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Sapere pedagogico e legittimazione educativa
Si ripropongono qui pagine di cultura pedagogica già apparse in anni lontani, sul finire del travagliato Novecento. Secolo travagliato con pedagogie travagliate ma vive, dinamiche accompagnatrici della formazione storico-politica di classi ascendenti e con il desiderio espresso di miglioramento delle proprie condizioni iniziali. Questo il passaggio necessario, in quegli anni, per una mobilità sociale ascendente e per la conquista di un posto consono a sé nella società mutante. Un compito che la scuola e l'Università hanno assolto con molta dignità. Poi sono arrivate le accelerazioni, i mutamenti di paradigma, le soluzioni salvifiche, l'efficienza strumentale, la centralità del successo economico... e la marginalizzazione della ""scuola per il cittadino"""". La scuola e la pedagogia sono state chiamate a """"professionalizzare"""", a guardare con occhio più che attento al mondo del lavoro, al tasso possibile di """"impiegabilità"""". Ma l'uomo dove si formava? Dove trovava gli spazi per la cura di sé, per la formazione di un'anima non utilitaristica e non utilizzabile da altri? E i maestri, di cosa erano maestri? Continuavano a formare spiriti critici o ammaestrati esecutori di piani governativi o super-governativi?"" -
Narrazioni e autobiografie musicali. Identità, cura e formazione
Nella formazione umana le narrazioni musicali costituiscono un'esperienza-chiave in quanto coltivano, in modo dialettico, la soggettività individuale e il suo dilatarsi nei linguaggi oggettivi e universali della musica. Ognuno di noi ha una sua identità musicale che va sviluppandosi a partire dalla vita intrauterina, e l'autobiografia musicale, vissuta privatamente o nell'ambito di specifici laboratori, ne è perfetto strumento descrittivo. Essa si configura come pratica di cura sui particolarmente efficace non solo per gli adulti, ma anche per i bambini, se rivisitata attraverso il gioco e la varietà dei linguaggi espressivi, rivelandosi un formidabile strumento di educazione musicale. -
Disabilità cognitiva e narrazione. Il contributo in pedagogia speciale
Il volume si rivolge a tutti coloro che si occupano di Bisogni Educativi Speciali, soprattutto in riferimento alla disabilità cognitiva. Nel testo si vuole evidenziare la centralità dell'inclusione, scolastica, sociale e culturale come mezzo e strumento della realizzazione individuale e collettiva di tutti e di ciascuno. Nella prima parte si definisce lo sfondo epistemologico e il ruolo della Pedagogia e della Didattica speciale, discipline chiamate al complesso e difficile compito di promuovere l'unicità della persona, della diversità e della differenza come modelli di umanità. Nella seconda parte si esplorano i costrutti dell'approccio narrativo in relazione ai processi inclusivi, specie in riferimento alla narrazione nelle persone con deficit cognitivo. I processi educativi orientati dalla Pedagogia speciale valorizzano lo spazio che unisce il qui ed ora, il possibile, il futuro, l'immaginato, il tempo che intercorre tra la progettazione di vita e le sue possibilità attuative, a prescindere dalle condizioni di deficit o BES. -
Athìnganos-Zingari. Arte e baratto
Lo scopo di questo volume è quello di approfondire la conoscenza della storia e della cultura romanì. Per farlo, l'autore analizza tre segmenti cruciali: la storia, l'arte e l'economia. Temi scarsamente trattati in precedenza ma tuttavia fondamentali nella ricostruzione di un'identità spesso relegata ad ambiti esclusivamente sociologici. Unica nel suo genere, l'etnia zingara è trasversale antropologicamente a molte civiltà con le quali è venuta in contatto e con le quali ha convissuto e interagito per molti secoli. Tracce di questi processi sincretici sono rinvenibili tutt'oggi nei rituali, nelle lingue e nell'arte di molti paesi. ""Gente del mondo"""" il cui cammino si insinua tra le pieghe della storia in senso esteso, a volte con ruoli da protagonista. Affonda le proprie radici nella terra di tanti popoli traendo linfa dalla medesima """"madre"""", così da preservare se stessa e assomigliando a tutti."" -
Educazione alla cittadinanza e bisogni educativi speciali. Un incontro necessario
