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Dialoghi sull'Europa. Vol. 1
"Dialoghi sull'Europa"""" nasce dall'esigenza di raccontare lo spazio politico europeo in cui viviamo. Una narrazione corale che da saperi diversi e molteplici orizzonti disciplinari prova a tracciare una rotta per orientarsi. Che cos'è l'Europa dopo la pandemia globale e il ritorno della guerra nella nostra quotidianità? Quali sono le sfide che deve affrontare per immaginare una nuova cittadinanza consapevole dei limiti e della potenzialità di nuove istituzioni? Inevitabilmente, è al futuro che l'Europa deve guardare, a quella potenziale universalità che ne guida il divenire. È il sogno europeo, come ha scritto Aleida Assmann, il mito possibile di una storia in movimento capace di condensare un'identità fatta della memoria del suo passato e intorno a cui provare a costruire, dialogando, la comunità europea immaginata e vivente. Un equilibrio complesso che storia e memoria possono favorire per comporre un dialogo con il proprio passato, da custodire come monito per le proprie responsabilità senza per questo trasformarsi in una sorta di ricatto delle antiche colpe." -
Cento fuochi. La lotta armata nel '77
"Quando si parla di lotta armata in Italia si affronta per lo più solo la storia di alcune «organizzazioni comuniste combattenti», omettendo di riconoscere che quel fenomeno è stato di dimensioni ben più grandi, coinvolgendo migliaia di militanti dell’intero movimento rivoluzionario italiano.rnIl grande movimento di massa del 1977, oltre alle radicali differenze con il ’68 e la rottura con le organizzazioni riformiste, si è caratterizzato anche per il suo rapporto con la teorizzazione e la pratica della violenza politica.rnIl libro documenta l’enorme diffusione del fenomeno armato nel 1977, anno in cui ha vissuto un vero salto di qualità. Dalle Brigate rosse ai Nuclei armati proletari, da Azione rivoluzionaria a Prima linea, alle Unità comuniste combattenti, alle Brigate comuniste, ai Collettivi politici veneti, ai Comitati comunisti rivoluzionari e alle decine e decine di altre sigle (i «cento fuochi»), a dimostrazione della vastità di una guerriglia diffusa in tutti i territori, i luoghi di lavoro, di studio, di socialità.""""" -
Cose di fantasmi. Haunting e immaginazione sociologica
Pubblicato in inglese nel 1997, Cose di fantasmi ha vissuto una doppia vita: quella accademica, riconosciuta e di successo, che lo ha reso una delle opere più influenti della sociologia statunitense contemporanea; e quella sotterranea che lo ha fatto circolare di mano in mano tra chi era alla ricerca di un altro modo di guardare e raccontare la realtà, che sapesse saldare il materiale e l’immaginario. rnCose di fantasmi è stato per molti una via di fuga dalle gabbie cartesiane del pensiero, uno strumento per misurarsi con l’invisibile e il represso e per dire pubblicamente – nell’arena delle scienze sociali come nelle avventure dell’attivismo – cose poco dicibili. Intrecciando sociologia, pensiero critico e letteratura, Avery Gordon ci fa intravedere la materia fantasmatica che abita la realtà quotidiana: inquietudini, un’improvvisa angoscia nell’attraversare una piazza, lo spavento di fronte al volto di un passante, il sussurrare dei fiumi inquinati. Il fantasma indica le tracce della violenza della Storia, racconta l’organizzazione ingiusta del mondo; ma porta anche il presagio di qualcosa di bellissimo e ancora possibile: la certezza che dietro l’angolo di una strada ci sia una felicità in attesa. Il fantasma è la crepa che, nella violenza della storia e nella più trita ordinarietà, fa balenare l’utopico. -
Estetica senza (s)oggetti. Per una nuova ecologia del percepire
