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Vestire degenere. Moda e culture giovanili
Cesure drastiche con il passato, ribellismo resistenziale, rovesciamenti e nuove identità: ecco cosa raccontano stoffe, vestiti, make-up e tagli di capelli. A ratificare o osteggiare i mutamenti sociali più radicali contribuisce anche il codice vestiario, che rimanda all'identità del singolo, e ai sogni e ai desideri che si cuce addosso. Ecco, dunque, che le innovazioni più rivoluzionarie nell'Haute Couture, nello street-style e nelle culture giovanili avvengono quando si travalicano le demarcazioni implicite tra maschile e femminile - il più impalpabile e il più solido tra i confini simbolici, che genera e convalida identità e aspirazioni. È stato così per i ragazzi mods dei primi anni sessanta, che affermavano l'adesione al mondo moderno dei consumi attraverso un'inedita cura per il corpo e il vestire, presi a prestito dal mondo femminile, con colori, trucco e acconciature. Da lì in poi, il susseguirsi di punk, post-punk, gothic, drag queen e drag king, gothic lolite, emo è stato tutto un rompere le righe, uno sconfinamento oltre il limite. E questa penetrazione nei territori dell'altro sesso non fa che rimettere in gioco categorie ritenute naturali, ruoli dati per scontati, poteri consolidati: si tratta di un'operazione dalla forte valenza simbolica, che dal terreno della moda può slittare nella sfera pubblica, o sfociare in forme di ribellione e di affermazione delle identità di genere. -
Quelle reti in mezzo al mare. Le coste, il clima e la pesca nell'ecosistema mediterraneo
Dalla centralità della fascia costiera, coacervo di interessi crescenti e conflittuali, alla politica marittima integrata; dagli effetti dei cambiamenti climatici sull'ambiente marino alla tutela della biodiversità e all'affermazione dei principi dello sviluppo sostenibile; dal pescatore bracciante del mare a operatore ecologico: un cammino per meglio comprendere e riscoprire il bene mare. Sullo sfondo dell'inasprirsi delle diverse crisi, economica, ambientale e sociale, gli autori intrecciano questi temi in un'indagine a tutto campo, da cui emerge l'urgenza del coordinamento di una politica marittima globale, che sia in grado di sviluppare, in modo ecologicamente ed economicamente sostenibile, le inedite potenzialità di crescita di una nuova economia del mare. Con grande competenza tecnica, lucidità e schiettezza, viene affrontato l'universo dei problemi legati alla pesca, reimpostandone l'analisi nel quadro di una nuova lettura dello scomodo binomio tra pesca e ambiente; mettendo in guardia, alla vigilia della riforma della Politica comune della pesca, sulle derive del dirigismo comunitario, e lanciando la sfida di un ripensamento del modello di sviluppo, che valorizzi la multifunzionalità dell'impresa e i nuovi ruoli che i produttori si candidano a giocare nella tutela attiva dell'ambiente marino, nella promozione turistica dei territori costieri, così come nella valorizzazione dell'agroalimentare di qualità. -
Un fisico delle origini. Heidegger, la scienza e il rapporto con la natura
Qual è il rapporto di Martin Heidegger con la scienza? È la domanda a cui questo libro tenta di rispondere, allargando l'orizzonte alla filosofia teoretica, alla storia della filosofia e a quella della scienza. Il confronto di Heidegger con la scienza contemporanea, soprattutto con la relatività e la fisica dei quanti, costituisce per Enrico Giannetto il terreno privilegiato per una nuova lettura del suo percorso filosofico. Se Heidegger ha proposto una filosofia negativa, una filosofia vivente, non disgiunta dalla vita, il suo pensiero si muove nel solco di una radicale frattura con la tradizione filosofica precedente, colpevole di aver prodotto una metafisica che tradisce nel suo significato più pieno la vita stessa. Heidegger emerge come un cristiano delle origini, che tale è rimasto nel suo rifiuto de! cristianesimo come sistema dottrinale-metafisico: è infatti la vita cristiana autentica il luogo in cui - da ancora prima di ""Essere e tempo"""" e anche dopo - egli ha individuato la radice della sua prospettiva antimetafisica. Heidegger riscopre nel presocratico pensiero della physis la via per ricomprendere il cristianesimo originario, in alternativa al platonismo e all'aristotelismo. Con una lettura assolutamente innovativa, Giannetto connette questo aspetto cristiano di Heidegger con il suo attacco alla metafisica, la sua critica alla scienza moderna e la sua comprensione degli orizzonti aperti dalla fisica contemporanea."" -
