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L' anticavallo. Sulle strade del Tour del '49 e del Giro del '76
In questo libro c'è l'alfa e l'omega - il Tour del 1949 e il Giro d'Italia del 1976 - del lungo itinerario compiuto da Brera sulle piste di uno sport che proprio in quell'epoca conosce la sua stagione mitica e s'indora di leggenda. Le strade polverose della Francia - percorse da Coppi e da Bartali, nonché dall'eterno terzo rivale Fiorenzo Magni e da Van Steenbergen, Robic, Bobet, Kubler - si congiungono, nell'""Anticavallo"""", allo snodarsi del Giro del 1976. Tappa dopo tappa si risale dalla Sicilia sino al serrato finale e al trionfo lombardo che accoglie il nuovo campione, quel Gimondi, maglia rosa '76, che s'impose dopo un acceso confronto che l'ha opposto ad avversari come Merckx, Baronchelli, Moser, Bitossi, De Vlaeminck. Ancora una volta le parole di Brera dimostrano di poter sopravvivere lungo i decenni. Sono schegge che rompono la prigionia della cronaca spicciola e volano a tessere trame di pura letteratura: i momenti epici e gli antagonismi inveleniti, i personaggi leggendari e i dimenticati gregari. Postfazione di Paolo Brera."" -
I campioni vi insegnano il calcio
"Alla base di questo libro c'è un curioso retroscena: un mio piccolo intelligente lettore scrisse una severa lettera a Helenio Herrera, tecnico dell'Inter, rimproverandogli la mancanza di senso euclideo. Era un mio tipico modo di dire, e H. H. me ne fece amabile colpa. Il piccolo intelligente lettore mi diede l'idea d'un corso di lezioni di calcio alla buona, senza complicazioni di termini gergali, tiritere geometriche e troppo sottili divagazioni psicologiche. Che se poi il libro, destinato ai ragazzi, dovesse riuscire utile a qualche paparino, tanto di guadagnato"""". """"I campioni vi insegnano il calcio"""" è uno dei libri di Brera più piani e """"commestibili"""", accessibile a qualsiasi lettore voglia conoscere Gianni Brera." -
Il chiodo di Cristo. Storia di una reliquia del Duomo di Milano
I chiodi della croce di Gesù, secondo un'antica tradizione alla quale contribuirono anche pagine di sant'Ambrogio, sarebbero stati ritrovati da Elena, madre dell'imperatore Costantino, durante il suo viaggio in Terra Santa. Si narra che ella decise di lasciare a Gerusalemme il legno su cui morì il Salvatore, ma i chiodi li portò con sé, a Roma. Racconti e testimonianze aggiunsero che uno di essi fu adattato per diventare un morso di cavallo; un altro fu montato sull'elmo di Costantino, affinché l'imperatore e il suo destriero fossero protetti in battaglia. Queste reliquie ferree, che per taluni erano tre e per altri quattro (Gregorio di Tours, vissuto nel VI secolo, indica il numero maggiore), oggi si troverebbero a Roma, a Monza (uno dei chiodi sarebbe montato nella Corona Ferrea), a Colle Val d'Elsa e nel Duomo di Milano. -
Il mio vescovo e le animalesse
È la storia del vescovo Rovati, ambientata in quella striscia di terra della campagna pavese, tra il Po e l'Olona, dove si trova il podere della Speziana. È un posto cupo e sinistro la Speziana, dove succedono nefandezze e turpitudini, delitti mostruosi. E non certo per caso, ma perché da quelle parti pare che il Maligno abbia deciso di eleggere residenza. Ne conseguono tristi fatti: incesti, parricidi, casi di poligamia, battesimi sacrileghi. -
Filosofia, linguaggio, arte. Linee di confine
