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Agricoltura-mondo. La storia contemporanea e gli scenari futuri
Alla metà del secolo scorso, nelle economie avanzate, l'agricoltura presentava ancora una fonte importante di reddito e di occupazione. Oggi il suo contributo alla formazione della ricchezza e all'impiego di forza lavoro è minimo. Ma è divenuto grande il peso dei sistemi agroalimentari. È avvenuto un cambiamento radicale nelle campagne, che ha inciso sulle abitudini alimentari, sugli stili di vita, sullo stesso immaginario dei nostri contemporanei. Il viaggio di Guido Fabiani nell'agricoltura mondiale abbraccia tutto il novecento, fino a oggi. Si parte dalla rivoluzione avvenuta nei sistemi economici avanzati in seguito alla Grande crisi del 1929 e quindi alle diverse forme di intervento statale - il New Deal negli Usa, la collettivizzazione in Urss e l'autarchia agricola in Italia -, per passare alla fase segnata dall'egemonia statunitense e poi, con l'affermarsi dei paesi dell'Unione europea, alla costituzione dei due più forti sistemi agroalimentari al mondo, che hanno dominato la scena per alcuni decenni. Il quadro sta cambiando velocemente: le agricolture emergenti possono giocare un ruolo da protagoniste nello scenario globale; sono cresciute le esigenze alimentari delle popolazioni, specie in alcune aree geografiche; si è alterato il rapporto uomo/natura con riflessi pericolosi sull'uso e la conservazione delle risorse naturali. -
Oltre l'attore
"Io credo che un grande testo drammatico sia organizzato come un congegno, una bomba. Bisogna trovare il modo per accendere la miccia e farlo esplodere"""". E questo modo, Toni Servillo pare averlo proprio trovato. Con il suo lavoro di attore cinematografico, Servillo - protagonista del film """"La grande bellezza"""" di Paolo Sorrentino - ha segnato il tempo presente, e non solo in Italia. Basti pensare a """"Il divo """"o """"Viva la libertà"""", in cui attraverso il volto dell'attore ha restituito magistralmente la maschera del potere politico. Come regista teatrale, Servillo ha riletto la tradizione della commedia e della maschera comica italiana ed europea (Molière, Marivaux, Goldoni e De Filippo), proiettando la tradizione di spettacolo napoletana in un contesto nazionale e internazionale. Il volume si apre con un intervento dello stesso Servillo, che si racconta e si interroga sul ruolo dell'attore: una riflessione in presa diretta sul rapporto col pubblico e col testo. A seguire, i contributi di studiosi, intellettuali e critici, modulati in tre forme di discorso: Saggi di ampio respiro, che attraversano tutta l'arte di Servillo, dagli inizi fino ai successi più recenti; Letture di spettacoli teatrali e film; Ritratti di chi ha seguito da vicino il suo percorso." -
La scuola laica. Gaetano Salvemini contro i clericali
Quando in tarda età gli fu chiesto come avrebbe voluto essere ricordato, Gaetano Salvemini rispose così, molto semplicemente: ""come un insegnante, un educatore"""". Proprio come educatore, le sue pagine più belle restano forse quelle che egli scrisse sulla scuola, che per lui - naturalmente - doveva essere laica. Dove """"laica"""" è la scuola che non assegna allo Stato il monopolio dell'educazione o che esclude i preti dal corpo degli insegnanti pubblici. No, come ricorda Gaetano Pecora in questo saggio, """"laica"""" per