La grande ricostruzione. Il piano Ina-Casa e l'Italia degli anni Cinquanta
Il 24 febbraio del 1949 il Parlamento italiano approvò un progetto di legge, proposto dal ministro del Lavoro Amintore Fanfani, con l'intento di incrementare l'occupazione operaia; si diede così avvio all'attuazione del piano Ina-Casa. A pochi anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, con quel piano si intendeva soprattutto affrontare il problema della disoccupazione. I quattordici anni di attività del piano non hanno rappresentato solo una fase significativa della politica economica del paese; essi hanno prodotto anche una delle più consistenti e diffuse esperienze italiane di realizzazione di nuova edilizia sociale. Gli alloggi costruiti diedero a migliaia di famiglie la possibilità di migliorare le proprie condizioni abitative. A urbanisti e architetti i nuovi insediamenti apparvero finalmente come una grande opportunità per dare forma alla ricostruzione delle città italiane. Quell'esperienza rappresenta uno dei momenti cruciali della storia dell'urbanistica e dell'architettura del Novecento italiano. Il volume propone per la prima volta una riflessione d'insieme sui complessi problemi architettonici e urbanistici, ma anche su quelli economici, politici e sociali che il piano dovette affrontare, rileggendone le genealogie, i contesti, gli obiettivi, i metodi, il ruolo dei protagonisti. -
Due rive ci vogliono. Quarantasette traduzioni inedite. Testo francese a fronte
"Due rive ci vogliono per la verità: per la nostra andata, per il nostro ritorno. Strade che bevano le loro nebbie. Che serbino intatte le nostre risate felici. Che, interrotte, ancora salvaguardino i nostri minori a nuoto in acque gelide."""" (Con una presentazione di Eliza Donzelli)" -
Le inchieste di Sherlock Holmes. L'avventura della banda maculata. Ediz. illustrata
La misteriosa morte di una giovane e le sue ultime enigmatiche parole a proposito di una ""banda maculata"""", una dimora di campagna cupa e malmessa, un patrigno collerico e brutale che nasconde un passato burrascoso in India, un babbuino e un ghepardo che si aggirano indisturbati tra la casa e il giardino, un'eredità che si assottiglia, un matrimonio sfumato e un altro alle porte: sono questi gli ingredienti del giallo che resta tra i classici più riusciti del grande Conan Doyle. In una nuova traduzione italiana, questo piccolo gioiello si presenta ora come un album tutto da scoprire, grazie alle illustrazioni appositamente create dalla francese Christel Espié, capaci di dare forma e colore al senso di mistero e suspense che percorre il racconto dalla prima all'ultima riga."" -
Il posto delle balene
Un luogo incantato lungo la costa pacifica della Bassa California. Un leggendario baleniere assetato di ricchezze. Un giovane marinaio addetto all'avvistamento. Una ragazza indiana. E soprattutto le balene, quelle grigie che a centinaia si radunano nel loro posto segreto... A metà tra il Melville di ""Moby Dick"""" e il Conrad di """"Cuore di tenebra"""", Le Clézio racconta con una scrittura asciutta e suggestiva un momento cruciale della conquista del West, o meglio la fine della frontiera verso Ovest: la scoperta di un luogo geografico, una laguna nelle calde acque messicane, scelta dalle balene di mezzo pianeta per andare a partorire e a morire. Un luogo mitico di cui da una costa all'altra dell'America si favoleggia da tempo, ma che solo un incallito baleniere, non a caso di nome Melville Scammon, capitano del Léonore, riuscirà a scovare il 10 gennaio del 1856. Al capitano, ormai vecchio, e al suo mozzo, che torna dopo anni sul luogo del massacro, Le Clézio affida il racconto delle illusioni e dell'amaro sconcerto del dopo, di quando tutto è finito, compreso il baluginio delle immense ricchezze agognate: di balene non ce ne sono più, e insieme a loro sono spariti per sempre i bucanieri, le navi, i trafficanti, tutto tranne le carcasse dei cetacei che giganteggiano sulla spiaggia."" -
