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Fratelli di cinema. Paolo e Vittorio Taviani in viaggio dietro la macchina da presa
Paolo e Vittorio Taviani rappresentano una grande lezione di cinema italiano. Dopo tanti film importanti, sono riusciti ancora a emozionarci profondamente con ""Cesare deve morire"""", vincitore dell'Orso d'oro al Festival di Berlino e di cinque David di Donatello nel 2012, tra cui quello al miglior film e alla migliore regia. E adesso sono impegnati nella sfida difficile, ma anche tanto congeniale alla loro sensibilità e cultura, di una trasposizione cinematografica del Decameron. In una sorta di autobiografia professionale, in cui prevale il racconto commosso e partecipato della loro giovinezza a Pisa, i fratelli Taviani ripercorrono in questo agile, ma denso libretto, le tappe di una straordinaria parabola esistenziale, facendoci entrare nelle pieghe del mestiere del cinema. Il racconto di due vite dove è impossibile tracciare un confine tra dimensione privata e dimensione professionale, di un cammino artistico d'eccezione che ha accompagnato la storia del nostro paese per oltre sessant'anni, regalando immagini che sono nella memoria di tutti noi. L'arrivo a Pisa dalla provincia, la scoperta dei Lungarni e della loro inesprimibile luce, gli anni dell'università, l'amore per il cinema e il rinsaldarsi di una fratellanza proprio nel nome di questo amore condiviso. Introduzione di Marco Filippeschi. Prefazione di Lorenzo Cuccu."" -
Letterature e controvalori. Critica e scritture nell'era del web
I controvalori sono quelli che, nel mercato finanziario, indicano il valore materiale di un titolo e insieme la disponibilità degli operatori al suo acquisto o alla sua vendita. Anche la letteratura sembra ormai soggetta a leggi di mercato, ma i suoi sono spesso ""valori contro"""", tendenzialmente rivolti più alla lunga durata che al realizzo immediato. Giocando in questo campo semantico, i saggi di Casadei delineano alcuni aspetti essenziali per la rilettura attuale delle opere letterarie: le potenzialità del loro particolare realismo, al di fuori di ogni mitologia dell'inesperienza; la loro capacità di rappresentare situazioni locali o nazionali anche in un contesto globalizzato; le basi che devono essere poste per interpretare criticamente i testi nell'epoca dell'inflazione degli spazi virtuali, tra blog e social network. Lo scopo non è quello di tornare a una passiva difesa dei valori umanistici o all'esaltazione delle opinioni acquisite, fossero pure quelle di grandi critici come Erich Auerbach. Bisogna invece avere il coraggio di accettare sfide che vengono non solo dalla società globale ma anche dalle nuove intersezioni fra campi del sapere (in primo luogo le scienze cognitive), campi di potere culturale e finalità della critica."" -
Ampliare lo sguardo. Genere e teoria politica
Cittadinanza, identità, cultura: queste le tre parole chiave scelte nel presente volume per raccontare come gli studi di genere applicati alla teoria politica abbiano consentito nell'ultimo secolo un ampliamento dello sguardo a vantaggio di una più inclusiva e ospitale configurazione dello spazio pubblico liberal-democratico e degli attori che lo abitano. Dopo aver delineato l'orizzonte teorico in cui viene a maturazione il concetto di genere come categoria analitica della ricerca sociale, l'autrice prende in esame il concetto di cittadinanza, in riferimento specifico alla Costituzione italiana e alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Lo sguardo si sposta quindi sulla dimensione individuale dell'identità, che tuttavia non può essere disgiunta dalla natura relazionale degli esseri umani. Anna Loretoni ricostruisce così la centralità della nozione di dipendenza e bisogno quale tratto essenziale dell'esperienza degli individui nel mondo, anche grazie all'assunzione della rilevanza del lavoro di cura. Nell'ultima parte di questo viaggio attraverso la teoria di genere e il suo impatto sulle categorie della politica, l'autrice si confronta con una nuova nozione di multiculturalismo capace di superare un universalismo fondato sul ""consensus omnium gentium"""", per una definizione più sensibile alle specificità dei contesti."" -
Collaborare per crescere. La cooperazione tra imprese al Nord e al Sud
