli (1469-1527) si presenta come un'età di profonde trasformazioni, che investono la stessa visione del mondo fino allora dominante. Le grandi navigazioni e i viaggi di scoperta spalancano orizzonti sconosciuti. Nel frattempo, l'Italia e l'Europa attraversano vicende cruciali: la Francia, superato il secolare conflitto con gli inglesi, ristabilisce la sua potenza; i regni spagnoli si uniscono sotto una sola corona che si avvia a imporre la propria egemonia in Europa; gli Stati italiani sono travolti da guerre che ne mettono in crisi radicale l'autonomia. E nel 1517 si accende in Germania la rivoluzione religiosa protestante, destinata a mettere in luce ì cambiamenti profondi avvenuti nelle credenze e nei sentimenti popolari, e a proiettare sul futuro dell'Europa le sue conseguenze più drammatiche: le guerre di religione e l'offensiva della Controriforma cattolica. Machiavelli è consapevole delle trasformazioni che stanno alterando la scena del mondo, e avverte l'esigenza di adeguare ad essa le istituzioni e le regole della vita politica. Cogliere il nesso fra la sua attività e le sue opere, divenute ben presto fondamentali per comprendere le vicende degli uomini uniti in società politiche, è il motivo dì fondo di questo libro: fondata sulla lezione delle cose antiche e sull'esperienza delle cose moderne, l'opera del Segretario fiorentino si mostra così in grado di promuovere una migliore intelligenza dei tempi e del mondo. -
Un luogo nell'anima
Il legame con la propria storia e la propria cultura è, in genere, connesso all'appartenenza a un territorio, a un luogo fisico. Tuttavia, nelle società contemporanee, le intense dinamiche migratorie hanno determinato una mobilità di persone che mantengono relazioni affettive con vari paesi e, nel contempo, costruiscono legami di lingua, di usi, di diritti e di doveri, con vari contesti di vita e di lavoro. Da ciò lo sviluppo di identità multiple. Quali sono le loro caratteristiche? Quali problemi sorgono all'interno di una società interculturale? Un caso storicamente emblematico è rappresentato dall'ebraismo. Privati di un territorio proprio, gli ebrei si sono visti costretti, nell'arco di secoli, a ridefinire se stessi sulla base di una fede e, al tempo stesso, di una condizione civile legata ai diversi luoghi di residenza e di cittadinanza. La cultura ebraica si offre in maniera esemplare quale strumento per comprendere come sia possibile oggi, di fronte ai massicci flussi migratori che interessano i paesi occidentali, trovare il modo di preservare identità e tradizioni proprie in un confronto aperto e costante con la diversità, le istituzioni e il modo d'essere delle comunità con cui di volta in volta, nella storia, ci si confronta. È precisamente la capacità di interazione e di e di scambio, a volte difficile e doloroso, che ha consentito all'ebraismo la sopravvivenza. -
Che cos'è la Costituzione
Nei primi mesi del 1946 si preparano in Italia le elezioni per l'Assemblea Costituente. In un clima di grande fervore politico e tensione ideale, un apposito ministero - il ministero per la Costituente - elabora serie statistiche, commissiona ricerche, pubblica studi destinati a facilitare il lavoro della futura assemblea. Ma c'è un prolema più generale da porre prima di tutti gli altri. Promuovere la Costituente, spiegarne il senso e la portata al popolo che dovrà eleggerla, chiarire le grandi questioni, le scelte e i bivi che essa dovrà affrontare: la questione delle autonomie, i poteri dell'esecutivo, le forme del controllo parlamentare, le prerogative del capo dello stato, l'autogoverno della magistratura, il controllo costituzionale e la stessa riformabilità della Costituzione. Un grande giurista, interprete sensibile e preciso delle ragioni della Costituzione, viene chiamato a redigere un opuscolo in cui tutto ciò sia detto con sensibilità e misura, con chiarezza e rigore. Questa edizione è arricchita dal testo di una conferenza che Jemolo tenne nel 1965 all'Accademia dei Lincei nel quale allo slancio utopistico del dopoguerra si sostituisce una lucida analisi del linguaggio della Carta fondamentale: alcune scelte apparentemente solo stilistiche rivelano ambiguità che riguardano la stessa genesi della Costituizione. Emerge così come i nodi di oggi siano assai prossimi, per non dire identici, a quelli di allora. -
Democrazia e terrore. Le dinamiche della repressione nell'era di Stalin
