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Essere e gioco. Da Platone a Pelé. Il senso del calcio e della condizione umana
Heidegger era un’ottima ala sinistra, Derrida era un buon centravanti, Camus giocava in porta (come Giovanni Paolo II) e un numero non piccolo di filosofi ha utilizzato il calcio per fare filosofia: Sartre amava dire che il calcio è una metafora della vita, Wittgenstein giunse alla svolta del suo pensiero guardando una partita di calcio, Merleau- Ponty spiegava la fenomenologia parlando di calcio. Come mai? Il calcio si basa su un principio: il controllo di palla. Ma il principio non può essere finalizzato a se stesso. Per giocare bisogna necessariamente abbandonare la palla e metterla in gioco. Controllo e abbandono sono i due princìpi del calcio e della vita. La filosofia, come gioco della vita, si basa su regole calcistiche: per filosofare bisogna saper mettere la vita in gioco. È per tale motivo che in questo libro si spiega l’idea di Platone con Pelé, la contraddizione del non essere con Garrincha, la virtù e la bellezza con Platini, ma anche l’inverso: il genio di Maradona con la “logica poetica” di Vico, la visione di gioco di Falcão con il mito della Caverna, il cucchiaio di Totti con la metafisica di Aristotele, e tanto altro ancora. Il calcio, infatti, non è solo una metafora, ma un paradigma cognitivo che con la sua connaturata idea di pluralità dà scacco matto al fenomeno politico più drammatico della modernità: il totalitarismo. Hitler e Stalin pretesero di controllare tutto e ci riuscirono. Pretesero di controllare anche il pallone. E persero. -
Mamma esci da questo web
Fare la mamma non è (solo) ""la cosa più bella del mondo"""", ma anche una gran fatica: per essere madri si rinuncia spesso a un lavoro, si sopporta l'invadenza di un vasto assortimento di parenti (suocere in testa) e si deve gestire la presenza e il ruolo di papà pasticcioni e loro stessi ancora bambini. Ma c'è un posto nel quale ogni mamma del nuovo millennio può rifugiarsi per sfuggire alle lagne di bambini ingestibili e alle critiche di amici e parenti: i social network. Sul web spopolano i blog e i gruppi in cui le mamme 4.0 si scambiano impressioni e consigli e ce ne sono per tutti i gusti: quello delle mamme snob che si lamentano di collaboratrici domestiche non efficienti e baby-sitter poco affidabili, quello delle mammine hot che si raccontano le cosacce che fanno (o che sognano di fare) con i loro mariti, quello delle mamme ad alto contatto fedeli seguaci dell'allattamento a termine, che praticano il cosleeping e il babywearing. Così ha fatto anche Daniela Massabò, autrice televisiva free-lance e mamma full-time di una splendida bambina di quattro anni, che in questo libro ha accompagnato al racconto sincero e autoironico della propria esperienza di madre una raccolta dei più folli e divertenti post apparsi in rete negli ultimi anni. Ne è nato un ritratto della maternità del nuovo millennio, buffo e politicamente scorretto, nel quale tante donne non faticheranno a riconoscersi con un sorriso."" -
Manlio Scopigno. Un filosofo in panchina
Manlio Scopigno fu soprannominato ""il filosofo"""" per il suo approccio alla vita e al calcio, un atteggiamento rivoluzionario per il calcio degli anni Sessanta e Settanta. Per citare solo una della sue innovazioni, ridusse i ritiri e in certi casi li abolì, squarciando il velo di falso moralismo che copriva il mondo del pallone. Ma Scopigno fu anche e soprattutto un grande tecnico, che con la sua alta competenza condusse il Cagliari alla conquista del suo storico scudetto. Giulio Giusti, con l'aiuto della testimonianze di chi l'ha conosciuto bene e il sostegno di un'accurata ricerca bibliografica, ripercorre tutta la sua vita sportiva di calciatore e di allenatore, regalandoci un ritratto a tutto tondo di una delle personalità più originali della storia del calcio italiano."" -
Coccole di gatto. Consigli del veterinario e aforismi sul mondo dei mici