Dove si diffonde un sistema di relazioni cooperative, le imprese sperimentano una più elevata crescita economica ed entrano con maggiore successo nei mercati internazionali. Tali tendenze sono state spesso richiamate soprattutto in questi anni di grave crisi economica e vengono confermate anche da questa ricerca della Fondazione Res, curata da Pier Francesco Asso e Emmanuele Pavolini. Ma a che cosa è legata la propensione delle imprese a cooperare? Perché la collaborazione è così ""difficile""""? Esistono differenze territoriali importanti che distinguono le imprese del Sud da quelle del Nord? Quali sono le attitudini a collaborare delle imprese meridionali e siciliane in particolare? E quali i risultati in termini di maggiore produttività e più brillanti performance aziendali? Il volume, che ha beneficiato del contributo di esperti e ricercatori qualificati, cerca di rispondere a queste domande e di mostrare le ragioni delle difficoltà incontrate dalle imprese. L'obiettivo è quello di elaborare misurazioni quantitative e di entrare nel vissuto degli imprenditori per individuare quali elementi - fiduciari, relazionali, culturali, o, più generalmente, politico-istituzionali - ci aiutano a fare luce sulle differenti propensioni a collaborare e a intessere reti di relazioni."" -
Urbanistica per una diversa crescita. Progettare il territorio contemporaneo
Negli ultimi anni la nozione di ""crescita"""" ha subito una profonda trasformazione divenendo oggetto di un'attenta analisi e ridefinizione. Nell'ambito dell'urbanistica e dell'architettura quello di crescita è un concetto controverso, che ha spesso generato fenomeni difficilmente reversibili a spese del territorio e dei suoi valori. Questo libro raccoglie un denso confronto su come, nell'epoca contemporanea, il tema della crescita sia da identificare con una diversa idea di sviluppo, non necessariamente collegata al ciclo produzione-consumo, né unicamente a dimensioni quantitative ed economiche. Tale approfondimento richiede un approccio multidisciplinare, inclusivo di prospettive legate a nuovi assetti urbani e sociali, a stili di vita e a forme produttive e insediative nuove, con sensibilità e attenzione anche ai principi di una """"prosperità senza crescita"""". Forme di rigenerazione urbana, incentrate sulla valorizzazione dei beni comuni, rappresentano il campo di sperimentazione su cui si gioca lo sviluppo di economie che tentano di far fronte all'attuale fase recessiva: il territorio e il suo progetto possono assumere un ruolo centrale in questo processo. Prefazione di Alessandro Balducci."" -
Filiere d'Italia. Produzioni e reti dell'agroalimentare
Parlare di filiere agroalimentari del made in Italy significa evocare molti temi che riscuotono oggi particolare interesse: cibo, tipicità, territori, sicurezza, sostenibilità ambientale, ma anche imprese, innovazione, mercati (locali e globali). La ricerca presentata in questo volume, tuttavia, evita di mescolare di tutto un po' e offre invece una lucida valutazione sullo stato delle filiere agroalimentari italiane. Il percorso di analisi prende avvio grazie a una ricca integrazione di fonti statistiche, con lo scopo di misurare il ruolo dell'agricoltura lungo la filiera dei prodotti alimentari, mantenendo come sfondo il confronto internazionale. Diversi gli ambiti considerati, tra cui la struttura delle aziende agricole e agro-industriali, la loro produttività, la competitività internazionale, i canali commerciali. Così, a una visione quantitativa dell'agricoltura se ne è affiancata una qualitativa, che oltre ai numeri guardasse la realtà. Attraverso interviste in profondità a significative industrie nazionali della trasformazione alimentare, si è cercato di dipingere un quadro inedito di otto filiere agroalimentari. Il tratto caratterizzante che ne è emerso è quello di intendere la filiera come uno spazio di relazioni fra attori, che può essere variamente configurato in funzione dei prodotti, delle tecnologie, dei mercati da presidiare. -
Il valore socio-economico del tabacco nell'Unione Europea