Al termine del primo ciclo di incontri presso il Circolo Filologico Milanese, una serata dedicata ai sottili confini che intercorrono tra filosofia, linguaggio e arte durante la quale sono intervenuti Luca Guzzardi (che dopo un breve percorso storico racconta come la ""grande filosofia"""" oggi si specializzi declinandosi in filosofia della scienza, del linguaggio, del diritto, cognitiva, quasi che l'unità si ritrovi nel frammento), Roberto Cirillo (che ripercorre le tappe fondamentali della linguistica in un racconto entusiasmante che da De Saussure a Chomsky ce ne svela il ruolo fondante nella cultura contemporanea), e Luciano Tellaroli (il curatore della rassegna con cui entriamo nelle opere di artisti - da Paolo Uccello sino alla postmodernità di Kossuth - in cui i confini tra filosofia, arte e linguaggio si fanno sempre più esili)."" -
Le filosofie del grande Oriente
La rassegna ""Vale Philosophia!"""", a grande richiesta, si è ampliata fino a includere il pensiero orientale e islamico: Giangiorgio Pasqualotto (Le filosofie del Grande Oriente), Armando Torno (Storia e attualità del pensiero filosofico russo), Massimo Campanini (Pensiero islamico contemporaneo) sono intervenuti in tre serate conclusive al Circolo Filologico Milanese per esplorarne storia e contemporaneità. Nelle filosofie del Grande Oriente Pasqualotto fa un inedito raffronto tra la filosofìa orientale e quella occidentale sfatando luoghi comuni sulla presunta irrazionalità del Pensiero Orientale e raccontando la grande tradizione di scuole di logica formale, che hanno condotto grandi riflessioni anche su temi come il Vuoto e l'Essere. Lungi dal proporre un confronto erudito, questo intervento illustra una pratica di pensiero, le molte analogie e differenze, anche incarnate da personalità di enorme valore storico e filosofico per entrambe le tradizioni (Laozi, Confucio, Plotino, Heidegger...). Presentazione di Luciano Tellaroli."" -
L' abatino Berruti. Scritti sull'atletica leggera
Un ""filo rosso"""" legò sempre Brera all'atletica leggera. Un rapporto """"ancestrale"""" che inizia con il primo articolo firmato per """"La Gazzetta dello Sport"""" il 18 agosto 1945, e proseguirà ininterrotto sino all'ultimo. Brera, addirittura, tra il 1953 e il 1956 ricoprì la carica di Consigliere nazionale della FIDAL: un impegno da dirigente militante, inusuale e perciò tanto più sentito e appassionato, all'interno della sua ricchissima biografia pressoché interamente dedita alla scrittura giornalistico-sportiva. In una esplorazione della straordinaria versatilità, narrativa e linguistica """"breriara"""", non poteva quindi mancare una piccola antologia di scritti sull'atletica leggera. Pagine saggistiche e di cronaca tratte da alcuni dei suoi principali lavori sul tema: """"Atletica Leggera. Scienza e poesia dell'orgoglio fisico"""" (1949); """"Atletica e Scuola"""" (1951) con Gian Maria Dossena; """"Il sesso degli ercoli"""" (1959); """"Atletica leggera. Culto dell'uomo"""" con Sandro Calvesi; nonché dall'intensissima attività giornalistica a """"La Gazzetta dello Sport"""", """"Il Giorno"""", """"la Repubblica"""", """"Il Guerin Sportivo"""". Una rilettura e riscoperta di uno dei tanti Brera, regalatici dalla sua inesauribile verve creativa. Postfazione di Paolo Brera."" -
Il pensiero islamico contemporaneo