Per smettere di essere antropocentrici occorre una nuova umanità davvero ecologica. Per non essere più antropocentrici, però, non basta depotenziare il soggetto: occorre liberare l’umano dalla tirannia degli oggetti. Infatti, soggetto e oggetto procedono e cadono insieme. Questa liberazione dagli oggetti va compiuta sul piano percettivo. Questo libro propone un cambio di prospettiva per ripensare l’esperienza estetica su base radicalmente processuale e relazionale: estetica senza (s)oggetti, ovvero concepire la realtà come un sistema in cui tutto è relazione – nel senso di un continuo intrecciarsi tra eventi. La scienza contemporanea, la fiosofia relazionale e processuale, il buddhismo convergono oggi nell’affermare che conoscenza ed esperienza non sono su piani distinti: la relatività fisica corrisponde alla relatività delle qualità estetiche. Percepire ha, allora, profonde conseguenze non solo sul significato specifico delle esperienze estetiche, dei giudizi e delle valutazioni, ma sul nostro modo di vivere. -
Guerra o rivoluzione. Perché la pace non è un'alternativa
Lo scoppio della guerra in Ucraina ha colto tutti di sorpresa. Mentre gli analisti geopolitici si affannano in improbabili previsioni, i media si appiattiscono sulla retorica dell’aggressore e dell’aggredito. Anche i teorici del pensiero critico e i movimenti sono spiazzati, divisi tra slogan rituali e impotenti. A cosa è dovuta questa clamorosa impasse? Per Lazzarato la risposta è chiara: la guerra è stata rimossa dal dibattito politico, relegata tra i ferri vecchi del passato, con nata a zone remote del pianeta. Al contrario, spiega l’autore, la guerra non è mai scomparsa: è un elemento costitutivo del rapporto tra Stato e capitalismo. L’autore analizza le cause storiche della guerra, gli errori delle teorie critiche degli ultimi decenni, il rapporto tra industria militare, divisioni di classe, razza e genere, crisi ecologica e, rileggendo le teorie critiche del Novecento, sviluppa una questione decisiva: come costruire un punto di vista rivoluzionario sulla guerra? Con lo stile del pamphlet e il rigore del saggio, questo volume è un punto di riferimento per il dibattito attuale sulla guerra che sembra non conoscere alcun dissenso. -
Foucault oltre Foucault. Una politica della filosofia. Seminari
Studiare Michel Foucault nei suoi testi non significa riassegnarlo alla filosofia. Significa piuttosto ripensare la stessa filosofia, la consistenza e la pretesa autonomia dei suoi archivi, i limiti entro i quali essa si è perimetrata in quanto sapere universitario, per provare a metterli in crisi. Fare questo non significa però, certo, abbandonare la filosofia. Ciò che si rende così disponibile, al contrario, è un movimento di andata e ritorno tra il suo interno e il suo esterno; un esterno fatto di processi, pratiche, conflitti, sui quali si misurano, qualora la filosofia sappia raccoglierne la sfida, il suo passo e la sua capacità di tenuta. Foucault, in questa prospettiva, può essere studiato come filosofo e contemporaneamente come destabilizzatore radicale dello statuto della filosofia come sapere. Egli ci offre un esempio, uno dei più radicali, di un’autentica politica della filosofia. Una politica della filosofia in grado di spezzare l’inerzia di una tradizione, quella della filosofia politica in particolare, e la separazione tra prassi e teoria. -
Marzo 1973. Bandiere rosse a Mirafiori
L’occupazione dello stabilimento Fiat Mirafiori del marzo 1973 rappresenta il punto più alto di un ciclo di lotte operaie iniziato nella seconda metà degli anni Sessanta. Soggetto protagonista di quel ciclo di lotte è l’«operaio massa», cioè l’operaio dequalificato, emigrato dalle campagne del Sud e obbligato al massacrante lavoro della catena di montaggio delle grandi fabbriche. Questo soggetto, privo di qualsiasi talento di «mestiere», all’interno di quelle fabbriche e soprattutto alla Fiat, riesce a rovesciare la drammatica sconfitta operaia subita nel corso degli anni Cinquanta. Il susseguirsi ininterrotto delle sue pratiche di lotta culmina nell’occupazione degli stabilimenti di Mirafiori nel marzo 1973, assumendo caratteri «militari», a opera di centinaia di avanguardie, i cosiddetti «fazzoletti rossi», che demoliscono in poche settimane quel che era stato per due decenni un dispotismo aziendale assoluto.rnIl libro propone una ricostruzione storica di quelle vicende e di quanto sarebbe accaduto negli anni successivi, quando le organizzazioni rivoluzionarie della sinistra radicale ritennero automatico passare all’attacco del «cuore dello Stato». Il testo, che esce in occasione del cinquantenario degli eventi, si avvale di una preziosa appendice: il diario quotidiano dell’occupazione stilato dai protagonisti di quello straordinario evento. -
