Sfoglia il Catalogo feltrinelli020
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 8321-8340 di 10000 Articoli:
-
La pratica del diario. Autobiografia, ricerca e formazione
Tenere un diario è una pratica antica, una forma di raccolta dati utilizzata da chi cerca di riunire, giorno per giorno, gli appunti e le riflessioni sul proprio vissuto, le idee, gli incontri, le osservazioni. Annotare le proprie osservazioni, imparare a rileggere se stessi e a classificare le descrizioni prodotte è un modo per comprendere meglio il proprio vissuto e capitalizzare le esperienze. Molti studi sono stati riservati al diario intimo, ma nessuno si è dato come obiettivo il diario etnosociologico, quello che cerca di ordinare un contenuto predeterminato. Nel presente volume, Hess propone la tecnica del diario non come forma letteraria, ma come strumento di esplorazione del quotidiano per gli etnologi, i sociologi, i ricercatori, ma anche gli insegnanti, gli educatori e i genitori. -
Nel nome del figlio
Nella notte in cui sua moglie l'ha abbandonato e l'uliveto di famiglia sta bruciando, un giovane scrittore vaga tra le strade della città montenegrina di Dulcigno ripensando ad anni di liti familiari e al rapporto conflittuale con il padre. Dirigendosi verso il centro della città, presa d'assalto dai turisti, il protagonista si imbatterà in una schiera di personaggi bizzarri e grotteschi, ciascuno dei quali lo costringerà a fare i conti con l'origine di ogni sua ossessione, ovvero la figura del padre. -
A te, che hai guardato muta
Vivere a lungo e sopravvivere a tutti, superare la soglia dei cent'anni: una fortuna o una disgrazia? E se la protagonista è una donna nata alla fine dell'Ottocento, in una cittadina croata al confine dell'Impero austroungarico, cosa avrà da raccontare? Questo romanzo di Diana Bosnjak Monai è costruito sul rapporto fra due personaggi femminili che s'incontrano quasi per caso. Dal loro dialogare emerge il confronto fra due generazioni diverse, che ripercorrono e raccontano le proprie vite, fra storie d'amore e d'amicizia, sofferenza e cambiamento. Sullo sfondo la città di Zagabria e la Croazia, un paese giovane, che sta nascendo dalle ceneri di un grande Stato, dopo una guerra sanguinosa. A te, che hai guardato muta è un viaggio nella storia e nella cultura del mondo balcanico, fra le sue tradizioni e contraddizioni, osservate con gli occhi di una donna. -
Abrid. Diario algerino
Abrid nel linguaggio della valle dello Mzab significa ""dammi il passaggio"""". Partendo da Costantina, l'autore si è spinto nel cuore dell'Algeria fino a Ghardaia e nella Pentapoli mozabita, cercando di raccogliere tutte le suggestioni di questo superbo territorio e la sua complessità socio-culturale. Le difficoltà di comprensione, conoscitive e linguistiche per conoscere l'Algeria sono molte, e Alessandro Pellegatta ha cercato di trovare una chiave interpretativa per affrontare il suo viaggio e penetrare la complessità della questione algerina. Muovendosi in un territorio storico-letterario volutamente ambiguo e tortuoso, ha tentato di dare una testimonianza dell'Algeria che possa andare al di là delle contingenze, dei pregiudizi e delle considerazioni legate all'attualità, riscoprendo un Paese che riveste un ruolo chiave nella geopolitica del Mediterraneo."" -
Il drago d'avorio
Originale impasto di esistenzialismo e atmosfere noir, ""Il drago d'avorio"""" racconta in forma autobiografica le esperienze dell'autore nella Cina comunista negli anni di Mao Zedong e della rivoluzione culturale. Partito dall'Albania di Enver Hoxha per un viaggio culturale a Pechino, il giovane studente Genc Skampa resterà segnato per sempre dall'amore per l'enigmatica Sui Lin, contrastato dal regime occhiuto e poliziesco che permea la società del tempo in maniera ossessiva. Il narratore rivive quella storia adolescenziale trent'anni dopo: ora è un giornalista di regime di mezza età, alcolizzato, deluso dalla vita, con alle spalle un matrimonio fallito e l'urgenza di aprire un dialogo con i suoi due figli. In bar fumosi dove il clima sospeso fa pensare ai romanzi realistici del secondo dopoguerra, l'uomo è stritolato dai fantasmi del passato e per lui sarà difficile mettere insieme le tessere del puzzle dei ricordi. Fanno da cornice alla storia l'Albania e la Cina, paesi dominati dalla paura, pullulanti di infide spie, delatori di ogni specie, intolleranze razziali e arcaiche usanze familiari, due mondi che non possono assicurare la piena libertà dei singoli."" -