Roma fuggitiva
È una città eterna e ""fuggitiva"""", nobilissima e plebea, sempre in bilico tra il cammeo e la patacca, quella raccontata da Carlo Levi in questi scritti, che """"sembrano inseguire Roma, nel suo splendore fuggitivo, nelle mosse in cui la sua bellezza pare espandersi, aprirsi a un nuovo sviluppo civile"""", come sottolinea Giulio Ferroni nella sua presentazione. Sfila in queste pagine intense, scritte tra il 1951 e il 1963, una moltitudine di tipi e personaggi, veri ritratti parlanti e gesticolanti di un mondo popolare, di antichissima civiltà, governato dalla più flemmatica e scettica filosofia di vita e insieme dotato di sorprendente vitalità. Si sente il respiro di una città bellissima, in cui risplende tutta l'autenticità di una """"umile Italia"""", non ancora oppressa dal degrado, e tuttavia già insidiata dalle trasformazioni sempre più accelerate degli anni sessanta, sotto i colpi della speculazione e della cattiva politica, di una frettolosa e incolta modernità. Vissuta dall'interno, nella sua più viva concretezza, la Roma degli anni cinquanta e sessanta fissata in queste pagine negli scatti di Allan Hailstone, giovane turista inglese, che nel 1956 per la prima volta percorre le strade della capitale appare una """"meraviglia"""" minacciata, quasi mitica, che non cessa di incantare con il suo fascino di cose perdute. Presentazione e postfazione di Giulio Ferroni."" -
Italia sperduta. La sindrome del declino e le chiavi per uscirne
Sempre più diffusa è la diagnosi che vuole l'Italia contemporanea caratterizzata da una vera e propria sindrome del declino. Si tratta di fenomeni comuni alle altre società europee; ma in Italia, e ormai da molto tempo, tutte le criticità (illegalità e corruzione, criminalità organizzata, inefficienza delle istituzioni, crisi fiscale, bassa produttività, disoccupazione) si presentano in forme aggravate ed eccessive. Di fronte alle sfide del cambiamento globale, il paese è confuso e sperduto, privo di una bussola. E la sua classe dirigente - se ancora possiamo definirla tale - non sembra in grado di esprimere le qualità necessarie per prendere in mano il paese e orientarlo verso un nuovo stadio di sviluppo. Troppi sono i ritardi, le aporie, le approssimazioni. Questo libro, scritto da uno dei nostri sociologi più rigorosi e radicali, si concentra sulle carenze del ceto politico, e dedica una parte importante all'analisi del populismo, che appare come la capitalizzazione politica della fragilità e del malessere da mancato sviluppo. Se la strada della guarigione si mostra lunga e difficile, non resta che ripartire da quelle risorse - spesso allo stato potenziale - che dalla sindrome italiana sono riuscite per il momento a non farsi contaminare: minoranze attive, imprese innovative, luoghi e istituzioni della cultura, nuovi movimenti. Tutta una fenomenologia della cittadinanza attiva, su cui non può che concentrarsi la speranza di un futuro diverso. -
Il miracolo scippato. Le quattro occasioni sprecate della scienza italiana negli anni Sessanta
