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Morte a Milano. «Ernest»
Dino Lenza, traduttore di romanzi gialli, è alle prese con l’ultimo lavoro dello scrittore francese Jean Baptiste Monnais, dal titolo “La morte di uno sconosciuto”. Il protagonista è il giovane Ernest, che è stato vittima da bambino di ripetute violenze sessuali da parte dello zio. Lenza resta scosso da quelle descrizioni, rivivendo le angosce del personaggio, immedesimandosi nei suoi stati d’animo. Trova anche nei tratti somatici del protagonista una certa somiglianza coi suoi. Viene colto da un moto intimo di rabbia, come non si era mai manifestato prima. Elimina completamente dalla traduzione le pagine scritte dell’autore francese e inizia la scrittura del suo giallo. I toni si fanno aspri e cruenti, il cinismo e la follia omicida non lasciano più uno spiraglio per il perdono. Il commissario incaricato delle indagini, pur nutrendo forti sospetti su tutti quegli omicidi, non riesce a trovare una spiegazione efficace per evitarli. Prefazione di Michela Zanarella. -
Arte in università a Varese: 1999-2018. Ediz. illustrata
A diciannove anni dalla sua prima edizione, torna ""Arte in Università a Varese"""", collettiva d'Arte contemporanea di artisti varesini. Ventisette artisti di Varese e provincia espongono le loro opere, a fianco degli uomini di scienza. Due culture, quella scientifica e quella umanistica a confronto, come valori portanti della cultura e del sapere della comunità. Opere di Aldo Ambrosini, Gianluigi Bennati, Paolo Borghi, Giannetto Bravi, Silvia Cibaldi, Massimo Conconi, Francesco Cucci, Rod Dudley, Anny Ferrario, Vittore Frattini, Ferdinando Greco, Giovanni La Rosa, Luca Lischetti, Giorgio Lotti, Carlo Meazza, Silvio Monti, Raffaele Penna, Antonio Pizzolante, Franco Pontiggia, Ambrogio Pozzi, Giorgio Presta, Giancarlo Sangregorio, Vito Scamarcia, Mariuccia Secol, Sandra Tenconi, Alessandro Uboldi, Giorgio Vicentini."" -
Il boom economico nel tradatese 1950-1973. In mostra al Museo Fisogni un'esperienza di alternanza scuola lavoro del Liceo Scientifico Marie Curie di Tradate. Ediz. illustrata
La Mostra ci dà un'idea di com'era Tradate negli anni del boom economico, seguendo un percorso cronologico lungo poco più di un ventennio dal 1950 al 1973. La scelta di partire dal 1950 è motivata dall'insediarsi della L.E.S.A., ""Laboratori elettrotecnici società anonima"""" a Tradate, per la produzione dell'hi-fi e dei suoi componenti. È il principio di una situazione che porterà al boom vero e proprio di Tradate nel quadro di un'ondata di euforia che attraversa il Paese. Il 1973 è invece l'anno del grande shock petrolifero che investe tutto il mondo occidentale, Stati Uniti compresi, dopo l'improvviso rialzo dei prezzi deciso dai paesi Arabi, durante la guerra contro Israele. Una rivoluzione del costume e delle abitudini che, sotto l'effetto del """"miracolo economico"""", così definito dal quotidiano londinese Daily Mail nel 1959, spinge artisti e designer a ripensare e a raccontare il volto moderno prima dell'America e poi dell'Italia, partendo dai settori strategici del Made in Italy, dall'arredo ai piccoli e grandi elettrodomestici, dalla nuova industria automobilistica e dei mezzi di trasporto, dalla moda alla comunicazione del prodotto."" -
Puoi se vuoi. Un aiuto a rientrare e rimanere in forma
Un po’ di consigli e 300 ricette semplici per una dieta facile, efficace e senza rischi. Sergio Ruini, emiliano ruspante trapiantato a Varese da molti decenni, e noto come un affermato micologo ma anche come un amante della buona cucina. Ha insegnato quindi come coltivare i piaceri della buona tavola, ma ha proposto anche, con questo volume, il sistema per controllare eventuali eccessi e danni. -
Varese «villa di delizia». Rinnovamento e sviluppo (1760-1861)