Il tabacco greggio è ancora oggi una risorsa economica strategica, di cruciale importanza per il passato, il presente e il futuro delle comunità rurali oggetto di questo studio. Si tratta senza dubbio di una coltura che ha un forte impatto sull'occupazione, perché molte fasi del processo di produzione (raccolta delle foglie, attività agricole post-raccolta e prima trasformazione industriale) non possono essere del tutto meccanizzate e devono essere eseguite manualmente. Il tabacco, inoltre, si adatta facilmente a condizioni climatiche e a suoli ""difficili"""", e ciò permette la coltivazione anche in zone svantaggiate, come quelle in cui l'agricoltura e i settori non agricoli forniscono solo poche o nessuna alternativa valida dal punto di vista socio-economico. Inoltre, la produzione e la trasformazione del tabacco greggio sono caratterizzate da un'elevata quota di lavoro femminile, che negli impianti di trasformazione supera il cinquanta per cento della forza lavoro complessiva, favorendo processi di emancipazione assai significativi. La ricerca presentata in questo libro è stata realizzata con approcci originali e innovativi, con l'applicazione di una metodologia mista (desk & field), che ha consentito di integrare i tradizionali strumenti dell'analisi economica (misurazioni micro e macro) con un esame empirico degli aspetti sociali connessi alla filiera del tabacco greggio."" -
Sud, vent'anni di solitudine
Si può uscire da vent'anni di solitudine? Il Sud può essere utile anche al Nord? A queste domande cerca di rispondere il presente libro, a partire da una serrata ricostruzione dei vent'anni successivi alla conclusione dell'intervento pubblico straordinario. Il Mezzogiorno è oggi una realtà fragile, in ritardo di sviluppo, bisognosa di superare la spirale dell'assistenzialismo, e contemporaneamente ricca di energie positive nel territorio e nella società civile. L'intervento pubblico straordinario verso il Sud è stato, nel passato, gelosamente tutelato come il mezzo per risvegliare l'economia, ma le premesse su cui si basava si sono dimostrate, con il tempo, fallaci. Da più parti si ritiene ancora che il Mezzogiorno-Prometeo, accompagnato per mano dallo Stato, possa finalmente liberarsi dalle catene opprimenti che lo costringono a condizioni di debolezza strutturale. È questa lettura errata a impedire un'analisi veritiera della situazione. Come e quando questa parte dell'Italia potrà essere pienamente coinvolta nelle nuove sfide nazionali ed europee indotte dagli scenari della globalizzazione? La ricerca condotta rovescia in modo radicale la consueta prospettiva, troppo attenta alla malattia - o alla medicina - e mai abbastanza al malato... -
Fiabe e storie. Ediz. integrale
Le fiabe di Hans Christian Andersen costituiscono un corpus narrativo che non ha uguali per forza e ampiezza di diffusione nell'ambito delle culture occidentali. Composte e pubblicate fra il 1835 e il 1874, esse scaturiscono in gran parte dalla fantasia originale dell'autore e solo in minima parte dalla materia popolare cui pure, almeno inizialmente, egli dichiarò di ispirarsi. Il fatto è che Andersen non si limita a ripercorrere e reinterpretare il filo della grande tradizione favolistica europea, inaugurata da Basile, fissata da Perrault e ulteriormente strutturata da Hoffmann. Dotato di un'inquieta tensione romantica e di un'autentica consapevolezza borghese, Andersen cambia radicalmente la prospettiva della fiaba. Prima di lui maghi, streghe, gnomi, draghi, fate e orchi erano figure dotate di poteri speciali, dalla sapienza impenetrabile, misteriosa, ignota al lettore. Andersen, al contrario, opera una sorta di umanizzazione di animali e cose e spesso s'immerge egli stesso nelle creature di sua invenzione, diventando di volta in volta un abete, un salvadanaio, una lumaca, una teiera. È qui il segreto del suo planetario successo: inventare figure irreali, per poi subito immergerle nel mondo reale, nella quotidianità delle passioni e delle pulsioni. Introduzione di Vincenzo Cerami. -
I tre moschettieri
Qual è il segreto? Dove sta la magia? Nella forza del plot? Nella qualità possente dello scenario storico che è in grado di evocare? Nell'alternarsi continuo di ingenuità e malizia? Nella suspense? Forse, più di tutto, nella gioia del raccontare. È la seduzione narrativa, infatti, a fare dei ""Tre moschettieri"""" un capostipite del romanzo senza aggettivi (le etichette che di volta in volta gli sono state applicate - romanzo storico, d'avventura, d'appendice, di cappa e spada - rischiano di risultare fortemente riduttive). Questo capolavoro dell'intrigo cattura ad ogni pagina il lettore, lo spiazza, lo depista, lo inganna e lo rende complice, per poi coinvolgerlo