Agli inizi degli anni sessanta, l'Italia vantava alcuni poli di eccellenza scientifico-tecnologici che il mondo le invidiava in quattro settori strategici: informatico, petrolifero, nucleare, medico. Oggi, in pieno terzo millennio, è il fanalino di coda tra i paesi più sviluppati proprio per scarsità d'innovazione e ricerca. Perché? Un libro-inchiesta ricostruisce la storia di quattro casi emblematici del modello di sviluppo avviato e smantellato in quegli anni a tempo di record, evidenziando il filo rosso che li lega e che spiega perché ciascuna di quelle esperienze è fallita. Il caso Olivetti, il caso Mattei, il caso Ippolito e il caso Marotta, vale a dire nascita e morte della rivoluzione informatica che ha portato alla progettazione del primo pc e dei primi microprocessori del mondo; inizio e fine dell'autonomia energetica del paese, oltre che della competizione col monopolio angloamericano del petrolio; soppressione del Cnen, che ci aveva portato al terzo posto per produzione di energia elettrica di origine nucleare; decapitazione dell'Istituto superiore di sanità, che fece dell'Italia uno dei primi tre produttori di penicillina grazie anche all'invenzione del microscopio elettronico. Quattro incubatrici di un modello di sviluppo economico e sociale basato sulla ricerca scientifica, gettate alle ortiche tra le faide politiche interne e le pressioni e i sabotaggi internazionali in piena guerra fredda. -
Vite per l'Unità. Artisti e scrittori del Risorgimento civile
Ci sono tanti modi per celebrare i 150 anni dell'Italia unita e ricordarne gli artefici; uno dei più suggestivi e ripercorrere gli eventi attraverso l'agire e lo spirito, la passione e gli stati d'animo di alcuni grandi testimoni e protagonisti. È quanto avviene in queste pagine, che tratteggiano dodici profili di letterati, politici, scrittori e musicisti all'insegna di un'unica dimensione della vita e dell'opera: quella di patrioti e patriote. Con i versi o con le spade, nei teatri o nelle piazze, in patria o in esilio, queste figure si muovono sul palcoscenico infuocato di anni turbinosi. Molti lo sanno e agiscono con piena consapevolezza, altri meno, e però tutti quanti tessono i fili invisibili di una stessa trama: fare l'Italia che non c'era. In questi racconti non ci sono eroi ma gesti, simboli, miti, esperienze di vita e di scrittura. Ci sono le ansie, le sofferenze, le crisi di chi è costretto all'esilio, alla fuga, al carcere. C'è una letteratura che parla di italiani, stranieri, patria, oppressori, invasori, catene, ricordi; che inventa generi e forme; che elabora analisi impietose o utopiche insieme a progetti politici. C'è un teatro musicale, apprezzato in tutto il mondo, che fornisce un potenziale di ""italianità"""" pronto ad accogliere le sollecitazioni della storia e ad assumere un significato politico. Il racconto di queste esistenze, o dei miti elaborati dai contemporanei attorno a esse, ci aiuta a guardare con altri occhi il teatro, la musica e la letteratura."" -
Il politico come cinico. L'arte del governo tra menzogna e spudoratezza
Che il politico sia cinico e che sia cinica la politica è probabilmente un'ovvietà. La scoperta dell'acqua calda, si potrebbe dire. Cinica la postmodernità, ciniche la globalizzazione e la crisi finanziaria, cinici i detrattori della contemporaneità, cinici i suoi pochi difensori. La politica diventa, così, cinica per definizione, nella diffusa percezione di sé che trasmette tra balbuzie e impotenza. Il guaio, per l'arte politica, è che davvero, a partire dalla modernità, essa è divenuta cinica, ma almeno quanto il cinismo, a partire dalla sua greca accezione originaria, è divenuto politico. Più che di politica cinica è di nuovo cinismo politico che si dovrebbe parlare: di una pratica dell'arte politica che ha impresso un'accelerazione vertiginosa al miglioramento delle condizioni oggettive di vita degli uomini, rendendo lo sguardo cinico sul mondo il soggetto protagonista di questo prodigioso progresso. Politico come cinico è colui che, facendo la politica, tiene fissa una tenace idea di giustizia e s'industria a creare unità di amicizia intorno a essa. Da qui il riscatto positivo del protagonismo cinico e, dunque, della sua sostantività e della sua soggettività, contro la banale oggettività in cui vorrebbero confinarlo gli araldi della verità. Chiunque faccia la politica e sappia vedersi mentre la fa, e chiunque assista da vicino chi in essa impegna la sua esistenza, scoverà in questo libro il potenziale salvifico del cinismo politico. -
