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Giocare a scrivere. Percorsi tra lettere e parole con i bambini di 2-6 anni
Ho iniziato questo percorso partendo dalla ricerca di Ferreiro e Teberoski, le ricercatrici argentine che, agli inizi degli anni '80, osservando e studiando i bambini della Scuola dell'Infanzia, constatarono quanto, nelle civiltà che usano il codice alfabetico, l'apprendimento della lettura e della scrittura proceda secondo tappe collegate strettamente una all'altra. Quando la Ferreiro venne in Italia per partecipare ad un convegno ebbi modo di ascoltarla e mi colpirono molto alcune riflessioni in cui ci ricordava quanto fosse poco corretto chiamare il suo lavoro ""metodo Ferreiro"""" essendo lei una ricercatrice e non un'insegnante. Invitò infatti gli insegnanti ad elaborare dei metodi basati sulle sue ricerche, intuizioni, scoperte. Da allora cominciai ad osservare e documentare con estrema attenzione le reazioni dei bambini alle mie proposte, cominciai a raccogliere le loro idee come preziosi contributi. È stato così che, anno dopo anno, ho sviluppato un percorso finalizzato ad affiancarli nella conquista della costruzione della lingua scritta."" -
Terra tra le mani
Nel cuore della Storia che nel corso dei millenni ha cambiato il destino degli esseri umani si nasconde un'altra storia, più piccola, eppure piena di entusiasmanti germogli. Nadeema, una bambina di tanto tempo fa, attraverserà un deserto immenso e i suoi occhi, colmi di stupore e di meraviglia per il mondo che la circonda, le faranno vedere e sentire ciò che i grandi ignorano. Una voce sottile in un mare di spighe segnerà l'incontro di Nadeema con Shair, un minuscolo seme di orzo, che nonostante le sue dimensioni cela nel cuore l'energia incontenibile di una grande trasformazione. Un libro delicato e profondo per raccontare ai bambini che a volta gesti piccoli e semplici possono dare vita a grandi cambiamenti. Età di lettura: da 6 anni. -
Su Schopenhauer. Marginalità filosofico-pedagogiche
In tempi di razionalità debilitata, di emozioni da educare, di visioni del mondo irrimediabilmente lontane dalle lusinghe del progresso da realizzare ad ogni costo, non è del tutto peregrino gettare uno sguardo veloce su chi delle peripezie della ragione è stato cantore forse inarrivabile. Peripezie sostanzialmente declinate come regresso costretto, come disavventura storica non revocabile, come frattura non sanabile. Da questa costatazione quasi banale è nata la curiosità di rileggere qualche pagina di Schopenhauer, autore spesso descritto come il cantore principe dell'irrazionalismo, ma a lungo corteggiato da una letteratura filosofica idealista e marxista che ha visto in lui il portatore di un paradigma fortemente interpretante. Schopenhauer è stato infatti per molti neo-moderni il maestro di ermeneutica, un maestro che li ha aiutati a comprendere il dissolversi di un mondo che si credeva e voleva solido, razionale, redento. Ma in lui non c'è redenzione, e rara redenzione si profila anche nel decostruzionismo di molti illuminati cantori delle nuove sorti progressive. Proprio quelle stesse sorti nude e dimesse che sembrano profilarsi per la pedagogia, prigioniera di volontarismi, esortazioni e ripetizioni tecnicistiche. La naturalità innatista schopenhaueriana potrebbe forse rappresentare, in materia, un farmaco da risveglio salutare. -
Lo sguardo del pubblico
Questo libro nasce da un'idea di Maria Mercede Ligozzi, che ha creato e diretto, dal 2006 al 2014, l'Osservatorio permanente sui visitatori della Galleria Nazionale d'Arte Moderna (GNAM) di Roma. Per indagare la complessità di quel fenomeno sociale in continua trasformazione che è la fruizione museale, è stato proposto a due fotografi, Mario Ceppi e Pasquale Comegna, di osservare i visitatori della GNAM attraverso i loro scatti. Lo sguardo sul pubblico e del pubblico, che questo libro propone, è dunque quello mediato dall'obiettivo fotografico. Le immagini proposte costituiscono un'interessante e originale documentazione del comportamento di un visitatore inconsapevole di essere ritratto durante il percorso che lo conduce, da solo, con amici o in gruppo ad osservare, ammirare e interagire con le opere esposte. Il libro raccoglie anche le analisi di alcuni studiosi che, da prospettive diverse, forniscono una lettura delle immagini fotografiche focalizzando l'attenzione su vari temi (estetico, educativo, psicologico ecc.) inerenti la relazione con l'opera d'arte. -