Quali sono le motivazioni che ci spingono a volere un micio come amico? Infinite. Fa tanta compagnia, fa le fusa, è morbido, pulito, fa piacere vederlo, è silenzioso. Una delle tante ragioni è soprattutto la sua capacità di essere indipendente. Può starsene da solo mentre siete fuori casa; l’importante per lui è avere uno spazio adeguato alle sue esigenze dove trovare le sue sicurezze e la possibilità, irrinunciabile, di dominare gli ambienti dall’alto. Attenzione però, il fatto che abbia meno esigenze non significa che sia poco impegnativo. Anche Micio necessita di cure quotidiane. Il gatto desidera essere rispettato e, soprattutto, che la sua autonomia non sia limitata. Le regole del gioco spesso le decide lui, perché il gatto è l’unico animale domestico che nel corso dei millenni non ha mai cambiato il suo carattere, non è sceso a compromessi con nessuno e ancora oggi, in qualsiasi contesto, familiare o no, impone i suoi ritmi. Leggere poche pagine, prima di coricarvi o appena svegli, vi farà comprendere ancora di più quanto sia preziosa l’amicizia con il vostro gatto. -
Educare i genitori. Manuale pratico per bambini
Educare un genitore non è semplice, si sa. Ma con un po’ di attenzione, un po’ sensibilità e soprattutto le giuste istruzioni, ogni bambino può crescere il padre e la madre perfetti. Dai pianti notturni ai capricci diurni, dalla distruzione sistematica di ogni forma di privacy dell’adulto alle pretese gridate fino a portarlo al giusto grado di esasperazione: sono tante le strategie attraverso le quali, grazie alla ripetizione ossessiva di poche semplici mosse, si può arrivare a ottenere una mamma e un papà su misura delle proprie fantasie. Ecco quindi il primo manuale di parenting alla rovescia, che insegna ai bambini l’antica e nobile arte della manipolazione, utile per ottenere dai propri genitori tutto ciò che si desidera. Via libera, dunque, a sguardi e gesti per suscitare il senso di colpa, largo ai segnali di gelosia per il nuovo fratellino, spazio alla creatività per trovare ogni giorno nuovi modi per far dimenticare la parola “riposo” a quegli sfaccendati, che tendono sempre a distrarsi dai loro veri compiti. In uno spassoso quanto ingegnoso ribaltamento dei ruoli codificati, tra sonno mancato, compiti da finire e canzoncine ripetute fino allo sfinimento, Educare i genitori fornisce il metodo perfetto per insegnare a papà e mamma a comportarsi come si deve. -
La città incantata. Il film da premio Oscar di Miyazaki
Una giovane eroina che deve salvare la sua famiglia e il suo mondo. Un eroe che deve ritrovare se stesso per aiutarla. La magia, il mistero, l’ambiguità, l’amore, ma anche il lavoro, il consumismo, lo sfruttamento. Le battaglie per crescere e quelle per tornare a sognare. È il 2001 quando Hayao Miyazaki porta al cinema La città incantata. Un capolavoro. Il film affascina il pubblico, convince la critica, arriva a conquistare il premio Oscar come Miglior film d’animazione e l’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Il fantastico si fa strumento per rileggere e comprendere il reale. È il linguaggio a definire il visibile e l’invisibile. La parola può far esistere pure ciò che non c’è e non è mai stato. I nomi determinano l’essenza degli esseri viventi, inclusi quelli magici, di più perfino divini. Per la prima volta, una vera immersione nel mondo incantato del film, dalla sua progettazione fino ai significati nascosti, anche oscuri. Miyazaki non vuole donare sogni, ma insegna ai piccoli e ricorda ai grandi la capacità di sognare. Forse, il “dovere” di farlo, tenendo i piedi in terra per trasformare poi i desideri in progetto, le fantasie in realtà. -
Papà per scelta. Storia di due uomini, due gemelli e una famiglia come tante
