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Verso un manifatturiero italiano 4.0. Ricerca, tecnologia e non solo
È universalmente riconosciuto come il settore manifatturiero ricopra un ruolo centrale sia nelle economie avanzate sia in quelle in via di sviluppo, e che un suo futuro sia concepibile ormai solo nell'ottica di un modello «industria 4.0». Il dibattito oggi in corso è dominato dall'importanza di introdurre le tecnologie digitali (IoT, big data, intelligenza artificiale, cloud, automazione avanzata...) all'interno dei processi e delle organizzazioni aziendali, quasi come se una particolare dotazione tecnologica risolvesse da sola l'insieme delle problematiche e dei ritardi che si sono accumulati nel corso di questa lunga crisi. Pur nel pieno riconoscimento del ruolo essenziale svolto dalle tecnologie per assicurare un futuro al sistema produttivo nazionale in termini di innovazione di prodotto, di processo e di nuovi modelli di business, il volume offre una visione più ampia e di contesto intorno a quegli elementi che sono ritenuti prioritari per costruire una manifattura italiana 4.0. In quest'ottica, sono state raccolte testimonianze dirette di strutture significative pubbliche e private, che operano nell'ambito del sistema ricerca: Fca, Ericsson, Farmindustria, Fincantieri, LFoundry, Pirelli, Thales Alenia Space, Telecom, Cnr, Enea, Scuola Normale Pisa. Prefazione di Renato Ugo. -
I territori marginali e la quarta rivoluzione urbana. Il caso della Gallura
Gli effetti della «quarta rivoluzione urbana» sul territorio hanno profondamente riarticolato il concetto di città e campagna. Andiamo verso una società completamente urbanizzata in cui anche i territori più arcaici e selvaggi, come quello della Gallura, situato nella Sardegna nord-orientale e storicamente privo di città, diventano parte integrante di un complesso processo di ristrutturazione socio-spaziale, determinato da una riorganizzazione del capitale. Nell'indagare i fattori che hanno contribuito ad innescare questa trasformazione, il libro intende mettere in luce le fratture e le lacerazioni fra costa ed interno che essa ha prodotto, illustrando, al tempo stesso, come questo inedito orizzonte urbano, se reinterpretato in chiave progettuale, possa offrire opportunità ed opzioni di futuro anche per quei territori oggi marginalizzati dal complesso processo di ristrutturazione in atto. -
La stella e la mezzaluna. Breve storia degli ebrei nei domini dell'Islam
Due ricostruzioni storiche si fronteggiano circa i complessi, difficili e spesso ambigui rapporti tra ebrei e musulmani. Da un lato viene celebrata, venata da miti, la coesistenza andalusa medievale, stemperando le serie criticità che la strutturarono e attraversarono. Per converso, esiste una ricostruzione storica alternativa, riducente il rapporto tra ebraismo e Islam soltanto a incomprensione e odio. La ricchissima storia degli ebrei dimoranti nei domini islamici, che per secoli è stata «decisiva» per il plasmarsi dell'ebraismo che conosciamo, è la storia per lo più negletta o ignorata, affascinante e sofferta, che questo libro tenta di restituire sino agli albori del XX secolo. Nota introduttiva di Antonia Arslan. -
Un futuro da costruire bene
La globalizzazione pare in ritirata in un mondo «in pezzi», la presidenza Trump galleggia fra colpi di scena e promesse difficili da realizzare, fucine di instabilità si sono aperte dal Medio Oriente alla Corea. L’Europa cerca un futuro e l’Italia si trova di fronte alle elezioni, ma con la congiuntura finalmente al giro di boa.rnUn anno convulso il 2017, in cui tutto è stato in movimento, dalla società al clima. La sostenibilità dello sviluppo, che sta divenendo incerta, spinge a esplorare nuove vie, come l’economia circolare, per costruire un futuro «buono».rnDobbiamo puntare sul «fattore I», ossia sull’innovazione a tutto campo, senza il quale lo sviluppo sostenibile rischia di trasformarsi in stagnazione insostenibile. -
