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Il corpo, l'eros. Antologia di testi poetici
L'antologia raccoglie testi poetici di 68 poetesse di tutto il mondo sul tema ""Il corpo, l'eros"""". La poesia al femminile tratta la """"carne"""", che per Merleau-Ponty è il sensibile, ossia l'originario, il venire alla presenza. Per coglier la presenza v'è bisogno della percezione che s'esprime in poesia, essa mette al mondo, cioè esprime l'esserci originario, esprime l'esserci che è l'archè. La peculiarità della poesia, dell'arte, e in particolare al femminile è data dal fatto che riesce a esprimere il soggetto e l'oggetto come custodi, nel loro essere, dell'originario dal quale son stati generati e che li rende connaturali: il naturato afferma il naturante dal quale scaturisce; insomma la poesia al femminile esprime la Grande Madre che è generatrice e generata."" -
Bigadundun
"Questo scritto non ha la pretesa di essere un romanzo, ma ha anche la consapevolezza di non possedere la semplicità e la comicità di una storiella. È un racconto, il racconto della mia vita o meglio del mio cuore e della mia anima travolti da un dolore infinito. Non sapendo gestire molto bene le mie emozioni né comunicarle con altrettanta bravura, ho trovato un mio stratagemma che consiste nell'esprimerle scrivendo e/o cucinando. Tutte le persone a me care ne sono consapevoli: ogni tanto compaio a sorpresa con bigliettini e con pacchettini regalo. Con questo lavoro, un lungo flusso di parole e di pensieri, ho unito le due cose.""""" -
Tempo di riserva
Non è facile districarsi nella poesia di Silvia Rosa, il cui stile mescola concretezza ""sensoriale"""" di rappresentazione con metafore e allusioni di senso. Il testo, infatti, si offre a diverse possibilità di lettura e proprio tale pluralità di interpretazione cattura il lettore che viene continuamente """"spiazzato"""" dalle aperture momentanee. Nulla è definitivo, come tempo, e «tutto scorre», come il flusso dei versi che catturano la mente e la fantasia."" -
Io e il cinema. Cronaca di un amore
Cinema come vocazione: ecco un incipit possibile al presente saggio di Maurizio Fantoni Minnella che infonde ai primi capitoli del libro il sapore di una scoperta, di un'epifania, quella, appunto dell'immaginario cinematografico con la sua mitologia rutilante che alterna fin dall'epoca leggendaria del muto, complessità e leggerezza, impegno ed evasione. Ma è la scoperta dei differenti linguaggi della visione a guidare la creatività, la passione e l'impegno culturale dell'autore, per quasi un'intera vita. -
Di là dal muro
Firenze, fine Anni Novanta, Moreno Alaimo, giovane pittore bolognese, vive in un mondo di sogni e di poche certezze. Assunto come operaio nel reparto di produzione di un colosso industriale fiorentino, comincia una dura lotta per l'indipendenza in una realtà lavorativa dura e alienante. Nel lavoro ripone tutte le sue forze e le sue speranze, in un disperato tentativo di riscatto da una situazione familiare dolorosa. Diventa testimone di intrighi, arrivismo e giochi di potere. Il prolungato contatto con ambienti grotteschi e ostili e l'incontro fatale con un'impiegata dei piani alti, Carla, aprono la sua mente a dubbi esistenziali mai prima scoperti: dall'angoscia delle interminabili otto ore alle sfrenate gelosie per un amore sfuggente e malato. È la storia di una grande vertigine, di una generazione che ha vissuto ai bordi del trampolino di lancio della moderna società piegata alle esigenze del consumismo. -
La stagione del mare
In una cittadina industriale situata sul mare, dove l'incipiente boom economico non è ancora arrivato, nasce un'amicizia tra un ragazzino rimasto orfano, che vive con la nonna, e un pescatore di frodo. Il legame affettivo si sviluppa rapidamente, non senza contraddizioni, e contribuisce, insieme allo studio, alla formazione del protagonista, finché giunge a incontrarsi e scontrarsi con una precoce educazione sentimentale che costituisce la premessa della definitiva maturazione. Il romanzo offre attraverso i dettagli della vita quotidiana lo spaccato di un'Italia ormai scomparsa, in cui la scarsità dei mezzi veniva compensata dalla solidità dei legami sociali e dei valori morali. Ma su ogni aspetto della vicenda domina incontrastato l'amore per il mare e per le sue creature, che non conosce confini di età o di stagione. -
Quaderni palesini. Poesie inedite dell'estate 2004. Vol. 4