Carlo è un inguaribile sognatore. Christian un eterno pragmatico. Due mondi apparentemente inconciliabili che si incontrano per la prima volta su una spiaggia romagnola, dove scatta il colpo di fulmine. Due caratteri antitetici, accomunati da un enorme sogno proibito nel cassetto: diventare padre. Una scelta coraggiosa, che prende forma qualche anno dopo con la nascita di Julian e Sebastian, catapultando la coppia in una giostra di emozioni. L'ansia da prestazione tipica dei neogenitori si alterna alla volontà di proteggere il futuro di una famiglia tutta al maschile, in un Paese che ostenta la necessità di cambiamento pur continuando a guardare il diverso con diffidenza. ""Papà per scelta"""" è un viaggio alla scoperta di una genitorialità non convenzionale, in cui ogni giorno si rivela una fucina di momenti straordinari per intensità ed emozione. Un percorso in cui Julian e Sebastian imparano a conoscere il mondo, mentre Carlo e Christian scelgono di viverlo a cuore spalancato, come se il presente fosse l'unica finestra temporale possibile. In questo diario di bordo i due papà vanno alla ricerca della loro normalità senza modelli di riferimento, evidenziando che la bella e faticosa avventura neonatale non è tanto diversa da quella di molte altre famiglie. Sullo sfondo appare una società più comprensiva e aperta di quanto ci si aspetti, spesso già lontana dall'approccio conservatore delle istituzioni. I protagonisti ci restituiscono una realtà dove l'amore sembra essere tutto quello di cui una famiglia ha bisogno. Oltre a tre etti abbondanti di pazienza e un paio di litri di caffè al giorno."" -
Il manager a canestro. Perché tutto quello che sai (o dovresti sapere) sul basket ti rende un professionista migliore
“Questa azienda è come una famiglia”: quante volte avete sentito usare questo cliché? Nulla di più sbagliato: per un manager, l’azienda è un campo da basket. Che siate in giacca e cravatta o canotta e pantaloncini, i risultati che ottenete dipendono da come trattate la palla, da come leggete le difese, da come interpretate il vostro ruolo rispetto ai comportamenti e alle aspettative dei vostri compagni di squadra. Insomma, da come fate vostro lo spirito del Gioco. Partendo da pochi riferimenti chiave tratti da indagini empiriche su leadership e organizzazione, Gianluca Gualducci, manager esperto e grande appassionato di pallacanestro, ci accompagna attraverso i vari strati dell’esperienza sportiva, rileggendo i concetti fondamentali della pratica manageriale attraverso le lenti della metafora cestistica. L’obiettivo è portare a galla la conoscenza preesistente e aumentare la consapevolezza: le componenti fondamentali del gesto tecnico (palleggio, passaggio, tiro) diventano indicazioni su come migliorare nelle fasi operative dell’attività lavorativa; la conoscenza dei ruoli in campo e delle strategie di gioco aiutano nella gestione relazionale del gruppo; i riferimenti a momenti o personaggi che hanno fatto la storia del basket NBA offrono spunti su come affrontare determinate sfide professionali, e alcuni dei grandi campioni d’oltreoceano assurgono a potenziali modelli di riferimento. Se siete appassionati di pallacanestro, leggendo queste pagine scoprirete di conoscere già molti degli strumenti utili a fare di voi un manager migliore di quanto pensiate di essere. E anche se il basket non è il vostro sport preferito, non potrete fare a meno di venirne intrigati. Perché in fondo il basket, come il lavoro, è soprattutto passione. -
Trans Am Bike Race. 6800 chilometri in 20 giorni alla scoperta di me stesso
Una bici da donna rubata, un lungo tragitto da Milano a Roma e un grande sogno: partecipare alla Trans Am Bike Race, la gara di ultracycling unsupported più lunga e dura al mondo. Inizia così nel 2006 l'avventura di Michelangelo Pacifico, grande appassionato di ciclismo deciso a realizzare il proprio desiderio in ogni modo, nonostante lo scetticismo di amici e parenti. A undici anni da quel primo esperimento e dopo una lunga serie di giri cicloturistici, tra sfide vinte e fallimenti, Michelangelo finalmente arriva alla Trans Am Bike Race negli Stati Uniti, con tutte le nuove prove che questa comporta, dalle nevicate a tremila metri agli incontri con gli orsi. Iniziata ad Astoria, nello stato dell'Oregon, sulla costa dell'Oceano Pacifico, la gara si è conclusa a Yorktown, in Virginia, sull'Atlantico, dopo un percorso di 6.800 chilometri portato a termine in venti giorni. Concepito come una sorta di diario della corsa, questo libro racconta di una grande scommessa che Michelangelo ha fatto con se stesso per dimostrare che, per inseguire i propri sogni, è necessario spingersi più in là del noto, a volte anche oltre le proprie forze. Perché nessuna impresa è impossibile per chi è mosso da una grande passione. -
