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Le mani e le sere. Incroci tra fede e letteratura
Da alcuni anni Marco Beck, ex dirigente editoriale, latinista, poeta, saggista, riflette su uomini e libri appartenenti all'area del confronto a viso aperto con il messaggio di Gesù, sullo sfondo della Parola di Dio custodita nello scrigno dell'intera Scrittura. ""Pronto a dare ragione della speranza che è in lui"""", nelle sue ricognizioni Beck tende a privilegiare, per fisiologica affinità di pensiero, gli autori e le opere che più si approssimano, almeno come tensione, al polo della fede. Applicando un metodo che si potrebbe forse connotare come """"critica spirituale"""", Beck ha innestato nel suo lavoro le due coordinate fondamentali coniugate da Giovanni Paolo II nell'enciclica Fides et ratio. Con questo binomio impresso nella mente e nel cuore, ha pubblicato articoli, saggi e recensioni su quotidiani e periodici; ha promosso libri e scrittori di riconosciuto o misconosciuto valore mediante prefazioni e presentazioni. Compendio selettivo del suo appassionato impegno culturale sono i testi raccolti e armonizzati nel presente volume sotto il titolo """"Le mani e le sere"""", allusivo a un versetto del Qoèlet: """"La mattina semina il tuo seme / e la sera non dare riposo alle tue mani...""""."" -
La strada più bella
L'assurdo e il fantastico s'intrecciano nella realtà di un giovane studente universitario palermitano. Trascinato dentro una storia che sembra avere egli stesso inventato, lottando contro un futuro di cui, in effetti, sembra essere il solo artefice. Una giornata fredda e un diluvio in agosto; quindi l'incontro con la strega, la via di uscita nella narrativa che, però, più che salvarlo dall'inverno che irrompe nel cuore dell'estate, lo porta dritto nei luoghi più gelidi che avesse mai conosciuto. Davanti a sé una guerra di resistenza per tenere uniti i pezzi di un mondo che, veloce, si scompone e si frantuma. -
In tavola tra le colline novaresi e il lago d'Orta
Nell'ambito del progetto europeo Erasmus Plus, denominato ""Local & Global"""", finalizzato a realizzare un'attività di simulazione di impresa mediante l'ideazione e la promozione di tre prodotti tipici del paese di origine, i ragazzi della classe II Liceo delle Scienze Umane (anno scolastico 2014-15; Liceo """"Don Bosco"""" di Borgomanero - No), sotto la guida dei prof. Marta Tabozzi e Ugo Agnellini, hanno deciso di creare In tavola tra le Colline Novaresi e il lago d'Orta, un ricettario bilingue (italiano e inglese) che beneficia del contributo di undici prestigiosi ristoranti della zona, tra cui Antonino Cannavacciuolo, Luisa Valazza e Piero Bertinotti, e che è stato presentato alle scuole partner di Londra, Madrid, Malta, nonché all'Expo 2015 di Milano e alla stampa. Le ricette fanno parte della tradizione della cucina piemontese come la bagna cauda, gli agnolotti, la paniscia o il bonet. Cucinati anche da chef stellati, i sapori provenienti dall'Alto Piemonte si propongono di conquistare e di sorprendere anche il più scettico dei degustatori."" -
Oxana
"Con 'Oxana' Marco Boietti getta una luce sul ruolo della donna nella storia e, indirettamente, ammonisce gli storici affinché producano un gesto di umiltà e riscrivano la storia senza dimenticare le donne, poeticamente, l'altra metà del cielo. La storia di un paese è anche storia delle donne. Estremizzando, si può affermare che la storia di un paese è la storia delle donne di quel paese. Sono loro a donare figli, mariti, padri, compagni, e non ultime, se stesse"""" (Annitta di Mineo)." -
Eco
"Non esito a presentare Dato Magradze come uno dei più importanti poeti che tengono in mano la lanterna per illuminare il cammino non solo del popolo georgiano, cui ha affidato, oltre ai versi, anche l'impegno politico, ma di tutto il mondo, capace di gettare un ponte tra Oriente e Occidente, capace di guidare popoli di culture diverse, soprattutto la poesia italiana, nazione verso la quale riserva, come testimoniano molte sue composizioni, un amore assai particolare, perché considerata erede della cultura classica e cristiana come pure culla del movimento rinascimentale che nel riportare al centro della Weltanschauung europea o poi mondiale l'essere umano, ha spalancato gli orizzonte alle scoperte geografiche, scientifiche, tecnologiche e artistiche"""" (Giuliano Ladolfi)." -
