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La mente servile. La vita morale nell'era della democrazia
Il destino di tante miserevoli vittime del comunismo nel ventesimo secolo ha assunto in molti casi un aspetto paradossale: mentre questi oppositori scalavano muri e cercavano in altri innumerevoli modi di trovare la libertà in Occidente, gli intellettuali occidentali proclamavano con trasporto che proprio i regimi comunisti rappresentavano il futuro. Nel nostro secolo, si sta mettendo in scena una situazione simile: mentre le vittime dell'arretratezza e del dispotismo del Terzo Mondo si riversano in Occidente, gli stessi intellettuali, chiusi nella loro torre d'avorio, affermano che la vita in Occidente è un incubo in termini di ineguaglianza e di oppressione. Nel suo ""La mente servile"""" Kenneth Minogue esamina la lunga adorazione che gli intellettuali hanno mostrato per l'ideale della perfezione sociale e sottolinea come questo sogno idealistico stia distruggendo proprio i fattori che hanno fatto sì che l'Occidente potesse esercitare un fascino irresistibile per i popoli degli altri paesi. """"La mente servile"""" cerca di capire come la moralità occidentale si sia trasformata in una semplice posa, in una esaltazione acritica di cause etiche."" -
Le origini della virtù. Gli istinti umani e l'evoluzione della cooperazione
Perché gli esseri umani cooperano volontariamente? È per puro egoismo, o perché fanno parte della nostra natura anche istinti altruistici, che aspettano solo il momento più opportuno per manifestarsi? Gli individui sono incapaci di vivere gli uni senza gli altri. La storia dell'umanità è la storia di società sempre più complesse e cooperative: la collaborazione fra estranei si fa più intensa, la divisione del lavoro più ramificata, la capacità di ognuno di soddisfare le esigenze altrui sempre maggiore. In questa affascinante disamina delle origini evolutive della società e della cooperazione umana, Matt Ridley attinge a studi e ricerche di carattere biologico, come pure economico e politologico, per spiegare come l'interesse egoistico e la collaborazione reciproca non siano affatto incompatibili fra loro. Il nostro istinto alla cooperazione potrebbe essersi evoluto proprio sulla base di necessità individuali: scambiandoci favori che possono andare a nostro vantaggio oltre che a beneficio degli altri. -
Sudditi. Un programma per i prossimi 50 anni
Spentisi gli echi delle celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia, è arrivato il momento di domandarsi quale potrebbe essere l'agenda di questo nostro paese nei prossimi 50 anni. Che cosa vorremmo poter festeggiare alla scadenza del prossimo Giubileo di storia unitaria? Il primo punto nell'agenda riguarda il rapporto fra Stato e Cittadino. È qui lo spread più preoccupante fra l'Italia e i suoi principali partner occidentali. ""Sudditi"""" è un viaggio in un'Italia in cui lo Stato è rimasto ancora il Sovrano e i Cittadini sono rimasti, appunto, sudditi."" -
La città rende liberi. Riformare le istituzioni locali
Le nostre città novecentesche hanno subito una drastica riduzione delle libertà individuali a seguito dell'introduzione di forme di pianificazione urbanistica fortemente vincolistiche e regolamenti sempre più invasivi per ogni tipo di edificio e attività urbana, e come conseguenza dell'istituzione di un forte monopolio pubblico nella fornitura di gran parte delle infrastrutture e dei servizi. Questo libro si chiede come aumentare in modo più significativo la libertà urbana, restituendo alla città un suo fondamentale elemento costitutivo. -
Einaudi versus Keynes. Due grandi del Novecento e la crisi dei nostri giorni
Cos'hanno da dirci, oggi, Luigi Einaudi e John Maynard Keynes? Come spiegherebbero la crisi del debito pubblico? In che maniera immaginerebbero il futuro del nostro Paese? Economista, opinionista e uomo politico, Einaudi aveva ben chiaro che quella fra crescita e rigore è una falsa dicotomia. Contro l'inflazione keynesiana egli proponeva una politica di stabilità monetaria. Desiderava un pareggio di bilancio attuato attraverso il taglio delle spese improduttive, l'eliminazione delle bardature all'economia e il freno all'aumento delle imposte, di ostacolo a risparmio e produttività. Per la capacità produttiva inutilizzata Einaudi proponeva investimenti, non una generica espansione dei consumi. Al contrario, l'idea di raggiungere il pareggio di bilancio con elevati aumenti fiscali, come accaduto in Grecia, è essa stessa