Prendendo le mosse dal catasto teresiano (1760), l'autrice ricostruisce le vicende della modernizzazione varesina dalla seconda metà del Settecento all'Unità. Varese, antico borgo del Ducato di Milano elevato al rango di città del Regno Lombardo-Veneto nel 1816, diventa autentico case-study, osservatorio privilegiato dell'evoluzione socio-politica nell'Italia preunitaria. Dal contesto generale che grazie ad un approccio multidisciplinare tiene ampiamente conto dello scenario politico-istituzionale e di quello economico - agricolo e manifatturiero - emergono le peculiarità del caso varesino e del suo rinnovamento. Si delinea così, in una varietà di casi personali e familiari, un universo sociale composito il quale andava dai possidenti a una borghesia di commercianti, imprenditori e professionisti passando per una nobiltà ancora forte sul piano economico ma non più su quello politico. E si delinea altresì la via varesina della modernizzazione, vale a dire la modalità attraverso la quale l'impronta nobiliare tipica della civiltà di villa riuscì a coniugarsi con il nuovo panorama sociale, il mutato ceto dirigente, la sua cultura, le sue scelte in materia di spesa pubblica. -
Dumenza anni '60. Racconti, ricordi, emozioni
Un paese, Dumenza, all'estremità della provincia di Varese, dove da sempre i contadini sono venuti a patti con ripidi pendii che, addomesticati, hanno disegnato un paesaggio millenario frutto di immani fatiche. Estesi boschi, sentieri che si perdono lungo i torrenti, nei luoghi incolti. Il panorama dal monte Clivio sulla Valdumentina è uno dei più interessanti. Guardato da lassù il Verbano sembra una stretta striscia d'acqua di un intenso colore blu, interrotta solo dagli isolotti dei castelli di Cannero. Negli anni '60 oltre la provinciale regnava assoluta la distesa dei campi e dei prati. Qua e là le famiglie milanesi avevano le loro ville che frequentavano nei mesi estivi. Con il trascorrere del tempo, la fascia di campagna che divideva il paese dai boschi si assottigliò sempre di più. Oggi il linguaggio e la tradizione hanno subito profonde trasformazioni rispetto al secolo scorso: le case avanzano, scompaiono i fossi scavati per irrigare i terreni, il paesaggio cambia ogni giorno. Non si utilizza più la pietra del luogo che connotava a livello estetico e cromatico, luoghi e abitazioni. Questo libro vuole essere un omaggio a Dumenza, piena di angoli, di echi sonori. -
Viaggi di nuvole e di terra. Taccuini tra realtà e fantasia
"Dopo tante esperienze, un viaggio da sola ai confini del mondo, un altro in un paradiso dove niente è come appare, un terzo dove invece la bellezza si rivela in tutto il suo splendore, senza lati oscuri. Un filo rosso lega ciò che è straordinariamente bello alla durezza, al dolore, ai drammi sociali: il meraviglioso, splendido e terribile, domina il nostro mondo. Esiste un'unione quasi incredibile nella realtà di due Paesi molto diversi tra loro, Sud Sudan e Repubblica Dominicana, che presentano tanti punti di somiglianza: l'estrema bellezza della natura, la sua pace, la sua serenità contrapposta a drammi sociali, ricchezza e miseria, tutto e nulla, rifugiati e migranti ridotti in schiavitù, guerra infinita e razzismo senza fine. Ma c'è anche il lavoro tenace di chi vuole portare cambiamenti concreti, utili alla gente, di chi crede ancora nella crescita, nella giustizia sociale e nella pace. Contrasti fortissimi suscitano emozioni profonde: un legame tra due mondi, un sogno africano e un sogno tropicale a confronto con il reale. E la gente, che affascina."""" (L'autrice)" -
Vedano Olona. Frammenti di una storia
