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Shocking life
Ha rivoluzionato la moda, ha conquistato Hollywood, ha suscitato clamore e scandalo, eppure la prima stilista italiana a varcare i confini nazionali ha cominciato la sua straordinaria carriera per caso: di sartoria non sapeva nulla, confessa Elsa Schiaparelli in questa autobiografia, la sua «ignoranza in materia era somma», e, proprio per questo, il suo coraggio era «folle e senza limiti». Una vita come una sfida, quella di Schiap, estrosa ed eccentrica. A partire da quando, lei che proveniva da una nobile famiglia romana, sceglie di allontanarsi dall'ambiente conservatore che la circonda: eccola a Londra, a New York, e infine a Parigi, sua città d'elezione; e poi in Russia, Sud America, Africa... La libertà ha un prezzo però e le difficoltà che incontra non sono poche, finché da un'intuizione, semplice e originale allo stesso tempo, un golf nero con un grosso fiocco bianco che sembra vero e invece non lo è, Elsa capisce quale sarà la sua strada. All'inizio deve accontentarsi di una soffitta infestata dai topi, ma ben presto le sue creazioni la portano a place Vendòme, dove apre la boutique e dove sbocciano una dopo l'altra le sue invenzioni: la gonna pantalone, che osa proporre un abbigliamento maschile per la donna; il cappello scarpa, frutto della collaborazione con Salvador Dalì; il golf con il disegno delle costole, con una sorta di effetto a raggi X; il primo vestito da sera con giacca; i tessuti con le stampe dei giornali; i bottoni di tutti i materiali e le fogge (catene, lucchetti, lecca-lecca); e poi le zip, finalmente in bella vista, perfino negli abiti da sera... un'esplosione di fantasia che trova la sua espressione più formidabile in quel colore che è diventato il simbolo di una maison, di un modo di concepire la moda e non solo: il rosa shocking. «Il colore mi balenò davanti agli occhi come un lampo - racconta Schiap -. Brillante, impossibile, sfrontato, piacevole, energico, come tutta la luce, tutti gli uccelli e tutti i pesci del mondo messi insieme, un colore proveniente dalla Cina e dal Perù, non occidentale; un colore ""shocking"""", puro e non diluito». Scioccare è l'imperativo, ma sempre con eleganza e mirando alla bellezza. Se Katharine Hepburn, Marlene Dietrich e Mae West non possono fare a meno di indossare i suoi abiti, se a lei si rivolgono le atlete del momento e perfino le prime aviatrici per il loro guardaroba da volo, Elsa è convinta che disegnare abiti non sia una professione ma un'arte."" -
Porta d'Oriente. Una storia della Turchia dal Settecento a oggi. Nuova ediz.
Nella storia del mondo contemporaneo, la Turchia occupa un posto particolare. La sua collocazione geopolitica, nel ganglio decisivo del passaggio tra Oriente e Occidente; il suo passato di cuore pulsante di due grandi imperi (quello romano d'Oriente prima, quello ottomano poi); la compresenza, sul suo territorio, di differenti etnie: tutto fa sì che la storia turca rappresenti uno snodo ineludibile nei fragili equilibri che attraversano lo scacchiere strategico in cui è posta al centro. Con un'analisi radicalmente diversa rispetto alla lettura tradizionale e alla storiografia turca ufficiale, Zürcher ricostruisce la storia del paese a partire dalla fine del Settecento, con la crisi dell'impero ottomano, ripercorrendone tutte le principali tappe, dalla rivoluzione dei Giovani turchi e la nascita della Repubblica ai colpi di Stato, passando per i cambiamenti sociali ed economici nel contesto di una società in rapida evoluzione, fino ad arrivare ai tormentati sviluppi della storia più recente: il conflitto con i curdi, l'ascesa dell'Islam politico, le ambigue relazioni tra la Turchia e l'Europa. Una trattazione completamente nuova è dedicata alle trasformazioni che il paese ha affrontato tra il 2002 e il 2014, negli anni di governo del partito di Erdogan. Questo libro viene ora riproposto dal suo autore in una versione completamente rinnovata e aggiornata, con l'aggiunta di due cruciali capitoli e di una prefazione all'edizione italiana che riguardano l'ultimo decennio e che aiutano a comprendere le radici dell'attuale situazione turca e le contraddizioni di un paese in bilico tra apertura alle spinte modernizzatrici, rischi di involuzione democratica e tentazioni liberticide, in un inquietante e persistente scenario di sanguinose guerre regionali. -