un tributo al pensiero di Keynes: lo Stato ha sempre la priorità sui singoli. Questo libro di Francesco Forte, la cui lunga gestazione è durata dal 2009 al 2015, non si limita a confrontare le tesi economiche di Einaudi e di Keynes, ma esplora le loro diverse concezioni del mondo. Da una parte, infatti, vi è l'uomo intero di Einaudi, il suo liberalismo delle regole, quel buon senso per cui - come diceva Adam Smith - ""ciò che è saggezza nella gestione di ogni famiglia, difficilmente può risultare follia nel governo di un grande regno"""". Dall'altra parte l'umanità idealizzata e astratta di Keynes, il primato della macro sulla microeconomia, il suo neomercantilismo."" -
Il tempo della politica e dei diritti
Tempo e incertezza costituiscono la cornice dell'azione umana. Il primo è sempre scarso e la seconda non può essere eliminata. La filosofia politica troppo spesso non prende in esame tali aspetti e immagina istituzioni abitate da individui senza tempo e in cui la dimensione dell'incertezza ricopre un ruolo marginale. Muovendo da una delle più importanti tradizioni del liberalismo classico (quella della Scuola Austriaca) e prendendo in considerazione la possibilità di fare a meno della politica, il libro si chiede come si possa giustificare la coercizione e sulla base di che cosa sia possibile elaborare criteri di valutazione delle azioni individuali e delle istituzioni. Si tratta di questioni non secondarie in un mondo ormai privo di regolarità, dal momento che l'innovazione e l'invenzione hanno preso il posto dei tentativi di scoprire i principi universali e perenni dell'azione umana e della politica. -
Breve storia della libertà
Che cos'è esattamente la libertà? Perché è così importante e preziosa? Quali istituzioni promuovono e proteggono le forme di libertà più desiderabili? E come mai le società libere sono così fragili? Pur essendo uno degli ideali più amati, la libertà ha una natura sfuggente. Tentare di definirla vuol dire ripercorrerne anche la storia.Utilizzando un'impostazione che muove dai metodi propri delle scienze sociali, della filosofia e della ricerca storiografica, questa Breve storia della libertà fornisce un'indagine sintetica di momenti cruciali dell'evoluzione della libertà individuale, anche attraverso la messa a fuoco di alcune figure chiave: da John Knox a Martin Luther King, passando per Adam Smith e Karl Marx. Gli autori esaminano come i successi passati (per quanto incompleti) della lotta in difesa della libertà abbiano condotto molti di noi all'""ultima frontiera"""" dell'indipendenza personale: gli ostacoli interni di natura psicologica che ci impediscono di essere autonomi come vorremmo. I lettori vengono così incoraggiati a riflettere sulla propria idea di libertà individuale: in che cosa consiste? Da dove proviene?"" -
Liberi di scegliere. Una prospettiva personale
In questo libro, ormai un vero e proprio classico, il premio Nobel Milton Friedman e sua moglie Rose offrono argomenti a favore dell'economia di mercato. Per i due Friedman, solo attraverso il libero mercato è infatti possibile tutelare i consumatori e i lavoratori, raggiungere elevati livelli d'istruzione, evitare l'inflazione e la disoccupazione, consentire ai cittadini di vivere in sicurezza. Pubblicato originariamente nel 1980, ""Liberi di scegliere"""" evidenzia come la perdita della libertà generi costi gravosi, dato che troppe leggi e regolamenti, una spesa pubblica fuori controllo e una tassazione predatoria impoveriscono la società nel suo insieme. In queste pagine Milton e Rose Friedman sviluppano pure un'analisi sulle potenzialità della cooperazione spontanea fra individui. Consentendo a chiunque di cooperare anche a grande distanza, il mercato rappresenta per giunta un argine alla formazione di qualsiasi concentrazione di potere politico."" -
Come la Cina è diventata un paese capitalista
"Come la Cina è diventata un paese capitalista"""" racconta lo straordinario viaggio che la Cina ha compiuto nel corso degli ultimi trent'anni. Negli anni Settanta, quella cinese era un'economia di stampo socialista, chiusa e basata sull'agricoltura; oggi è una delle maggiori potenze economiche. Alla luce della storia economica cinese e di un'attenta analisi delle riforme avvenute dopo la morte di Mao, Ronald Coase (uno dei maggiori economisti del Novecento) e Ning Wang sostengono che i riformatori cinesi hanno accettato la """"lezione"""" proveniente dall'Occidente liberista seguendo il tradizionale principio pragmatico cinese del """"cercare la verità a partire dai fatti"""". Per gli autori, il potenziale di crescita della Cina è ancora enorme, tuttavia può essere ostacolato dalla propensione dei leader del partito unico a controllare e indirizzare non solo l'economia, ma anche le idee e la vita delle persone." -
