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Leoncillo. Terra aria impeto acqua fuoco. Catalogo della mostra (Todi, 14-29 settembre 2019). Ediz. illustrata
“Cito per tutti la Balaustra di Leoncillo che è veramente un capolavoro. Più bello, secondo me, di un Della Robbia perché meno aulico, più bello e originale di un pezzo popolaresco perché più organizzato secondo un criterio di stile e di costruzione”. Antonello Trombadori -
Emanuele Cavalli, un protagonista della Scuola romana. Ediz. a colori
Il volume traccia il profilo del pittore Emanuele Cavalli (Lucera 1904 – Firenze 1981), protagonista della cosiddetta “Scuola romana”, ponendo l’accento sul suo vissuto e sulle connessioni con le maggiori personalità dell’arte del suo tempo. A partire dai primi anni Trenta del Novecento l’artista fu tra i più convinti promotori di quella rinnovata concezione della pittura basata sugli accordi cromatici che culminò nella stesura del “Manifesto del Primordialismo Plastico”, firmato nel 1933 insieme a Giuseppe Capogrossi e Roberto Melli. «Come per la composizione, così per il colore, bisognerebbe giungere ad una assolutezza di colorito», scriveva Cavalli nel 1938: «in una perfetta composizione nessuna linea, nessuno spazio potrà avere mutamenti o spostamenti; un colore rosso, per esempio, non potrà essere sostituito da nessun altro tono neppure di qualità, come un altro tipo di rosso. L’impostazione tonale, la composizione di colore è tale che a due toni ne succede un terzo che danno la tonalità. A somiglianza dei suoni». -
Michelangelo a colori. Marcello Venusti, Lelio Orsi, Marco Pino, Jacopino del Conte. Catalogo della mostra (Roma, 11 ottobre 2019-6 gennaio 2020). Ediz. a colori
Fin da giovane, tra Firenze e Roma, Michelangelo realizzò numerosi disegni, piccoli schizzi e “cartonetti” che, a detta di Giorgio Vasari, altri pittori avrebbero “colorito”. Alcuni di questi fogli, tracciati per farne dono ad amici e collezionisti, furono realizzati dall’artista “per amore e non per obrigo”, e presentano un maggior grado di finitezza. Il grande successo di queste immagini scatenò tra i collezionisti la smania di procurarsi riproduzioni disegnate e dipinte degli originali dell’artista toscano, il cui valore risiedeva più nella fedeltà al prototipo che nell’autografia. Il fecondo dialogo tra Michelangelo e i suoi seguaci è messo in luce in questo catalogo attraverso un piccolo e prezioso nucleo di opere di Marcello Venusti, Lelio Orsi, Marco Pino e Jacopino del Conte, derivate da celebri invenzioni del maestro toscano. -
Centrale Montemartini. Una nuova luce per Roma. Ediz. illustrata
Questo libro è il risultato degli studi e delle esperienze compiute negli anni presso il Museo Centrale Montemartini, e vuole essere uno strumento, per pubblico e addetti, a servizio del 'cantiere' Montemartini, laboratorio di sperimentazione museologica per l'Archeologia Industriale romana. Il testo si propone due obiettivi: da una parte, raccontare la storia della centrale termoelettrica, le sue trasformazioni e fasi di sviluppo, intrecciandole con i fatti storici e i protagonisti che le hanno determinate; dall'altra, non trascurare il discorso tecnico, la funzione produttiva, che è la ragione d'essere stessa della fabbrica e dei macchinari che essa ospitava. È infatti proprio in questi due ambiti, quello storico e quello tecnico-funzionale, che risiede il complesso valore culturale di questo spazio così suggestivo, e unico. -
Giambattista Piranesi. Matrici incise 1762-1769. Ediz. a colori
Il quarto volume del catalogo generale delle matrici di Giambattista Piranesi affronta un aspetto molto importante del suo lavoro, perché riguarda le lastre incise dall'artista dopo il suo trasferimento nel 1761 nella grande bottega di strada Felice, l'attuale Via Sistina, luogo di grande fascino, e quindi tappa obbligata per il Grand Tour della Roma cosmopolita di metà Settecento. L'analisi delle sue magnifiche matrici, quasi dei bassorilievi in rame, tutte riprodotte a colori, ha inoltre portato alla inattesa scoperta di alcune repliche delle matrici originali, probabilmente ad opera del figlio Francesco. Novità che aggiunge un ulteriore e importante tassello alla storia del grande artista veneziano, per la prima volta letta direttamente sulle matrici dell'Istituto centrale per la grafica che conserva l'intero corpus di lastre in rame di Piranesi. -
