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Acquamara
Denaro, tufo e malaffare, in un avvincente romanzo ambientato in una immaginaria Acquamara alla fine degli anni 1960. Un piccolo universo siciliano e mafioso, dove il protagonista principale, Titta Mezzasalma, magistrato ligio al dovere con una particolare passione per le donne, indaga su uno strano incidente avvenuto nella locale cava di tufo. Una minchiata d’incidente, dicevano... -
Sul confine. La poesia e il personaggio di Alda Merini
È lungo questa linea che nasce la poesia di Alda Merini, cioè lungo la linea del suo labile confine tra il suo mondo e quello fuori dal suo.rnrnAppendice di pareri autonomi e inediti di: Cinzia Demi, Vincenzo Guarracino, Stefano Lanuzza, Massimiliano Magnano, Angelo Maugeri, Laura Rizzo, Tommaso Romano, Mario Rondi.rn«Esistono persone con confini esili che si lasciano permeare dagli altri, e a volte escludono gli altri. È lungo questa linea che nasce la poesia di Alda Merini, cioè lungo la linea del suo labile confine tra il suo mondo e quello fuori dal suo. Lì nel suo “confine senza fine” la poetessa incontrava l’arte. La sofferenza incontrava le parole e l’immagine del dolore. Questo l’«a fondo» di Giulia Sottile, psicologa, lungo una ricerca scrupolosa, nuova per molti suoi aspetti e davvero definitiva come diagnosi scientifica che non è stroncatura letteraria ma chiave di lettura che propone una “dimensione”». Dalla prefazione di Anna La Rosa. -
Il capro espiatorio e Cristo
Prefazione di Alessandro Centonze. -
Non ho tempo da perdere
Prefazione di Simona Lo Iacono. -
Da Psyco a Il lato positivo. Il cinema come manuale di psicopatologia
"Freud paragonava il lavoro del terapeuta a quello dell'archeologo che, muovendosi tra i reperti antichi, ri-costruisce una città distrutta e ne ri-definisce le mura, le fondamenta. Sulla scia di questa metafora, a me piace pensare questo libro come a una guida che di fronte a un monumentale, quanto vasto sito archeologico, indica le opere da visitare, il percorso da compiere verso l'esplorazione della coscienza"""" (dalla prefazione di Anna La Rosa). """"Da 'Psycho' a 'Il lato positivo' può essere visto come un compendio che fornisce una linea guida per chi volesse addentrarsi nella conoscenza del cinema e delle tematiche psicologiche e formarsi una cultura cinematografica su specifici temi. È articolata ma chiara e ben organizzata l'impostazione del saggio. Già dando un primo sguardo all'indice si potrà comprendere l'intento dell'autrice e appassionarsi ancor prima di cominciare la lettura"""" (dalla postfazione di Giulia Sottile)." -
Dammi carta e pensa
«Le sorprese in questo libro sono nascoste tra un cortocircuito e l'altro del gioco fonosemantico che Emanuele Fiore brevetta. Poesia quasi scheda d'identità dei nostri giorni di astanti-assenti, e ipocrisie. Fulminanti metafore che la grazia della poesia colora di affabilità e delicatezza letteraria. (...) Cerca complici perché è Letteratura la chiave di volta di tutta la silloge, la Letteratura in veste di cerimonia tutta ludica e di una originalità che esige ricerca di sodali disposti a intrattenersi fino a partecipare e lasciarsi allenare al gioco del cambio di vocali o di consonanti, al massacro delle locuzioni usurate, impiccate a confronto con sostituzioni che le deridono: ""Niente è come sempre""""; """"L'eterno al lotto""""; """"Minuto in un secondo"""". A occasioni dove viene mimato un refuso che non c'è: """"È qui distante"""". Il palleggiare con la stessa parola nelle sue diverse accezioni in dipendenza degli accenti: """"L'ascia lascia la scia"""". E questo come regola quasi costante con i titoli, quasi altrettanti aperitivi per le sontuose portate di innovazioni condotte con magistrale abilità e padronanza di significati e significanti. (...)» (dalla pref. di M. Grasso)"" -
Tempo, sei maestro