Aggiornare la Costituzione. Storia e ragioni di una riforma
A quasi settant'anni dalla sua entrata in vigore, la nostra Costituzione è al centro di un passaggio referendario importantissimo. Non sono, beninteso, in discussione i principi fondativi. La riforma, approvata dai due rami del Parlamento - dopo trent'anni di discussioni e dopo un lungo e complesso itinerario tra Camera e Senato - riguarda la seconda parte della Carta, ovvero quella che interessa i meccanismi di funzionamento del nostro ordinamento democratico. Il quesito che avremo davanti non consentirà distinguo. Non saremo, in altri termini, chiamati a decidere tra diverse ipotesi possibili. Dovremo dire soltanto se vogliamo che sia mantenuto intatto il vecchio ordinamento o che vengano introdotti degli aggiornamenti - perché di questo si tratta - nella parte che regola questioni essenziali per la vita del nostro paese: la fiducia ai governi, la natura del Senato, i rapporti tra le due Camere, la snellezza delle procedure di approvazione delle leggi, la distribuzione delle competenze tra Stato e Regioni. Per paradosso, proprio la nettezza del quesito ci chiama alla responsabilità di valutarne bene la portata. Cosa cambia davvero nella riforma che il Parlamento ha approvato? Cosa rimane invece saldamente immutato? E qual è lo spirito complessivo, il senso dei cambiamenti proposti? -
Il piccolo Nicolas e Babbo Natale
Dalla penna del creatore di Asterix e dalla matita di un genio dell'illustrazione, le avventure natalizie e non solo del monello più famoso di Francia. Età di lettura: da 10 anni. -
Le storie del piccolo Nicolas
Quanti guai combina Nicolas! Ad accompagnarlo nelle sue avventure è una banda di amici formidabili: Alceste, che si rimpinza tutto il tempo di brioche e panini, Eudes, che molla sberle e pugni a chiunque gli capiti sotto tiro, Clotaire, il somaro della classe, Maixent, l'atleta della compagnia che corre come un fulmine, Rufus che va in giro col fischietto perché vuole fare il poliziotto come il papà, e poi Agnan, il cocco della maestra, e Geoffroy, che dai genitori ottiene sempre tutto; ma anche Marie-Edwige e Louisette, che saranno pure due ""femmine"""" ma a Nicolas fanno perdere la testa... Il fatto è che, incapaci come sono di fingere e nascondere paure e desideri, il piccolo monello e i suoi compagni quasi senza volerlo combinano una serie di innocenti malefatte; alle prese con loro, genitori e insegnanti non sanno proprio che pesci prendere, e spesso capitolano, senza riuscire a opporre resistenza. Nate dall'incontro di due mostri sacri dell'umorismo, René Goscinny e Jean-Jacques Sempé, le storie di questo ragazzino terribile e dei suoi amici hanno fatto il giro del mondo in centinaia di edizioni fino a diventare un classico, non solo per i lettori più piccoli. Età di lettura: da 10 anni."" -
Quando gli anni divennero animali. La leggenda dello zodiaco cinese. Ediz. italiana e cinese
Un album e un progetto in italiano e in cineseUna storia che narra di dodici animali (gatto e topo compresi), a cui un giorno lontano lontano il dio Buddha ha assegnato un compito speciale: attribuire il proprio nome a ciascun anno, in modo da dare un ordine al passare del tempo. Ecco perché, per esempio, il 2016 è l'anno della Scimmia e il 2017 sarà quello del Gallo. Ma quanti bambini (e grandi) conoscono questa misteriosa storia? Arianna Papini ha deciso così di riscrivere e illustrare da par suo l'antica leggenda facendone un album che racconterà ai bambini il primo litigio tra il gatto e il topo e la magia dello zodiaco cinese. Età di lettura: da 6 anni. -
La cartolina di Gramsci. A Mosca, tra amori e politica 1922-1924