Raffaello nella villa Farnesina. Vicende conservative e fortuna
Villa Farnesina contiene le composizioni profane più note di Raffaello: il ""Trionfo di Galatea"""" e le """"Storie di Amore e Psiche"""". Già dal Cinquecento, proprio in virtù della presenza di questi dipinti, la villa fu oggetto di un'assidua frequentazione da parte di appassionati d'arte e artisti, che li studiarono, citandoli o reinterpretandoli. Grazie alle testimonianze grafiche e pittoriche, alle descrizioni che ne fecero i viaggiatori, alla celebre relazione di Bellori sul restauro a opera di Carlo Maratta e alle polemiche che in seguito esso suscitò, è possibile monitorare lo stato conservativo di queste pitture nel tempo. A partire dalla metà dell'Ottocento, a seguito dell'avvento della fotografia, la documentazione iconografica di questi dipinti si intensifica e la mole di materiale rintracciata ha mostrato che, già nella fase pionieristica della fotografia a Roma, essi furono oggetto di ripetute riprese. In questo periodo fotografia e incisione entrano in competizione tra loro riguardo alla documentazione dei dipinti, soprattutto quelli murali, anche se, per molto tempo, l'incisione viene ancora preferita, in quanto più fedele nella restituzione dei rapporti tonali tra le varie campiture. In questi decenni, tuttavia, l'uso del mezzo fotografico si intreccia spesso indissolubilmente con l'incisione, costituendone di fatto un efficace complemento per la piena comprensione dell'opera tradotta. Nel caso della documentazione relativa alla Loggia di Amore e Psiche, il materiale dei fondi della Regia Calcografia, conservato presso l'Istituto centrale per la grafica, ha consentito inoltre di mettere a fuoco l'impiego di alcune delle prime serie fotografiche dedicate agli affreschi proprio come ausilio alla realizzazione di una serie incisoria di questi dipinti."" -
Storia dell'arte (2018). Vol. 2
Elena Escuredo, Perino del Vaga, un encargo inédito: «unam capellam sub invocatione Conceptionis» Massimo Moretti, Antonio Maria Graziani e le fatiche della carriera. L'altare di famiglia a Sansepolcro e la commissione dell'«Assunta» a Palma il Giovane Antonio Vannugli, Una nuova Vergine Annunziata di Scipione Pulzone Francesco Spina, Il ritratto del cardinal Giacomo Savelli: Scipione Pulzone e i della Genga Stefano Pierguidi, Francesco Albani teorico e Vincenzo Giustiniani committente: i quadri sopraporta a «figure intiegre» Alessandro Brogi, Giovanni Domenico Porta: un ritratto di papa Clemente XIV Raquel Gallego, «Monsieur Baudoin chez Messieurs Tartairon & fils»: dos contactos de Goya en Marsella Giulio Zavatta, Antonio Morassi, Federico Zeri e un falsario di disegni guardeschi: Giuseppe Latini alias ""il prete romano"""" alias il Maestro del Ricciolo Fabio Benzi, L'influenza di Nietzsche e dell'idea di mito immanente in Giorgio de Chirico: Mavìlis, Palamàs e il contesto letterario ateniese all'inizio del XX secolo Recensioni Anna Cavallaro, Gerardo de Simone, Il Beato Angelico a Roma 1445-1455. Rinascita delle arti e Umanesimo cristiano nell'Urbe di Niccolò V e Leon Battista Alberti, Leo S. Olschki Editore, Firenze 2017 Loredana Lorizzo, Alison Stoesser, Van Dyck's Hosts in Genoa: Lucas and Cornelis de Wael's Lives, Business Activities and Works, Brepols, Turnhout 2018 Guendalina Serafinelli, Stefania Macioce, Arte in Moda. Giochi d'Ispirazione, collaborazione scientifica di Elena Foschi, Logart Press, Roma 2018 Massimo Moretti, Federica Veratelli, À la mode italienne. Commerce du luxe et diplomatie dans les Pays-Bas méridionaux, 1477-1530, Villeneuve d'Ascq, Presses universitaires du Septentrion / Archives départementales du Nord, 2013."" -