La rassegna Vale Philosophia! si è ampliata fino a includere il pensiero orientale e islamico: Giangiorgio Pasqualotto (Le filosofie del Grande Oriente), Armando Torno (Storia e attualità del pensiero filosofico russo), Massimo Campanini (Pensiero islamico contemporaneo) sono intervenuti in tre serate conclusive al Circolo Filologico Milanese per esplorarne storia e contemporaneità. È diffusa convinzione che la filosofia islamica abbia raggiunto l'acme nel Medioevo e che in età contemporanea abbia ben poco da dire. Dalla rinascita ottocentesca allo scontro con la modernità, all'impatto con la dimensione politica, alle posizioni più recenti, l'intervento di Campanini traccia un utile profilo del pensiero islamico contemporaneo, che si rivela portatore di contenuti ricchi e fecondi. Come già in epoca medievale, esso si rapporta dialetticamente con il pensiero e la filosofia occidentali, ma sviluppa proprie linee originali di ricerca ripensando la tradizione. Ne emerge un quadro vario nel quale, accanto alle posizioni tradizionaliste, si moltiplicano voci dissonanti e coraggiose, anche femminili, in cerca di una nuova identità nel contesto di una cultura islamica proiettata nel moderno. -
La filosofia in Russia
La rassegna ""Vale Philosophia!"""" si è ampliata fino a includere il pensiero orientale e islamico: Giangiorgio Pasqualotto (""""Le filosofie del Grande Oriente""""), Armando Torno (""""La filosofia in Russia""""), Massimo Campanini (""""Il pensiero islamico contemporaneo"""") sono intervenuti in tre serate conclusive al Circolo Filologico Milanese per esplorarne storia e contemporaneità. Armando Torno, fine estimatore della storia culturale russa, ne illustra il paesaggio filosofico e letterario. Un excursus, ricco di particolari e aneddoti, che racconta il pensiero russo dall'influenza di Bisanzio alla contemporaneità di Pavel Florenskij."" -
Gli occhi della follia. Giullari e buffoni di corte nella storia e nell'arte
Tito Saffioti in questo volume, riccamente illustrato e con un'iconografìa presentata per la prima volta al lettore italiano, si occupa di buffoni di corte, con l'intento di raccontare la loro attività ""professionale"""", ma anche di badare al fatto che la loro vita era angustiata o rallegrata da una miriade di fatti che, spesso, nessuno si è preso la briga di annotare."" -
Colloqui sulla poesia. Con DVD
Il libro, con prefazione di Isabella Vincentini, raccoglie 22 interviste fatte al poeta milanese dal 1990 al 2007 e pubblicate su quotidiani e riviste ormai introvabili. È un libro importante per chi vuole approfondire la poesia di uno dei maggiori poeti contemporanei. Questi dialoghi offrono una chiave di accesso che nessuno studio critico può offrire. Allegato al libro troviamo un DVD, con delle immagini inedite di Milo De Angelis. Dura circa un'ora ed è diviso in tre tempi. Il primo, girato da Viviana Nicodemo, si intitola ""Un nome della via"""" e ci conduce nei luoghi del poeta, nelle sue amate strade di periferia. Il secondo è una breve parentesi francese e ci mostra De Angelis nell'inverno del 1993, ospite della """"Maison des Ecrivains"""" di Saint-Nazaire. Il terzo, infine, è un dialogo con il poeta Stefano Massari, avvenuto all'inizio del 2006 nella casa milanese di via Bovisasca, dove ascoltiamo De Angelis che legge i suoi testi e ci parla di alcuni dei suoi temi centrali."" -
La leggenda dei mondiali
Il libro è un omnibus di scritti di Brera. La leggenda dei Mondiali è la storia breriana del calcio ai massimi livelli, quelli raggiunti dalle squadre nazionali nei campionati del mondo. Il libro è una sintesi storica delle 14 edizioni del campionato. Contiene la descrizione dei ruoli e dei moduli del calcio, esemplificati attraverso i grandi campioni che nei decenni ne hanno esaltato l'essenza. Il saggio esprime l'interpretazione breriana del gioco, dei ruoli, delle tattiche e contiene il ritratto tecnico e umano di campioni indimenticabili come Meazza, Di Stefano, Puskas, Pelé, Schiaffino, Riva, Facchetti, Rivera, Suarez, Mazzola, Corso, Domenghini e tanti altri. -
