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Cesare Pavese. Un «amico speciale» e la società digitale iperconnessa
Il ventunesimo volume, qui proposto, mantenendo il carattere internazionale e collettaneo dei contributi critici, assume simbolicamente Pavese come un “amico speciale” (la definizione è del noto sociologo Franco Ferrarotti) che guida, con la sua opera, gli studiosi e i lettori nella “società digitale iperconnessa”, con la sua particolare configurazione, ma anche con gli elementi di continuità con il passato, per affrontare insieme le “grandi questioni” dell’esistenza umana. Senza retorica, senza la pretesa di istruire o, peggio ancora, indottrinare, l’“umanesimo” non viene considerato come una comoda “poltrona” (per usare una felice espressione dello stesso Cesare Pavese), su cui sedersi per godere risultati ormai consolidati, ma viene visto come continua ricerca del significato ultimo della vita. -
La notte di Artemide
L’Unione Industriali di Napoli ha inteso sostenere questo volume che parla di donne che hanno avuto successo e si sono affermate, tra mille difficoltà, in diversi settori di impegno imprenditoriale, professionale, sociale. Si tratta di percorsi che dimostrano che il cambiamento è possibile, ma che denunciano anche la persistenza di un contesto sociale e territoriale che, oggettivamente, si frappone all’uguaglianza di genere, così come ad altre forme di uguaglianza. -
La pinza chirurgica di Pompei. Medicina e studi
Il libro contiene una trattazione sulla pinza chirurgica del I secolo d.C. ritrovata a Pompei e conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nel corso della stesura è stato necessario esaminare alcuni argomenti. Oltre ai richiami delle ricerche di diversi autori su tale strumento chirurgico, vengono riportati gli studi condotti a metà '800 da Benedetto Vulpes e Bernardo Quaranta. Inoltre, sono stati evidenziati alcuni aspetti delle fonti iconografiche, quali il bassorilievo del tempio egizio di Kom Ombo e la pittura pompeiana 'Enea ferito', insieme ad approfondimenti sulle pinze chirurgiche di epoca romana ritrovate nel territorio svizzero, a Luzzi, Rimini e nella Grecia centrale. Per fornire completezza alla trattazione alcuni paragrafi sono dedicati agli artigiani del bronzo, al rinvenimento degli strumenti chirurgici e dei contenitori sanitari nel corso degli scavi di Ercolano e Pompei, nonché alle figure del medico e della donna-medico di epoca romana. -
Brigantesse e briganti. Le due metà della banda
Un libro poderoso, unico nel suo genere, che riscrive la storia di un fenomeno, che comunque lo si voglia chiamare (insorgenza, movimento legittimista, guerra civile, conflitto sociale, reazione alla modernizzazione, scontro di civiltà e così via), coinvolse per un decennio non solo gli uomini ma anche e spesso soprattutto le donne, in più di una occasione in prima linea. Leggeremo le storie di brigantesse violente, caparbie, sanguinarie, tenaci, forti, decise a tutto pur di ribellarsi al nuovo ordine. A volte erano, oltre che guerriere, spose e madri. Conosceremo le imprese di Maria Rosa Marinelli, i crimini di Maria Oliverio, la macchia di Sceppella, le crudeltà della banda Masini, le astuzie della specialista di agguati Luisa Mollo. Dal Cilento agli Alburni, dall’Irpinia alla Basilicata, è ricostruita anche la vita quotidiana nei boschi e sui monti delle brigantesse, e dei briganti: donne e uomini protagoniste e protagonisti di una eroica e tragica guerra contadina. -
Enrico Caruso. Una canzone d'amore
Domenico “Mimì” Infante è un giovane melomane che, una fatidica sera, si troverà ad ascoltare per la prima volta la voce di un giovanissimo e ancora sconosciuto tenore: Enrico Caruso. L’incontro tra i due cambierà la vita di Mimì portandolo di lì a poco a diventare il segretario personale di quello che sarà il più grande tenore di tutti i tempi. Inizialmente affascinato dal “personaggio” Caruso, Mimì lo seguirà ovunque in giro per il mondo, se ne prenderà cura nei momenti di crisi e di sconforto così come nella gloria, cercherà di capire chi si cela realmente dietro le centomila maschere che il tenore indossa e, alla fine, lo riconsegnerà alla storia, custodendo in segreto dentro di sé la verità dell’uomo che si nascondeva dietro al mito che tutti credevano di conoscere. -