La democrazia del futuro. Le nuove sfide globali, il «caso Italia» e il ruolo del centrosinistra
Di fronte a cambiamenti epocali, il modello democratico tradizionale non regge più. I terrorismi, le spinte secessioniste, la precarietà del lavoro mettono in crisi le basi della convivenza, accrescendo a dismisura il potere del mercato. Un nuovo umanesimo fondato sulla dignità di ogni persona, sull'ecologia, sulla non violenza, è necessario anche per ricostruire il sistema istituzionale. Il centrosinistra è chiamato a rinnovarsi radicalmente, per diventare la casa dei riformisti progressisti e governare avendo come obiettivi lotta alle povertà, alle disuguaglianze, impegno per una democrazia europea. Un atto d'accusa contro le storture del potere, una proposta per rilanciare la politica democratica. -
Il viaggio dell'ingegner Terrone. Il pericoloso percorso di un coraggioso imprenditore del sud
La lega di Matteo Salvini, come confermato dalle elezioni politiche del 2018, non è più quella di Umberto Bossi. Questo movimento sta cercando di diventare sempre più un partito nazionale, che ha lasciato alle spalle ogni rivendicazione dell'indipendenza della Padania. Sta sicuramente cambiando pelle e ha perso per strada la parola «Nord», anche se le radici rimangono quelle padane. Si può dire, a questo punto, che la xenofobia nei confronti dei meridionali sia stata superata, mentre rimane viva quella nei confronti degli immigrati extracomunitari? È difficile ancora affermarlo con certezza, perché il cambiamento accelerato che Salvini ha impresso all'ex Lega Nord è solo iniziato. È certo però che il movimento di Bossi e dei suoi seguaci alimentava il razzismo nei confronti degli immigrati che negli anni Novanta arrivavano dalle regioni del sud in cerca di lavoro. Un caso esemplare è stato quello dell'ingegnere salernitano Francesco Terrone. Giunto a Lecco in cerca di un'occupazione, è stato vittima dell'atteggiamento ostile e vessatorio di alcuni imprenditori, impressionati non dalla capacità di lavoro e dalla preparazione universitaria e professionale, ma dal cognome: Terrone, che in lombardo si legge terùn. L'ingegnere, amareggiato, abbandona il Nord e ritorna nella sua terra, dove, con altri giovani ingegneri, dà vita a una azienda di servizi, formazione e controlli per la sicurezza sul lavoro, che oggi ha sedi in molte regioni italiane. Il libro racconta le vicende di questa sfida imprenditoriale, sullo scenario dello storico divario Sud-Nord (la questione meridionale) e della criminalità organizzata, ancora forte, ma non più considerata invincibile. -
Diario di bordo. Tra innovazione e cambiamento
Il libro raccoglie gli articoli pubblicati dal 2011 al 2017 all'interno della rubrica «Smart thinking» del periodico Longitude, mensile italiano di politica estera pubblicato in lingua inglese e distribuito in tutto il mondo. L'iniziativa di public diplomacy nasce da un'idea di Pialuisa Bianco, già responsabile del Forum Strategico della Farnesina e direttrice della rivista. Il filo conduttore della rubrica è lo sguardo rivolto alla politica internazionale e all'attualità economica, sociale, ambientale, finanziaria, per cercare di cogliere il «battito d'ali» che in altri lidi provoca tempeste. Uno sguardo curioso e attento che osserva con interesse anche il nostro Paese; la luce di un piccolo faro che segnala ai naviganti come l'innovazione e gli andamenti socio-economici globali siano tra loro collegati e quali pericoli o opportunità essi possano generare. L'autore non è mai assertivo e sprona anzi il lettore a porsi delle domande e a riflettere sui grandi cambiamenti che la crescente spinta dell'innovazione induce a tutti i livelli. Un invito a prepararci, finché siamo in tempo. Prefazione di Pialuisa Bianco e postfazione di Giulio Sapelli. -
Transizioni urbane. Regionalizzazione dell'urbano in Toscana tra storia, innovazione e auto-organizzazione