This lady is not for turning
Margaret Thatcher si è spenta l'8 aprile 2013 all'età di 87 anni. Nel Regno Unito e in tutto il mondo, l'opinione pubblica si è divisa sulla sua eredità. Ha salvato l'Inghilterra dal declino o posto le basi della crisi finanziaria? Ha distrutto lo Stato sociale o aperto un'era di sviluppo economico? In questa raccolta di discorsi, interviste e dibattiti parlamentari è la stessa Margaret Thatcher, la Lady di Ferro, a spiegare, con parole sue, le idee e i valori che l'hanno accompagnata per tutta la vita. -
Breve introduzione alla politica
Che cos'è la politica? Kenneth Minogue comincia la sua riflessione dalle società greca e romana: laddove la discussione politica, per come la conosciamo in Occidente, ha avuto inizio. Le idee e i concetti elaborati allora determinano ancora oggi il perimetro del dibattito: dalla cittadinanza al patriottismo, dall'individualismo al senso della comunità. Questa ""introduzione alla politica"""" si sviluppa attraverso una duplice prospettiva: storica e teorica. Minogue riesce così a delineare alcune grandi tendenze che caratterizzano l'epoca moderna. Tra queste, il conferimento di un ruolo sempre maggiore allo Stato, che riduce gli spazi di autonomia della persona e cambia in profondità obiettivi e ambizioni della politica. Minogue esamina soprattutto le conseguenze negative dell'egualitarismo (che comporta una crescente deresponsabilizzazione degli individui) e dell'idealismo politico (che con le buone intenzioni apre la strada al potere dispotico).Per l'autore, l'ordine giuridico-politico non può soddisfare le esigenze fondamentali della persona umana: ha unicamente il compito di disegnare la cornice istituzionale entro cui gli individui possono provare a essere se stessi."" -
Libertates. Stato, politica e diritto alla prova delle libertà individuali
Il presente lavoro raccoglie relazioni e interventi relativi a un convegno sul rapporto tra libertà individuale e ordine politico tenutosi a Verona nel 2010. Lo spunto era stato offerto da The Voluntary City, un testo a più voci pubblicato dall'Independent Institute e volto a sostenere la tesi che anche in assenza dello Stato sia possibile tutelare beni fondamentali come la salute, la giustizia, la sicurezza, l'istruzione etc. Approfondendo la prospettiva di The Voluntary City, il volume curato da Carlo Lottieri e Daniele Velo Dalbrenta intende evidenziare come l'indebita pretesa statuale di gestire in esclusiva settori cruciali della vita sociale si sia affermata in età moderna utilizzando la formula dei beni ""pubblici"""" ed estromettendo dalla tutela degli stessi l'apporto delle volontà individuali, in nome di una visione assai astratta e - per così dire - del tutto strumentale della cittadinanza."" -
Produzione e produttività. Sull'«effetto Ricardo»
David Ricardo sosteneva che macchine e lavoro sono in continua competizione, perché un aumento dei salari spinge i capitalisti a sostituire il lavoro con le macchine. Friedrich A. von Hayek chiama ""effetto Ricardo"""" la serie di reazioni causate dal mutamento del rapporto tra macchine e lavoro nelle decisioni d'investimento. Per il grande economista austriaco, la domanda aggregata non è la chiave per la comprensione dei problemi del ciclo economico. La domanda di beni di consumo non determina automaticamente i beni capitali che servono a produrre i beni finali richiesti. Ciascuno dei possibili fornitori di macchine investe solo sulla base di specifiche attese di profitto; e una medesima domanda di beni di consumo può essere soddisfatta con differenti volumi d'investimento. Hayek paragona il complesso processo della produzione a un flusso, nel quale la consistenza dei vari affluenti non è determinata dalla domanda finale, ma dalla struttura dei prezzi relativi dei differenti fattori produttivi. L'economia è un mondo di scarsità relative: non ci sarà mai l'età dell'oro, o l'abbondanza di tutte le cose."" -
Democrazia e ignoranza politica. Perché uno Stato più snello sbaglia di meno