Cosa significava vivere giorno per giorno nel clima del Grande terrore? Grazie all'apertura di archivi finora inaccessibili, l'autrice esplora il paradosso di un sistema repressivo instaurato attraverso i meccanismi di partecipazione democratica nel partito, nel sindacato e nei luoghi di lavoro: nella psicologia di Stalin e dei suoi sostenitori non esisteva infatti contraddizione fra repressione e democrazia. E fu proprio la sollecitazione all'attivismo di massa a scatenare una scomposta guerra di tutti contro tutti, in cui l'impulso alla denuncia dei ""nemici del popolo e della rivoluzione"""" finì con lo sfuggire al controllo e diede vita a un processo di autodistruzione. Le grandi purghe inaugurate contro gli oppositori dentro il partito si estesero fino a portare agli arresti e alle uccisioni in massa di presunti sabotatori e nemici di classe, accusati di scarsa """"vigilanza"""" rivoluzionaria. Decentrando l'attenzione dalle vicende interne dei gruppi dirigenti e degli organismi di vertice del partito, le centinaia di documenti d'archivio consentono di ripercorrere i tortuosi fenomeni psicologici e organizzativi che all'interno di ogni istituzione e di ogni singolo luogo di lavoro innescarono una catena di conseguenze indesiderate che coinvolsero la vita di milioni di persone e compromisero irrimediabilmente il primo esperimento socialista."" -
Naufraghi della pace. Il 1945, i profughi e le memorie divise d'Europa
"Naufraghi nella tempesta della pace"""": un documentario della """"Settimana Incom"""" del 1947 evocava così la tragedia dei profughi dell'Istria. Si aggiungevano a milioni e milioni di altri """"naufraghi"""", frutto degli sconvolgimenti della guerra e del dopoguerra: milioni di persone sradicate dalla propria terra dalle deportazioni operate dalla Germania nazista e dalla Russia staliniana, ex prigionieri, donne e uomini in disperata fuga dall'inferno della Shoah o dalle zone martoriate dagli spostamenti del fronte. E a questa marea di profughi se ne somma un'altra, alimentata da milioni di persone espulse a forza dai paesi dell'Europa centro-orientale. Il dramma delle popolazioni tedesche ha qui un rilievo centrale: già con la fuga disperata davanti all'Armata rossa nell'ultima fase della guerra, e poi con le espulsioni dell'immediato dopoguerra dalla Cecoslovacchia, dalla Polonia, dall'Ungheria, dalla Romania, dalla Jugoslavia, ove il loro dramma si aggiunge a quello degli italiani dell'Istria. Si pensi ai polacchi e agli ucraini vittime di feroci espulsioni reciproche da territori in cui avevano convissuto per secoli, e ad altre sofferenze ancora: si inizieranno allora a intravedere i contorni di una fra le pagine più rimosse della storia europea. Questo studio illumina alcuni squarci di questa vicenda, in cui drammi personali e collettivi si intrecciano, ed evoca le ferite di memoria che quel trauma ha lasciato." -
Donne e uomini migranti. Storie e geografie tra breve e lunga distanza
Quanto pesa, nelle scelte migratorie, l'idea di andare all'estero o di restare in patria? Perché in molti casi gli uomini e le donne prendono la strada delle migrazioni internazionali anziché tentare un'emigrazione interna? Il libro ricostruisce i percorsi di mobilità geografica individuale e familiare tra età moderna e contemporanea, equiparando gli itinerari interni e quelli esterni ai confini nazionali ed evidenziando il ruolo che nella decisione migratoria hanno avuto le relazioni sociali degli individui. In questo volume a più mani, opera di alcuni tra i maggiori esperti della materia, si esplorano aspetti finora trascurati nella ricostruzione delle dinamiche migratorie. A giustificarle sono infatti chiamati fattori nuovi, quali il denaro e le relazioni di credito: proprio nei migranti, nel loro ruolo di prestatori di moneta, è individuato uno degli elementi forti di radicamento nei luoghi di arrivo. Altro fenomeno poco noto è quello dell'ingresso degli stranieri in Italia durante l'Ottocento. Gli autori si interrogano sulle ragioni di queste migrazioni, sul modo in cui i migranti hanno utilizzato le risorse nazionali, etniche e religiose per negoziare spazi e privilegi. Vengono alla luce geografie della mobilità più complesse e stratificate del semplice spostamento da un luogo di partenza a uno di arrivo: spesso si tratta di una circolazione che interessa territori multipolari e percorre la linea delle generazioni. -
Il dialogo tra le culture. Diversità e conflitti come risorse di pace
