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Giotto e i francescani. Tre paradigmi di committenza
Alcune delle più importanti imprese pittoriche ""francescane"""" di Giotto e della sua vasta bottega (a Pisa, Firenze e Assisi) sono qui studiate da uno dei maggiori esperti internazionali di arte italiana del Trecento. Nel corso dei primi vent'anni circa del Trecento, infatti, l'Ordine francescano - cui tutte queste opere fan capo - subisce profonde trasformazioni, in stretto rapporto con le vicende della Chiesa migrata ad Avignone, e con l'evoluzione economica, finanziaria e politica delle città che costituiscono gli scenari degli avvenimenti, Pisa, Firenze, e Assisi. L'Ordine francescano, legato, per un verso, ai principi e alle scelte radicali del Fondatore, e per un altro fortemente partecipe della società contemporanea, e in strettissimi rapporti con i banchieri fiorentini e le élites intellettuali, ridefinisce la figura di Francesco, e la presenta in modi che Giotto, come Gardner ci indica, riesce a rappresentare con straordinaria efficacia visiva e propagandistica. Ne deriva un quadro movimentato e colorito, ben lontano dall'immagine stereotipata che spesso si dà dell'artista e dei suoi committenti."" -
Narrazioni e strategie dell'illustrazione. Codici e romanzi cavallereschi nell'Italia del Nord (secc. XIV-XVI)
Mettendo l'accento su codici e testi a stampa illustrati, prodotti e circolanti nell'Italia del Nord tra i secoli XIV e XVI, questo volume studia la relazione che lega la narrazione cavalleresca al ricco patrimonio figurativo che l'accompagna o cui ha dato origine (miniature, illustrazioni a stampa, decorazioni pittoriche che abbelliscono palazzi pubblici o privati, oggetti d'uso quotidiano). La centralità della materia cavalleresca nell'ambito del discorso di autorappresentazione e idealizzazione costruito dalle signorie padane tra Medioevo e Rinascimento costituisce un dato di fatto già messo in luce dalla critica. I saggi qui riuniti intendono promuovere una prospettiva interdisciplinare che consenta di affrontare la lunga durata che caratterizza il fenomeno, nonché la molteplicità e l'eterogeneità di forme attraverso cui si esprimono e si declinano gli ideali cavallereschi in tale contesto storico-culturale. Il volume propone inoltre, in anteprima, l'analisi di una recente trouvaille, vale a dire un microfilm che ci restituisce copia parziale di un testimone scomparso di uno dei più importanti cicli arturiani, il ""Guiron le Courtois""""."" -
The american exceptionalism revisited
When looking at the US from a European perspective a sort of paradox immediately emerges. On the one hand, the ‘American way of life’ has been penetrating in depth our everyday life and, even more, our Western culture through the music, the movies, the literature and all possible consumerist habits. But, on the other hand, all recurrent statements have been emphasizing the ‘American exceptionalism’ of political institutions, that is, how different and distant the North American institutions are from the European ones with regards to the government leadership, the relationships between existing powers, the connections with the citizens and even the very notion of democracy. This book will not analyze the reasons of such exceptionalism. It addresses a more salient and up to date question: how much exceptionalism is today still present if we compare US democratic institutions to the European ones? In other words, has there been a convergence or are the differences still very strong and accentuated? And if there has been convergence, in what directions? Or if resilient divergences, on what aspects? Moreover, how to explain the convergence, if there has been one? -
Barcarola. Il canto del gondoliere nella vita quotidiana e nell'immaginazione artistica
La canzone da gondola veneziana, o barcarola, è strettamente legata alla storia di Venezia. A partire dalla metà del Settecento e sino al Novecento, la Barcarola si è sviluppata anche a livello strumentale e in ambito operistico, sino a divenire un genere europeo. In questo modo si è progressivamente allontanata dal contesto originario, contribuendo così alla diffusione dell'immaginario di Venezia in tutta Europa. Al centro di questo volume vi sono canzoni da battello e barcarole, cantate nelle serenate sul Canal Grande, come anche quei canti dei gondolieri circonfusi di leggenda, che avrebbero ripreso alcune stanze della Gerusalemme liberata del Tasso. Attraverso le testimonianze di Rousseau e di Goethe, il topos del ""gondoliere che canta"""" diviene una componente fondamentale dell'immagine di Venezia che si va diffondendo in tutta Europa. Anche compositori come Mendelssohn, Rossini e Wagner hanno trovato ispirazione nei canti veneziani e in quelli da gondola. La barcarola si è sviluppata tuttavia pure nel contesto cittadino: considerata """"canzone veneziana"""" da Giovanni Battista Perucchini (1784-1870) fino ad Antonio Buzzolla (1815-1871)."" -
I podestà sulle sponde del Rodano. Arles e Avignone nei secoli XII e XIII
