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«Sto alla porta e busso...» (Ap. 3,20a). Commento alle letture festive del Lezionario Ambrosiano. Anno B
L'autore è sacerdote della Diocesi di Milano dal 1976. Impegnato nei primi anni di ministero nella pastorale giovanile degli oratori San Giovanni Bosco di Vimodrone (MI) e di San Simpliciano in Milano, per 20 anni ha insegnato religione in prestigiosi licei milanesi. Docente di etica professionale nelle scuole di preparazione infermieristica di cliniche lombarde e conferenziere, dal settembre 1994 al dicembre del 2008 ha operato nella Fondazione Don Carlo Gnocchi, prima come direttore del Centro Geriatrico di S. Maria al Monte di Malnate (VA) e poi come direttore dell’Hospice S. Maria delle Grazie di Monza (MI), una struttura per malati oncologico-terminali in fase avanzata, ricoprendo anche altri incarichi presso i Servizi Generali della Presidenza di questa ONLUS. Dal 2009 al 2015 ha svolto il suo ministero sacerdotale prima a Milano presso la Parrocchia di S. Maria della Passione e nella Chiesa di San Pietro in Gessate e poi a Varese nella Parrocchia di S. Antonio di Padova (rione Brunella). Dal novembre 2015 opera a Milano nella Parrocchia del Ss. Redentore. -
Amarcord. Ieri, oggi... e domani?
Perché questo libro? Per ritornare indietro, per assaporare il passato. Oggi ciò che è stato ha un significato diverso. Le esperienze di allora confrontate con oggi danno quel sapore strano, inevitabile ma tutto improntato nel “ne valeva la pena?” Valeva la pena soffrire... valevano la pena le incomprensioni... valeva la pena tutto ciò che è servito come maturazione. Una maturazione che ha portato a vivere le esperienze più disparate, esperienze che hanno fatto crescere. Esperienze che hanno preparato a vivere situazioni “oltre”, situazioni non comuni. Esperienze post-mortem attraverso un percorso insolito ma privilegiato. Un percorso dello spirito culminante in un atto di amore per la patria, la propria terra nella difesa della bellezza dei suoi monumenti, nell’incontro con gli italiani doc che vogliono fare un atto di amore per se stessi, per i propri figli per le proprie tradizioni. -
Francesco III d'Este. «Serenissimo Signore» tra Modena, Milano e Varese
Il volume affronta le vicende di Francesco III d’Este e della sua ricca biografia delineando un primo profilo completo della visione culturale del principe e del suo patronage artistico che venne a interessare non solo i domini ducali emiliani, ma anche due città della Lombardia asburgica nelle quali lungamente visse nella seconda metà del Settecento: Milano e Varese. Da fine interprete della mentalità del XVIII secolo, tentò di sostituire l’eredità mitizzata della tradizione rinascimentale estense promuovendo nuove forme di mecenatismo funzionali a preservare e rafforzare, consapevole delle intrinseche debolezze politiche, finanziarie e culturali, la pur delicata posizione dello stato estense e del suo signore attraverso la mutazione degli scenari internazionali che caratterizzarono buona parte del Settecento, prima della fine dell’Antico Regime. -
Forte Lisser. Dalla grande guerra ad oggi
Posta sulla sommità del Monte omonimo (m. 1.633) avente per obiettivi il massiccio delle Melette, la piana di Marcesina, Costa Alta, Val d’Antenne, Col dei Meneghini, il fondo di Val Sugana, l’opera fortificata di monte Lisser costituiva il collegamento delle difese di Val Brenta con le difese dell’Altipiano di Asiago. Era armata da 4 cann. da 149 A in cupole pesanti tipo Schneider, 4 cann. da 75 A su affusti a ruote, 2 mitragliatrici in torrette a scomparsa, 3 mitragliatrici in casamatta, 4 mitragliatrici su treppiede. Era provvista di ricovero interno