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Storie piemontesi
Storie piemontesi, ovvero leggende, favole, parabole proverbiali, satire, memorie più o meno veritiere. Quarantasei storie tra il possibile e l'improbabile, vicende paradossali, racconti divertenti, satirici, grotteschi, veri, assolutamente non veri, di costume, scostumati, irriverenti, tradizionali, storici, quasi storici, inventati di sana pianta e di pianta assai malvagia, miti rivisitati, ricordi travisati... Eroi balbettanti, masche benevole, marziani ubriachi, bocciatori infelici: una varia umanità popola il Piemonte antico e moderno, sospeso tra un passato da rispettare e un futuro da inventare. Storie per tutte le stagioni, per lettori di ogni età, anche (e soprattutto) per i non piemontesi. -
Amori, americhe e amarezze
Una rilettura attuale della memoria nascosta. A distanza, confrontando le sensibilità, filtrando con il senno di poi e arricchendo con nuovi apporti le storie che hanno vinto il tempo. Maria Maddalena Moschetti, Emma Montanaro e Gina Borgarelli sono donne delle Langhe che hanno saputo conservare l'esperienza propria e collettiva in quaderni degni di non rimanere in ambito familiare. Danilo Manera e Donato Bosca ne hanno scelto alcune parti meno private, su episodi remoti, commentandole per offrirle ai lettori di oggi. Vi si ritrovano tutta la solidità degli affetti, capaci di far superare le amarezze della vita, e le tracce di grandi eventi e geografie, dalla guerra all'America. Proprio dalla California giunge poi un altro testo ritrovato, quello di Gian Balsamo, scritto una trentina d'anni fa, e relativo a un'infanzia e adolescenza ancora precedenti. Anche qui c'è una vicenda di paese, di famiglia e d'iniziazione al vivere a ritmo di balera, chiosata stavolta dall'autore stesso. Infine c'è Bruno Murialdo che insegue Van Gogh e l'incanto dell'arte in un racconto per immagini. -
La favola nel piatto-A plateful of fables. Ediz. bilingue
"Quando ho conosciuto Cesare, sono rimasto colpito dal suo spirito stravagante che si diverte a scombinare i dati della realtà, che li modifica e li ricerca continuamente: lui dipinge come fanno i bambini che intingono i loro pennelli nella meraviglia delle cose, mischiano i colori facendo emergere quello che all'occhio normale sfugge. La stessa vena creativa che lo accompagna quando si diverte a esaltare i sapori, lavorando in cucina, dietro ai fornelli. L'anima resta quella di un bambino, piena di curiosità e di apparenti stravaganze, un giovane Potter a scuola di magia che ha saputo attingere conoscenze millenarie della nostra tradizione. Un ristorante che è davvero un angolo di paradiso; all'esterno sovrastato dal cielo luminoso della Langa, irriso dalla luna, con i cipressi che sembrano colonne di un tempo pagano. Dentro, si resta stupefatti per i percorsi di alchimia, i momenti espressivi giocati sulla tela o con gli ingredienti in un piatto. Il mio augurio è che Cesare non resti intrappolato nelle pagine del libro ma che la sua fantasia e il suo cuore dal libro trovino mille magie da regalare ai nostri sogni.""""" -
La felicità sotto casa
Sigismondi Spina abitava in uno dei caselli ferroviari sopravvissuti alla modernizzazione degli impianti anche nelle tratte secondarie. Modernizzare voleva dire risparmiare. Automatizzando un tronco di linea, meglio la linea intera, si evitava la remunerazione di più persone che avevano data all'Azienda energie ed entusiasmi traendone giusto profitto. Questo valeva per quanti erano censiti, protocollati nei libri-paga, ricevevano il cedolino con le varie voci della mercede mensile, il cui nome accompagnato dalla qualifica figurava nell'Annuario delle FF.SS. cioè delle Ferrovie dello Stato, debitamente raddoppiate le sigle, com'è per le sole persone delle Trinità, per la Vergine, e per qualche Santo ultrapopolare che rende degna di superlativo l'aureola. -
Errabondi e vagabondi. Resoconti e racconti dalle metropoli dell'ultimo ventennio prima del Duemila