Il governo del podestà è un'istituzione distintiva della civiltà comunale italiana. Come interpretare allora la sua diffusione e la sua rapida evoluzione in Provenza, nelle grandi città della bassa valle del Rodano? La storiografia italiana non ha mai tratto sufficientemente profitto da questa esperienza provenzale che, in verità, è durata solo qualche decennio prima della conquista da parte dei principi capetingi. Il percorso dei comuni di Arles e Avignone, nonostante la breve durata, non condiziona solo la storia del basso Rodano tra XII e XIII secolo, ma influenza profondamente anche i secoli successivi, caratterizzati dalla dominazione delle monarchie angioine e pontificie. Se quello che accade in questa terra permette di relativizzare l'eccezione italiana, le vicende dei comuni del basso Rodano consentono anche di meglio comprendere il ruolo dei principi francesi e del papato avignonese, nella storia provenzale e in quella italiana. -
L' Italia vista dal Cremlino. Gli anni della distensione negli archivi del comitato centrale del PCUS, 1953-1970
Alla morte di Stalin la leadership sovietica elaborò una politica estera più flessibile rispetto al passato, dando avvio a una nuova fase nella guerra fredda volta a perseguire la distensione tra i blocchi. A una politica bipolare aggressiva si sostituì gradualmente una nuova forma di competizione tra sistemi, nella quale l'Italia tentò di ritagliarsi spazi di azione ""originali"""", che rispondevano all'ambizione di giocare un ruolo di mediazione nelle relazioni tra Est e Ovest. La presenza di un grande partito comunista, l'eccellenza del """"made in Italy"""" e la preparazione alla formula del centro-sinistra sin dalla metà degli anni Cinquanta suscitarono le attenzioni del Cremlino e innescarono nuove dinamiche nelle relazioni bilaterali. La raccolta di documenti inediti provenienti dall'Archivio del Comitato Centrale del Pcus permette di ricostruire il punto di vista sovietico su quegli anni e analizzare da una nuova prospettiva diversi snodi della storia italiana del dopoguerra. Il '56, la crisi di Berlino, la nascita del centro-sinistra, i legami Pci-Pcus, il '68, sono solo alcuni dei temi che le pagine della raccolta permettono di approfondire."" -
Art and observance in renaissance Venice. The dominicans and their artists (1391- ca. 1545)
Observance is a multifaceted and complex reform movement of religious orders. Promoted by the Church at the end of the 14th century, Observance played a central role in the life of many cities during 15th century and beyond. This broad artistic and historical study shed a light on this neglected aspect of the Italian Renaissance: the contribution of the Observance and its forms of devotion to the visual culture of the Early Modern period. Focusing on Dominican Observance in Venice, this book explains its role in the transformation of the religious painting from an iconographical and formal point of view, showing the role of the Dominican Observance in the development and promotion of a more realistic religious painting in which the viewer is actively involved. Based on archival researches, it gives an overview of the reconstruction of the lost artistic and historical heritage of the Dominican houses in Venice ‒ SS. Giovanni e Paolo, S. Domenico di Castello, S. Pietro Martire at Murano and the Corpus Domini. A wide range of artists including Giovanni Bellini, Titian, Lorenzo Lotto, Giuseppe Salviati, Girolamo Savoldo and Fra Bartolommeo produced works of art for these houses. They are analysed in individual chapters according to three main themes: images for the nuns, images for the friars’ private devotion and images to define the Order’s identity in front of the political and religious representatives as well as the faithful. The diachronic approach used by the author enlightens how the Dominican Observance faced major religious movements such as those of the Devotio moderna and the Reformation which promoted Christ-centered and more direct and individual devotional practices. -
La storia di genere in Italia in età moderna. Un confronto tra storiche nordamericane e italiane
L'obiettivo di questo volume è fare dialogare storiche americane e italiane riguardo alcuni temi della gender history relativamente alla prima età moderna. Il confronto evidenzia l'importanza di mantenere sempre attivi i contatti fra le due storiografie: quella americana, caratterizzata dalla volontà di sintetizzare e contestualmente ampliare con nuovi indirizzi di interpretazione la storia della società europea; e quella italiana, in grado di produrre sovente ricerche di grande spessore storiografico anche attraverso l'indagine sulle fonti, ma a volte manchevole nell'allargare il suo sguardo all'orizzonte extra-italiano, europeo e globale. Infine, pur senza alcuna pretesa di completezza, attraverso una decina di casi si propone un bilancio su molte delle più importanti iniziative che hanno avviato e arricchito, con notevoli risultati, la gender history in Italia. -
Il governo del popolo. Vol. 3: Dalla Comune di Parigi alla prima guerra mondiale.