Definire con un'espressione la poesia di Renato Greco comporterebbe la riduzione di un mondo multiforme entro una gabbia concettuale, la quale, se da una parte delinea un orizzonte di comprensione, dall'altra ne limita fatalmente il vigore. Considerando la mole della sua produzione, viene spontaneo richiamare alla mente il verso di Ovidio ""quidquid tentabam dicere versus erat"""" (""""tutto quello che cercavo di esprimere diventava verso""""), perché il poeta è un infaticabile autore di testi che lo affiancano durante l'intera esistenza, come Orazio diceva di Lucilio, il predecessore nel genere satirico: """"quo fit ut omnis / votiva pateat veluti descripta tabella / vita senis"""" (""""da qui deriva che tutta la vita di quel vecchio appare descritta come su una tavoletta votiva"""")."" -
Elogi
"Ni-ente. Siamo ni-ente, indiviso tutto che contiene, custodisce e comprende il senso primigenio di quel che si nomina io e il suo farsi d'altro io, intimo e d'insieme. Canto d'esperienza palpitante l'iniziale linfa, la ferita e il divenire metodo di """"un bellissimo niente"""" salmodia Franca Alaimo, suono in traslata parola che si avverte sostanziale nell'andare, con lucido passo, sino al profondo del corpo pensato, scavato, trovato tra le semplici cose dell'esistere e le contrapposizioni abitanti il violento strappo di un fiore sbocciato in un mattino, appena e di nuovo perduto nel fraseggio della luce, per così rincasare seminata di chiarezza la rotondità dell'effimero, l'assoluto di una assenza e il pur sempre ricorso all'amore con sguardo ora riscosso figlia, fra breve donna consapevole e protesa a una nuova rinascenza. «Bisogna saper ripensare a sentieri in regioni sconosciute, a incontri inaspettati e congedi previsti da tempo, a giorni dell'infanzia ancora indecifrati», scriveva Rainer Maria Rilke."""" (Daìta Martinez)" -
Lettere da una bambola
Il lettore non può non essere colpito dal titolo ""Lettere da una bambola"""" per un duplice motivo: sia perché solo le """"bambole metaforiche"""" possono scrivere sia perché il termine evoca un'età in cui difficilmente si raggiunge tale abilità. Ma, si sa, ci troviamo nel regno della poesia, dove lo scrittore ha la possibilità di creare una """"realtà più vera di quella reale"""" e, come dice Montale, riesce a superare «gli scorni di chi crede / che la realtà sia quella che si vede»."" -
Compagna. Testo inglese a fronte
Jackie Kay ha da sempre considerato la poesia un potente strumento che le ha concesso, a partire dagli anni successivi al decennio storico inglese degli Anni Ottanta, caratterizzato dalle politiche economico-sociali attuate dal governo Thatcher, la prerogativa di dare voce a coloro che non ne hanno mai avuto diritto o la possibilità di esprimerla, soprattutto agli emarginati (othered) relegati in una dimensione di ""alterità"""" (otherness) a livello sociale per motivi di razza, identità culturale e politica, classe sociale, genere e orientamento sessuale. Attraverso questa antologia """"Fiere"""" (Compagna), pubblicata nel 2011, la poetessa esplora con ardente passione e abilità artistica, tematiche quali identità, classe, razza, rapporti familiari, tutto connaturato da una forte carica autobiografica, elemento quest'ultimo che sembra non abbandonare mai i suoi scritti."" -
Il talento dell'equilibrista
Il pregio di questa raccolta va individuata in uno stile secco, ""concreto"""" e coinvolgente. Estraneo a ogni sfaccettatura lirica, il poeta si addentra in questioni capitali con """"occhi asciutti"""", per usare l'espressione di Sbarbaro, con un disincanto che non permette alcuna consolazione, con una lucidità tragica che non lascia via di scampo. """"Gli anni ammassano nelle fosse / lattine e cerchioni d'auto sbilenchi"""". La poesia sta nella realtà, non nelle parole. L'occhio è impietoso, non accetta facili consolazioni: """"Le latrine delle stazioni, / depositarie di una gnosi amara"""". La metafora perde ogni connotato astratto per """"incosarsi"""" in situazioni precise, nette, definite, tratte dall'esperienza quotidiana, comune alla nostra società."" -
La misura delle mani
"La poesia di Simona Nobile non ha paura di mostrarsi, di rivelare i propri confini e la propria materia. In questa raccolta la materia è quella materna alla prova del tempo: la madre è """"misura di mani, respiro e terra, accoglienza"""", per poi divenire """"rigido spettacolo da ricomporre'"""" (Daniele Mencarelli)." -
Ave Eva
"Tra i numerosi articoli scritti in Georgia e all'estero su Dato Magradze nemmeno uno finora è stato così intitolato: Dato Magradze. Poeta. Viaggiatore. Dato Magradze è innanzitutto un poeta e poi anche un viaggiatore che gira per il mondo promuovendo la cultura georgiana all'estero. Non a caso è stato citato quale ambasciatore e promotore della cultura del proprio Paese da Antonio Enrico Bartoli, ambasciatore d'Italia in Georgia"""" (Rostom Chkheidze)." -
Alle radici del principio