La democrazia è il governo da parte del popolo, ma può funzionare se il popolo ignora cosa fanno i governanti? Uno dei maggiori problemi delle democrazie contemporanee riguarda proprio la scarsa preparazione dei cittadini, che non sono attrezzati per esaminare con cognizione di causa il contenuto delle decisioni politiche. Ciò è spesso la semplice conseguenza di un comportamento razionale: molti comprendono che il loro voto non può cambiare l'esito di un'elezione e pertanto non sono incentivati a informarsi sulla politica. Inoltre l'attività dello Stato è sempre più pervasiva e complessa: è pressoché scontato che gli elettori saranno incapaci di valutare le iniziative dei loro rappresentanti quando riguardano questioni sulle quali non hanno strumenti per maturare opinioni consapevoli. Ilya Somin ragiona su cause ed effetti dell'ignoranza politica. Le persone prendono decisioni migliori e più consapevoli se percepiscono in maniera evidente che la loro scelta avrà ricadute dirette sulla propria vita: come avviene per le decisioni che assumono, da consumatori, sul mercato. -
Sull'economia e gli economisti
Cosa differenzia il mercato dei beni da quello delle idee? Quanto è ancora attuale la ""Ricchezza delle nazioni"""" di Adam Smith? Cosa vuol dire """"struttura istituzionale della produzione""""? In questi saggi sull'economia e gli economisti vengono chiaramente alla luce i riferimenti intellettuali e tutti i principali temi oggetto delle ricerche di Ronald Coase. Nei quindici contributi del volume emergono la complessità e la profondità di un pensatore che ha esercitato un'enorme influenza sulle scienze sociali, gettando anche le basi per la nascita dell'analisi economica del diritto. Il libro si apre con la conferenza di accettazione del Premio Nobel, in cui Coase affronta lo stato della ricerca sull'organizzazione industriale e spiega cosa bisognerebbe fare per rendere più penetranti gli studi in questo ambito. Contiene poi anche due saggi su Adam Smith, nei quali l'autore rivela la grandezza del filosofo scozzese. Il volume si chiude con una rievocazione della London School of Economics degli anni Trenta, dove Coase entrò come studente nel 1929 e dove insegnavano Lionel Robbins, Friedrich A. von Hayek e John Hicks."" -
I beni comuni oltre i luoghi comuni
L'ideologia dei beni comuni è entrata ormai nel linguaggio accademico, politico e culturale. Intorno ad essa sono nati e cresciuti movimenti, associazioni, iniziative che si propongono di diffonderla nella società civile e di mettere in atto pratiche ad essa ispirate, vedendovi la premessa per lo svilupparsi di rapporti sociali basati sulla condivisione, sulla solidarietà e su forme partecipate di democrazia. Ma cosa sono i beni comuni? E in cosa si distinguono dagli altri modi di gestire i beni? Cos'ha di diverso e cosa implica una forma di solidarietà basata sul benicomunismo, rispetto alle altre forme di coordinamento sociale? I saggi raccolti in questo volume sottopongono a un radicale esame critico le idee benicomuniste e contestano la visione caricaturale dei rapporti privatistici e di mercato su cui esse si fondano. Il libro intende dimostrare come la nozione di beni comuni che viene solitamente proposta manchi di basi solide e coerenti e dia contributi assai modesti alla comprensione sia dei molteplici intrecci che legano la sfera privata a quella comune, sia degli effetti delle innovazioni tecnologiche e istituzionali degli ultimi decenni. -
Le origini del capitalismo
Perché l'Occidente è diventato ricco? Perché il capitalismo è nato in Europa? Perché la rivoluzione industriale è avvenuta in Inghilterra e non altrove? Sono questioni ormai ""classiche"""", sulle quali si sono esercitati pensatori del rilievo di Karl Marx e Max Weber e, più di recente, intere generazioni di storici dell'economia. Nel 1971, Jean Baechler avanzava una tesi originale, destinata a influenzare profondamente gli studi successivi: è soprattutto per ragioni """"politiche"""" se il capitalismo è nato in Europa. Le sue radici vanno ricercate nel pluralismo della società feudale: nel fatto, cioè, che un'area culturalmente omogenea non diede origine a un solo Impero, ma al contrario divenne un mosaico di unità politiche differenti e impegnate a limitare le une le pretese delle altre. È stata, di conseguenza, una politica """"a bassa intensità"""" che ha consentito la fioritura dei commerci, lo sviluppo delle imprese, le sperimentazioni scientifiche e organizzative e, infine, quella """"crescita economica moderna"""" che è coincisa con un miglioramento delle condizioni di vita senza precedenti nella storia dell'umanità."" -
L' arbitrio del principe. Sperperi e abusi nel settore dei trasporti. Che fare?