Capi d'opera nei vari generi letterari latini
Questo volume nasce da una serie di considerazioni di taglio più che storico, eminentemente letterario: naturalmente, l'idea di un'antologia della letteratura latina non è nuova; ma diverso è voler, programmaticamente, riportare non i testi più significativi a confermare l'una o l'altra tesi, bensì, piuttosto, i testi che possano rappresentare i vertici artistici ed espressivi di una letteratura ricchissima, quale quella latina, considerata per generi letterari. -
Per interposta persona
"Il titolo della seconda raccolta di poesie di Lionello Inglese, 'Per interposta persona', rappresenta, più che la sintesi di un contenuto, una chiara indicazione di un modo di fare poesia. In latino, infatti, persona significa maschera, ma la parola non rimanda solo all'immagine fittizia del volto, anzi, a prevalere nel significato del termine è la componente sonora, è la voce alterata che attraverso la maschera si diffonde nello spazio teatrale. Questa sembra essere anche la strategia del discorso di Inglese, che trova l'espressione più intima e autentica della propria voce assumendo una voce - una persona - altra da sé ."""" (Riccardo Palmisciano)" -
Racconti. Prima sessione
La vita si snoda attraverso momenti consueti e situazioni nuove. L'essere umano li classifica in base alle proprie aspettative, diverse da persona a persona. Il compito di sottrarle alla distruzione del tempo è affidato sia alla memoria del singolo sia alla scrittura che le fissa per sempre. In ogni caso l'originalità del fatto accaduto va ricercato all'interno dello scrittore che lo ricostruisce in base alle sue emozioni. I racconti di Alberti Pasina si situano all'interno della zona in cui autore e lettore si scambiano esperienze: il primo invita il secondo a scandagliare i propri ricordi per assegnare loro un aspetto diverso, il secondo trova nel primo le coordinate mentali entro cui rivivere il proprio passato. -
Sensibìlia
Una giovane donna sposata, Carmela, molestata per telefono da un maniaco, il Signor X, se ne innamora in modo ossessivo e malato. Abbandonerà casa propria per intrecciare una morbosa relazione con il Signor X. Dal voyeurismo allo scambio di coppie, dall'esperienza con il transessuale Birgitte al legame con l'anziano, generoso professor Luxemburg, che inutilmente tenterà di salvarla, Carmela giungerà, in un crescendo allucinato e grottesco, a un tentativo di suicidio e, tra vita e morte, chi incontrare nelle prime avvisaglie dell'aldilà, se non l'adorato Mozart? Il romanzo si struttura in sette parti, delle quali le prime cinque sono dedicate a ciascuno dei cinque sensi e le ultime due a un sesto e a un settimo senso. -
Varianze
Maurizio Giudice è una voce nuova nel panorama poetico italiano, nuova, ma già matura. I suoi versi escono asciutti, puri, levigati, folgoranti come quelli di un provetto scrittore. E non si tratta unicamente di formazione e di studio, ma anche di una concezione di poesia, vicina alla filosofia buddista, come pratica contemplativa di quel vuoto che l'enso, il cerchio della simbologia zen, circoscrive e da cui le cose s'affacciano. -
Dialoghi con me e con i miei altri. Ediz. italiana e spagnola
"L'intero libro, costituito per lo più da componimenti di breve, brevissimo respiro, dal taglio epigrammatico, si articola intorno al dialogo serrato che il poeta sostiene con altri poeti di epoche diverse e che riguarda, fra gli altri, temi concernenti la sua identità come peruviano ed ebreo. Temi tutti di respiro universale che inducono il poeta a riflettere sulla condizione umana, sapendo che è sempre e comunque la voce della poesia a dire l'ultima parola. E Goldemberg lo fa attraverso la punta corrodente di un lucido e raffinato ironizzare, che è nell'intonazione più che nel fraseggio, sospinto a volte fino al bruciore di una stringente causticità. Il linguaggio è sempre disteso e fluido, con la tendenza a rifuggire da ogni enfasi, da ogni forzatura declamatoria, a consegnare immagini e sensi e pensieri a un'intonazione che tende alla discorsività"""" (Emilio Coco)." -