La terra delle donne. «Herland» e altri racconti (1891-1916)
Tre vecchi amici - un medico, un ricco magnate e un sociologo -, legati dalla passione per i viaggi e l'esplorazione, colgono al volo l'occasione di unirsi a una grande spedizione scientifica e malauguratamente si ritrovano da soli in una terra sconosciuta, forse in Sud America. Parte da qui, come un vero e proprio romanzo d'avventura, il racconto-pamphlet che Charlotte Perkins Gilman scrisse nel 1915, dando vita alla prima utopia femminista dell'età contemporanea. Antesignana dell'insofferenza e della consapevolezza delle donne riguardo alla disuguaglianza loro imposta dall'ordine sociale, Gilman mise sotto gli occhi di tutti l'insensatezza, oltre che l'ingiustizia, della condizione femminile. E lo fece scegliendo la via più semplice e diretta: un racconto di fantasia che mette in bocca a un uomo, il narratore-esploratore, la scoperta e la descrizione di un paese felicemente e pacificamente abitato da sole donne. Quale arguzia e quanta ironia. Le stesse che ritroviamo negli altri suoi racconti, tra cui ""La carta da parati gialla"""" (1892). Scritto in forma di diario, il racconto ci conduce nell'abisso della solitudine e dell'emarginazione di una donna che solo attraverso la scrittura - che per Gilman è uno strumento politico e mai fine a se stessa - troverà una forma di riscatto e di liberazione. Quella che si raggiunge mettendo sulla carta il rimosso della nostra cultura."" -
America profonda. Due secoli raccontati da Harlan County, Kentucky
Una controstoria degli Stati Uniti, dalla frontiera a oggi, attraverso un solo, simbolico luogo: Harlan County, Kentucky, al centro della regione mineraria dei monti Appalachi. Da Harlan la storia degli Stati Uniti è passata tutta quanta: i reduci della guerra d'indipendenza, i pionieri, la frontiera, la schiavitù, la guerra civile, le faide e il whisky clandestino, l'industrializzazione e la deindustrializzazione, la distruzione delle antiche foreste, il colonialismo interno di un capitalismo senza scrupoli, le più violente e memorabili lotte sindacali dal 1917 alla fine degli anni ottanta, l'immigrazione (anche italiana) e l'emigrazione, il movimento per i diritti civili, i disastri ambientali delle miniere a cielo aperto, l'epidemia della droga - tutto sulle spalle e sulla forza di resistenza della sua gente. Harlan è dunque un luogo intensamente reale, ma anche intensamente immaginato: c'è Harlan nei libri di Theodore Dreiser e John Dos Passos, nei film di Robert Mitchum e Barbara Kopple, nelle canzoni di Pete Seeger e Woody Guthrie, persino nei fumetti di Al Capp. Ed è un luogo di straordinaria creatività narrativa, musicale, linguistica, e di ostinata memoria. Una controstoria raccontata da Alessandro Portelli secondo la pratica della storia orale, come un montaggio di voci che ci accompagnano nel profondo delle miniere, nelle vite di chi nelle miniere lavora, vive e muore, e nelle vite delle donne che tengono in piedi le famiglie e le comunità. -
Il Novecento è davvero finito. Considerazioni sull'urbanistica
Un profondo cambiamento segna l'urbanistica e l'architettura di questi ultimi due decenni e si esprime come lontananza dal progetto moderno, apertura di nuovi problemi, modifiche di linguaggi e tecniche. Al cambiare di tutto o quasi si sovrappone un discorso critico che non è mai sembrato così disarmato, poco attento a osservare ciò che l'urbanistica fa, il modo in cui argomenta ciò che fa, in cui interpreta problemi, chiarisce intenzioni, produce giustificazioni, cambia linguaggi. Manca una migliore descrizione dell'urbanistica e del suo progetto che sia anche un tornare a descrivere, osservare, interpretare i temi del discorso urbanistico; chiarire ed esplicitare i modi messi in atto per ordinare il mondo sensibile esercitando