Una cartolina postale. Un documento apparentemente minore, fino a oggi quasi ignorato - e qui per la prima volta integralmente riprodotto a colori e studiato -, si rivela una miniera di informazioni, di tracce, di indizi. Una vera e propria mappa, volutamente disseminata di allusioni e di enigmi, che - opportunamente sciolti - gettano luce sul periodo meno indagato della vita politica e affettiva di Antonio Gramsci. E notte inoltrata, quel 16 ottobre 1922. Gramsci scrive da Ivanovo-Voznesensk, importante centro tessile a duecentocinquanta chilometri da Mosca, a Eugenia Schucht, ricoverata nel sanatorio di Serebriani Bor, lo stesso in cui Antonio è stato curato durante l'estate. Nei mesi precedenti tra i due è nata una storia. Ma quella sera, a scrivere a Eugenia, Gramsci non è solo. Con lui si trova Iulca, sorella di Eugenia, la bella violinista che Antonio ha incontrato a settembre proprio a Serebriani. Per entrambi è stato un colpo di fulmine, che nei mesi successivi ha dovuto fare i conti con le comprensibili gelosie di Eugenia. Trovatosi, poco più che trentenne, al centro di questo complicato triangolo amoroso, Gramsci si rivela autoironico e allusivo, passionale e spregiudicato nel tenere le fila del proprio rapporto con le donne. Ma la cartolina ci racconta contemporaneamente, e in controluce, di un'attitudine politica poco allineata, precocemente rischiosa. Il clima del partito sovietico si va accendendo, proprio in quei mesi, di una forte dialettica interna, e subisce le prime ripercussioni di una lotta intestina che presto non conoscerà esclusione di colpi. Gramsci mostra una straordinaria capacità di orientarsi e partecipare attivamente alla complessa vita politica e culturale di quell'immenso paese stremato dall'economia di guerra. Sono i giorni nei quali il primo ictus di Lenin, che Gramsci incontrerà il 25 ottobre alla vigilia del IV Congresso, ha già aperto la lotta per la successione. Negli stessi giorni in Italia la marcia su Roma del 28 ottobre segnerà lo scatenarsi del terrore fascista sul neonato Pcd'I, con assassini senza nome, incendi e devastazioni di sedi di giornali. A dicembre a Torino - come testimonierà Pia Carena, un'altra donna legata ad Antonio da un'intesa che non sembra fondata solo sulla politica militante - una squadraccia fascista andrà a cercare Gramsci con l'intenzione dichiarata di «appenderlo ad un albero, una volta per sempre». -
Generazioni. Le italiane e gli italiani di oggi attraverso le statistiche
«Maria nasce il 20 maggio del 1926, un giovedì, nelle campagne della pianura padana, dove vive una parte consistente dei contadini del tempo. Possiamo immaginare con qualche fondamento una giornata mite e soleggiata, con temperature tra i 12 e i 23 gradi». Inizia così il racconto del percorso di vita di quattro donne, e attraverso di loro il racconto delle diverse generazioni di italiane e di italiani e di novant'anni della nostra storia. Anche se le donne di cui si traccia la vicenda biografica non esistono realmente, il loro presente è tuttavia uno spaccato dell'Italia di oggi, in cui le diverse generazioni convivono. I profili di queste donne, le loro scelte e gli eventi che le condizionano - la scuola che hanno frequentato, la famiglia che hanno formato, il lavoro che hanno trovato o perso - sono costruiti sulla base della documentazione statistica, di quel ricchissimo patrimonio di dati e analisi accumulato dall'Istat proprio a partire dal 1926, anno della sua fondazione. Intorno agli eventi che scandiscono i percorsi delle nostre protagoniste, milioni di esistenze seguono strade talora radicalmente diverse. Ognuna di esse, però, ha portato all'Italia quale è oggi, nel bene e nel male, nelle tante conquiste e nei problemi tuttora irrisolti, nelle contraddizioni e nelle diseguaglianze, ma anche nelle tante diversità che costituiscono la vera ricchezza del paese. L'informazione statistica pubblica disegna qui, per mano di due tra i suoi più autorevoli protagonisti, un grande affresco della nostra storia recente da una prospettiva nuova, documentata e rigorosa, spesso anche del tutto sorprendente. -
Le implacabili. Violenze al femminile nella letteratura americana tra Otto e Novecento