Salvemini è innanzitutto la scuola che non impone nulla agli alunni in nome di autorità sottratte al sindacato della ragione, e che invece li mette in condizione di formarsi autonomamente il giudizio che meglio risponde alla loro personalità. Da qui le polemiche contro le chiusure settarie dei clericali e, più in generale, contro le feroci unilateralità degli intolleranti di ogni colore. La polemica, d'altronde, era la sua musa segreta, la scena sulla quale egli veramente mandava scintille, come dimostrano anche le pagine di questo libro."" -
Tutte le fiabe. Prima edizione integrale 1812-1815
Quando i fratelli Grimm pubblicarono per la prima volta i loro due volumi di Fiabe del focolare, tra il 1812 e il 1815, non immaginavano che storie come Cappuccetto Rosso, Raperonzolo o Hänsel e Gretel sarebbero diventate le più famose al mondo. Eppure, quasi nessuno oggi conosce le fiabe contenute in quei due primi volumi, poiché nei successivi quarant'anni i Grimm misero in piedi un cantiere che sfornò altre sei edizioni, fino all'ultima del 1857, ognuna diversa per contenuti e stile. Questo volume riporta alla luce per la prima volta in traduzione italiana le 156 storie originarie raccolte dai Grimm duecento anni fa: più vicine al sentire del popolo, e dunque dirette, quasi teatrali, adatte insomma ad essere lette ad alta voce, proprio come i fratelli le trascrissero da raccontatrici e raccontatori, ascoltandoli accanto al focolare, in giardino, nei momenti di riposo dei giorni di festa. I Grimm spalancano davanti ai nostri occhi tutto un mondo sprigionato dalla fantasia e dalla tradizione orale, tramandato di bocca in bocca per secoli, e messo per la prima volta nero su bianco dai due pazienti e appassionati fratelli. È dunque con questa raccolta che essi diedero vita al mondo delle fiabe così come noi oggi lo conosciamo, ricco e luccicante nelle vesti sfarzose di re, principi, regine e principesse, ma anche misero eppure autenticamente vivace nel popolo di pescatori, minatori, contadine, sempliciotti e astuti... Età di lettura: da 6 anni. -
I tre moschettieri-Vent'anni dopo
Qual è il segreto? Dove sta la magia? Nella forza del plot? Nella qualità possente dello scenario storico? Nell'alternarsi continuo di ingenuità e malizia? Nella suspense? Forse, più di tutto, nella gioia del raccontare. Questo capolavoro dell'intrigo cattura ad ogni pagina il lettore, lo spiazza, lo depista, lo inganna e lo rende complice, per poi coinvolgerlo in uno strabiliante ""effetto meraviglia"""". A partire dal titolo: non solo I tre moschettieri sono quattro, ma - come ha osservato Umberto Eco - il romanzo è palesemente """"la storia del quarto"""", di d'Artagnan. """"Immaginatevi un Don Chisciotte a diciott'anni"""": è questo il primo impatto del lettore con questo virtuoso della spada, campione di fedeltà incondizionata alla causa del re e di dedizione assoluta alla regina. Sono passati vent'anni da quella """"notte tempestosa e buia"""" che ha chiuso in maniera così tragica e fatale la vicenda dei Tre moschettieri. Da allora, i quattro amici hanno perso completamente la consuetudine di vita comune che li aveva così tanto legati. Sono diventati uomini fatti, in un contesto storico che è profondamente mutato. Quale combinazione di eventi, quale irresistibile attrazione, quale volontà, quale destino li riunirà di nuovo?"" -
Toc! Toc!