Atelier. La rilettura della poesia novecentesca
La sintesi proposta nel presente lavoro non rende ragione dello studio compiuto in più di vent'anni di lavoro sulle pagine del trimestrale ""Atelier"""", il cui pregio è consistito nello smuovere la massa informe di una critica immersa nelle secche dello Strutturalismo. Difficile, però, è ricostruire il disegno unitario di una concezione della poesia per chi non abbia seguito l'intero percorso; del resto, lo stesso lavoro in rivista andava completato con fondamentali testi esterni, nei quali erano state poste le basi concettuali e metodologiche. La pubblicazione, pertanto, nasce dalla necessità di riunire e divulgare in un quadro gli studi sulla poesia novecentesca del direttore Giuliano Ladolfi, per riattivare un dibattito mai sopito, per offrire la possibilità a nuovi lettori di esprimere la propria opinione consapevolmente, per entrare nelle aule delle scuole superiori, e universitarie, scopo non secondario (basterebbe aggiungere una piccola antologia di testi per fornire agli studenti una visione completa e nuova del Novecento poetico) e per rinnovare nei giovani l'entusiasmo per un'arte, nella quale la nostra stirpe da migliaia di anni ha dimostrato l'eccellenza."" -
Viaggi di versi
Con la raccolta poetica intitolata ""Viaggi di versi"""", l'autrice ha scandagliato il proprio passato, alla ricerca di un modo per interpretare ed esprimere se stessa. Il titolo scelto per la prima sezione, Affreschi, appare molto significativo per riflettere sulla poetica dell'autrice che, partendo da memorie impresse """"sull'intonaco dell'anima"""", intende richiamare i visi, le usanze, i gesti, le parole e gli ambienti che hanno caratterizzato la propria vita, a cominciare proprio dagli affetti, delineando come in un dipinto immagini di vita quotidiana con la propria famiglia; ecco dunque le poesie dedicate alla madre, al padre e ai nonni. Si propende qui per una lirica narrativa basata sul verso libero per descrivere in modo spontaneo scene di vita domestica."" -
Crysi
"'Crysi' è un'opera unica nel suo genere: ha la forza di scardinare i luoghi comuni proposti, da una parte, dalla pubblicità, che con subdola suadenza tenta di instillare nella mente del consumatore l'immagine di un mondo perfetto in cui i tutti i problemi si risolvono con un prodotto, e, dall'altra, dai mass media, che sottopongono soltanto scene di violenza e di distruzione. La realtà, quella con cui si confronta la gente giorno per giorno, quella del lavoro, della ricerca della felicità, della sofferenza, dell'irrealizzazione non viene propinata nei talk show, vive nell'arte e nei personaggi nei quali il lettore legge se stesso, il suo """"male di vivere"""", l'ansia del futuro, l'instabilità di un'epoca tecnologicamente avanzata che, contrariamente alle moderne speranze in un progresso infinito, nonostante la nostra civiltà abbia debellato lo spettro della fame e della maggior parte delle malattie, non riesce in alcun modo a migliorare la felicità delle persone. L'autore scandaglia senza reticenze questa condizione, all'interno della quale si agitano fantasmi inconsci non dominabili e non redimibili: l'eterna lotta tra bene e male."""" (Giulio Greco)" -
Da Mombasa a New York. Un viaggio tra dolcezza e malinconia
Tra le diverse possibili lettura della raccolta di Matilde Calamai intendo privilegiarne una: l'aspetto femminile. Il viaggio tra dolcezza e malinconia ne rivela in modo inequivocabile tratti che, vissuti e sperimentati nell'esistenza, raramente giungono alla consapevolezza e, ancor più raramente, si trasformano in poesia. ""L'io lirico e l'io descrittivo si legano in un nodo inscindibile al punto che il paesaggio prima africano, poi fiorentino e poi newyorkese non si presenta come specchio dell'anima, ma è l'anima stessa, perché la Calamai vive proprio di quella realtà. E la mancanza di soluzione di continuità ne costituisce la rivelazione più eloquente."""" (Giulio Greco)"" -