in uno strabiliante """"effetto meraviglia"""". A partire dal titolo: non solo """"I tre moschettieri"""" sono quattro, ma - come ha osservato Umberto Eco - il romanzo è palesemente """"la storia del quarto"""", di d'Artagnan, che è l'assoluto protagonista non solo di questo libro, ma degli altri due che seguiranno: """"Vent'anni dopo"""" e """"Il Visconte di Bragelonne"""". """"Immaginatevi un Don Chisciotte a diciott'anni"""": è questo il primo impatto del lettore con d'Artagnan, e attorno a questo virtuoso della spada, a questo campione di lealtà, di fedeltà incondizionata alla causa del re, di dedizione assoluta alla regina, si dipanerà la storia dei tre romanzi, la storia di una vita. Con una introduzione e un dizionario dei personaggi di Claude Schopp."" -
Le nuove storie del piccolo Nicolas
"Se il Piccolo Nicolas fosse comparso sul palcoscenico a teatro, gli spettatori avrebbero applaudito così tanto, che il simpatico monello avrebbe dovuto regalare un bis. E dunque, ecco a voi il bis!"""". Scrive così Anne Goscinny, figlia del grande René, nella presentazione al secondo volume delle storie inedite di Nicolas. È stato infatti grazie al successo del primo volume di inediti che la popolarità del Piccolo Nicolas è esplosa a livello planetario: trentadue traduzioni in ogni angolo del pianeta, un film di successo di cui si annuncia un primo sequel in primavera, una serie animata in tv, e un profluvio di giocose attività sul web. A bissare quell'exploit ci pensano oggi queste quarantacinque storie nuove di zecca, concepite in origine dagli autori per le testate francesi """"Sud-Ouest Dimanche"""" e """"Pilote"""", negli anni tra il 1959 e il 1965. Uscendo dalla polvere degli archivi dopo oltre cinquant'anni, una decina di esse si è ritrovata però malconcia, sicché il grande maestro Sempé ha ripreso in mano la matita e le ha illustrate appositamente per questa raccolta: """"Nicolas è ormai una star, e ha preteso un trattamento da star"""", commenta ancora simpaticamente Anne Goscinny. Età di lettura: da 10 anni." -
L'Europa dei diritti
Esiste un cittadino europeo? Chi è incaricato di verificare il rispetto dell'ordine giuridico in Europa? A tali quesiti risponde la Corte di giustizia europea che, sin dalla sua nascita, nel 1952, ha dato alla luce circa 27 000 sentenze, occupandosi di molti temi, tra cui parità di trattamento tra uomo e donna, euro, medicinali, prostituzione, sussidi agricoli, diplomi universitari. Da sessant'anni la Corte è la vera fucina del diritto europeo. L'occhio attento che sorveglia Stati, istituzioni e cittadini affinché tutti rispettino il diritto di quell'Unione che coltiva la pace come obiettivo primario da conseguirsi attraverso l'integrazione tra le popolazioni. L'Unione europea è dunque uno spazio dove si perseguono obiettivi quali la cura per l'ambiente, la cultura, la tutela dei diritti fondamentali dell'uomo. Era allora inevitabile fare una riflessione su quello che è, e rimane, il giudice par excellence dei cittadini europei nonché una delle Corti più importanti del mondo. Questo volume è una storia rivolta ai più, ma rigorosa, dei momenti cruciali dell'opera della Corte: in particolare di quelle sentenze che più hanno contribuito all'integrazione del Vecchio continente e che hanno aperto scenari divenuti poi quelli dell'Europa unita. Un libro, dunque, che racconta le sentenze che hanno fatto l'Europa. -
Il mio primo Don Chisciotte
"Conoscete già la storia di Don Chisciotte? Chissà quante volte vi è capitato di sentirlo nominare, magari insieme a un certo Sancio Panza. Per conoscere tutte le loro avventure dovrete aspettare di avere mani e cervello abbastanza grandi per leggere un librone di mille pagine, che è tra i più belli mai scritti al mondo. Nell'attesa, però, potete divertirvi con questo primo assaggio. Ma mi raccomando, non prendete queste avventure troppo sul serio. Don Chisciotte, infatti, a furia di leggere le storie degli antichi cavalieri, si convinse che erano proprio vere. Perciò un bel giorno montò sul suo cavallo spelacchiato, si prese un contadinotto come scudiero e se ne andò per il mondo a raddrizzare torti e vendicare ingiustizie (così, almeno, credeva lui...)"""" Età di lettura: da 9 anni." -
Buongiorno, Oriente. Reportages dall'India e dalla Cina