per truppa, magazzini e depositi, di polveriera in caverna, di cisterna e di impianto elettrogeno per illuminazione. Esternamente aveva un ricovero truppa per 200 uomini, magazzini di artiglieria, deposito viveri, forno e cisterne. Venne costruita negli anni 1911-1914 ed all’inizio delle ostilità era completamente ultimata. Nei primi tempi della guerra fu disarmata per impiegare altrove l’armamento. Oggi, grazie ad importanti lavori di recupero e restauro, Forte Lisser sta diventando un’importante attrazione turistica in cui il fascino della storia e quello del paesaggio si fondono armoniosamente. -
Volevo giocare con Gigi Riva
A 18 anni Luca era un ragazzo semplice, dai fermi principi, generoso sin troppo, solitario, di debole di costituzione, ma sano nello spirito. Aveva tanti problemi, ma anche tanti sogni nel cassetto, come ne avevano i giovani della sua età. Il calcio che praticava con discreto successo era la sua passione, mentre la scuola era più un dovere verso i genitori che per se stesso. La sua vera aspettativa era quella di ottenere il diploma, trasferirsi sull’Isola, giocare in una grande squadra e sposare una bella ragazza. Quando tutto finalmente sembrava andare verso un futuro tranquillo e pieno di soddisfazioni, un banale incidente fece crollare tutto quello che aveva ottenuto. Luca si troverà a dover ricominciare tutto daccapo. Combatterà contro le delusioni e la sfortuna, ma infine comprenderà che ci sono altre strade da percorrere per continuare il suo cammino. -
A ovest ancora niente, di nuovo
Gli anni passano ma le guerre, rimangono. L’umanità avverte la necessità di annientarsi. Ma cos’è la guerra e perché la lingua italiana ha scelto questa parola (originaria dal tedesco antico werra) pur avendo a disposizione il latino bellum? L’idea di un combattimento ordinato, tipico dei Romani, non era forse sufficiente? No, non era e non è, sufficiente. Werra significa infatti mischia, groviglio, lotta di corpi che provano a distruggersi l’un l’altro, eclissi di ogni barlume di umanità. Questa, è la guerra. E questa è anche la riflessione che attraversa i libri di Erich Maria Remarque, una riflessione che ci conduce nei recessi più profondi dell’animo umano. Il libro si ispira a questa tematica per rappresentare in modo originale, nella forma del racconto lirico, il dramma interiore dei soldati-uomini di tutte le guerre. -
L'ombra del male. Cuore di fiume. Vol. 1
La salvezza ha il cuore di femmina: e uno dei vecchi motti del nonno Basilico a scuotere Mentuccia e a farle accettare il ruolo di condottiera della piccola banda di eroi che si è data per missione la salvaguardia del proprio mondo. La giovane folletta, timida e sognatrice, si trova al centro di eventi drammatici e decisivi: riuscirà a conservare integra l’essenza vitale della sua anima o finirà per essere contagiata dall’odio e si trasformerà in una combattente spietata? La stessa metamorfosi minaccia tutto il suo popolo: quanta parte dell’infantile innocenza dei folletti e destinata a sopravvivere dopo che l’invasione degli orchi avrà minacciato la loro esistenza e li avrà obbligati ad un conflitto senza rivincita? L’ombra di una guerra senza pietà incombe sul mondo quando Mentuccia inizia la sua avventura, armata soprattutto del suo grande cuore di ragazza. -
Varese storia e protagonisti. Dal Settecento alla Resistenza
L'evoluzione della storia varesina e ricostruita attraverso la voce dei personaggi presentati. Pervasa del loro vivo, talvolta sofferto misurarsi con il proprio vissuto storico e privato, essa giunge a noi da corrispondenze epistolari, brani di diario, memorie e ricordi personali... Il lettore ripercorre vicende di decenni guidato da una documentazione storicamente preziosa, quasi sempre inedita, e di palpitante umanità. -
