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Nel giorno la musica di sempre
"Non vorrei che la raccolta di poesie di Maria Rosa Guarnieri passasse sotto gli occhi del lettore come una della migliaia di pubblicazioni che ogni anno popolano le case editrici italiane: qualche annotazione paesaggistica, un pizzico di sentimento, qualche stilema tardo romantico infarcito di un'aggettivazione al limite del lezioso e ci si crede grandi poeti. Nulla di tutto questo. In primo luogo la poetessa sorveglia attentamente il suo dettato al fine di limitare gli apporti aggettivali e lasciare al nudo la delicatezza della parola. E in secondo luogo, seguendo la suggestione del testo stesso, ella invita il lettore a seguirla in un percorso interiore che sta 'dietro'... 'dietro il paravento', 'dietro ogni porta', 'dietro i giorni', 'dietro ogni passo', 'dietro i vetri', 'dietro il portone', 'dietro serrate imposte'. Ciò che conta, ciò che vale non cade sotto i sensi; la vera esistenza si gioca altrove sta all'uomo scoprirla"""" (Giulio Greco)" -
Paola. Oltre le parole
Il racconto descrive l'odissea di Paola, una donna di mezza età, sposata con due figli, professionalmente affermata, ma con un matrimonio in crisi al quale non è riuscita a porre fine, in parte per timore del giudizio materno, in parte per paura di recare un trauma ai figli. Alla vigilia dell'incontro con l'uomo con cui sarebbe forse pronta a rifarsi una vita, la donna è colpita da un ictus. Prontamente soccorsa, sfugge alla morte e alla paralisi degli arti, ma non all'afasia, che le impedisce di comunicare normalmente con l'esterno, ma che al tempo stesso l'induce a un lavoro di profondo scavo interiore. Delusa dagli uomini in cui aveva riposto la sua fiducia, Paola compie un difficile ma affascinante ""viaggio alla ricerca delle parole perdute"""", che è anche e soprattutto un itinerario alla ricerca di se stessa. Lo compie sotto la guida di una logopedista, ma anche di uno psicanalista di scuola junghiana e di un giovane medico e nutrizionista ayurvedico, di cui si innamora, ricambiata."" -
Alfabeto della terra e altri canti
"Raramente nella vita pensiero e azione, carne e spirito, gesto e verso, pelle e inchiostro hanno una corrispondenza così diretta e profonda, come nell'opera poetica di Gregor Ferretti. Il suo 'alfabeto' è un autoritratto fedele dell'autore, l'impronta del suo sangue, dei suoi muscoli, della sua rabbia, della sua malinconia, del suo amore."""" (Alfredo Rapetti Mogol)" -
Perle migranti
C'è nella poesia di Giada Devuno una dizione sussurrata, che rifugge da ogni tipo di canto ore rotundo, perché la magia dell'esistenza va ricercata nella ""cura e la pazienza"""" con cui la natura fa girare gli astri e con cui dirige le opere e i giorni delle stagioni. Della quotidianità, quella sostanziata di incontri, di affetti, di ricordi, di viaggi, la poetessa sembra possedere impresso il ritmo sommesso con cui i colori, i gesti, i profumi, i desideri, le sofferenze si depositano nell'animo, attraverso una delicatezza di percezione che impreziosisce l'attimo. La gentilezza, tradotta in musica, si trasforma in grazia, anche quando la vita sembra rivelare il volto più triste, perché, """"perle migranti"""", """"non siamo rondini, / ma fenici dentro al Sole"""" (Giulio Greco)"" -
Svegliamo l'aurora. Invito alla poesia
I poeti della tradizione proposti ai più piccoli e ai loro genitori in versione integrale, con l'ausilio di brevi cappelli introduttivi e di note essenziali. Un invito a (ri)scoprire e assaporare insieme quelle voci che da sempre raccontano o evocano una scoperta, un'emozione, un insegnamento, donandoci il conforto della poesia, parola fraterna e gratuita, memoria tenace del passato e desiderio ardente proiettato verso il futuro. -
Lei... la prof.
