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L' attesa fatale
L'attesa, l'attesa del danno contraddistingue le vicende del protagonista de ""L'attesa fatale"""", l'argentino Rubén, detto il Nene, trapiantato a Madrid in cerca di un futuro migliore che, tuttavia, stenta ad arrivare. Il Nene siede in un bar di Madrid in attesa di un ingaggio. Si guarda attorno, memorizza volti, oggetti, voci, rumori. Il suo lavoro consiste fondamentalmente nel sapere attendere. Si tratta di una sorta di impiego alle dipendenze di un tale soprannominato Fangio, argentino anch'egli, capo di un'agenzia che sfrutta le scommesse clandestine, controlla più o meno direttamente alcuni postriboli e gestisce alcuni tratti del narcotraffico. Il Nene è coinvolto quasi senza volerlo, rimanendo sempre una pedina nel """"grande gioco"""". Assiste a una serie di avvenimenti e certo non è molto fiero della propria situazione, dato che aveva lasciato il suo Paese sognando di ritornarci con una somma sufficiente per costruirsi una nuova vita, per lui e per sua madre. Pensa anche alla fidanzata che però nel frattempo lo ha lasciato. Quando la bellissima Angie, braccio destro di Fangio, gli offre l'occasione di trattenere parte del bottino di un """"viaggio"""" di coca, il Nene non sa dire di no..."" -
Le piacevoli sere
In una splendida villa alle porte di Madrid, due nobili vedove, le loro quattro figlie, il loro medico e un servo decidono di trascorrere il mese di maggio riunendosi ogni giorno al calar del sole per riferire un breve racconto. È questa l'intelaiatura sulla quale Castillo Solórzano costruisce le sue storie che si dipanano nel corso delle sei giornate racchiuse in questo volume. Sulla scorta dell'arte del novellare italiano, l'autore offre una descrizione nitida e realista della società spagnola del XVII secolo attraverso sei novelle che, a turno, le quattro giovani ragazze e i due uomini racconteranno al resto della brigata (le due anziane vedove avranno solo il ruolo di ascoltatrici). Si tratta di sei testi dal carattere eterogeneo nei quali Castillo Solórzano fa sfoggio della sua abilità nel racconto breve, intessendo fonti e generi narrativi spesso discrepanti. Principi, cavalieri, regine e nobildonne, ma anche picari e personaggi appartenenti ai ceti borghesi e popolari si palesano nelle storie dei sei novellatori e animano le sere dell'intera compagnia. -
Viste da vicino. Dinamiche e criticità dell'innovazione digitale nella didattica...
L'opera porta a sintesi un percorso pluriennale di documentazione ed analisi che, a partire da una ricerca finanziata dalla Regione Sardegna, ha seguito l'installazione delle LIM in tutte le aule dell'isola, ha raccolto centinaia di auto osservazioni d'attività didattica in aule con LIM, ha preso in considerazione casi nazionali e locali d'innovazione (Classi 2.0; Future Classroom lab). Istantanee/snapshot 'immersivi' nella vita di scuole ed aule innovative e 'normali', tutte impegnate nel confronto con le opportunità offerte dalle tecnologie, ne illustrano le esperienze e le dinamiche attraverso parole ed immagini; da vicino, appunto. -
Trasformazione e memoria. Brindisi e il suo centro
Il libro è una ricerca e insieme il risultato di una attività didattica. Il corso di Metodologia e Tecniche per la Ricerca Sociale del Corso di Laurea Magistrale in Teoria e Ricerca Sociale della nostra università è distinto in due moduli, quello dedicato alle tecniche qualitative e quello dedicato alle tecniche quantitative. È ormai tradizione del corso impegnare gli studenti in attività pratiche, che consentano loro di mettere alla prova i contenuti e le conoscenze metodologiche acquisite durante le lezioni frontali. Questo approccio didattico ha consentito un proficuo esercizio di quello che Everett Hughes chiamava l’occhio sociologico, ma anche di acquisire una quantità di dati empirici sulla città di Brindisi.rnNegli anni della permanenza a Brindisi del Corso di Laurea il campo di osservazione naturale è stato la città e il territorio. Ci è sembrato opportuno, anche per evitare che un lavoro attento di analisi della città e delle sue dinamiche non andasse perduto, pubblicare alcuni dei migliori elaborati, veri e propri saggi sociologici, che fanno della città di Brindisi l’oggetto specifico di riflessione. -
Incidenti sul lavoro. Le due facce della responsabilità