Pochi temi sono terreno di silenzi e tabù come la violenza femminile. Che le donne possano essere attori della violenza e non solo vittime è sembrato a lungo un ossimoro: parte integrante dei sistemi permanenti e impliciti del pensiero, la rappresentazione del femminile è ancorata a un'immagine di dolcezza e di rifiuto del male che trova espressione nel classico cliché della donna-angelo o nell'icona della madre. A questa ritrosia si aggiunge il timore che trattare della violenza agita o immaginata da madri, sorelle e figlie possa far sviare l'attenzione dal drammatico problema della violenza subita, dagli abusi domestici agli stupri di guerra. Eppure, storia e letteratura sono popolate di donne capaci di opporsi al dominio maschile con il ricorso alla forza e persino di rivestire ruoli di rilievo nell'ambito virile per eccellenza, quello della guerra. Non ovunque, nei contesti nazionali, queste (anti)icone di genere hanno trovato la stessa visibilità. Se si esamina il campo letterario in lingua inglese, e particolarmente quello statunitense, ci si imbatte in scrittori e scrittrici che hanno tematizzato personaggi forti, bellezze letali, eroine sadiche e implacabili che non si esauriscono nello stereotipo misogino della femme fatale, ma diventano lo specchio letterario di istanze di emancipazione che portano le donne a confrontarsi progressivamente con lo spazio della violenza attiva e a raccontare (talvolta vivendoli in prima linea) i conflitti del loro tempo. -
Arte e sfera pubblica. Il ruolo critico delle discipline umanistiche
In che modo l'arte contribuisce al vigore della sfera pubblica? E qual è il compito civile che la critica d'arte, intesa nel suo senso più elevato, può svolgere? In questo volume, Michele Dantini prova a dare risposta a tali interrogativi avvicinando artisti per definizione elusivi, come Duchamp e Manzoni, cui sono dedicati saggi di avvincente precisione, e confrontandosi con grandi storici dell'arte (Warburg, Panofsky, Wind, Gombrich e Baxandall; tra gli italiani Longhi) che hanno saputo e voluto essere intellettuali pubblici: non però nel modo immediato e a tratti tirannico della militanza, ma attraverso un complesso intreccio di attualità e inattualità, prossimità e distanza, coinvolgimento e «inflessibile erudizione». Nel prendere spunto dall'attuale crisi della critica, l'autore rifugge il prevedibile lamento sulla «morte dell'esperienza» o la scomparsa degli «intellettuali legislatori». In dialogo anche con storici e teorici come Weber e Mannheim, Momigliano e Berlin, Walzer e Said, Sloterdijk e Habermas, individua costanti, segnala differenze, stabilisce genealogie, con l'obiettivo di restituire una maggiore ampiezza all'attuale discussione sulle discipline umanistiche. Mentre contribuisce a riconoscere nella diaspora culturale tedesca ed ebraico-tedesca l'episodio storico-culturale cruciale del Novecento, ""Arte e sfera pubblica"""" interviene con originalità e autorevolezza sui processi di traduzione transculturale che hanno dato vita alla koinè culturale contemporanea e risponde a una rinnovata esigenza di confronto tra ambiti di esperienza - arte, scienza, morale, religione - che soffrono oggi di un'eccessiva separazione. Sullo sfondo dei saggi raccolti nel volume, la necessità di ritrovare il senso delle profonde differenze esistenti, sino alla prima metà del Novecento, tra cultura europea continentale e cultura americana."" -
Spazi che contano. Il progetto urbanistico in epoca neo-liberale