Tre ore di sosta forzata all'aeroporto di Abidjan ad aspettare che Zeba, la levatrice, finisca il turno di notte. Il suo nome me l'ha dato Jean, il fratello che lei mantiene agli studi in Italia. L'aeroporto di recente costruzione è simile a quello di molte altre città di questa parte del mondo. Movimenti continui di folle in arrivo e in partenza. Volti scuri e fogge del vestire inconsuete. Quando la smetterò di guardare curiosa questi visi neri e riconoscerò le persone al di là della cortina dei colori? Quelli dei vestiti sono belli e vivacissimi. Bello anche l'africano qui davanti a me, alto, ieraticamente avvolto nella sua tunica di un viola acceso lunga fino ai piedi. Anche le donne indossano vestiti lunghi che segnano fianchi opulenti. Poco prima dell'alba, l'aeroporto è quasi deserto. In giro si vede soltanto qualche inserviente e ragazzi in cerca di mance e di scarpe da lucidare. Me lo hanno chiesto almeno in tre, uno dopo l'altro: il terzo non sono riuscita a scansarlo in tempo e me lo sono trovato chinato davanti a me a spazzolare la stretta striscia di cuoio dei miei sandali aperti. -
La mia chitarra suona il rock. Un viaggio con il pensiero da Alba alla «swinging» London degli anni '60
Un tuffo nei mitici anni '60, raccontati dal di ""dentro"""", così come apparivano agli occhi di un ragazzino albese che apparteneva a Gli scoiattoli, una delle infinite """"boy band"""" che verso la metà di quegli anni spuntarono un po' dappertutto sulla scia del fenomeno musicale e di costume innescato dai Beatles e dai Rolling Stones. Un racconto vivace sull'era del Beat: l'epoca del """"casco d'oro"""" di Caterina Caselli, della minigonna di Mary Quant, del nuovo modello femminile proposto dall'anoressica modella Twiggy, dei ragazzi zazzeruti fasciati in vestiti attillati, giacche corte e pantaloni """"a sigaretta"""", con ai piedi gli stivaletti alla Beatles e con in testa il berretto alla John Lennon. Alba è il fulcro della narrazione, ma il microcosmo che ne fa da sfondo è quello di infinite altre città più o meno con le stesse situazioni: chiunque abbia ballato e cantato le canzoni di quel periodo si riconoscerà e potrà riviverle in queste pagine."" -
Il Rapulé. 22 ricette tipiche del Rapulé
Ogni anno a Calosso si organizza la Fiera del Rapulé, che si svolge generalmente il terzo fine settimana di ottobre e prende il nome dall'operazione di raccolta dei ""rapulin"""", ovvero i grappoli più piccoli che restano dopo la raccolta dell'uva. La sagra propone un percorso enogastronomico con degustazione di vini e piatti tipici tra i crotin, le cantine scavate nel tufo che custodiscono il vino migliore. Il borgo del paese viene per due giorni animato da musiche, mostre e manifestazioni teatrali. La fiera del rapulé è l'occasione ideale per visitare il castello di Calosso, la Chiesa barocca e il restaurato Coro ligneo della Parrocchia di San Martino e le quattro Antiche Scalinate del Centro Storico."" -
La lunga strada
"I personaggi di Sergio Vigna sono imprigionati in una situazione tristemente emblematica della nostra epoca: un matrimonio fallito, una figlia indesiderata, una relazione clandestina, il trauma della separazione, i disturbi comportamentali. Ma da questo groviglio soffocante la storia decolla per un viaggio minuziosamente realistico eppure favoloso. Partendo da solo in caravan con la sua bambina che non parla più alla ricerca del paese di Babbo Natale, Filippo non sa neppure lui se sta fuggendo da un dolore insopportabile o inseguendo una guarigione non prevista da nessun medico. La risposta arriverà nel gelo del nord, con un incontro che ribalterà le parti e trasformerà Corinna nella vera protagonista del romanzo."""" (Alessandro Barbero)" -
Il baule della zia Teresa. Viaggio nell'Italia unita: dal Piemonte contadino alla Torino industriale
