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«El buen marinero». Psicologia politica e ideologia monarchica al tempo di Ferdinando I d'Aragona re di Napoli
Nel corso della seconda metà del Quattrocento la monarchia aragonese di Napoli, soprattutto durante il regno di Ferrante, attua una serie di importanti riforme in campo amministrativo, giudiziario, fiscale e militare, che portano ad esiti innovativi sul piano politico-istituzionale, avviando un processo di superamento del modello monarchico-feudale. Attraverso l'analisi della prassi di governo e della comunicazione politica, per le quali il secondo aragonese di Napoli si avvalse della preziosa collaborazione di intellettuali e giuristi, si individuano qui gli elementi ideologici che ne sono il presupposto e nello stesso tempo il risultato. L'idea, in altri termini, è di ricongiungere, a partire dallo studio della ""meccanica"""" del potere, i concetti di teoria e pratica politica, per coglierne le reciproche influenze e superare così un approccio troppo spesso teso a riconoscere, nella prima, la rigida custode degli ideali della sovranità e, nella seconda, lo spazio in cui il potere del principe si esprime liberamente. I due campi si ricongiungeranno più tardi, nel secolo della Ragion di Stato, chiarendo l'ideologia che muove l'azione dei prìncipi, ma l'alto grado di consapevolezza giuridica ed etica delle prerogative sovrane, manifestato dai monarchi aragonesi nell'attuazione della loro azione, e l'uso delle più spregiudicate e raffinate strategie politiche consentono di cogliere i tratti genetici di quella sutura."" -
L' accoglienza religiosa tra tardo antico ed età moderna. Luoghi, architetture, percorsi
"Lo studio dell'accoglienza cristiana ha segnato negli ultimi anni un interesse crescente nella ricerca storica. Se un tempo il tema era limitato alle ricerche sugli ospedali, oggi si assiste all'apertura di un ventaglio più ampio di argomenti, che coinvolgono i tracciati stradali, le vie di pellegrinaggio, il ruolo dei santuari, degli ordini religiosi, le diverse forme di assistenza e di ospitalità. L'aspetto più interessante è il legame con il territorio: le indagini non sono più indirizzate soltanto ai singoli enti ospedalieri e alle istituzioni, in modo puntiforme, ma al sistema spaziale in cui questi fenomeni andavano ad inserirsi. Il volume curato da Silvia Beltramo e da Paolo Cozzo si colloca in questa prospettiva, attenta al territorio e alle strutture articolate che hanno governato i sistemi di accoglienza nella tradizione cristiana. Tutti i saggi presentati offrono un orientamento aperto ad aree vaste, di dimensione regionale, evidenziando gli sviluppi storici delle istituzioni, i legami con le realtà locali, i rapporti con le autorità laiche ed ecclesiastiche, le forme di cultura religiosa che stavano alla base delle comunità. Per questo il volume si colloca in una prospettiva di longue durée, che dal tardo antico giunge all'età moderna, con l'intento di superare le divisioni cronologiche consolidate nella storiografia tradizionale."""" (Dalla Prefazione di Carlo Tosco)" -
Comuni di Jean-Claude Maire Vigueur. Percorsi storiografici
La storia dei comuni è il settore più frequentato e più internazionalmente conosciuto della medievistica italiana. Il libro fornisce un quadro a tutto tondo degli studi, ricostruendo i percorsi di una storiografia dinamica, vasta, in continuo rinnovamento. Ciascun contributo affronta un aspetto della storia comunale, illustrando le discussioni più recenti e le interpretazioni apparse negli ultimi decenni. Con quest’opera collettiva, viene reso omaggio a un grande storico, Jean-Claude Maire Vigueur. Fine interprete del mondo comunale, organizzatore di imprese di ricerca collettive, suggeritore di nuove piste di indagine, questo studioso in un quarantennio di attività ha profondamente rinnovato e condizionato le ricerche. Per questa ragione, parlare della recente storiografia sul mondo comunale vuol dire, in primo luogo, parlare de I comuni di Jean-Claude Maire Vigueur. Ne è uscito un libro che è un momento di riflessione e, insieme, uno strumento di conoscenza, opera di alcuni dei massimi medievisti italiani (e non solo). -
Il leone ferito. Venezia, l'Adriatico e la navigazione sussidiata per le Indie e l'Estremo Oriente (1866-1914)