Usciamo all'aperto. Portare i bambini di 0/6 anni a contatto con la natura e le sue meraviglie anche in città
Questo mio lavoro vuole essere un invito ad utilizzare al massimo gli spazi aperti delle nostre scuole e dei nostri nidi. Spazi preziosi soprattutto per i bambini di oggi che trascorrono troppe ore al chiuso e seduti. Ho cercato di dimostrare che non basta aprire la porta e far uscire i bambini. Il mio scopo è stato quello di indicare un metodo di lavoro e non quello di fare un elenco di giochi. La lunga serie di giochi raccontati e che ho chiamato micro-storie è infatti scaturita dal mio modo di essere tra i bambini. Comportamento che ha profonde radici teoriche, che crede nell'esistenza della cultura infantile, che teme il rischio di vederla sempre più soffocata. Purtroppo quando li portiamo a giocare fuori sottovalutiamo paurosamente questo momento che oggi è molto più prezioso di un tempo. Quando non sono costantemente bloccati, quando hanno spazi-materiali-tempi giusti, i bambini sanno bene cosa fare ma non possono improvvisarsi in poche ore. Serve continuità e quotidianità per acquisire nuovi sguardi sul ""fuori"""". Servono tempi di apprendimento lunghi e questi possono essere assicurati dalle scuole e dai nidi."" -
L' educazione tra le immagini del moderno
Sono parole penultime, per dirla con Bonhoeffer. Parole da cui trasuda cultura e realismo, utopia e secchezza del reale. Questo è Broccoli. Un autore passato dagli studi storici e giuridici alle grandi promesse di un marxismo storico-politico e filosofico-pedagogico. Ma le promesse intraviste non sempre conoscono la grazia della realizzazione. Capita che arrivi, dopo il tempo illuminante della speranza, il tempo asciutto della delusione. E questo è stato fondamentalmente il cammino declinante di Broccoli. Sempre sospeso, nei suoi scritti e nelle sue Lezioni, tra una trasparenza acuta dell'interpretazione e la fedeltà ad un dato storico spesso refrattario all'immaginazione e alla speranza costruttiva. Non sfuggono a queste caratteristiche le Lezioni che qui si ripropongono, Lezioni in cui la colloquialità accademica si sposa con la sensibilità acuta per un futuro mobile, umbratile, sfuggente. Un futuro da costruire secondo le forme armoniche di un uomo non troppo deformato dall'alienazione economicistica, un uomo immerso in una modernità non ancora placata e talvolta da essa sommerso. -
La musica delle parole. Come leggere il testo poetico
"L'iniziazione a un mistero è quel che deve aspettarsi chi si avvia alla lettura di questo libro. Il mistero cui si viene iniziati è un mistero bello: leggere la poesia. [...] L'intento di queste pagine non è quello di insegnare un sapere ma di insegnare un potere. E insegnare un potere richiede un'opera creativa. Difficile non avvertire come l'autore voglia che chiunque legga le sue pagine arrivi a godere in proprio di uno dei luoghi più belli dell'essere umani"""". Nel saggio che dà il titolo a questo volume, """"La musica delle parole"""", l'autore """"ha il pregio di padroneggiare la difficile arte di giungere nei luoghi semplici, e così, in questa sua opera, la poesia viene riscoperta anche come creazione di un ritmo e, grazie ai suoni delle parole, di un'armonia; quindi come ri-creazione della dimensione spazio-temporale e, perciò, come ri-conoscimento dell'eterno"""". Gli altri saggi del volume costituiscono in gran parte una sorta di esemplificazione di come, concretamente, leggere specifici testi poetici. Insieme con i saggi che si occupano di testi in prosa, essi sono il frutto di letture svolte senza pregiudizi, con mente sgombra: di conseguenza, con risultati critici originali. (Dalla Presentazione)." -