Nella seconda metà del XX secolo, in particolare dal secondo dopoguerra, l'evoluzione tecnologica e il lavoro di ricostruzione hanno determinato la più grande trasformazione nelle abitudini di vita che si sia mai verificata. Sono scomparse modalità di lavoro tramandate per secoli e le relazioni umane sono cambiate per effetto dei nuovi mezzi di comunicazione. Le giovani generazioni, con le sole nozioni scolastiche di storia, rischiano di non sapere più da dove provengono culturalmente in quanto del ""come si viveva"""" non rimane traccia, se non nei pochi attrezzi conservati negli ecomusei. La scomparsa della civiltà contadina, l'industrializzazione """"selvaggia"""" e le successive crisi del modello di sviluppo socio-economico hanno provocato l'affievolirsi dell'identità individuale e, se anche certe modalità di vita del passato non sono più accettabili, tuttavia, è opportuno farle conoscere e consegnarle alla memoria non nel senso di rammarico o di commiserazione per chi le ha sperimentate, ma semplicemente perché anche le piccole storie concorrono alla formazione della """"grande storia"""" dell'umanità."" -
Le donne del cardinale. Cronache parziali di antiche memorie
Ogni volta che Romano affronta una nuova fatica letteraria l'antico mondo del paganesimo torna come per incanto ad animarsi, emergendo dal remoto passato nel quale pare imprigionato. In questo terzo libro che dedica alle maschere di Paroldo, l'opera di scavo nell'anima vivente dell'Alta Langa raggiunge uno strato ancora più profondo, attingendo agli albori dell'Età Moderna. ""... quelle donne vissute nei due secoli del Rinascimento hanno sicuramente dato voce ad un mondo minore sull'Alta Langa e hanno compiuto una magia, nel senso letterale che hanno combattuto una natura avversa, difficile e pericolosa in una società che usciva dal Medioevo..."""""" -
La dama blu
Un nuovo scenario e nuovi personaggi per i noir di Bruno Vallepiano. Non più Mauro Bignami nè la sua fidanzata Ceci ad indagare, magari loro malgrado, su torbide storie. E non più la montagna come sfondo alle loro vicende. Questo nuovo romanzo muove i suoi passi partendo da Carrù e si sposta verso la cintura torinese per trasferirsi in qualche momento a Savona e sul mar Ligure. C'è un nuovo personaggio che si fa largo; si chiama Matteo Tarditi ed è un ispettore di polizia che, proprio in virtù delle proprie origini carrucesi, viene indirizzato verso un'indagine che in qualche modo risveglia la Dama Blu, quella seicentesca figura che ancora oggi si anima ed aleggia, eterea e inafferrabile, nelle sale del castello. Ma cos'è stato a risvegliarne i ricordi, ad animarne l'apparizione? Un mistero che nulla avrà a che fare coi fantasmi o con un passato così lontano, bensì con una vicenda losca, un delitto efferato. A quel mistero ed ai veli azzurri della secentesca damigella di Carrù, il tutto, flebilmente, si aggrapperà. Lo farà attraverso un filo sottile ed intricato che qualcuno riuscirà a dipanare tra un bicchiere di Dolcetto ed una corsa lungo il Tanaro. -
La sfinge della vite
Chi è Corso Ciuti? Un ragazzo sui trent'anni che da tempo porta sul naso un paio di occhiali dalle spesse lenti, un laureato in entomologia agraria che non esercita la professione, un cameriere che lavora alla sera nella pizzeria dell'amico Ranieri, un fidanzato in perenne conflitto con la bella Mara, insofferente ogni giorno di più nel vederlo perdersi dietro ad ogni fatto inconsueto che turba la quiete di una piccola città di provincia, un tormento per l'agente di polizia Giorgio Lentini, anch'egli suo amico fin dai tempi del liceo. Corso è tutto questo, è un individuo che sceglie di non scegliere, che rifiuta istintivamente tutto ciò che può omologarlo al modo di vivere comune. Corso non è un gabbiano da discarica, perché vuole librarsi alto nel cielo ed osservare il mondo sopra le teste di coloro che troppo spesso si rifugiano nel rassicurante aspetto delle apparenze, che si accontentano di ciò che si mostra ovvio, senza minimamente metterlo in discussione. Seguendo la sua ""voce"""", il suo istinto irrefrenabile, egli combatterà contro chi si ostina a considerare casuali alcuni fatti di cronaca dei quali lui stesso è testimone, in un gioco d'azzardo che metterà più volte a repentaglio la sua incolumità."" -