Sinfonia
Cinque donne protagoniste di un romanzo corale al femminile che disegna un crudo affresco della società bulgara contemporanea, dominata dall'idea che il miglior amico dell'uomo - forse il solo amico - sia il denaro. Ricchissima e grassa, Moni è la figlia di un boss arricchitosi con traffici illeciti e ruberie. Nel cinismo di un mondo fatto di feste dell'alta società e di uomini interessati solo al suo denaro, l'unico che la ami davvero è il poverissimo Simo, che della ricchezza di Moni è all'oscuro. Anche Becky Aneva è prigioniera di una realtà in cui tutto ruota intorno al denaro, quello che il marito Theo le lascia in cambio del sesso, consumato puntualmente ogni giovedì, in una frustrante routine matrimoniale. Nel grigiore della quotidianità della signora Aneva, l'unica cosa vitale è la presenza di Di, la giovane massaggiatrice stretta fra i capricci dei ricchi pur di trovare scampo - per sé e per la madre Arma - alla miseria più nera. La stessa miseria con cui deve combattere Nora, vittima delle avances del marito della signora Aneva e di Gozo, il proprietario dello squallido locale dove lavora come cameriera. Cinismo e ingenuità, rabbia e rassegnazione compongono l'universo umano di questo romanzo che, lontano da ogni retorica, restituisce il quadro di una spietata lotta per la sopravvivenza. -
Il resto
Pubblicato per la prima volta nel 1972, a metà strada fra la raccolta di racconti e il romanzo, Il resto esplora tutti i temi cari a Tachtsìs: dal genere come costruzione influenzata dall'ambiente sociale all'omosessualità, dal confine tra autobiografia e finzione narrativa alle dinamiche psicologiche e affettive della famiglia piccolo-borghese greca. A un primo sguardo, questo libro può essere visto come un romanzo, e le vicende attraverso cui si muove il protagonista - nel suo percorso di formazione, iniziazione all'omosessualità e accettazione di sé - paiono esserne i capitoli. Una lettura più attenta, però, rivela differenze stilistiche e sfaccettature che rompono l'unità del romanzo e dello stesso protagonista, che si scompone in personaggi diversi, la cui identità cambia con il cambiare delle variabili sociali. I rapporti familiari e in particolare quello con la madre sono al centro delle vicende di tutta la prima parte dell'opera, mentre nella seconda parte, allo sfondo di una Grecia sempre più appesantita dalla guerra e dai suoi lasciti subentra un panorama internazionale, nel quale il protagonista si muove con l'agio di un uomo maturo la cui sessualità è ormai compiuta e accettata. Postfazione di Dimitris Papanikolaou. -
L' anno di Gusigne
"L'anno di Gusigne"""" è una cronaca di una lunga serie di sfortunati e sanguinosi eventi che ebbero luogo a Gusigne, una piccola città di confine che si rifiutò di obbedire alle decisioni del Congresso di Berlino e di unirsi allo Stato montenegrino. Sebbene tagliata fuori dal mondo dalle alte montagne, Gusigne ha subito le influenze dei grandi eventi mondiali che in essa hanno provocato torture religiose, tribali ed etniche, non prive di brutalità ed efferatezza. La città ha, tuttavia, il potere magico di legare a sé per sempre i suoi abitanti. In tempi così turbolenti, Gusigne si trasforma nell'agone di imprevedibili e frenetici eventi che coinvolgono allo stesso modo colpevoli e innocenti, buoni e cattivi." -
Le leggi razziali e l'ottobre del 1943