La Farnesina. Il palazzo, gli artisti, le opere. Ediz. italiana e inglese
La storia del Palazzo della Farnesina, dal 1959 sede del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è esemplare della riqualificazione del più importante cantiere dell'era fascista a Roma nel segno dell'arte contemporanea. Concepito inizialmente come Casa littoria, nel secondo dopoguerra l'edificio fu sottoposto a un radicale processo di riconversione, grazie a un'accorta regia progettuale e all'intervento degli artisti, chiamati, attraverso bandi pubblici, a ridefinire volto e funzioni dei nuovi uffici della diplomazia italiana. Il volume ripercorre le tappe di questa lunga storia: dai concorsi di primo e secondo grado alla posa della prima pietra, dall'abbandono del cantiere dopo la caduta del regime alla ripresa dei lavori e all'inaugurazione della sede nel 1959, dalla decorazione e l'arredo degli uffici all'acquisto e alla realizzazione delle opere d'arte per gli ambienti di più alta rappresentanza, fino all'istituzione, nel 1999, della Collezione Farnesina Arte Contemporanea, considerata nel 2017 «una delle migliori collezioni al mondo nel settore delle istituzioni pubbliche» (Mecenati del XXI Secolo - Corporate and Institutional Art Awards). -
Publio Morbiducci. Nudi maschili. Catalogo della mostra (Roma, 13 dicembre 2019-12 marzo 2020). Ediz. italiana e inglese
Per tutti gli anni Trenta Morbiducci disegnò corpi in pose atletiche, cercando quella sintesi, tra reale e ideale, che era stato l'antico e lontano segreto della bellezza greca: atleti vittoriosi, con un nome e una patria, erano stati trasfigurati dall'arte in corpi perfetti, tipi ideali e sintesi di impersonale bellezza giovanile, per la Grecia e per l'occidente che si sentì suo erede per i secoli a venire. A matita, a carboncino, a sanguigna, Morbiducci lavora per trasformare l'individualità dei suoi modelli in tipi ideali, alla ricerca di una venustà italica che risulta sempre temperata dall'ideale classico e lontana dal disumanesimo culturista che trionferà alle Olimpiadi di Berlino del '36. -
Galleria Borghese. Capolavori dell'antico-Masterpieces of antiquity. Ediz. illustrata
Questo libro è dedicato alla mostra ""I Borghese e l'Antico"""". Furono giorni straordinari e forse irripetibili quelli in cui marmi antichi di assoluta magnificenza come l'Ermafrodito dormiente, il Centauro cavalcato da Amore o il Sileno con Bacco bambino, sono tornati a occupare il loro posto nella collezione Borghese e nella palazzina Pinciana. Acquisiti dal cardinal nepote Scipione Borghese nel Seicento quindi venduti a Napoleone dal principe Camillo nel 1807 assieme a centinaia di altre sculture, sono confluiti nel cuore delle raccolte archeologiche del Louvre, dove oggi sono goduti da milioni di visitatori. Nel 2011 parte di questo stupefacente insieme ha percorso la strada a ritroso, da Parigi a Roma, e permesso di riconfigurare, per pochi mesi ma in una visione inedita per il mondo contemporaneo, il cuore di quella volontà collezionistica, di attualizzarne la bellezza e il valore."" -
Disegni spagnoli e italiani del Cinquecento della Biblioteca Nacional de España. Ediz. a colori
"Disegni spagnoli e italiani del Cinquecento della Biblioteca Nacional de España"""" è il risultato di un primo approccio d'insieme all'importante patrimonio grafico del Cinquecento di questa istituzione, realizzato nell'ambito del progetto di ricerca HAR2017-86804-P del Ministero della Scienza e dell'Innovazione di Spagna, diretto dai professori Benito Navarrete Prieto e Gonzalo Redín Michaus. Lo studio intrapreso ha voluto tenere in considerazione l'indiscutibile relazione che legava Italia e Spagna nel Cinquecento, intesa come parte di un'identità mediterranea comune, frutto di scambi, flussi, ibridazioni e influenze degli artisti spagnoli e italiani. Il volume si apre con un'introduzione storiografica a cura di Marzia Faietti che fa il punto sugli studi sui disegni italiani