Indurare l'animus. Spunti paidetici da Seneca educatore
In un ambiente agitato dalla continua lotta per il potere, dove infieriva la repressione di Nerone e il suicidio era dato o per ordine o per timore di violenza, Seneca comprende che l'uomo non deve cercare di vivere a lungo, ma di vivere bene, giacché ""il vivere a lungo dipende dal destino, il vivere bene dipende dall'animo"""" (epist. 93, 2). Attualissimo nella volontà di conciliare il nuovo modo di pensare la vita con la pratica quotidiana, Seneca comprende che l'indurimento dell'animus, fortificazione di non facile conquista, è l'atto primo per essere padroni di se stessi. Nel presente studio, diverse sono le suggestioni paidetiche derivanti da Seneca educatore, e segnatamente dalle lettere all'amico Lucilio: la singolarità dell'esistenza, la necessità di una scelta libera, la solitudine dell'uomo nella società, il vivere per se stessi e per gli altri, la convivenza, elementi necessari per indurare I'animus, essenziali per un'educazione che non trasmetta conoscense e concetti precostituiti ma libera da condizionamenti e false valutazioni."" -
Nascita di una nazione. Esperienze e modelli dell'educazione nell'America dell'Ottocento
La cultura educativa americana, nel primo secolo e mezzo della sua storia, è la natura stessa del processo di costruzione della nuova nazione. È Bildung in senso proprio, non solo interiore e morale, ma anche fisica, infrastrutturale, territoriale: si concreta in fondazioni di missioni e villaggi, in costruzioni di tribunali e ferrovie, in nascite di tipografie e centri di studio, invariabilmente motivati, nel loro primo impulso, da un afflato educativo che pareggiava e a volte, senza mai prescinderne, offuscava culturalmente quello espansivo-economico. In questo volume, alternando l'analisi di alcuni testi centrali dell'educazione americana, dall'epoca della Dichiarazione di Indipendenza alla fine dell'Ottocento, e alcuni ""studi di caso"""" mirati a mettere a fuoco prassi, ideali e modelli dell'educazione in determinate aree sia geografiche sia sociali, cerchiamo di tracciare l'avventura unica di una Nazione che ha utilizzato l'educazione come proprio strumento di autocoscienza e di radicamento in quelle terre che andava rapidamente trasformando, senza mai dimenticare che l'uomo che trasforma (e si trasforma) non riesce a costruire alcuna civiltà senza alcuni patti fondativi."" -
È ancora possibile formare insegnanti? Elementi di risposta
Il titolo, provocatorio, È ancora possibile formare insegnanti?, appare quanto mai attuale nel nostro Paese, all'indomani dell'emanazione della Legge 107/2015, sulla cosiddetta ""Buona Scuola"""". Questo ennesimo cambiamento porta chi segue queste problematiche da oltre quaranta anni, ad osservare quanto sia impervio e faticoso in Italia il cammino della formazione dei docenti. Sarebbe utile, tuttavia, aprire, finalmente, un dibattito nazionale sulla formazione iniziale e continua dei docenti, che contribuisca a tracciare le linee di sviluppo di questa importantissima questione. Non c'è dubbio, d'altronde, che, per avere una scuola di qualità, servano docenti di qualità e per raggiungere questo risultato, servono percorsi ed iniziative seri per la loro formazione."" -
La psicoterapia di gruppo. L'approccio cognitivo-comportamentale