Un giovane migrante che insegue la verità su se stesso. Un professore vicino alla pensione che insegue la chiusura del proprio cerchio interiore. Un pittore solitario che insegue il colore del mare, di quel mare che nel frattempo si è troppo spesso macchiato di morte. Tre traiettorie che si ricongiungono nella luce del paesaggio siciliano. I grandi temi contemporanei dell’incontro-scontro tra culture, della religione, della contaminazione. -
Il guardiano del bosco
Un guardiano insolito per un bosco che lo è altrettanto con i suoi tesori botanici e la fauna che al suo interno vive. Un mondo a sé stante in un angolo della Sicilia, che potrebbe essere un altrove idealmente universale. Dopo la lettura di questo romanzo ecologico pieno di sorprese, ciascuno dirà che il bosco narrato da Orazio Italia lo ha suggestionato al punto da fargli desiderare di esserne guardiano e andare ad abitarvi, infatti ai suoi margini c'è la vita di un paese dove tutti si conoscono e vivono ordinarie umani passioni sentimentali, civili, sociali e politiche. Spesso soprattutto politiche, perché spetta alla politica custodire i tesori del bosco e del suo lago naturale. -
Col dire poesia
Raccolta di riflessioni di poeti e critici italiani contemporanei sul significato della parola ""poesia""""."" -
Il gelsomino notturno
Ricordi di infanzia e adolescenza tra affetti e tradizioni di una Sicilia inedita per qualsiasi lettore, proverbi ricette, sapori e colori di un mondo reale e vissuto che adesso va scomparendo e che la scrittrice recupera a futura memoria con scrittura colloquiale e coinvolgente. La scrittrice confida: ""La principale protagonista della raccolta è Madre Natura, nella sua accezione sia laica che religiosa, la Madre delle Madri, Colei che genera, crea e distrugge, che dà e che toglie a suo piacimento. A lei si associa la costante presenza delle figure femminili che hanno per lo più ispirato la narrazione, fonte inesauribile di insegnamenti, intrisi di saggezza popolare siciliana."""""" -
Aquilia delle Poiane (Approssimazioni alle realtà romanzesche di una città)
Uno dei nomi, Aquilia, del passato remoto di Acireale, per un libro come realtà romanzesche di una città che contiene ed esprime la complessità di luci e ombre dell'umana condizione universale, con la singolare polisemia della sua anima e altrettante unicità di clima, prodotti della natura come dell'ingegno degli acesi. Una città privilegiata per la sua collocazione a mezza collina tra l'Etna e il mare, per il sole e le sue famose Terme Santa Venera, dove quella volta Riccardo Wagner ha trascorso vacanze di prolifiche cure e artistiche meditazioni. E poi il Carnevale e l'Opera dei Pupi, tradizioni, saggezze e allegria, a bilanciare ingenuità estemporanee, ozi, piaceri dei ricchi più ricchi e qualche aura, più o meno drammatica, di foschi misteri irrisolti, brevi ombre che velano ma non attutiscono il resto di limpida solarità culturale della Città dalle cento campane, luogo d'arte, artisti e genialità artigiane. Un libro, ""verità di uno"""", dolce e amaro come la vita umana di ogni giorno, scritto da un figlio di Acireale, lontano, ma sempre vicino, per memoria dei luoghi che gli sono più cari. Un libro che esalta o disapprova, ironizza quando coglie in attualità di assopimenti, mentre, sottovoce, ricorda, contesta e rivendica. 40 foto invitano a cogliere ulteriori significati nei coinvolgenti ragguagli dello scrittore."" -
Petali di rose, Madonne e carciofi
Dodici racconti dal vero che restituiscono un'armonica memoria di vita vissuta in prima persona, ora in chiave allusiva, ora impietosa verso se stessi, altrove auto celebrativa come a voler dire: ""Se potessi rinascere vorrei rivivere tutto ciò che ho vissuto"""". C'è l'esito straordinario di trovare ricreato un ritratto """"in piedi""""dell'intero periodo storico compreso tra il 1943 e il 2021. Dodici momenti radicalmente diversi, come se a ciascuno fosse stato data un traccia su cui dissertare e informare."" -
I peccati di Retena
