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Disobbedienza civile
Tre motivi per leggerlornrnPerché è un libro che non ti aspetti:rnuna meditazione sul dissenso, che parla però molto di consenso e propone una collocazione costituzionale dei gruppi di protesta.rnrnPerché Hannah Arendt racconta di Socrate, Thoreau e della Rivoluzione americana per tracciare la differenza che corre trarndisobbedienza civile e obiezione di coscienza.rnrnPerché è un piccolo, prezioso manifesto sulla partecipazione attiva, contro la dittatura dei politici e le prepotenze dei governi.rnrn“Chi sa di poter dissentire sa anche che, in qualche modo, quando non dissente esprime un tacito assenso.” - rnHannah Arendt -
Cedi la strada agli alberi. Poesie d'amore e di terra
Finalista alla XLIX edizione del Premio Vitaliano Brancati, categoria PoesiarnIl nuovo libro di Franco Arminio, le più belle poesie del poeta italiano più seguito sulla rete.rnrn“Franco Arminio è uno dei poeti più importanti di questo paese.” - rnRoberto Saviano, la Repubblica«""Cedi la strada agli alberi"""" è un libro di poesia importante. Lo è anche in quanto intollerabile. Come dev’esser la poesia nel suo attrito continuo con l’idea di poesia accettabile e addomesticabile in questa società dominata da astrazione e ideologia.» - Davide Rondoni, Avvenire«La poesia può avere un nucleo di verità autentica e per la sua radicalità ha una forte suggestione libertaria, eversiva, soprattutto quando arriva a tutti, come nel caso delle poesie di Franco Arminio.» - Lorenzo Fazio, ANSA«In questi versi dell’""""Entroterra degli occhi"""" di Franco Arminio c’è tutta la sua idea di poesia intesa come modo di vivere ribelle alla fatuità del ciarlare salottiero, cercando relazioni profonde con le persone. C’è il suo sguardo sul paesaggio, che ne coglie la bellezza quasi fosse un volto. Se la sua prosa è lirica, la sua poesia è narrativa, nel senso di itinerante, ha il respiro del passo, la “leggerezza” del viandante.» - Simona Maggiorelli, LeftFranco Arminio ha raccolto qui una parte della sua sterminata produzione in versi. Ma non è un’antologia, è un’opera antica e nuova, raffinata e popolare, un calibrato intreccio di passioni intime e passioni civili. rnLa prima sezione è un omaggio al paesaggio e ai paesi che Arminio racconta da anni nei suoi libri in prosa. La seconda ci presenta una serie di poesie amorose in cui spicca il suo acuto senso del corpo femminile. Dopo i testi intensi dedicati agli affetti familiari, le conclusioni sono affidate a una serie di riflessioni sulla poesia al tempo della Rete. rnI versi di Arminio sono lavorati a oltranza, con puntiglio e cura, con l’obiettivo di arrivare a una poesia semplice, diretta, senza aloni e commerci col mistero. La sua scrittura è una serena obiezione alle astrazioni e al gioco linguistico, una forma di attenzione a quello che c’è fuori, a partire dal corpo dell’autore, osservato come se fosse un corpo estraneo. L’azione cruciale è quella del guardare: “Io sono la parte invisibile / del mio sguardo”. """""" -
A ciascuno i suoi santi
Due cinquantenni che lavorano in televisione rne sono schiavi dei dati di ascolto. rnGenerazioni apparentemente distanti rnche si incontrano per caso e si rivelano a sorpresa simili. rnUn viaggio alla scoperta dell’Italia più segreta rne degli aspetti nascosti del nostro presente.rnUn’avventura lunga una settimana, una corsa a ostacoli rnverso un traguardo da cui dipende tutto il futuro.rnrn“Una storia intrigante e inquietante. Difficile non farsi prendere da questo romanzo. Perché ci siamo dentro anche noi.” - rnIlvo DiamantirnrnEnrica non è una ragazza qualunque. È avventata, vitale, imprevedibile. Senza certezze e senza paura. Ma ha un punto debole: tiene troppo al numero dei suoi follower.rnNemmeno Bruno Brunori è uno qualunque, è un volto di punta della televisione, tanto che ha forti speranze di condurre il prossimo festival di Sanremo.rnPerò anche lui ha un punto debole: il suo destino è legato indissolubilmente all’Auditel. Ma gli ascolti stanno crollando in maniera irreversibile.rnQuando Bruno capisce che dovrà dire addio ai suoi sogni e che perderà il lavoro, decide di manipolare i dati.rnCon la complicità di Pietro, un suo vecchio amico, riesce a mettere le mani sui segretissimi elenchi delle famiglie campione che con le loro scelte determinano il successo. I due si mettono in viaggio attraverso l’Italia a caccia di consensi. Hanno cinque giorni di tempo per salvarsi dal disastro. Vanno di casa in casa, di famiglia in famiglia, entrano in contatto con il ventre del paese. E incappano in Enrica, a cui la provincia va stretta, che per inquietudine si unirà a loro in quest’avventura dall’esito imprevedibile. E scoprirà a sue spese che nulla né in televisione né sul web è come appare.rnA ciascuno i suoi santi è un racconto on the road di un’Italia smarrita e vivace al tempo stesso. Franco Bernini ci accompagna in questo viaggio con uno sguardo a volte ironico, a volte amaro, sempre capace di stupirci. Un affresco spietato ma anche pieno di speranza. -
Charles Darwin. Ma siamo scimmie da parte di padre o di madre?
