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E... quando un giorno credi
Scrive nel Prologo il protagonista di questa storia che nel libro si racconta ""una parte importante, basilare, della sua vita"""". Una vita, sottolinea, """"che come vedrete non è proprio stata uguale a quella di tutti, per molti suoi particolari. Nel suo scorrere infatti, ho dovuto inseguire un traguardo, un obiettivo. Per fare ciò ho dovuto adattare la mia esistenza, in modo che ne è venuta fuori una miscela (lavoro/vita sociale/esperienze) non proprio usuale. Un giorno poi, quando credevo di essere riuscito nel raggiungimento di quel famoso traguardo, tutto è stato sconvolto. Non proprio comune, la storia, non certamente nel genere, che pare invece un qualcosa di """"già sentito"""" [...] È facile, quando si racconta di brutti quarti d'ora in ambienti ospedalieri, quando si scrive di come un sottile filo ci ha tenuti sospesi tra la vita e la morte sconfinare in racconti che sembrano tratti da un telefilm drammatico. Come quando stiamo leggendo di un tavolo operatorio e ci immaginiamo quasi sospesi lì sopra. Non si tratta di un romanzo, che neanche mi sogno di tentare a scrivere, ma semplicemente del racconto della vicenda di un ragazzo""""."" -
Un viaggio nell'anima
Annota l'autore: ""Queste poesie, scritte in tempi diversi della mia attività letteraria, vengono raccolte e rivisitate quando, nel tempo della vecchiaia, il tema trattato è denso di rimpianti. Forse l'amore è la componente più affascinante della vita e lascia ricordi che anche nei momenti difficili consolano""""."" -
Perché in Romagna si dice così
Dopo ""La Romagna nei modi di dire dimenticati"""" e """"Detti e proverbi romagnoli"""" - nei quali ha larga espressione la cultura popolare romagnola - Mario Maiolani conclude la sua ricerca con questo nuovo libro, ove si indagano le ragioni delle singole forme proverbiali o dei detti popolari caduti nella rete delle sue ricerche. In tal modo, come già nei due volumi precedenti, l'autore ci assicura, in pagine di particolare divertimento e di intrigante intelligenza, un'altra occasione per ritrovare l'ethos della Romagna, i valori e i principi del vivere espressi nei moti proverbiali e dalle formule usuali del dire dei nostri padri. Dunque, un viaggio nei saperi, negli ideali, nella visione del mondo della tradizione romagnola: un vero e proprio percorso di conoscenza che ci permette la riscoperta della nostra cultura popolare, la lezione di vita che in essa si esprime..."" -
Simboli navali. Ricordi dell'Adriatico
Subito all'apertura del libro, l'autore ci indica il tema: ""esaminare, nell'aspetto e nel valore morale, i simboli che la storia degli uomini naviganti ha impresso sugli scafi delle nostre barche adriatiche: tanti simboli, tanti messaggi, lembi di eventi venuti da lontano"""". In questo orizzonte, Augusto Graffagnini stende pagine nelle quali le barche dell'Adriatico vengono esplorate in ogni loro parte, di ognuna rivelandosi funzioni e significati e il loro appartenere alla storia millenaria della nostra civiltà: come a dire, gli oggetti, le immagini, le forme assunte come vettori di simbolo e - in quanto il simbolo è espressione delle convinzioni, dei sentimenti e delle emozioni degli uomini - come scritture di civiltà. Passano così, indagati nella loro miuta complessione, i navigli dell'Adriatico romagnolo, visti nella loro materialità, nel loro lunguaggio mitico, nel loro essere frammenti della civiltà del Mediterraneo."" -
I misteri di Forlì