conservati in Spagna effettuati fino agli anni ottanta. A questa fa seguito il saggio di Elena Santiago Páez e Beatriz Hidalgo Caldas sulla provenienza delle collezioni di disegni acquisite nell'Ottocento dall'istituzione spagnola, essenzialmente quelle di Valentín Carderera, José de Madrazo e Manuel Castellano. Da questo punto di vista, lo studio calligrafico delle iscrizioni e dei marchi di collezione è stato fondamentale per tracciare il percorso delle raccolte più antiche, come quella del pittore spagnolo del Seicento Francisco de Solís oppure, nel secolo successivo, quella di padre Sebastiano Resta, oggetto dell'approfondimento di Francesco Grisolia. Benito Navarrete Prieto affronta il tema dell'identità e dell'appropriazione culturale del disegno spagnolo e italiano analizzando i legami tra Spagna e Italia e successivamente Gonzalo Redín Michaus fa un bilancio delle nuove attribuzioni dei disegni italiani della Biblioteca Nacional. Federica Mancini si occupa dei disegni genovesi e dei problemi di attribuzione, avanzando nuove proposte d'indagine, mentre Carlos Plaza fa luce sulle collezioni di disegni di architettura, riflettendo sulla ricchezza di queste raccolte e sul modo di studiarle. Manuel Arias Martínez si concentra sull'importanza dei disegni per i retabli di Gaspar Becerra e sul loro rapporto con i modelli italiani, infine José Ramón Marcaida López analizza in termini metodologici le possibilità di studio per la storia della scienza offerte dai due manoscritti di Leonardo da Vinci che fanno parte del patrimonio della Biblioteca Nacional. Il volume include un catalogo di disegni selezionati a seguito della ricerca e studiati da specialisti della materia: Manuel Arias Martínez, Antonella Chiodo, Elisabetta Fadda, Marzia Faietti, Mauro Vincenzo Fontana, Carmen García Frías-Checa, Antonio Geremicca, Francesco Grisolia, Federica Mancini, Giorgio Marini, Manuela B. Mena Marqués, Francisco Merino Rodríguez, Carmen Morte García, Benito Navarrete Prieto, Elena Parma, Carlos Plaza, Gonzalo Redín Michaus e Patrizia Tosini." -
Del barocco ingegno. Pietro da Cortona e i disegni di architettura del '600 e '700 della collezione Gnerucci. Ediz. illustrata
In catalogo i disegni di architettura del Seicento e Settecento della ricca e inedita collezione del poliedrico bibliofilo cortonese Paolo Gnerucci, in un confronto con opere grafiche provenienti da importanti Istituzioni pubbliche e collezioni private. I disegni Gnerucci, pregevoli testimonianze del lavoro progettuale e del processo creativo di importanti architetture del Barocco, sono riconducibili in buon numero alla produzione delle botteghe cortonesi dei Radi e dei Berrettini, ma presentano sorprendentemente alcuni eccellenti studi autografi di Pietro da Cortona e dei suoi aiuti per celebri opere romane dei pontificati di Urbano VIII e Alessandro VII, a cui si aggiungono, nel più tardo periodo considerato, piccole e preziose testimonianze di interventi di architetti granducali attivi sia a Firenze che a Roma. Si tratta in massima parte di disegni riferibili a fasi iniziali o intermedie del progetto, ma che hanno contribuito in modo sostanziale alla definizione di architetture poi realizzate, mostrandone inedite fasi ideative preliminari, ovvero varianti alternative superate o parzialmente accolte, rimanendo a lungo negli studi degli artisti, spesso legati in album. Ma, anche per questo, documenti importanti per la ricostruzione dell'iter progettuale e per la comprensione di grandi opere del Barocco. -
Civis civitas civilitas. Roma antica modello di città. Ediz. italiana e inglese