A distanza di pochi anni, tra il 1957 e il 1959, Carlo Levi compì un viaggio nel subcontinente indiano e uno in Cina, come inviato per il quotidiano ""La Stampa"""". I suoi reportages, usciti a puntate e qui raccolti in volume, appartengono a un giornalismo che non c'è più, un giornalismo non ancora saturato, e in un certo senso usurato, dall'urgenza della notizia e dall'eccesso del culto dell'immagine: un mondo in cui l'informazione viaggiava lenta e aveva il tempo di sedimentare. I resoconti di viaggio di Levi commuovono come poesie: la narrazione è parte integrante di quell'esperienza in una realtà apparentemente """"altra"""" di cui lo scrittore si appropria per ritrovarvisi come in uno specchio. E insieme, per ritrovare in quella civiltà, lontana ed esotica, le radici profonde della nostra civiltà e della nostra storia. Reportages che sono fotografie, affreschi della società indiana e cinese, che lo scrittore torinese sa penetrare con rispetto e riserbo, e al tempo stesso con apertura e disponibilità a un nuovo che gli desta stupore e curiosità inesauribili. Trapela tutta l'esigenza del viaggiatore di divenire faticosamente e lentamente """"una spugna asciutta e vuota"""", che può riempirsi delle acque in cui è immersa e farne poi dono agli altri che lo aspettano e che, in fondo, hanno viaggiato un po' con lui."" -
La ricerca e il Belpaese. La storia del Cnr raccontata da un protagonista. Conversazione con Pietro Greco
La storia del più grande ente scientifico italiano, il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), viene narrata e interpretata in queste pagine da uno dei suoi protagonisti, Lucio Bianco. È una storia lunga novant'anni che non guarda al passato, ma al futuro: i caratteri fondanti del Cnr, sono tuttora attuali. Il volume, svela alcuni dei motivi di fondo che ostacolano l'ingresso dell'Italia nella ""società della conoscenza"""" e stanno determinando il declino, economico e non solo, del nostro paese. Questo libro racconta anche un pezzo importante di storia della cultura italiana. E, soprattutto, di storia del rapporto tra scienza e politica, che in Italia è stato spesso burrascoso."" -
Il cinema secondo Lattuada. Bellezza, eros e stile
Regista, intellettuale appassionato di letteratura, arte e fotografia, fondatore, tra l'altro, della Cineteca italiana di Milano, Alberto Lattuada è stato una delle grandi figure del cinema italiano del secolo scorso. In occasione del centenario della nascita, che sarà celebrato in grande stile alla 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia 2014, questo volume propone un viaggio nell'opera e nella vita del regista, frutto degli incontri e delle interviste tra Alberto Lattuada e Gianni Volpi, uno dei più autorevoli critici italiani prematuramente scomparso nel 2013. Le conversazioni, qui pubblicate in versione integrale come un unico lungo dialogo, erano state pensate da Volpi per una monografia dedicata al regista, che però non è mai stata realizzata. Nel dialogo tra Lattuada e Volpi emerge un'idea di cinema di estrema modernità, abitata da uno spirito libero e anticonvenzionale, che apparteneva sia al regista che al critico. Dagli anni della formazione, nel mondo intellettuale antifascista milanese, agli anni del successo, Lattuada sembra mantenere una sorta di coerenza legata ai propri desideri rivelando una grandissima duttilità di pensiero e di approccio all'arte, alla letteratura e alla musica, sempre con straordinaria ironia. -
Horror italiano
"I vampiri"""" (1957) di Riccardo Freda e Mario Bava è comunemente ritenuto il primo horror italiano. Lo stupore dei critici, lo scarso successo di pubblico, l'ambientazione parigina sembravano palesare l'horror come un corpo estraneo al nostro cinema nazionale. I film del terrore italiani andranno così in giro per il mondo sconfessando i propri natali, camuffandosi sotto etichette e pseudonimi posticci, portatori di un retaggio culturale che sembrava escludere a priori l'orrore dal nostro paesaggio e immaginario. L'horror nazionale si manifesta in concomitanza con una più ampia affermazione dell'horror a livello europeo, al cui interno il cosiddetto """"gotico all'italiana"""" opera per imitazione di modelli stranieri, ma si dimostra anche capace di rielaborarli con originalità, attingendo alle strutture simboliche del melodramma e intessendo relazioni con altri generi. Dall'inizio degli anni Sessanta l'horror italiano circola, si espande, rende difficile se non improduttivo mantenere il cinema separato da una più ampia dimensione mediale e di dialogo intertestuale e conservare distinzioni tra cultura alta e bassa." -