La riscoperta dei capolavori dell'Occidente
"Sono settecento anni all'incirca che, con augusto augurio, l'illustre Roma è stata fondata."""" È con queste parole che il poeta latino Quinto Ennio chiudeva, molto probabilmente, i suoi """"Annali"""". Sono parole che sembrano dare inizio a un viaggio straordinario che coinvolgerà l'Occidente per molti secoli. I Latini gettano le basi per le lingue moderne, diffondono l'alfabeto, i generi letterari, gli eroi della loro tradizione, il paganesimo prima e il cristianesimo poi. Ma è solo l'inizio: dopo la sua fine, Roma genererà un mito che influenzerà il Medioevo e sarà riscoperto nell'Umanesimo, fondando modelli noti a tutte le letterature europee. È questo il processo di trasmissione e il dialogo che Pierre Laurens, studioso e professore emerito presso l'Università La Sorbonne di Parigi, ha ripercorso nella sua nuova """"Histoire critique de la littérature latine"""", edita da Les Belles Lettres nel 2014." -
Due o tre cose che ho saputo sulla stupidità
Non ho mai pensato di definire la stupidità attraverso un testo che ne chiarisse i confini, le caratteristiche, lo stato in cui si trova. Ho però sempre creduto che alcuni tra i filosofi di riferimento per la storia del pensiero avessero gli antidoti per allontanarla, o quantomeno per non cadere nelle sue spire. Non possiamo dire che Platone o Seneca fossero degli stupidi, anche se talvolta hanno pensato cose irrealizzabili; né credere, come fecero più per vezzo che per convinzione taluni grandi illuministi capeggiati da Voltaire, che i teologi scolastici approfittassero di questa invadente signora per diffondere le loro interminabili discettazioni. Schopenhauer poteva inveire contro Hegel e gli idealisti in generale, bollando come inutili e assurdi i loro sistemi, ma non si spinse ad affermare che quei cattedratici suoi rivali fossero degli stupidi. Nietzsche era definibile clinicamente pazzo, ma fu lontano dal contagio del sottile morbo che invece aveva colpito altri protagonisti della cultura, almeno durante gli anni in cui egli scrisse ""Così parlò Zarathustra."""" Di Heidegger si potrà anche parlare male, ed egli ha offerto molte possibilità per farlo, ma nessuno può affermare con ragionevoli prove che fu uno stupido. Insomma, la filosofia alta è immune dal male in questione, anche se molti esegeti o professori o compilatori di manuali che hanno parlato di codesti grandi possono essere veramente degli stupidi."" -
I mondiali di calcio 1930-2014
È dal 1994 che Gianni Brera non assiste più a un mondiale di calcio. D'altra parte, tutti sappiamo quanto egli avesse fatto per cantarne la leggenda nel migliore dei modi. Nella prima parte di questo libro l'autore esalta i grandi campioni, illustra le tattiche, spiega pregi e difetti delle varie scuole nazionali, svela retroscena geopolitici e diplomatici e approda a un'interpretazione critica dell'evoluzione del gioco pienamente soddisfacente, raggiungendo una sorta di onniscienza profetica. Gianni Brera indicava un solo pericolo per la massima manifestazione del gioco più bello del mondo: ""l'eccessiva sapienza tattica di quasi tutti i protagonisti, la quale potrebbe ingenerare un continuo susseguirsi di gesti ampiamente previsti e quindi stucchevoli da loro parte"""". Il libro è completato con i capitoli sui Mondiali dal 1994 al 2008 scritti da Gigi Bignotti e quelli dal 2010 al 2014 redatti da Alberto Figliolia."" -
Indovina il film. Una scena, un'immagine appena...