Nell'antichità i valori che danno il senso della comunità, della condivisione, dell'appartenenza si rigenerano attraverso la riproposizione delle tipologie edilizie destinate alle funzioni della vita pubblica, alla esaltazione dei meriti individuali e alla perpetuazione della memoria familiare. In occasione della fondazione di nuove città o della trasformazione degli insediamenti più antichi era sempre adottato il medesimo impianto ortogonale e le singole tipologie di edifici rispondevano per lo più a forme architettoniche prestabilite, che dipendevano da una costruzione della città di Roma, considerata come il modello da riproporre. La posizione centrale del capitolium e del foro e la loro contiguità spaziale con gli edifici dove si esercitavano le funzioni politiche corrispondevano alle direttive ideologiche dell'avanzamento nei nuovi territori. -
Storia dell'arte (2019). Vol. 1-2
Con saggi di: Alessandro Zuccari, Cinquanta anni di ""Storia dell'arte"""", Claudio Strinati Giulio Carlo Argan nel 1969, Matteo Procaccini, Argan e Rotondi: un'intervista sull'""""Operazione Salvataggio"""", Carla Subrizi, La Storia dell'arte di Giulio Carlo Argan, Anna Cavallaro, Il «gaio classicismo». Gli studi e le iniziative di Maurizio Calvesi e della sua scuola sul Quattrocento a Roma e nel Lazio, Fabio Benzi, La dialettica della «quarta dimensione» in pittura tra Futurismo e Cubismo, Antonella Sbrilli, La «ginnastica del linguaggio». Maurizio Calvesi dal sottile enigmismo giovanile all'iconologia della trasformazione, Carlo Ossola, «VEL AC SI veritas» , Andrea Bacchi, Intorno a Bernini. Due statue panneggiate del Barocco romano, Pio Francesco Pistilli, L'avvento del Medioevo. Angiola Maria Romanini e la rivista """"Storia dell'arte"""" (1976-1983), Caterina Volpi, Nemici per la pelle: Giovanni Benedetto Castiglione, Pier Francesco Mola, Salvator Rosa, Gian Lorenzo Bernini e la questione del dissenso, Riccardo Gandolfi, La biografia di Michelangelo da Caravaggio nelle Vite di Gaspare Celio, Raffaella Morselli, Indagini su una ritrovata Educazione della Vergine Maria del periodo italiano di Rubens, Giulia Iseppi, Guido Reni in S. Maria Maggiore a Roma. Nuovi documenti sulla Madonna col Bambino dormiente, Antonio Iommelli, Nuova luce su Giovanni Antonio e Luigi Scaramuccia, pittori perugini, Laura Leuzzi, Edimburgo - Roma 1967, connessioni italo-scozzesi sulle tracce della mostra Contemporary Italian Art alla Richard Demarco Gallery."" -
Vincenzo Scolamiero. Del silenzio e della trasparenza. Ediz. italiana e inglese
Protagonisti della personale di Vincenzo Scolamiero, che già dal titolo ""Del silenzio e della trasparenza"""" argomenta in bella forma arcaica lo spirito che la anima, sono alcuni recenti cicli di grandi tele e quaderni d'artista. Lavori eseguiti con pigmenti vari, inchiostri, chine e scintillanti polveri metalliche, a comporre forme solide e piane, lastre di colore e pieghe terrestri, tagliate dalla luce e scompaginate da un vento ancestrale."" -
Bonicatti. Visioni
Corrado Bonicatti costituisce nel panorama artistico contemporaneo, una presenza rara per l'intensità di una luce evocativa che inserisce il pittore tra gli eredi di Turner, Rothko, Morandi, Music, per non citare che alcuni grandi. L'artista è uno degli ultimi maestri del '900 capaci di nutrire una costante passione per il recupero di antiche tecniche. Innumerevoli velature gli consentono di raggiungere ricche finezze cromatiche e fluidità di riflessi che concentrano un senso epifanico e insieme pudico della bellezza. ""Bisogna essere in grado di riflettere anche le cose più pure'' ha affermato Gide. Un colore legato alla particolare intensità percettiva dell'artista, gli consente di trasferire sulla tela un silenzio che racconta solitudine e grandiosità di paesaggi reali e dell'anima, svela interni di intimità sussurrate, sublima notazioni figurative in entità altamente simboliche. Nasce così un misterioso accadimento estetico, mediato dalla luce che genera risonanze interiori. L'incontro tra le arti da sempre ha congiunto estetica ed etica. La produzione ultima, testimone di una ricerca di assoluto, è evidente in opere di grandi dimensioni che denotano un'attrazione per l'irraggiungibile, elemento costante della ricerca esistenziale di Corrado Bonicatti, un pittore che, per la sua maestria, è da annoverare nel panorama artistico contemporaneo."" -
Capogrosso. Doppio orizzonte. Ediz. illustrata