L'ipotesi di fondo della presente opera è quella secondo cui tra l'educazione alla cittadinanza e l'inclusione scolastica e sociale delle persone con BES non solo non sussiste una linea di demarcazione (pur considerata labile e inconsistente), bensì, superando ogni concezione settoriale, si viene a determinare un vero e proprio processo osmotico. Muovendo dai pronunciamenti delle organizzazioni internazionali (ONU, OCSE, UNESCO) e dei soggetti politico-istituzionali europei, fino ad arrivare alla normativa di primo e secondo grado emanata per lo specifico nel nostro Paese, si è potuto attivare un percorso improntato alla metodologia della ricerca-azione che da un lato ha permesso di dimostrare la fondatezza dell'ipotesi originaria e dall'altro di esperire processi e strumenti operativi da intendere come prototipi esplicativi efficaci qualora si intendano concretizzare le migliori condizioni per garantire agli alunni con BES il soddisfacimento dei diritti di cittadinanza in ambienti la cui cultura di fondo deve necessariamente essere inclusiva e democratica. -
La regina Odeida e la riforma delle forme. Ediz. a colori
La regina Odeida era esageratamente grassa e questo la rendeva instabile facendole fare frequenti capitomboli. Quando si procurava una storta andava su tutte le furie. Tuttavia, non avendo alcuna intenzione di modificare le proprie abitudini alimentari convocò i migliori inventori del regno per risolvere questo problema. Tra questi, il cavalier Tromboni propose una soluzione radicale: dare una forma geometrica a tutta la natura per renderla geometrica, simmetrica, squadrata, liscia, semplice e prevedibile, e quindi sicura. ""Bellissimo, geniale"""" disse Odeida """"a me le cose che si possono capire con il minimo sforzo piacciono moltissimo"""". Inizia così la Riforma delle Forme della natura, un percorso che renderà il suo regno ordinatissimo, semplicissimo, prevedibilissimo: in una parola noiosissimo. Quante volte pur di non affrontare la fatica di cambiare le nostre idee e le nostre abitudini abbia preteso che fossero gli altri e il mondo attorno a farlo? La regina Odeida e la riforma delle forme è una storia che aiuta a riflettere su questo. Età di lettura: da 7 anni."" -
Pedagogia e postmoderno
Questo libro vuole esplicitare cosa si intenda per postmodernità e come debba essere interpretato il sintagma pedagogia critica, nonché delineare quale rapporto si possa instaurare fra loro. Parlare di programmi educativi e di formazione vuol dire prendere atto e fare i conti con la crisi del soggetto e del senso o, per essere più precisi, con una differente modalità di concepire la soggettività, che non è data, non è cauzionata metafisicamente, ma che si fa nella storia in termini di costruzione e narrazione. La pedagogia deve misurarsi con questo cambiamento, cioè con l'impossibilità di costituirsi come un sapere che abbia valenze epistemologiche certe, stabili, col risultato che essa dovrà mettere costantemente alla prova se stessa a partire da ciò che è il centro della sua riflessione: quel soggetto che è tale nel suo farsi soggetto, secondo una dinamica regolata da una precisa istanza emancipativa, da promuovere, ma anche da regolare. -
Il RAV e il PdM nella scuola italiana. Rapporto di autovalutazione e Piano di miglioramento
Il testo è dirotto a chi intende approfondire in modo analitico e critico il percorso di autovalutazione e di miglioramento dell'istituzione scolastica, in cui opera, e si propone di sostenere quanto è previsto dal D.P.R. n. 80/2013 (Regolamento del Sistema nazionale di valutazione), dalla direttiva ministeriale n. 11/2014 e dalla circolare ministeriale n. 47/2014. Esso, oltre a essere un efficace strumento di formazione per coloro che sono impegnati a far funzionare la scuola, è anche un utile ed efficace supporto sia per predisporre il Rapporto di autovalutazione (RAV) e il Piano di miglioramento (PdM) sia per agevolare le scuole a orientarsi e a produrre in merito. Il ruolo e la funzione dci Dirigenti scolastici e dei docenti, nella società globale e, come direbbe il sociologo Bauman, ""liquida"""", diventano centrali per educare e far acquisire alle giovani generazioni. attraverso l'istruzione e la formazione, tanto le conoscenze e le competenze per attraversare e governare il mondo quanto i valori per orientarsi nel cammino verso gli obiettivi che s'intendono perseguire."" -
Perché narrare le fiabe