Non finisce mai la voglia di Dario Fo di confrontarsi con il sapere e la storia per capire meglio l'uomo e il suo mondo. In questo caso per capire da dove veniamo e superare tutti i pregiudizi che abbiamo in testa, dettati dall'ignoranza. Ecco una risposta semplice, documentata e divertita a chi ancora oggi sostiene il creazionismo in polemica con Darwin e la teoria dell'evoluzione. Vale la pena leggere queste pagine su un grande scienziato e viaggiatore instancabile, che dedicò la sua vita a scoprire come è fatto il mondo in cui viviamo e perché siamo così. Anni passati in mare e in terre lontane a raccogliere conchiglie, coleotteri, crostacei, a studiare la vita degli insetti (soprattutto le formiche e la loro incredibile capacità organizzativa) e in genere di tutti gli animali considerati come nostri fratelli. Da lì noi veniamo, come possiamo maltrattarli? Strano: un teologo che diventa scienziato confutando le teorie deterministe della Bibbia, che dimostra che noi tutti siamo discendenti dello stesso ominide, siamo tutti uguali, e per questo combatte la tratta degli schiavi. Era troppo allora (subì attacchi violentissimi non solo dalla Chiesa), ma anche adesso Darwin dà fastidio e la sua teoria è contrastata, soprattutto in certi ambienti scolastici. Una favola vera, di più di duecento anni fa, attualissima. -
Il canto della libertà
Si può insegnare la democrazia? Sandra Bonsanti, che con l'associazione Libertà e Giustizia ha combattuto e combatte tante battaglie in difesa dei valori democratici, ci consegna la favola lieve di un vecchio professore e delle sue lezioni in una piccola libreria di quartiere, la bottega di Piero. Correvano anni difficili, da un lato la guerra e la dura realtà della dittatura, dall'altro l'irresistibile scoperta dei classici, i lirici greci tradotti da Quasimodo, Saffo la decima Musa, la morte di Socrate, le belle parole che un tempo erano anche forti e vigorose perché piene di sostanza: libertà, amore, bellezza, giustizia. Ma quando è accaduto che sono diventate fantasmi? Ci restano solo le ombre di antiche battaglie, di eroi e sfide memorabili. Allora è fondamentale ritrovare i maestri del passato, riscoprire il momento in cui per la prima volta fu pronunciata la parola libertà: fu come un canto tanta era la bellezza che l'espressione voleva comunicare, Il canto della libertà. Una favola senza tempo da leggere e da custodire per tener vivo l'esempio, il ricordo, l'emozione della libertà e della democrazia. -
È normale... lo fanno tutti. Storie dal vivo di affaristi, corrotti e corruttori
Se l'illegalità diventa la regola. Un libro per conoscere il male endemico della corruzione che a tutti i livelli sta inquinando la nostra democrazia. Un ""non manuale"""" contro la normalizzazione del malaffare perché l'illegalità si nasconde nella quotidianità ed è presente ovunque, in famiglia, nella burocrazia statale, nello sport e nel lavoro. Un libro unico perché costruito tutto sulle conversazioni registrate (a volte esilaranti) di corrotti e corruttori tratte da inchieste giudiziarie e depositate in tribunale. Un libro rivelatore. Il costo sociale ed economico della corruzione dilagante è enorme ed è la causa principale della nostra crisi: prima di tutto dobbiamo esserne consapevoli per poter reagire e combatterla. La malattia è grave ma, come dimostra Corradino nella parte finale dedicata alle armi per prevenire la corruzione, le cure ci sono e dobbiamo trasmetterle ai giovani, la classe dirigente di domani."" -
Il cuore del potere. Il «Corriere della Sera» nel racconto di un suo storico giornalista