Maria Schepis torna con il suo secondo romanzo, dopo la pubblicazione di Un'invisibile barriera. Una storia da leggere tra le righe, come un ottimo rimedio per smuovere la coscienza umana e abbassare la maschera pirandelliana, insita in ciascuno di noi. Ciò è possibile farlo attraverso il linguaggio semplice e originale dell'autrice, che sembra quasi attratta dal voler giocare con la lingua italiana attraverso contaminazioni linguistiche appartenenti ad un altro tempo, così da trasportarci contemporaneamente nel passato e farci restare nel presente. Retena è il luogo che fa da sfondo alla vicenda, un antico borgo dove mare e terra si incontrano e il tempo pare essersi fermato. Un tempo scandito da riti, portati avanti da secoli, che hanno come protagonista Santa Cecilia, protettrice del piccolo centro e unico credo e conforto degli abitanti. Un palcoscenico, quello di Retena, in cui prendono vita le storie di Santo, uomo avido di potere, Clara ed Ettore, padroni del regno retenese. Storie attorno alle quali vertono quelle di tutti gli altri cittadini, vittime di tradimenti, complotti e inganni, ma soprattutto pedine innocenti nel gioco della loro sfarzosa, seppure triste vita, quella in cui i vizi restano privati e le virtù sono rese pubbliche. Il mercato diventa la nuova cattedrale, non è più la parola di Dio ad essere diffusa ma quella del popolo. Tutti chiacchierano e sono chiacchierati. Esistono ancora, però, degli scenari in cui è viva la speranza: sono quelli in cui fanno passaggio le vite di Angela, donna libera e indipendente, quella di Giovanna, una parrucchiera che crede nella bellezza interiore, e non solo in quella di un bel taglio e acconciatura, che con molta probabilità avrebbe fatto meglio a darsi alla psicologia, perché brava a rubare i pensieri altrui, quella di Elena, in cui la voglia e la forza di restare permane, nonostante il gelo abbia finito per abitarla, e infine quella di Nadia, medico, che come tutte le altre donne paga il prezzo di aver riposto fiducia nell'uomo sbagliato. Un imprevisto meteorologico però, mette a dura prova la vita fisica e mentale dei tre padroni, che per qualche momento, afflitti da opprimenti pensieri, cominciano a desiderare essere ciò che non sono mai stati. La Schepis è capace di scegliere, con cura, aspetti caratteriali e sprazzi di vita dei suoi personaggi per raccontarci il mondo, di allora e di ora. un teatro di scene, che s'interrompono, per indagare la condizione del personaggio che lo ha abitato, lo abita e lo abiterà. -
Milo
«Catania, fine anni Ottanta. Milo è sul treno delle 7:30 in partenza per Pisa, irrigidito e travolto da mille emozioni ma inconsapevole che quel viaggio darà uno scossone alla sua vita, ma soprattutto gli insegnerà ad avere coraggio. Una parola, che seppur assente letteralmente, racchiude il senso del motto della scuola di fanteria, a Cesano di Roma, che non dimenticherà mai: Fortior ex adversisresurgo - Risorgo più forte dalle avversità. Milo è diverso dai suoi colleghi, non accetta che si parli dell'amore e delle donne in modo apatico e volgare, piuttosto il suo essere nostalgico, riflessivo e sentimentale lo contraddistinguono, rendendolo forte e protetto dal cinismo e dalla svalutazione collettiva. Potremmo definirlo un uomo ""fuori epoca"""". Non molto estroverso, fa fatica ad esternare ciò che prova perché le emozioni pareva ingombrassero qualsiasi spinta ad un'esternazione verbale da lui percepita come estremamente riduttiva della magnificenza e della complessità interiore. Solamente la ragazza dalle scarpe gialle, per lui un mistero difficile da comprendere, espressione di dolce malizia e di una tremenda femminilità, sarà l'unica a rendergli spontaneo il fluire delle parole e a rendere nota, con un cambio di linguaggio, una seconda personalità di Milo, e dello stesso scrittore, sul finire delle ultime pagine. Pagine in cui troviamo un Milo più uomo, più saggio, arricchito dalle mille sfaccettature che albergano nell'animo delle persone e dei luoghi incontrati tra treni in transito, Piazza di