un'azione politica al di là degli aspetti normativi e della ricostruzione del negoziato. In mancanza di un tale atteggiamento è fin troppo facile parlare di difficoltà, sconfitta, impoverimento. Scopo di questo libro è provare a descrivere alcuni aspetti dell'urbanistica italiana di questi ultimi vent'anni. Al di fuori di un atteggiamento nostalgico, di perdita e al di fuori di una entusiastica accettazione delle condizioni contemporanee. Un tale compito si giustifica con la convinzione che entro una situazione difficile permangano importanti spiragli di conoscenza e azione, che lo sfondo disegnato da coloro che pensano a un impoverimento sia realistico, ma non racconti tutto. -
Sono le news, bellezza! Vincitori e vinti nella guerra della velocità digitale
Con un occhio rivolto a Google e l'altro a Marx, l'autore analizza il mondo dell'informazione guardando agli sconquassi del mercato editoriale internazionale, per individuare perdenti e vincenti di una guerra che sta selezionando la specie del giornalismo. Il brulicare di infiniti produttori di comunicazione al tempo dei social network comporta una mutazione professionale del profilo del giornalista: non più disvelatore esclusivo della notizia, ma selezionatore, decifratore, e soprattutto coproduttore dei nuovi sistemi intelligenti che tendono sempre più a sostituirsi alla meccanica redazionale. Convinto che questa sia più una chance che una iattura, Michele Mezza giornalista di lungo corso e ideatore di Rai News 24 - prova a delineare la figura di un nuovo mediatore, capace di governare le potenze tecnologiche, di declinare linguaggi sociali, di dare un'anima all'informatizzazione della vita, a patto di bruciare ogni nostalgia e conservatorismo. Ne sortisce una concreta proposta alternativa di giornalismo, che prefigura filiere produttive, soluzioni editoriali, organizzazioni redazionali capaci di dare al sistema Italia l'ambizione di non essere solo magazzino o retrobottega di una comunicazione ""importata"""". Prefazione di Derrick de Kerckhove. Postfazione di Pier Luigi Celli."" -
Vasto
Come s’inserisce Vasto nella storia del Mezzogiorno e dell’Italia? Semplice rispecchiamento o specifico protagonismo? Con quali modalità – in questo caso – la microstoria si rapporta alla «grande» storia? Partendo da questi interrogativi, grazie a un impianto multidisciplinare ancorato alle più aggiornate acquisizioni dell’odierna storiografia (in particolare sul versante economico e sociale, ma anche amministrativo e politico), il libro ricostruisce la plurisecolare vicenda di un centro costiero dai tratti comunque molto marcati. Già protagonista di eventi significativi in età preromana e romana, fino al rango di municipium histoniensium, con il tempo Vasto consolida una centralità storica che va ben oltre l’ambito locale: condizioni geografiche particolarmente favorevoli e flussi mercantili di rara intensità, nonostante il giogo delle signorie feudali, ne fanno un polo urbano di forte attrazione sull’intero medio Adriatico. Dal tardo medioevo vi si afferma una protoborghesia, soprattutto in campo agrario e commerciale, le cui intraprese si proiettano fruttuosamente nelle dinamiche dell’«economia-mondo». Nelle grandi trasformazioni della contemporaneità, Vasto continua a segnalarsi per alcune sue peculiarità. Nel secondo Novecento, sfruttando abilmente le opportunità dell’intervento straordinario, specie nella prospettiva industriale e turistica, vi si innescano meccanismi virtuosi di sviluppo che ne fanno un «localismo» di successo. Per molti aspetti abbiamo uno spaccato emblematico della storia meridionale. Ma nella ricostruzione che ne fornisce l’autore si notano anche tratti di originalità e differenziazione che contribuiscono – se non proprio a revisionare – quanto meno ad approfondire schemi di lettura che una lunga tradizione di studi, dal meridionalismo classico alla «nuova storia», vorrebbe definitivamente acquisiti. -
Muso di volpe. Kashtanka e altre storie per bambini