Un gruppo di Vedanesi, animati da forte passione per il proprio Paese e per la sua storia. Questo è il punto di partenza (e di arrivo) del percorso che ha portato alla pubblicazione del presente libro, ulteriore tassello di approfondimento sul passato della nostra Comunità. Frammenti di vite, istituzioni, luoghi e ricordi si sono avvicendati nella memoria e nella meticolosa ricerca storica delle persone che, incontrandosi nel corso del tempo, hanno - infine - dato forma scritta a molti contributi. -
Nell'immensità di un lago stupendo
«Claudio Comini si sente parte d'un unico universo, dove l'amore è sostanza primordiale del Dio da cui tutto ha origine. Leggendo le sue poesie si avverte la forza con cui trasmette l'oggettività materiale di tutto ciò che ci circonda sia nella porzione scura, sia in quella più chiara ed immateriale che predomina il suo pensiero intellettuale e autocosciente.» (Franco Pulzone). La nuova raccolta di Comini si ripropone di trasferire maggiormente, rispetto al passato, le osservazioni paesaggistiche ad un livello di indagine psicologica che corrisponde a quello che i filosofi tedeschi chiamano, non senza malizia, Erlebniss, vale a dire ""esperienza vissuta""""... Un Comini quindi che si accorge definitivamente, sulla base delle sue esperienze esistenziali, alcune piacevoli ed altre più amare, di quanto la realtà del lago, da lui tanto amata, sia stata filtrata periodicamente dal suo Io, attento a rimasticare ogni dettaglio interiore riguardante la bellezza e la vastità dello spettro visivo quando incontra la massa lacustre."" -
Ritorno a Correggio
Questo romanzo costituisce un paradigma della vita tra gioventù e maturità, con slanci, delusioni, felicità, dolori. Le conversazioni - peraltro virtuali - tra il protagonista e un suo ex professore hanno la veste dei dialoghi del Simposio di Platone o di qualche Operetta Morale di leopardiana memoria. Il “rischio” di una sorta di romanzo filosofico viene comunque annullato dalla presenza concreta della città di Correggio, storico comune della provincia reggiana, che rende personaggi e vicende più tracciabili, in una terra amata e affettuosamente descritta. A Correggio si vive, da Correggio si parte per vacanze, speranze, ambizioni, a Correggio si torna (sempre) per ritrovare il senso e forse la bellezza della vita reale. Correggio diventa, così, luogo dell’anima, in cui ognuno può riconoscersi. -
Sui campi di battaglia della guerra di Libia
Il centesimo anniversario della guerra italo-turca, più comunemente conosciuta come Guerra di Libia, ha suscitato un interesse tutto sommato moderato sia tra gli studiosi, sia nell’opinione pubblica, poiché nel 2011 la scena è stata occupata anzitutto dalle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia e a ridosso dagli impegni di studio ed editoriali in vista del centenario della Grande Guerra. Tuttavia nello stesso anno sono stati organizzati quattro convegni: tre in ottobre, da parte del Centro studi Giolitti; dell’Università di Tor Vergata con la Società Geografica, la Società Pesarese di studi storici e l’Associazione di Storia Contemporanea; e nel mese successivo dalla Luiss. Sull’argomento si ricordano inoltre i numeri monografici de I sentieri della ricerca, organo del Centro Studi Ginocchi di Crodo e degli Annali della Fondazione Ugo La Malfa. E, presso il Museo della Guerra di Rovereto, una mostra sulle cartoline della guerra di Libia e un’altra sul periodo 1911-1931. -
Moglie a Olonia... danè in Svizzera
Da cassiere di banca scontento a imprenditore di successo, il Giannino Mara è una figura emblematica degli anni del miracolo economico, un figlio dell’Italia povera uscita dalla guerra, armato di incrollabile ottimismo e di straordinaria forza di volontà. Tutto è frenesia di vivere: l’impegno stressante in azienda, le partite a tressette, le discussioni accanite con l’amico comunista, la volata notturna per un caffè a Portofino, gli alti e bassi con la moglie, la giovane amante. Nel 1964 il brusco risveglio: al Giannino i conti non tornano più, nel lavoro e nella vita. Una nuova storia ambientata a Olonia, paese simbolo della provincia lombarda nel ventennio fascista e nel secondo dopoguerra. -