Esistono ancora le città nel modo in cui sono state tradizionalmente definite? Quale forma assumono i processi di urbanizzazione a scala regionale e globale? Quali progetti, strumenti e politiche di governo è possibile disegnare per i territori in transizione? Come garantire diritto alla città, giustizia spaziale e ricostruzione dei luoghi nel processo di trasformazione dei sistemi insediativi? Gli autori si confrontano con queste domande, soffermandosi sulle questioni caratterizzanti i processi di regionalizzazione dell'urbano in generale e in Toscana. Il libro esplora la dimensione dialettica delle transizioni urbane (spaziali, politiche, sociali) per una nuova idea di città e regione, indaga il ruolo dei margini mettendo in discussione i concetti di suburbano e post-urbano, individua le tendenze all'innovazione con riferimento alla pianificazione e alle politiche urbane, discute e misura le nuove forme di urbanizzazione regionale poli-nucleare in Toscana esplorando il ruolo della densità e della diversità, racconta le nuove pratiche trasformative di auto-organizzazione e di produzione sociale della città e, infine, suggerisce una strada per ripensare le città contemporanee e disegnare le città del futuro. -
Oltre il capitalismo. Macchine, lavoro, proprietà
Una nuova civiltà delle macchine appare all'orizzonte, una civiltà in cui lo 0,1 % della popolazione possiederò le macchine, lo 0,9 % le gestirà e il 99% sarà addetto al poco lavoro non automatizzato della grande impresa o giacerà nell'abisso della disoccupazione. Tracciando un affresco memorabile del nostro tempo, l'autore ci conduce oltre il pensiero unico dominante. In particolare, oltre il luogo comune per eccellenza, ovvero che esiste e sempre esisterà una sola forma economico-sociale di tipo capitalistico. A fronte di un capitalismo finanziarizzato e tecnologico che genera forte disuguaglianza, di una prassi che ha posto al centro dell'organizzazione sociale il denaro anziché il lavoro, di un futuro caratterizzato dalla disoccupazione (o sotto-occupazione) di massa, quale la via di uscita? Per Sapelli la strada è quella di un socialismo comunitario che riscatti e risollevi il «popolo degli abissi», quel 99% per cui si prospetta oggi un futuro quanto mai incerto. Prefazione di Giuseppe De Lucia Lumeno. -
Che fine ha fatto il '68? Fu vera gloria?
"Che fine ha fatto il '68"""" raccoglie ventitré brevi autobiografie di ragazzi del '68, ne racconta gli ultimi cinquant'anni, percorsi a passo leggero nel solco di giorni pieni e appassionati. L'arco temporale, da cui il caso o il destino ha scoccato la freccia di ciascuna delle vite qui raccontate, è teso tra la fine degli anni Trenta e quella degli anni Cinquanta. Nel decennio 1968/1978 i fili di queste generazioni si sono intrecciati. Su quel telaio esse hanno tessuto eventi e fatto storia. Da allora non hanno più smesso. Ora stanno abbandonando lentamente la scena, non per volontà propria, ma perché spinte dalle severe leggi biologiche. Il libro muove, senza confessarlo, anche da questa malinconica e realistica consapevolezza. Di qui la voglia di raccontare, per consegnare il testimone a chi sta davanti, nella staffetta delle generazioni. Senza la pretesa che qualcuno lo afferri. Perché il futuro che attendiamo noi è solo il futuro del nostro passato. A chi corre davanti a noi ne viene incontro un altro." -
Senti chi fuma. La «spinta gentile» verso la cessazione
Il fumatore nervoso, quello rassegnato, l'ex tabagista di successo, l'indeciso, il pentito. Esistono tante categorie di fumatori, quasi tutte accomunate dalla fatidica domanda che a un certo punto emerge inevitabile: «E se smettessi? Sì, ma come?». Mentre sono molti i libri che hanno affrontato il come dire addio alle sigarette, attraverso consigli di medici, psicologi e altri specialisti, nessuno si era ancora preso la briga di ascoltare i diretti interessati, le loro richieste, le motivazioni e i bisogni. Lo hanno fatto gli autori di «Senti chi fuma», da anni impegnati nella divulgazione dei temi più ""brucianti"""" del tabagismo. Lo