Nella seconda metà dell'Ottocento l'efficienza, la regolarità e la rapidità dei servizi marittimi divennero un'arma efficace per la conquista dei mercati esteri e, in particolar modo, per lo sfruttamento commerciale dell'immenso emporio costituito dalle Indie e dall'Estremo Oriente. La concorrenza internazionale, il generalizzato calo dei noli, l'aumento del tonnellaggio mondiale e la diffusa tendenza all'accentramento della produzione in imprese sempre più grandi produssero significativi mutamenti sia sul piano tecnico che infrastrutturale, sospingendo a concentrare il traffico verso pochi e sempre più attrezzati porti, che divennero anelli di congiunzione tra il sistema ferroviario continentale e le rotte transoceaniche. Sulla base di fonti prevalentemente inedite, questo volume delinea i numerosi tentativi, parzialmente falliti, di rilanciare il porto di Venezia, riportando il Leone alato nei principali scali dell'Oceano indiano, attraverso l'istituzione di linee di navigazione regolari sovvenzionate dallo Stato, le quali, dopo l'apertura del canale di Suez e del valico del Brennero, avrebbero dovuto infrangere il predominio delle compagnie austriache nell'Adriatico e dare origine a un virtuoso movimento di transito in direzione dei Paesi europei maggiormente industrializzati. -
Political order and forms of communication in medieval and early modern Europe
‘Communication’ has become one of the most vibrant areas of current research on medieval and early modern Europe, almost paralleling the heightened popularity of conflict study since the 1980s. However, the nature of this concept seems to be ambiguous and has been defined with multiple nuances. Needless to say, communication in the Middle Ages was usually accomplished by personal presence, contact, and interaction, including conflict and its settlement. In this sense, the process of communication often comprised symbolic and ritual action. In response to concerns about the study of political communication, it should be emphasised that communication may confirm and spread certain fundamental ideas, social values and norms, bringing about certain patterns of behaviour and mentality that can be shared by members of the political body and community. The authors of these essays discuss the characteristics of political communication in medieval and early modern Europe by highlighting two aspects: ‘ritual and symbolic communication’, and ‘conflict, feuds and communication’. -
The court artist in seventeenth-century Italy
Up to now the theme of the artist in the service of Italian courts has been examined in various studies focused mostly on the High Renaissance, as though the phenomenon was relevant only to the XV and XVI centuries. It actually lasted much longer, spanning the whole longue durée of the lives of the courts of the ancient regime. The present volume intends to fill this gap, presenting for the first time a comprehensive examination of the subject of the court artist from sixteenth to seventeenth century and the transformations of this role. “Court artist” is heredefined as one who received a regular salary, and was therefore attached to the court by a more or less exclusive service relationship.The book is divided insix chapters: each of them examines the position of the court artist in the service of the most important ruling families in Italy (the Savoy in Turin, the Gonzaga in Mantua, the Este in Modena, the Della Rovere in Pesaro and Urbino, the Medici in Florence) and in papal Rome, a particular and unique center of power. -
L' Italia esplode. Diario dell'anno 1952
Il racconto ci restituisce i grandi personaggi dell'epoca con i quali Irene e il marito Gaspero del Corso, fondatori della galleria L'Obelisco, intrattennero rapporti di amicizia e collaborazione: l'editore Longanesi, che per lei inventò lo pseudonimo di Irene Brin, i grandi autori come Carson McCullers e Aldous Huxley, i fotografi Henry Cartier-Bresson e David Duncan, con i quali girarono il mondo scattando foto indimenticabili. La Brin ci introduce anche nell'ambiente del cinema attraverso gli incontri con Luchino Visconti, Silvana Mangano, Dino de Laurentiis, Ingrid Bergman, Jennifer Jones. E ancora, mese dopo mese, racconta la sua passione per l'arte, il rapporto con Salvador Dalì, la promozione all'estero di artisti italiani come Vespignani, Burri, Afro, Clerici, e quella contemporanea di artisti stranieri in Italia, quali Rauschenberg, Calder, Magritte e Tanguy. Con saggi di Vittoria C. Caratozzolo e Ilaria Schiaffini. -
La fucina di Vulcano. I metalli nel mondo antico: storia, tecnologia, conservazione
