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L' immagine del burattino. Percorsi fra teatro, letteratura e cinema
L'oggetto burattino implica una presa di posizione riguardo a sé stessi, così come riguardo alla condizione dell'umano in generale, storica e spirituale. Tale presa di coscienza non avviene solo nel caso del burattino oggetto teatrale ma anche per quanto riguarda il suo simulacro. Al fine di comprendere più a fondo le particolari interpretazioni sull'esistenza umana di cui il burattino si fa spesso veicolo, questo studio segue la vita dell'immagine del burattino fuori dal palcoscenico e all'interno di vari campi della creatività. La grande ricchezza e varietà di questa forma di teatro in Italia fa del contesto nazionale un caso analitico ideale. Le diverse forme di teatro di figura italiane risultano essere alla radice di evocazioni particolari e discorsi specifici e quindi si dipanano in un vasto orizzonte di invenzioni, interpretazioni e fenomeni intermediali. -
Compagni scusateci, avevate ragione! Ricordi. Appunti. Documenti. Riflessioni. Un patchwork sul '56 pesarese
Il 1956 fu un anno drammatico. Allo sconcerto provocato dalle rivelazioni di un nume tutelare sovietico sui crimini e le illegalità avvenuti sotto il potere di Stalin, si aggiunse l'orrore per i fatti di Ungheria, dove il sollevamento popolare, provocato anche dalle dichiarazioni di Chruscëv al XX Congresso del Partito Comunista sovietico, fu represso nel sangue dall'invasione delle truppe sovietiche e dell'Armata Rossa. La reazione a questi eventi fu drammatica in tutto il mondo comunista... In particolare, a Pesaro, alcuni esponenti del Partito non accettarono la paralizzante logica che faceva appello al ""contesto storico"""", e, stendendo una bandiera con falce e martello, raccolsero povere lire per pagare il viaggio a Roma di una delegazione che parlasse direttamente al Segretario Generale del Partito Comunista Italiano. Attraverso questo """"patchwork"""" sul '56 pesarese, Giorgio Tornati cerca di dare risposta a una domanda cruciale: perché in un partito - quello pesarese - che osò tanto, in seguito, di fronte a situazioni altrettanto drammatiche o a situazioni politiche che richiedevano spirito innovativo, ci furono eccesso di cautele, resistenze dimesse, addirittura gregarie?"" -
Spazi neofantastici. Racconti di Primo Levi. Nuova ediz.
I racconti di Levi si ispirano a un groviglio di motivi, di argomenti, e di eventi della nostra esistenza, come della micro e della macro storia. Presentano un vasto materiale tratto dai moduli più disparati del fantastico: vi si avvicinano, innestano, e mescolano una dovizia di mitologie, di civiltà, e di tradizioni delle culture più lontane e più diverse. Allora si apprende che il realismo è il fantastico della vita. Gli accesi toni dell'umorismo collaborano allo sviluppo di parecchie funzioni dei racconti; sostengono l'andamento ludico del rovescio; enfatizzano profonde preoccupazioni ed inquietudini, come il sentimento tragico della vita; rafforzano la satira alle attività irrazionali dell'uomo, anche di come questi usa e abusa sia la scienza che la fantascienza... Il saggio di Zangrilli rivaluta l'enorme geografia neofantastica dei racconti di Levi, che la critica contemporanea ha spesso trascurato, come l'aspetto più moderno e significativo della sua opera di scrittore. -
Aneddoti dietro le quinte
Claudio Sora, dopo la formazione presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica ""Silvio d'Amico"""" a Roma, ha recitato con successo per nove anni al Teatro Stabile di Genova, scritturato da Luigi Squarzina. Nasce durante quella esperienza la salda amicizia che lo lega a Tullio Solenghi. Nel corso della sua bella carriera di attore ha interpretato ruoli impegnativi, in teatro e in RAI, accanto a tantissimi grandi nomi del teatro italiano. Ha recitato con Vittorio Gassman, Enrico Maria Salerno e molti altri, in Italia e in Sud America. In questo libretto l'autore ripercorre gli anni intensi della sua attività, ma non si limita, seguendo un ordine cronologico, a ricordare con affetto i compagni di lavoro, piuttosto tratteggia in modo ora divertito, ora commosso, ora malinconico, momenti di vita degli anni più belli, caratteri, definisce atmosfere, delinea ritratti, offre in altre parole suggestioni di momenti di vita."" -
Storie di Pesaro. Nuova ediz.