Provincia
Testo complesso sia per tematiche sia per stile quello che presentiamo: dalla narrazione all'invettiva, dall'introspezione all'elegia, dalla pietas all'indignazione. Per tale motivo l'autore mescola la satira con l'elegia, Giovenale con Lucrezio e Orazio, senza trascurare Tibullo e Properzio. Ma, al di là delle reminiscenze classiche, la poesia di Enrico Barbieri è profondamente calata nella contemporaneità. Basta considerare l'aggiornamento del sermo merus, che non solo non teme di adottare stilemi tratti dal linguaggio parlato, ma affronta anche la coniazione di neologismi. Va immediatamente sottolineato, però, che non si tratta di una scelta letteraria, elucubrata con toni ""sperimentalistici"""", ci troviamo di fronte a una vera e propria esigenza: """"Si natura negat, facit indignatio versum"""" (Giovenale), perché proprio nei momenti di indignazione troviamo l'urgenza di un'esplosione lessicale, incapace di resistere alla coscienza di fronte ai mali della Provincia (Giulio Greco)."" -
Pane e zucchero
In questa raccolta di poesie, incentrata sul tema del recupero dell'infanzia, il lettore ritrova se stesso, il suo mondo, le sue attese, le figure dei propri genitori, i gesti, le parole ascoltate e rinchiuse nella memoria. Parrebbe, però, molto riduttivo considerare questi versi unicamente e genericamente come ""rievocazione del passato"""". Sulla scorta di Proust potrebbero essere indicati come una vera e propria ricostruzione di quell'età tramite l'""""intermittenza del cuore""""."" -
Sciami
È una poesia del tempo e degli sciami quella che Mario De Santis scrive, frammenti che paiono aggregarsi in un insieme: la figura che si forma è quella di un'idea di Storia e al tempo stesso il ritratto di una forma di interiorità. Il superamento della lirica e della questione della soggettività riportano però di fronte la nuda esistenza di un io, la necessità di una pronuncia e le cose del mondo. Per De Santis la poesia tenta comunque di definire una condizione di possibilità di conoscere il nostro tempo dentro destini generali. Essere presente di un io che si fa o noi o nessuno, collocato in un flusso di materia, a cui De Santis riferisce continuamente: con paesaggi, con dettagli e nomi, una geografia storica di spettri e conflitti, che allude anche ad una mappa della memoria degli ultimi venti anni. Il perno sono le domande sul senso dell'esistere in questo paesaggio di umanità e fantasmi, di vivi e morti. Avere coscienza della realtà brutale e muta come quella attorno a noi, è possibile? Anche se non siamo che una parte di questa materia? -
Frammenti sparsi
Ci troviamo di fronte a improvvise ""illuminazioni"""" non estranee a Rimbaud o a Ungaretti - ex transeuntibus rapta si potrebbe dire -, catturate nel volgere rovinoso del tempo interiore, in cui memoria e attesa si mescolano per cancellare le sensazioni più autentiche e per aiutare la psiche a sopportare il peso della sofferenza. E la poesia, in modo superiore a qualsiasi altra arte, possiede proprio questa magia di strappare immediatamente la preda al tempus edax e di consegnarlo alla fruizione del lettore contemporaneo e futuro."" -
Piume nel tempo
Il terzo millennio irrompe a pagina 28 con testi inediti o pubblicati sul Corriere della sera. Si tratta di fulminei racconti biografici, intensi e subito accessibili. Dego evita come la peste il ""poetese"""" (Lord Byron lo definiva """"onanismo poetico""""), e la raccolta interesserà molti lettori: essa illustra, di fatto, in modi concreti, le reazioni del poeta alla realtà di costume, po1itica, culturale, cosmica, e quindi anche intima, dei nostri giorni. Compaiono, qua e là, riferimenti agli spiriti dell'aldilà, la cui esistenza è oggi scientificamente documentata dalle loro voci registrate e dalle fotografie.""