Qual è lo spazio che i temi della pace e del dialogo tra le culture possono guadagnarsi nell'attuale fase di globalizzazione? Esperti di diversi ambiti disciplinari hanno condotto una ricerca che in primo luogo si sofferma sulle possibilità e sui limiti della promozione della pace nel mondo globale. A partire dall'analisi della natura della globalizzazione in atto, e più in specifico delle relazioni interculturali, si sono soffermati sul tema dell'aggressività in una prospettiva filosofica e antropologica focalizzata sulla natura umana. In questo contesto, le stragi sono state individuate come uno degli aspetti più significativi di questa dimensione oscura dell'umanità e la loro negazione è stata analizzata in una prospettiva storica e letteraria, come fenomeno che tocca la memoria e la coscienza della società. L'altra constatazione è che la promozione della pace viene affidata prevalentemente alle organizzazioni e al diritto internazionali, sicché è lecito interrogarsi sulla loro capacità di costruire il dialogo e prevenire atti violenti. Una successiva parte della ricerca ha toccato la situazione italiana, nei suoi risvolti conflittuali più significativi, a partire dalla visione dello ""straniero"""" e della sua cittadinanza, per passare ai problemi più immediati dell'inclusione dei migranti nella società. Da ultimo, viene sottolineata la rilevanza crescente che hanno in Italia, e non solo, i conflitti ambientali, intesi come conflitti tra culture diverse dello sviluppo."" -
Avanti c'è posto. Storie e progetti del trasporto pubblico a Roma
Assessore alla Mobilità nella giunta Rutelli, Walter Tocci ricostruisce in questo volume la storia del tram a Roma, con particolare riferimento agli anni novanta, analizzando le relazioni del trasporto pubblico con i caratteri urbanistici, sociali e culturali della capitale. Fra i principali artefici di un importante piano di rinnovamento della viabilità romana, Tocci ripercorre le tappe fondamentali di quella stagione e prova a tracciare un bilancio. Italo Insolera e Domitila Morandi, chiamati in qualità di consulenti dell'assessorato, e divenuti l'anima progettuale di quel piano, tornano oggi sulle idee e sulle proposte di allora, cogliendo l'occasione per aggiornarle e ripensarle. In particolare prendono in esame, con l'ausilio di una ricchissima documentazione fotografica, i progetti che interessarono la stazione Termini, i Lungotevere, l'Archeotram, l'acquedotto Alessandrino. L'intento è anche dimostrare che a Roma il traffico non esiste come problema settoriale, ma come epifenomeno di una sciagurata politica urbanistica seguita per oltre un secolo, nonché come conseguenza di una cultura urbana che si è tenuta estranea alle grandi innovazioni europee. Non sfugge all'analisi critica il periodo a cavallo degli anni Duemila, quando Roma ha saputo riconquistare il prestigio di capitale nazionale e mondiale, ma non senza limiti ed errori, da correggere con determinazione in avvenire. -
Nel paesaggio. Il progetto per la città negli ultimi vent'anni
In venti anni il discorso sulla città e sul territorio è cambiato: meno moralista, più articolato, ma anche più incerto. Ciò che di questo mutamento si coglie con forte evidenza è l'insistenza con cui, dalla metà degli anni ottanta, si ripropone la questione del paesaggio. Qual è il peso e quali sono le implicazioni di tanto parlare di paesaggio? Se osservato attraverso di esso, il discorso sulla città acquista un timbro particolare, colloquiale e aperto. Architetti, urbanisti, paesaggisti tornano così a parlare a un pubblico vasto con buona possibilità di essere ascoltati e di farsi intendere. Riemergono posizioni inattuali: una visione onnicomprensiva che guarda al territorio come totalità organica, giardino planetario; un umanesimo portatore di un'idea morbida e aperta di comunità ove l'essere in comune si restaura entro l'esperienza di una cultura condivisa. Nel paesaggio la città e il suo progetto appaiono immersi in un'armoniosa condizione di quiete. Attraverso un esercizio critico sulla letteratura paesaggista e le sue più importanti espressioni progettuali, in Europa e negli Stati Uniti durante gli ultimi venti anni, questo libro si propone di discutere la nuova condizione della cultura progettuale contemporanea, prestando il paesaggio a un necessario contraddittorio. -
La moralità del Welfare. Contro il neoliberismo populista