Il potere che interpreta. L'eco dell'esegesi dei duo gladii di Bernardo di Clairvaux nel pensiero politico dei secoli XIV-XVII
Protagonista di questo volume non è tanto Bernardo di Clairvaux (1090-1153), ma la sua eco (secc. XIV-XVII). Il lettore che cerchi un profilo dell'abate pertanto non lo troverà. La domanda a cui questo libro risponde è piuttosto rivolta da Bernardo ai protagonisti della storia del pensiero politico e può essere drammatizzata, sul modello dell'interrogazione di Cristo ai suoi discepoli, nella forma: «Chi dite che io sia?». È questo il senso di una rassegna dei testimoni (da Egidio Romano a Roberto Bellarmino, da Giovanni di Parigi a William Barclay, passando per Guglielmo di Ockham e Marsilio da Padova) che, ritratti nel parlare soltanto di sé con le sue parole, saranno autori molto più che interpreti di sofisticati modelli di comprensione della politica, delle sue categorie e delle sue istituzioni. -
Rammendi di vite qualsiasi
C'è un rammendo che non riguarda le cose, bensì le persone: il loro modo di guardare la vita e, di conseguenza, la loro stessa vita. Prende avvio dall'attimo - una parola, uno sguardo - in cui persone, donne soprattutto, che si percepiscono marginali, periferiche, sconfitte dagli eventi, dagli altri e più spesso da sé stesse, intuiscono che, nella stessa consapevolezza della loro sconfitta esistenziale, c'è un filo da/con cui ricostruire. -
Sibyl. C'è chi prevede il futuro e chi lo conosce già
"Sibyl"""" è un racconto di fantascienza in cui c'è chi combatte per la libertà e chi la perde, senza accorgersene, ogni giorno; c'è chi vuole costruire un """"giusto governo"""" e chi è rassegnato ad una supina indifferenza. Ci sono poi Bob ed Helen, un pilota e una professionista di lettere, che tornano indietro nel tempo, alla ricerca di un viaggiatore rimasto prigioniero nel 531 a.C. La loro missione parte dall'antro della sibilla di Cuma e si sviluppa tra Roma, Dicearchia (l'antica Pozzuoli) e l'isola di Samo. Al ritorno dal loro viaggio nel tempo, troveranno un presente completamente cambiato." -
Ferme mai. Sette storie napoletane
C'è un timbro narrativo unico a legare le sette storie napoletane qui raccolte, e c'è un medesimo passo guerriero a scandirle. E scorre nelle pagine il fil rouge di una consapevolezza di sé, di un appassionato stare al mondo comune alle sette creature femmine, pure assai diverse l'una dall'altra, che qui si raccontano. Lo scenario, di una città abitata dal disamore urbano come Napoli, ne esalta le fughe da orizzonti convenzionalmente riservati alle donne o in alcuni casi dal tepore ovattato delle esistenze borghesi di provenienza. E fa risaltare di più, per ognuna di esse, le scelte coraggiose, gli impegni professionali arditi. La consapevolezza, riflessa da ciascuna delle voci narranti e maturata nel tempo, viene dall'aver deciso di muoversi nella vita come argento vivo trasformando ""le debolezze in opportunità""""."" -
La strada verso casa. Due generazioni a confronto attraverso un'importante sfida politica
"La strada verso casa"""" è di per sé un manifesto politico, ha cioè un significato paradigmatico che il libro esprime, forse, persino al di là dell’intenzione degli autori. Nel senso che il volume assume un valore di esempio politico senza volerlo, e questa dose quasi di inconsapevolezza, è una delle fortune di questo bonsai letterario, che diventa dunque preziosa lettura non solo per chi appartiene alle affascinanti valli lucane. Gianni Pittella e Simona Atzori raccontano la via delle radici, il nòstos, il ritorno a Lauria sfoggiando una doppia lente, quella di una giovane dotata e sensibile che ha deciso di restare nella sua terra, controcorrente rispetto all’esodo e allo spopolamento, e quella di un uomo politico che dopo una vita di impegno, ma anche di allori, in giro per l’Europa decide, anche lui controcorrente, di rispondere al richiamo della comunità natale e torna nel Sud profondo per candidarsi Sindaco." -
