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Romer probashira. Reti sociali e itinerari transnazionali bangladesi a Roma
Nel giro di circa venti anni i bangladesi si sono resi protagonisti nel nostro paese di una rapidissima crescita numerica incentrata sulla Capitale e di una fervente attività di autorganizzazione che ne ha fatto una delle realtà migranti più visibili nello spazio pubblico italiano. ""Romer probashira"""" rappresenta un tentativo di osservare da vicino questa nutrita collettività, che si differenzia al suo interno in base a fattori quali l'estrazione sociale, la provenienza geografica e il genere, e che l'azione delle leggi sull'immigrazione italiane frammenta ulteriormente, separando quanti sono riusciti a stabilizzare la propria situazione da coloro che sono ancora alle prese con problemi basilari, vittime di speculazioni di ogni tipo. Il libro è il frutto di una ricerca etnografica della durata di tre anni, che si è svolta fra la città di Roma, con particolare attenzione ai quartieri Torpignattara, Centocelle ed Esquilino, e le città bangladesi di Dhaka e Narayanganji, integrando l'osservazione partecipante e l'etnografia multisituata come strategie di ricerca adeguate a rendere conto del transnazionalismo che caratterizza la vita dei Romer probashira, gli emigranti romani."" -
Segni di moda nell'immagine filmica. La cultura della moda nell'arte del costumista
La moda rappresentata nei film, ossia il complesso apparato segnico dei costumi riprodotti e ideati per la messa in scena cinematografica, costituisce un vero e proprio ""museo virtuale"""" della storia della moda e del costume in grado di sintetizzare, in particolari forme realistiche e simboliche, modi e linguaggi della multi-prospettica e poli-semantica """"cultura della moda"""". Lungo tutta la storia del cinema, l'arte dell'abbigliamento filmico e le specificità stilistiche proposte sin dai primi costumisti-stilisti hanno sempre sfruttato il potenziale degli abiti di riflettere la cultura degli uomini e del gruppo di riferimento dei singoli personaggi, rileggendola nei costumi proposti tramite matrici stilistiche selezionate (tipologie di mode) e reinventate dall'attenta interpretazione creativa del costumista, in grado di rispecchiare nelle scelte effettuate una parafrasi simbolica del mondo narrato nel film - e rappresentato dal personaggio - costruendo immaginari in cui gli abiti sono dei segni imprescindibili dell'immagine filmica che ben sintetizzano i prestiti e gli scambi simbolici tra moda e film."" -
Narrazione e multimedia. Ricerca educativa e applicazioni didattiche
Dal cinema ai mondi virtuali, dalla televisione ai videogiochi, dai racconti culturalmente condivisi alla formazione, la narrazione rappresenta una fondamentale modalità di attribuzione di senso all'esperienza, categorizzando e dando ordine agli eventi. Studi recenti si sono focalizzati su strumenti di narrazione quali il web, i mondi virtuali e i videogiochi: le loro potenzialità sono state analizzate da diversi punti di vista per la progettazione di sistemi di edutainment che coniughino la formazione e l'intrattenimento. In questa prospettiva, grazie alla multimedialità, l'utente può interagire con tutti gli elementi della narrazione, manipolandoli secondo i principi della teoria costruttivista e scegliendo un percorso adeguato ai propri interessi. Le ricerche dell'Evolutionary Systems Group, attivo presso il Laboratorio di Psicologia e Scienze Cognitive dell'Università della Calabria, alcune delle quali riportate in questo libro, dimostrano come tali nuove tecnologie educative possano facilmente essere integrate nel curriculum scolastico, e come migliorino la motivazione, favoriscano un ottimo apprendimento dei contenuti e promuovano un alto grado di soddisfazione degli utenti. -
La narrazione al cinema. Dal pensiero narrativo alla rappresentazione filmica