L'autrice è alla sua seconda esperienza letteraria. Qui immagina l'intervista ad un'insegnante, anzi a una prof. che per sua libera scelta ha abbandonato la scuola non riconoscendosi più in quel ruolo. Davanti a una fumante tazza di tè e a un invitante vassoio di pasticcini il colloquio si trasforma in una piacevole chiacchierata tra amiche. Dal discorso emergono le motivazioni che hanno portato all'abbandono: il sentirsi inutile, demotivata e incapace di modificare il sistema, quel sistema irrigidito da un burocratismo antiquato e da regole confuse e obsolete, che spesso rendono ingestibile e caotico il lavoro e che minano i rapporti interpersonali, quel sistema che, in ultima analisi, può considerarsi anche responsabile dei mali della nostra società. -
Chierici e laici nella letteratura italiana prima e dopo il Concilio
La letteratura moderna pullula di sacerdoti o di religiosi, investiti di una missione preziosa. Il Vaticano II ha segnato uno spartiacque, un ripensamento del mistero teologico e della funzione sacramentale della Chiesa. Alla cura d'anime si è venuto ad associare il magistero delle beatitudini e il ministero della prossimità e della misericordia. Ma il Concilio, proclamando il ""sacerdozio universale"""" di tutti i battezzati e dando risalto alla Chiesa anche in quanto """"popolo di Dio"""", ha conferito al laicato cattolico un rilievo e una funzione all'interno delle comunità di fedeli, che nel corso dei secoli si erano andati eclissando. La narrativa registra anche questo significativo cambiamento, proponendo alcune emblematiche figure di laici impegnati, esemplarmente fedeli alle loro promesse battesimali. Testimoni dell'amore di Dio in un mondo divorato spesso dall'egoismo, dall'odio, dalla sfiducia, dall'abbrutimento, gli uni e gli altri, """"chierici e laici"""", formano nel loro insieme una singolare linea di resistenza allo smarrimento dell'uomo contemporaneo e al venir meno, sul piano letterario della costruzione del personaggio, della figura dell'eroe."" -
Una disperata tenerezza
"Il titolo della raccolta di Luca Pizzolitto immediatamente evoca nel lettore la percezione di uno scontro, piuttosto che di un ossimoro, perché la tenerezza, se da un lato suscita l'immagine della felicità, della sicurezza, della condivisione, dall'altro non esclude lo scoraggiamento, la delusione, la disperazione. Sembra quasi che l'autore ci prenda per mano e ci accompagni nei meandri di un percorso psicologico ed emotivo all'interno di una galleria di situazioni, in cui specchiarsi, in cui conoscersi, in cui confrontare la personale fragilità che, nonostante le apparenze, domina sovrana in ogni essere umano, soprattutto in questo momento storico caratterizzato dall' assenza di certezze e di prospettive""""." -
Sussurri dall'acqua. Ediz. italiana e inglese
I testi che qui presentiamo, con traduzione a fronte, sono una selezione delle migliori poesie tratte dal secondo volume della scrittrice, ""Drowning Lessons"""", e riflettono un momento elevato della sua produzione poetica. Già nel titolo italiano, """"Sussurri dall'acqua"""", si intravedono i fili vitali di cui è composta la tessitura del testo. Da una parte, in quella evocazione onomatopeica, l'eco ineffabile della vibrazione sonora del cosmo, """"musica sussurrata"""" all'orecchio del poeta; dall'altra il richiamo esplicito all'acqua, inesauribile sorgente di vita e fatale minaccia di annientamento..."" -
Mestieri
"Questi 'Mestieri' sono epigrammi, brevi poesie che racchiudono un quadretto, un personaggio incorniciato, ingabbiato nel suo mestiere. Tra mestiere e personaggio c'è una fusione totale, una commistione inestricabile, e proprio per questo non c'è alcun bisogno che anche le parole vengano costrette, e possono dunque cominciare con la lettera che vogliono. Ecco perché sono epigrammi: l'ingabbiamento è già nel tema, e la persona è lì dentro visibile, anche se non c'è più, in quel cubicolo che è il mestiere stesso, come le edicole simili a guardiole dei due giornalai, uno davanti all'altro""""." -
All'orecchio del mondo. Aforismi
Ci troviamo di fronte ad un testo che non va letto di seguito, va assaporato, va gustato, va digerito, va assimilato, sì, assimilato. Perché le riflessioni di don Arnone possano fruttare in termini di saggezza, devono essere interiorizzate, fatte cozzare con l'esperienza del singolo lettore, devono essere macinate, disperse e ricompattate, devono morire, come il seme evangelico. -