hanno fatto utilizzando le più moderne tecniche di storytelling, una branca della medicina narrativa, utilizzando interviste semi-strutturate ad oltre venti persone che hanno affrontato il percorso di cessazione. Ne sono emersi due elementi fondamentali che devono orientare le politiche antifumo dei prossimi anni: solo i fumatori possono essere autori del percorso di cessazione, ma per ottenere risultati significativi, occorre che siano seguiti e sostenuti da una classe di medici formati a formulare proposte individuali e «ricevibili». Perché un fumatore, pur sapendo tutto dei danni procurati dalle sigarette, continua a fumare, anche in seguito a gravi problemi di salute? La risposta risiede anche nella psicologia cognitiva e nelle scienze comportamentali, in particolare nel concetto di «nudge», ovvero qualsiasi aspetto in grado di alterare il comportamento delle persone in modo prevedibile senza proibizioni. Una specie di «spintarella» nella direzione della scelta che si desidera ottenere. Prefazione di Valerio Fabio Alberti e introduzione di Stefania Polvani."" -
La servitizzazione. Dal prodotto al servizio. Per un futuro sostenibile senza limiti alla crescita
Resa possibile dal progresso delle tecnologie digitali, la trasformazione dell'economia del prodotto in economia dei servizi è una realtà ormai in atto. La capacità quasi miracolosa del digitale di «servitizzare», cioè di convertire il prodotto in servizio, ci offre una straordinaria opportunità di crescita sostenibile che vedrà tutti vincitori: le imprese, la società e l'ambiente. Anche perché la transizione al modo di produzione digitale non è, come accadeva in passato, riservata a poche imprese capaci di grandi investimenti; al contrario, è alla portata di tutte le imprese e in special modo delle PMI, perché il mondo del futuro non apparterrà ai più grandi ma ai più agili. Per accelerare il processo è necessario però un cambio di mentalità: serve una nuova generazione di consumatori più interessata all'accesso ai beni che al loro possesso. E soprattutto serve una nuova generazione di imprenditori in grado di utilizzare i mezzi straordinari messi a disposizione dalle tecnologie digitali, con cui creare imprese nuove, efficienti e sostenibili. -
Il lavoro che serve. Persone nell'industria 4.0
"II lavoro che serve"""" è quello che le macchine trasformano, ma non eliminano. Mentre la tecnologia ci cambia, a volte con il vento dell'innovazione disruptive, più spesso come un'onda lunga e graduale, la via italiana all'industria 4.0 ha un dato certo - prima vengono le persone con le loro capacità di far camminare le imprese, ciascuna nel proprio ruolo. """"Il lavoro che serve"""" sono storie di ordinaria bravura, annodate al paradigma digitale, dove il cambiamento non è più una ipotesi, ma un orizzonte sul quale ciascuno di noi si trova a dovere riflettere anche su se stesso." -
Il governo della città complessa. Verso una nuova formazione
Come si guarda e si interpreta oggi la città di fronte ai suoi problemi di gestione tecnica e amministrativa? In un tempo di incertezza politica, di frammentazione istituzionale e di dispersione urbana, sempre più le amministrazioni pubbliche sono chiamate a confrontarsi con molte questioni di management che riguardano le città in relazione a temi socio-economici, di mobilità e di abitabilità urbana. Il volume, promosso dalla Fondazione Dioguardi ed esito delle attività di un gruppo di ricerca del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani e del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, indaga diversi aspetti dei problemi e delle sfide della gestione urbana e rappresenta un'occasione per sviluppare un ragionamento sulle competenze che gli enti locali dispiegano nelle politiche urbane; al tempo stesso emerge dall'indagine la necessità di sviluppare nuovi percorsi formativi di urban management, ancora inediti in ambito europeo e internazionale, finalizzali a ripensare la città, in risposta ai dilemmi transcalari posti dallo spazio urbano contemporaneo: dal degrado delle periferie, alla sostenibilità sociale e ambientale, ai nuovi stili di vita. Premessa di Alessandro Balducci, Introduzione di Gianfranco Dioguardi. -