"Dove si è cacciato il mio orsetto?"""" chiede la bambina tornando da scuola. È sparito! E subito si mette a cercarlo, bussando a tutte le porte del palazzo. Man mano che sale fino all'ultimo piano, la piccola fa incontri straordinari, nuove amicizie e vede le cose più curiose. Ma il suo orsetto? Riuscirà a riabbracciarlo? In questo libro-gioco, da srotolare come un tappeto magico, la caccia della bambina si trasforma in un'avventura nella quale, passo dopo passo, si scoprono i mille segreti di un palazzo pieno di vita. """"Toc! Toc!"""" è un libro tutto da costruire mattoncino per mattoncino. Età di lettura: da 3 anni." -
La fiaba della mia vita
Andersen aveva tutte le ragioni per credere d'aver vissuto una fiaba: figlio di un ciabattino, cresciuto in una famiglia povera, e presto orfano di padre, a soli quattordici anni abbandona la piccola Odense e se ne va per il mondo in cerca di fortuna. Intanto a Copenaghen, poi chissà. A guidarlo è un sogno: il giovane Hans Christian non sa bene ancora come, ma ci riuscirà; d'altronde, una fattucchiera ha letto i fondi di caffè e ha rivelato alla madre: ""suo figlio diventerà un grand'uomo!"""". Andersen sa che, sia pure tra mille difficoltà e stenti, tra ostilità e derisioni, da grande farà l'""""artista"""", non importa se ballerino, cantante o poeta. E infatti gli basteranno pochi anni per entrare a pieno titolo nell'élite culturale europea come uno dei più grandi scrittori di fiabe. Da quel momento in avanti la scena del mondo è tutta per lui: è accolto nelle corti più importanti, dove re e regine si commuovono mentre lo ascoltano leggere le sue storie, e nei più prestigiosi salotti, dove incontra gli artisti del mo mento: da Dumas a Rossini, da Dickens a Wagner. Andersen per. non dimentica di essere un figlio del popolo, ed è la gente comune che lo incuriosisce quando passeggia per le strade di Roma o per i vicoli di Costantinopoli."" -
I nuovi contadini. Le campagne e le risposte alla globalizzazione
Da sempre i contadini sono stati una presenza così forte e costitutiva che non si è mai sentito il bisogno di investigarne e comprenderne la posizione, il ruolo o la stessa esistenza. Ma negli ultimi due secoli, nell'epoca delle trasformazioni industriali, qualcosa è cambiato: i contadini sono stati considerati una figura sociale in estinzione o da eliminare, in quanto ostacolo al cambiamento. All'alba del terzo millennio, tuttavia, il mondo contadino non solo si presenta in molte forme nuove e inaspettate, ma sembra addirittura incarnare una risposta chiave per soddisfare i fabbisogni alimentari mondiali nella direzione di uno sviluppo sostenibile dell'agricoltura e delle economie rurali. L'autore del libro, un'autorità in materia a livello internazionale, dimostra che i contadini non sono affatto in decrescita; al contrario, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo, assistiamo a fenomeni complessi di ritorno a un modo contadino di fare agricoltura. Il cuore di questo nuovo modello è la ricerca dell'autonomia rispetto al potere ordinatore degli imperi agroalimentari. Un'autonomia basata sulla mobilizzazione delle risorse locali all'interno di un processo produttivo che ne garantisca allo stesso tempo la riproduzione. -
Vent'anni dopo
Sono passati vent'anni da quella ""notte tempestosa e buia"""" che ha chiuso in maniera così tragica e fatale la vicenda de """"I tre moschettieri"""". Da allora, i quattro moschettieri hanno perso la consuetudine di vita comune che li aveva così tanto legati. Sono diventati uomini fatti, in un contesto storico che intanto è profondamente mutato. Richelieu è morto, al suo posto c'è il nuovo dominatore della scena politica francese, il cardinale Giulio Mazzarino. Anche Luigi XIII è morto, lasciando sul trono un successore bambino, che governa sotto la reggenza della madre, Anna d'Austria; attorno a loro, le turbolenze politiche più esasperate, i moti della Fronda. I