A Londra con i Queen. In tour tra i luoghi simbolo della band
L’Earl’s Court Exhibition Center, dove hanno suonato David Bowie, i Pink Floyd, i Rolling Stones e molti altri, oltre ovviamente ai Queen. L’Heaven, uno dei locali più amati – e frequentati – da Freddie Mercury. Poi il Playhouse Theatre, dove è stato girato il video di A Kind of Magic. E il Dominion Theatre che per dodici anni ha ospitato il musical We Will Rock You. Senza dimenticare la casa di Mercury a Logan Place e così via, di quartiere in quartiere. Un tour articolato sulle orme dei Queen a Londra, studiato per fan della storica band ma anche per appassionati di viaggio interessati a guardare in modo diverso pure città o mete note, per muoversi lontano dai grandi circuiti del turismo e scoprire una Londra alternativa. Una proposta di viaggio inusitata, da costruire su misura dei propri tempi e interessi sulle note dei Queen, per rivivere le atmosfere degli anni della loro ascesa e poi del trionfo. Per rileggere Londra in chiave rock. -
In Gran Bretagna con Harry Potter. In viaggio tra i luoghi dei film
Emagia la parola chiave del mondo di Harry Potter. E anche. ovviamente, di un viaggio sulle sue orme. Non può non essere il castello di Alnwick, nella contea di Northumberland, una delle prime tappe del ""cinetour"""". Il Castello, infatti, è stato usato per creare le atmosfere della scuola di Hogwarts. È nel suo parco che Harry e i suoi compagni si esercitavano a volare con la scopa e a giocare a Quidditch. Attenzione però, per vedere l'intera scuola bisogna rimettersi più volte in movimento. Sono state varie le location che hanno fatto da teatro alla vita dei giovani maghi. A Lacock nel Wiltshire si trova un'abbazia medievale in cui sono state girate le scene della classe del professor Piton. Il chiostro della Gloucester Cathedral è l'area che conduce invece alla Camera Comune dei Grifondoro. Di meta in meta, seguendo gli spunti e gli scenari dei vari film, un percorso attraverso la Gran Bretagna, con grande attenzione per le tappe londinesi, nel tentativo di dare orizzonti reali alle fantastiche avventure di Potter che hanno affascinato più di una generazione di spettatori e ancora continuano a sedurre. Non rimane che andare al Binario 9 e 3/4, alla stazione di King's Cross a Londra e iniziare l'avventura. Per un viaggio """"magico""""."" -
Tre
Il destino lo ha messo di nuovo al tappeto. Lui si rialza, ma i giorni e le notti non hanno più sapore. Allora prova a ridargli un po' di sale aprendo un cassetto, cercando amore tra vecchie pagine macchiate di caffè e magia. Ma inciampa in un numero. Che fa male e bene. E poi ancora male. Un aereo lo aspetta, ma sa che non può più scappare. Il tempo delle scelte è scaduto, non gli resta che confessare. Tutto, prima che cali il sipario. Il viaggio di Aldo sembra finito, ma invece è appena iniziato. Attaccato allo straccio di un sogno, nella speranza diventi un vestito leggero e profumato... -
Questa non me la bevo. L'almanacco delle news talmente vere che sembrano fake
In questo strano mondo che spesso ci sorprende intrappolati in uno specchio anamorfico, la realtà che vediamo talvolta si rivela, più che deformata, proprio di natura differente, quasi aliena. Dall'anziana signora che regola il traffico armata di un phon all'aperitivo con birdwatching, dal suicidio del robot Steve al pappagallo che suona la batteria, dal raduno di romantici rospisti all'arresto di Zorro, è ormai un pullulare di storie apparentemente impossibili. Nell'era della post-verità mancava un'antologia che fotografasse la realtà nel momento in cui supera la fantasia, un almanacco delle notizie talmente vere che sembrano fake. Come diceva Federico Garcia Lorca, ben prima del celeberrimo mantra di Steve Jobs, «tutti ci portiamo dentro un grano di follia, senza il quale è imprudente vivere». Dunque siate prudenti. Stay foolish. -
A ruota libera. Diario di un ciclista urbano