Non si dovrebbe mai scrivere per i bambini, piuttosto bisognerebbe avere il coraggio di selezionare per loro quello che è già stato scritto per i grandi; ciò che conta è la scelta e la dose della medicina, che non può essere diversa solo perché si tratta di un bambino"". Così si esprimeva Cechov a proposito di letteratura e racconti, genere di cui è universalmente considerato uno dei maestri insuperati. Ed è proprio all'insegna di questo principio che Peter Urban, uno dei massimi conoscitori europei del grande maestro russo, ne ha scandagliato l'opera per dar vita a una raccolta di racconti appositamente dedicata ai piccoli lettori. Quattordici perle, alcune meno note, altre annoverate tra i classici del genere - come la storia della cagnetta Kashtanka -, sono state così affidate alla matita di una grande illu-stratrice e presentate in una fresca e folgorante traduzione. Storie che spesso hanno come protagonisti i bambini, talvolta gli animali, e che, come in tutti i migliori racconti di Cechov, riescono a tratteggiare un'epoca intera. Sono scene di vita quotidiana, episodi non necessariamente straordinari, in cui l'universo dell'infanzia si mescola al mondo degli adulti, in una narrazione che alterna il comico al tragico grazie alla forza evocativa della scrittura e a una magistrale abilità descrittiva di emozioni e sensibilità. Età di lettura: da 7 anni."" -
Lo zio Bernac alla corte di Napoleone
Louis de Lavai, il giovane francese protagonista della storia, dopo aver passato gli anni dell'adolescenza in Inghilterra, dove la sua nobile famiglia aveva trovato scampo alla Rivoluzione, attraversa nottetempo il canale della Manica per tornare in patria. A spingerlo è una lettera dai contorni misteriosi firmata dallo zio rimasto in Francia ed entrato, nel frattempo, nelle grazie di Napoleone. Fin dall'inizio, però, qualcosa va storto. Louis non è l'unica merce sbarcata quella notte, e suo malgrado si ritroverà a ostacolare i piani di un gruppetto di giacobini irriducibili che hanno in mente un piano per sovvertire l'ordine ed eliminare Bonaparte. Attraverso un susseguirsi di colpi di scena e un gioco di camuffamenti e rivelazioni, il giovane incontrerà finalmente lo zio misterioso, primo gradino per arrivare all'imperatore, e conoscerà l'inquietante cugina Sibylle, che lo mette in guardia: c'è qualcuno che ha pianificato tutto e trama contro di lui... Parte così la trama di un romanzo sospeso tra enigma e storia, sullo sfondo delle imprese di Napoleone. Il romanzo fu scritto nel 1897, un anno dopo la nascita fortunatissima dell'alter ego di Sherlock Holmes, vale a dire il brigadiere Gerard, personaggio creato da Conan Doyle proprio per sfuggire alle grinfie del suo celeberrimo detective, la cui fama ossessionava lo scrittore da quasi un decennio. -
Uomini e donne (mal si sposano)
I battibecchi cominciano di buon mattino, a proposito della prima colazione, e vanno avanti fino a sera, magari davanti alla tv. Attraverso il susseguirsi di dialoghi esilaranti e una carrellata di oltre ottanta vignette, Loriot mette in scena una realtà che né l'evoluzione della specie, né l'emancipazione femminile, né il progresso sono riusciti a cambiare fino in fondo: uomini e donne mal si sposano, non sono fatti per stare insieme poiché sono e restano troppo diversi. Una constatazione di fatto, di cui Loriot declina tutti i possibili risvolti comici. Loriot è infatti un osservatore pungente, capace di cogliere in uomini e donne tic, manie, tabù e debolezze, per poi riprodurli con un tratto e una scrittura dalla rara forza mimetica. Ecco perché la sua è una comicità universale, senza tempo e senza età, in cui da decenni generazioni di lettori continuano a rispecchiarsi. Considerata in Germania un vero e proprio monumento alla comicità, l'opera di Loriot - continuamente pubblicata - viene ora per la prima volta presentata al pubblico italiano, attraverso uno dei suoi classici più amati, quello dedicato all'eterna incompatibilità tra i sessi.