Il futuro addosso. L'incertezza, la paura e il farmaco populista
Il futuro appare fuori controllo, incombe sulle nostre spalle. Il rimedio populista placa l'ansia, il timore e la paura di restare schiacciati. Ma è davvero questo il nostro unico destino? La globalizzazione e gli sviluppi impetuosi della scienza e della tecnica generano la disintermediazione della democrazia e riplasmano la vita degli esseri umani provocando solitudine involontaria e spaesamento. Il futuro è illeggibile e sembra precipitarci addosso. I cittadini, ormai scettici e disillusi dalle magnifiche sorti preannunciate dal neoliberalismo, cercano nuove rappresentanze volgendo il loro sguardo all'indietro, verso un passato «idealizzato». L'ondata populista ha le sue radici in questo movimento retro-utopico. I populismi infatti, nelle loro molte varianti, ripropongono i nazionalismi o, comunque, comunità chiuse, immuni dai pericoli incombenti dall'esterno, che sarebbero in grado di proteggere da un cambiamento ormai incontrollabile. I populismi sono senza dubbio un farmaco potente, ma rappresentano davvero l'unico destino inesorabile della democrazia? O è ancora possibile pensare altri percorsi? -
Banca tech. La rivoluzione tecnologica nel credito vista dai vertici del sistema bancario
Fra dieci anni esisteranno ancora le banche? O la tecnologia le spazzerà via per sempre? Il rischio è concreto e la rapidità con cui evolve il settore del fintech alimenta il dubbio. Il settore, che da secoli è al centro del sistema capitalistico, alimentando progetti e promuovendo innovazione, rischia di cambiare profondamente, addirittura di scomparire. Prestare denaro all'epoca dei cosiddetti tassi zero, non è più remunerativo. Trasferire denaro - operazione che per anni ha fruttato laute commissioni - è diventato un gioco da ragazzi: basta una «app» per superare ostacoli spazio-temporali. Così agli istituti di credito negli ultimi dieci anni si è ristretto il perimetro della operatività. E nel prossimo decennio? Undici protagonisti del credito rispondono agli interrogativi sul futuro del settore. Una cosa è certa, se le banche sopravviveranno saranno molto diverse da come le abbiamo conosciute. Prefazione di Salvatore Rossi. -
Viaggio nell'innovazione. Dentro gli ecosistemi del cambiamento globale
Per acquisire una conoscenza efficace, quella più determinante per mettere in atto i cambiamenti, imprenditori e manager devono muoversi, devono viaggiare e visitare i luoghi dove nasce e si mantiene l'innovazione. Il libro parla di viaggi alla scoperta di ecosistemi che favoriscono il germogliare delle idee e delle loro applicazioni. Qui l'apprendimento presuppone la fatica e la gioia del viaggio che è di per sé un atto innovativo rispetto alla nostra quotidianità e alla nostra zona di comfort. Ma il viaggio e la visita a questi luoghi - aziende, parchi tecnologici, università, centri di ricerca, incubatori - costituiscono un formidabile acceleratore per la conoscenza di nuovi modelli di business e organizzativi che in breve tempo ci raggiungono modificando le nostre abitudini aziendali e i nostri mercati. Con la velocità esponenziale con cui i cambiamenti evolvono, diventa fondamentale apprendere per tempo questi nuovi modelli, interiorizzarli e agirli nella nostra realtà prima che sia troppo tardi. Non basta studiare tutto ciò a tavolino; si può davvero apprendere solo andando a visitare i luoghi dove le cose accadono: dalla Silicon Valley alla Chilecon Valley, dalla Israel Valley all'Indian city of Bangalore, dal Cambridge Science Park al Science Park Berlin Adlershof e tanti altri micro luoghi dell'innovazione, innescando un processo conoscitivo che non può prescindere dal contatto fisico e dall'emozione. -
Chi comanda in Italia. Nuova ediz.