La conoscenza dei metalli e delle loro potenzialità fu, se non forse la maggiore, certamente una delle principali conquiste degli uomini della protostoria, poiché ne trasformò radicalmente gli usi e i costumi. Questo libro si propone di tracciarne le vicende dalle remote origini, che fornirono temi al mito, alla letteratura, alle arti figurative, fino alle più evolute applicazioni tecniche e formali realizzate nel mondo antico. Le caratteristiche e le peculiarità di ciascun metallo sono esaminate in relazione alla loro diffusione e alla produzione artistica a cui fornirono la materia. Una particolare attenzione viene dedicata alle alterazioni e ai provvedimenti conservativi. Segue l'illustrazione di alcuni interventi di particolare rilievo che confermano come la capillare analisi effettuata attraverso un restauro possa fornire elementi determinanti non solo per la morfologia, la natura e gli aspetti tecnici di un'opera, ma anche per la sua valutazione critica. -
Presidenti. Storia e costumi della Repubblica nell'Italia democratica
L'importanza del ruolo del presidente della Repubblica nell'equilibrio dei poteri emerge fin dalla nascita dell'Italia democratica - ben presente nel dibattito in Assemblea costituente e poi nel testo della Costituzione - e tuttavia la storiografia solo recentemente ha ""scoperto"""" la centralità di questo tema per analizzare le trasformazioni dei costumi repubblicani nel secondo dopoguerra, vale a dire il tessuto civico del paese nel rapporto tra istituzioni e cittadini. Le ricerche che qui si presentano si propongono dunque una prima ricognizione per osservare i comportamenti dei presidenti della Repubblica e decifrarne i codici di comunicazione nell'esercizio delle loro prerogative, nel tentativo di cogliere il diverso """"stile"""" politico con cui si impersona il potere. Ecco allora delinearsi altrettanti terreni di ricerca: le relazioni tra il capo dello Stato e i cittadini; l'uso dei rituali civili e dei simboli nella costruzione dell'identità nazionale; l'immagine (istituzionale e privata) dei presidenti nell'opinione pubblica; il ruolo dei media (stampa, fotografia, radio, cinema, televisione, Internet); l'influenza esercitata dal Quirinale nel delineare l'immagine internazionale dell'Italia. La riflessione storica deve inoltre dare qualche risposta a pressanti questioni di attualità: la personalizzazione della politica, le retoriche populistiche, la crisi di legittimazione del potere nelle democrazie occidentali."" -
Storica (2013) vol. 56-57
"Storica"""" è una rivista fondata in Italia nel 1995, che accoglie contributi, oltre che in italiano, in inglese, francese e spagnolo. La rivista vuole essere un luogo di discussione sulla natura, le regole e le finalità della storiografia, aperto a tutte le discipline interessate alla riflessione sul passato. """"Storica"""" pubblica tre tipi di testi: saggi veri e propri (nelle sezioni Primo piano e Filo rosso), discussioni a proposito di uno o più libri (Questioni) e ampie recensioni critiche (Contrappunti). I saggi sono sottoposti a peer review." -
Società e poteri nell'Italia medievale. Studi per gli allievi per Jean-Claude Maire Viguer
Il volume raccoglie una serie di saggi nati a partire dalle esperienze di ricerca di Jean-Claude Maire Vigueur e dai percorsi di dottorato da lui diretti tra l’Italia e la Francia. Si tratta di approfondimenti che colgono un periodo storico vasto, quello dell’Italia tra il XII e il XV secolo, da molteplici punti di osservazione: le istituzioni cittadine e la loro cultura, le forme di organizzazione e le pratiche sociali delle aristocrazie, le attività economiche nelle campagne, la storia di Roma medievale. Un percorso variegato ma tenuto insieme da alcuni lineamenti di metodo profondi. Da una parte, l’approccio alla politica e alle istituzioni sempre mediato da una attenta considerazione degli attori sociali nelle loro caratteristiche peculiari; dall’altro, lo sguardo rivolto alla metodologia della ricerca, alla comprensione delle dinamiche documentarie e ai risvolti di comunicazione culturale che il fare storia si pone.Queste caratteristiche fanno del magistero di Maire Vigueur una tradizione di studi ben delineata, che trova interpreti in una giovane generazione di studiosi sia in Italia che in Francia. -
Lo Stato del Rinascimento in Italia