.Welfare state. è ormai diventata un'espressione sconveniente. Da qualche tempo impera una sorta di tirannia degli stereotipi del neoliberismo, impostasi sia sul piano teorico che su quello empirico. Va di moda predicare la destatalizzazione, il trionfo di un ordinamento privatistico su scala globale, l'integrazione pre-politica e pre-statale della società mondiale affidata all'automatico coordinamento del mercato, l'isolamento e la spoliticizzazione dei cittadini, che renderebbero superflua la creazione della cittadinanza e dell'identità civica. Nonostante i ripetuti fenomeni di crisi (specie finanziaria) che attraversano le nostre economie e le nostre società, il neoliberismo non si mostra per niente in disarmo; l'ultima tendenza, che nella versione nostrana ha conosciuto recenti successi editoriali, sta nella sua aggressiva riproposizione .populista., volta a criticare gli eccessi del .mercatismo., e a rilanciare strategie - o tattiche? - di autodifesa protezionistica. Laura Pennacchi affronta in modo ragionato questi influenti luoghi comuni, troppo spesso subiti acriticamente, e ne discute con rigore e competenza, senza rinunciare a quella vis polemica che sembra ormai smarrita. Ne scaturisce una difesa convinta e convincente non solo dell'efficacia, ma anche della moralità delle politiche di redistribuzione, cui lo Stato non può rinunciare se vuole ancora perseguire il suo conclamato presupposto di equità. -
Il tango ritrovato
Non l'ennesima storia del tango, non un manuale, non un racconto, né un'autobiografia. In queste pagine il lettore troverà piuttosto una sorta di reportage, un percorso nel vissuto attuale del tango argentino, a partire dal nuovo grande successo che sta conoscendo in tutto il mondo. Ad animare questo itinerario è l'esperienza più che ventennale dell'autore, fatta di viaggi, di letture e di un'intensa frequentazione del tango nei differenti ambienti in cui esso vive. Un'esperienza che si offre come spunto per uno sguardo d'insieme sul tango, sul suo mondo e su coloro che lo praticano sia in Argentina che in Europa. L'autore intende smontare i più tenaci luoghi comuni associati al tango nell'immaginario collettivo e analizzare i comportamenti, gli atteggiamenti, ma anche le pose di chi pratica questa danza e ne condivide, nei più diversi paesi, abitudini e valori. Il volume si rivolge dunque non solo al pubblico degli appassionati, ma anche a chi guarda con curiosità a questo mondo e ne è attratto, senza capirne ancora i meccanismi di funzionamento, come pure a tutti coloro che, per interesse personale, culturale o di viaggio, si imbattono nel fenomeno tango e desiderano, dal di fuori, conoscere la chiave segreta del suo fascino. -
Un sistema di Welfare mediterraneo. Rapporto Irpps-Cnr sullo stato sociale in Italia 2007-2008
In questo volume, così come in quello precedente (Nord e Sud), si è voluto porre l'accento in primo luogo sulle differenze territoriali all'interno del sistema italiano di welfare, qui interpretato come espressione di un più generale modello mediterraneo sud-europeo. Le principali specificità di questo modello sono individuate nella prevalenza dei trasferimenti monetari rispetto alla fornitura diretta di servizi e in un peso più che proporzionale delle pensioni rispetto ad altri benefici. Viene messo anche in luce il suo carattere meritocratico o ""lavoristico"""", per cui i soggetti beneficiari di molte politiche non sono i cittadini ma in generale i lavoratori (che pagano contributi), sebbene vada registrata l'evoluzione del modello in senso universalistico per alcuni ambiti delle politiche sociali (soprattutto nella sanità). Si sottolinea infine la presenza in tutti i paesi di uno squilibrio tra beneficiari forti e beneficiari deboli e di un welfare mix, di un intreccio tra ruolo dello Stato, del mercato, del terzo settore e della famiglia, fortemente sbilanciato a carico di quest'ultima."" -
Stato e imprese