Le automobili sono ovunque. Sulle strade, sui marciapiedi, sulle corsie preferenziali, sui parcheggi riservati alle due ruote, in divieto di sosta, in doppia fila, in tripla fila, sulle strisce pedonali. Auto fumanti, rabbiose, congestionate. Abbandonare l'auto e salire in sella a una bici può sembrare allora una scelta radicale. Tanto più in una metropoli, dove il pericolo è letteralmente dietro l'angolo, lungo le corsie sbiadite di strade lastricate di buone intenzioni, ma poi squarciate dalle voragini di manti stradali che si arrendono alla prima pioggia invernale. E così un semplice sciopero, un acquazzone improvviso, un qualunque banale evento si trasforma in emergenza. Impensabile uscire in bicicletta, o forse no? ""A ruota libera"""" ci racconta la vita di un ciclista urbano, il suo incessante peregrinare tra le piazze, le vie e i parchi, ci parla della necessità di cambiare le politiche sulla mobilità urbana, ma ci permette anche di assaporare il gusto della libertà e dell'indipendenza, la soddisfazione di arrivare in orario agli appuntamenti, la leggerezza di muoversi e di fermarsi ad ammirare uno scorcio. Ci regala memorie, riflessioni e ricordi in cui le persone che incontriamo rappresentano l'anima, a volte ferita, della Capitale. Sullo sfondo della magnificenza imperiale di Roma, con il suo crogiuolo di umanità che la popola e la sua riluttanza al cambiamento, si fa strada il racconto del reale da un punto di vista altro, che ci conduce nella sfera del possibile, ancorché lontano."" -
Che peccato! I 7 vizi capitali in 8 storie di sport
Otto storie di sport per raccontare i significati meno evidenti di un’imperfezione. Attraverso la narrazione e la cronaca, le vicende personali diventano lo strumento per indagare il profilo psicologico di nomi eccellenti dello sport italiano e internazionale, tra trionfi e debolezze, momenti duri, baratri individuali e incapacità di uscire dal proprio personaggio pubblico e privato. Sotto i riflettori, l’uomo e i suoi vizi. Ognuno dei campioni chiamati in causa ne rappresenta almeno uno. Per alcuni, il vizio è stata causa di una caduta improvvisa, forse in una determinata fase dell’esistenza, forse per sempre. Per altri, invece, le caratteristiche negative si sono rivelate punti di forza, stimoli per affermarsi in una giungla piena di avversari di talento. Un campione senza macchia forse non sarebbe mai divenuto tale, o con buona probabilità non avrebbe raggiunto i livelli di eccellenza ai quali si è attestato. Perché anche i numeri uno nello sport sono esseri umani a tutto tondo. -
L'altro calcio. Anni Ottanta e Novanta
In ognuna delle tante evoluzioni (o involuzioni) che ha attraversato negli ultimi trent’anni, il calcio ha lasciato per strada un po’ del suo lato romantico e popolare, per diventare quello che a molti oggi appare come uno spettacolo legato quasi esclusivamente a dinamiche di mercato. Per questo recentemente sono nate diverse community in cui centinaia di migliaia di appassionati del gioco con cui sono cresciuti – ma anche tanti giovani che lo scoprono per la prima volta – celebrano le gesta di campioni e comprimari degli ultimi due decenni dello scorso millennio. Una delle più seguite è la pagina Facebook “Altro Calcio anni ’80-’90”, creata da Giovanni Fusco, che oggi per la prima volta porta sulla carta quelle emozioni uniche. Attraverso le storie di calciatori come Massimo Ciocci, Igor Protti, Oberdan Biagioni, Lorenzo Amoruso e tanti altri, che in quel periodo ebbero grande notorietà pur giocando prevalentemente in squadre di provincia, ripercorriamo il calcio di quegli anni meravigliosi, che alla bellezza dei gesti tecnici e alla raffinatezza già moderna della tattica sapeva ancora abbinare l’autenticità del vivere di pallone quotidiano, in un connubio irripetibile di spettacolo e passione. -
Vivere felicemente. Il gusto della vita donato ai nostri figli
