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Paganini
Graphic novel dedicata all'affascinante figura di Niccolò Paganini. -
I segreti di Sharin Kot
Primavera 2010. Una missione solitaria sprofonda una pattuglia motorizzata di alpini negli orrori della guerra afghana e ridesta nel capitano Emiliano Zanin il tormento di un amore tradito. Nello sperduto villaggio di Sharin Kot l'ufficiale si imbatterà infine in una terribile scoperta, che rappresenterà tuttavia per lui la premessa per tornare a sorridere alla vita. -
A Milano c'è. Cento e più curiosità ad uso degli ambrosiani autentici e/o d'adozione
Qual è il campanile più alto di Milano? E il portale più bizzarro? La statua più antica in città? E quella più `popputa'? La strada più larga... e quella più lunga... e quella più stretta? Cento e più curiosità, record e autentiche rarità milanesi, sono illustrate e raccolte in agili schede fotografiche curate dallo storico e scrittore locale Bruno Pellegrino. Ed anche attraverso la lettura di questo libro, da consultare come un 'Guinness' dei primati meneghini, la storia e la autentica cifra della milanesità emergeranno con chiarezza, così come l'amore che lega l'autore alla sua città e alle sue mille sfaccettature. ""Nelle mie conferenze sulla vecchia Milano ho spesso notato come tra il pubblico ci sia sempre qualcuno che mostra scarso interesse per l'argomento. Forse perché, non conoscendo abbastanza la nostra città, stenta a ravvisarvi certi aspetti e fatti da me evocati. E tuttavia quando verso la fine della 'cicciarada' propongo qualche curiosità, magari sotto forma di quiz, ecco che tutto l'uditorio si fa di colpo attento: chi si stava appisolando riapre gli occhi e si rimette a sedere chi apprestava ad andarsene. 'Chi di voi sa dirmi - provo a chiedere - qual è il campanile più alto di Milano?' 'S. Gottardo' - risponde pronta una signora. 'No, S. Eustorgio' - corregge un altro ospite. E ognuno dà la sua risposta, quasi sempre errata. 'È quello di S. Carlo in corso Vittorio Emanuele - rivelo alla fine - m 86.35, per la precisione'. 'La via più lunga? - insisto - e la chiesa più piccola? quella più antica? il chiostro più suggestivo? il portale più splendido?'. E via di questo passo. Il pubblico partecipa con entusiasmo. Tutti alla fine applaudono e lasciano la sala felici e contenti. Da tale considerazione è nata l'idea del presente libro che può considerarsi il risultato di una lunga, paziente ricognizione tra le pieghe del vecchio centro storico o poco oltre, alla ricerca di quei monumenti anche minori, o addirittura minimi, che vantano una sorta di primato rispetto a tutti gli altri dello stesso genere. Un primato indiscutibile per antichità (la finestra o il portale più longevi), per dimensioni (il campanile più alto o quello più basso, la chiesa più grande o la più piccola, la strada più lunga o la più corta), per bellezza, prestigio, originalità o per altre peculiarità. Una Milano, insomma, che potremmo definire dei superlativi o, se preferite, dei... più. Certo, c'è sempre il rischio, specie in fatto di estetica, di dare giudizi azzardati in quanto soggettivi. Ma è un rischio che val la pena di correre. E poi, chi mai oserebbe obbiettare se dichiarassimo che il campanile di S. Gottardo è il più bello di Milano o che il chiostrino di S. Maria delle Grazie è il più ridente? Ed ecco - prendendo a prestito una motivazione famosa - 'l'origine del presente libro, esposta con un'ingenuità pari all'importanza del libro medesimo'. (Bruno Pellegrino)"" -
Spirits
Questo thriller in lingua inglese è un racconto dallo scenario tipicamente anglosassone; ambientato in una distilleria di whisky, costituisce una lettura avvincente per tutti i ragazzi che vogliono migliorare il loro livello di conoscenza della lingua, in modo facile e coinvolgente. Le frasi e le espressioni difficilmente comprensibili, per chi non è di madrelingua, sono annotate e spiegate a piè di pagina. -