I rapporti tra Stato e Imprese stanno attraversando una lunga fase di incertezza che tocca i due flussi finanziari principali: gli interventi di sostegno pubblico e la fiscalità. I dubbi sull'utilità di una politica di sostegno alle attività produttive, l'incertezza sugli strumenti più adatti, il rapido mutare delle regole amministrative, le difficoltà del bilancio pubblico e persino una scarsa chiarezza sulla governance tra governo centrale e regioni rappresentano fattori di debolezza evidenti. Nel volgere di pochi anni anche l'altro canale di flussi finanziari tra Stato e imprese, quello fiscale, ha subito frequenti cambiamenti, tali da generare non pochi problemi agli operatori e da impedire corrette valutazioni dei risultati. II volume offre un quadro accurato di alcuni tra i principali rapporti che intercorrono tra Stato e imprese in Italia. Da un lato, ci si sofferma sulle caratteristiche effettive delle politiche per le imprese attuate dal governo nazionale e da quelli regionali, con diversi obiettivi e modalità di realizzazione, approfondendo problemi, dimensioni finanziarie reali e criticità. Dall'altro, si offre un approfondimento sul peso e sull'evoluzione della fiscalità,. A questo si associa un quadro dei bisogni e delle esigenze delle imprese fondato su indagini dirette che esprime una domanda di politiche pubbliche articolata e complessa. -
Boqala
Ad Algeri, a Cesarea, a Béjaïa o a Collo, le donne sono solite riunirsi per praticare la boqala, un rito di divinazione e di poesia. Le sedute si svolgono di notte e vi sono ammesse solo le donne. Dopo il tè o il caffè, la padrona di casa porta un boccale (boqala) riempito con l'acqua di sette sorgenti o di sette fontane. Ogni donna vi deposita un gioiello, un anello, una spilla o un orecchino. La più anziana prende il boccale e lo fa girare sette volte sotto un braciere, dove brucia dell'incenso, recitando formule d'incantesimo. A questo punto, chiede a ciascuna donna di pensare a una persona cara o a una situazione che la preoccupa. Dopo essersi concentrata, recita una boqala, una breve poesia di quattro o cinque versi. La poesia le può venire dalla memoria secolare degli avi o anche dalla semplice improvvisazione del momento. Poi le donne chiedono a una vergine di prendere a caso un gioiello dal boccale. La proprietaria del gioiello estratto dall'acqua,"" insieme a tutto il gruppo, deve trovare nei versi quegli elementi che possono essere illuminanti per la sua vita, i suoi amori, o che possono annunciarle partenze, gioie, sofferenze. La poesia è là per predire alla donna il suo avvenire. E siccome è una poesia spesso vaga e immaginifica, ciò rende possibile qualunque futuro. Ancora vitale, la boqala presenta mille variazioni. Anonima e orale, è una poesia essenzialmente urbana e femminile."" -
Il pesciolino nero
Il piccolo pesce nero abbandona la madre e il ruscello dov'è nato per vedere cosa c'è oltre. Basterà tutto il suo coraggio per affrontare il mare? Una magnifica fiaba che ha incantato generazioni di lettori, la più celebre dell'Iran moderno. Una narrazione che riempie gli occhi dei bambini e commuove il cuore degli adulti, accompagnata dalle bellissime illustrazioni di Farshid Mesqali (Premio per il migliore illustratore alla Fiera del Libro per ragazzi di Bologna). Età di lettura: da 5 anni. -
Capitalismo: lusso o risparmio? Alla ricerca dello spirito originario
Qual è la matrice specifica del capitalismo? Dove poggia, come è avvenuta e si è quindi diffusa l'accumulazione primitiva di capitale che ha consentito lo sviluppo di questa nuova fase della storia umana, ben lontana, a quanto è dato prevedere, dalla sua fine? Le risposte sono varie e contraddittorie. Storicamente, due di esse tengono il campo. La prima è quella di Max Weber, che fa perno sull'etica vissuta e la vita metodica dei puritani di Calvino, portati a garantirsi la prosperità in questo mondo, non per goderne, ma per assicurarsi la salvezza nell'altro; la propensione al risparmio sarebbe, secondo questa prima tesi, la vera molla dell'accumulazione capitalistica. Contraria e simmetrica è la risposta del conterraneo di Weber, il ""professore rosso"""" Werner Sombart. Sarebbero state le classi agiate, attraverso il perseguimento di un dominio simbolico della razionalità tecnica, a favorire la crescita del modello della produzione capitalistica. Per dirla con Mumford, non la macchina a vapore, bensì l'orologio sarebbe stata la """"macchina rivoluzionaria"""" per eccellenza. Dunque: lusso o risparmio? Il fondamento dell'accumulazione capitalistica è stato il lusso delle grandi corti europee oppure il risparmio, la vita metodica e """"santa"""", l'ascetismo dei puritani, ossessionati dalla """"certitudo salutis"""" nell'aldilà e, intanto, sobri, risparmiatori in questo mondo?"" -
Insicurezza. Giustizia e ordine pubblico tra paure e pericoli