L'attacco al riduzionismo funzionalista negli anni settanta veniva portato avanti entro almeno due differenti angolazioni. Da un lato Henri Lefebvre, a sfidare l'ortodossia marxista. Dall'altro, la pista anarchica di Colin Ward. La critica al riduzionismo funzionalista è già tutta lì, compresa negli attacchi rivolti all'incapacità del funzionalismo di cogliere l'essenza della città. Oggi il progetto urbanistico rischia di finire entro le maglie di un nuovo funzionalismo. Questa l'ipotesi che il libro propone, a valle di alcune ampie ricerche condotte su territori europei. Il progetto contemporaneo è, di nuovo, un progetto funzionalista perché gioca tutto su aspetti percettivi, di sensibilità, di comfort; sulla necessità di rinforzare identità e abitabilità per un soggetto scarnificato e astratto; rende lo spazio e la società piatti. Spazio e società non sono piatti, neppure negli anni della crisi che molte cose ha ridotto. Al contrario, i territori europei mostrano questioni complesse che hanno a che fare con le ambiguità del vivere assieme in società individualizzate, con l'intimità e l'esibizione, con il deflagrare dei diritti relativi all'abitare, in un'epoca segnata dalla loro forte restrizione. Scopo di questo libro è mettere in evidenza questi snodi affinché essi mantengano la loro problematicità. -
Fare spazio. Rapporto 2016 sulle migrazioni interne in Italia
Italiani, stranieri, giovani, persone in età avanzata, lavoratori, lavoratrici, studenti, studentesse, disoccupate, disoccupati: sono coloro che si muovono sul territorio nazionale, formando catene, attivando relazioni, modificando i luoghi con cui entrano in contatto. Le migrazioni interne hanno rappresentato negli ultimi quarant'anni un laboratorio eccezionale per capire la società italiana e le sue trasformazioni, fenomeno che gli studiosi hanno interrogato con vivacità e passione e che oggi viene riscoperto e nuovamente indagato. Il progetto di un rapporto sulle migrazioni interne giunge quest'anno alla sua terza edizione e le premesse scientifiche e organizzative da cui è nato sono legate all'esigenza di calare sul terreno della pratica della ricerca la concatenazione di più approcci, da quello storico a quello sociologico e demografico, da quello antropologico a quello informatico, da quello linguistico a quello economico. Il libro ricostruisce le recenti tendenze, mettendo in risalto età media, luoghi di destinazione e di provenienza, genere e altre caratteristiche necessarie a comprendere il profilo della mobilità interna. L'accento viene posto in particolare sul territorio, isolando e approfondendo alcune realtà in cui il contributo della mobilità risulta determinante per le dinamiche sociali ed economiche. L'intreccio tra migrazioni interne vecchie e nuove, la connessione con le altre forme di mobilità (emigrazione all'estero, immigrazione straniera), la loro presenza costante nella memoria e nelle stratificazioni sociali fanno dell'Italia un caso di straordinario interesse, che continua ad attirare l'attenzione del mondo scientifico e la curiosità dell'opinione pubblica. -
Edward Hopper. Un poeta legge uno pittore. Ediz. a colori
«Nei quadri di Hopper ad accadere sono le cose che hanno a che fare con l'attesa. Le persone di Hopper paiono non avere occupazioni di sorta. Sono come personaggi abbandonati dai loro copioni che ora, intrappolati nello spazio della propria attesa, devono farsi compagnia da sé, senza una chiara destinazione, senza futuro». Un grande premio Pulitzer come Mark Strand, poeta e scrittore americano, legge e interpreta per noi trenta dei più noti e amati quadri di Edward Hopper, il pittore americano per antonomasia. Ed ecco sfilare sotto i nostri occhi gli scenari più intensi della mitologia statunitense moderna: distributori di benzina, nastri d'asfalto, marciapiedi, ferrovie, night club, motel... La dimestichezza che si ha con la materia figurativa trattata da Hopper ha spesso indotto a costringere superficialmente questo artista dentro etichette limitative. Così è stato tanto sotto il profilo storico, laddove si è affibbiata all'artista la definizione di «realista americano», quanto sotto il profilo tematico, laddove lo si è voluto innanzitutto come l'«artista della solitudine e dell'alienazione». In queste pagine Mark Strand - le cui poesie si muovono su un terreno mentale e affettivo assai simile - supera di slancio questa visione e ci accompagna nel cuore dell'opera del pittore. Con la sua scrittura nitida, meticolosa e insieme allusiva, densa ed evanescente, Strand espone ciò che rende le scene, gli spazi, le persone della quotidianità raffigurati da Hopper così commoventi e indimenticabili. Un piccolo gioiello riproposto qui con un testo inedito e appassionato di Strand riemerso dai suoi cassetti dopo la morte, e una nuova veste grafica che ne fa un unicum editoriale prezioso per i sempre più numerosi cultori della pittura di Hopper e dell'immaginario americano. -