Chi ha rubato la nebbia? Guida alla Milano millennial
Milano, si sa, è la città della moda, degli affari, del lavoro e dell'operosità e - in stagione - della nebbia. Ma è ancora così? Dalle antiche signorie agli attuali protagonisti, dai castelli ai grattacieli, dall'epopea della Scala a quella televisiva, dalle nebbie del passato ai cambiamenti climatici, Adriano De Carlo fa il punto sulla Milano millennial, cioè sull'attuale metropoli delle generazioni di fine millennio che la stanno rimodellando, e guida il lettore a scoprirla attraverso percorsi, approfondimenti ed excursus di grande interesse e curiosità, come per esempio quello dedicato allo sport e alle rivalità calcistiche o quello che ripercorre la filmografia ambientata a Milano. -
L' integrazione della comunità peruviana in Italia - Genova
Questo libro affronta e riesce ad approfondire un tema di grande attualità in questi tempi: l’integrazione dello straniero ne tessuto sociale del paese di elezione, in questo caso l’Italia, e nello specifico si è qui trattato il problema dell’integrazione dei peruviani di prima generazione.rnIl lavoro illustra i vari passi compiuti dalla Cura pastorale Latino Americana, che per raggiungere l’obiettivo è stata attivamente aiutata da tutta la comunità, con i frati cappuccini in prima linea. -
Orchestre da ballo. Il tramonto sta spegnendo il bagliore del crepuscolo, ma il giorno non è ancora finito
La storia di Mara è la storia di molte donne di cui la grande Storia non ha mai tenuto conto. ""Orchestre da ballo"""" è anche la storia di un grande riscatto perché è una donna lavoratrice che sacrificandosi ottiene sempre risultati. Avanza nella carriera, passando dalle macchine da scrivere ai computer senza rifiutare le nuove tecnologie. Viene promossa e valorizzata. La storia di Mara è intrisa di sofferenza, nella sua lineare sincerità ammette di essere """"malata"""", si riferisce alla depressione... Mara è una donna che corre coi lupi. Non a caso definisce """"curatrice"""", curandera, la sua analista. È la vera svolta, che porta la protagonista a una profonda e reale revisione, con la dottoressa intraprende un cammino difficile ma autentico e arriva al traguardo vincitrice, con un nuova autoconsapevolezza..."" -
Scrivere di gusto. Lezioni di convivialità scrittoria
Un percorso fra letteratura e ricette, con racconti inediti di nuove scrittrici. Fra la nostalgia del passato e la gioia del presente delle cose belle e buone. Maria Cristina condivide, con le sue allieve e con i lettori, elementi di tecnica di scrittura e di cucina. Un modo di avvicinarsi alla scrittura creativa: per costruire un buon testo o per imparare a preparare alcuni ottimi piatti. Il tutto riassunto in quattro regole per scrivere bene e stare bene. -
Lo specchio deformante. Sull'utilità e sul danno della globalizzazione
Il saggio ripercorre la storia antica della globalizzazione, quando essa non aveva neppure questo nome, delinea la complessità del nostro mondo dove, in apparenza siamo tutti connessi e tutti più soli, fino a prospettare un dopo che appare ancora nebuloso, ma che si vorrebbe non più ostaggio dell'economico. Le autrici, insegnante di storia e filosofia la prima e medico di base la seconda, si sono poste nell'angolo di visuale del cittadino che non vuole accettare acriticamente la realtà in cui vive e analizzano gli effetti negativi che la globalizzazione ha avuto e continua ad avere sulla nostra vita. -
Vedute di Genova. Testi in prosa e in versi con fotografie d'epoca