Il libro presenta la narrazione filmica analizzandone il dispositivo cognitivo-emozionale che guida le scelte dell'autore. Partendo dall'analisi del pensiero narrativo - definito da Bruner come il principale strumento conoscitivo attraverso il quale ogni uomo costruisce la propria ""esperienza"""" e la comunica a sua volta all'esterno in forma narrativa - spiega dove e come nascono le scelte narrative che conducono alla costruzione del racconto, che si realizza sempre a partire da regole drammaturgiche """"date"""", predefinite già nella poetica di Aristotele. Illustra, inoltre, i legami tra il narrato filmico e gli aspetti pedagogici della struttura narrativa finale, la quale, come dimostra la storia del cinema, è sempre legata ai canoni e alle pratiche """"rappresentazionali"""" che la cultura contemporanea propone quali linguaggi e immaginari sociali e culturali - o come oggi accade sempre più spesso interculturali - del proprio tempo, spesso rivolti a formare e educare gli spettatori a temi """"scelti"""", come dimostrato dal caso analizzato nell'appendice: la saga di Harry Potter."" -
Questo campo fa schifo. Un'etnografia dell'adolescenza rom fra periferie e scenari globali
I giovani rom alle fermate degli autobus o sui vagoni della metropolitana sono uno dei simboli della pericolosità associata agli ""zingari"""", ma sono ritratti anche come vittime del degrado dei campi-nomadi e di una """"cultura"""" che non ne rispetterebbe diritti e desideri. Il volume, una ricerca etnografica di due anni in un campo nel quartiere Magliana a Roma, vuole sfidare queste rappresentazioni documentando la quotidianità, i sogni e le limitazioni di un gruppo di adolescenti. Questi giovani vivono il confronto con i coetanei nelle scuole, nelle cattedrali del consumo e del divertimento che costellano la periferia e nelle relazioni virtuali dei social network, ma la loro transizione verso l'adultità è segnata dal rapporto con le norme sociali improntate ai valori della """"vergogna"""" e dell'onore che nello spazio separato del campo sono rinforzati dal controllo costante dei co-residenti. Mentre fra i container si nascondono desideri e storie d'amore clandestine, le loro traiettorie si costruiscono attraverso network comunitari che li avvicinano ad altre metropoli europee e agli Stati Uniti, senza alcun radicamento a Roma che non sia limitato allo spazio esclusivo del campo-nomadi."" -
Il cinema antropomorfico di Luchino Visconti. L'affresco umano degli antieroi viscontiani
Per Visconti l'antropomorfismo filmico è dato dall'immagine dell'uomo ""umanamente sano"""" che conduce un'esistenza """"viva"""" e """"vera"""" grazie al lavoro, nel quale realizza la propria identità in rapporto al contesto sociale. Questi presupposti, teorizzati nel saggio Cinema antropomorfico del 1943, saranno nucleo centrale della ricerca estetica sull'antropomorfismo dei personaggi autenticamente umani e sani delle prime opere, fino a quelli degli ultimi film resi patologici e disumani dalla degenerazione dei processi psico-socio-antropologici. Questo studio rende conto del valore universale dell'indagine di Visconti sulla complessità della dialogica uomo-mondo, realizzando, come scrive Caterina D'Amico nella sua introduzione al volume, «un'analisi più che esauriente, fertile di spunti e di osservazioni brillanti, che costituisce un contributo originale e molto stimolante in una controversia tuttora aperta»."" -
Eppur si vive. Nuove pratiche del vivere e dell'abitare nelle Alpi occidentali