Una storia e una testimonianza. Di chi si è battuto per quarant’anni in difesa dell'indipendenza del giornale più famoso d'Italia, il giornale della borghesia illuminata, il giornale di Luigi Albertini e Luigi Einaudi, un giornale che veramente libero non è mai stato perché sempre al centro di appetiti economici e politici. Raffaele Fiengo, giornalista del ""Corriere"""" dagli anni Sessanta, di formazione liberale, ci offre la sua versione dei fatti attraverso le lotte che ha condotto con tenacia sempre dalla parte dei giornalisti per affermare i principi di una stampa libera. Una lotta dura, dai tempi eroici della direzione di Piero Ottone alla strisciante occupazione della P2 sotto Franco Di Bella fino ai disegni egemonici di Craxi e poi le indebite pressioni dei governi Berlusconi. Oggi gli attori sono cambiati ma con le interferenze del marketing e della nuova pubblicità, e l'invasione dei social network, il mestiere del giornalista è ancora più contrastato, anche al """"Corriere"""", da sempre """"istituzione di garanzia"""" in un'Italia esposta a continue onde emotive e a tensioni di ogni tipo. Se cade il """"Corriere"""" cade la democrazia. E questo libro lo dimostra. Come scrive Alexander Stille nell'introduzione, """"considerate le varie lotte avvenute per il controllo del 'Corriere', è un miracolo che da lì sia uscito tanto buon giornalismo, tanta informazione corretta, e ciò grazie agli sforzi di tanti giornalisti interessati soprattutto a fare bene il proprio lavoro""""."" -
Il senso della vita (secondo me)
Tre motivi per leggerlo: perché, a cento anni dalla morte di London, il suo vitalismo incontenibile rimane un monito a non darsi mai per vinti o sconfitti. Perché London ha riversato in questi scritti la critica instancabile a un sistema sociale che privilegia la competizione e il successo rendendo sempre più cupa, monotona e triste la vita. Perché la grinta, il talento, la passione di queste pagine sono una via di fuga dalla nostra solitudine digitale. -
Se hai sofferto puoi capire. Storia mia e della malattia che non posso svelare a nessuno
Spiazzante, ironica, sincera, una storia vera che commuove, diverte e fa riflettere.«La malattia del peccato senza peccato, attraverso la voce e la testa di un dodicenne.» - Concita dei Gregorio, La Repubblica“Mi hanno detto che non devo aver paura perché non cambierà nulla, ma ora che lo so devo fare attenzione, non devo dirlo a nessuno, perché la mia malattia spaventa più quelli che non ce l’hanno che quelli che ce l’hanno.” - Giovanni F., 12 annirnrnrn “Sì, ora ve lo dico, ma promettetemi che andrete avanti a leggere. Non fate scherzi. L’ho saputo da poco pure io, me l’ha detto mia mamma, perché è capitato, ma com’è andata lo leggerete più avanti. Dopo ha voluto parlarmi la psicologa e anche la dottoressa che mi conosce da quando sono nato (è parecchio seria la dottoressa ma anche parecchio simpatica e gentile). Mi chiamo Giovanni ho dodici anni (quasi tredici) e sono nato con l’Hiv. Non lo sa nessuno, a scuola, alla polisportiva, all’oratorio, ma ho un gruppo di amici che lo sanno eccome e mi hanno istruito come in una piccola confraternita (sì, Star Wars l’ho visto tutto). Poi c’è mia mamma (mi vergogno un po’ a dirlo ma sono sincero: amo mia mamma! wow, l’ho detto), mio papà che gli voglio bene anche se è impossibile batterlo a Fifa con la PlayStation (accidenti!), mia zia supercreativa e un po’ scombinata (adesso si offende, lo so!) che mi porta a teatro e allo yoga della risata. Ho un desiderio e mi hanno detto che questo libro potrebbe aiutarmi a realizzarlo: vorrei parlare della mia malattia perché il silenzio mi fa sentire un po’ solo (e a me la solitudine proprio non piace) e perché può aiutare anche chi non ce l’ha a non prendersela (questo me l’ha detto la dottoressa, eh). Allora buona lettura” Giovanni. -
Internazionale nera. La vera storia della più misteriosa organizzazione terroristica europea