Nell'universo delle tecnologie sviluppate e della sicurezza il rischio degli incidenti sul lavoro aumenta in modo corrispondente alla difficoltà di accertare e determinare le responsabilità. La dottrina civilistica e quella giuslavoristica hanno elaborato concettualità dogmatiche della responsabilità civile dalle quali si deve muovere, ma che risultano inadeguate rispetto agli incidenti sul lavoro. Il libro affronta questi temi in quattro sezioni complementari: nella prima viene descritta la natura dell'obbligo derivante dagli incidenti sul lavoro; nella seconda vengono presentati i fondamenti della responsabilità per gli infortuni sul lavoro; nella terza si realizza un'analisi della responsabilità civile derivante dagli incidenti sul lavoro; nella quarta vengono individuati gli elementi e i fattori di attribuzione di questa responsabilità. -
Il learning context. Prospettive psicopedagogiche tra vincoli e risorse
L’analisi psicopedagogica dei contesti formativi rappresenta il fil rouge che unisce e giustifica i contributi presenti in questo volume collettaneo: si tratta di un tentativo di studio per lo più sistematico di una variabile quasi sempre posta in secondo piano dalla ricerca pedagogica storicamente impegnata ad indagare prevalentemente gli aspetti intimistici e strategici della relazione educativa lasciando in penombra gli aspetti contestuali. L’aver fatto ciò ha determinato sia in campo pedagogico che psicopedagogico un processo, per così dire, di ipersemplificazione che opacizza molto spesso le dinamiche che fanno da cornice, appunto, al rapporto educativo apprenditivo. Si tratta di variabili certamente non trascurabili che, però, incidono favorevolmente o disfunzionalmente sulle risposte che il soggetto in educazione propone in conseguenza del tono delle sollecitazioni che riceve. Il testo indaga, infatti, tutta una serie di problematiche connesse a disfunzionalità relazionali, ma non nella prospettiva di semplici denunzie, bensì al fine di sollecitare cambi di rotta nelle comuni prassi educative soprattutto scolastiche. L’obiettivo del presente lavoro è quello di sollecitare una migliore qualità di ambienti pedagogici come conseguenza di una maggiore attenzione a competenze specifiche che rendano funzionale una progettualità pedagogica a garanzia di piani dell’offerta formativa qualitativamente validi. -
Genitori competenti
Tramite lo status sociale e assolvendo i diritti e i doveri socialmente assegnati. È un'identità che si conquista. Il ""mestiere di genitore"""" conosce oggi difficoltà maggiori e altre rispetto a quelle delle generazioni precedenti. Complessità, precarietà, disagio, paura di vivere, disorientamento valoriale, mancanza di punti fermi, inadeguatezza ad arginare e gestire i numerosi messaggi ingannevoli e fuorvianti che provengono dall'extrafamiglia richiedono più di ieri formazione e apprendimento."" -
Educazione e integrazione nella scuola del XXI secolo. Riflessioni pedagogiche
Il processo formativo in una prospettiva interculturale si configura come un meccanismo assai complesso, molto interessante, ma nello stesso tempo estremamente delicato, soggetto potenzialmente a influenze politiche, culturali e sociali di vario genere, per cui importante è introdurre, specificare e distinguere i concetti alterità ed identità, di cittadinanza attiva, di cittadinanza democratica, partecipata, di cittadinanza solidale, planetaria e interculturale in senso pieno, e contestualizzarli nell'attuale realtà della globalizzazione, dell'internazionalizzazione e dell'europeizzazione. -
La famiglia patrimonio dell'umanità. Riflessioni alla luce della Relatio Synodi sulla famiglia
"I grandi valori del matrimonio e della famiglia cristiana corrispondono alla ricerca che attraversa l'esistenza umana anche in un tempo segnato dall'individualismo e dall'edonismo. Occorre accogliere le persone con la loro esistenza concreta, incoraggiare il desiderio di Dio e la volontà di sentirsi pienamente parte della Chiesa anche in chi ha sperimentato il fallimento o si trova nelle situazioni più disparate"""" (Relatio Synodi, 11)" -
La teatrosofia. Amore e morte nella pedagogia teatrale per ragazzi. Socrate è di scena
La suggestione della Teatrosofia nasce dalla volontà di coniugare teatro e filosofia all’interno di un unico momento formativo rivolto ai ragazzi e alle ragazze di Scuola Secondaria di I grado. Intessendo insieme le trame dell’educazione alla teatralità con quelle dell’educazione al pensiero critico e riflessivo, in maniera sinergica e dinamica i contenuti filosofici proposti, nella fattispecie i due dialoghi platonici, il Fedone, dove si narra la morte di Socrate, e il Simposio, dialogo sull’amore, si sono accesi e vivificati all’interno di laboratori teatrali ideati e predisposti accuratamente per questa fascia di età. Nell’ambiente buio, silenzioso e raccolto di un teatro, dove ogni piccolo rumore fisico o dell’anima si riverbera nell’acustica della scatola magica del teatro, a ciascuno viene offerta la possibilità di sperimentare un abito riflessivo e introspettivo volto alla conoscenza di sé, degli altri e del mondo, unitamente alla conoscenza delle proprie idee e delle proprie convinzioni. Nella penombra di un teatro, dove lievi fasci di luce illuminano a tratti il dipanarsi delle esistenze, ci si muove nel lento fluire di un «tempo altro», che sposta l’asse percettivo in una realtà altra diversa dall’ordinario. Nello spazio fisico del teatro il tempo, poi, si fa un «tempo rallentato», che allontana dai compiti impellenti e dalla frenesia del «là fuori», e che proietta in un «tempo sospeso», che si riavvolge nelle pieghe delle singole individualità alla ricerca di un diverso modo di rapportarsi a sé, alle cose, agli altri, ai pensieri e alle riflessioni profonde sulle domande fondamentali dell’esistenza. -