Italia
"Pensami di tanto in tanto, come io penso a te quando la luna è una zecca dorata nel cielo estivo gonfia di luce: tu sei parte delle mie parti del discorso. Pensami di tanto in tanto. Io penserò a te."""" (A Giacomo Leopardi in cielo)" -
Il genio di Beethoven. Viaggio attraverso le nove Sinfonie
Come rendere le sinfonie di Beethoven un grandioso romanzornrn«Ogni sinfonia è descritta accuratamente nei singoli movimenti: attraverso il profilo stilistico, definito con osservazioni essenziali, ""il colore"""", l'immagine complessiva di ciascun capolavoro.» - Paolo Gallarati, La Stamparnrn«Ciò che Pestelli mette sotto gli occhi del lettore è un mondo: uno dei meriti del libro è trattare le nove composizioni come se fossero un racconto ininterrotto, un romanzo, il diario di una vita» - Corrado Augias, Il Venerdì di RepubblicarnrnLe nove Sinfonie di Beethoven sono forse il patrimonio musicale più conosciuto al mondo; ovunque esista una vita musicale, ovunque si faccia musica, le Sinfonie sono la colonna portante del repertorio sinfonico e da circa due secoli sono presenti nella mente e nel cuore degli ascoltatori. Tutte e nove possono essere considerate un unico corpo creativo, in cui si delinea un percorso evolutivo e anche il racconto di una storia. Prese insieme, infatti, possono far pensare a un romanzo di formazione: un giovane parte per il vasto mondo, si scontra con ostacoli che riesce a superare grazie a un'eroica volontà d'azione finché, uscendo dalla sfera degli interessi personali, allarga lo sguardo a una dimensione sociale, celebrando ideali di portata universale. Il libro ripercorre questa storia, considerando i nove capolavori nella loro genesi e nelle loro fisionomie, cercando di """"far parlare"""" le Sinfonie stesse, come vere e proprie «azioni» che si realizzano nell'ascolto. """"Alla fine della Nona si resta frastornati - scrive Giorgio Pestelli -, si ha l'impressione di essere stati in un luogo dove si è pronunciato un importante giuramento; ci sembra di avere la forza e il coraggio per essere fedeli alle promesse. E penseremo alle nove Sinfonie come a un baluardo di forme intelligibili e fraterne per aiutarci a vivere senza temere la vita"""". Sintesi del passato, fra Illuminismo e romanticismo, le sinfonie di Beethoven hanno determinato la vita musicale dell'Ottocento: l'evoluzione dell'orchestra sinfonica, la nascita del direttore d'orchestra, l'istituzione del concerto pubblico. E al tempo stesso hanno rappresentato il centro di irradiazione della musica futura, anche attraverso gli esiti non voluti di musiche che sono modelli di autorità classica e allo stesso tempo simboli di rottura liberatoria delle forme tradizionali. Un mondo, quello delle Sinfonie, che brilla ancora oggi di una forza straordinaria, di fronte alla quale non è possibile tirarsi indietro: meglio assecondare quell'impeto, meglio accogliere quel caloroso invito a frequentare e ad abitare un patrimonio di cultura, civiltà e bellezza fra i più alti della storia moderna."" -
Deledda. Una vita come un romanzo
In un giorno d'ottobre del 1899, una giovane donna, scrittrice non ancora famosa, arriva a Cagliari, festeggiata ospite della direttrice di una rivista femminile. Nel corso di un blitz durato poche settimane incontra l'uomo della sua vita, lo sposa e con lui si trasferisce a Roma, dove vivrà il resto dei suoi anni. Appena giunta a Cagliari, nessuno sospetta che questa timida ragazza abbia davanti a sé una luminosa carriera letteraria: nel giro di qualche decennio diventerà la prima (e unica) scrittrice italiana a ricevere il Premio Nobel. Così inizia questa biografia di Grazia Deledda, che attraverso la ricerca saggistica e l'evocazione romanzesca trova, tra le pieghe della fitta corrispondenza