Vengono messi a confronto gli studi sull'efficacia della psicoterapia dai quali emerge la superiorità del trattamento psicoterapico rispetto sia ai gruppi di controllo che ai gruppi trattati con il placebo e con gli psicofarmaci. Viene descritto il trattamento psicoterapico di tipo cognitivo-comportamentale. Seguono alcuni capitoli sul lavoro sul gruppo attraverso l'approccio psicoanalitico e transazionale. Il gruppo è forse la migliore scuola in cui si possa imparare a incontrare chi è diverso da noi, non alla luce di un'indifferente e fredda tolleranza, ma di una effettiva e ""appassionata"""" capacità di confronto e di comprensione. Il tentativo è di superare la logica del confronto-scontro tra i diversi approcci nell'ottica dialogante caratterizzata da un ascolto attivo dell'esperienza che deriva nell'applicazione clinica di altre tradizioni teoriche. All'approccio dialogante aderiscono gli autori del testo che si ritrovano tutti, non a caso, tra i componenti del Comitato Scientifico dell'Associazione Italiana Psicoterapia Cognitivo Comportamentale di Gruppo. Gran parte della psicoterapia cognitivo-comportamentale è stata piuttosto riluttante a percepire il gruppo come momento terapeutico altrettanto efficace di quello nel quale è il singolo. Il libro di Urso dimostra esattamente il contrario. Il cliente, che vive la sua esperienza terapeutica all'interno di un gruppo, sembra godere addirittura di maggior chance di evoluzione positiva."" -
Il bambino e l'animale. Fondamenti per una pedagogia zooantropologica
Conoscere gli animali: spesso si parla dell'importanza di educare i bambini a un corretto rapporto con gli animali e a ragione perché la nostra società ha perduto quel contatto diretto con la natura e con le altre specie che, viceversa, caratterizzava la cultura rurale. I bambini di oggi conoscono Peppa pig non il maiale, Pongo non il cane, Bugs Bunny non il coniglio, Silvestro non il gatto e via dicendo. Urge quindi riconsiderare la relazione tra il bambino e gli animali come una componente insostituibile per favorire dei percorsi esperienziali e dei processi di apprendimento che siano in linea e coerenti con il suo vissuto. Per questo è fondamentale portare nelle scuole dei progetti didattici che abbiano come obiettivo lo sviluppo di conoscenze reali e concrete sugli animali. L'essere umano è sempre stato in rapporto con le altre specie e da questo rapporto ha costruito i suoi predicati più importanti. Abbandonare questa fonte è l'errore più grossolano che la pedagogia può fare. -
Insegnanti, diversità culturale, questioni di genere. Fatema Mernissi: educare a superare i confini
In questo libro si considera la formazione degli insegnanti per ciò che riguarda la loro sensibilizzazione alla diversità culturale e alle questioni di genere. Gli insegnanti italiani non mancano di sensibilità alle questioni culturali e di genere ma a questi temi non viene lasciato quasi nessuno spazio nel periodo della loro formazione. Eppure una maggiore attenzione a tali argomenti sarebbe utile, non solo perché gli alunni provenienti da altre culture sono in numero rilevante, ma anche perché tali questioni accendono gli animi e, specialmente se poco note, vengono affrontate più emotivamente che razionalmente. Nella prima parte del libro si prende in considerazione la formazione interculturale degli insegnanti e si esamina la problematicità dell'educazione alla dimensione di genere nella loro formazione, specie nel contesto italiano. Nella seconda parte si presentata la figura e il pensiero di una sociologa marocchina - Fatema Mernissi - con una duplice finalità: approfondire una cultura diversa da quella occidentale e presentare, attraverso una voce femminile, la complessità delle problematiche che si incontrano nel promuovere l'uguaglianza di genere. La conoscenza di Fatema Mernissi permette dunque di approfondire la dimensione di genere e la dimensione culturale: i temi da cui siamo partiti. -
La scuola sbagliata. Nella Buona Scuola tramonta la pedagogia