La ragione delle piante. L'epopea della botanica nel secolo dei Lumi
"Dopo Orti delle meraviglie, continua il viaggio di Silvia Fogliato nella storia delle piante. Siamo nel secolo delle avventure, quando all’oro verde si dà la caccia per la gloria degli Imperi e delle nazioni. Ma anche nel secolo della ragione, quando la botanica diventa la scienza di riferimento e la classificazione di Linneo cambia la storia del modo di guardare alla vita. Da Uppsala a San Pietroburgo, da Parigi a Londra si intrecciano le avventure di botanici e marinai, giardinieri e pittori, cacciatori di piante e organizzatori. Il signor de Bougainville valga per tutti. Dalla storica rimozione delle straordinarie imprese botaniche del morente impero spagnolo alle premesse della globalizzazione vegetale poste dai Reali Giardini Botanici della Gran Bretagna, il volume è un ulteriore capitolo di quell’avventura delle piante intrecciata alla Storia.rnL’Illuminismo è la scena su cui si consuma questo ulteriore appassionante capitolo di una saga vegetale ancora in corso.""""" -
La buona stagione
Viaggi, giovanili sconfinamenti fisici e mentali sono la materia del romanzo di Mario Palma. Che lo si legga come un classico bildungsroman o un diario di viaggio alla Bruce Chatwin, il racconto ha lo stile immediato e raffinato che è la cifra del suo autore. Certo, è il racconto autobiografico di un'infanzia felice e di una gioventù mobile e debordante da poter essere narrata come la buona stagione di tutta una vita. Ma, soprattutto, è il resoconto degli stimoli immaginativi scaturiti dagli ambienti in cui via via l'autore (e protagonista) si è trovato a vivere, tra l'Europa e l'America Latina. Una letteratura che si fa vita e una vita che si fa scrittura. -
Un marxismo «alquanto aristocratico». Studi su Antonio Labriola
Antonio Labriola non è forse, oggi, una figura nota ai più. Eppure lo si può considerare il primo grande intellettuale marxista italiano, tra i più originali teorici del materialismo storico. Labriola fu, negli ultimi anni dell’Ottocento, tra gli interlocutori epistolari del vecchio Engels e tra i corrispondenti dei massimi dirigenti del nascente movimento operaio europeo, da Kautsky a Victor Adler, da Plechanov a Bernstein, da Sorel a Liebknecht. Fu, soprattutto, l’autore di tre magistrali Saggi intorno alla concezione materialistica della storia che imposero la teoria marx-engelsiana nel dibattito culturale e politico italiano. Sull’incidenza della lezione labrioliana nello sviluppo del marxismo teorico novecentesco la discussione tra gli storici è tuttavia aperta, come controversa è la misura della sua in influenza su Gramsci negli anni dell’«Ordine Nuovo» e del carcere. -
Con un piede impigliato nella storia
L’autobiografia di Anna Negri inizia con una brusca perdita dell’innocenza. Figlia di Toni, professore di Scienze politiche all’Università di Padova, fondatore di Potere operaio e leader di Autonomia operaia, Anna diventa una testimone d’eccezione di quegli anni: racconta l’infanzia e l’adolescenza di una figlia cresciuta a Milano, insieme alle vicende della sua famiglia in uno snodo cruciale, tra gli anni Settanta e Ottanta.rnRiflette sul percorso di crescita e maturazione di una teenager che ha come tutori hippy e intellettuali, famiglie «bene» e rivoluzionari armi in pugno. Sullo sfondo il terrorismo, la politica extraparlamentare, i movimenti. Da un lato c’è la figura paterna, contraddittoria e complessa; dall’altra la madre che cerca a ogni costo di tenere insieme la famiglia, ma è il fratellino che diventerà il suo unico punto di riferimento. E poi gli anni del padre in carcere, Parigi, la solitudine, gli straordinari sforzi della madre. Anna attraversa tutto questo e intanto soffre di disturbi alimentari, si innamora, prova a vivere una vita normale sui banchi di scuola.rnAnna che cammina con un piede impigliato nella Storia. -