Il volume offre un'analisi antropologica della rivitalizzazione socio-demografica del versante occidentale delle Alpi piemontesi. Lo sfondo teorico sul quale si innesta è rappresentato dalle recenti riflessioni sul ruolo degli spazi marginali e dal rinnovato interesse per il paesaggio rurale, a cui si accompagnano migrazioni verso le terre alte: queste ultime sono la diretta conseguenza di una nuova attitudine culturale nei confronti della crisi di un modello urbano che prende il nome di neoruralismo. L'inversione di tendenza demografica in questa porzione alpina sta assumendo una connotazione inaspettata; i diversi tipi di migrazione sottolineano un cambiamento e una varietà nella composizione della popolazione, aprendo al ripensamento teorico dei concetti di identità e di comunità. A tal proposito l'indagine etnografica, condotta in maniera comparativa, ha avuto come scopo la conoscenza del patrimonio architettonico vernacolare e delle modalità di recupero, tutela e valorizzazione nonché la comprensione della ricomposizione comunitaria con l'arrivo di neomontanari e delle strategie attuate dai diversi soggetti nella riproduzione e reinvenzione di una ""tradizione alpina""""."" -
Cinquanta sfumature e millennium. Modellli di donne tra letteratura e media
"Che cosa fa l'etnografo? Scrive"""". Dall'affermazione di Clifford Geertz (1998) prendono metaforicamente le mosse la trattazione e la metodologia di ricerca del presente volume, che propone un'analisi antropologica di due prodotti della letteratura di massa contemporanea: la trilogia svedese """"Millennium"""" di Sieg Larsson e la britannica """"Cinquanta sfumature"""" di E.L. James, selezionate sulla base di un rinnovato paradigma di ricerca antropologica che vede i prodotti dell'industria culturale di massa come oggetti di ricerca. L'analisi delle opere verte intorno a tre grandi tematiche dalla risonanza particolarmente attuale, trattate in maniera del tutto diversificata all'interno delle trilogie: i modelli di donna proposti, il rapporto tra i sessi e la violenza di genere." -
La concretezza e l'immaterialità. Esperienze di ricerca antropologica
In Piemonte e in Valle d'Aosta l'insieme dei fatti materiali e immateriali riferibili alla tradizione popolare e locale si presenta come una congerie di fenomeni di rivitalizzazione e di continuità, di riscoperta e di reinvenzione: proposte fondate sul piano storico ed etnografico, o per lo meno radicate nella memoria locale, si intrecciano a prodotti di imitazione delle mode del momento o di fantasie estemporanee. In questo quadro qualsiasi intervento di promozione e sviluppo, di conservazione e tutela, che si voglia mirato e responsabile, non può che trarre giovamento da contributi di orientamento elaborati su basi scientifiche professionalmente adeguate. In questo testo si propone la ricognizione di alcuni elementi tradizionali criticamente selezionati al fine di fornire un contributo - scientificamente fondato - di pronta utilizzazione per la loro promozione e gestione come risorsa per lo sviluppo complessivo del territorio. I contributi sono corredati da alcuni acquerelli che non solo rientrano nella tradizione etnografica ma costituiscono un messaggio originale e un tipo di comunicazione insolito e stimolante. -
Paesaggi, luoghi e spazi sacri nello sciamanesimo siberiano
Cosa si intende quando si afferma che un paesaggio è sacro? Risulta difficile trovare una definizione univoca che racchiuda la complessità e la molteplicità di significati che esso veicola, forse perché è continuamente costruito e decostruito, adattato a contesti differenti, modellato in base alle esperienze degli individui e della società. Un paesaggio sacro è un tessuto di interazioni tra percezioni e azioni: questo significa che l'ambiente non è mai concettualizzato in senso oggettivo, ma sempre come un insieme di pratiche possibili. Da questa prospettiva prende avvio l'analisi dei paesaggi, dei luoghi e degli spazi sacri nella Siberia orientale, in particolare nella Repubblica di Sacha (Jacuzia), dove la coesistenza di animismo, totemismo e cristianesimo ha contribuito ad originare un panorama composito e talora contraddittorio degli spazi sacri, intesi sia come luoghi esterni, sia domestici. I culti dedicati agli spiriti-signori si accompagnano a preghiere cristiane, i luoghi di sepoltura mostrano i segni di un'influenza reciproca, i matrimoni si celebrano osservando al contempo le icone e i rituali degli sciamani, figure di raccordo tra diversi mondi possibili. -
Vita da strega. Masca, faja, framasun