Cara mamma, caro papà voglio un nome bello e speciale
Una raccolta di 250 nomi - maschili e femminili, italiani e stranieri - in cui mamma e papà, nel deporre il proprio bimbo in una culla, riscoprono l’autentica e felice genuinità dei sentimenti e degli affetti, quale doveva apparire agli albori del mondo quando l’umanità viveva nel paradiso terrestre. Ciascun nome è stato raccolto e sviluppato in un acrostico (componimento poetico nel quale le prime lettere di ogni verso, lette per ordine, corrispondono a un nome) che si apre e chiude, a mo’ di poesia, nel breve respiro delle lettere iniziali. Mettendo insieme - uno dopo l’altro – tutti questi acrostici si crea un lungo e tenero alfabeto poetico e nel contempo si dà vita a un interminabile dialogo affettivo che trova le parole giuste solo nel cuore di chi le pronuncia e di chi le ascolta. -
Varese 1943 nel diario della guardia di frontiera tedesca-Chronik über den kriegseinsatz des zollgrenzschutzes in Italien. Bzkom G Varese
La ""Chronik"""", il diario della guardia di frontiera tedesca, con tutto il suo originale apparato fotografico, è un eccezionale documento, unico nel suo genere, che ci racconta giorno per giorno le azioni e lo scenario di guerra del Varesotto tra il settembre 1943 e il febbraio 1944. In questo volume la Chronik viene pubblicata integralmente in tedesco e in italiano, con una ricostruzione delle vicende, dei luoghi e dei protagonisti. Centinaia di scatti vecchi e sfocati, che ci permettono di guardare in faccia le vittime e i carnefici di quella che fu la prima vera battaglia della Resistenza nell’Italia settentrionale, combattuta sul monte San Martino in Valcuvia. Sono anche le sole immagini esistenti relative all’arresto e alla deportazione di ebrei in Italia. Riemergono dal passato e ci interrogano gli sguardi di chi ha lottato ed è morto per la libertà e la democrazia."" -
Valsesia indimenticabile
Luigi Ravelli, sacerdote ed escursionista valsesiano, è stato un grande precursore del moderno turismo ecocompatibile e di qualità. Con la sua opera ha consentito a diverse generazioni di italiani e stranieri di conoscere le straordinarie bellezze della Valsesia e del Monte Rosa, assieme alla cultura millenaria delle popolazioni Walser. Da lui abbiamo appreso l'amore e il rispetto per la montagna e sono questi i sentimenti che Roberto Azzalin e l'editore vogliono trasmettere con questa opera a tutti i lettori. Le montagne e la Valsesia hanno bisogno della nostra intelligenza e della nostra passione per salvaguardare l'immenso patrimonio naturale, sociale e storico che hanno accumulato nei secoli. -
L'Alden. Il libro dei re. «Das Alden Buch der Könige»
"Si narra da tempo che le lontane terre del nord siano avvolte da leggende. Storie straordinarie che ci aiutano, a loro modo, a comprendere il loro evolversi attraverso i secoli. Talvolta troppo grandi o terrificanti per potervi credere ma troppo diffuse per ignorarle. Sta di fatto che alcune di tali leggende a volte... sono vere"""".""""L'Alden il libro dei re"""" appartiene a una di queste. Un lungo viaggio attraverso i secoli che ha il suo inizio nel I secolo dopo Cristo in una cupa foresta nei pressi di Teutoburgo e che termina col tradimento, dopo la presa di Gerusalemme da parte dei crociati nel 1099, per il volere di un papa nei suoi ultimi momenti di vita. Una storia che ci può apparire favola d'altri tempi se analizzata in modo superficiale, ma che ci svela in realtà quell'orizzonte che fa da confine tra ciò che si conosce e l'ignoto." -
In vacanza nel sistema solare. Turisti spaziali nel XXII secolo
