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L' oggi dei padri della Chiesa nello specchio dei giovani
Basilio, Gregorio di Nissa, Ambrogio, Girolamo, Agostino appartengono a un mondo che appare lontano dai bisogni e dagli interessi della nostra società 'liquida', peraltro dominata dai poteri forti dell'economia e della politica e dai ritmi frenetici delle accelerazioni tecnologiche. Poco importa se i Padri della Chiesa hanno compiuto una grande opera di risemantizzazione delle antiche forme letterarie, retoriche e filosofiche, mantenendo vivo il mondo classico e contribuendo alla formazione della modernità. Il loro 'luogo naturale' non deve essere uno scaffale delle biblioteche dei Seminari, il loro 'confino' un'aula universitaria frequentata da una cerchia molto ristretta di addetti ai lavori. L'idea che dei giovani liceali e universitari possano essere interessati e trovino il tempo per leggere i Padri suona alquanto strana e di controtendenza. Eppure, è questa la strada che l'autore e i suoi collaboratori hanno scelto di percorrere, raccogliendo il guanto di una sfida che si è rivelata di sorprendente vitalità, perché dal dialogo con il pensiero dei Padri sono sorte forti provocazioni e chiavi di lettura propositive per interpretare, vivere e trasformare il nostro tempo. -
La sfericità del tempo
Tre racconti (Tempesta solare, Bolle di sapone, Una nuova Divina Commedia), pur ambientati in momenti storici diversi, trattano gli eterni quesiti che angosciano l'uomo di ogni tempo. Quale il suo rapporto con la realtà, con gli altri, con il mondo ultraterreno? L'autore affronta il tema dell'aspirazione all'immortalità e della perfezione, come pure quello del senso di una vita stroncata da un errore giudiziario per terminare in un equivoco che stava travolgendo l'esistenza di una donna. La vita sembra esposta a una serie di vicende insignificanti che, in realtà, ne determinano vere e proprie ""svolte"""" e si carica di angoscia di fronte a un destino che invano si crede di dominare e che, invece, ci espone a situazioni paradossali, perché la realtà supera ogni fantasia. Che significa """"sfericicà del tempo""""? Forse la proprietà che improvvisamente ci trasforma in persone diverse da quelle che avevamo previsto?"" -
Il cedro del Libano
"Tre racconti sostanziati da un'identica idea artistica: l'angoscia che la vita possa cadere nel nulla con la conseguente dissoluzione del soggetto. L'io narrante, all'interno dell'equazione tra malattia e vita, visibile anche nello stile, cerca nella relazione con gli altri lo strumento per acquisire identità e lo trova nell'amicizia e nell'arte. Lo stesso colloquio con il lettore si iscrive in questo cammino che, attraverso molteplici esperienze umane e lavorative, giunge a condurre il protagonista a rintracciare la propria missione. La scrittura, pertanto, si presenta contemporaneamente come catarsi e come realizzazione di chi è riuscito, nonostante le difficoltà, a tradurre i propri sogni in realtà"""". (Giulio Greco)" -
La poesia del Novecento. Dalla fuga alla ricerca della parola. Il «novecento». Vol. 2
Il secondo tomo è dedicato agli autori, compresi sotto la denominazione Secondo Decadentismo o ""novecento"""". Se il Primo Decadentismo permetteva la fuga dalla realtà in un rifugio alla ricerca di un """"minimo di vivibilità"""", il Secondo si rassegna di fronte alla costatazione che la crisi della cultura occidentale sta distruggendo ogni possibilità di trovare un senso all'esistenza e di conseguenza di comprendere il reale, per cui all'artista non resta che rappresentare """"ciò che non siamo e ciò che non vogliamo"""" (E. Montale) o giocare con le parole, con le forme e con i colori. La sensazione di insicurezza trova la spiegazione nel pensiero filosofico dell'Esistenzialismo, secondo cui l'individuo si sente gettato in un mondo che gli è estraneo, di cui non conosce le ragioni, i fini, i meccanismi e di fronte al quale egli soffre di essere alienato. Tutte le scelte da lui compiute si risolvono in uno scacco, in un insuccesso che comporta un senso di angoscia, di nausea e di disperazione. La parola non riesce più a """"dire"""" il mondo e fugge o nell'Iperuranio, come avviene nell'Ermetismo, o nell'autonomia del significante, come nelle Avanguardie."" -
La poesia del Novecento. Dalla fuga alla ricerca della parola. L'antinovecento. Vol. 3
