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Fiabe greche
Da Il vecchio boscaiolo e il leone a La lepre e le rane, da Il re e gli insetti a Il cestaio intelligente, le fiabe popolari della Grecia raccolgono motivi ed elementi della favolistica di Esopo, raccontando di un mondo popolato da uomini astuti e da animali saggi. Una civiltà spesso povera e contadina si muove sullo sfondo di paesaggi campestri e marini sempre suggestivi, alla ricerca di un riscatto o semplicemente di un po' di felicità. Nelle storie di questa raccolta, tutto è regolato dal sentimento di giustizia che anima i protagonisti, e che ha a che fare spesso con le energie misteriose dell'universo. Alla fine, a trionfare è sempre il bene. Con due saggi di Daniele Giancane. -
Pactos secretos
Mario Nork è un uomo pieno di paure e di insicurezze, che sopravvive facendo lavori saltuari. Quando eredita il cinque per cento della proprietà di un edificio dal valore incalcolabile, situato nel centro finanziario di Bilbao, la sua vita potrebbe cambiare all'improvviso, ma le cose non vanno mai come uno si aspetta. Tra ombre familiari del passato e personaggi tragicomici, un complesso meccanismo trascinerà il protagonista nei suoi ingranaggi, portando la storia verso un finale imprevedibile. -
Vatandas (Il cittadino)
Shaban Bas è un impiegatuccio paranoico, sospettoso del mondo e della gente. Dentro di lui, però, vive anche un'altra personalità, quella di Volkan Tas, un alter ego sicuro di sé, forte e bello. Se Volkan è spregiudicato, Shaban è inutilmente timoroso; se il primo tradisce senza troppe remore la fidanzata con una vecchia affittacamere dal tanfo di cipolla, il secondo si strugge nei sensi di colpa. In Vatandas la paranoia diventa capolavoro letterario e dà vita a una narrazione che sa mescolare toni sentenziosi e familiari, seri e comici, con uno sguardo beffardo sulle umane traversie. -
Omuncolo. Fiabe dalla tasca sinistra
"Omuncolo"""" è una raccolta di """"anti-fìabe"""" per lettori adulti che Prokopiev accompagna in un mondo in cui finzione e realtà, humor, ironia e sarcasmo sono sapientemente mescolati come in una pozione magica. Intessute di riferimenti al repertorio favolistico tradizionale, dai fratelli Grimm e Perrault ai racconti popolari macedoni, fino a opere di autori contemporanei, le storie di Omuncolo non sono una banale ripresa del già noto, quanto una sorta di ribaltamento delle fiabe classiche, che qui perdono il buonismo della retorica e la morale più scontata per caricarsi di sottintesi e sottili allusioni: così, storie come quelle di Biancaneve, Peter Pan e Pollicino - solo per citarne alcune - vengono raccontate da un nuovo punto di vista, che rompe con l'ingenuità dell'essere bambini e restituisce invece la crudeltà e la lacerazione del mondo adulto. Non aspettatevi nulla di lontanamente simile alle fiabe cui siete abituati: queste sono Fiabe dalla tasca sinistra, fiabe a testa in giù, che non esitano a far emergere fra le righe realtà sommerse e imbarazzanti, spesso spinte ai margini della coscienza. In """"Omuncolo"""" la fantasia diventa crudamente reale e sotto il velo della rivisitazione favolistica non mancano riferimenti alla situazione politica e sociale in Macedonia e nei Balcani." -
Sabbia bionda e altri racconti dalle Canarie
Con la raccolta Sabbia bionda, Victor Ramirez porta sulla pagina sette storie vigorose e intense, che raccontano senza reticenze un arcipelago all'incrocio tra Europa, Africa e America Latina, liberandosi da tutti gli stereotipi di un'immagine da cartolina che dipinge le Canarie come una sorta di paradiso perduto. Una cieca chiaroveggente intenta a districare segreti boccacceschi. L'incendio di una soffitta e di una vita. Una gara fra scemi di quartiere. Uno studente contestatore fra le cariche della polizia. Bravate e solitudini di un'adolescenza orfana. Una storia d'amore e vendetta sugli spalti di uno stadio. L'aspra e anarchica poetica di uno scrittore alle prese con racconti impubblicabili, scaturiti dalle profondità dolenti dell'anima. Queste le storie che Ramirez offre ai lettori, con l'energia solare che caratterizza la sua scrittura. -