Come cambiò il quotidiano in seguito all'avvento delle Leggi razziali e in che modo le famiglie cercarono di sottrarsi alla deportazione: sono questi i temi e le domande cui cerca di dare una risposta il presente volume, nato da un lavoro di ricerca sul campo. Calivà, infatti, raccoglie qui una serie di interviste a gente comune che fu, suo malgrado, protagonista di quegli eventi. L'obiettivo è intrecciare la grande Storia e le piccole storie dei singoli, le vicende personali e private, anche familiari, che consentono di capire meglio quell'epoca riducendo la distanza emotiva e temporale che ci separa da essa. Il libro è strutturato in due parti: nella prima c'è la ricostruzione storica del periodo delle Leggi razziali e delle deportazioni naziste durante l'occupazione di Roma; nella seconda, trovano spazio le interviste agli ebrei della Capitale. -
Antologia dei poeti maledetti
C’è un elemento di fondo comune a tutti i maudits, un tratto che caratterizzò la loro vita e le loro opere per come oggi le conosciamo. E un filo ancora più sottile unisce i sette poeti, fra i più rappresentativi dei maudits, che Vittorio Pagano ha scelto di raccogliere e tradurre in quest’antologia: si tratta di Gérard de Nerval, Charles Baudelaire, Paul Verlaine, Arthur Rimbaud, Tristan Corbière, Stéphane Mallarmé e Maurice Rollinat.rnEd è lo stesso Pagano a chiarire i motivi della scelta sulla cui base costruisce la sua Antologia dei poeti maledetti: una scelta “intesa a stabilire come forse questi poeti, di là dalle suggestioni e dalle affinità biografiche, psicologiche e fisiologiche, raggruppare si possano a un titolo più sostanzialmente, più stilisticamente rappresentativo: quello dell’esigenza metrica che li possedé”.rnSi comprende quindi perché la traduzione dei poeti qui riproposti è metrica: il tentativo è quello di rendere soprattutto la maniera in cui le ragioni maudites si fanno valere come ragioni di poesia. -
Le cronache di Antik
Erik, Efesto, Laury, Axel ed Odisseo aprono le porte di un'avventura fantastica e allo stesso tempo intrisa di problemi reali. Combattimenti intensi e veloci, schianti energetici. -
Ti amo un po'
Una donna che crede all'amore come forma di elevazione dell'anima. Dopo storie con uomini che riescono ad ""amare solo un po'"""", rivolge la passione verso se stessa alla ricerca della propria strada interiore. Si allontana dalla materialità della vita e da una società che ha relegato in un angolo i grandi sentimenti."" -
L' età dell'acquario
Seconda Guerra Mondiale. Nella Toscana occupata dai tedeschi la giovane Maria sfugge ai rastrellamenti, iniziando un viaggio alla ricerca della salvezza e della libertà. Farà incontri memorabili, conoscerà l'amicizia e l'amore, ma anche la morte e il distacco, affronterà con coraggio gli orrori della guerra, supererà i limiti del tempo per scoprire finalmente se stessa e rispondere alla più importante delle domande: per il mondo c'è speranza? Quando inizierà la leggendaria Età dell'Acquario? -
Vivere in un sogno
Valentina ha quattordici anni e vuole fare l'attrice. Al centro commerciale per vedere da vicino la sua star del cuore, viene notata e scelta per interpretare un telefilm nella catalana Barcellona. Ma la popolarità richiede scelte difficili. -
L' iperuranio di Lunaspina
"Precisiamo che Lunaspina è nome d'arte di una giovanissima cantante-poetessa che vive tra Catania e un piccolo comune della provincia. Aggiungiamo che si tratta di un libro insolito, originalissimo anche nella sua struttura che alterna e contamina prosa a poesia lungo nove sezioni autonome. Una enciclopedia di reazioni, provocazioni e riflessioni, una miscela esplosiva di sentimenti, ansie, sicurezze-insicurezze, speculazioni analitiche, polemiche e soprattutto tanta voglia di vivere e operare e comunicare e ancora provocare per comprendere o forse per non voler più sentire campane e campanacci... uno zibaldone di creatività letteraria sorprendente, unico e necessario a chi voglia approfondire aspetti e attese dei giovani più giovani, quelli segnati anzitempo dalle consapevolezze...""""." -