deleddiana, l'immagine di una donna in continuo movimento tra creazione letteraria, desiderio di autoaffermazione, amori (soprattutto epistolari, ma non per questo meno infelici), tentativi di distacco dalla città dove è nata, Nuoro, e da un ambiente che giudica raggelante e provinciale. Tanti i personaggi che, insieme a lei, incontriamo in queste pagine: da Pirandello, che mostra curiosità nei confronti della scrittrice, a Puccini e alla divina Eleonora Duse, che interpreterà la protagonista di Cenere nell'adattamento cinematografico del romanzo. Diversamente da gran parte dei ritratti biografici della Deledda, dedicati agli anni nuoresi, l'autore si concentra qui sul periodo romano, disegnando la figura di una scrittrice matura e a suo modo integrata nell'ambiente letterario italiano, consapevole del proprio talento e insieme investita dalle ansie e dai dubbi che si accompagnano alla creatività artistica. La vita della Deledda è una storia di determinazione e coraggio; una storia da leggere come un romanzo, per riscoprire la voce di una grande scrittrice, a ottant'anni dalla sua scomparsa. -
La Villa Savoye. Icona, rovina e restauro (1948-1968). Ediz. illustrata
La villa Savoye progettata da Le Corbusier è, quasi per antonomasia, l'icona della modernità architettonica. Non vi è forse altro manufatto che racchiuda la quintessenza di un canone estetico che ha contraddistinto il Novecento. Il fatto è, però, che una tale icona è destinata a mettersi continuamente in discussione e a contraddirsi. Ecco perché, nel corso di più di ottanta anni, la sua storia ha oscillato sistematicamente tra paradigma e rovina. Realizzata tra il 1928 e il 1931 alle porte di Parigi per i coniugi Savoye, questa vera e propria accademia invisibile della modernità negli anni successivi alla guerra cade velocemente in rovina. Utilizzando materiali d'archivio, disegni, epistolari, diari, schizzi, fotografie - in larga parte inediti e riprodotti negli apparati iconografici del volume - gli autori raccontano una vicenda appassionante in cui Le Corbusier prima, Jean Dubuisson e chi lavorerà sulla villa poi, faranno di questa architettura il terreno di un lento slittamento verso un restauro che ha nell'autenticità e nell'autorialità i suoi presupposti fondamentali. -
Moneta e impero. Economia e finanza internazionale dal 1890 al 1914
Un classico della storia economica, quest’opera di Marcello de Cecco, un libro in cui il grande economista mostra «di che lagrime grondi e di che sangue» un sistema monetario internazionale, il gold standard, che fu a lungo ritenuto un modello di equilibrio e armonia. Con il supporto di analisi documentate sullo sviluppo economico, il commercio internazionale, le istituzioni finanziarie, de Cecco mostra come, in ciascuno di questi ambiti, fin dall’inizio del Novecento maturava la crisi che portò all’esplosione del sistema nei tragici giorni dell’estate 1914. Svelando il tessuto di interessi e di lotte che, nella Belle époque, stanno alla base del gold standard, vivisezionando il sistema di potere britannico che lo sorregge, il capolavoro di de Cecco ci insegna a osservare con occhio disincantato e consapevole qualsiasi sistema monetario. Non esiste un sistema perfetto, poiché si tratta sempre di una creazione umana, politica. La moneta, insomma, riflette un imperium: essa esiste nella misura in cui poggia su un potere, e ogni regime monetario creato nella storia ha servito gli interessi di un gruppo dominante, nazionale o internazionale, che quel potere ha esercitato. Qualsiasi scelta monetaria, in definitiva, porta il marchio del sovrano. -
Calendario civile. Per una memoria laica, popolare e democratica degli italiani