Il bue Biund e altri animali di Langa
"I bei racconti di Silvio Marengo mi hanno per un attimo riportato a quegli anni, quando era normale andare a chiedere consiglio ai settemini e ai guaritori, quando in casa sentivo mio padre e i suoi amici cacciatori narrare di inseguimenti, trappole, colpi di fucile, con lepri, pernici, marenche che sfidavano ogni giorno l'uomo, lottando per la propria sopravvivenza e per quella della prole. Un mondo arcaico, per certi aspetti primitivo, con le sue leggi, infiniti episodi di complicità tra uomo e animali, una familiarità che risultava evidente già a partire dai nomi perché era normale che anche i gatti, i vitelli, persino le galline, avessero un segno distintivo, un soprannome, un difetto fisico o una particolarità nel piumaggio, nel pelo e nel colore che li distingueva uno dall'altro. Solo un veterinario amico della natura e degli animali poteva accompagnare tutti noi a riscoprire quel mondo e a riascoltarne in silenzio le voci.""""" -
Storia di Dronero a fumetti
"È un piacere per me, come penso lo sia per tutti i cittadini autentici e di complemento, leggere e gustare le vicende di questa storia locale, che si inserisce a pieno titolo nella più ampia storia nazionale ed europea in modo non banale non sporadico. L'averla illustrata con il sistema del fumetto poi la rende viva, percettibile anche a chi ha meno dimestichezza con lo scritto e, data l'immediatezza delle immagini, la fa gustare ancora di più, rendendola vivace e decisamente autentica. C'è una caratteristica, nei personaggi droneresi, illustri e non, di qualsiasi tempo: quella di aver amato con veri sentimenti la propria terra. Uno di questi è senz'altro Piero Benedetto, il quale ce lo dimostra, insieme con Sergio Garino, con il frutto di questa fatica non semplice e di rara bellezza. Auguro di cuore che venga apprezzata come merita."""" (Carluccio Romeo)" -
Chicago. La rappresentazione del grattacielo. Struttura e forma nella ricerca della scuola di Chicago
La storia di Chicago è la storia d'America, fatta di conquiste e di contraddizioni, di miserie e di enormi ricchezze, di razzismo e di idealità, di soprusi e di grandi imprese; una realtà permeata di orgoglio e di intraprendenza, di ambizione e di pragmatismo, di devastazione e di rinascita. Il grattacielo non poteva che prendere forma qui, nel luogo dove tutto è possibile, dove la caparbietà dei suoi abitanti ha saputo indirizzare il corso della storia e inventare una città, volgendo condizioni avverse in una nuova realtà che la farà diventare, in pochi anni, una delle città più potenti del mondo. Il grattacielo è uno dei suoi prodotti migliori, ciò che, consapevolmente, la rappresenta e ne accompagna il destino. E che, per qualche decennio, a cavallo fra ottocento e novecento, si fa straordinario ed eroico come la sua storia. -
Il monte dei folletti
In un tempo leggendario esisteva, sull'Appennino bolognese, una comunità di folletti che viveva in perfetta armonia con la natura. Ma un giorno i folletti cominciarono a comportarsi come gli esseri umani e quell'armonia si spezzò, generando continui litigi e, infine, un disastro ambientale. Da queste premesse prende avvio l'avventura di Giustaldo, un semplicione che, nonostante la presunta incapacità, riesce a superare una lunga serie di prove. Inviato a cercare la chiave della Querciatorre, nella quale sono conservati tutti i beni della comunità. Giustaldo, in un susseguirsi continuo di episodi comici, meravigliosi o spaventosi, affronta incredibili peripezie, sempre inseguito da un pericoloso rivale: il perfido Vilmano. Questa favola, raccontata in modo quasi cinematografico e illustrata, offre numerosi spunti per riflessioni di carattere ecologista e umanitario. L'armonia perduta dai folletti, alla fin fine, è lo specchio dei conflitti che dividono gli esseri umani. Età di lettura: da 8 anni. -
Ci vuole un albero...