Le fatiche della balena e altre storie dal Chiapas
Una raccolta di racconti per indagare l'affascinante universo culturale degli indios del travagliato altopiano del Messico, esplorandone miti, leggende, tradizioni e superstizioni. Portata alla ribalta dalla guerriglia del celebre sub-comandante Marcos, questa regione centroamericana un tempo abitata dal misterioso popolo dei Maya è il teatro di avventure tragicomiche in cui si muovono, come poetiche ombre picaresche, le vittime di un'atavica ingiustizia. In ""Le fatiche della balena"""", Zepeda offre al lettore storie di razzismo ed emarginazione dai risvolti spesso sorprendenti, narrate con una scrittura che non scivola mai nei luoghi comuni di un """"terzomondismo"""" facile e compiaciuto."" -
Fiabe cretesi
A Creta, isola micenea di mare e fantasmagorici palazzi, di tauroctonie e di una misteriosa dea, di Cnosso e Festa, si conserva un patrimonio fiabistico singolare, che se da una parte può essere ricondotto a quello greco tout court, dall'altra ha suoi precisi elementi distintivi: le fiabe cretesi sono fiabe di mare e di relazioni difficili coi potenti, narrazioni di viaggi e di improvvise soluzioni ai casi umani, con una maggiore apertura al fantastico e soprattutto con una forte connotazione identitaria. Allo strapotere turco il popolo cretese risponde con l'arguzia e lo sberleffo, in sostanza con un sentimento di superiorità intellettuale. Le Fiabe cretesi qui raccolte in un'edizione a cura di Daniele Giancane sono dunque fiabe lievi e spesso ironiche, che mirano a raccontare lasciando un messaggio, una scia, un segno per gli ascoltatori e per i posteri. Storie che vogliono aiutare a districarsi nell'esistenza umana, tra sofferenza e sogno. -
La pratica del diario. Autobiografia, ricerca e formazione
Tenere un diario è una pratica antica, una forma di raccolta dati utilizzata da chi cerca di riunire, giorno per giorno, gli appunti e le riflessioni sul proprio vissuto, le idee, gli incontri, le osservazioni. Molti studi sono stati riservati al diario intimo, ma nessuno si è dato come obiettivo il diario etnosociologico. In questo volume, Hess propone la tecnica del diario non come forma letteraria, ma come strumento di esplorazione del quotidiano per gli etnologi, i sociologi, i ricercatori, ma anche gli insegnanti, gli educatori e i genitori. Annotare ogni giorno le proprie osservazioni, imparare a rileggere se stessi e a classificare le descrizioni prodotte è un modo per comprendere meglio il proprio vissuto e capitalizzare le esperienze. -
Istriagog
Un grumo di case sparse e scalcinate che nel corso del tempo ha cambiato pelle, lasciandosi alle spalle l'aspetto di borgo rurale per trasformarsi in un agglomerato di villette per turisti: così appare l'antica città istriana di Spada nella memoria dell'autore, dimensione di un tempo ormai quasi smarrito, il tempo del passato e dell'infanzia. In questo romanzo, Curavic traccia la biografia intima di un luogo e di un'epoca che appartengono a quella parte della storia e della cultura italiana chiamata Istria. Rivivono così le storie di chi nel borgo di Spada ha vissuto, l'epopea semplice delle famiglie che lì hanno lavorato, generato figli e assistito al mutamento indotto dal tempo e dalle nuove geometrie architettoniche. -
Il conquistatore
Un misterioso intreccio di congiunzioni astrali, burrascosi fenomeni climatici e particolari somiglianze fisiche fa sì che un neonato, rinvenuto su una spiaggia presso Sintra, venga subito identificato come la reincarnazione di re Sebastiano, che regnò in Portogallo fino al 1578, quando morì in battaglia. Il piccolo è ribattezzato con lo stesso nome, in ricordo di quel sovrano che, orfano di padre e abbandonato dalla madre, crebbe - narrano le cronache - malaticcio, introverso, alquanto sessuofobico e decisamente ostinato, tanto da lanciarsi in una tardiva crociata antimusulmana, finendo poi per morire nel deserto magrebino. Ma la giovane ""reincarnazione"""" di re Sebastiano sembra voler investire la stessa ostinazione in ben altre battaglie e conquiste, tutte di natura amorosa. Narrata con uno stile trasversale che rimescola registri e generi, """"Il conquistatore"""" è la storia di un don Giovanni più libertario che libertino, capace di saltare dal letto della maestra a quello di Gloria Swanson: ogni capitolo una donna, ogni donna mille avventure a catena. L'approdo porterà il protagonista nell'incerto purgatorio di un eremo dove egli - scrivendo le sue memorie -attende l'avvicinarsi di una data minacciosa: quella della morte del suo illustre omonimo."" -