Una nuova verità sulle stragi e la strategia della tensione in Italia.rnrn «Gli altri si sono arresi, io no.» - rnGuérin-Sérac alias Yves Guillournrn«Guérin-Sérac era un uomo molto pericoloso. Era uno che la vita l’aveva rischiata sul serio, sui campi di battaglia di mezzo mondo. Per questo era rispettato da tutti.» - rnVincenzo VinciguerrarnrnUn giallo che ha segnato l’Italia. Un’organizzazione terroristica che ha operato nell’ombra beffando giudici e tribunali. Poi, improvvisamente, i capi sono spariti nel nulla. L’intero archivio, ritrovato in un covo segreto, è scomparso. Nessuna traccia del leader carismatico Guérin-Sérac, già combattente in Corea, Indocina e Algeria, militante dell’organizzazione paramilitare clandestina Oas (Organisation armée secrète), poi fondatore di Aginter Presse. Perché? Cosa era davvero Aginter? Per conto di chi operava? Con quali soldi? Da chi era controllata e protetta? Che ruolo ha avuto nella strage di piazza Fontana?rnFinalmente questo libro porta un contributo di verità importante e inedito. Andrea Sceresini ha seguito le tracce di Guérin-Sérac, ha raccolto la testimonianza esclusiva del numero due di Aginter, ha ripreso le inchieste giudiziarie e gli articoli di giornale dell’epoca, ha incontrato Vincenzo Vinciguerra e Pierluigi Concutelli, amici di Guérin-Sérac e protagonisti della stagione di terrore e violenza che ha insanguinato l’Italia, è riuscito a entrare in possesso di alcune foto anche recenti del capo di Aginter. Ha imbastito una vera caccia all’uomo che conduce fi no a una misteriosa setta neotemplare. Qualcuno ha raccolto l’eredità di Aginter. Quel mondo non è scomparso.rnLe ultime notizie di Guérin-Sérac risalgono al 2006, durante un summit in Spagna dedicato alle religioni. «L’unica cosa che ricordiamo di lui è che arrivò alla testa di un piccolo gruppo, l’associazione Vida-Muerte-Vida.» Vita, morte, vita, come un messaggio cifrato, l’ultima traccia di Guérin-Sérac. -
Partigiano in camicia nera. La storia vera di Uber Pulga
La storia intensa e drammatica di un travaglio che non è solo umano e personale, è quello di un intero paese.rnrnPartigiano e fascista: oggi Uber Pulga è ricordato così. Com’è possibile? La storia di quest’uomo straordinario, raccontata da Alessandro Carlini con grande trasporto e la forza di un coinvolgimento personale e familiare, rappresenta un’occasione unica per tuffarsi e rivivere i conflitti e le contraddizioni di anni funesti come quelli della Seconda guerra mondiale.rnrnNato nel 1919 a Felonica, in provincia di Mantova, Pulga sceglie il fascismo, si arruola, è addestrato al controspionaggio in Germania e inviato a Reggio Emilia come infiltrato in un gruppo di partigiani. Sarà promosso sul campo dallo stesso Mussolini che vorrà incontrarlo di persona.rnrnSpia e disertore, pluridecorato di Salò ed eroe della Resistenza, Uber Pulga è un uomo senza bandiere se non quella della propria coscienza. Una coscienza tormentata, mai pacificata, che lo porterà a vivere la delusione e il distacco dal fascismo ma non, come molti, cambiando casacca a guerra ormai persa. I documenti che l’autore di questo libro ha raccolto in anni di ricerche sul campo restituiscono l’immagine di un fuggiasco che aiuterà la causa partigiana senza smettere la camicia nera.rnUn partigiano in camicia nera, giustiziato per tradimento dai suoi stessi camerati repubblichini all’alba del 24 febbraio 1945. La storia intensa e drammatica di un travaglio che non è solo umano e personale, è quello di un intero paese. -
L' inutile fardello. L’insegnamento di uno straordinario teologo controcorrente
Una ricerca appassionata, paziente, vitale, mai paga di certezze stabilite una volta per tutte. Questa è la teologia che ha praticato Ortensio da Spinetoli, uno dei più profondi e inascoltati teologi italiani. rnrnrnIsolato, processato dal Sant’Uffizio, allontanato dall’insegnamento per i suoi libri e le sue lezioni, Ortensio non ha mai gettato la spugna, convinto che leggere e interpretare i testi sacri non fosse questione di autorità ma di competenza. Forte di questa consapevolezza, ha affrontato con coraggio e determinazione alcuni concetti teologici che sono un tabù per la maggioranza dei credenti. Il “peccato originale” (di cui Gesù mai ha parlato), l’“ultima cena”, l’“eucarestia”, la “verginità di Maria”, il “sacrificio della messa”, la “mistica del