Il termine masca compare per la prima volta in forma scritta - a noi nota nell'editto di Rotari (643 d.C.) con il significato di strega. In buona parte del territorio piemontese e nell'arco alpino occidentale la strega conserva tale denominazione, anche se risulta difficile identificare la masca con il concetto tradizionale di strega, perché non ne possiede alcune delle tipiche connotazioni che l'hanno caratterizzata nel corso dei secoli. La masca, figura dell'immaginario popolare molto diffusa in passato ma vissuta come presenza reale nella comunità, era generalmente una donna vecchia e brutta che faceva del male, soprattutto ai bambini e agli animali della stalla, e poteva muoversi in ""spirito"""" nello spazio per recarsi in diversi luoghi uscendo dalla bocca e lasciando il corpo esanime. Negli ultimi anni in molte località piemontesi la masca è diventata protagonista di feste, un'operazione che rientra nelle ben note pratiche di riproposta e di rivitalizzazione delle tradizioni popolari, e poi di camminate ed escursioni organizzate nei """"luoghi magici"""" che rientrano in più ampi progetti di recupero territoriale e di valorizzazione delle bellezze paesaggistiche."" -
Patrimoni immateriali. Studi antropologici in due valli alpine del Piemonte
Negli ultimi decenni in Italia quella che si è soliti definire tradizione popolare e locale - feste, memorie, saperi locali ecc. - si presenta come una congerie di fenomeni di rivitalizzazione e di continuità, di riscoperta e di reinvenzione. Questi temi sono stati al centro di una ricerca condotta da un team di antropologi dell'Università di Torino nel quadro di un progetto internazionale di ricerca sul patrimonio culturale immateriale delle popolazioni alpine. L'indagine si è concentrata su due grandi vallate del Piemonte orientale, la Valsesia e la Val d'Ossola, che mostrano tratti di particolare interesse per la presenza di minoranze di lingua tedesca (walser) e di una storia di adattamenti ambientali e di migrazioni che ha prodotto una molteplicità di differenze locali e spesso l'emergere di confini socio-culturali anche all'interno di una stessa comunità. I risultati sono riuniti in questo volume, che si segnala per la ricchezza della documentazione raccolta e per le indicazioni metodologiche esito di un'esperienza di ricerca che ha affiancato alle classiche e più consolidate tecniche di lavoro sul terreno altri strumenti d'indagine e di coinvolgimento delle popolazioni locali. -
Il carnevale di Malesco, patrimonio della comunità
Da più di trecento anni a Malesco (VB) si tiene un Carnevale particolarmente partecipato dalla popolazione locale. Questa festa, che pure nell'arco degli anni ha subito molte modifiche dal punto di vista rituale, può a ragione essere definita ""festa autentica""""? Che ruolo riveste all'interno della comunità? Il volume si prefigge di rispondere a questi interrogativi attraverso due differenti procedimenti metodologici: innanzitutto, utilizzando fonti classiche e più recenti, sono stati delineati i criteri operativi da applicare al caso particolare per definire il concetto di festa e verificare se il Carnevale possa essere considerato tale; in secondo luogo, attraverso interviste e fonti bibliografiche, è stata ricostruita in maniera diacronica la storia del Carnuà de Melèsk, evidenziandone le continuità storiche, gli abbandoni e le rifunzionalizzazioni. Infine vengono esaminate le modalità attraverso le quali il territorio e la comunità si """"prendono cura"""" del proprio Carnevale, e del patrimonio culturale in genere, analizzando nel dettaglio il ruolo assunto dagli ecomusei e nello specifico dall'Ecomuseo Ed Leuzerie e di Scherpelit di Malesco."" -
I nuovi pellegrini delle Alpi. Montanari per nascita, per scelta e wwoofers in un insediamento walser valsesiano