Vivere in una città senza conoscerla a fondo è un errore che commettiamo spesso. Siamo troppo presi da ritmi frenetici e spesso non alziamo nemmeno lo sguardo per osservare quello che ci circonda. Questo libro ha lo scopo di aiutare turisti e cittadini pesaresi a conoscere storie e personaggi che si sono succeduti nella città di Pesaro nell'arco di trenta secoli. Ricordi, aneddoti, storie e opere teatrali originali si succedono per completare un quadro che non vuole essere rigorosamente storico ma fortemente coinvolgente ed emotivo. Conoscendo fatti e avvenimenti che si sono svolti in questi luoghi, anche le strade, le piazze e gli edifici assumono un valore diverso. Un mosaico che sembrava perduto riemerge dalla memoria e un commento personale può assumere un valore assoluto. Sono storie di luoghi e persone. Storie di Pesaro. -
Grammatica delle solitudini condivise
Per un attimo, suoni, immagini, articoli, congiunzioni, punteggiatura, nomi, verbi, aggettivi, pronomi, preposizioni, avverbi, interiezioni, esclamazioni, parole, trovano il loro ritmo, la loro melodia e fanno comunicare gli uomini, li fanno gioire e arrabbiare, piangere e soffrire. Tutto entra in relazione e le solitudini diventano condivise, perché non possiamo vivere senza l'altro. È vero altresì che l'altro non può vivere senza di noi. Questo è la relazione. -
""Caro Marcello,... Caro Giorgio,..."". Quando la politica era una ""scelta di vita"". Il Circolo Gramsci e la cultura a Pesaro negli anni '60
Ricordi, documenti e riflessioni parlano di un periodo che va dai primi anni Cinquanta alla fine degli anni Sessanta, che accomunano la vita di Giorgio Tornati a quella di Marcello Stefanini. Gli studi liceali e universitari, i primi tormenti morali, la ""scelta di vita"""", lettere inedite. Un percorso che fotografa l'irrequietezza giovanile che si materializza con la fondazione del Circolo politico-culturale """"Antonio Gramsci"""", il primo impegno nel partito comunista e nel Consiglio comunale di Pesaro, preziosa scuola di libertà, di contaminazioni culturali e di memorabili esperienze che educarono Tornati e Stefanini alla comprensione della democrazia rappresentativa; fu in quel contesto che i due appresero la faticosa arte di far conciliare, con pazienza e perseveranza, le idealità faticosamente elaborate con le contrastanti e reali istanze sociali degli """"anni del miracolo economico""""."" -
Carteggio (1918-1952). Ediz. critica
Una più che trentennale amicizia «ben portata da entrambi» unisce Antonio Baldini e Pietro Pancrazi. Le 641 missive scambiate tra il babbo di Michelaccio e «l'artier da Cortona» aiutano a meglio definire e qualificare il profilo dei due uomini di lettere, tanto diversi per temperamento e gusto, eppur legati da un'autentica e spontanea, quanto inconsueta, capacità di comprendersi l'un l'altro. Vera miniera di notizie circa la genesi e lo sviluppo di opere, riviste e collane editoriali, il dialogo epistolare restituisce fatti di cronaca e racconta una storia di contatti, scambi e legami culturali che illuminano il retroscena di vicende artistico-letterarie note e meno note. Attraverso comunicazioni quotidiane e familiari, discorsi e scherzi camerateschi, ordinarie notizie e grandi lutti, il carteggio assume anche la funzione e il valore di documento di momenti, memorandi e tumultuosi, della storia italiana del secolo scorso. -
Pietro Tedeschi. Pesaro 1744-Roma 1812. Ediz. illustrata