Nel paesaggio del mondo esiste una casa di campagna dove abitano un Papà e una Mamma Radice, con due figli, il Bambino e la Bambina Radice, che accudiscono un bel Gatto Radice. La loro è una vita naturale in cui dialogare con la natura selvaggia grazie alle visite del Lupo Radice e con gli spiriti della terra grazie ai sensi della Nonna Radice. La famiglia Radice vive in una vera e propria Casa Radice,vicino ad una Scuola Radice, in un paese fatto tutto di fronde, di foglie, di fiori, di prati e ovviamente di radici! Età di lettura: da 8 anni. -
Aurora boreale. Giovani vite tra la guerra e la pace
Un romanzo di formazione. Donne e uomini si affacciano alla vita adulta durante la guerra civile tra il 1943 e il 1945 e vengono risucchiati dalle vicende della Storia. Qualcuno muore, ma quelli che sopravvivono al conflitto ne saranno per sempre intossicati. Nel Piemonte del dopoguerra, a Torino e in montagna, Roberta e Silvia vivono la loro giovinezza nonostante tutto, tra amori, delusioni, sogni, desideri. E il futuro sarà roseo, se lo si vuole per davvero. -
Parola sospesa
Il recente risveglio da un sogno inquietante induce il quarantaseienne Guido Arnaldi a interrompere il programmato viaggio verso le Alpi della Svizzera Centrale. L'uomo preferisce fermarsi a Domodossola e salire a Trontano, un paese della Val Vigezzo, dove torna dopo un'assenza di oltre vent'anni. Lo spinge a questa decisione l'immotivata curiosità di riveder Vivienne Bonnard, l'allora ragazza di una sua breve e intensa vicenda sentimentale. Auspicandone la presenza in paese, Guido inizia una ricerca discreta, seguendo dapprima tracce errate che lo porteranno a conoscere personaggi nuovi, e a rivivere momenti inattesi. Al movimentato svolgersi di quattro giornate inconcludenti si alternano i ricordi di altre vacanze trascorse quassù in anni lontani. Il protagonista avrà inoltre modo di riavvicinarsi al Tignolino, la montagna della sua prima arrampicata, guardata con una punta di rimpianto per il mai realizzato progetto di riuscire a scalarla lungo il percorso più impegnativo, la parete Nord-Ovest. Quando, grazie all'interessamento di un comune amico, potrebbe finalmente rivedere la donna, Guido decide di allontanarsi dal paese per salire alla base della parete del monte. Nel travagliato ripetersi di un ""non-incontro"""" si riconferma il senso dell'antico legame, la loro parola sospesa, vocabolo di uso comune mai pronunciato da entrambi."" -
Il coraggio di Angela
La storia di una famiglia nel Piemonte tra la fine dell'Ottocento e la Seconda Guerra Mondiale attraverso gli occhi di Angela, una bambina della Valle Stura che cresce tra grandi difficoltà e sogni altrettanto grandi. Generazioni di uomini e donne affrontano la vita, ogni giorno con speranze e delusioni, piccole gioie e preoccupazioni infinite. La Storia, fatta di guerre, soprusi, assassinii, destini inesorabili, non spegnerà mai la volontà di creare famiglie felici, di dare al mondo bambini coraggiosi che supereranno con dignità le prove di un'esistenza sempre in bilico tra morte e rinascita. Protagonista è naturalmente l'Italia del Novecento: la Grande Guerra, il fascismo, la guerra partigiana.