patire”, le basi stesse della dottrina cattolica sono indagate da Ortensio da Spinetoli con il rigore e la profondità che solo uno spirito libero può avere. Questo libro, un gioiello di sintesi e intelligenza che viene pubblicato postumo, è un omaggio alla teologia come impresa scientifica sempre aperta a nuove scoperte e brillanti intuizioni. Un manifesto per un salutare rinnovamento teologico della chiesa, mai come oggi così necessario. Una chiesa che per Ortensio è ancora ferma ai pensatori medievali.rnrnIn Appendice una lettera di Ortensio da Spinetoli a papa Francesco, del 20 settembre 2013, per la prima volta pubblicata in forma integrale. -
Quasi niente
Quasi niente ha il sapore antico delle storie narrate un tempo davanti al focolare. Storie che intrattenevano liberando sapienze semplici ed essenziali, di cui oggi si sente la mancanza.«Un’immersione totale nella cultura montanara, tra aneddoti, storie e personaggi destinati a lasciare il segno… un’etica del vivere bene, con semplicità.» - Panorama“Gli bastava quello che aveva, pochissimo per non dire niente, e non voleva affannarsi,rno coltivare aspirazioni. Al è dut nue fantats, al è dut nue. È tutto niente ragazzi, è tutto niente.rnPronunciava la frase sottovoce, quasi non volesse far fatica.”rnrnrn""Si può vivere con poco, quasi niente, considerando quel poco quasi troppo""""rnrnQuasi niente ha il sapore antico delle storie narrate un tempo davanti al focolare. Storie che intrattenevano liberando sapienze semplici ed essenziali, di cui oggi si sente la mancanza. In quest’epoca frenetica dominata dai miti del successo, della vittoria a ogni costo e dell’arricchimento, Corona e Maieron portano un contributo diverso e spiazzante. Parlano di sconfitta, fragilità, desiderio, pace interiore, lealtà, radici, silenzio, senso del limite, amore, rievocando personaggi leggendari come Anna, Silvio, Menin, Tituta, Tacus, Orlandin, Cecilia, Tin, il trio Pakai e molti altri. Uomini e donne che non hanno trovato spazio nei libri di storia ma hanno saputo lasciare un messaggio illuminante, che può trasformare le nostre vite. “Filosofastri” le cui minute sapienze tramandano la memoria di chi vive nelle piccole valli, dove non nevica firmato e ci si può chiamare da una costa all’altra.rnrnQuesto libro ha un precedente nella voce. Nasce dall’incontro tra due grandi amici che, in una conversazione appassionata e godibilissima, alternano delicatamente storie, aneddoti, riflessioni e citazioni regalandoci un piccolo e prezioso gioiello. Una filosofia minima e pratica che al linguaggio gridato preferisce l’arte di sussurrare, in cui l’etica del fare ha sempre la meglio sull’estetica dell’apparire. Una filosofia che proviene da un passato rievocato senza nostalgie. Un tempo in cui i valori erano vissuti concretamente non per moralismo ma perché aiutavano a stare meglio.rnrnQuasi niente è l’ultima traccia di un mondo ben diverso da quello in cui viviamo oggi. Un mondo duro, feroce, ma che ha ancora molto da insegnarci."" -
Vivo per questo
Un racconto trascinante. Una storia vera. Un romanzo di iniziazione.rnrnScena prima: Roma. Notte fonda. Un bambino dorme vicino a sua sorella maggiore quando arrivano la polizia e l’ufficiale giudiziario per lo sfratto esecutivo. Lei si chiama Fatima, lui Amir. “Ho dieci anni, stringo il mio fagotto di vestiti e mi vergogno. In strada, di notte. E adesso?”rnVivo per questo è un viaggio trascinante in una Babele metropolitana di colori, culture, suoni e voci. È la storia di un bambino e di una famiglia sempre in bilico sull’orlo della legalità. Una storia che parte veloce su una tavola da skate, correndo sui marciapiedi di Tor Pignattara inseguita da negozianti inferociti, con Roberto detto Kyashan e Napoleone, amici inseparabili. Una storia che segue le movenze irresistibili della breakdance con Crash Kid, amico e mito scomparso troppo presto. Una storia che attraversa le scorribande del writing, anima nera della street art: la