La vita giorno per giorno
Cosa può significare ""La vita giorno per giorno""""? Tutto e niente. Ad esempio assuefarsi al """"train de vie"""" del mio mondo, quello di ogni giorno, dove vivo, amo, piango. Oppure esattamente il contrario: scoprire, ogni giorno, un'emozione nuova e di certo irriconoscibile. Per stupirsi in modo talmente desueto da credere che """"Ogni uomo è un mondo"""", come scriveva Gilbert Keith Chesterton, cioè """"l'uomo veramente grande è colui che fa sentire grande ogni altro uomo"""". Se pensassimo ogni giorno così, non soltanto potremmo davvero sentirci nuovi ad ogni attimo, ma non avremmo bisogno di confrontarci di continuo, naturalmente senza credere di essere, ognuno, capace di predominare sul mondo intero."" -
Napule nunn esiste... ma è 'na fissazione
Con questa seconda edizione l'Autore integra sensazioni e riflessioni di questo suo ulteriore scorcio di vita, dal 2009 al 2022, approdando ad una maturità umana e poetica non scevra da amarezze e disillusioni. Nel frattempo, dopo il riconoscimento di Primo classificato al ""Premio Accademia di Paestum"""" del 2009 (con il libero rifacimento dell'""""Ave Maria"""" in lingua napoletana), è giunto il 21 maggio del 2022 il riconoscimento di Primo Classificato al Salone del Libro di Torino per il settore della Poesia sulla Giustizia (anche questa volta in lingua partenopea: 'O Palazzo 'e Giustizia)."" -
La rosa bianca di Izmir
Aveva solo dodici anni, quando accanto al suo letto gli zii materni posero una culla vuota, senza bambole. “Presto ti servirà, ti unirai con rito religioso ad un nostro coetaneo” – poche taglienti parole stravolgono la vita della piccola Akgül, una bambina turca costretta a diventare donna precocemente. Una storia che si dipana tra il passato e il presente, tra l’Anatolia e l’Italia, seguendo il filo delle memorie e delle esperienze della protagonista, ormai trentenne, e consente di esplorare le dinamiche di una realtà apparentemente lontana, eppure, in verità, così vicina: il dramma delle spose bambine. -
Alle origini dell'anima occidentale. Per un Tommaso d'Aquino senza tomismi
L’Autore presenta la “Somma Teologica”, l’opera più nota Mauro La Spisa di Tommaso d’Aquino (del quale nel 2025 ricorrerà l’ottavo centenario della nascita) nell’inusuale capovolgimento della sua architettura tematica: non esordire dal Dio creatore per scendere ai vissuti umani ma l’inverso, non per obbedire a qualche stravaganza devozionale o pubblicitaria ma per intraprendere un percorso di avvicinamento al divino che sia esercizio di volontà e rischiaramento della coscienza collettiva. Nell’età dell’informatica ove ogni comunicazione rischia di scivolare nei residui antichistici dell’umanesimo, l’esperimento rasenta la sfida di una missione impossibile: rivivere la parentela col divino non come potere che sacralizza i fatti ma che li redime dalla loro fatalità, ciò in cui Oriente e Occidente avvertono di aver perduto le proprie anime. -
Grand Hotel Vesuvio. Napoli, 1882-2022
Questo libro ricostruisce e interpreta la storia di uno degli alberghi più prestigiosi di Napoli, nato col nome di ""Hotel du Vesuve"""" nel 1882, rinominato Grand Hotel du Vesuve nel 1890, italianizzato durante il fascismo come Albergo Vesuvio, attualmente Grand Hotel Vesuvio. Un albergo che da quasi un secolo e mezzo rappresenta non solo l'ospitalità della città, bensì anche il rapporto tra il turismo a Napoli e la cultura europea e mondiale."" -
Libri in fuga. Ovvero del felicissimo trasferimento della Biblioteca Nazionale di Napoli
10 agosto 2032. A piazza del Plebiscito una straripante folla circonda un grande palco imbandierato. Sul palco ci sono tutte le autorità civili, politiche, militari e religiose: il Sindaco, il Prefetto, il Presidente della Regione, il Ministro della Cultura e tutti i componenti della Commissione dei Grandi Traslocatori che hanno organizzato l'epocale trasferimento della Biblioteca Nazionale di Napoli dal Palazzo Reale al Palazzo Fuga... -