Nessuno sa. Racconti sul sentimento della paura
Ventuno racconti scritti in un periodo di isolamento post-pandemico che a affrontano il tema della paura. Già, perché in questo periodo le paure che covavano dentro di noi sono emerse con prepotenza frantumando le nostre certezze e aumentando lo spavento e il bisogno del prossimo.rnMai avremmo pensato di tornare ad avere paura dell’aria espirata dagli altri e mai, in un’epoca in cui il virtuale si è sovrapposto al reale, avremmo pensato di vedere immagini di trincee scavate, di bombe e di sirene nella notte.rnConvinti che per qualunque tormento ci fosse una pillola, pensavamo che la guerra fosse una forma di intrattenimento da guardare sugli schermi. Invece no, un microrganismo capace di togliere il respiro è passato da una creatura animale all’animale uomo, e dall’animale uomo è riemerso l’incubo nucleare, che non è più percepito come un incubo. -
Sentimenti dell'aldiqua. Opportunismo, paura, cinismo nell'età del disincanto
Per riattivare un pensiero critico all’altezza delle trasformazioni intervenute negli ultimi quarant’anni, occorre esaminare da vicino il punto in cui convergono tutti i mutamenti (della politica, del lavoro, della cultura): i sentimenti di questa età del disincanto e, in particolare, tre figure-cardine, la paura, l’opportunismo, il cinismo. Sono le maschere dell’età contemporanea, le risposte sintomatiche a uno sradicamento senza precedenti: le nuove tonalità affettive di una Terra messa a disposizione del sistema di produzione neoliberale. Ma il libro parte proprio dal profilo ambivalente e sovversivo delle «passioni tristi» di fine millennio. Poiché l’opportunismo è anche il pathos necessario per il carpe diem di chi rovescia l’ordine costituito. Il magma indistinto tra paura e angoscia è linfa vitale per non assuefarsi a un mondo organizzato secondo le categorie del mercato. Il cinismo può animare lo sguardo verso la macchina economica che promette progresso e invece costringe a nuove schiavitù.rnErano gli anni Ottanta, gli anni del neoliberalismo e della «Milano da bere», del thatcherismo e della controrivoluzione. Questo libro ci permette di fare i conti con quel periodo, illuminando le radici della scena politica contemporanea, del lavoro precario e del populismo complottista, della fine della storia e della guerra senza fine. Oggi più che mai un libro necessario. -
Cultura, formazione e ricerca. Dentro e contro l’industria del sapere
Questo testo di Romano Alquati è del 1990, all’inizio del lungo ciclo di riforma che ha condotto al sistema universitario attuale. È il frutto di un dialogo con il movimento della Pantera: cominciando dal rapporto tra formazione e impresa, questione al centro della contestazione studentesca, Alquati indaga i processi di industrializzazione della conoscenza, il superamento della dialettica tra pubblico e privato, la funzione della cultura e della ricerca in Italia, le dinamiche di mercificazione e impoverimento della capacità umana, la soggettività degli studenti e le possibilità di un sapere critico. -
Guerra e moneta. Imperialismo del dollaro, neoliberalismo, rotture rivoluzionarie
Qual è la funzione della moneta nella costruzione dell’egemonia politica, economica e militare degli Stati Uniti? Attraverso il prisma delle guerre il libro di Maurizio Lazzarato analizza il passaggio da un centro di comando del mercato mondiale (Inghilterra) a un altro (Usa). L’imperialismo americano ha fatto del dollaro il cardine dell’economia internazionale; con questo meccanismo gli Usa si sono appropriati gratuitamente di una parte della ricchezza mondiale. La crisi di questo sistema, e non il neoliberalismo, è la causa principale della guerra in corso. Le diverse modalità di governance del capitalismo – fascista, populista, oligarchica, dittatoriale, neoliberale – sono infatti facce della stessa medaglia. È in questo quadro di crisi, dunque, che vanno indagate le possibilità di rottura politica che la situazione di guerra determina. -
Spinoza