"I nuovi pellegrini delle Alpi"""" è un viaggio etnografico che si svolge a Weng, un insediamento temporaneo d'alta quota di origine walser, frazione di Otro/Olter nel Parco dell'Alta Valsesia (VC). In questa montagna generosa, e al tempo stesso rigida e severa, i protagonisti sono quei montanari che, come pellegrini, scelgono con determinazione e passione questa meta, lottano per raggiungerla e resistono per completare il loro progetto. L'indagine, svolta attraverso il metodo etnografico classico della ricerca sul campo, testimonia quali stili di vita, obiettivi e desideri spingano gruppi tanto differenti a raccogliersi in un unico locus che si compone così di più dimensioni culturali e linguistiche. Attraverso la descrizione dei maggiori frequentatori di Weng se ne ripercorre la pluristratificazione storica, rivivendo il passato walser e delineandone i confini di ciò che era e ciò che è oggi; si definiscono le barriere culturali simboliche di questa realtà sociale; si comprende quanto sia forte il desiderio di appartenenza consapevole nel processo di apertura e inclusione ai nuovi membri della comunità." -
Fuori rotta: nuove pratiche del viaggiare
Il turismo è fenomeno di contatto interculturale, rapporto tra localismo e globalizzazione, incontro tra individui differenti tra loro, conflitto tra norme culturali, conoscenza dell'alterità o noncuranza dell'altro. Viviamo tutti all'interno di una società globale di viaggiatori: è una realtà e non una metafora che permea le nostre identità e i nostri rapporti. Viaggiare è diventato un fatto di routine, ordinario come salire in macchina e percorrere strade usuali. Il turismo, con tutti i suoi servizi collaterali-le automobili, gli aerei, gli alberghi, le attività promozionali-è da alcuni decenni una delle industrie più redditizie del mondo: è trasformare in merce tutto il mondo, dal quotidiano ai paesaggi esotici, a quelli rari, alle risorse naturali. Nei saggi che questo volume presenta, è possibile cogliere i mutamenti nella scelta dei luoghi di destinazione e, soprattutto, i diversi usi che di questi luoghi i turisti fanno, in un intreccio continuo di mete reali e virtuali che interagiscono nel quotidiano, spesso alla ricerca di destinazioni che soddisfino desideri, ambizioni, necessità e colmino lo stupore di fronte a un paesaggio o lo spaesamento di fronte alla diversità. -
Immagini parole architettura. Frammenti di conoscenze ed esperienze della cultura walser a Formazza. Con carta dei sentieri ufficiali della Val Formazza
Il Progetto Interreg ""E.CH.I. Etnografie italo-svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale"""", realizzato nell'ambito del Programma di Cooperazione Territoriale Italia Svizzera (2007-2013), nasce con l'intento di studiare e inventariare il patrimonio culturale immateriale, collaborando con le comunità locali con l'obiettivo di formulare e condividere le azioni di valorizzazione e di salvaguardia. Il gruppo di lavoro piemontese ha indirizzato le attività di ricerca al territorio alpino. Si tratta di un'area di confine di grande interesse per l'analisi del patrimonio immateriale e per testare quei principi enunciati dall'articolo 1 della convenzione Unesco ratificata dall'Italia nel 2007: conoscenza, consapevolezza ed azioni di salvaguardia. Il volume si propone quale strumento di comunicazione e di lavoro per avviare e proseguire quelle attività dirette, sul territorio, che rientravano negli intendimenti originari del progetto E.CH.I. e che si sono confermate come necessarie per la salvaguardia e valorizzazione di un tale patrimonio."" -
«Tempo al tempo»: auto-organizzazione, reciprocità, scambio