Vivere la carità... insieme
Introdotta da don Piero Cerutti, la pubblicazione reca i contributi di diversi autori (Mario Airoldi, Claudio Balzaretti, Mario Bandera, Silvio Barbaglia, Francesco Bargellini, Graziano Basso, Luigi Bettazzi, Giovanni Bianchi, Franco Giulio Brambilla, Dino Campiotti, Anna Maria Cànopi, Piero Cerutti, Adriano Ciocca Vasino, Renato Corti, Piermario Ferrari, Fabrizio Filiberti, Marco Fornara, Franco Giudice, Pier Davide Guenzi, Giuliano Ladolfi, Andrea Mancini, Luciano Manicardi, Enrico Masseroni, Mario Metti, Giuliano Palizzi, Giannino Piana, Rino Pistellato, Giovanni Ramonda, Milena Simonotti) la pubblicazione si propone sia una riflessione sul tema della carità, come naturale sbocco delle due precedenti opere sulla fede e sulla speranza, sia come testimonianza di concrete azioni di volontariato, che inducono a guardare con fiducia al futuro. -
Poemetto per Maria
"Ancora una volta meraviglia la capacità di Angelo Lacchini di fondere registri, toni, moduli stilistici di diversa matrice e qualità (senza mai scendere, comunque, sotto il livello di una indiscutibile dignità letteraria). Ancora una volta si riscontra l'armonico compenetrarsi tra il metafisico e l'immanente, lo svariare tra una fantasiosa esegesi evangelica e i frequenti agganci a un'ordinaria quotidianità, l'alternarsi e l'incrociarsi tra strutture sintattiche di illustre ascendenza latinistica o vetero-italiana e sobrie cadenze colloquiali, lo sfavillare di reminiscenze neotestamentarie e patristiche incastonate in piane sequenze meditative o in brucianti accensioni contemplative. E non si può fare a meno di ammirare l'impiego per così dire anti-retorico di un'erudizione come tenuta a freno, temperata, dosata, appena lasciata trapelare qua e là senza alcun compiacimento narcisistico. Risulta evidente, infatti, che l'unico intendimento del poeta è quello di offrire alla Vergine l'amoroso tributo di tante intelligenze che a Lei si sono devotamente inchinate, donandole perle del loro sapere, del loro talento."""" (dalla Prefazione di Marco Beck)" -
Il bufalo e il bambino
"Il bufalo e il bambino ci pone di fronte a una sapiente articolazione scandita in cinque sezioni tematiche, a una dinamica molteplicità di ambientazioni crono-geografiche, a una iridescente varietà di linguaggi, intonazioni, moduli stilistici. La nuova silloge di Masina, scrittore poliedrico e poeta di lirica morbidezza e insieme di dura tempra profetica, culmina con una sorta di 'corteggiamento della morte' preceduto, e paradossalmente giustificato, da un bellissimo inno alla vita nascente, al miracolo della maternità, al mistero del compenetrarsi di corpo e anima nell'embrione. Il paradosso, in realtà solo apparente, consiste nel fatto che a disinnescare la tragicità angosciosa con cui la nostra umana fragilità guarda al passo estremo è proprio il senso di ininterrotta, infinita continuità della vita nell'avvicendarsi delle generazioni: senso, o piuttosto sentimento, che ogni nuova nascita ridesta nel nostro cuore adulto, alimentando la speranza del credente in una sopravvivenza senza fine oltre la finitudine terrena."""" (dalla Prefazione di Marco Beck)" -
Affondi ed emersioni
"Afferrare"""" le poesie di Gianna Cavarretta equivale a stringere nel pugno un dolcissimo profumo: lo percepisci, ne gioisci, lo lasci riempire i polmoni e il sangue, ma avverti che sfugge, che si ribella a ogni possibile inquadratura sensoriale e interpretativa; lo puoi solo """"vivere"""". Ecco perché la lettura di questa raccolta, non a caso intitolata """"Affondi ed emersioni"""", va affrontata senza schemi precostituiti, senza necessità di individuare tematiche o corrispondenze, che pure esistono, basti pensare alla suddivisione in sezioni, ma ogni indicazione, ogni esergo potrebbero impedire al lettore di lasciarsi ammaliare dal fascino di un'anima che accoglie in sé l'enigma dell'attimo." -
Nel centro della regola
"Nel centro della regola"""" è il tentativo di un ascolto. Quattro sono i movimenti che cercano di scandire questo tentativo. Il primo passo accade nel silenzio, dentro lo stupore del silenzio, quando gli occhi sanno guardare ma non studiano ancora. Nel secondo passo, l'occhio ha imparato a conoscere il buio, e vede affiorare da un paesaggio tenue, altre volte urbano e metallico, qualcosa, forse una presenza, una persona. Con il terzo passo la presenza della persona, dell'alterità, impone una domanda. E la domanda diventa uno spavento. Il quarto e ultimo passo è un approdo incerto dentro un dialogo. L'occhio si zittisce, inizia il vero ascolto. Quest'ultimo passo, intitolato sequenza del ritorno, è un recitativo, una raccolta di frammenti recitativi attraverso i quali la parola continua a cercare, fino a quando non abbia più nulla da nascondere." -