Attraverso un'analisi comparativa delle varie e articolate realtà politiche che compongono il mondo italiano dal Trecento al primo Cinquecento, un gruppo internazionale di studiosi propone una rilettura innovativa della storia politica dell'Italia del Rinascimento, che rappresenta anche la più recente ricerca su questi temi. Il mosaico di regni, principati, signorie e repubbliche - nella sua complessità e varietà, e con le sue trasformazioni consente infatti di mettere in campo una serie di temi politici più ampi, comuni a tutti i tipi di stati e poteri insulari, e di affrontare così da un nuovo punto di vista il controverso problema dell'apparente debolezza del sistema politico italiano. Ridefinendo il Rinascimento come un fenomeno principalmente politico, oltre che artistico e culturale, i saggi raccolti in questo volume identificano in questo periodo un momento cruciale della storia dello Stato e un vero e proprio ""laboratorio"""", i cui linguaggi, pratiche e strumenti politici, insieme alle istituzioni pubbliche e di governo, divennero essenziali per l'evoluzione dell'identità politica europea."" -
Vestire la Chiesa. Gli abiti del clero nella Roma medievale
La storia dei vestiti del clero è una storia affascinante perché, studiandoli nella loro evoluzione millenaria, dai manufatti all'ornamentazione, nelle loro forme e nelle loro singole parti, ci si accorge come siano il riflesso di un intreccio continuo tra storia dell'arte e delle immagini, storia religiosa e politica. Nel caso della Roma papale, questi intrecci rinviano sempre a problemi di grande respiro. Ricostruire la storia dei vestiti del clero nei primi secoli significa infatti ripercorrere il modo con cui il cristianesimo si è affermato all'interno della società della Roma antica; significa cioè vedere come elementi simbolici del vestiario dei romani e dell'Antico Testamento siano stati ripresi e adattati per accompagnare e affermare le nuove gerarchie, sia nei paramenti indossati nelle celebrazioni liturgiche, sia nei vestiti portati nella quotidianità. -
La giustizia del vescovo. Società, economia e Chiesa cittadina ad Asti tra XIII e XIV secolo
Il tribunale del vescovo di Asti è il centro di un complesso sistema di relazioni economiche e politiche che innervano la società astigiana del tardo medioevo. I registri redatti fra XIII e XIV secolo dai chierici notai e in generale la documentazione vescovile testimoniano infatti una concentrazione eccezionale di competenze giuridiche e finanziarie presso il tribunale ecclesiastico: dalle questioni relative al credito e all'usura, alle liti matrimoniali, fino ai conflitti politici che dividono le famiglie eminenti. Si delinea bene la capacità della Chiesa astigiana di valutare e di riorganizzare i rapporti sociali e le gerarchie economiche della città grazie a un uso sapiente dei meccanismi di inclusione e di esclusione, in particolare della scomunica. Con gli inizi del Trecento, tuttavia, il coinvolgimento crescente del clero nei conflitti di fazione riduce l'efficacia dell'azione della corte vescovile. Entrano allora in crisi sia la capacità della curia di dare ordine alle relazioni sociali sia il modello ideologico di unità civica sostenuto a lungo dalla Chiesa. -
Osservanza francescana e cultura tra Quattrocento e primo Cinquecento. Italia e Ungheria a confronto
Gli storici sono da tempo consapevoli del ruolo europeo svolto dall'Osservanza francescana tra Quattrocento e Cinquecento, un fenomeno storico che travalica ampiamente i limiti delle vicende interne all'Ordine dei Minori, dalle quali pure prese origine. Questa dimensione europea non significa, tuttavia, che l'Osservanza abbia assunto caratteristiche uniformi in ogni ambito geopolitico ed ecclesio-politico in cui è stata presente; piuttosto, ha saputo e dovuto adattarsi a diverse situazioni, configurando in modo differenziato le relazioni con i poteri sovrani, con la società politica, con i contesti religiosi. -
«Guerra santa» e conquiste islamiche nel Mediterraneo (VII-XI secolo)
In seguito alle conquiste islamiche, il Mediterraneo diventò un fluido spazio di confine tra società musulmane e cristiane, contrassegnato da continui contatti e conflitti, intrecci e scambi, trasformazioni e tensioni. Questo volume a più voci si propone di affrontare il tema del delicato passaggio che conduce dalla guerra di conquista islamica alla creazione di strutture amministrative nei territori assoggettati, analizzando anche vari aspetti delle complesse dinamiche a esso inerenti. Si prendono in esame alcuni importanti contesti mediterranei tra il VII e l'XI secolo: l'Egitto, il Maghreb, l'Andalusia, la Francia e l'Italia meridionale, le grandi isole. Lo scopo è quello di comprendere ancora meglio alcuni sviluppi e impatti dell'espansione musulmana, di affrontare le problematiche legate alla scarsità e all'interpretazione delle fonti e, non da ultimo, di invitare a guardare oltre l'orizzonte della propria disciplina. -