Il settore dei trasporti è caratterizzato da un intervento e da una spesa pubblica rilevanti. La necessità dell'intervento dello Stato in tale ambito è generalmente data per scontata; spesso ritenuta inevitabile alla luce di obsolete convinzioni, mai riviste nonostante i radicali cambiamenti sociali e tecnologici sopravvenuti. Ma è davvero tanto indispensabile l'intervento dello Stato? E, se sì, è bene che avvenga con i margini di discrezionalità correnti? Questo libro mostra come la necessità dell'intervento dello Stato non sia affatto ovvia e debba essere invece sempre provata. Se si ricorre al settore pubblico, peraltro, è necessario che la sua azione sia vincolata da regole, e non caratterizzata dalla piena discrezionalità. Se l'azione pubblica è del tutto imprevedibile, anche investitori e cittadini agiranno in condizioni di costante incertezza e faranno a loro volta scelte sbagliate. -
Il carattere della libertà. Saggi in onore di Aldo Canovari
A trent'anni dalla nascita della Liberilibri, alcuni studiosi si chiedono quali siano stati i meriti, le conquiste e le battaglie della casa editrice e del suo fondatore e direttore Aldo Canovari. Nato come omaggio alla sua attività, il libro offre uno sguardo approfondito e ampio sulla cultura politica italiana degli ultimi decenni e sul posto del pensiero liberale nel dibattito pubblico del nostro Paese. Ad esso hanno contribuito Luigi Marco Bassani, Pierluigi Battista, Raimondo Cubeddu, Giancristiano Desiderio, Pietro Di Muccio de Quattro, Giuliano Ferrara, Carlo Lottieri, Antonio Martino, Armando Massarenti, Alberto Mingardi, Manuel Orazi, Giovanni Orsina, Quirino Principe, Florindo Rubbettino, Serena Sileoni, Guido Vitiello e Adelino Zanini. -
Homer economicus. L'economia spiegata dai Simpson
L'economia è dappertutto, anche a Springfield. Utilizzando il celebre cartone dei Simpson, gli autori di Homer Economicus spiegano le basi della scienza economica. E così un episodio come ""Marge e la monorotaia"""" aiuta a riflettere su spesa pubblica e grandi opere, """"Mr. Spazzaneve"""" illumina le logiche della concorrenza, """"Caro vecchio denaro"""" ci avvicina ai misteri della moneta e dell'inflazione.La prima sezione del volume analizza questioni teoriche: le caratteristiche del comportamento e delle scelte individuali. Nella seconda parte si riflette invece sulla moneta, sui mercati e sul ruolo dell'intervento pubblico. Nella terza sezione, infine, ci si accosta ai temi dell'immigrazione, del lavoro, del proibizionismo, del gioco d'azzardo e della sanità. Homer Economicus è uno spassoso manuale di economia, perché pure a Springfield è al lavoro la """"mano invisibile"""" di Adam Smith, anche se ha solamente quattro dita... """"D'oh!"""".""