quattro amici hanno preso strade diverse: Athos, il conte de la Fère, vive nella sua tenuta di Bragelonne con Raoul, il ragazzo di cui è tutore; Porthos si è arricchito e ha acquisito un titolo nobiliare, ma vive con mille frustrazioni la sua nuova condizione; Aramis, divenuto l'abate d'Herblay, pare essersi rinserrato nella sua vocazione religiosa. Solo d'Artagnan continua a prestare servizio nei moschettieri, con la stessa immarcescibile fedeltà e con lo stesso grado di tenente con cui lo avevamo lasciato. Quale combinazione di eventi, quale irresistibile attrazione, quale volontà, quale destino li riunirà di nuovo? I quattro si ritroveranno tutti nell'Inghilterra sconvolta dalla Rivoluzione... Introduzione di Claude Schopp."" -
La scuola, le api e le formiche. Come salvare l'educazione dalle ossessioni normative
La ""Buona scuola"""" è una riforma mancata, ma una riforma mancata non è affatto innocua. Essa delude per la scarsità di proposte davvero innovative e va ad alimentare la sfiducia per gli insuccessi di tutte le leggi approvate nell'ultimo ventennio. Ha il difetto di complicare la vita delle scuole senza risolverne i problemi strutturali: la diseguaglianza nell'accesso e nell'esito dell'istruzione, soprattutto nel Mezzogiorno; la struttura dei cicli vecchia e ridondante, che costringe i giovani a rimanere a scuola un anno in più, perdendo nelle superiori i buoni risultati raggiunti dalle elementari; la regressione degli apprendimenti negli adulti che colloca l'Italia agli ultimi posti, altro che """"superpotenza"""" culturale. Ci si poteva attendere una risposta coraggiosa a tali questioni da una classe politica giovane che ha mostrato una volontà di cambiamento. Invece, si è scelto di procedere lungo la strada già tracciata dai governi precedenti. All'enfasi comunicativa sulle riforme epocali sono seguite sempre alluvioni normative che hanno ostacolato le migliori esperienze didattiche. Nei venti anni di tentativi si sono sedimentati luoghi comuni e vincoli ideologici che hanno frenato fino a oggi una vera azione riformatrice. Se ne discute in queste pagine suggerendo una via d'uscita difficile e ancora incerta, ma alla ricerca di un diverso discorso di riforma, che coinvolga le energie e le intelligenze migliori di cui il nostro sistema dell'istruzione dispone."" -
Noverar le stelle. Che cosa hanno in comune scienziati e poeti
Aristotele sostiene, nella Metafisica, che la meraviglia suscitata dall'universo sia all'origine del nostro desiderio di conoscere, vale a dire la caratteristica più nobile dell'animo umano e ciò che ci differenzia dalle bestie. È la meraviglia a spingerci ad alzare gli occhi verso il cielo e a porci domande, ed è da lì che, agli albori dell'umanità, germogliarono le domande che portarono alla nascita della scienza e della poesia. E tuttavia, se un tempo Sumeri ed Egizi annotavano in versi i moti dei pianeti, Esiodo mostrava in esametri quali fossero i giorni migliori per la semina e Lucrezio divulgava in poesia la scienza di Epicuro, le due discipline nel corso dei secoli si sono allontanate sempre più. Nel Novecento però qualcosa cambia: da una parte, sempre più frequentemente si levano voci sulla necessità, per la poesia, di abbeverarsi alla fonte della scienza; dall'altra parte, quest'ultima conosce una vera e propria rivoluzione: innanzitutto nel campo della fisica e poi in quello della tecnologia, della genetica e delle neuroscienze, che la portano sempre più spesso a porsi le grandi domande originarie della filosofia e della poesia. -
Tempo di cambiare. Rapporto 2015 sulle migrazioni interne in Italia