Delitti, personaggi e curiosità sull'altra faccia della storia forlivese. La storia di Forlì che i forlivesi conoscono è lineare e chiara, composta da pochi capitoli che hanno ormai il sapore della fiaba: Caterina Sforza e i suoi mariti, gli Ordelaffi e il sanguinoso mucchio e poco altro nella millenaria vicenda della città: sicché davanti all'idea che esista una città misteriosa, i forlivesi potranno farsi scettici, se non derisori; e tuttavia, anche Forlì ha avuto i suoi misteri: storie oscure, inquietanti e truci fatti di sangue e altro ancora. Paolo Cortesi, con lo stile e la capacità narrativa che lo contraddistinguono, offre una collana di storie singolari e stupefacenti, nessuna delle quali è opera di fantasia, e nulla vi è di romanzato: ogni dato, ogni nome, ogni fatto provengono da fonti documentarie autentiche, cui l'autore si è lealmente attenuto. -
L' onore e la colpa nella Romagna Toscana dell'Ottocento
L'autrice ricostruisce su basi rigorosamente documentarie undici processi svoltisi in pieno Ottocento in quella parte della Romagna che apparteneva allora al Granducato di Toscana. Al loro centro, possidenti, contadini, indigenti senza possibilità di riscatto, le credenze e le superstizioni delle genti delle campagne e il loro tempo chiuso, immobile nella soggezione all'ignoranza e ai potenti. Soprattutto, si accampano le figure femminili, rappresentate nella loro condizione di assoluta dipendenza, trascinate sulla scena dai temi dell'onore, della condotta morale, della illibatezza, della fedeltà coniugale, scrutate e indagate con accanimento nella loro corporeità da medici e giudici in perizie crudeli, in interrogatori estenuanti e feroci, perché tutto appaia della gravidanza, dello stupro, dell'incesto, della reazione della donna alla violenza subita, se mai non sia che essa stette al gioco: dunque, creature offese prima e dopo, sotto la specie della cruda giustizia dei potenti. -
Il Casante di Raffanara. Storie di contadini nella Romagna del Seicento
La civiltà contadina nella Romagna del sec. XVII è qui rappresentata attraverso una saga familiare, nella quale passano i lavori dei campi, la lotta per la sussistenza, il governo domestico dell'azdora, la religiosità agreste, con i suoi santi e i suoi riti, le sue credenze e le sue superstizioni, gli impasti di speranze e di delusioni, di contrasti e di dubbi, e l'anelito al riscatto, che rende eterni e del tutto contemporanei gli uomini e le donne di questo mondo: compresi gli illustri signori che attraversano la vita dei nostri remoti lavoratori dei campi. -
I vescovi di Rimini del secondo millennio. Stemmi, iconografia, profili
Passare in rassegna una ricca galleria araldica e iconografica con gli stemmi ed i profili dei vescovi di Rimini del secondo millennio offre tante finestre che si aprono sul panorama di una chiesa locale viva. Le vicende della comunità si legano alla guida dei vescovi, padri e pastori, qui presenti con il loro volto umano, che li fa sentire ancora vivi, li colloca nel tempo e nello spazio con la loro personalità, nella continuità storica. E non è trascurabile il risultato raggiunto nella ricostruzione della cronotassi episcopale riminese. -
Le parole del corpo umano. Viaggio nei termini dialettali della medicina popolare di Romagna
Il libro di Enrico Berti si propone come una enciclopedia delle migliaia di parole del dialetto romagnolo che riguardano salute e malattia. Il primo impulso dell'autore è stato l'amore per le parole dialettali, in particolare quelle relative al suo lavoro di medico, data la loro intensa capacità di significare: uno sforzo formidabile, durato più di trent'anni, nell'impegno ad ascoltare i pazienti e a interrogare i colleghi, gli amici e molti dei cultori delle tradizioni. Passano così, e solo per esemplificare, vocaboli e modi di dire che si riferiscono al pazzo, allo sciocco, al vecchio o all'aspetto esteriore del malato e del moribondo; altrettanto sbalorditiva è la schiera di termini dialettali che descrivono viso, naso, denti, voce, fino alle parti più nascoste, quali le natiche e i genitali. Senza contare i riferimenti alla ""medicina popolare"""", ai proverbi, ai modi di dire che si riferiscono alle varie patologie, fino alle parole della magia, della stregoneria e delle credenze popolari."" -