ricerca di un codice, le crew di quartiere, i tag per riconoscersi e sentire di esistere. Una storia che si carica con l’energia della hip house per poi scivolare nel rap, l’isola del tesoro, il collettivo Rome Zoo e piazzale Flaminio, la casa da abitare, il ritmo da cui farsi travolgere.rnIn una escalation di incontri, esperienze ed emozioni, Amir Issaa ha scritto un libro che non è l’autobiografia rituale di un artista ma è soprattutto un ritratto generazionale. Un romanzo hip hop di iniziazione alla vita con decine di personaggi e una controcultura travolgente: una terra promessa che ha liberato tante adolescenze difficili dalle vertigini del caos. -
Il trucco c'è e si vede. Inganni e bugie sui cosmetici. E i consigli per difendersi
La triste realtà è che un’informazione attendibile e critica sui cosmetici nel nostro paese praticamente non esiste.rnrnSiamo sommersi da ogni tipo di informazione sui cosmetici. La televisione ci bombarda di pubblicità, le riviste reclamizzano le ultime novità in fatto di mascara e di miracolosi shampoo riparatori e, in particolar modo su internet, ci imbattiamo di continuo in articoli che ci mettono in allarme su prodotti e ingredienti che ci possono causare disturbi e malattie. Siamo frastornati.rnrnDi quello che ci spalmiamo addosso sappiamo solo ciò che il marketing vuole farci sapere, ovvero poco e, soprattutto, non sempre qualcosa che sia in grado di aiutarci a scegliere in maniera consapevole. La triste realtà è che un’informazione attendibile e critica sui cosmetici nel nostro paese praticamente non esiste.rnrnBeatrice Mautino, biotecnologa e divulgatrice scientifica, ha provato a ovviare a questa grave lacuna mettendosi dalla parte di chi entra in un negozio e vuole acquistare prodotti efficaci e non dannosi per migliorare il proprio aspetto e il proprio benessere, senza essere ingannato dalla pubblicità. Così fra le pagine di questo libro troverete molte risposte alle tante domande che ci facciamo ogni giorno sui prodotti contro le rughe e la cellulite, sulle creme solari, gli shampoo, le cerette e tanto altro. Non troverete pubblicità, ma solo i trucchi, quelli veri, per difendersi da truffe e false promesse. rnrnIn Appendice: Leggende e miti da sfatare -
Gli abusi del Fisco. Scandali, ingiustizie, sbagli. Come possiamo difenderci
Dalla testimonianza di ex funzionari dell’Agenzia delle Entrate rne sulla base di documentazione accertata, rnla verità su come gli italiani onesti sono ingiustamente vessati dal Fisco.rnrn“Il controllo degli scontrini è una guerra non tanto tra poveri, ma ai poveri.”rnrn“Chi viene da voi riceve premi e/o riconoscimenti per i risultati ottenuti. Scordatevi che si metta nei vostri panni... Chi fa rispettare i propri diritti e punta i piedi ha più probabilità di uscire indenne da un’ingiustizia."" - Luciano Dissegna, ex funzionario Agenzia delle entraternrnrnLa vita è una tassa. Si pagano tasse sulla nascita e sulla morte, persino sui fiammiferi, sulla birra (oltre che su tutti gli altri alcolici), sulle scommesse ippiche e, nascoste sotto altre voci, persino sulla guerra in Etiopia del 1936. A gestire gran parte delle imposte dirette e indirette è l’Agenzia delle entrate che è diventata, di fatto, la più potente istituzione economica del paese, di conseguenza i danni che è in grado di provocare sono enormi, come dimostra bene questo libro, per certi aspetti sconvolgente, perché costruito anche grazie alle testimonianze di ex funzionari dell’Agenzia. rnTroppi imprenditori sono finiti nel tritacarne tributario pur non avendo evaso un solo euro. Lo dicono le sentenze: errori da terza media, calcoli presuntivi senza criterio, formule cervellotiche tutte orientate a gonfiare gli accertamenti fiscali. L’Agenzia dovrebbe occuparsi dell’evasione, eppure i tre quarti degli incassi sono frutto di pagamenti “spontanei”, una tantum, interessi e sanzioni spesso dovuti a banali errori e ritardi, e l’80 per cento circa delle dispute riguarda accertamenti tra 0 e 100.000 euro. Recuperi esigui.rnE i pesci grossi? Troppo complicato: più facile prendere di mira coloro che già pagano o qualche nome di richiamo, a scopo dimostrativo, le grandi imprese meglio lasciarle stare. Come difendersi dal torchio delle tasse? I dieci consigli di chi conosce bene l’Agenzia sono preziosi e fanno capire come il nostro rapporto col Fisco andrebbe completamente rifondato. Questo libro vuole essere un primo contributo per avviare questo cambiamento."" -