Se speriamo di vivere semplicemente di momento in momento, ma realmente coscienti della nostra esistenza, la necessità più forte e l'impresa più difficile consiste nel dare un significato alla nostra vita. Bruno Bettelheim, nel suo libro Il mondo incantato, espone la convinzione che un ruolo essenziale per raggiungere questo scopo, soprattutto nelle prime fasi della vita dell'uomo, venga svolto proprio dalla fiaba; essa risulta quindi fondamentale per la formazione del bambino. Da questo presupposto prende forma il libro che, nei sette capitoli che lo compongono, affronta una serie di temi che diventano di fatto un pre-testo per affrontare, a casa o a scuola, progetti di educazione: interculturale, con il superamento dei pregiudizi; ambientale, per il rispetto dell'ambiente e la salvaguardia della fauna in via di estinzione; alimentare, per affrontare lo spreco del cibo; emotiva, per analizzare i temi della morte e dell'abbandono, e così via fino al bullismo e all'educazione di genere - Gender. Tutti gli argomenti vengono trattati mettendo in relazione la vita reale del bambino e quella dei personaggi fantastici delle fiabe che fanno da cornice alle diverse storie. -
Il mio Dewey. Riflessioni sull'eredità deweyana
Il 2016 è, per il mondo della ricerca educativa in generale, e non solo per gli studiosi di Dewey, un anno particolarmente importante: cento anni fa esatti, infatti, il filosofo statunitense dava alle stampe Democracy and Education, di sicuro una delle sue opere principali ed altrettanto di sicuro, nonostante la ricchezza dei contenuti ed un certo gusto per intrecciare problemi e riferimenti diversi, la più organica e complessa che avesse mai scritto fino a quel momento su questioni educative. L'occasione è propizia, dunque, non solo per tornare a riflettere su un saggio che ha segnato in maniera indelebile la storia della riflessione sull'educazione ma, soprattutto, per ripensare a Dewey, alle sue scelte ed alle sue tesi filosofiche, e interrogarsi sull'impegno educativo intrinseco al lavoro intellettuale. Questo volume, quindi, mira ad approfondire da punti di vista diversi, ma tra loro intrecciati e quasi interdipendenti, l'idea di Dewey quale classico dell'educazione e, ancora di più, come interlocutore ineludibile nella ricerca contemporanea intorno all'educazione, considerata nei suoi aspetti teorico-teoretici. -
L' antipedagogia incontra l'arte
In questo nuovo libro di Francesco De Bartolomeis le due aree che ne caratterizzano la ricerca (pedagogia e critica d'arte) sono presentate in un vasto quadro di collegamenti con settori di conoscenze e di attività lungo un fronte culturale che si muove e si rinnova. Niente è lontano e estraneo: dalla letteratura alla musica, dalle scienze umane alle scienze fisico-matematiche e naturali. I collegamenti entrano nella trattazione dei problemi con la forza di una necessità storica, come è dimostrato anche da numerosi esempi. L'esperienza è la vera protagonista. E esperienza significa attività vaie e sempre nuove, rapporti, interventi sul campo, collaborazione. Tiziana Iaquinta, che ha dedicato due libri alla pedagogia di De Bartolomeis, è presente nel libro con una introduzione e con un'intervista con l'autore della cui complessa personalità rivela nuovi, essenziali aspetti. -
La qualità del fare scuola. Individualizzazione e ambienti di sviluppo delle competenze
Il presente volume intende argomentare su due modelli didattici che possono contribuire a migliorare la qualità dell'istruzione. Il primo modello è il mastery learning debitamente aggiornato. Ci interessa precisare che non si tratta di un modello teorico elaborato a tavolino (faremmo altrimenti, come dice Benedetto Vertecchi, della ""cattiva pedagogia""""), ma di un modello sperimentato a più riprese a livello internazionale, come sottolineato anche dal recente dibattito sull'evidence based education. L'altro modello discusso è denominato flipped classroom. In esso si intende capovolgere ciò che tradizionalmente si realizza tra le pareti scolastiche: pertanto quello che per la maggior parte del tempo si faceva a casa, ora viene spostato in aula, mentre ciò che per la maggior parte del tempo si faceva in aula ora viene dirottato a casa. Si sposta la lezione frontale ai tempi domestici (mediante la realizzazione di videolezioni ad hoc), al fine di utilizzare il tempo scolastico per lo svolgimento di attività più gratificanti e coinvolgenti per gli allievi."" -
Non sono un mostro ti dico!