Lo stesso fiume
Sara, Pirina e Ljuba: tre sorelle, tre storie singolari in un villaggio ai confini della Bulgaria. Sara, la primogenita, è la ragazza più bella di Staro Selo, gli uomini per lei farebbero qualunque cosa e uno di loro, un giorno, decide di costruire una chiesa in suo onore, affinché qualunque cuore solitario, andando lì a pregare Santa Sara, possa trovare presto l'amore della propria vita. Pirina ama cantare, soprattutto quando si sente sola e disperata: le sue sono canzoni senza parole, canzoni senza melodia e con molta tristezza. Ljuba, invece, non fa altro che leggere libri uno più polveroso dell'altro: lei non parla con la gente, ma solo con quella carta talmente ingiallita da poter avvelenare, e dorme sulle pagine di Bulgakov o di Notre-Dame de Paris. C'è un fascino senza tempo nelle vite di queste giovani donne alle prese con amori fallaci, violenze brutali e desiderio di riscatto. Dopo il successo mondiale del capolavoro Sinfonia, in questo nuovo romanzo Zdravka Evtimova racconta un mondo crudo di miseria e di oppressione, in cui -però sopravvive ancora l'ingenua magia delle storie e dell'immaginazione: nei libri di Ljuba e nel suo grembiule azzurro come il riflesso della luna sull'acqua, nei draghi che abitano le canzoni di Pirina e nelle formiche che David osserva muoversi accanite in direzione della Spagna c'è la bellezza di chi non smette di sognare un mondo diverso da quello che vive. ""Non puoi entrare due volte nello stesso fiume"""" recitava una massima di Eraclito, """"perché non è più lo stesso fiume e tu non sei lo stesso uomo che eri prima"""": in queste pagine, i fiumi non scorrono mai nella direzione che il destino aveva previsto per loro."" -
Senza volto
Sam Goetz è un ragazzino polacco di soli undici anni quando comincia la sua terribile odissea. I nazisti serrano la presa sul ghetto ebraico di Tarnow, i treni stipati di deportati partono in continuazione, con tutto il loro carico di morte. La gente sale su quei treni e scompare, come scompaiono vicini e parenti di Sam, adulti e bambini che da un giorno all'altro vengono portati via per un motivo mai nominato apertamente ma conosciuto da tutti. Sam osserva la brutalità e la violenza - evidente o sottile - che avvolge il suo mondo e anche lui comincia a capire il motivo di quelle partenze. Su uno di quei treni che hanno come destinazione certa la morte, Sam vedrà partire i suoi genitori, e a quel punto si troverà costretto a trasformare la sua disperazione e la paura in una ferma determinazione alla sopravvivenza. Quando anche Sam viene catturato dai nazisti, il racconto della sua esperienza lascia sulle pagine di questo libro un viaggio drammatico e surreale in un'Europa dilaniata dalla guerra e dagli indicibili orrori dei campi di morte. ""Senza volto"""" è un'onesta e commovente testimonianza della forza dell'animo umano e della capacità di difendere la vita anche contro le minacce più terribili. Una storia vera, narrata con una prosa lucida e intensa, che mostra l'Olocausto attraverso gli occhi di un adolescente più maturo della sua età, e offre un monito a non dimenticare mai uno dei peggiori crimini contro il genere umano."" -
Il male pugliese. Etnopsichiatria storica del tarantismo