Terza tappa di una storia del discorso sul popolo dall'antico regime all'epoca contemporanea, il volume si sofferma sui mutamenti che caratterizzano questa cruciale direttrice del dibattito politico-costituzionale occidentale nel tumultuoso periodo aperto dall'esperienza della Comune di Parigi: una fase storica nuova, nella quale il termine ""popolo"""" - ormai definitivamente consacrato come espressione dell'unità-totalità del corpo sovrano nel lessico e nella riflessione giuridico-istituzionale - vede indebolita la sua capacità di polarizzazione, in positivo e in negativo, del dibattito pubblico e sembra implodere di fronte all'affermazione dirompente di una pluralità di figure, ora più capaci di ispirare e rappresentare l'immaginario politico dell'epoca, come nazione, classe, proletariato, massa, folla. E anche questo processo di moltiplicazione e frammentazione semantica a spingere il discorso sul popolo verso nuove e più approfondite forme di articolazione epistemica e categoriale, attraverso l'emersione di nuovi campi di ricerca, dalla sociologia alla psicologia collettiva, che del """"popolo"""" come unità plurale concreta cercano finalmente di comprendere la composizione, i bisogni, i comportamenti, gli obiettivi."" -
Courts and courtly cultures in early modern Italy and Europe. Models and Languages. Ediz. italiana, francese e inglese
This volume deals with the forms of propaganda and self-representation, through words and images, during the rise of the ‘civiltà delle corti’ and through processes typical of the time, such as confrontation, adaptation, competition and rivalry. This period, which marked the passage of Italian and European culture from the Middle Ages to the Renaissance, is fundamental in the development of Modern Europe, and it lasted up to the XVIII century and beyond.At the heart of many matters debated here lies the relationship between culture and politics. The formation of a ‘Lombard identity’, central to the Sinergia project which was the frame of the whole research and its conferences, is closely linked to this broad general context. It places the so called ‘questione milanese’ – above the traditional hierarchies ‘Toscana oriented’ – at the centre of many questions regarding Northern Italy as a whole, starting from the dissolution of the Medieval communes, through to the rise of the signorie, from the end of the XIII century and the beginning of the XIV century up to the early XVI century. -
Frontiere aperte. Musulmani, ebrei e cristiani nella Repubblica di Venezia
Nel quadro mobile della frontiera veneto-ottomana, specchio del variegato ponte che univa Venezia all'Impero turco, emerge la labilità di un confine dinamico, caratterizzato da continui attraversamenti delle barriere geografiche e religiose. Vengono alla luce realtà plasmate dalla circolazione delle cose e delle persone, storie individuali di duplice appartenenza, profondamente segnate dalla coesistenza con l'altro. Del complesso contesto sociale della città di Venezia si ricostruisce qui la realtà segnata dalla presenza di minoranze orientali in contatto quotidiano con i sudditi della Serenissima, mettendo in luce le multiformi relazioni che nell'età moderna hanno interessato gli abitanti delle opposte sponde del Mediterraneo. Si delinea così una frontiera porosa, aperta allo scambio e alla contaminazione, che induce a leggere in modo nuovo la storia dei rapporti tra turchi, ebrei e cristiani. -
Delle cause della grandezza delle città
Quali sono i fattori della crescita urbana? Per quali motivi alcune città si sviluppano più di altre? Come spiegare perché in certi casi la popolazione di un dato luogo cessa di aumentare? Sono domande che animano tuttora le scienze sociali, e che troviamo già perfettamente enunciate in questo classico del pensiero urbano europeo, pubblicato da Giovanni Botero nel 1588. Stimolato dall'enorme ampliamento delle conoscenze in seguito alle scoperte geografiche cinquecentesche e fondato su un metodo comparativo allora inedito, questo libro - nel proporre un approccio ""globale"""" alle questioni urbane - illustra una nuova, aurorale, idea di città."" -
Cultura oltremontana in Lombardia al tempo degli Sforza (1450-1535)