"Potresti per favore tenermi Antonio per venti giorni?"""" mi disse il mio vicino Lazzaro. """"Ecco pure le istruzioni"""". Presi la busta e la misi nella tasca del mio giubbotto di jeans. """"Mi servono delle istruzioni per prendermi cura di un bambino?"""", dissi tra me e me. Questa è la storia di Antonio, un bambino particolare. Ad Antonio non piacciono le sorprese e nemmeno la confusione. Lo disturbano alcuni rumori ed è possibile che per lui il riso che hai cucinato odori di pesce. Potrebbe cambiare posto perché il sole gli bagna il viso. Non gli piace stare in mezzo a tanta gente, preferisce giocare da solo nella sua camera e quando gli si cambia il programma, spesso, si arrabbia. Quando usi le metafore non ti capisce. Conosce tutti gli amici di suo padre ma suoi non ne ha, parla ininterrottamente, gli piace l'ordine, sa tante cose, cose che probabilmente la maggior parte delle persone non sa, per esempio che il formichiere arboricolo si chiama anche Tamandua tetradaktyla. Un libro che introduce il lettore nel mondo dei bambini autistici (sindrome di Asperger). Età di lettura: da 10 anni." -
Quando la scuola ritiene di preparare alla vita. Sviluppare competenze o insegnare diversi saperi?
Le democrazie mettono la scuola sul banco degli imputati. Legittimata in passato dalla sua storia e da un progetto politico che non si discuteva affatto, le viene intimato oggi di spiegarsi. A che cosa forma? Cosa ci si deve aspettare da essa? Chi può deciderne? E come, in seguito, essa può attuarne il progetto? Si è d'accordo, volentieri, che si tratta di «preparare alla vita» e di trasmettere «i fondamenti della cittadinanza». Ma cosa sono questi? E, supponendo che si possano definire in maniera unanime, la scuola ha gli strumenti necessari per insegnarli? Quali trasformazioni ciò implicherebbe nell'organizzazione degli insegnamenti, nelle scelte delle discipline e dei programmi, e nella formazione degli insegnanti? Philippe Perrenoud, specialista delle questioni d'insegnamento e d'apprendimento, esperto internazionale in materia di curriculum, sociologo dallo sguardo acuto, ma sensibile agli interrogativi pedagogici, osa porre questi problemi. Egli passa in rassegna, in quest'opera, i problemi fondamentali - e troppo spesso ignorati - della nostra Scuola. Perché questo fascino contemporaneo per le competenze? Cosa si mette esattamente dietro questo termine? Tutte le discipline possono insegnarsi attraverso le competenze? Come rendere compatibili il rispetto delle discipline tradizionali e la domanda sociale d'una Scuola che prepari veramente alla vita, in tutte le sue dimensioni? In mezzo a turbolenze sociali e istituzionali attuali, Philippe Perrenoud sostiene un metodo ragionevole di definizioni delle nostre priorità educative e scolastiche. Affinché le democrazie si riapproprino della Scuola. -
Il dottorato di ricerca nello spazio europeo. Quale conoscenza per la società di oggi e di domani?
Il volume conclude un impegno di riflessione sul dottorato di ricerca cominciato diversi anni or sono, offrendo un ampio quadro delle dinamiche italiane ed europee che hanno caratterizzato i mutamenti dell'università, al fine di comprendere quale sia l'idea di conoscenza oggi al cuore del terzo ciclo dell'istruzione superiore e quali possano esserne i risvolti per le scienze dell'educazione. Attraverso un approfondimento concettuale degli aspetti più rilevanti del Processo di Bologna e della Strategia di Lisbona, sono analizzate le principali tappe che hanno scandito i trentasei anni di esistenza del dottorato di ricerca in Italia, ponendone in luce le continuità e le fratture sia rispetto alla tradizione universitaria del nostro paese sia in relazione al contesto internazionale e, più in particolare, europeo. Il volume presenta, inoltre, un percorso che si snoda lungo tutti i documenti che hanno contribuito alle trasformazioni del profilo del dottorato, soffermandosi su alcuni elementi di rilievo: l'idea di ricerca, la spendibilità del titolo, l'internazionalizzazione, la valutazione e la governance. Il volume è arricchito, infine, da un'ampia appendice documentale. -
Tra logos e dialogos. L'attuarsi di una filosofia dell'educazione