Dove andremo in vacanza nel XXII secolo, quando sarà possibile raggiungere in tempi accettabili gli altri mondi del sistema solare? Questo libro ci accompagna dalla vicina Luna ai pianeti più esterni, con assoluto rigore scientifico, al seguito di un gruppo di intraprendenti turisti del futuro: ci divertiremo pattinando nei crateri lunari, sciando sui pendii di Enceladus, gettandoci come bungee jumpers dalle vertiginose rupi di Miranda. Contempleremo paesaggi grandiosi da terrazze naturali mozzafiato come Amaltea e Pandora; toccheremo la vetta più alta del Sistema Solare, cavalcheremo gli uragani di Giove, inseguiremo l’alba su Mercurio, conosceremo giorni stranissimi in cui il Sole non tramonta per 42 anni o cammina all’indietro. Un turismo emozionante e formativo, non solo un sogno: contemplando la bellezza approfondiremo le nostre conoscenze e “apriremo i nostri orizzonti”, come scrive Stefano Covino nell’introduzione. E proprio questa e la vera natura del libro: un’opera divulgativa concepita per insegnare l’astronomia da un’angolazione inusitata, che alterna semplici e avvincenti parti narrative a riquadri scientifici che spiegano nei dettagli i fenomeni descritti. -
Varese cucina. Sane, gustose, genuine, le tradizioni del Varesotto
Nella cucina varesin permangono piatti millenari quali: a cazeula e a minestra d’orz. I bruscit sono presenti sulla nostra tavola almeno dal 1500. La supa da verdura da stagion rappresentava la quotidiana risorsa di una popolazione agricola assai parca che, di sabato, portava i suoi prodotti agricoli migliori in vendita sul mercato. Ci si consolava ironizzando: quand la cambia l’e sempar supa - quando cambia e sempre la solita zuppa, anche se in inverno si variava con le foglie di verza, con le rape e aumentava la quantità di patate, ma se non si voleva diminuire la scorta di pom da tera, si compensava la mancanza di verdure aggiungendo pasta a mezzogiorno e riso la sera. L’umid - i less - ul grand buji e ul rost cioè l’umido, il bollito, l’arrosto preparati con carni di pollame o vaccine, sono riservati alle occasioni importanti. Il Santo Patrono, la Madonna del Carmine, il Natale, un matrimonio, ma anche la veglia funebre prevedono una risottata. -
Cartoline da Varese
C’era una volta... è l’incipit di tutte le favole e la favola che andiamo a raccontarvi per immagini è quella della Varese che, per l’appunto, c’era una volta. Non sono tutte pagine liete ma anche il lato oscuro della vita fa parte, che lo vogliamo o no, della nostra storia e non è un male che, fra tanti stimoli visivi alla nostalgia, ci sia anche qualche spunto di riflessione. Per andare oltre il semplice soddisfacimento di una sana curiosità abbiamo pensato di organizzare la documentazione visiva per grandi temi: potrete quindi vedere in primo luogo com’erano le strade, le piazze e i palazzi della nostra città e verificare di persona come sono cambiati da cent’anni a questa parte; avrete modo di visitare virtualmente i luoghi in cui si manifestava e si manifesta la fede della comunità cristiana varesina; ammirerete le “cattedrali”, oggi in gran parte scomparse, dell’impresa e del lavoro che hanno fatto della nostra città una delle più intraprendenti e laboriose in Italia e in Europa; andrete idealmente a prendere un caffè o a consumare un pasto in locali pubblici che sono entrati nella mitologia dell’accoglienza... -
Chiama gli alberi per nome. A tu per tu con gli alberi per conoscerli, apprezzarli e chiamarli col loro vero nome
Gianluca Borroni è appassionato di tutto ciò che è vegetale. Appassionato orticoltore, collezionista di cactacee, cercatore di funghi, e da ultimo “amico degli alberi”. Combatte una battaglia personale. Far conoscere l’importanza degli alberi, svelarne i loro segreti e cercare di insegnare il loro nome! Per entrare in sintonia con gli alberi occorre attenzione, pazienza, rispetto, ma anche conoscenza. Non puoi sbagliare il nome di un albero. E non puoi chiamarlo “semplicemente” albero. -