Il potere in Italia è stato per quarant'anni l'intreccio tra partiti, grandi imprese e banche. Oggi lo scenario cambia e, nella rottura degli equilibri tra le forze, il Paese si sfalda, mentre le parti politiche si consolidano in strutture di dominio personalistiche. Il potere è ormai allo stato gassoso, in assenza di una classe dirigente capace di tenere insieme la nazione. La magistratura, oltre al dio denaro, sembra essere l'unica forma di potere rimasta, unitamente ai condizionamenti internazionali di una sovranità sempre più limitata, in cui l'egemonia americana è sostituita da quella tedesca. Un saggio di Antonio Pilati riallaccia l'analisi dell'autore alla situazione odierna, ravvisandone una continuità. Chiude il libro la traduzione della lettera aperta del 1996 di Helmut Schmidt, ex-cancelliere tedesco, a Hans Tietmeyer, allora presidente della Bundesbank: un documento archetipo di un potere statale forte dove si sa chi comanda. In Italia, non è dato saperlo. Con un contributo di Roberto Napoletano. -
La catastrofe delle élite. Potere digitale e crisi della politica in Occidente
Da vent'anni nel mondo crescono turbolenza politica, conflitti e resistenze alle istituzioni sovranazionali. Nel XXI secolo si è disgregato l'ordine politico che dopo il 1945 si era mantenuto per quarant'anni con il bipolarismo Usa/Urss e, nel decennio 1990-2000, con il predominio solitario degli Stati Uniti. Alla base di questa grande trasformazione c'è uno straordinario progresso tecnologico che incentiva delocalizzazioni, riforme dei processi produttivi, eliminazione di lavoro. Nasce una sempre più potente globalizzazione dell'economia che dà spazio a nuovi protagonisti (Cina, India, Iran, Turchia), mentre i sistemi politici occidentali patiscono la crisi sociale indotta dalla tecnologia, non comprendono con le loro classi dirigenti la rivolta degli esclusi e smarriscono la capacità di guida. Queste pagine cercano di ricostruire il filo degli eventi, passando dalla superficie visibile dei rivolgimenti politici alla dinamica che li sottende, generata dalla frattura sempre più aspra fra élite e perdenti dell'economia globale, per focalizzare infine il motore drammatico della trasformazione: la furia rivoluzionaria della tecnologia. -
Il mondo cambia pelle? 23º rapporto sull'economia globale e l'Italia
Un mondo in corso di mutazione, soprattutto l'Occidente al quale apparteniamo. Una frattura che corre lungo l'Atlantico, tra un'Europa sotto scadenza elettorale e l'America di Donald Trump che sfida il commercio internazionale; la difficile equazione tra lavoro e capitale a dieci anni dal crack Lehman Brothers; Mosca al bivio tra Washington e un'Asia sempre più cinese. E l'Italia, alla ricerca di una via tra la fine delle ideologie e nuovi paradigmi di sostenibilità non solo ambientale, ma anche politica, finanziaria e sociale. Una lettura per chiunque si ponga seriamente delle domande sul nostro presente e sul nostro futuro.