Le banche del tempo sono un'opportunità di scambio di beni e servizi senza l'utilizzo di denaro attraverso cui si valorizzano le capacità individuali e si rafforzano i legami di comunità; esse si basano sull'idea di dono proposta da Marcel Mauss: dare, ricevere e ricambiare sono aspetti fondamentali per generare relazioni sociali stabili e durature fondate sulla cooperazione. Il volume presenta il caso dell'associazione torinese ""Tempo al Tempo"""" dove questo tipo di cooperazione si instaura tra residenti italiani e stranieri del quartiere di Pietra Alta e dintorni; grazie alla collaborazione con la ludoteca Cirimela, con cui condivide gli spazi, tra i suoi iscritti ci sono anche molti giovani che sperimentano così forme di educazione all'economia del dono. L'intento non è quello di creare un'alternativa al servizio pubblico né di contrapporsi al lavoro retribuito poiché le attività svolte rimangono nel campo del gioco e dell'amatorialità, ma costituisce un modo per risolvere i piccoli problemi quotidiani e far incontrare i residenti che, immigrati e non, hanno così modo di conoscere meglio il quartiere dove vivono."" -
Spontanea come il Crocus: la rivitalizzazione delle borgate alpine in Alta Val Chisone
Da diversi decenni si sente parlare di spopolamento della montagna e ci si è abituati alla visione di case dirute e terre incolte. L'abbandono massiccio delle borgate alpine, soprattutto da parte della popolazione in giovane età, assume, in particolare a partire dal secondo dopoguerra, dimensioni incontestabilmente enormi. Eppure tra l'abbandono e le fughe, qualcuno resta e qualcuno torna. A questo ritorno è qui dedicata particolare attenzione in quanto fenomeno inafferrabile all'interno delle ampie analisi statistico-demografiche - ma ugualmente rilevante dal punto di vista socio-culturale ed economico - in cui l'emergere della figura del nuovo abitante obbliga, se non altro l'antropologo, a porsi nuovi quesiti e adottare nuove metodologie di ricerca attente alle delicate, ma quanto mai utili, problematiche della partecipazione, dell'autorappresentazione e della condivisione. In tale direzione si muove questo studio, condotto in Alta Val Chisone presso le borgate Puy e Pequerel, cercando di offrire un quadro che tenga conto della complessità del territorio e indagando sui diversi significati e sui diversi attori da attribuire a un'ormai molto discussa rivitalizzazione di borgata. -
Radici e vincoli comunitari: la festa dei Santi Cosma e Damiano da Riace a Santena
Il piccolo e rinomato paese di Riace (RC) non è solo famoso per il ritrovamento dei Bronzi ma soprattutto per l'esistenza del culto dei santi Cosma e Damiano, martiri conosciuti in tutto il mondo. La festa a loro intitolata da secoli rappresenta un tassello fondamentale per il borgo e la sua comunità, capace di attrarre migliaia di fedeli, pellegrini e un cospicuo numero di rom di Calabria. Gli attori, i riti e le pratiche devozionali spesso ostentative e parossistiche caratterizzano l'unicità di questa ricorrenza a tal punto che negli anni sessanta del Novecento i primi emigrati riacesi la esportarono a Santena (TO), cercando di mantenerne vivi il culto, la tradizione, i cibi e gli usi e costumi a essa legati. Il volume descrive e analizza le due festività al fine di constatare ciò che è rimasto della celebrazione originale nella sua riproposta. -
Incontri con l'altro. Missionari «in cammino» tra i gabra del Kenya
In una delle regioni più aride e difficili dell'Africa subsahariana, Paolo Tablino e Bartolomeo Venturino, missionari fidei donum provenienti dalla diocesi piemontese di Alba, nella seconda metà del XX secolo furono i protagonisti dell'incontro tra la Chiesa cattolica e i gabra, pastori nomadi di cammelli che abitano le regioni al confine tra Kenya e Etiopia. L'autrice, attraverso la ricerca condotta nei territori dove i due missionari albesi operarono e le testimonianze dei due religiosi, nonché di coloro che li conobbero, analizza una vicenda che ha segnato la storia dei gabra e ricostruisce un particolare momento delle missioni cattoliche in Kenya. Il punto di vista diacronico, la ricostruzione delle vicende e le voci dei testimoni permettono di riconoscere le dimensioni della perdita e della creatività culturale frutto dell'incontro tra mondi diversi, di evidenziare il valore e l'originalità del lavoro missionario condotto dai due albesi e di individuare nuovi spunti di ricerca nell'ambito dell'incontro tra culture e cristianesimo.