Filosofia, scienza e religione si uniscono nell'afflato poetico della raccolta di Mariateresa Giani, superando nell'arte le separazioni che la ragione crea, nascondendo così l'unità del reale. Davanti ai nostri occhi si presenta la formazione dell'intero universo in un dinamismo che riassume il percorso di miliardi di anni in una prospettiva che trascende la pura apparenza materiale. La prospettiva poi si sposta sulla vita umana, destinata a trovare compimento in una dimensione eterna. -
Scena & poesia
La presente pubblicazione raccoglie i testi dei primi tre classificati alla seconda edizione del premio nazionale di drammaturgia ""Scena & poesia"""", organizzato dal Teatro delle Selve con il sostegno della Fondazione CRT e del Centro Culturale """"Don Bernini"""" di Borgomanero. Il successo di partecipazione e la qualità dei lavori pervenuti dimostrano che la scrittura teatrale è in grado di intercettare inquietudini diffuse e di accogliere le contraddizioni del nostro tempo."" -
F. Scott Fitzgerald e l'Italia
"Se esiste in Fitzgerald una doppiezza è proprio verso Zelda Sayre: il lavoro continuo contro la pazzia, ma anche il dialogo con essa; la sublime coincidenza tra uno spirito di conservazione e uno di distruzione. Era impossibile per lui proseguire la vita senza la compiutezza dell'amore: o meglio, Fitzgerald lavora, e lavora sodo (anche fino all'infarto), ma si muove nella società da allora in poi come il fantasma di se stesso; lavora per pagare la cura ormai senza speranza di Zelda. E se tornerà a scrivere con """"Gli ultimi fuochi"""", è per cercare lei in un mondo altro: lontano dalla clinica e ancora più lontano dalla realtà"""". """"F. Scott Fitzgerald e l'Italia"""" ripercorre la storia della ricezione editoriale e critica che il nostro paese ebbe nei confronti dell'opera dello scrittore americano: dalle prime traduzioni di """"Tenera è la notte"""" e """"Il Grande Gatsby"""", che vennero ignorate dal pubblico, fino alla riscoperta autoriale nel secondo dopoguerra e alle nuove edizioni italiane che ne seguirono, per arrivare alla conclusione che """"dal dialogo con se stesso e con Zelda nasce cioè tutta l'opera di Fitzgerald""""." -
Il perdono delle cose
"'Il perdono delle cose' affronta il grande tema del lutto per la scomparsa del padre in maniera piuttosto particolare: prima di tutto perché l'avvenimento doloroso che scatena la scrittura non è affatto recente, bensì assai lontano nel tempo, cosa non usuale. L'elaborazione del lutto, se di questo dobbiamo e vogliamo parlare, avviene dunque a grande distanza, e sarà allora frutto di una lenta presa di coscienza, di un lento cammino verso la parola e verso """"il perdono"""" che il titolo annuncia subito come proveniente dalle cose."""" (Fabio Pusterla)" -
E noi che siamo donne...
Al di là delle storiche, grandi battaglie combattute dalle donne per rivendicare il loro diritto ad esistere in modo dignitoso e paritario, piccole e grandi battaglie sono state combattute anche in tempi più recenti, in ambiti diversi e nel quotidiano, da tante di noi. ""E noi che siamo donne"""" è una raccolta di storie realmente vissute dalle protagoniste e da esse narrate o inviate all'autrice: caleidoscopio di un universo al femminile, dal combattere per la propria affermazione nella società, alla faticosa riconquista di una dignità soffocata dall'oppressione o dall'egoismo maschile, fino alla lotta per la propria sopravvivenza, fisica o psichica..."" -
Lamento di un milite ignoto e altre poesie
Angelo Lacchini apre questa tetralogia poetica con una lettura cristologica della guerra di trincea: in una ardita analogia, le stazioni della Via Crucis riferiscono le sofferenze, i patimenti di un ""milite ignoto"""" al quale è prestata la voce per raccontare il proprio martirio. Nella seconda sezione, il poeta torna nell'alveo prediletto dei rapporti tra fede mariana e poesia: il """"sensus fidei"""", nutrito sempre di concetti e lessemi elevati e mai a rischio di slittare nella deriva di un devozionalismo acritico, s'intreccia inestricabilmente con il vissuto, con l'itinerario personale del """"mariologo"""". Nelle ultime due sezioni, l'impostazione tende a farsi più esistenziale, più """"situazionale"""". Si intensificano le montaliane """"occasioni"""", gli spunti realistici che forniscono l'innesco per meditazioni sul rapporto immanenza-trascendenza, sull'impalpabile eppure incombente confine tra la vita e la morte."" -
Quaderni palesini. Vol. 6
Questa raccolta contiene una selezione di poesie inedite dell'estate del 2006, che testimonia la passione dell'autore e dimostra per quali vie inopinate egli ""giunga alla versificazione, se non, in quanti casi, alla poesia"""".""