Il Novecento ha lasciato in eredità, insieme a tante contraddizioni, anche un patrimonio di teorie e pratiche formative in grado di essere riferimento saldo e colto per la progettazione di esperienze istruttive ed educative. Una istruzione e una educazione che puntano con intenzione, consapevolezza, impegno alla costruzione di forme di cittadinanza attiva e solidaristica. Ed è innanzitutto a questa eredità che il presente lavoro guarda, al fine di comprendere e interpretare i rischi di smantellamento cui è esposta la nostra modellistica educativa, per tanti versi ancora apprezzabile e di alto valore formativo, a fronte della messa a regime di un modello di riforma (quello della Buona Scuola) che sembra aver perduto la memoria di quanto di innovativo la scuola italiana ha prodotto nella seconda metà del Novecento. La scuola italiana va, allora, difesa. Soprattutto quella dei margini e delle periferie, delle ""briciole"""" e della speranza emancipativa che, a partire dal preobbligo e dall'obbligo, ha saputo mostrare in più occasioni e a più livelli il proprio valore."" -
Contributi di didattica speciale. Competenze, strumenti operativi e linee guida metodologico-didattiche per il docente specializzato al sostegno
Il presente scritto si pone come mezzo di formazione per i futuri insegnanti di sostegno di ogni ordine e grado scolastico, sia come mezzo utile per affrontare le prove di preselezione e finali dei corsi organizzati presso le Università italiane sia come valido ausilio per i concorsi a cattedre del personale specializzato. Esso propone la raccolta delle lezioni universitarie sviluppate nei Laboratori individuati dal Decreto istituente i nuovi percorsi degli insegnanti specializzati (D.M. 30 settembre 2011), proponendo una sintesi chiara ed esaustiva dei principali temi coinvolti ed una esposizione pratica ed essenziale dei contenuti trattati, che non manca di proporre al lettore strumenti operativi ed esemplificazioni pratiche. L'obiettivo del lavoro è quello di permettere l'acquisizione di competenze e stili di pensiero flessibili e continuamente adattabili alle molteplici situazioni che gli alunni e gli studenti con disabilità presentano, offrendo al docente la possibilità di fornire forme di sapere accessibili e condizioni significative di apprendimento in contesti caldi e accoglienti, tesi al valore dell'inclusione. Il testo è inoltre corredato dai documenti normativi di maggiore interesse che devono essere conosciuti dal docente di sostegno e dall'illustrazione di Unità di Apprendimento per ogni ordine e grado scolastico in riferimento alla disciplina della Matematica che offrono un apporto alle necessità di adattare i programmi agli alunni con disabilità. -
Orientamenti educativi. Tecnologie, comunicazione e società
Il problema posto dalle tecnologie è incommensurabile, soltanto pensando agli strumenti, dei quali la comunicazione si avvale, anche se con un uso non sempre dominato e razionale. Ed è di pertinente attualità per caratterizzare la molteplicità dei linguaggi, adoperati soprattutto nella scuola e nel mondo giovanile. La qualità degli apporti degli autori di questo volume, autorizza il recupero non solo di elementi valoriali, ma anche della specificità dei linguaggi in uso. Senza escludere l'importanza che il possesso di competenze informatiche e telematiche, sia di grande attualità e di quotidiano impiego tra coloro che frequentano, sempre con maggiore assiduità ed entusiasmo, quei luoghi, astratti che, oggi riconduciamo alla realtà digitale. Reale e virtuale non si escludono a vicenda, ma si integrano: ecco perché la ricerca condotta fin qui autorizza le riflessioni presenti nel libro. -
Le nuove frontiere dei BES nell'era digitale
Il presente volume offre una puntuale disamina di alcuni aspetti, ritenuti fondamentali, riguardanti l'alfabetizzazione informatica e telematica degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado e offre spunti di riflessione a docenti, a genitori e a quanti siano interessati ai processi pedagogico-didattici finalizzati a mantenere solida l'impronta di umanità tipica di quegli ambienti dove si pratica, nella quotidianità, l'azione educativa senza perdere di vista il fatto che quanto è stato inventato (e si continua a scoprire) sul versante delle tecnologie deve servire per il miglioramento della qualità della vita, rendendo tutti partecipi del progresso e della valorizzazione delle migliori forme di civiltà e di convivenza multiculturale. Sulla base di tali presupposti vengono segnalate efficaci strategie, finalizzate a favorire lo sviluppo della cultura inclusiva che vede la scuola, intesa come comunità educante, e l'approccio collaborativo e sinergico con le famiglie e con il territorio come i fattori determinanti per prevenire, combattere e debellare ogni forma di prevaricazione, di disagio e di devianza. -