Pendolari, italiani, stranieri, meridionali, settentrionali, donne, uomini, giovani, anziani: le migrazioni interne riguardano oggi persone molto diverse tra loro. Partenze e arrivi si susseguono nelle grandi città come nei piccoli comuni, nelle campagne e nelle aree industriali. Cosa significa muoversi dentro i confini di uno Stato nazionale? Quali nessi e quali differenze ci sono con il passato? Come si misurano e come si interpretano gli spostamenti all'interno dell'Italia? Quali sono le categorie e i territori maggiormente coinvolti? Per analizzare tali questioni, il Rapporto 2015 prosegue lo scavo avviato nel 2014, allargando ulteriormente il ventaglio disciplinare e offrendo così nuovi approcci allo studio della mobilità. Oltre ai consueti contributi demografici, sociologici e storiografici, quindi, il libro propone anche saggi che si rifanno ad altri filoni disciplinari come la sociolinguistica e le scienze computazionali. A completare quest'""orchestra"""" di voci differenti è una lunga intervista allo scrittore Marco Balzano."" -
La critica come critica della vita. La letteratura e il resto
La critica letteraria può essere anche critica della vita? È questo l'interrogativo, lanciato da Massimo Onofri, che anima la discussione ospitata nel volume. Nel saggio di apertura Onofri teorizza un'idea di critica letteraria come critica della cultura, della società e, in una parola, della vita, a partire da una ragione laica, aperta e spregiudicata, autorevole ma sempre in difetto di conoscenza. Un'idea per la quale di conseguenza il critico letterario si distingue da uno studioso e da un recensore per essere un critico della vita attraverso la letteratura e un critico della letteratura attraverso la vita. Alcune tra le più autorevoli voci contemporanee fanno qui il punto sullo stato dell'arte della critica letteraria, partendo dalle sue radici antropologiche e filosofiche per riflettere sui concetti di impegno e democrazia, di giudizio di valore e di canone, di vita e di senso comune cui la critica militante è costitutivamente e imprescindibilmente legata, laddove questa resta, nonostante tutto, l'unica forma di resistenza a un totalitarismo, quello della teoria, che ha provato a cancellare, nel nome del metodo e della scienza, i diritti del lettore in carne e ossa; e al contempo l'unica possibilità dell'uomo e del cittadino per uscire dal suo stato di minorità. -
L' arte di ben pensare. Stili del Seicento italiano
Paolo Sarpi, in una lettera del 1609 a un corrispondente francese, riferendosi alla situazione italiana del tempo, formulava una dichiarazione fra le sue più sconsolate: ""Sono costretto a portar maschera; a nessuno in Italia è lecito vivere senza portar maschera"""". Nella società secentesca manifestare il proprio pensiero poteva comportare infatti più di un rischio. Sospetti, censure e confutazioni inducevano a scrivere con la maschera ora della prudenza e della dissimulazione, ora del paradosso e della creatività metaforica. Galileo, nel 1610, nel Sidereus Nuncius, comunicando al mondo le sue scoperte astronomiche, non faceva menzione alla collaborazione che l'amico Paolo Sarpi aveva offerto alle osservazioni della faccia della Luna. Sarpi era infatti personaggio inviso alla Curia romana per le posizioni fortemente polemiche espresse nei confronti della Chiesa. Le esperienze di Galileo e Sarpi sono per certi versi esemplari perché rivelano, più di altre, la complessità della situazione italiana agli inizi del Seicento e il groviglio di contraddizioni irrisolte che caratterizza l'evoluzione della """"civiltà italiana"""" verso la modernità."" -
Del matrimonio considerato come un'arte