La scrittura espressiva nell'orientamento. Una metodologia educativa per la costruzione del progetto di vita personale e professionale
La scrittura espressiva adottata a scuola come strumento di autorientamento non sostituisce l’intervento educativo dell’insegnante, piuttosto può considerarsi una tecnica efficace per raccogliere tutte le informazioni necessarie con cui formare, con il consenso dell’alunno e insieme a lui, un quadro esaustivo in cui includere lo stato attuale delle sue competenze, le sue attitudini, i suoi interessi, le sue motivazioni, la sua storia formativa, il suo profilo di personalità, i suoi limiti, nonché i suoi obiettivi e le modalità concrete con cui egli pensa di raggiungerli. Essa è pertanto un metodo educativo con cui gli studenti che si approssimano a svolgere gli esami di maturità possono orientarsi formulando il loro personale progetto di vita, compresa la vita professionale, poiché li mette in condizione di chiarirsi meglio le idee sulle prospettive di studio universitario, sul lavoro che intendono fare e sul modo in cui prepararsi a svolgerlo. -
Visioni del testo
Ci interessa qui considerare il testo in rapporto alla sua capacità di visione. La visione è una sorta di squarcio dell'orizzonte, in cui lo sguardo resta racchiuso anche se è capace di ampliarlo. Lo sguardo riproduce l'immagine ovvia del mondo e tende a ""identificare"""", """"nominare"""", """"pietrificare"""", """"mortificare"""" l'oggetto in un determinato, in un prescritto e, pur sempre, riduttivo contesto..."" -
Astrid Lindgren. Una scrittrice senza tempo e confini
Astrid Lindgren è stata donna coraggiosa e scrittrice rivoluzionaria. Quasi tutte le sue opere sono “classici” che affascinano piccoli e grandi lettori di tutto il mondo, generazione dopo generazione. Dopo la pubblicazione dei suoi romanzi, dalla travolgente Pippi Calzelunghe del 1945, nulla è stato più come prima. Da allora ogni scrittore, straniero e italiano, ha dovuto confrontarsi con il suo modo di scrivere e di rappresentare l’infanzia e l’adolescenza. Com’è stato possibile? Quale il segreto di questa “voce” senza tempo e confini? L’obiettivo del volume, nel quale si ospitano alcuni contributi di studiosi e traduttori, è ridare voce autentica alla scrittrice svedese, esplorandone l’opera letteraria nella sua completezza, a partire dalla vita personale e dall’impegno etico e civile. Non si analizzano soltanto le figure femminili emancipate, o i personaggi più noti come Pippi, ma si approfondiscono i tratti multiformi di ogni figura d’infanzia (sia femminile sia maschile) e adulta, le tematiche e le tracce valoriali, la peculiarità della scrittura, la contaminazione dei generi, le problematiche della traduzione, la sperimentazione in altri media come gli albi e i libri illustrati. Una ricerca estesa e documentata per riscoprire, da molteplici prospettive, una delle principali artefici del rinnovamento e della valorizzazione artistico-letteraria di una narrativa finalmente dalla parte di bambini e ragazzi. -
Fuori prezzo. Lyotard oltre il postmoderno
L'autore Guido Baggio effettua un'analisi del percorso filosofico di Jean-François Lyotard che permette di riprendere il filo con il quale egli ha tentato di tessere una trama critico-riflessiva sulla possibile ricucitura dello strappo avvenuto tra modernità e postmodernità. Le istanze di superamento di questa rottura sono state variamente sottolineate e, tuttavia, rimangono ancora da affrontare una serie di nodi teoretici. -
We can change! Seconde generazioni, mediazione interculturale, città. Sfida pedagogica
We can change! Possiamo cambiare! Ma il cambiamento di chi è? Delle cosiddette ""seconde generazioni"""" dell'immigrazione? Degli """"italiani""""? O di quanti abitano la città? E soprattutto, quale cambiamento cercare, desiderare, promuovere? Negli odierni contesti plurali, in cui la differenza culturale e religiosa si presenta ancora come problema e genera resistenze e muri di varia natura, l'attuazione di un cambiamento capace di attuarci a vivere bene insieme agli altri nella città chiama in causa l'educabilità di ciascuno e interpella direttamente la riflessione pedagogica."" -