Intrighi alla Rocca di Angera
Siamo nel Ducato di Milano, nei primi anni del ’400, sotto l’egida di Filippo Maria Visconti. Ambientato lungo l’asse tra la Rocca di Angera e quella di Somma Lombardo, con puntate nel Monferrato e nei territori dei Gonzaga, il romanzo narra di attriti e ripicche tra il conte di Angera e Somma Lombardo, di amori impossibili e di altre vicende personali che risentono della turbolenza del tempo. È il periodo in cui l’Inquisizione è sempre alla caccia di streghe e dove i Ducati, a suon di soldati di ventura, combattono l’un contro l’altro, creano alleanze tramite matrimoni che hanno alla base momentanei interessi strategici e si dissanguano economicamente. Un vasto affresco storico, con tanti protagonisti e tante vicende che a volte si chiudono con gioia e altre con atroci sofferenze. -
Sete di latte. Riaprirsi alla vita
Lidia sta attraversando un periodo difficile. La vita che conosceva e che le era tanto familiare si è frantumata tra le sue dita. L'occasione per staccare un po' la spina e allontanarsi da tutto le si presenta inaspettata con una telefonata della cugina Lucia: ""La zia Teodora è morta ieri notte, nel sonno... ormai aveva compiuto 96 anni... Tra due giorni ci saranno i funerali."""" Lidia torna al paese d'origine di suo padre insieme alla figlia Lara. E il viaggio si trasforma in un vero e proprio tuffo nel passato e nei legami familiari, che le permetterà di ritrovare se stessa, in un crescendo di ricordi e sentimenti. Un libro che, attraverso le dinamiche psicologiche e relazionali, indaga e descrive le pieghe dell'animo umano."" -
La Novalesa. Nihil sub sole novum
Il Chronicon novaliciense è una fonte storica, quasi misteriosa, di origine medievale: una “Cronaca” che ricostruisce la storia dei primi secoli di vita della abbazia benedettina della Novalesa in Piemonte. La storia si dipana come una matassa dalla fondazione del cenobio nel 726 fino al 1029, anno in cui il monaco Vittore da Cannobio decide di metter mano ad un proprio racconto, “Nihil sub sole novum”, che all’inizio segue la falsariga dell’originario Chronicon, ma ben presto ne diventa un’ideale prosecuzione. Tante sono le storie, i miracoli, le visioni, le allegorie e le leggende che si susseguono pagina dopo pagina; tanti i personaggi che animano il racconto, veri e verosimili, alcuni addirittura ispirati alla recente esperienza in monastero fatta dall’autore. La narrazione segue i tempi di una giornata monastica tipo, scandita dagli uffici divini, dallo studio e dal lavoro, “ora, lege et labora”, e moltissimi nel contempo sono i richiami alla storia e alla spiritualità benedettina. -
Internati militari italiani di Busto Arsizio nei lager nazisti
Il libro ha il merito di gettare un fascio di luce su di una vicenda, quella degli internati militari italiani nei lager tedeschi, che - pur avendo avuto un grande rilievo nella realtà italiana, provocando gravi sofferenze a centinaia di migliaia di famiglie - è rimasta sostanzialmente in ombra. È un omaggio a tutti quei militari che, dopo l'8 settembre hanno deciso di non combattere a fianco della dittatura nazifascista e così facendo sono andati incontro ad immani sofferenze nei campi di prigionia del Terzo Reich. Di grande interesse è lo spunto documentale dal quale il lavoro prende le mosse, vale a dire un plico di 731 schede dell'Associazione Combattenti e Reduci relative ad internati militari bustesi, 562 dei quali rinchiusi nei lager nazisti. Oltre all'ampiezza della vicenda ed alla pesante ricaduta, talvolta tragica, sulla realtà delle famiglie di Busto, l'opera rende ragione, ancora una volta, della barbarie del regime nazista che aveva schiavizzato queste persone e le aveva addirittura trasformate in ""pezzi"""" da """"usare"""" per le esigenze degli apparati industriali a servizio del regime nazista."" -