Tanto nella poesia del primo Sbarbaro Genova, soprattutto con i suoi vicoli notturni, appare riconoscibile ma mai nominata e dunque risulta essenzialmente simbolica nella sua dimensione meno accattivante, così invece nelle successive prose liriche, a partire dai Trucioli del 1920, i dettagli della città saranno minutamente dichiarati, come a voler disegnare ben precisati luoghi, ciascuno dei quali risulta segnato da una felice nota di colore, da un aneddoto, da un ritratto. Nulla riecheggia più l'ostilità iniziale verso la grande città, anche perché, all'interno di essa e nei suoi dintorni campestri, tante volte percorsi anche come raccoglitore di licheni, Sbarbaro si era ritagliato un insieme di paesi, quartieri, rioni, campi, stradine, insomma di quegli ambienti familiari che potevano riportarlo ad una dimensione più umana della convivenza cittadina. -
Emilio Salgari. Il capitano della fantasia
I lupi di mare liguri e in particolare genovesi hanno ottenuto nell'opera di Emilio Salgari (1862-1911) una ammirata e molto particolare attenzione. Questa eloquente circostanza, insieme alla prolifica e fondamentale attività svolta a Genova per l'editore Anton Donath dal romanziere che ha creato in Italia il genere avventuroso; al suo soggiorno a Sampierdarena (1898-1899) in Casa Rebora, accanto al mare, dove è nato suo figlio Romero; alle amicizie e ai rapporti personali nati nel capoluogo ligure, costituisce l'argomento principale di questo libro. Un tema affrontato per la prima volta nel suo complesso, con molte rivelazioni e notizie inedite, perché sia Salgari che Genova sono stati segnati per sempre da questo magico incontro. Impossibile isolare uno o più periodi nella biografia di un autore diventato in Italia un fenomeno di costume oltre che letterario. -
Le cose che ho perduto
Ermanno e Michela, provenienti da mondi profondamente diversi, si conoscono, lentamente si avvicinano, si frequentano e si innamorano. I loro destini si intrecceranno e separeranno più volte e la vita affettiva di Ermanno ne sarà annientata fino al limite di conseguenze estreme; ma, proprio in quel momento, il passato tornerà a riproporsi, prepotente, inatteso, modificato, costringendolo, finalmente, ad affrontare il proprio presente e a progettare la vita del domani, del futuro che sarà. -
Woody Allen. Uno scrittore prestato al cinema
Ci sono scrittori che diventano registi, e registi che diventano scrittori. E poi, ci sono i cosiddetti geni, quelli che varcano i sottili confini dell'arte e creano attraverso le proprie opere dei manifesti culturali che affrontano le tematiche più disparate: psicologia, cinema, letteratura, filosofia. Perché accostarlo ad un personaggio della letteratura: perché Allen effettivamente fa letteratura, ed esso stesso è letteratura. -
Torino e il diavolo. Storia e miti
Questo è un libro che intende soprattutto basarsi sui dati oggettivi della storia e raccontare alcuni aspetti della città subalpina che spesso sono guardati senza tener conto della realtà, ma lasciandosi esclusivamente trascinare dal mito. Nel libro si cerca di raccontare obiettivamente fatti, luoghi e figure in cui quel complesso che definiamo genericamente ""mistero"""", ha trovato il modo per entrare, spintonando qua e là, nella storia. Senza pretendere di avere la verità in tasca, ma con la precisa consapevolezza che quasi sempre è possibile separare la realtà dalla fantasia, l'autore analizza una serie di fatti tipici della mitologia che contrassegna la cosiddetta """"Torino magica"""". Si parla naturalmente del diavolo, indagando sugli aspetti che hanno contribuito a fare del capoluogo del Piemonte la sua presunta """"capitale"""": per capire qualcosa sull'origine di questa scelta ci si avvale soprattutto della sociologia, lasciando a latere aspetti legati al satanismo, messe nere, patti diabolici..."" -
I balestrieri liguri. Nascita e tramonto di una leggendaria milizia