"Quali possibilità c'erano che Julia e Philippe, le cui storie rivelano singolarità incommensurabili, si incontrassero a Parigi nel 1966? Che si amassero prima, durante e dopo il Maggio '68? Che restassero sposati dal 1967? Poche possibilità: il calcolo delle probabilità avrebbe bisogno di una serie astronomica di cifre dopo lo zero..."""". Eppure, tutto ciò è successo. Due """"stranieri"""" nel corpo e nell'anima hanno deciso di restare saldamente in un luogo che essi stessi hanno scelto di disegnare come il loro matrimonio dal momento in cui ciascuno ha sentito che il """"vivere con l'altro"""" gli era inevitabile. Prende avvio da qui un dialogo serrato sull'amore, che assume la forma di un vero e proprio lessico della vita matrimoniale. Julia Kristeva, psicanalista e scrittrice, e Philippe Sollers, scrittore e filosofo, due personalità di spicco della cultura del nostro tempo, si interrogano sull'arte di costruire un matrimonio che duri e che resista agli urti della società globalizzata, ma anche sulle ragioni per cui hanno scelto di armonizzare le loro diversità all'apparenza inconciliabili in un """"luogo vivente come un organismo, le cui parti perdono un po' di se stesse in nome della libertà dell'altro""""." -
Avrei fatto la fine di Turing
La nuova raccolta di versi di Franco Buffoni è intitolata al matematico Alan Turing, morto suicida dopo essere stato sottoposto a castrazione chimica per ""curare"""" la sua omosessualità. Allo stesso tempo, il libro è dedicato alla memoria dei genitori del poeta, bravissime persone che tuttavia non avrebbero mai potuto accettare un esplicito coming-out da parte del figlio adolescente. Per questo Buffoni, mentre riserva versi intensi, di un lirismo assoluto, al padre e alla madre, ricorda la terribile sorte toccata a Giovanni Sanfratello, compagno di Aldo Braibanti, rapito dai familiari nel 1964 e internato dapprima in una clinica privata per malattie nervose, quindi in manicomio, dove venne sottoposto a elettroshock e coma insulinici, fino alla riduzione allo stato vegetativo. Buffoni denuncia, con le sue parole, le strutture di pensiero della religione cattolica - in particolare il """"binarismo sessuale"""" e l'""""eterosessismo"""" - che costituiscono il sottofondo del sapere medico-psichiatrico-psicologico in Italia e delle prassi cliniche che ne derivano. In questo """"intratestuale libro unitario"""", il tema profondo consiste quindi nell'analisi della genitorialità, ma anche nel suo opposto."" -
Democrazia. Storia di un'idea tra mito e realtà
La democrazia - il potere, il governo, la sovranità suprema del popolo - ha sempre costituito, dalla Grecia antica in poi, un problema: circa il modo di intenderla, le sue possibilità di attuazione, i suoi lati positivi o negativi, il suo essere soprattutto un mito o anche una realtà. Dal Settecento in avanti non sono mai venute meno le aspre divisioni che hanno contrapposto i fautori della democrazia diretta ai sostenitori della democrazia rappresentativa. In queste pagine, uno dei maggiori storici della politica ci consegna un'opera con un duplice intento: da un lato ricostruire la storia del pensiero dei grandi filosofi politici classici - dall'età di Pericle a quella contemporanea - sul tema della democrazia e sui suoi dilemmi, dall'altro offrire una serie di riflessioni sui limiti e persino gli stravolgimenti che la sovranità popolare in quanto mito, potente ideologia, progetto astratto, ha conosciuto e non poteva non conoscere nelle sue molteplici attuazioni. A corollario di questo doppio livello di lettura, Salvadori mette a fuoco il processo di grave deterioramento che la democrazia liberale - proclamata trionfante dopo il crollo politico e morale del comunismo totalitario che aveva preteso di incarnare la ""vera"""" democrazia - ha subito a partire dall'offensiva vittoriosa del neoliberismo iniziata alla fine degli anni settanta del secolo scorso, la quale ha spostato in maniera crescente il centro del potere decisionale dai singoli Stati alle grandi oligarchie finanziarie e industriali sovranazionali."" -
Che cos'è il cinema