Il bene comune. Ripensare la politica con Kant e Rousseau
La tensione perenne tra particolarità e generalità è il cuore stesso di ogni ragionamento politico. Il bene comune è quel fine che gli egoismi particolari fanno fatica a scorgere e, non vedendolo, annaspano alla ricerca di una gratificazione tutta personale, oppure assumono atteggiamenti protettivi di istanze esclusivamente private. Per difendere la propria libertà, l’individuo deve compiere invece un’alienazione totale, ma talmente radicale da ruotare di trecentosessanta gradi e tornare in sé. La libertà gli è dunque restituita su un piano più elevato, quello della libertà politica. Questa mutazione antropologica è di fatto l’inizio della storia e, secondo Rousseau, sancisce il passaggio dalla logica dell’utile a quella del bene, dalla logica della ragione strumentale a quella della ragione morale. Rousseau, con il suo Contratto sociale, e Kant, attraverso le pagine del saggio Per la pace perpetua, sono in questo saggio interrogati, messi a confronto e “provocati”, al fine di mostrare come nel fondo del discorso politico in quanto tale non possano non svolgersi ideali etici, o come la stessa scelta della partecipazione politica definisca già a un’intenzione morale. Non si tratta solo di rivendicare banalmente la necessità di maggiore consapevolezza etica per chi gestisce la cosa pubblica. Non è questo il punto che si vuole porre in discussione. Si tratta invece di riempire di valenza etica la politica in quanto tale, svincolandola da un’idea tutta funzionalistica dell’economico e riportandola alle proprie responsabilità dialogiche, razionali e pacifiche. -
L' educazione outdoor. Territorio, cittadinanza, identità plurali fuori dalle aule scolastiche
Il volume si propone di esplorare il concetto di outdoor nelle sue dimensioni concettuali e operative, favorendo uno sguardo sull'educazione (scolastica e non) che si rinnova attraverso la riflessione e l'applicazione di pratiche educative più volte richiamate nel dibattito pedagogico contemporaneo, ma allo stesso tempo sostanzialmente trascurate nelle comuni prassi educative. L'educazione all'aria aperta (outdoor education) diventa così lo ""sfondo integratore"""" per una trattazione che muove da una critica delle forme educative del contemporaneo, per offrire, problematicamente, punti di vista e prospettive di azione utili a restituire senso, vitalità, organicità ai processi educativi e agli apprendimenti cognitivi e sociali dei nostri studenti."" -
Antropologie del contemporaneo. Patrimoni, simboli, tendenze
Questa raccolta di saggi esplora tre ambiti costitutivi del pensiero antropologico contemporaneo. I patrimoni culturali, con un focus particolare su quelli enogastronomici. I sistemi simbolici, con al centro il ruolo della maternità e dell'infertilità. Le tendenze contemporanee che spaziano dalle mode alimentari all'educazione agli stili di vita sani. Ne risulta un affresco a tinte forti degli usi e costumi, passioni e ossessioni del cittadino globale. -
Se non diventerete come bambini. Storia di un prete rimasto bambino
"Si può vivere tutta la vita senza fermarsi mai? E soprattutto si può vivere andando oltre con coerenza? Questo libro offre una testimonianza credibile di come si può diventare grandi, nella vita, andando sempre 'oltre', fino al paradosso evangelico di 'diventare bambini' e così entrare nel Regno di Dio!"""" (Dalla prefazione di Pietro Maria Fragnelli)" -
Che da lontano sembrano mosche
Il cavalier Machi si guarda allo specchio e vede l'immagine del successo. Padrone di un piccolo impero, il tango-bar El Imperio, Machi procede in modo spregiudicato in tutti gli ambiti e lo vediamo lanciato verso chissà quali vette di ulteriori successi. Circondato di belle donne pronte a soddisfare ogni suo capriccio, ricco, inserito negli ambienti che contano, tutto gli sorride, sebbene molti nutrano risentimento nei suoi confronti, proprio perché non esita a calpestare il prossimo pur di raggiungere un beneficio. Anche il contesto politico-sociale gli arride, finché un imprevisto non butterà un granello di sabbia dell'oliato ingranaggio del successo. In questo romanzo dal ritmo incalzante, Kike Ferrari ci presenta un tipico risultato della devastazione sociale, urbana ed economica dell'Argentina post dittatura. Il cavalier Machi diventa l'emblema di un paese sprofondato nella palude di un neoliberalismo in cui l'uomo viene ridotto a entità trascurabile o tutt'al più considerato merce di scambio. Che da lontano sembrano mosche è ricco di riferimenti culturali e di stimolanti allusioni a diversi aspetti del mondo contemporaneo.