I Malatesta. Signori di Rimini e Cesena
La signoria dei Malatesta, il cui dominio si espresse in diversi regimi, riguarda soprattutto Rimini e Cesena con i loro territori, per quanto non si possa dimenticare l'Appennino fra Romagna e Marca, il Montefeltro, Pesaro, Fano e Senigallia. Evocarne le vicende, nel contesto dello Stato pontificio significa riflettere su gran parte della storia della Romagna fra XIII e XV, in una trama di eventi giocati sulla ricerca della legittimazione del potere, sui rapporti sociali e intrafamiliari, sulle lotte tra signorie per un più vasto predominio territoriale. Personaggi come Paolo e Francesca, ""il mastin vecchio"""" e quello nuovo da Verucchio, Sigismondo Pandolfo e Domenico Malatesta Novello sono figure notissime, e non solo nel mondo delle lettere e delle arti. Spesso si passa dalla storia al mito, e magari accade che si declini il mito e si perda la storia. Ci si alimenta, tuttavia, di un passato signorile glorioso, di cui restano memorie significative universalmente riconosciute, peculiari testimonianze del Rinascimento, come il Tempio Malatestiano di Rimini e la Biblioteca Malatestiana di Cesena, ancora oggi segni di identità civica."" -
Tenebrosa Romagna. Mentalità, misteri e immaginario collettivo nei secoli della paura e della «maraviglia»
Sappiamo bene come gli orizzonti insieme tenebrosi e solari dell'immaginario collettivo rappresentino il grande deposito di ciò che siamo nelle profondità più remote dell'io: vi hanno spazio fiabe, credenze, miti, religioni, l'essenza più segreta dei singoli e delle comunità, capaci di svelare i sogni e le speranze, le angosce e i tremori, le attese e le cose bramate e più in generale una parte fondamentale della cultura popolare. Avviene così che streghe e folletti, draghi e lupi mannari, dèmoni e angeli, e caverne oscure e l'intrico di foreste tenebrose e la vastità di paludi perdute in chissà quale mare di nebbie costituiscano le lettere di un alfabeto utile a scrivere la nostra storia più profonda. -
Mio figlio è un fenomeno. Amorevoli disastri dei genitori negli sport giovanili
Il padre che vede nel figlio campione una possibile fonte di guadagno, la madre che affida al figlio il compito di tenere alta la bandiera della famiglia. Padri che pagano al figlio un premio-partita di 20 euro per ogni gol che fa. Nonni che al pomeriggio curano personalmente il ripasso dei fondamentali col nipotino. Madri che impazziscono se il loro piccolo non ha bevuto l'integratore, che chiedono all'allenatore quando ci sono le udienze e se è possibile togliere il loro pargolo dalla barriera durante le punizioni della squadra avversaria. Un campionario che sembra surreale, se non fosse che è tutto vero. ""Mio figlio è un fenomeno"""" è il risultato di una ventina di colloqui con allenatori, dirigenti e arbitri che hanno raccontato una serie di episodi sull'invadenza dei genitori all'interno delle squadre dei settori giovanili di casa nostra. Episodi riportati sfumando i toni e cambiando i nomi, sia per la privacy degli sportivi minorenni, sia per la tutela dell'incolumità dell'allenatore o del dirigente di turno, perché """"se quella mamma scopre che sto parlando di lei, io sono finito""""."" -
Breve storia di Pier
"Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura / che la diritta via era smarrita... . È troppo scomodare il Sommo Poeta per la vicenda narrata in questo libro? Non credo. La storia di ogni persona è della massima importanza e Dante o Pierre sono ciascuno un unico irripetibile nella totalità della loro esperienza. Drammatica la vita di Pierre: '...la diritta via era smarrita'. Come si vive nel buio, se pur si vive? Di baratro in baratro, con la fatica bestiale di riportarsi ogni volta a quota zero, fino a quando non se ne può più e si molla. Oppure fino a quando, e mi si perdoni l'autocitazione, 'ci sembra di toccare mani che ci prendano per mano / per strapparci da luoghi disperati e angosciosi'. Ed è così che un dramma può trasformarsi in un inno di gioia. Leggendo questo racconto di Ferdinando Vesi si ha davvero l'impressione che nella vita di Pierre sia avvenuto qualcosa di simile e che il medico psichiatra Vesi, uomo dal cuore sapiente e dalla grandi mani, abbia saputo portare dalle tenebre alla luce una persona disperata."""" (dalla presentazione di Gino Della Vittoria)" -
Le ricette del Monsignore. Meraviglie della cucina romagnola: salse, minestre e dolci
L'Associazione Culturale Pro Rubicone arricchisce la propria collana dei magné con queste ""Ricette del Monsignore"""". Queste si differenziano nettamente dalle precedenti perché non si basano sull'uso esclusivo e forzato dei prodotti ricavati dall'azienda agricola contadina, ma nascono utilizzando, liberamente e senza problemi economici, i diversi ingredienti offerti dal mercato moderno e globalizzato. Tutte le ricette sono di facile esecuzione e sono elaborate con grande maestria e fantasia personale. Esse rivelano chiaramente che il Monsignore ha grande conoscenza dell'arte culinaria classica e popolare, nonché di quella moderna-globalizzata. L'autore di questo ricettario, un sacerdote della diocesi cesenate, ha il merito d'aver trattato anche un altro tema interessante: come risolvere i piccoli problemi che si presentano quotidianamente nella conduzione della casa. Sono consigli semplici, pratici e di grande utilità, che ogni giovane azdora ascolterà con gioia."" -
I giorni della resistenza nel Ferro di Cavallo. Cesena, 1943-1944
Il libro ricostruisce minutamente la storia della lotta partigiana a Cesena e in particolare nelle campagne e nei paesi della pianura centuriata, nota ai Cesenati come Ferro di Cavallo. Soprattutto convoca sulla pagina gli uomini e le donne che di quel tempo memorabile furono i protagonisti, chiamati alla lotta dalla speranza, e forse dalla certezza, che un altro mondo fosse possibile, un altro orizzonte nel quale la loro storia e la loro vita, spesso umile, spesso marginale, potessero riscattarsi dalle vergogne della guerra nazi-fascista e dalla cultura di una dittatura ventennale che aveva portato l'Italia alla rovina. Ogni pagina è il risultato di molte letture, dai documenti ufficiali ai libri già editi, dalle ricerche d'archivio alle preziosissime biografie lasciate dai partigiani nel dopoguerra, dai diari dei privati alle memorie orali raccolte negli anni a cura dell'ANPI. Gli autori hanno anche voluto aggiungere le immagini dei protagonisti con le foto di allora, quando a rischio della vita, o addirittura perdendola, scrissero le pagine della nostra Liberazione. -
Una mente insolente
Allegra, la protagonista, a volte giovane donna, a volte bambina è affetta da ""mal di vivere"""", una sensibilità dolorosa e commovente, una fame d'amore antica, un'acuta intelligenza. È in dissonanza dal correre veloce dei nostri tempi, che ci impone la forza come prerequisito per esistere ed essere accettati, mentre le fragilità soccombono o si rifugiano vergognose dietro una maschera."" -
I misteri di Rimini tra storia e memoria