La Voce di Belforte. Una nuova indagine del giudice Gagliardi
Il caso di una donna brutalmente aggredita e uccisa in una notte di luna piena scuote la quieta Varese alla vigilia della Grande Guerra. L’assassino delle donne - come tutti lo chiamano - e tornato? Sarà il giudice Gagliardi a dare la caccia al colpevole con l’aiuto della misteriosa Voce del quartiere Belforte, che lo condurrà ad inquietanti scoperte. Tra indiscrezioni e lettere anonime, la vicenda assume contorni drammatici e sconcertanti, sullo sfondo di un’Italia in bilico tra neutralisti e interventisti, nel mare in tempesta dell’Europa belligerante. -
Il breve ritorno di Colapesce
Tre ragazzi attraversano le pinete e le curve assolate della provinciale in cerca del trampolino perfetto. Per Giuseppe il tuffo è tecnica e concentrazione, ma anche coraggio. Guardare nel baratro prima di lanciarsi può essere pericoloso, perché si rischia di scorgere l’ignoto che ci attende. Finalmente, con un balzo, ecco la libertà dell’aria e la libertà di scelta, in un rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Ma è davvero possibile scegliere? Forse non in questo Sud e non in questi tempi. È probabile che si resti sospesi a mezz’aria, paralizzati e incapaci di decidere, come il giovane e nobile Antonio che forse non parerà quel rigore. Quasi tutti i racconti di questa raccolta hanno come coprotagonista il mare: il luogo amico dell’infanzia e della prima adolescenza, complice delle prime esperienze sessuali e poi depositario della memoria. È il mare che nell’età adulta diventa immobile e grigio come un lago d’inverno, incapace di essere via di fuga e di riscatto ma anche riluttante ad accogliere i nostri ritorni -
Ferramonti 1943. Con immagini del campo di concentramento per ebrei di Ferramonti di Tarsia
Nella Calabria del 1943, caratterizzata da violenze e soprusi che sono retaggio di un passato feudale che sopravvive intatto nel presente, la morte di un bracciante, un “nessuno” secondo i “galantuomini”, sembrerebbe destinata a non lasciare traccia nella coscienza collettiva, ma così non sarà. Così attraverso gli occhi di un ragazzino, coinvolto in una vicenda drammatica di cui non capisce la causa, e gli scatti di una straordinaria macchina fotografica, la Bessa Voigtländer del 1935, scorrono segreti gelosamente custoditi. Retrospettivi, come i campi d’internamento fascisti per ebrei, in particolare quello di Ferramonti di Tarsia, scomparsi nel nulla. Vividi come le lotte per la terra al cui interno emergono storie drammatiche, come la morte di Giuditta Levato, uccisa da un barone che difendeva la “sua” terra. La comprensione completa della vicenda non arriverà tuttavia che alla fine, rivelandone la protervia ma anche la banalità. Ancora una volta con Hannah Aarendt possiamo dire “la banalità del male”. -
Henrico Valdez Moreno. Il gioco dell'oca
“Il vuoto non esiste, bisogna semplicemente scegliere a quali fantasie consegnarsi prigionieri”. Uno scrittore atipico, in crisi d’ispirazione, forse depresso, alla ricerca di un’intima intuizione per il suo nuovo libro, si imbatte a Parigi - durante gli attentati a Charlie Hebdo e Kosher - in un manoscritto critico sulla rivoluzione francese. Ma è solo l’inizio. Sarà costretto a fare i conti con un prepotente passato fino ad arrendersi all’evidenza che siamo pur sempre prigionieri: di qualcuno, di qualcosa, o semplicemente di una situazione. Schiavi del momento, delle sue forme, dei suoi colori. Premio Morselli 2017.