Agli àgli m'incipollo (La forma)
"Si prenda una donna, bella, sfacciata, sfaccettata, curiosa, complessa, quella che gli psicologi definirebbero problematica. Le si dia un passato siciliano d'infanzia misera di denari e affetti, d'adolescenza ribelle, di gioventù assetata di saperi e sapori, e un presente in terra straniera, dove alla soddisfazione del desiderio si aggiunge e mescola il dolore della perdita e la riflessione sulla separazione, con risultati al limite della nevrosi. (...) Scrivendo delle lettere a un uomo malato terminale di cancro, la donna tenta di recuperare qualunque evento passato, anche il più lontano, che possa aiutarla a comprendere la natura della """"liverate"""" che appare e scompare nel suo presente..."""". (Dalla prefazione di Daniela Saitta)" -
Albero di mele
Una scrittura essenziale, veloce quanto costantemente definitoria e definitiva.rnrn«(…) per la narrativa di Giulia Sottile si dovrà premettere che il citare Jorge Luis Borges, o l’evocare l’improbabile ipotesi di uno Zamjantin da Terzo Millennio, quindi redivivo e proponente in sintonia con la nuova epoca, non vuole che azzardare una ipotesi di orientamento. Solo orientamento, perché certe aure junghiane e lacaniane di sottofondo potrebbero rimettere in discussione tutto, per rinviare a una rielaborazione di miti biblici di mele e di serpenti o, ancora una volta, metafore classiche per le cere nelle orecchie dei rematori d’una trireme, con Ulisse legato saldamente all’albero della vela, per la propria scelta di reprimersi senza dominarsi. (…) Un merito che fa coppia con l’assenza di occasioni didascaliche di tentazioni parenetiche, e che viene armonizzato da una scrittura essenziale, veloce quanto costantemente definitoria e definitiva». Dalla prefazione di Mario Grasso -
Per non scavalcare il cielo
Resoconto ludico e serio, dolente e ironico, sognatore e realistico, dietro cui si cela l’invito a meditare in profondità.rnrn«(…) Non c’è un sol verso in tutto questo denso e coerente Nastro di Moebius, su cui si possa ricorrere a somiglianze di struttura, contenuti o spiccante linea letteraria. (…) C’è un significato ulteriore da cogliere nel gioco a nascondere di Giulia Sottile, e la chiave di lettura è da intercettare proprio in questo continuo resoconto ludico e serio, dolente e ironico, sognatore e realistico, pietoso ma intransigente, dietro cui si cela l’invito a meditare in profondità. (…) Quasi diario in pubblico, mantenuto sul registro coinvolgente della colloquialità spontanea, come suggella la composta umiltà del finale nel suo pur costante gioco a nascondere» Dal saggio introduttivo di Laura Rizzo. -
Es-glasnost
La splendida prova narrativa di una scrittrice ricca di humor, risorse inventive, intelligenza critica.rnrn«Avvincenti per la loro freschezza e genuinità espressiva, le quattro parti di Es-Glasnost di Giulia Sottile possono intendersi come la splendida prova narrativa di una scrittrice ricca di humor, risorse inventive, intelligenza critica. (…) E il lettore non finisce di ammirare il sistema di strategie narrative messo in atto, l’effervescenza delle formule linguistiche, la scrittura sempre diretta, priva di orpelli e paludamenti stilistici, oltre che l’originale impostazione della storia, la complessità dei contenuti mai prevedibili, mai scontati, la forza espositiva e argomentativa del pensiero». Dalle annotazioni analitiche di Angelo Maugeri.rn«In questo momento narrativo di subliminali-trasparenze interiori-confidenze, Giulia Sottile colloca e libera un flusso di coscienza, fantasia e memoria con avvincente levità e ordine. C’è evidente una approssimazione fattuale e seria alla linea dell’alta tradizione letteraria europea». Dalla nota editoriale. -
Riflessi
Prefazione di Mario Grasso.