Eletto duca di Milano nel 1450, Francesco Sforza inaugura una nuova dinastia che cerca di legittimare attraverso una politica culturale ispirata a quella della corte di Borgogna. Il gusto artistico di Filippo il Buono (1420-1467) e di Carlo il Temerario (1467-1477) impongono un rinnovamento della musica, della letteratura e della pittura che si diffonde in tutta Europa attraverso i canali diplomatici ed economici. Milano ricopre un ruolo essenziale nella ricezione e nella diffusione del modello borgognone in Italia, grazie ai suoi rapporti politici privilegiati con la Francia e il ducato di Savoia, che favoriscono l'acquisto di opere d'arte e il reclutamento di artisti, e grazie alla sua situazione geografica alle porte delle Alpi. Nel 1479, l'avvento di Ludovico il Moro determina un orientamento più italiano del gusto della corte sforzesca e l'attività di artisti quali Bramante e, soprattutto, Leonardo, contribuisce all'elaborazione di un modello lombardo che si diffonde a sua volta a nord delle Alpi e che permette di forgiare un'identità culturale propria al ducato. I diversi saggi che compongono il volume servono proprio a comprendere questi processi, le dinamiche della trasmissione di modelli nordici, la loro elaborazione da parte di artisti lombardi e settentrionali a contatto con l'arte leonardesca nella Milano sforzesca. -
The Basilica of San Pietro in Vincoli
La Basilica di San Pietro in Vincoli, oltre la bellezza e maestosità dell'edificio basilicale in sé, costituisce un complesso urbanistico, archeologico, rinascimentale e moderno tra i più complessi e cronologicamente completi di Roma. Sorge in vetta all'Esquilino a Nord del Colosseo e non lontano dalle Terme di Traiano, presso la zona che fu occupata dalla Domus Aurea. Gli strati su cui sorge la basilica si originano nella protostoria e attraversano l'età repubblicana, quella classica adrianea, fino alla tardo-antica. Conserva cospicue tracce di restauri medievali, ma soprattutto sono di rilievo gli interventi rinascimentali ad opera dei grandi cardinali che ne furono titolari e che profondamente amarono ed onorarono la basilica. Di essi taluni divennero celebrati papi, quali i della Rovere Sisto IV e Giulio II, per giungere a Pio IX. Le tracce dei loro poderosi interventi si possono tuttora ammirare. All'ingresso nel tempio si è subito affascinati dalla doppia teoria di possenti colonne doriche che spartiscono la spaziosa navata centrale dalle laterali. L'edificio conserva celebri opere d'arte di gran pregio, quali il monumento a Giulio II con il Mose di Michelangelo, la tavola musiva con la rappresentazione di s. Sebastiano della fine del VII secolo, la confessione o cripta recante la preziosa teca bronzea con le catene di s. Pietro che dà nome alla basilica, numerose opere pittoriche e plastiche attribuite ad artisti quali Jacopo Coppi, il Guercino, il Domenichino... -
Idee e movimenti comunitari. Servizio sociale di comunità in Italia nel secondo dopoguerra
Quale ruolo ha effettivamente svolto il servizio sociale nei vari ambiti e contesti in cui si è esplicata la sua attività? Che tipo di risposte ha saputo o potuto dare ai molteplici bisogni cui di volta in volta è stato chiamato a rispondere? E quale contributo ha fornito alla costruzione del nuovo welfare che la Repubblica, non senza difficoltà, veniva definendo dopo il secondo conflitto mondiale? Partendo dai dati emersi nel corso del VI incontro di studio Sostoss, tenutosi a Roma il 28 maggio 2013, arricchiti da ulteriori riflessioni, fonti e analisi, i testi raccolti in questo volume provano a tracciare un quadro critico della presenza e del ruolo del servizio sociale nel nostro paese. In particolare, è descritto e analizzato l'impegno della professione nei programmi sociali a carattere comunitario a favore di comunità territoriali, nelle periferie urbane e nelle aree rurali di vecchio e nuovo insediamenti, nel periodo compreso tra la fine della guerra e gli anni Settanta. -
Una rete di amicizie. Carteggi dalla «koinonia» di Ernesto Buonaiuti 1915-1927
Tre giovani romani si scambiano lettere negli anni tra la prima guerra mondiale e il consolidamento del fascismo come regime. Interloquisce talora con essi don Ernesto Buonaiuti, studioso e professore di Storia del cristianesimo; la sua proposta di rinnovamento religioso, e la dura condanna della Chiesa di Roma, rappresentano il cuore di questo carteggio, insieme alla rete di amicizie giovanili che viene ad annodarsi intorno alla sua figura. Ma le lettere danno anche conto di una serie di altre questioni vive nell'Italia di quegli anni: la memoria della guerra, le difficoltà della vita quotidiana, la famiglia nelle sue varie declinazioni sia di affetti che di costrizione. Sullo sfondo la Roma degli anni Venti, con alcuni dei protagonisti maggiori e minori della sua vita politica e culturale, da Benito Mussolini a Giovanni Gentile al cavalier Giovanni Treccani, e con essi una folla di altre figure che si inseriscono nell'aspirazione ad un rinnovato lustro della città e alla riscoperta della sua supposta vocazione imperiale. -