Di fronte al divorzio tra parola e realtà, causato dalla crisi della cultura occidentale e giunto a consapevolezza nel Decadentismo, si pone la linea denominata ""antinovecento"""", categoria all'interno della quale sono compresi poetiche e scrittori assai diversi che hanno cercato di superarne il distacco oppure di ripristinare, sia pure in maniera personale, la fiducia in una parola capace di """"dire"""" il mondo. Giuliano Ladolfi non teme, come nel caso di Saba e di Pavese, di scardinare """"luoghi comuni"""" che passati di manuale in manuale hanno condizionato l'intera critica letteraria. Secondo un'originale prospettiva vengono """"rilette"""" le opere di Rebora, Betocchi, Caproni, Scotellaro, Pasolini, Fortini, Penna e Bertolucci, cui si affiancano i poeti delle cosiddette """"linea lombarda"""" e """"linea romana""""."" -
La poesia del Novecento. Dalla fuga alla ricerca della parola. I maestri in luce e in ombra. Vol. 4
Il quarto tomo è dedicato ai ""maestri"""" in luce e in ombra, coloro che hanno saputo traghettare la poesia italiana oltre il """"novecento"""" mediante una duplice opera di fondamento e di profezia. La condizione dell'uomo del XX secolo trova in Vittorio Sereni la sua più evidente rappresentazione come """"prigioniero"""" di un sistema politico, economico e culturale. Bartolo Cattafi, poeta a torto trascurato, dopo essere disceso nel punto più basso della civiltà occidentale, ne annuncia la rinascita. Non si può ignorare la produzione poetica di Pier Luigi Bacchini, la quale presagisce la formazione di un nuova sintesi speculativa in grado di prospettare un'interpretazione del reale capace di superare le aporie dualistiche del pensiero greco e cristiano e di porre fine alla crisi della modernità. Ma chi ha compiuto il titanico gesto di saldare in profondità parola e realtà è stato Mario Luzi, il quale è riuscito in un'impresa, tentata invano da molti, perché ha """"ricostruito"""" un senso per l'esistenza, per il mondo, per la storia, per il problema del male e del dolore, per la natura, superando la frammentazione e la """"liquidità"""" postmoderna."" -
La poesia del Novecento. Dalla fuga alla ricerca della parola. L'età globalizzata. Vol. 5
Il tomo quinto è dedicato alla poesia della Postmodernità o Età Globalizzata, con tutti i problemi che ogni scelta comporta. Per questo motivo Giuliano Ladolfi non intende assolutamente tracciare un canone, ma esaminare una serie di poeti come portatori di una particolare istanza all'interno del difficile tentativo della poesia italiana di agganciare la parola alla realtà. Dopo aver esaminato il cammino di coloro la cui proposta si trova in fase di attuazione, lo studioso prende in considerazione un gruppo di autori, tra i quali molti giovani, i quali nel rifiuto della concezione autoreferenziale e ludica della poesia, nel rifiuto dello scetticismo, nella concezione della poesia come originale interpretazione del reale, nella consapevolezza della fine del ""novecento"""" e nel rapporto con i Maestri della tradizione, stanno compiendo una vera e propria rivoluzione mediante una serie di raccolte di versi destinate a tramandare ai posteri il volto della nostra martoriata epoca."" -
Le città vogliono vivere. Lotte e speranze del Mediterraneo
Questo volume raccoglie gli atti del convegno internazionale ""Le Città vogliono vivere. Lotte e speranze nel Mediterraneo"""" che si è svolto nel maggio del 2014 a Livorno. La città labronica è parsa una sede opportuna, volendo valorizzare il ruolo storicamente ricoperto dal suo porto, per ospitare scambi e relazioni tra uomini e nazioni. L'incontro è stato promosso dalla Comunità di Sant'Egidio nell'intento di aprire uno spazio di dialogo e di confronto tra le città del Mediterraneo, considerando i rivolgimenti in atto in questo singolare angolo del mondo. Proprio le città appaiono, nell'era della globalizzazione e con la crisi degli Stati-Nazione, un soggetto importante e un attore decisivo del futuro globale. Oltre il 50% della popolazione mondiale, infatti, vive in contesti urbani e attualmente, per la prima volta nella storia dell'umanità, la popolazione delle città ha superato quella degli insediamenti rurali. Le città del Mediterraneo, inoltre, sono oggi collettori delle speranze di vita e di futuro, che riguardano tutti coloro che arrivano sulle coste attraverso flussi di persone e di scambi, provenienti da almeno tre continenti""""."" -
Il gioco delle parole