«Spinoza è l’anomalia. Se Spinoza, ateo e maledetto, non finisce le sue giornate in galera o sul rogo, a differenza di altri innovatori rivoluzionari fra il Cinquecento e il Seicento, ciò è solo indicativo del fatto che la sua metafisica rappresenta la polarità effettiva di un rapporto di forza antagonistico, già consolidato: nell’Olanda del Seicento lo sviluppo dei rapporti di produzione e delle forze produttive conosce la tendenza di un avvenire di antagonismo. In questo quadro la metafisica materialista di Spinoza è dunque l’anomalia potente del Seicento: non anomalia marginale e sconfitta, bensì anomalia del materialismo vincente, dell’essere che procede e che costituendosi pone la possibilità ideale di rivoluzionamento del mondo». -
La mia prima bicicletta
Vi ricordate la vostra prima bicicletta? Il modello o il colore? Le rotelline e il rumore che facevano quando pedalavate, poi la paura di cadere, la mano di mamma, papà o di un fratello che vi aiutava, la conquista dell'equilibrio, l'aria fra i capelli, la velocità... Tutti hanno la loro prima bicicletta o, se non la prima, una bicicletta cara da ricordare, un frammento di memoria dolce e intenso da rievocare ancora una volta. Un po' come il primo giorno di scuola, il primo bacio, anche la prima bicicletta è una di quelle ""prime volte"""" che segnano uno dei momenti chiave legati alla faticosa conquista dell'indipendenza e della libertà."" -
Sulla Transiberiana. Sette fusi orari, 9200 km, sul treno leggendario da Mosca al mar del Giappone
Un lungo viaggio da Mosca a Vladivostok sui treni della leggendaria Transiberiana per andare a vedere cosa c'è oltre gli Urali. Mentre le giornate scorrono pigramente a bordo del treno, sfilano dal finestrino le città siberiane sopravvissute alla seconda guerra mondiale. Soste di pochi giorni o poche ore diventano occasioni per entrare in contatto con culture e tradizioni affascinanti. E gli incontri si moltiplicano: bellissime donne dagli occhi a mandorla, nostalgici del comunismo e sostenitori del nuovo ordine, un cuoco stagionale che ha trovato lavoro a seimila chilometri da casa e un ex combattente della prima guerra cecena. Giunti infine sul mar del Giappone non resterà che tornare indietro riportando testimonianze, impressioni e colori di un viaggio nel cuore e nella periferia del più grande paese del mondo che ancora oggi rimane in gran parte sconosciuto. -
Ciclomundi. L'agenda del viaggiatore a pedali
I viaggiatori portano sempre con sé un taccuino, un quaderno, una penna, per appuntare e fermare sulla carta pensieri, paesaggi, dialoghi, volti. Questo strumento è qualcosa di più, è anche una agenda perpetua (valida ogni anno, basta segnare di volta in volta i giorni della settimana), è anche un insieme di suggestioni, inviti quotidiani a inforcare la bicicletta e partire. Ogni giorno si potranno leggere frasi sulla filosofia del viaggio a pedali, l'equipaggiamento, le forature, la fatica, l'arrivo e la partenza, i ritorni, i pionieri, i furti, i cani randagi, il cibo, i luoghi del mondo, la scrittura, la solitudine e moltissime altre suggestioni. All'inizio di ogni mese, un estratto di alcuni viaggi a pedali in un Paese, in un continente, dal Tibet alla Patagonia, dall'Africa all'Asia. Alla fine una bibliografia di libri di viaggio in bicicletta e alcune curiosità per il cicloviaggiatore. Un'agenda che è anche un libro da leggere, ma soprattutto uno spazio libero, come liberi sono i viaggi, meglio se lenti. -
Francia in bicicletta
Tra voies vertes, strade asfaltate chiuse al traffico motorizzato, e pistes cyclables vere e proprie, i francesi stanno dotando il loro Paese di infrastrutture notevoli per chi va in bicicletta. Un esempio su tutti ""La Loire à vélo"""", la ciclabile della Loira lunga ben 800 chilometri. Partendo da Parigi la guida, come in un'ideale grande randonnée, percorre la Francia da sud a nord, scoprendo gli itinerari ciclabili lungo il Canal du Midi, il tour della Borgogna e le viuzze della Provenza, e ancora la Via Turonensis del pellegrinaggio di Santiago fino al tratto alsaziano della ciclovia del Reno, dove Francia e Germania si osservano dalle sponde opposte del grande fiume.""