Spagna, Campo Italia a Messina e il bar di Federico in Via Umberto a Catania. Alcune cose però non cambiano mai, il senso di insoddisfazione e quella nostalgia permangono, nostalgia di ciò che è stato, di ciò che è, di ciò che sarà,quasi a voler ripescare fuori, per necessità, quei momenti, quei luoghi, quei volti, quelle espressioni, anche ciò che ha procurato dolore per poterli abbracciare, viverli ancora più intensamente e ripartire da lì, come unico svago che resta per chi è diffidente verso il futuro; cita Carlo Verdone in La grande bellezza(2013). Milo non sceglie ciò che è più semplice ma piuttosto sceglie la via libera, slegandosi da gradi e obblighi serrati come quelli a cui ha dovuto adempiere per lungo tempo. Attraverso le sue parole Lorenzo D'Agata da vita a un ritratto dalla scrittura estremamente essenziale in cui cambiano i luoghi, gli strumenti, le strutture, i protagonisti, ma i fatti sempre quelli sono, quasi a voler rivolgere un invito: quello di smuovere le proprie abitudini per dare spazio a nuovi stati d'animo e scoperte consone alla propria personalità, ma di cui forse non si è ancora consapevoli.» (Catherine Vaccaro)"" -
San Giuda. Vol. 1
Nel mondo che, pur richiamando sentimenti ancestrali, sembra rinnovarsi e accogliere ancora stupore e spiritualità, Padre Giordano, prete dalle poche pretese, nervoso e inesperto, deve salvare l'anima di un santo che invece, per il nome che porta, dovrebbe salvare gli altri. Non è facile, per colui che non ha mai messo piede fuori dal monastero, gestire da pseudo-psicologo uomini che di normale non hanno nulla. Eppure è stato chiamato e gli toccherà obbedire allo stremo delle condizioni, fino a rischiare la vita. Questa storia è raccontata con parole e immagini, in narrativa e versi, e tenta un nuovo modo di ""cantare"""" il sentire dell'autore. È storia difficile, turpe, infelice, si muove verso la catarsi che sembra inafferrabile. Ma è viva come lo è il cuore dei numerosi personaggi che la animano, dentro cui si calerà sempre più profondamente, anche attraverso le loro lotte e i loro credo. Questo l'ordito, del romanzo San Giuda, originale e avvincente di per sé; tuttavia, come ben si sa, ogni proposta letteraria non viene affidata solo ai contenuti. Anzi c'è, tra i letterati, una linea oltranzista che pretende di destinare a considerazioni di minor valore il carico dei contenuti, per attribuire alla forma la divisa di ogni opera che tenda a legittimazione letteraria. L'esempio invocato non è da poco, né peregrino, infatti vengono posti in evidenza almeno due momenti di ogni scrittura: quello della improvvisazione di una cronaca, e della sua contingenza, a confronto sia con l'eleganza di un resoconto nobilitato dalla forma di adeguato elegante codice per la descrizione dei fatti E siamo al caso letterario di questo romanzo in versi e fumetti che Marcella Argento, dopo anni di silenzio letterario, propone da artista e altrettanto autentica scrittrice capace di imprimere straordinario equilibrio estetico ai due momenti della più gentile e coinvolgente resa letteraria. Contenuti e forma. Su questa duplice linea da """"scaffale alto"""", che attrae e conquista ogni categoria di lettore, proprio per la straordinaria felicità della formula romanzesca, arricchita da levità corriva di scrittura e ricchissimo richiamo di contenuti sostenuti da teatrale, di figuralità, si impone e caratterizza questo San Giuda, opera di una artista che ha realmente cose da raccontare sapendole narrare e dipingere. Infatti la letteratura è comunicare i significati dell'inesprimibile, ed è rispetto di codici di scrittura, come può essere trasgressione; è raccontare con grazia un mondo vissuto come inventarne nuovi, mai esistiti; è reticenza quanto chiarezza, è comunque fuga dal già visto e dalla semplicità. Tutto questo c'è in San Giuda, con avvincente resa, impeto letterario creativo e misura. (MG)."" -
Il mio compromesso storico