Per quasi tutto l'Alto e Basso Medioevo e fino alla fine del XVI secolo la Repubblica di Genova si distinse non soltanto nella tradizione pratica dei commerci e in quella finanziaria, ma anche nel settore militare, navale e terrestre. In più di un'occasione, nel corso della sua lunga storia, la Superba dovette occuparsi della tutela dei suoi possedimenti e fortune attraverso la messa a punto di flotte da guerra o mediante la creazione e l'arruolamento di milizie destinate a presidiare il territorio della madrepatria e le sue colonie e fondaci, ed ebbe anche l'accortezza di fornire in diverse occasioni ai propri alleati consistenti aliquote di navi e armati. Nelle fattispecie, tra la fine dell'XI e la metà del XV secolo, la Repubblica, ma anche gruppi di mercenari al seguito di illustri genovesi in esilio, misero a disposizione di comuni, potentati e corone straniere diversi contingenti appartenenti ad una speciale categoria, quelli dei balestrieri. Per un lungo periodo, dunque, questi specialisti e, in particolare la balestra genovese ""a staffa"""", svolsero un ruolo di primo piano in molte dispute belliche italiche ed europee."" -
Cinque Terre. Guida escursionistica. Ediz. inglese
Questo piccolo volume desidera accompagnare il visitatore attraverso le diversità del paesaggio della riviera spezzina, affinché non percepisca solo il paesaggio delle Cinque Terre e dei suoi dintorni come un aspetto omogeneo, ma sappia apprezzare tutto ciò che di naturale e di umano caratterizza la Valle di Levanto, il Promontorio del Mesco, l'area litoranea terrazzata delle Cinque Terre, la fascia di crinale che la sovrasta e la collega all'entroterra spezzino, i Tramonti di Biassa e di Campiglia, il Promontorio e il borgo di Porto Venere, l'Arcipelago delle piccole isole Palmaria, Tino e Tinetto, le scogliere e lo splendido mondo sommerso. Si tratta di un modo differente da quello su cui si concentra la maggior parte dei turisti che spesso si limitano a percorrere solo qualche tratto del sentiero blu (n. 2) e finiscono per trascurare aspetti di notevole valore storico e scientifico. -
Il genovese facile. Manuale del genovese moderno
«Accidenti, com'è il plurale di ""pescòu""""? E il participio passato di """"pài""""? E come si dice """"stare attento""""? Il """"genovese"""" è proprio una lingua difficile!». Questo è ciò che pensa (o almeno qualcosa di simile) chi, preso dall'amore per la sua """"lingua"""", vuole mettersi a scrivere come hanno fatto il De Franchi, il Bacigalupo, il Martin Piaggio. Ma loro vivevano in una Genova dove il Genovese era l'unica lingua parlata e quindi per loro era facile scriverlo (anche se ci sarebbe qualcosa da dire sulla loro grafia). Ma oggi, che il genovese è parlato solo da qualche vecchio, per chi si accinge a volerlo imparare, magari anche per scriverlo, il compito è davvero arduo. E così, tre nostalgici genovesi, che da anni si dedicano all'arduo tentativo di salvare il salvabile, hanno pensato di venire incontro a questi volenterosi, mettendo insieme le loro esperienze per dare a tutti la possibilità di entrare nel meraviglioso mondo del genovese. Il Manuale è articolato in quattro parti. La Prima riporta tutti gli elementi di una grammatica semplice da leggere e da capire. Una parte che risolve tutti i problemi che si presentano al neofita e che gli consentono di vedere risolte le questioni principali della lingua genovese. La Seconda risolve il difficile problema dei verbi con un elenco dei principali e la coniugazione per esteso dei più usati normalmente. Si riporta anche una tabella delle desinenze che permette di coniugare tutti i verbi. La terza dà delle regole chiare e univoche per districarsi facilmente nel labirinto del """"come si pronuncia..."""" e del """"come si scrive..."""". La Quarta, infine, pensa al futuro della nostra lingua e dà tutti gli elementi per fissare definitivamente le regole, che mai nessuno ha dato, della Lingua Genovese. Ecco, il """"Manuale del Genovese Moderno"""" è tutto qui: poche regole, ma buone! Buon lavoro a tutti e... Pe Zêna e pe Sàn Zòrzo!"" -
Rosmini. L'uomo e il santo. Vol. 1: Testimonianze di religiosi.