"Con questa sceneggiatura, la seconda dopo 'La coda del pavone', il poeta Marco Boietti accende il riflettore sull'apparente tranquillità di una comune famigliola americana che quotidianamente si ritrova a tavola a colazione, pranzo e cena; e lo fa con una certa abilità descrittiva, abbandonando il suo consueto linguaggio poetico - di cui tuttavia permangono echi nei mai scontati accostamenti lessicali - per lasciare spazio ad una prosa creativa, strumento più efficace nella resa dei personaggi. Piuttosto laconici, chiusi nei loro ruoli precostituiti, i protagonisti di questo 'Gioco delle parole' celano in realtà segreti e amarezze che lo scambio di brevi frasi sembra risvegliare nel loro intimo."""" (Elena Pozzi)" -
Attestato
La raccolta decifra il travaglio della contemporaneità mediante la specola della parola, smarrita in un divorzio con la realtà, iniziato a fine '800 e sofferto nel '900 nelle conseguenze provocate dalle ideologie, che hanno trasferito il baratro dal settore artistico a quello politico. La prima parte è dedicata alla fine della società contadina: l'io narrante avverte la difficoltà di lasciare il mondo degli avi, per superare il torrente, la barriera del paese-universo. La città, l'ambiente in cui vive l'interlocutore, si trova già immersa nei nuovi valori: le lotte politiche, i viaggi, la carriera, la tecnologia. Nella seconda l'autore vuole esplorare la città. Il dialogo diventa più serrato ed entra un figlio di vent'anni che vive nella società globalizzata. Non c'è possibilità di intesa con il padre: sembrano vivere ere diverse dell'evoluzione. Per il giovane la società ""emporiocentrica"""" è la normalità con tutte le sue contraddizioni e il malessere prodotto dal consumismo, che pone il """"mercato"""" al centro del sistema delle relazioni umane, dei rapporti personali, pubblici, sociali, politici nazionali e internazionali, compresi anche i modelli culturali, pratici e pragmatici."" -
In disabitate lontananze
"Una danza immobile e muta sull'orlo della solitudine: questa è la poesia di Luca Pizzolitto, che nei suoi versi canta uno struggente, eterno pas de deux tra due amanti senza volto i quali, come i manichini di De Chirico, tradiscono un'insanabile malinconia. Lo spleen che permea la raccolta 'In disabitate lontananze' è il risultato di una tensione sfibrante tra la nostalgia 'di quel che rimane e non è stato"""" e l'istinto primigenio di 'aggrapparsi alla vita'."""" (Bianca Sorrentino)." -
Catarsi
"La raccolta di Giulia Romano colpisce per la potenza di un'originalità che trova pochi esempi nella tradizione poetica italiana e soprattutto nella tradizione poetica femminile. L'io narrante è avvolto in un dualismo che da una parte la 'asciuga' e la tormenta, dall'altro le dà grinta e passione. Una figura femminile che passa da bambina ad adulta attraverso la carnalità del sesso, uno strumento dissacrante ma estremamente stimolante, una tentazione e pulsione irrefrenabile che ha 'svegliato' l'infante da un sogno proteso alla castità, religiosità, matrimonio. L'attesa che coinvolge l'io narrante è devastante, 'Da tutta una vita mi preparo / come una ebrea / alla tua venuta', il desiderio di un uomo che possa prendersi cura di lei in modo puro e profondo, ma è filtrato in realtà da una rete di paura'."""" (Giulio Greco)" -
Stanze con case
"L'andamento narrativo, claustrofobico e insieme irrorato di tracce di esterni, dettagli vividissimi di paesaggi e caratteri, in un sapiente gioco di interno/esterno, scandito, sobrio e asciutto, ma modulato dal ricorrere della litania, ne fa un'opera piena di suggestioni, di atmosfere, di misteri percepiti con l'acutezza della sensibilità infantile."""" (Maria Pace Ottieri)" -
Il segreto di Duska
Una grande storia d'amore in un romanzo investigativo che scopre agghiaccianti documenti ufficiali. Un thriller con partenza quieta e vicende drammatiche sempre più incalzanti: il solo che apra un varco nei misteri più oscuri della medicina ortodossa, toccando direttamente la nostra vita. La giovane Dottoressa Duska De Amicis giunge da Roma in una cittadina delle Alpi per aprirvi il suo primo ambulatorio. Ma inconfutabili documenti scientifici ne mettono in crisi la fiducia nella medicina farmacologica per quanto riguarda le malattie degenerative. Con l'affetto e il coraggioso sostegno di un compagno, sottopone i pazienti malati di tumore alla terapia biologica del Dottor Max Gerson, definito da un suo paziente, il Nobel Dottor Albert Schweitzer, ""uno dei geni più eminenti nella storia della medicina"""". Ma benché sia stata convalidata dall'American Cancer Society e da ogni altra fonte ufficiale, la Terapia viene ignorata dai colleghi, lasciando così spazio a un misterioso delitto."" -
La tentazione dell'altro