Romanzo di un avvocato già lodevolmente affermato scrittore. Quest'opera narrativa è ambientata nella città Alta di Modica (Ragusa), cuore pulsante della vita politico-culturale negli anni Sessanta e Settanta del Secolo scorso. Salvatore Poidomani - cresciuto in quella Comunità, poi dissoltasi nel volgere di pochi lustri -, nonostante la sua forte identità, descrive la vita del Borgo di allora, che si svolgeva attorno alla piazza; il protagonista che in quegli anni era un adolescente, viveva la sua giornata tra due circoli, quello della Democrazia Cristiana e quello del Partito Comunista, (ed ecco la ragione del titolo: Il mio compromesso storico. -
Caterina e 7 altre
«Opera vincitrice del Premio letterario nazionale ""Contenuti e forma"""", bandito dall'Osservatorio femminile delle Arti. S'approprierebbe il titolo Shahraz?d dato originariamente dall'Autrice al manoscritto, ma ne sconsiglia ripetizione l'abusata usura onomastica. Altro è il valore perenne del capolavoro nella sua denominazione di nascita. Valore che ha trovato, secoli dopo, nel Don Chisciotte e nella sua struttura, tra ordìto e trama del geniale collage di episodi, altro immortale modello. E ancora, nel secolo scorso, il romanzo Avalovara del brasiliano Osman da Costa Lins, che citiamo pur tenendo presente l'assoluta autonomia del romanzo di Elysa Fazzino, Caterina e 7 altre. Divaghiamo con la definizione di Avalovara, data da Maria Corti nella prefazione al volume delle Opere di Ennio Flaiano, (Ed. Bompiani, 1988), perché ci propizia l'esaltare un momento strutturale della singolare resa narrativa della Fazzino. L'avalovara, ha scritto Maria Corti, è un grosso e agile volatile composto da diversi altri volatili che conferiscono all'uccello unico che ne risulta, forma e fisionomia mai viste uguali. Ed ecco la combinazione di vari protagoniste nel romanzo Caterina e 7 Altre, avvincente viaggio nel femminile, che si evolve richiamando la storia di sette casi diversi, il cui armonico insieme dimostra la condizione esistenziale dell'eterna realtà umana, nelle sue nobiltà e miserie, virtù, sofferenze, fragilità, dolori e vittorie. Una tappa del genio creativo di una scrittrice nostra contemporanea, in pagine dove si alternano le diverse realtà femminili di sette protagoniste, in coralità letteraria d'alta caratura, riconosciuta tale da una Giuria tutta al femminile, che assegnando il Premio a Caterina e 7 Altre ha sancito l'aspetto originale e significativamente impegnato della narrazione, con sigillo aere perennius.» (Mario Grasso)"" -
Una storia vissuta
Un racconto autobiografico nel quale Francesca Anastasi mette insieme ricordi e immagini della propria vita aggiungendo l'universo delle generazioni dei nonni e dei genitori, fino a offrire un quadro fedele del ""come eravamo"""". La fedeltà dei resoconti si coniuga con la resa istintiva della redazione che, confermata dalla naivité, completa una certificazione del valore storico dei fatti narrati, i quali potrebbero essere materia di attenzione per le ricerche scientifiche degli storici interessati al periodo delle puntuali e avvincenti evocazioni della scrittrice."" -
Nesy e Giò. Una storia vera
Racconto autobiografico dell'artista Gino Baglieri, in una Sicilia dimenticata e illustrata da foto d'epoca. Una storia piena di grazia e dolcezza. -
Il mal di vivere. Tra genialità e follia
Questo saggio scritto da una psicologa è il risultato di una ricerca scientifica che analizza le connessioni tra i disturbi mentali e le genialità nelle loro varie forme. Approfondisce sull'operato di diverse grandi personalità che hanno con le loro scoperte segnato la storia dell'umanità: da Lewis Carrol a Leonardo da Vinci, da Albert Einstein a Vincente Van Gogh e altri che i lettori troveranno messi a nudo tra le dense e serie pagine di questo straordinario libro. La domanda: La follia è un limite o un dono? Nasce con noi e /o può essere indotta da sostanze stupefacenti? Le risposte sono esito di indagini scrupolose tra neuroscienze e genetica.