Rimini, crocevia e ineguagliabile crogiolo di culture, dall'antichità fino ai russi e ai cinesi di oggi. Una città, certo, ma prima ancora un luogo dell'anima e della memoria, collettiva e personale. Divisa in due da una ferrovia che ne esalta, topograficamente e simbolicamente, la schizofrenia, è da sempre protagonista di pagine importanti della storia e della microstoria d'Italia. Ma, con la sua consueta nonchalance, quasi non se ne cura, tutta impegnata a vivere il presente, a mostrare la parte più appariscente di sé. In questo volume - una sorta di guida ""alternativa"""" di Rimini attraverso fatti e personaggi che ne hanno scandito i secoli - si vuole ricostruire il filo di questa lunga storia, rispolverando con tono leggero episodi noti e altri meno conosciuti, a uso e diletto dei riminesi ma anche, soprattutto, di chi arriva sull'Adriatico e subisce il fascino irresistibile della città che ha ammaliato Cesare e Garibaldi, Federico II di Svevia e Goldoni, Martin Scorsese ed Eleonora Duse."" -
Rapsodie romagnole
La rapsodia, in musica, è una singola composizione in cui si mescolano temi molteplici. Temi che sono, solitamente, di origine popolare. Cosicché una rapsodia è legata spesso all'appartenenza etnica dell'autore (si pensi, per esempio, alle Rapsodie Ungheresi di Liszt o alla Rapsodia Spagnola di Ravel). Ecco, dunque, una manciata di ""rapsodie romagnole"""": cioè di brani in cui si mescolano i più disparati argomenti e in cui, ad ogni modo, compare la Romagna. Mercadini ha legato la sua terra e il suo sangue alle più diverse cose del mondo. D'altra parte ogni cosa del mondo, nelle sue parole, sembra avere a che fare con ogni altra. Dopo aver letto questo libro, per esempio, anche noi siamo costretti ad ammettere che il contralto nostrano Marietta Alboni ha a che fare con il poeta statunitense Walt Whitman; Pablo Picasso con Secondo Casadei, la civiltà aliena dei Klingon con l'Università di Cesena; Omero con la nonna contadina dell'autore. Un libro sui libri, sulla poesia, sulle divagazioni, sulla terra, sul sangue e su tutto ciò che - da sempre, insonne - vi si agita."" -
Esame di coscienza di un letterato
Il volume offre ai lettori la riproduzione fotografica dell'autografo di un testo capitale quale l'""Esame di coscienza di un letterato"""", scritto nel marzo-aprile del 1915 e pubblicato il 30 aprile 1915 su """"La Voce"""". La riproduzione della prima stampa vociana documenta le prime fasi di scrittura della coscienza, il suo travaglio, la sua ricomposizione. Ezio Raimondi firma """"Un manoscritto ritrovato"""", lettura dell'autografo e saggio memorabile di una filologia nutrita di storia e capace di farsi emozionare dalle carte dell'uomo, Il manoscritto ritrovato del maggior studioso di Serra è il varco cui affidarsi per entrare nella tessitura del manoscritto. La postfazione, """"L'ombra immobile e la passione: fra manoscritto e prima stampa"""", propone un ragionato campionario di varianti fra l'autografo e la stampa vociana, documentando le vicissitudini di stesura e le correzioni e rettifiche al campo di San Vito al Tagliamento. Un capitolo finale elenca e descrive le edizioni e stampe dell'""""Esame di coscienza"""" dal 1915 al 1995, la tradizione del testo nella cultura del secolo."" -
1940-1946. La guerra nei miei ricordi
Tra la Romagna dell'infanzia sognante e la Lombardia della prima adolescenza e delle scoperte del mondo, Antonio Zòffili ricostruisce la stagione drammatica della guerra vista dagli occhi di un bambino, ma acutissimo nell'osservare, nel ricostruire eventi e intenzioni, nello svelare la mossa psicologia degli uomini e delle donne che via via si presentano sulla scena per recitare la loro parte. Arricchendo la narrazione con una amplissima galleria di suoi disegni, capaci essi stessi, con la loro grazia leggera, di rivelare psicologie, il memorialista convoca sulla pagina una sterminata galleria di figure umane, rese con mossa vivacità nel loro muoversi e atteggiarsi. Intorno a loro - ora sullo sfondo, ora direttamente connessa con il loro stesso destino - la grande storia della guerra, con le sue sofferenze, le tragedie, i contrasti, le angosce, infine l'attesa di una nuova vita, finalmente rivolta al futuro.