La pace civile è stata sempre minacciata da tiranni, dittatori o demagoghi di ogni tipo. In passato era più facile identificare i veri o presunti responsabili del disordine e combatterli; oggi invece la minaccia più concreta è il sistema stesso. Basta considerare le ineguaglianze, le ingiustizie, l'insicurezza individuale, sociale e politica. Fenomeni quali il terrorismo, il crimine organizzato o la delinquenza urbana sono considerati dai custodi dello status quo, i responsabili di un male che in realtà è più impalpabile, più endemico, e assai più profondo. Ciò avviene non necessariamente per malafede; è piuttosto il sistema stesso che si difende, spostando l'attenzione verso tutti quei problemi che possono suscitare un maggiore consenso sociale. Indipendentemente dunque dall'effettiva consistenza delle statistiche criminali, l'insicurezza è un sentimento invasivo e caratterizzante le società contemporanee. Come scrive Nadia Urbinati nell'introduzione al volume, ""più lo Stato ha bisogno di ricorrere a espedienti autoritari o di inasprire le norme, più dimostra di essere debole o non abbastanza efficace nel garantire la sicurezza ai cittadini. Una società disposta a rinunciare perfino ai diritti fondamentali per garantire la sicurezza è una società che si avvia fatalmente verso una condizione di estrema lacerazione e quindi di insicurezza"""". Quali politiche democratiche possono e devono essere praticate per contenere paure che portano con sé, inevitabilmente, chiusure, egoismi, xenofobie?"" -
Il Mezzogiorno operoso. Storia dell'industria in Abruzzo
Il ""modello"""" di sviluppo abruzzese, incentrato sui processi d'industrializzazione, presenta una tale varietà e originalità di percorsi da imporsi come laboratorio storiografico di livello nazionale ed europeo. È difficile trovare una regione che nell'età contemporanea registri una metamorfosi altrettanto radicale. Da """"profondo Sud"""" oggi l'Abruzzo è la regione meno """"meridionale"""" della penisola, inserendosi ormai tra le aree maggiormente progredite dell'Italia centro-settentrionale. Che tipo di dinamiche ha portato a un simile risultato? Quali ne sono stati gli artefici? Esistono """"cause"""" particolari? E quale ne sarebbe il """"paradigma"""" esplicativo? Il libro affronta nodi tematici che sono al centro del dibattito tra gli specialisti di scienze economiche e sociali: rapporti tra modernità e tradizione, dialettica tra programmazione e spontaneismo, interazione tra mercati globali e contesto locale, nessi tra operatore pubblico e iniziativa privata, ruolo dell'intervento straordinario nei meccanismi di crescita, incidenza dei fattori """"non economici"""" nello sviluppo, qualità e consistenza della borghesia industriale nel Sud Italia, ricadute del sapere tecnico-scientifico sulle opzioni imprenditoriali. Dall'analisi di tali problemi escono revisionati schemi di lettura che una lunga tradizione di studi, dal meridionalismo classico alla cosiddetta """"nuova storia"""", vorrebbe ordinariamente acquisiti."" -
Oltre la paura. Percorsi nella scrittura di Carlo Levi. Atti del Convegno nazionale di studi (Roma, 12-13 novembre 2007)
Quattordici studiosi di varie competenze rileggono le parole chiave del vocabolario di Carlo Levi, molte delle quali ancora cariche di tensioni irrisolte: paura, patria, emigrazione, memoria, mito. Vengono ripercorsi alcuni dei saggi leviani più significativi pubblicati nei nove volumi delle ""Opere in prosa"""" di Carlo Levi. Le recenti traduzioni anche in paesi extraeuropei di alcuni testi meno noti di questo autore di culto, documentano, col passare degli anni, un crescente interesse per il suo pensiero eccentrico. Come raccogliere sotto uno stesso titolo un ventaglio di tematiche così ampio? Levi è un autore estremamente """"compatto"""" nel senso che il suo universo di valori, di idee, di linguaggi si presenta coeso e ben caratterizzato, indipendentemente dal fatto che dipinga, o scriva opere letterarie, saggi o poesie. Il titolo """"Oltre la paura"""" può compendiare il senso complessivo di un percorso: la sua attualità sembra riposta nel gran bisogno collettivo di essere rassicurati nella crisi epocale che attraversa la condizione umana, le società e le culture, a fronte di mutamenti e fratture profonde della civiltà contemporanea. Interpretiamo allora l'opera leviana come un'incrollabile, laica, coraggiosa esemplificazione della possibilità concreta di superare la paralisi della crisi e aprirci liberamente al mondo.""