Pietro Tedeschi (Pesaro 1744-Roma 1812) frequenta a Pesaro, giovanissimo, la scuola-bottega del noto pittore e architetto Giannandrea Lazzarini, divenendo uno dei suoi migliori allievi. Dopo un apprendistato pittorico nella prestigiosa Accademia Clementina di Bologna, dove assimila la lezione dei Carracci, di Guido Reni e del Domenichino, nel 1777 si trasferisce definitivamente a Roma. Tra i suoi mecenati, oltre ai rinomati concittadini Lazzarini e Annibale degli Abbati Olivieri Giordani, Tedeschi annovera molti altri influenti personaggi dell'epoca. Nella capitale, centro internazionale del neoclassicismo europeo, apre una sua scuola pittorica e dipinge numerose opere di cui una settantina rimaste. Molte opere a carattere sacro gli vengono commissionate da diverse località di varie regioni, come Marche, Lazio, Toscana, Umbria, Romagna, dove sono tuttora conservate. Noto, apprezzato e richiesto ai suoi tempi, Pietro Tedeschi è stato poi quasi ignorato dalla critica moderna. Con questa monografia recupera la visibilità che aveva tra i suoi contemporanei e la dignità di una collocazione, con pregi e limiti, nel contesto pittorico del classicismo della seconda metà del '700. -
Storiografia delle biblioteche. Genesi, stabilità e fratture di una tradizione di studi
La storia delle biblioteche come tradizione di studi ha origine con Giusto Lipsio, al principio del Seicento, e affonda le radici nella riscoperta della cultura classica, nell'Umanesimo e nella filologia. Il volume traccia un itinerario della nascita e dello sviluppo della storia delle biblioteche come oggetto di ricerca, inquadrandolo in un arco temporale che copre tutta l'età moderna. Da Petrarca a Gesner, da Lipsio sino a Tiraboschi, passando per Chambers, Voltaire e l'Encyclopédie, vengono presentate le principali fonti e illustrati propositi, caratteristiche e contenuti. Un'ampia scelta di brani dei principali autori completa il volume. -
L' età dell'oro. 1936-2020
Una cronaca lunga decenni vissuta per intero dal di dentro diventa una storia altrettanto lunga raccontata per intero dal di fuori. In ""L'età dell'oro. 1936-2020"""", Franco Bertini, giocatore e allenatore pesarese, giornalista del Resto del Carlino, ricostruisce l'epopea del basket cittadino dalle prime pagliuzze luccicanti del 1936 fino alle splendide pepite degli scudetti del 1988 e del 1990, dai pericoli di un lento decadere al nuovo tentativo oggi in atto per realizzare una nuova era di vittorie. Il tutto attraverso vicende, personaggi, immagini, aneddoti ed episodi che partendo dalla 'antica madre' palestra Carducci, risalgono al campo all'aperto di viale della Vittoria, al vecchio Palasport di viale dei Partigiani fino alla nuova Vitrifrigo Arena. Nelle oltre duecento pagine del libro rivive per intero una passione che da decenni attraversa e accompagna la vita non solo sportiva di Pesaro e della provincia."" -
Sulle ali della leggerezza. Calvino oltre la pandemia
Fra i valori letterari che Italo Calvino raccomandava di conservare nel futuro della letteratura, un posto di particolare rilievo era occupato dalla Leggerezza. Era la prima delle sue Lezioni americane che, purtroppo, lo scrittore non riuscì mai a tenere perché fu rapito da morte improvvisa. Raccogliere oggi la sua eredità e diffonderla come una proposta ""per il millennio"""" che stiamo vivendo, è l'obiettivo di questo libro, redatto in piena pandemia, quando il senso dell'esistenza di ognuno di noi appariva gravato da un peso insopportabile come quello del confinamento e dell'assenza di socialità. Dal Calvino """"neorealista"""" a quello """"difficile e sperimentale"""", i saggi proposti in questo volume, scritti da giovani studenti americani del Middlebury College (VT), hanno il pregio dell'incantevole semplicità della scoperta che è quella di immaginare e costruire un altro mondo, partendo proprio da quei valori che Calvino indicava nella letteratura: l'etica e la solidarietà, l'abbandono dell'io e la ricerca dell'Altro nel valore della collettività. La 'leggerezza' ritrovata come reazione al peso di vivere."" -
La penna diabolica. Buzzati scrittore-giornalista