Regime alimentare. Pesca intensiva e allevamenti industriali: le conseguenze delle nostre cattive abitudini a tavola
Il libro che ha ispirato il docufilm ""Cowspiracy"""", visibile su Netflix.rnrn""""Un atto d’accusa contro l’industria della carne e del pesce e le nostre abitudini alimentarirnrnDopo questo libro sarà impossibile dire: “Io non sapevo”rnrnrnQuesto libro smaschera una lobby mondiale potentissima di cui troppo poco si parla, l’industria zootecnica, e illustra le conseguenze delle nostre abitudini alimentari, in particolare del consumo di carne, latticini, ma anche pesce, sull’ambiente e sulla nostra salute. rnOgni anno abbattiamo 70 miliardi di animali per uso alimentare – dieci volte la popolazione mondiale –, eppure ignoriamo queste proporzioni. Per produrre un chilo di carne bovina occorrono circa 15.000 litri di acqua. Il 70 per cento delle foreste pluviali è stato abbattuto o bruciato per lasciare sempre più spazio agli allevamenti intensivi. rnrnCiò che mangiamo genera giorno dopo giorno più inquinamento e surriscaldamento climatico di tutte le autovetture, gli aerei, gli autobus e i camion messi insieme. Ci vengono suggerite buone pratiche ecologiche quotidiane – la raccolta differenziata, un impiego domestico moderato di acqua, l’acquisto di lampadine a basso consumo, l’uso della bicicletta e dei mezzi pubblici –, ma nessuno ci dice con chiarezza che il fattore più devastante per l’ambiente in cui viviamo non sono le automobili o le grandi fabbriche bensì il nostro regime alimentare. Spesso sono le stesse associazioni ambientaliste a coprire gli affari e gli interessi dell’industria zootecnica. “Regime alimentare” è un libro politico e un pamphlet ricco di dati che invita a un consumo alimentare più consapevole. Per il nostro benessere e per la salute dell’ambiente in cui viviamo."" -
La cura. Se l'Italia fosse un corpo umano
L’Italia è un corpo malato e come tale va trattato: occorre fare una cartella clinica che riporti l’esito degli esami, la diagnosi e la terapia. rnrn“Se davvero vogliamo curarlo e guarirlo, questo benedetto paese, forse è arrivato il momento di guardare l’Italia in modo diverso da come abbiamo fatto finora: non più come un luogo lontano, ma come un corpo vicino; non più uno Stato distante e un paese che arranca, ma un organismo malato da studiare, curare, persino amare.”rnrnrnCi voleva un ex ricercatore in neurobiologia per individuare in maniera scientifica le principali malattie che ci impediscono di correre. Dall’insufficiente ormone della crescita all’Alzheimer che incombe sulla nostra ricerca.rnUn approccio unico, un’idea semplice. L’originalità del libro consiste infatti nel paragonare gli affanni dell’Italia ad alcune delle più note malattie dell’uomo che, descritte in modo essenziale all’inizio di ciascun capitolo, aiutano a chiarire i problemi della nostra società e della nostra economia, nella speranza di trovare, tutti insieme, il modo migliore per curarli. Perché l’obiettivo, al di là del gioco e della metafora, è spingere ciascuno di noi a comprendere che la salute di questo grande corpo non dipende da un destino testardo o da poteri misteriosi, ma dalle “cellule” che lo compongono.rnSiamo noi, con le nostre scelte e i nostri voti (compresa l’illusione di “non votare”), che decidiamo a quale dottore consegnare la salute del nostro paese. Conoscere le malattie che lo affliggono e le cure di cui ha bisogno è il modo più efficace per scegliere il medico migliore. -