"Giuseppe Costanzo è filosofo ed è colto, ma i libri che legge continuano a ripetergli che """"Dio è morto"""". Lui stesso però è testimone di una realtà diversa: Dio è vivo perché continuamente gli parla, e gli parla della resurrezione del dolore buono e riscattato (per l'altro), di speranza, d'amore e di gioia di vivere. La diceria che """"Dio è morto"""" si è diffusa ai quattro angoli della Terra e Giuseppe fa fatica a testimoniare la verità della sua vita. Potrebbe dirlo nella lingua che parla con Dio e diventare poeta? Arriverebbe il suo canto all'orecchio di chi Dio non l'ha mai incontrato? Credo che questo sia il tentativo poetico di Giuseppe Costanzo: testimoniare agli altri l'ottimismo della sua fede in Dio per contagiarli con la resurrezione del dolore buono, la speranza, l'amore e la gioia di vivere che sente in sé."""" (Francesco Campione)" -
Colazione in esilio
"La prima sensazione che coglie il lettore di fronte ai componimenti di Cristina Spinoglio è suscitata dalla musicalità, gestita con perizia tra il rincorrersi di rime, di allitterazioni, di ritmi, che creano un'atmosfera, entro la quale connotare i testi. La poetessa non si lascia affascinare dell'equivoco novecentesco del verso libero che ha permesso il proliferare di ogni sorta di espressione, quasi sempre prive di ogni sensibilità musicale. La seconda sensazione va ricercata nel tema di fondo: l'essere umano possiede la capacità di 'vedere oltre il vetro', di affondare lo sguardo oltre l'apparenza, oltre il sensibile, oltre il percettibile. Si richiede soltanto un ritorno in se stessi (Redi in te ipsum: in interiore homine habitat veritas, sant'Agostino) per amplificare la capacità di espandere lo sguardo.""""" -
Memorie di una donna comune
Erroneamente si è portati a credere che una vita comune proprio perché definita tale non abbia nulla di interessante da raccontare, da ricordare o da insegnare, mentre spesso sono proprio coloro che conducono vite ritenute comuni che compiono le imprese più straordinarie combattendo non trascurabili battaglie quotidiane di cui neppure si parla. -
Verso il mare. La filosofia della storia di Giorgio La Pira
Più che mai è attuale in un periodo di ""crisi gnoseologica"""" il pensiero di Giorgio La Pira, che ha segnato in profondità lo sviluppo della concezione politica della nostra nazione, concezione in gran parte ancora poco conosciuta non solo dal grande pubblico, ma anche dagli specialisti e dai politici. Giacomo Mininni in questo lavoro intende sottoporre ad analisi la speculazione sulla storia del grande personaggio il quale opera tra Agostino ed Hegel, fra due posizioni cioè apparentemente antitetiche, un'originale e inaspettata sintesi, capace di elaborare la storia come """"progetto dinamico"""" che richiede una collaborazione attiva fra la sfera divina e quella umana. A partire da questo modello """"ibrido"""", La Pira sviluppa poi una visione originale, intrigante e profonda del passato, un vero e proprio modello teorico che ha saputo ispirare e guidare la sua intera azione politica."" -
Dilagando
La pubblicazione nasce da un amore appassionato per il Lago Maggiore, amore instillato dalle fotografie di Bianca Romanella in Michela Petoletti, la quale ha pensato di unire immagini e grafica, creando un prodotto artistico assolutamente originale. Da questa scintilla deriva l'idea di unire testi di prosa e di poesia in una vera e propria opera corale di persone che hanno trovato l'occasione di trasferire sulla carta sentimenti e visioni suscitati da questo miracolo di bellezza, di grazia e di mistero e capaci di accendere le fiammelle interiori di altri sguardi che sapranno rintracciare scorci e prospettive nuove come segno di incendio destinato a non esaurirsi mai, perché la grandezza dello sguardo umano è infinito. -
Prospettiva asfalto
In 'Prospettiva Asfalto' è la strada a farla da padrona: vivere ed osservare sostanzialmente lo stesso mondo, ma da prospettive differenti; persone con un minimo comune denominatore: uno stato di solitudine cronica che li porta a differenti reazioni; l'abuso di alcol e droghe, tradire la propria compagna o, peggio ancora, se stessi; tutti vani tentativi di sfuggire alla propria prigione quotidiana per finirne in un'altra. L'ambientazione è molto reale. Niente supereroi né martiri, semplicemente persone che vivono meglio che possono le loro esistenze. Tre storie, un pugno di personaggi e una vita che spesso sfugge di mano. Disgraziatamente un omicidio complica situazione di per sé già molto precarie. Fra queste righe non c'è morale né ipocrisia. Scelte giuste... sbagliate... il ""bene"""" e il """"male"""" si fondono creando una zona grigia. Benvenuti a Milano Park! Immersi nella sua fauna e la sua flora.""