Dino Buzzati ha sempre avuto un rapporto molto stretto e particolare con il giornalismo, che è stato palestra di formazione e matrice feconda per l'attività narrativa. Ma la sua produzione giornalistica, ora raccolta parzialmente in diversi volumi, mantiene un valore a sé stante in quanto rivela un atteggiamento peculiare di curiosità, conoscenza e partecipazione alle vicende di cronaca che egli ha narrato nei suoi brevi elzeviri. Franco Zangrilli analizza in maniera organica questo aspetto dello scrittore, mettendo in rilievo il complesso intreccio di temi e stilemi che costituiscono la marca originale del suo stile giornalistico. -
L' uomo che accarezzava i libri
Aldo Amati è nato a Sant'Angelo in Vado (PU) 77 anni fa. Dodicesimo figlio di una famiglia di mezzadri, dopo aver abbandonato la scuola e essersi instradato sul lavoro dei campi, riprende gli studi. Diventa Ragioniere e poi Dott. in Economia e Commercio. Gli si prospetta una carriera bancaria o di Assistente Universitario. Ma sceglie di fare l'insegnante di Scuola Media dividendosi fra l'insegnamento e una embrionale attività politica: consigliere comunale e assessore a Pesaro. Nel 1975 abbandona la scuola per dedicarsi pienamente alla attività politica nel suo partito. Ma ""la politica a modo suo"""", come spiega nel libro. E saranno ruoli importanti e prestigiosi, fino al più bello: Sindaco di Pesaro per 5 anni. Ma la sua vita è ricca per tutto quello che va oltre la politica. L'infanzia e la gioventù nei lavori di campagna; la passione per lo studio e l'amore per i libri; gli amori e il rapporto esemplare con l'altro sesso; i viaggi e le vacanze; l'amore per la poesia, per la cucina, per la musica, per le cattedrali; la passione per le nuvole. L'amore per i fiori e per le querce... Questo è il romanzo della sua vita."" -
Diario di bordo sul set di «Cesare deve morire»
Sul set di ""Cesare deve morire"""", vincitore dell'Orso d'Oro a Berlino nel 2012, Carla Vezzoso ha tenuto un """"Diario di bordo"""" che rappresenta una preziosa testimonianza del modo e delle condizioni in cui venne girato il film dei fratelli Taviani. La scelta di realizzarlo all'interno del carcere di Rebibbia, servendosi dei detenuti in veste di attori, ha prodotto un'atmosfera particolare che Carla indaga e racconta, divisa tra il desiderio di comprendere la condizione umana di chi, spesso, è condannato al carcere a vita e la partecipazione sentita, a volte commossa, alle confidenze che i carcerati le fanno sul loro passato, sulla vita in prigione e sui loro rapporti con famiglie ed amici. Ne nasce un racconto ricco di tensioni emotive, di riflessioni profonde sulla colpa e l'espiazione e, infine, aperto alla speranza che l'esperienza artistica possa rappresentare un momento di redenzione anche per le menti dei criminali più incalliti."" -
La scrittura autoriflessiva. Una vita di Svevo e altri saggi. In appendice gli scritti di «Solaria» su Svevo
L'autoriflessione e l'attitudine metadiscorsiva di Italo Svevo hanno radici lontane e si possono rintracciare nel romanzo ""Una vita"""", prima opera narrativa dello scrittore non molto apprezzata al suo apparire nel 1892, e forse fra le meno studiate dalla critica sveviana. La dimensione autoriflessiva sottesa al romanzo rivela, infatti, come in un palinsesto gli inquietanti interrogativi che il giovane scrittore si pone in relazione al cambiamento in atto nella società otto/novecentesca, nella quale si vanno affermando sempre più interessi economici e commerciali che tendono a mettere in ombra i valori umanistici ed artistici. Al di là della """"querelle"""" circa l'oggettività dell'opera d'arte nella quale si esaurisce il Naturalismo/Verismo mentre si va instaurando, come già notava Giovanni Verga, una civiltà di «Banche e Imprese industriali», Svevo si chiede se possa avere ancora spazio l'ipotesi stessa della narrabilità del mondo attraverso l'opera del poeta o del letterato..."" -
Testimonianze di Peppe De Santis. Ricordi e considerazioni su uno scomodo neorealista di campagna. Nuova ediz.