Apparso per la prima volta nel 1963 sulla prestigiosa rivista scientifica ""Bulletin of the History of Medicine"""", questo breve ma denso saggio può considerarsi a pieno titolo uno dei primi studi che coniugano i concetti della psicodinamica con l'archeologia degli antichi saperi curativi. Grazie a uno scavo profondo ed esteso, corroborato da una formidabile mole di fonti bibliografiche e sostenuto da un'idea aperta della società e del diritto alla salute, George Mora perviene a un'avanzata teoria interpretativa del fenomeno tarantismo e ne mette in risalto il paradigma terapeutico e l'importanza nella tradizione antecedente al nascere della moderna clinica dei disordini mentali. In appendice, a confermare come lo stretto legame tra problematica della salute comportamentale e fenomenologia religiosa risalga all'antichità e attraversi tuttora le scienze psichiatriche contemporanee, un prezioso documento dei primi del Novecento, che tratta di ripetuti casi di possessione nella Turchia ottomana."" -
Durante il regno di Gioacchino Murat. Diario di un capitano dei Lancieri
Vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, Giuseppe Maliardi è stato - come lo descrivono le cronache del tempo - un ""gentiluomo polignanese della metà dell'Ottocento"""", depositario di una grande storia che ha attraversato i secoli per giungere fino a noi in tutta la sua maestosità. Capitano dei Lancieri di Murat, Maliardi - partendo dalla cittadina pugliese di Polignano a Mare - ha raccolto minuziosamente e con costanza certosina la cronaca delle sue avventure di soldato al servizio di Giuseppe Bonaparte, nelle file dell'esercito di Gioacchino Murat. In questo Diario, che grazie all'impegno e alla cura dei discendenti è giunto fino a noi, Maliardi ripercorre quelle vicende, offrendoci una testimonianza rara e preziosa di uno spaccato ampissimo della storia mondiale, di una storia che affascina ancora oggi per la magnificenza dell'impresa che vi è raccontata. Per otto anni e mezzo, dal 1807 al 1815, Giuseppe Maliardi ha riversato nel suo Diario - quasi quotidianamente - le vicende, i sentimenti, le emozioni e le descrizioni dei luoghi che hanno caratterizzato l'impresa di Napoleone, grande condottiero e imperatore dei francesi. Dalla Campagna di Russia alla Battaglia di Lipsia, fino alla spedizione italiana, tutto è condensato nelle pagine fitte e appassionate di questa meravigliosa testimonianza. Fonte imprescindibile per la storiografia internazionale, Durante il regno di Gioacchino Murat apre oggi al lettore, allo studioso, all'appassionato, uno squarcio insolito sulla grande storia, portandoci nel vivo di una quotidianità che ci avvicina ancora di più alle vicende del passato."" -
Conflitto culturale e crimine. Rapporto della sottocommissione sulla delinquenza della Commissione su personalità e cultura
Tradotto per la prima volta in Italia, ""Confitto culturale e crimine"""" è un classico negli studi di ambito sociologico, criminologico e antropologico, oltre a configurarsi come un'opera di straordinaria attualità nel contesto della società multiculturale in cui viviamo. Thorsten Sellin elabora in quest'opera un modello interpretativo nato per spiegare il coinvolgimento di alcuni immigrati dell'America della prima metà del XIX secolo in attività criminali, postulando che la deriva verso la criminalità sia dovuta al conflitto tra i valori portati dagli immigrati - valori radicati nei loro paesi d'origine - e quelli propri invece del paese di accoglienza. La teoria del conflitto culturale è stata di recente al centro delle discussioni intorno ai cosiddetti """"reati culturalmente motivati"""", definizione con cui si intendono quei comportamenti che, messi in atto da soggetti appartenenti a un gruppo culturale di minoranza, sono considerati reati dall'ordinamento giuridico del gruppo culturale di maggioranza, mentre all'interno del gruppo cui il soggetto appartiene sono accettati come comportamenti normali, o addirittura vengono incoraggiati o imposti. Tutto ciò apre una domanda che rappresenta una delle più importanti e difficili sfide con cui l'attuale società globalizzata deve confrontarsi: comportamenti considerati devianti dal nostro sistema culturale vanno condannati o, piuttosto, per giudicarli occorre collocarli nel sistema culturale cui appartengono? In altri termini, come ci si confronta con le diversità culturali di cui sono portatori gli immigrati e gli stranieri, nel momento in cui queste diversità sono in aperto contrasto con il nostro modello culturale e con la nostra idea di legalità e di società civile?"" -