"Non potrei e non vorrei essere altro che pittore. Sento di appartenere alla pittura che considero una condizione mentale e fisica. Immagini diafane, immateriali, rarefatte, monocrome. Sento di assorbire la luce e di doverla trasmettere nel mio lavoro tra figurativo e astratto."""" (Pietro Capogrosso)" -
Alberto Timossi. Segnacoli. Ediz. italiana e inglese
Le luci delle stelle riflesse nella piscina sacra sono... i segnacoli rossi che tremolano nel Kothon. Stelle che sono gli antenati divini del Levante, gli dèi che proteggevano i naviganti che per primi attraversarono il ""mare di mezzo"""" per portare ovunque la città e la scrittura, la civiltà della vita, del commercio e dell'integrazione, la civiltà fenicia. I ventisei segnacoli sono anche i ventisei secoli che ci separano da questo mondo, così distante, ma ancora così vivo dentro di noi, nella memoria collettiva."" -
La Galleria L'Obelisco. Surrealismo e arte fantastica (1943-1954). Ediz. illustrata
Questa ricerca prende in esame il primo decennio di attività di Irene Brin e Gaspero del Corso come galleristi e mercanti d'arte alla libreria-galleria La Margherita, tra il 1943 e il 1946, e alla Galleria L'Obelisco successivamente. L'ipotesi di fondo risiede nel tentativo di evidenziare il loro pioneristico apporto alla diffusione del Surrealismo in Italia, paese in cui l'interesse per il movimento fu tardivo e sporadico. Parallelamente ai surrealisti di chiara fama come Salvator Dalì, René Magritte, Sebastian Matta e Yves Tanguy, per i quali i del Corso organizzeranno le prime mostre in Italia, venne messa in atto la promozione di quegli artisti, non solo italiani che, sulla scia di Giorgio de Chirico, Leonor Fini e Fabrizio Clerici, diedero vita a delle significative varianti linguistiche del Surrealismo che andranno denominandosi di volta in volta come ""arte fantastica"""", """"post-surrealismo"""", """"neoromanticismo"""". Tra questi due poli, in un orizzonte di riferimento che considera, oltre alla programmazione espositiva della galleria, il milieu culturale, il dibattito critico, nonché alcune vicende personali che legano tra loro i protagonisti di questa storia, si snoda l'intero percorso del libro."" -
Pietro Camuccini e Alexander Day artisti e mercanti di quadri nella Roma di fine Settecento. Strategie e dinamiche commerciali. Ediz. illustrata
Tra i numerosi personaggi coinvolti nel mercato di dipinti sulla scena romana di fine Settecento, Pietro Camuccini e Alexander Day sono considerati due indiscussi protagonisti. Questi due dealers, sfruttando i meccanismi che regolano il mercato e potendo vantare contatti sia con l'aristocrazia romana, principale fonte di approvvigionamento di capolavori, sia con i maggiori compratori del periodo, si posero come un perfetto tramite tra domanda e offerta. Il duraturo sodalizio commerciale tra loro intercorso gli permise di movimentare molti celebri capi d'opera conservati a Roma, tra cui dipinti di Raffaello, Tiziano e Annibale Carracci improvvisamente disponibili sul mercato, talvolta riuscendo perfino ad esportarli illecitamente dallo Stato pontificio. Sulla scorta del reperimento di materiale documentario inedito in parte riportato in Appendice, il volume ripercorre le vicende biografiche di questi due artisti-mercanti e la loro attività commerciale svolta in società. Vengono quindi messe in luce le strategie impiegate nella compravendita di numerosi dipinti ed evidenziate alcune dinamiche ricorrenti e soggiacenti al mercato dell'arte dell'epoca, ma soprattutto si forniscono nuovi dati utili all'identificazione di queste opere e alla ricostruzione della relativa storia collezionistica. La mole e l'importanza dei quadri riconducibili agli affari di Camuccini e Day sono fattori che attestano il loro proficuo inserimento nelle maglie del mercato e soprattutto il ruolo svolto nella frammentazione delle importanti collezioni romane da cui attinsero maggiormente, in particolare quelle Aldobrandini, Borghese e Colonna.