Questo libro vuole descrivere l'immenso talento artistico di Giuseppe De Santis, analizzando il modo in cui egli concepiva il cinema e ricordando le sue idee sul ruolo sociale che i film dovevano svolgere. L'autore di questo saggio riporta le testimonianze dirette del regista a proposito delle sue vittorie e delle sue amare sconfitte e ci aiuta a leggere tra mille risvolti anche le storie dimenticate e i progetti che Peppe aveva in cantiere e che non sono mai stati realizzati. -
Nello splendore della confusione. Anni Settanta: la letteratura fra storia e società
«Guardare la confusione dalla parte della confusione»: sono parole di Enrico in Boccalone di Enrico Palandri, ambientato nel '77 bolognese. La confusione dalla parte della confusione è anche l'oggetto di questa indagine sulla letteratura in Italia negli anni Settanta. Anni di svolta e di profondo cambiamento sociale, in cui i giovani entrano in scena da protagonisti. C'è però una difficoltà a raccontare quel decennio, per gli storici come per chi si occupa di letteratura. Gli espedienti più agevoli sono stati gli anni di piombo e il terrorismo: una narrazione semplice che sistema tutto. E per la letteratura - la poesia in particolare - la deriva in uno scenario di massa fuori controllo. Gli anni Settanta non sono stati solo questo, terrorismo e deriva. Ma anche un decennio libertario, di grandi aperture sociali e culturali, in cui i giovani non si riconoscono più negli istituti tradizionali della letteratura, provando a rimescolare le carte. L'obiettivo è uscire dagli schemi e riannodare le fila fra letteratura e società, liberando il decennio dall'ipoteca di ciò che è venuto dopo. -
Pergola. I muri di ieri e di oggi
«La memoria ha per me una duplice funzione. Trattiene, intrappolandole, storie. Le conserva, sopite, in una forma per lo più imprecisa. Ma - ed ecco la seconda funzione - quando vengono trascritte, risvegliate, riacquistano, attraverso la parola, contorni più precisi, suggeriti dall'urgenza del momento. Si liberano come fossero uccelli che escono dalla gabbia. Ognuno le legge, le traduce, le rimanda ai suoi ricordi; ne apprezza i colori, le emozioni, i rumori, finendo per immergersi nella propria 'Trappola', rimestando tra le sue storie e procurandosi gradevoli sorprese o mai sopite amarezze. Nei Quaderni riprenderanno forma storie, luoghi e personaggi che la Trappola ha conservati. Poi le 'mie carte', i 'notes', qualche raro amico mi daranno una mano nel rianimarli. In casi estremi, gli archivi pubblici e privati, che verranno consultati con grande parsimonia e cautela per non incorrere nell'invasione di campo della sapiente opera degli storici, filosofi e politologi! Così mi si dirà che questa non è La Storia. Infatti, sono le mie Storie.» (Giorgio Tornati) -
La protagonista di Pirandello
Il saggio di Rosaria Lo Russo indaga uno degli aspetti centrali della poetica di Pirandello: il mistero della creazione del personaggio dalla mente dell'autore. Appena acquisita concretezza come immagine, il personaggio rivendica la propria autonomia e chiede di vivere nella dimensione narrativa o drammaturgica. Ciò comporta, per il teatro, che l'attore, in particolare l'attrice nel ruolo di Primadonna, interprete prediletta dallo scrittore siciliano, si presti a reduplicare lo stesso processo creativo avvenuto nella mente dell'autore. L'analisi spazia attraverso tutta l'opera di Pirandello, dalle prime poesie al Mito dell'arte e, in questo percorso minuziosamente analitico, si produce uno scarto molto significativo quando viene evocato il mito di Endimione in cui Luciano di Samosata raffigura il mondo dei Seleniti, esseri lunari che si riproducono per partenogenesi. Si rivela così un Pirandello lunare che era emerso talora nei discorsi critici ma che non era mai stato analizzato con la profondità e l'esaustività del saggio di Lo Russo. Le implicazioni di questo studio inducono a ripensare tutta l'opera dello scrittore sotto una nuova luce.