La strategia dell'inganno. 1992-93. Le bombe, i tentati golpe, la guerra psicologica in Italia
Il periodo più nero della nostra Repubblica. La grande crisi di sistema che colpì l’Italia tra il 1992 e il 1993, e che trovò soluzione nella nascita della Seconda repubblica, è segnata da avvenimenti tragici dai risvolti ancora non chiari. rnrnIl cosiddetto golpe Nardi, l’assalto alla sede Rai di Saxa Rubra da parte di un gruppo di mercenari in contatto con la Cia, le stragi di Milano, Firenze, Roma, quelle mafiose di Palermo, il black-out a Palazzo Chigi, e in mezzo Tangentopoli, gli scandali del Sismi e del Sisde, la fine dei partiti storici, la crisi economica.rnLa sequenza di avvenimenti di quel biennio ricostruita in questo libro ha qualcosa di impressionante e fa pensare a una regia che passa attraverso le nostre stesse istituzioni. Come dimostra l’autrice, tutti questi fatti portano il segno di una grande opera di destabilizzazione messa in pratica anche con la collaborazione delle mafie e con l’intento di causare un effetto shock sulla popolazione, creando un clima di incertezza e di paura, e disgregando le nostre strutture di intelligence.rnCentinaia di testimonianze, inchieste, processi hanno offerto le prove che in Italia è stata combattuta una guerra non convenzionale a tutto campo e sotterranea.rnFurono azioni coordinate? E se sì da chi? Non lo sappiamo. Di certo tutte insieme, in un contesto di destabilizzazione permanente, provocarono un ribaltamento politico generale. Un golpe a tutti gli effetti. -
Il paradiso dei ricchi. Così l’Europa dell’austerità difende gli interessi di milionari e multinazionali. Storie, documenti, testimonianze inedite
Grazie a clamorosi scoop giornalistici, al coraggio di chi ha diffuso documenti riservati rimediando multe e condanne, finalmente è stato scoperchiato il bluff delle tasse e della finta concorrenza fiscale.rnrn“Ora so, sappiamo tutti. Per vent’anni alcuni Stati membri hanno fermato il cammino dell’Europa verso una tassazione pulita e contro i crimini finanziari.rnLo sappiamo, ma non possiamo renderlo pubblico.” - Sven Giegold, deputato al parlamento europeo, membro della commissione speciale Taxernrn“Farei la stessa cosa: non avevamo altra scelta, volevamo diversificare la nostra economia.” - Jean-Claude Juncker, già premier del Lussemburgo, attuale presidente della Commissione europearnrnGrazie a clamorosi scoop giornalistici, al coraggio di chi ha diffuso documenti riservati rimediando multe e condanne, finalmente è stato scoperchiato il bluff delle tasse e della finta concorrenza fiscale. Questa inchiesta apre la scatola nera dell’Europa unita, racconta le ragioni di un grande inganno ripercorrendo con chiarezza e passione anche storie del passato recente, quando protagonisti della finanza offshore erano personaggi come Sindona, Gelli, Calvi.rnAusterità, sanzioni, migranti da cacciare, frontiere da chiudere. è in corso un dibattito violento sull’Europa, troppo spesso ideologico, pericoloso. Questo libro prova a spostare l’attenzione a partire da documenti rivelatori che raccontano il trattamento fiscale di favore ricevuto da milionari e multinazionali. Siamo in Lussemburgo, sede di alcune tra le più rappresentative istituzioni comunitarie.rnIl presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, siede da anni al vertice di un sistema scandaloso (è stato definito “il cartello delle tasse”). Legale, naturalmente, ma contrario al più elementare senso di giustizia (ci sono multinazionali che pagano meno dell’un per cento di imposte). Leo Sisti racconta come funziona, chi ne ha beneficiato, com’è stato smascherato. rnElusione ed evasione fiscale costano alle casse comunitarie mille miliardi di euro all’anno. è decisivo partire dal tema delle tasse per dare sostanza al dibattito sull’Europa. Per riconquistare un sentimento di appartenenza. Per rispondere ai populismi di destra che vogliono un’Europa chiusa e sempre meno libera.