Sulla natura dell'essere. Le origini di una filosofia dell'educazione
Trovare un fondamento per una paideia filosofica attraverso una metafisica dell'essere: questo il fine che può riscontrarsi nei primissimi studi di Edda Ducci. Anche lei, dunque, si pone la domanda che tanto ha inquietato gli spiriti ricercanti della filosofia: ""quale la verità dell'essere?"""". E proprio in queste pagine iniziali la studiosa casentinese ha tentato di offrire una risposta attraverso le voci di due commentatori alessandrini. Simplicio e Filopono, da lei allora frequentati, """"tappe non inutili e forse obbligate ella scrive per chi voglia affrontare seriamente il perenne interrogativo"""". Tale fine diviene vitale per il pensiero filosofico-educativo di Edda Ducci, maturato attraverso Platone e il mito della caverna e intento ad offrire stimoli per una corretta azione educativa in cui la comprensione del proprio essere risulti essenziale per partecipare autenticamente alla propria natura e alla propria storia. In un tempo di aridità e di crisi per l'identità personale, l'impegno dell'autrice, che passa da una """"filosofia dell'essere"""" ad una """"pedagogia dell'essere"""", insegna che solo attraverso la decodificazione sempre più agile di situazioni interiori, e il ruminare la parola metexis, si può seriamente intendere la significanza dell'essere uomo in educazione."" -
Imparare dentro a star bene fuori. Luci ed ombre del sistema scolastico negli istituti di pena
"C'è un aspetto della pedagogia che normalmente e volutamente si trascura fino al punto da dimenticarlo: si tratta del processo rieducativo, che dovrebbe essere realizzato all'interno degli istituti di pena, dai quali, solo a parlarne, si fugge a gambe levate. Tuttavia, se si volesse veramente dare senso e significato all'espressione """"rieducazione"""" sarebbe proprio sulle istituzioni scolastiche nel carcere e su coloro che, nonostante tutto vi prestano il loro servizio, qualche volta ai limiti dell'eroismo, che dovrebbero concentrarsi gli sforzi maggiori"""". Impegno e dialogo tra la pedagogia e le scienze del penitenziario, al fine di realizzare una """"rivoluzione promessa"""" degli istituti di pena, significherebbe aprire la via verso un nuovo modo di pensare l'istituto di pena stesso. Metamorfosi di pensiero che porta a rappresentare l'idea del carcere non come """"punto di arrivo"""" ma come punto da cui """"ripartire"""". Attualizzare il significato della pedagogia all'interno del contesto penitenziario, significa valorizzare la sua pratica rieducativa d'eccellenza: la scuola dentro." -
Formarsi tra le note. Per una filosofia dell'educazione musicale
La musica costituisce un'esperienza estetica fondamentale in ogni età della vita, in modo particolare nel corso dell'età evolutiva, nella quale sviluppa e interpreta dimensioni percettive, emotive, fantastiche e anche formali di alto significato. Sempre e per tutti. Allora deve essere inserita in modo organico nei curricula scolastici e deve essere coltivata nei suoi diversi lessici, codici, canoni, etc. Dalla musica di consumo a quella ""colta"""" e su su fino all'opera lirica. Così da dare ai giovani una conoscenza viva di quel complesso universo estetico ricco di voci, tradizioni, modelli e renderlo formativamente più decisivo. I saggi qui raccolti vogliono chiamare a riflettere, pedagogicamente, sulla formatività della musica, soffermandosi anche sulla frontiera complessa (e sofisticata) dell'opera lirica.""