Il cinema, il segno più popolare della modernità, l'unico capace di parlare all'intero pianeta, è stato la forma perfetta dei corpi e dei desideri, il punto di fusione incandescente tra immagine e immaginazione: e ancora oggi per comunicare, raccontare, emozionare, sorprendere e provocare, in rete come sul più piccolo degli infiniti schermi di cui ci circondiamo, per creare mondi o registrare la realtà, è difficile trovare una lingua diversa da quella delle immagini e dei suoni dei film. In questo libro i volti più celebri dello star system internazionale, da Meryl Streep a Sean Connery e Al Pacino, da Valeria Golino a Toni Servillo, e i maestri della macchina da presa, da Lynch a Malick, Wenders e Tornatore, si raccontano, parlando di sé e del loro rapporto con il cinema. Queste conversazioni, nate dagli incontri della Festa del Cinema di Roma, conducono il lettore al centro della settima arte, attraverso le storie che hanno dato origine ai film della nostra vita. Alle parole dei protagonisti si affiancano le testimonianze di giornalisti, intellettuali, operatori culturali (Gianni Canova, Valerio Cappelli, Fulvia Caprara, Carlo Fuortes, Domenico Starnone) che raccontano quel ""piccolo teatro della parola"""" allestito con cura e dedizione da Mario Sesti che consente alle parole di entrare in intimità con chi le ascolta rinnovando l'incanto del cinema."" -
Il futuro si costruisce giorno per giorno. Riflessioni su spazio, società e progetto
Il lungo lavoro di Bernardo Secchi, nei progetti, negli scritti, nella costruzione di una discussione pubblica, può essere letto come un esercizio inflessibile sul modificarsi incessante delle pratiche e dei saperi di un'area disciplinare premuta dal mutamento della società, della struttura del potere, dei comportamenti individuali e collettivi, dei valori e degli immaginari che attraverso di essa si esprimono. ""L'urbanistica è attività eminentemente rivolta a un futuro possibile - scrive Secchi -, che cerca di costruire, attraverso il progetto, il miglioramento della vita degli abitanti di una città o di un territorio"""". Questo volume raccoglie venti saggi, alcuni dei quali inediti e molti pubblicati in altra lingua, scritti tra il 1999 e il 2014. È un libro che dialoga pertanto con altre raccolte di testi di Bernardo Secchi, disegnando la sua riflessione nella stagione più recente. Accanto ai saggi, i regesti completi degli scritti e delle opere, dal 1962 al 2014, permettono di rintracciare le relazioni con i luoghi, gli interlocutori e i contesti che Secchi ha costruito nel tempo, entro un percorso di studio e lavoro straordinariamente ricco e articolato che lo ha portato a progettare, insieme a Paola Vigano, in numerose città europee. Con scritti di Paola Viganò e Patrizia Gabellini."" -
Storia della Repubblica. L'Italia dalla Liberazione ad oggi
Settant'anni di storia: un percorso intenso e tormentato, intriso di speranze e di delusioni, di traumi profondi e di mutamenti inavvertiti. Un percorso cui attingere più che mai, questo è il senso del libro, nei disorientamenti dell'oggi. Nel disagio per il nostro presente. Nell'incombere di scenari internazionali che alimentano le inquietudini del nuovo millennio. Quanto siamo cambiati nei settant'anni della Repubblica? Come sono venuti a confliggere, nel loro scorrere, modi diversi di essere italiani? Come si è passati dalla società sofferente e vitale del dopoguerra, capace di risollevarsi dalle macerie di un regime e dalle devastazioni di un conflitto mondiale (e protagonista poi di uno sviluppo straordinario), all'Italia spaesata di oggi? In un unico sguardo tutte le stagioni della nostra vicenda repubblicana, nel succedersi di scenari sociali e politici, culture, generazioni: il dopoguerra, intenso e tormentato; le trasformazioni, le speranze e le disillusioni del ""miracolo economico""""; le tensioni e gli umori degli anni settanta, non riducibili al dilagare di conflitti e terrorismi; la grande mutazione degli anni ottanta, vera origine dei processi successivi. Sino agli ultimi vent'anni: la bufera di Tangentopoli, il crollo del precedente """"sistema dei partiti"""" e la lunga stagione di Berlusconi, con corposi segni di un più generale declino civile; l'urgenza e al tempo stesso l'estrema difficoltà di invertire la deriva.""