Il diavolo in paradiso. Diritto, teologia e letteratura nel «Processus Satane» (sec. XIV)
Il diavolo sale in Paradiso, deciso a riprendersi l'umanità utilizzando un nuovo formidabile strumento: il processo. Possibile? Composto nel XIV secolo, tramandato come opera giuridica falsamente attribuita a Bartolo da Sassoferrato, il ""Processus Satane"""" è un processo simulato, in forma di dialogo, fra il diavolo, Cristo e la Madonna. Bollato come opera minore e pressoché ignorato dalla storiografia, il testo costituisce in realtà uno straordinario esempio di sincretismo culturale: il linguaggio della teologia serve al diritto come fonte di legittimazione, e di contro la costruzione escatologica e la stessa teoria della Salvezza sono impiantate su una struttura giuridica. In questa prospettiva, il """"Processus Satane"""" viene qui riproposto come punto di osservazione ideale per cogliere le interazioni di una cultura poliedrica e complessa, insieme di teatro e di letteratura, di diritto e di teologia, di scuola e di piazza."" -
L' elogio della sconfitta. Un trattato inedito di Teodoro Paleologo, marchese di Monferrato
Il manoscritto 11042 della Bibliothèque Royale di Bruxelles contiene due trattati del marchese di Monferrato Teodoro Paleologo (1291 ca.-1338), conservatici solo nella versione francese del traduttore normanno Jehan de Vignay. Il primo è un famoso scritto sull'arte militare e di governo, mentre il secondo, di cui qui si presenta l'editio princeps e una traduzione italiana, è un breve testo contenente riflessioni personali di Teodoro. A dispetto del titolo, non si tratta di un tentativo di analisi socioeconomica della realtà del tempo. In effetti, l'autore si concentra soprattutto sulla condanna della ricchezza in quanto tale, che lo conduce all'affermazione dell'assoluta impossibilità di conciliare etica e prassi politica: abbandonata per sempre la speranza di ottenere le insegne della monarchia universale, Teodoro trasfigura il proprio personale fallimento in un duro atto di accusa verso l'ingiustizia del mondo. Un piccolo classico ""eterodosso"""" del pensiero politico bizantino."" -
Storica (2014). Vol. 58
"Storica"""" è una rivista fondata in Italia nel 1995, che accoglie contributi, oltre che in italiano, in inglese, francese e spagnolo. La rivista vuole essere un luogo di discussione sulla natura, le regole e le finalità della storiografia, aperto a tutte le discipline interessate alla riflessione sul passato. """"Storica"""" pubblica tre tipi di testi: saggi veri e propri (nelle sezioni Primo piano e Filo rosso), discussioni a proposito di uno o più libri (Questioni) e ampie recensioni critiche (Contrappunti). I saggi sono sottoposti a peer review." -
La «controrivoluzione» in provincia. Movimento bianco e guerra civile nella Russia del nord, (1917-1920). Ediz. illustrata
Agli occhi di molti contemporanei e storici della Guerra civile russa il movimento bianco è stato un affare delle élites dei passati imperi che non avevano capito e accettato la rivoluzione. I bianchi desideravano il ritorno della Russia di un tempo. Ma è davvero andata così? Verso che cosa tendevano in realtà i governi bianchi? In che modo controllarono il territorio e mobilitarono i propri eserciti? Quale fu l'atteggiamento della popolazione nei confronti dei governi bianchi e delle unità di spedizione dell'Intesa che intervennero in loro sostegno? E perché gli abitanti delle regioni russe spesso combatterono insieme ai bianchi contro i bolscevichi? La ricerca di Liudmila G. Novikova, dedicata alla storia della Regione antibolscevica del nord, tenta di rispondere a queste domande: basata su materiali di archivio russi e stranieri, rivolge particolare attenzione ai paradossi politici del movimento bianco e alla lotta dei bianchi in provincia, che in misura significativa determinò il corso e le sorti della Guerra civile russa.