Una nuova età in formazione
"Il giovane è in grado di camminare più velocemente dell'anziano, ma l'anziano conosce la strada giusta"""". In questo volume gli studi sulla consulenza pedagogica per la disabilità e la marginalità sono diretti a stimolare adeguate capacità di formazione e reazione comportamentali." -
La rocca di Travaglia. Quel lucente bagliore delle fiamme del camino
L'arco di tempo storico che attraversa questo romanzo parte da una data precisa: lo sbarco dell'Arcivescovo Ottone Visconti sulla riva orientale del lago Verbano, precisamente in quel di Germignaga (allora in loci Travaglo) nell'anno 1277, e si conclude con la conquista e la distruzione del castello maggiore del Seprio (oggi sito archeologico di Castel Seprio) avvenuta nell'anno 1287. Nelle vicende narrate ha grande risalto la memoria di una società in cui la fede cristiana dettava i tempi ed i modi di vivere di tutte le genti. Frati, abati e chierici predicavano la ""Parola"""" ad un tessuto sociale agreste, dove era ancora presente uno strato formato da popolazioni di religione pagana. Nelle numerose e avventurose imprese in cui viene coinvolto il protagonista principale, Jaco da Grantorre, sono messe in risalto anche le abitudini alimentari dell'epoca, con i frutti, i cereali, le verdure e le carni (poche) cotte in quell'indispensabile angolo delle mura casalinghe che era il camino. Era questo il centro della vita di tutte le persone, tutti i giorni della loro vita faticosa."" -
Fazzoletto rosso al collo e arma in pugno... Sul finire del «primo quarto» di una lunga vita
Questa è la storia di un ragazzo cresciuto tra le due grandi guerre mondiali, nato nel 1927 a Marostica, nel Veneto, a nord di Vicenza. I ragazzi nati in quell'epoca venivano educati a «Libro e moschetto», laddove il libro era la dottrina fascista, della quale presto cominciarono a dubitare. Il racconto comincia con il protagonista vestito “alla marinara”, per passare a indossare la divisa da balilla e per finire con il fazzoletto rosso al collo e un’arma in pugno. Prima che ciò accada, ricordi e immagini ci riportano a tempi lontani, con molti riferimenti da una parte ad una famiglia mitteleuropea e dall'altra ad una «pantaveneta», come il narratore ama definirla. Un breve, ma incisivo spaccato storico che ci riporta alle passioni e ai contrasti di una speciale zona di confine tra Italia ed Austria. Sauro è il nome di battaglia di Carlo Bretzel che si unì da subito, nel settembre del 1943, alla Resistenza con attività che l’hanno portato a rischiare la vita almeno quattro volte e da ultimo nei combattimenti che hanno preceduto la Liberazione, inquadrato nelle fila della Brigata Giovane Italia che il 29 aprile 1945 ha liberato Bassano del Grappa. -
Nudo di uomo
Cosa vuole Massimo, così all'improvviso, dopo anni di silenzio e distanza? Cosa significa la sua telefonata nella vita di Danilo? Con queste domande si apre il racconto in prima e terza persona di una, due e poi, a cascata, tre, quattro, cinque vite e ancora altre, intrecciate dal filo della quotidianità che fa rimbalzare gli uni addosso agli altri senza una logica apparente né un disegno leggibile, se non forse il beffardo divertimento di un Dio che mette sempre la persona sbagliata là dove non vorrebbe stare. Distopia della mediocrità nelle figure di Danilo e Rosa, che inanellano piccole sfighe e futili errori in una sequenza apparentemente infinita, sfiorando senza mai raggiungere la tragedia, catartica e risolutiva.