Un originalissimo progetto collettivo all'insegna della storia e dell’impegno civile, il libro – firmato da un gruppo di studiosi e intellettuali prestigiosi – lancia e articola la proposta di un «Calendario civile», parallelo a quello religioso, scandito da 22 date celebrative di passaggi cruciali della nostra storia democratica e della nostra tradizione repubblicana. rnrnQuesto “Calendario civile” che canonizza i miti del progressismo mi rallegra perché, quando una civiltà si dedica un'apoteosi, vuol dire che è vicina a crollare sotto il peso della propria assenza di ridicolo; vuol dire che non è così lontano il giorno della Restaurazione. - Antonio Gurrado, Il FogliornrnSaggi di Renata Ago, Quinto Antonelli, Angiolina Arru, Anna Bravo, Guido Crainz, Cesare Bermani, Anna Foa, Vittoria Franco, Umberto Gentiloni, Gabriella Gribaudi, Gad Lerner, Salvatore Lupo, Luigi Manconi e Federica Graziani, Claudio Natoli, Raoul Pupo, Alessandro Portelli, Vanessa Roghi, Gianpasquale Santomassimo, Benedetta Tobagi, Alessandro Triulzi, Nadia Urbinati, Adachiara Zevi.rnrnFin dai primi anni del secondo dopoguerra, la questione di una ritualità altra, di un ciclo dell’anno laico, si è posta come fondamento di una comunità civile. È in questo spirito che si sono cominciati a celebrare avvenimenti del nostro Risorgimento come la Breccia di Porta Pia o la proclamazione della Repubblica romana, e si è ripreso a festeggiare ricorrenze come l’8 marzo. Non è stato un processo semplice: certe date, come il 2 giugno, hanno avuto un’origine istituzionale; altre, come il Primo maggio, sono state faticosamente riconquistate; altre ancora, come quelle della strage di piazza Fontana o del G8 di Genova, sono sorte dal basso e fanno parte di una memoria tuttora in formazione. I 22 capitoli di questo libro narrano dunque di un calendario in divenire; essi non si limitano alla sola ricostruzione di ciascuna data, bensì la connettono a un contesto storico e geografico più ampio. Così, le pagine dedicate alla data del referendum sul divorzio rinviano anche alla celebrazione di quello sull’aborto e alla storia della riforma del diritto di famiglia. Allo stesso modo, l’occupazione delle fabbriche o il Primo maggio sono l’occasione per raccordare la storia e la memoria del movimento operaio alla sua realtà presente. Così ancora, l’8 settembre non segna solo l’inizio di una nuova Italia, ma anche l’avvento di un protagonismo civile delle donne, di un inedito maternage di massa. E il 3 ottobre riannoda il tragico ricordo del recente naufragio dei migranti di Lampedusa agli infausti precedenti dell’invasione italiana dell’Etiopia. A dare ulteriore sostanza storica a questo calendario, ogni data è accompagnata da una preziosa appendice di brevi documenti di storia orale, di brani autobiografici, poetici o musicali. L’obiettivo è la costruzione di un patrimonio di tradizioni condiviso: la storia e il passato aiutano così a comprendere, trasmettere e ricordare, rafforzando il tessuto della nostra comunità nazionale, sconfiggendo i rischi dell’oblio, e costruendo una cittadinanza capace di non smarrirsi nelle sfide del nostro tempo. Ideato e coordinato da Alessandro Portelli, «Calendario civile» è un progetto nato dalla collaborazione tra la Donzelli editore e il Circolo Gianni Bosio, che oltre a dar vita... -
La vita, altrove. Autobiografia come un viaggio
Per la prima volta Julia Kristeva, linguista, psicoanalista e scrittrice considerata tra i massimi intellettuali del nostro tempo, svela in questa conversazione, che di fatto si traduce in un'autobiografia, i risvolti più intimi della sua vita. Tre quarti di secolo, vissuti sempre sulla breccia, in un continuo corpo a corpo con le vertigini identitarie dell'esilio e dell'amore. L'infanzia in Bulgaria; la guerra, il comunismo e il suo crollo; poi, da ragazza, l'arrivo a Parigi con una borsa di studio, i contatti subito intensi con gli ambienti intellettuali francesi più innovativi; gli anni sessanta e le effervescenze di Saint-Germain-des-Prés; la giovane bellezza accentuata dai tratti slavi; gli zigomi alti, lo sguardo penetrante, il sorriso largo, l'eleganza innata di ogni movenza. Tutti caratteri che, trascolorando, accompagneranno le sue esperienze di donna, di amante, di sposa, di madre. Il libro ci invita a seguirla nel cuore profondo delle parole che scandiscono la sua vicenda biografica e, insieme ad essa, quella di un intero continente alle prese con i suoi passaggi storici cruciali.