Valorosa vipera gentile. Poesia e letteratura in volgare attorno ai Visconti fra Trecento e primo Quattrocento
Il mondo delle corti, oggi come già in epoca tardoromantica e positivista, esercita una forte attrazione sui ricercatori e sul pubblico più ampio degli appassionati di storia. Sulla Milano di fine Trecento, in particolare, riverbera la suggestione del grande progetto politico di Gian Galeazzo Visconti, interrotto bruscamente dalla morte nel 1402. E così, soprattutto grazie al libro dedicato da Ezio Levi a Francesco di Vannozzo (1908), si è creata negli studi una vulgata convinta che la Milano del secolo XIV sia stata attraversata da un particolare fervore letterario in volgare, nel quale si sarebbero trovati a convergere molti poeti e letterati dell'Italia Settentrionale. Questa idea richiede oggi una sistematica e severa verifica, che riparta dalla documentazione primaria, e che porti all'attenzione degli studi su testi e problemi a lungo trascurati o completamente dimenticati. Fazio degli Uberti, Francesco di Vannozzo, e un vero ""poeta di corte"""" come l'aretino Giovanni de Bonis, oggi purtroppo quasi inattingibile, insieme ai testi celebrativi e a un manoscritto primo-quattrocentesco fino ad oggi dimenticato, costituiscono gli oggetti delle ricerche di cui il volume dà conto."" -
Lo sguardo lungimirante delle capitali. Saggi in onore di Francesca Bocchi. Ediz. italiana e inglese
Questo volume rende omaggio a Francesca Bocchi, storica delle città medievali, ma con aperture alle età precedenti e successive. Il taglio cronologico dato a ""Lo sguardo lungimirante delle capitali"""" è quindi ampio, come lo spazio geografico che abbraccia. Non si tratta in senso stretto delle capitali di stati nazionali o regionali, ma anche di città a capo di circoscrizioni territoriali più piccole, su cui esse hanno svolto un ruolo dominante."" -
«Non si odono altri canti». Leonardo Giustinian nella Venezia del Quattrocento. Con l'edizione delle canzonette secondo il ms. Marciano It. IX486
Leonardo Giustinian è una figura emblematica e allo stesso tempo peculiare del Quattrocento veneziano. Appartiene alla classe dirigente, ma si dedica con passione agli studi umanistici. È un uomo politico di primo piano, ma anche uno dei pionieri dello studio del greco. È un nobile patrizio e un uomo di cultura, ma compone poesie ""popolari"""" per musica, e le canta, accompagnandosi con uno strumento a corde, lungo i canali di Venezia. Le sue poesie parlano di amore. Si tratta di un repertorio insieme delicato e sensuale, accorato e divertente, che, durante e dopo la vita dell'autore, ha riscosso un enorme successo presso il pubblico sia colto sia popolare: per le strade e alle feste pubbliche e private """"non si odono altri canti"""". Proprio il successo delle poesie ne ha complicato la tradizione testuale, ponendo ostacoli forse insormontabili sulla strada di un'edizione critica completa: oltre che crocevia di una serie di problematiche culturali, Giustinian è quindi anche una """"bestia nera"""" per la filologia."" -
Il dilemma della pace. Femministe e pacifiste sulla scena internazionale, 1914-1939
Quali dilemmi dovettero affrontare le protagoniste del movimento politico delle donne nei nuovi drammatici contesti novecenteschi? Esito di un'ampia ricerca, il volume affronta le vicende dell'associazionismo internazionale femminile nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, dagli schieramenti di fronte alla Grande guerra alla ricerca di politiche innovative negli anni Venti e Trenta nel dialogo con la Società delle Nazioni, al giudizio su fascismi e totalitarismi, fino alla scelta tra pacifismo e difesa della democrazia nel precipitare degli eventi nella seconda guerra mondiale. Viene così introdotto, sulla base di una rigorosa analisi delle fonti, uno sguardo innovativo sulla storia del secolo appena concluso grazie alla ricostruzione delle grandi questioni della cultura politica delle donne nelle sue tensioni tra affermazione della giustizia per entrambi i sessi, ricerca di politiche di pace e crescita dei diritti e delle libertà delle donne e di tutti gli esseri umani.