La maggior parte delle persone tende a vivere le emozioni come se fossero predeterminate (ci si sente tristi, o felici) e si lascia consumare da lavoro, stress, ansie e preoccupazioni, perdendo di vista le priorità della vita. A fare le spese di questo atteggiamento molto spesso sono i figli. In realtà, la felicità si può conquistare, ma per riuscirci occorre sceglierla, e insegnare ai nostri ragazzi a fare altrettanto. Il segreto è prestare attenzione all'Intelligenza Positiva, coltivando il buonumore e il benessere interiore. Inseguire la gioia nella vita di ogni giorno non significa immaginare un'esistenza priva di turbamenti o vicissitudini, ma coltivare la capacità di volgersi al positivo e non cessare di inseguire i propri obiettivi: nell'educazione dei bambini, nel lavoro, negli affetti e nel tempo libero. ""Vivere felicemente"""" è un vero e proprio prontuario di consigli, prospettive di pensiero e azioni utili per tentare di raggiungere la gioia e fare dell'atteggiamento attivo verso la felicità una prospettiva pedagogica."" -
Il coraggio della felicità. Il mio giro del mondo il solitaria sulle orme di Ida Pfeiffer
I1 primo maggio 1846, a quarantanove anni, Ida Pfeiffer partiva da Vienna per un'impresa straordinaria: il giro del mondo in solitaria. Il 28 febbraio 2017 Loredana Scaiano parte dal suo piccolo paese nell'Italia del Sud per ripercorrere l'itinerario di Ida. Anche lei compirà cinquant'anni in viaggio. Ida scriveva una pagina di diario ogni sera, Loredana ogni sera pubblica una pagina del blog che ha dedicato alla sua eroina, #idaviaggiadasola, che diventa sempre più popolare. Due storie vere raccontate in parallelo, due donne forti, due secoli di distanza. ""Il coraggio della felicità"""" è il resoconto di un'impresa temeraria, impensabile per una donna nell'Ottocento, tutt'altro che agevole ancora oggi. È il racconto di un viaggio alla scoperta del mondo e alla ricerca di sé: un viaggio che è libertà, consapevolezza, incoscienza, leggerezza e gioia. Ed è anche e soprattutto una pietra posata sulla strada della parità, perché ogni donna finalmente si senta libera di poter andare da sola ovunque, senza un uomo che la accompagni, a qualunque titolo."" -
In America con Quentin Tarantino. In viaggio tra i luoghi iconici del regista
I set di Django in Louisiana. Il caffè dove avviene il dialogo tra i rapinatori su Like a Virgin in Le iene sull'Eagle Rock Boulevard a Los Angeles. E, per Pulp Fiction, il negozio dove sono state girate le scene del banco dei pegni, a Los Angeles nei pressi del Roscoe Boulevard. Poi, la casa in Atlas Street, a Pasadena, dove si consuma una delle vendette della protagonista di Kill Bill. E la chiesa di EI Paso, in Texas (in realtà a Lancaster, in California), dove avviene la strage che segna l'avvio del ""castigo"""". Gli Stati Uniti si guardano con occhi nuovi, seguendo le location di grandi film di Quentin Tarantino e scoprendo gli indirizzi reali che hanno fatto da sfondo alle storie cinematografiche. Un viaggio nel dietro le quinte di alcuni dei film più amati di Tarantino per apprezzare la magia degli ambienti e la loro importanza nella visione del regista, non come meri scenari ma come coprotagonisti della narrazione. Un'idea di viaggio alternativa per appassionati e curiosi."" -
Bagnati dalla stessa pioggia. The dreamy series. Vol. 1
Dire addio ai fantasmi del passato non è cosa facile. Meghan non lo sa ancora quando accetta di organizzare il matrimonio di Colin, il suo amore giovanile. Il loro era stato un rapporto assoluto, eclettico e inquieto, inconsapevole e sofferto, tanto che sembra esaurirsi nella prima stagione della loro vita insieme, nei ricordi di una passione interrotta. Dopo quel tempo che li ha visti insieme, i due protagonisti si allontanano, crescono in città diverse, stabiliscono nuovi legami. Lei diventa una wedding planner affermata, lui un avvenente professore d’arte. I due si ritrovano cresciuti a dover fare i conti con ciò che sono diventati. Ma i tumulti del passato sono dietro l’angolo e la passione tra di loro non si è mai veramente assopita. A Colin toccherà la scelta definitiva: mantenere la promessa fatta a Katherine, la sua futura sposa, o tornare dal suo grande amore? Un romanzo struggente, come la nostalgia di un passato che appare lontanissimo, eppure è più vicino che mai. Forse perché servono anni e distacchi, errori e allucinazioni, per capire che non si può creare niente senza prima distruggere tutto.