Tarantolismo nella superstizione e nella scienza
"Il tarantolismo nella superstizione e nella scienza"""" è uno studio che anticipa di oltre cinquant'anni quello che sarà l'approccio di De Martino al fenomeno del tarantismo, preso in esame all'interno di una sfera complessa, che intreccia credenze, saperi e pratiche della cultura popolare. L'autore, che nei primi anni del Novecento era un giovane aspirante medico, con questo lavoro si avvicina all'etnografia, raccoglie storie di tarantati, fornisce testimonianze, analizza dati, pubblica fotografie di grande interesse documentario, che ritraggono giovani donne tarantate le quali, in preda alla transe, corrono e danzano per la stanza, aggrappate a una fune che pende dal soffitto." -
Il morto consanguineo
“Il morto consanguineo” è un poema composto di tre unità contraddistinte da uno sviluppo circolare che si dipana da un centro mitico tradizionale: quello del canto popolare “Il ponte di Arta”. Nel mito, affinché il ponte si consolidi è necessario il sacrificio della moglie del capomastro, figura che il poeta rielabora per trasformarla in quella di una madre che dev'essere sacrificata perché la vita proceda e perché possa essere creata l'opera d'arte. Lirismo, limpide immagini mutuate dalla natura ellenica, profonda meditazione: ecco gli elementi compositivi di questo poema che costituisce una delle opere più significative della poesia greca contemporanea. -
Sorella morte
Singolare romanzo d'iniziazione, ""Sorella morte"""" è anche la storia di un'ossessione distruttrice, la scoperta di un mondo ignoto da parte dei protagonisti, un adolescente e la sorella dinanzi alla memoria fantasmale del padre morto. Il narratore protagonista smonta implacabilmente i pezzi dell'universo che lo circonda, incapace di lottare contro la catastrofe che ha segnato il suo destino. In questo romanzo, Justo Navarro offre ai lettori un superbo esercizio di precisione costruttiva, innestato in un clima di inquietante perversità. Il recupero metonimico del padre nei tratti caratteristici degli amanti della sorella e la successiva e graduale scomparsa degli stessi, danno luogo a un finale ermetico in cui si nasconde la chiave di una vicenda raccontata con tagliente freddezza."" -
Ciao, Trotzkij
I racconti che Giorgio Bona ha raccolto in questo volume possiedono tutti il tratto comune della frase breve e pregna di senso, del dire tanto con poco. I racconti ""piemontesi"""" della raccolta sembrano quelli sui pionieri americani, arrivano direttamente da un mondo caotico e mitico, popolato da contadini parsimoniosi e grandi lavoratori, taciturni, ossessionati dai soldi e dal sesso, dalle infedeltà che in un mondo così naturale arrivano e si consumano con le stagioni. Dalla battaglia di Marengo del 1800 agli scontri sindacali durante il Fascio, Bona ci conduce attraverso una campagna piemontese affollata di fantasmi, di miseria, di animali da vendere e a cui badare, di terra da coltivare. La lingua è un italiano secco e preciso, improvvisamente assalito, qua e là, da frasi in alessandrino, il dialetto piemontese più difficile da capire dai piemontesi stessi. Questa scelta è però obbligata: le storie che vengono raccontate non possono letteralmente fare a meno di possedere una percentuale di selvatichezza non aggiustata, premoderna."" -
Europa sul dorso del toro
Al centro di questi racconti di Vladislav Bajac ci sono l'Europa, quella del mito e quella di oggi, i suoi poli culturali e la gente che li abita. Le storie qui raccolte indagano le connessioni esistenti tra il destino del singolo e il destino dell'umanità tutta e sono narrate con una prosa scorrevole e di facile lettura, ma al tempo stesso complessa. Per cogliere la bellezza e i riferimenti di cui si nutrono queste pagine è infatti necessario fare un tuffo nella storia delle civiltà e lasciarsi affascinare dalla mitologia, dall'intreccio di culture, dalla magia.