Questo è un libro-incontro, un libro rivelativo dell'uomo, del sacerdote, del religioso, del filosofo che Papa Benedetto XVI decretò di beatificare. Con professionalità critica e scientifica troviamo le testimonianze lasciate dai contemporanei di Rosmini su di lui, raccolte intorno al 1882. Questo è il primo dei tre volumi con cui si pubblicano oltre 300 testimonianze: le testimonianze dei religiosi. Seguiranno quelle dei trentini come lui, quindi quelle degli altri ecclesiastici e laici. -
Contro la post-religione. Per un nuovo umanesimo cristiano
In opposizione alla dilagante campagna mediatica di orientamento antiumanistico e antireligioso, il volume denuncia gli errori e le assurdità del nuovo conformismo culturale dell'epoca post-moderna, che ripropone oggi quel vecchio arsenale di propaganda che fu già utilizzato nell'impero romano per giustificare la persecuzione contro i primi cristiani. La differenza è che oggi lo scientismo e il relativismo etico vorrebbero sostituire al cristianesimo non tanto il politeismo classico, ma la credenza in una nuova e più bizzarra ""post-religione"""", un'ideologia cupa e irrazionale, che presume di dimostrare l'irrazionalità delle fedi religiose per sostituirsi ad esse. Al nuovo integralismo si oppone la tradizione di libertà che nasce da una concezione del mondo basata sull'umanesimo, con le sue radici classiche, ebraiche e cristiane, che da secoli diffondono in tutto il mondo un atteggiamento di serena fiducia nella ragione, nei valori morali, nella libertà e nella dignità della persona umana. Si riconosce in tal modo la giusta importanza alla scienza, ma anche alla filosofia, alla letteratura, alle arti e alla religione, così che alla fine le diverse opzioni di credere o non credere in Dio, di essere cristiani, e anche cattolici, appaiono non solo come diritti fondamentali della persona umana, ma anche come esigenze di un serio dibattito culturale."" -
Memoria e progresso
Il progresso non rappresenta la fondazione della civiltà sopra le rovine dell'esistente, ma è il risultato della selezione e del perfezionamento delle nozioni trasmesse dalle generazioni passate. Per dimostrarlo, lo storico della filosofia Piero Vassallo ripercorre il deragliamento gnostico e antirealistico della ""ragione"""" moderna, mostrando l'essenza tenebrosa e dissolutoria delle """"pseudofilosofie"""" di Cartesio, Kant, Hegel, Nietzsche, Heidegger, Simone Weil, Bataille, Kojève, Guénon, Evola e della Scuola di Francoforte. A questi autentici """"mostri della ragione"""" Vassallo oppone le luminose rivisitazioni del pensiero tomista, vichiano, rosminiano e kierkegaardiano operate nel Novecento da veri e propri geni metafisici quali - per nominare solo i più rappresentativi - Michele Federico Sciacca, Cornelio Fabro ed Étienne Gilson. Il preconcetto secolarista, si è oggi trasformato in strumento di perdizione, cioè di quel totalitarismo della dissoluzione (Del Noce) che ultimamente sussurra perfino dai pulpiti, consacrati alla teologia conformistica. Unico rimedio a una tale situazione di crisi è non tanto uno sterile e mummificato """"tradizionalismo"""", ma una riscoperta attiva e dinamica della """"tradizione viva"""" e perenne"""" della filosofia occidentale. Infatti, come scriveva Francisco Elias de Tejada, """"La posizione che suole contrapporre la tradizione al progresso è assurda, giacché non esiste progresso senza tradizione né tradizione senza progresso"""".""