Quando nei primi decenni del secondo Novecento la pedagogia era ancora impegnata nel definire la propria identità di sapere, Edda Ducci era appena uscita dagli studi di filosofia teoretica e si apprestava ad entrare nel complesso logos del sapere pedagogico. Nonostante il sospetto dei pedagogisti, timorosi di una indebita colonizzazione filosofica, l'autrice stava per intraprendere una strada, quella del dialogo, che la porterà negli anni ad una singolare interpretazione del rapporto filosofia-pedagogia. Per l'autrice è sempre stato chiaro che la «pedagogia è un contenitore troppo vasto» e che la differenza non consiste soltanto nel considerare l'uomo come oggetto o soggetto, ma piuttosto come l'esplicitarsi di due possibilità: l'una sostiene il sapere circa l'oggetto/soggetto; l'altra mira al costituirsi di una dialettica costantemente alimentata dalla simbiosi tra sapere e modo di essere del soggetto/oggetto. Perciò la filosofia dell'educazione di Edda Ducci non è vista come techne, ma come qualcosa che imprime un suo sigillo ad una praxis che pensa e vive la persona come un ""al di là"""" dell'oggetto."" -
Educare l'infanzia nel mondo dei media. Il ruolo dell'adulto in famiglia e nei contesti educativi
La presenza di televisione, di strumenti touchscreen e di altri media è sempre più ricorrente e sempre più ingombrante nella vita dell'infanzia. Andando oltre la ""mitologia"""" dei nativi digitali, è auspicabile che gli adulti - e quindi la scuola e i servizi educativi, ma anche la famiglia - collaborino per trasformare quella che è una """"naturale"""" confidenza dei bambini in una competenza, ovvero accompagnino i bambini nel rapporto con gli strumenti comunicativi per far sì che essi diventino sempre più consapevoli, critici e creativi. Il modello della Media Education può dunque essere applicato a partire dalla prima e dalla primissima infanzia, attraverso una sensibilizzazione di genitori, educatrici, educatori e insegnanti e attraverso un uso """"ecologico"""", problematico e riflessivo degli stessi strumenti in ambito educativo, istruttivo e formativo. Senza farsi terrorizzare dai pericoli o incantare dalle potenzialità, ma anzi rendendosi consapevoli dei rischi e trasformandoli in opportunità."" -
Progettare e valutare nella scuola delle competenze
Sebbene parlare di progettazione e valutazione possa sembrare un leitmotiv i cui contenuti e significati debbano essere considerati scontati, purtuttavia chi conosce da vicino il sistema formativo può testimoniare l'esigenza, ancora perdurante, della diffusione e del consolidamento di una cultura che porti a compenetrare il valore dei due processi e a padroneggiarne gli strumenti. L'opera, dal punto di vista degli autori, intende rappresentare un'occasione di riflessione, che, muovendo dagli aspetti teorico-epistemologici delle questioni trattate, possa offrire spunti di condivisione circa l'effettiva attuazione nel quotidiano fare scuola, con l'intento di contribuire al superamento del diffuso ritardo con cui continuano ad essere recepiti i risultati della ricerca. In tale ottica vengono rivisitati strumenti e processi riguardanti la progettazione curricolare e la valutazione, focalizzando i loro risvolti di concretezza e di autenticità, si confida nella possibilità che i docenti ne compenetrino il valore in termini di traducibilità sul piano operativo, dando vita ad una didattica esperienziale, innovativa ed efficace. -
Apprendimento, inclusione, competenze e valutazione
La presente pubblicazione è frutto della riflessione su tematiche cogenti che investono nell'attualità le istituzioni formative e, in particolare, la scuola. Il focus è dato dal processo di apprendimento per come esso viene a determinarsi nei diversi ambienti, reali e virtuali, secondo specifiche e inedite modalità e forme. I nodi problematici affrontati implicano la necessità di rivolgere l'attenzione verso un'adeguata alfabetizzazione orientata a favorire l'affermazione della cittadinanza attiva. Questa non è intesa come semplice presa di coscienza dei propri diritti e doveri, bensì come acquisizione critica e responsabile della dimensione personale di ogni essere umano chiamato a vivere in un contesto connotato da una moltitudine di linguaggi e dall'incrociarsi di culture diverse. Ciò mentre l'eterogeneità, assurta a fattore caratterizzante della contemporaneità, finisce con l'includere i bisogni educativi speciali che ne diventano, così, una delle tante componenti peculiari. Sullo sfondo di tale scenario sono state affrontate, altresì, le questioni connesse con un impegnativo processo progettuale e valutativo proteso a promuovere l'effettivo sviluppo di competenze ritenute irrinunciabili nella società globalizzata e in continua e repentina trasformazione. -
Verso una pedagogia dell'innovazione
Verso una pedagogia dell'innovazione tenta di esplorare l'adozione di nuovi fermenti tecnologici ed organizzativi calati in contesti educativi ed imprenditoriali. I temi approfonditi sono rappresentati dalla realtà aumentata-virtuale e dal coworking, inquadrati qui in una agile panoramica della letteratura nazionale e internazionale di riferimento.