"Questo libro nasce dal lavoro fatto per la rubrica 'Una scena, un'immagine appena' del settimanale 'Sette' del 'Corriere della Sera', e dalla mia voglia di non dimenticare e di condividere con gli altri le emozioni che ho provato guardando un film che si è distinto per il suo valore artistico. Nelle pagine trovate duecento schede o quesiti, duecento scene descritte nel dettaglio, divise in undici capitoli o livelli. Più si va avanti e più diventa difficile indovinare il film a cui appartengono. Si parte da un primo gruppo dove ci sono le pellicole più recenti e che hanno avuto molta popolarità tra il pubblico, per arrivare all'ultimo, con i film detti """"di nicchia"""" o per cinefili, con i classici del cinema di tutti i tempi. Questo libro può essere usato in vari modi: come gioco (ogni scena indovinata vale un punteggio a seconda della sua difficoltà), per mettere alla prova la propria memoria visiva e il proprio amore per la settima arte, oppure per passare delle piacevoli serate tra amici. Chi invece non ama il gioco, ma ama il cinema, può servirsi di questo libro per evocare i piacevoli momenti che ha trascorso davanti al grande schermo e ritrovare per un attimo le emozioni provate nella buia sala di un cinematografo. Ovviamente le soluzioni le trovate in fondo al libro."""" (Roberto Burchielli)" -
La fine del cinema?
"La fine del cinema?"""" Un breve saggio di Roman Jakobson del 1933 sul passaggio dal cinema muto al sonoro. Il critico e linguista russo, attraverso una rassegna delle posizioni semiotiche relative al cinema, nate in ambito formalista, critica la posizione di chi considera la fine del cinema muto come la fine del cinema come arte. Fondamentali, all'interno dello scritto, le riflessioni di Jakobson sul cinema come sistema di segni, che anticipano le posizioni di Lotman e Pasolini sul cinema come lingua." -
La natura artistica delle stampe popolari russe
Il saggio di Lotman analizza la struttura delle stampe popolari russe (""lubki"""") in relazione all'uso cui erano destinate e nel linguaggio del teatro popolare. La traduzione è corredata da un'introduzione sulla storia del """"lubok""""e del teatro popolare russo, entrambi scarsamente studiati in Italia. Il libro è tradotto e introdotto da Lucina Giudici."" -
La pacciada. Mangiarebere in Pianura Padana
"Se vale l'equazione ricette uguale dì di festa, il titolo 'La Pacciada' è più che indovinato. Queste non sono le ricette leziose degli chef di professione, sono quelle raffinate o rudissime delle cuoche obbligate delle società contadine. Luigi Veronelli le ha raccolte e le snocciola; non saprei dire quanto abbia esercitato il suo discernimento a favore delle versioni più aggiornate, quelle che (a differenza delle ricette prossime a quelle originali) non sono l'abituale pugno nel fegato della cucina lombarda. Io sono lombardo e dunque questa cucina è anche la mia, 'sed magis amica veritas'. Un conto è mangiare di magro sei giorni e rifarsi nella festa con un pasto da seimila calorie, che uno poi smaltisce abbattendo querce nella 'giroeula', un altro è potersi permettere di mangiare così ogni giorno e stipare calorie e lipidi in un corpo da sedentario. Gianni Brera esplora il retroterra storico dell'alimentazione descritta dalle ricette. E sono fra le pagine più belle che abbia mai scritto in questa vena. Non per nulla La Pacciada, alla sua prima edizione, fu un grande successo editoriale"""". (Dalla postfazione di Paolo Brera)" -
Apologia di Gaetano Bresci
Monza, 30 luglio 1900. Tre colpi uccidevano Umberto I, il re buono. A premere il grilletto era stato Gaetano Bresci, anarchico tessitore giunto dal New Jersey. Ma a sparare con lui c'erano i poveri, gli affamati, gli arrestati, gli anarchici al confino, i morti di Adua. Il popolo era allo stremo, le proteste di piazza dei Fasci in Sicilia e dei cavatori di marmo in Lunigiana erano state represse duramente dall'esercito. Era stato proclamato lo stato d'assedio e istituito il tribunale di guerra. A Milano il generale Bava Beccaris aveva sfamato la folla che chiedeva pane e lavoro con il piombo dei cannoni. Gaetano Bresci era giunto dall'America per uccidere il tiranno. E non importava che le sue azioni facessero parte di un più grande complotto americano o borbonico. Lui non era venuto per uccidere Umberto I. Era venuto per uccidere un re, era venuto per uccidere un principio. Un caso di rivolta popolare nei primi anni dell'Italia unita.