Educazione e democrazia in Paulo Freire. Una rilettura critica
A cento anni dalla nascita del pedagogista brasiliano Paulo Freire (1921-1997), rileggerne le idee implica raccoglierne il cuore pulsante e portarlo nel nuovo secolo, come guida per l’azione culturale e, soprattutto, come base per nuovi itinerari didattici e pedagogici. La sua proposta etica ed educativa si inscrive nell’orizzonte del pensiero latinoamericano della liberazione; non a caso, nel 1964, egli incontrò l’opposizione del governo militare, che ordinò il suo arresto e la detenzione per settanta giorni. Oggi, da più parti si guarda al suo modello educativo, realmente pioneristico. Superare, non ripetere: questa è la giusta prospettiva con cui rileggere Freire, oggi. La conoscenza deve essere costruita collettivamente attraverso il dialogo, la comunicazione, lo scambio. L’educazione non può non fare proprio questo modello relazionale, per essere realmente democratica. Educazione e democrazia insieme possono sfidare, con arditezza, senza retorica, antiche e nuove forme di autoritarismo e di populismo, in nome del pensiero critico, delle forme di emancipazione sociale, intellettuale e morale. -
Non lo dire a nessuno
Lucia, nata in una famiglia dell'alta borghesia industriale lombarda degli anni '60, racconta tutto di quella violenza e le sue conseguenze. Tra il lago di Como, le comunità monastiche, le passerelle della Milano da bere, il jet set di New York e Londra, un noir che scandaglia le emozioni di un'anima determinata a raggiungere un paradiso mai conosciuto. -
Ucraina
Putin e il gruppo dirigente russo hanno deciso il 24 febbraio del 2022 l’invasione dell’Ucraina convinti di condurre una campagna lampo in grado di liquidare in poche settimane la resistenza ucraina. Questo piano fallirà. La guerra potrà proseguire a lungo ma i termini della situazione non muteranno. Non muterà soprattutto la condizione internazionale di isolamento della Russia. Né da questa situazione il regime verrà fuori minacciando, come fa Dmitrij Medvedev, olocausti nucleari. La possibilità di un sussulto democratico che dissolva l’autocrazia russa è ancora lontana, ma le conseguenze delle sanzioni sulla economia russa, i passi falsi e le sconfitte sul terreno militare, e la tenace resistenza degli ucraini potrebbero tuttavia favorire l’aprirsi di una riflessione critica sulla condotta neo imperiale del gruppo dirigente russo e sui costi che essa comporta per il Paese. Sarà in grado Putin di Individuare una via di uscita dal vicolo cieco in cui si è cacciato? Saprà disporsi ad un negoziato su basi ragionevoli e senza porre condizioni inaccettabili per l’Ucraina? O, viceversa, la Russia si arroccherà sui territori ucraini conquistati? Si allontanerà, forse irreparabilmente, dall’Europa? È realistica una simile prospettiva nel tempo delle interdipendenze e del globalismo? Nella epoca dominata dal ritmo sconvolgente delle innovazioni tecnologiche? Chi seguirebbe la Russia che scegliesse questa strada? Questi gli interrogativi intorno a cui ruota il libro che approfondisce i motivi che hanno condotto alla crisi delle relazioni tra Occidente, Unione Europea e Stati Uniti, e la Russia di Putin. -
Sbelut. Cronache semiserie dei moti dell'anima
Sbelut è quando la vita ti fa sentire un po’ così. Sbelut è quando ti svegli la mattina e aspetti solo la sera per riposare di nuovo. Sbelut è quando non capisci le persone. Sbelut è quando ti accorgi di essere anche tu una persona. Sbelut è un appuntamento al buio con la donna sbagliata dove per limitare i danni basta non accendere la luce. Sbelut è quando presti i soldi ad un amico e non ti tornano indietro. Sbelut è quando scopri che quell’amico sei tu. Sbelut è tutto e niente. Sbelut è Sbelut. Sbelut è quando non sai cosa vuol dire Sbelut. Sbelut è quando ti accorgi che il tuo libro si chiama Sbelut. Sbelut è questo libro.