«Atelier». Il rinnovamento della poesia italiana
Giulio Greco, partendo dal ""manifesto programmatico"""", pubblicato sul primo numero, ha rintracciato gli ambiti entro i quali la rivista """"Atelier"""" ha lottato per """"rinnovare"""" la scrittura in versi, dispersa nelle secche dello sperimentalismo e del neoromanticismo, attraverso la rilettura del Novecento, la valorizzazione dei giovani e lo studio degli autori contemporanei, dopo aver esaminato l'originale concezione estetica della rivista, capace di lasciarsi alle spalle il formalismo e lo strutturalismo per approdare a un rinnovato umanesimo letterario nell'inscindibile unione tra parola e realtà. Il presente lavoro si propone sia come bilancio sia come riflessione sugli orientamenti della poesia e della critica contemporanea sia come invito per ulteriori approfondimenti in altri settori esplorati da """"Atelier""""."" -
Disinganni essenziali
La problematica affrontata nella raccolta si fonda su un continuo rimando al binomio uomo-macchina, attraverso l'uso di vocaboli e modelli del linguaggio tecnico-informatico contemporaneo, basata per lo più sul verso libero e su un endecasillabo dal suono efficace e rapido. Vi si avverte l'influenza di scrittori e filosofi come P. Kindred Dick e M. Foucault, i quali hanno lasciato riflessioni sull'inevitabile mutamento della società umana causato dal progresso tecnologico e hanno preconizzato da un lato l'avvento del ""cyber-uomo"""" e dall'altro la diffusione di una concezione gnoseologica basata sulla realtà del """"post-umano"""", ovvero una costituzione del sapere fondata su un unico e forte principio regolatore, prospettato nell'Übermensch di Nietzsche: se """"Dio è morto"""", """"L'Uomo è morto"""". In realtà l'uomo non è affatto morto, ma grandi sono le ferite della solitudine prodotte dalla tecnologia e dalla civiltà emporiocentrica che causano a livello personale Disinganni essenziali, cioè esperienze di fallimento. Il passaggio dal piano personale a quello generale, operato dal poeta, produce la sensazione del preannuncio di una vera e propria rinascita in senso umano e cristiano."" -
Pietra su pietra
Renzo Brunetti torna con una nuova avventura. Dopo aver brillantemente risolto il caso dell'omicidio della mamma di un suo studente, consegnando alla giustizia il colpevole al termine della sua ""Indagine imperfetta"""", si troverà ad affrontare nuovi problemi che i ragazzi della IIª F gli presenteranno, confidando nella sua capacità di essere per loro riferimento e baluardo contro le ingiustizie. Parallelamente si verranno a manifestare nel suo rapporto personale con Daniela, le prime avvisaglie di un disagio che la coppia dovrà affrontare e risolvere, sullo sfondo di un nuovo enigma che coinvolge una parente abruzzese, il terremoto devastante che colpì la città nel 2009 e l'ipocrisia dell'animo umano."" -
C'era una volta il brecche
"La bacchetta magica di Sergio Castradori, che dà luce, colore e sapore alle storielle, è ogni volta una coloritissima espressione idiomatica. Del resto, la vena narrativa dell'autore si è sviluppata a latere di un interesse originariamente lessicografico, che lo ha spinto a compilare, anni or sono, un vocabolario chiaravallese-italiano. I primi racconti, attinti dallo scrigno di una vivacissima memoria, sono nati allo scopo di illustrare il contesto e calare in situazione certi pregnanti termini dialettali o modi di dire curiosi; almeno all'inizio, dunque, quasi al di fuori di consapevoli intenzioni letterarie. Ma la grazia della rievocazione, la naturale leggerezza della pennellata, l'elegante familiarità dello stile, la simpatia umana per i protagonisti delle varie storielle, l'abile gioco dei richiami a distanza di luoghi, personaggi ed eventi, che lega in una struttura sottilmente unitaria i diversi segmenti narrativi, e un tal quale sorriso bonario, che stende una patina di marchigiana, sapienziale, ironia su tutto quel mondo, hanno avuto il sopravvento, facendo di ogni quadretto, senza nulla togliere al suo valore testimoniale, un piccolo gioiello"""" (Giuseppe Langella)."