Toby, dalla pace alla guerra. Storia esemplare di un (qualunque) soldato d'Europa 1913-1918
Le commemorazioni ufficiali, come quella del primo conflitto mondiale, servono talvolta a recuperare le tessere più piccole e al contempo rivelatrici degli scenari della grande storia. Questo libro è un'occasione per sporgersi al di là del teatro di guerra e scoprire la trama delle vite vissute da uomini e donne prima e durante questo primo suicidio dell'Europa. Nel 1913 Toby, dopo aver viaggiato in un continente cosmopolita e innovativo, già fortemente interconnesso, parte da Limoges per andare a lavorare a Norimberga. In dodici mesi, il giovane impara la lingua, lavora fianco a fianco con i tedeschi, visita i luoghi e le città. Torna in Francia nel giugno del 1914, per il servizio militare, senza neanche immaginare che due mesi dopo sarebbe esplosa la follia della guerra. L'Europa da un giorno all'altro non è più un continente in pace, pieno di fiducia nel suo futuro, nella tecnologia e nel progresso sociale, ma un intrico di alleanze e intese contrapposte in una distruzione reciproca, sistematica e senza pietà. Toby, come milioni di altri giovani, deve scendere all'inferno, in trincea. Quello della Woëvre, di Verdun, dell'Argonne e, a fianco delle truppe italiane, sul Piave. A lui francese, appena tornato dalla Germania, tocca sparare a quelli che qualche mese prima erano suoi amici. Ma Toby per tutta la vita affermerà: ""Non ho mai ucciso un tedesco!""""... Prefazione di Paolo Rumiz."" -
Giornalismi nella rete. Per non essere sudditi di Facebook e Google
Un libro scritto nel web per un giornalismo che è sempre più web. Costruito per mesi sul sito giornalisminellarete.donzelli.it con la collaborazione di decine di operatori dell'informazione e giovani studenti di comunicazione, il nuovo libro di Michele Mezza acrobaticamente si cimenta in uno spericolato surfing fra le tempestose onde del mare giornalismo. Sarà Facebook l'edicola del mondo? Google automatizzerà le notizie? Il libro, integrando l'approccio radicale dell'autore con l'esperienza di un testimonial del sistema giornalistico italiano come Giulio Anselmi, già grande direttore di giornali e attualmente presidente dell'Ansa, propone elementi per orientarsi nel labirinto digitale azzardando risposte di fondo e proponendo approcci analitici per il nuovo che verrà. L'innovazione viene raccontata con il linguaggio dell'innovazione: filmati, link, testimonianze, visibili sulla carta con i QR code. Il ragionamento procede mostrando le esperienze concrete di grandi giornali, come la ristrutturazione del ""Washington Post"""" o la digitalizzazione del """"Guardian"""", e confrontandole con le strategie di alcuni dei più prestigiosi testimoni della professione e le dinamiche di realtà emergenti, come i nuovi portali di giornalismo investigativo, o i siti news gestiti da software."" -
L' arte di spostarsi. Rapporto 2014 sulle migrazioni interne in Italia
Operai, studenti, badanti, braccianti, insegnanti, impiegati: sono solo alcune delle categorie che ogni anno si muovono in lungo e in largo attraversando l'Italia. Si spostano per cercare un lavoro o per lavorare, per studiare o per formarsi, per trovare un'occasione o per inseguire un progetto. Sono i protagonisti delle migrazioni interne del Duemila, un fenomeno che ha qualche punto in comune con quello del passato più recente, ma che si presenta in forma nuova e in genere poco visibile, soprattutto al grande pubblico. Michele Colucci e Stefano Gallo, in collaborazione con il Cnr, hanno elaborato uno strumento fondamentale per tirare questa realtà fuori dall'ombra: ""Il Rapporto sulle migrazioni interne"""", infatti, si propone di presentare ogni anno la consistenza, l'evoluzione e le trasformazioni nella mobilità territoriale all'interno dell'Italia. Il quadro che emerge è quello di una società in continuo movimento, nella quale la variabile della mobilità diventa la chiave di lettura per ripensare i rapporti tra le aree regionali del paese, i concetti di sviluppo e arretratezza, l'evoluzione del mercato del lavoro, il ruolo delle classi dirigenti e le stesse specificità del territorio urbano e rurale.""